Da Al Gore a Goldman Sachs, per Greta Thunberg la créme de la créme ecologista
Non poteva mancare, nel ruolo di protagonista assoluto, quella che alla globalizzazione e all’UE ha donato Mario Draghi e il capo della Bank of England, Mark Carney: Goldman Sachs, fornendo la cornice all’affresco verde che salverà il mondo nell’occasione dell’epifania di Greta al Palazzo di vetro, ha rivelato al mondo il primo Indice Globale dei più validi titoli ambientali. Vi figurano la molto peccaminosa HSBC, JP Morgan Chase, ma anche Merrill Lynch, American International Group e altri. Nell’indice, intitolato CDP Environment EW, che punta ad attirare fondi di investimento, fondi pensionistici e altri verso obiettivi meticolosamente selezionati, figurano anche Google, Microsoft, Philips, Danone, Diageo e, ovviamente, Goldman Sachs.
E da questo retroterra che fiorisce il Green New Deal con le sue sibille oracolanti, Greta Thunberg e Alexandria Ocasio-Cortez, sotto diretto padrinato di Al Gore e del suo partner David Blood, ex-Goldman Sachs. Ocasio-Cortez, uno degli idoli della sinistra imperialista, alla “manifesto”, ha elaborato una trasformazione in verde dell’intera economia statunitense al costo di 100 trilioni di dollari. In Svezia la piccola Greta è Consulente e Fiduciaria Speciale dell’ Ong “We don’t have time” (Non ci rimane tempo), fondata dal suo Amministratore Delegato Ingmar Rentzhog. Il quale Rentzhog è socio dell’associazione di Gore “Leader dell’Organizzazione per la Realtà Climatica”, a sua volta affiliata a “We don’t have time” di Greta Thunberg. Quanto a Ocasio-Cortez, madrina dell’operazione negli Usa, è stata sostenuta nella sua candidatura al Congresso da un gruppo chiamato “Justice Democrats”. Ora che è deputata, Ocasio-Cortez vanta un collaboratore parlamentare di primissimo piano: Zack Exley, Dirigente di “Open Society Foundation”, da questa finanziato, come anche dalla Ford Foundation, proprio per dar vita a “Justice Democrats”, gli sponsor di Ocasio-Cortez. Non credo di dirvi alcunchè di sorprendente se ricordo che “Open Society Foundation” è l’organizzazione con la quale George Soros finanzia mezzo mondo. Quello impegnato in tutti regime change, colorati o meno, e nella deportazione via Ong di popolazioni dalle terre fertili e ricche di risorse in Africa, Asia e America Latina.
Juncker: baci ed euro sonanti per il nuovo Sessantotto del “manifesto”
Bel campionario di miliardari, già carnefici dell’ambiente e ora tutti climatologi. Poteva mancare l’imperatore dell’austerity europea e principe del paradiso fiscale lussemburghese? Baciata galantemente la mano alla signorina Thunberg a febbraio, l’ancora capo della Commissione Europea, Juncker, promise solennemente che ogni quarto euro dell’eurobilancio sarebbe stato d’ora in poi dedicato al cambiamento climatico. Chi ne sarebbe stato il ricevente e gestore? Ma ovviamente il nuovo ente “Breakthrough Energy-Europe”. E chi fa parte del nuovo ente? Ma ovviamente tanti bravi filantropi già con l’acquolina in bocca per le tante opportunità che l’esercito della piccola pifferaia gli rimedierà in termini di rilancio capitalistico: Aerolinea Virgin, Bill Gates, Alibaba (l’equivalente cinese di Amazon), Zuckerberg (Facebook), il principe saudita Al Walid bin Talal, David Rubenstein (Carlyle Group), Softbank di Tokio, il gigante dei fondi di investimento a rischio, Julian Robertson, l’immancabile George Soros con il suo Soros Fund Management, per citare solo alcuni del Gotha dell’ambientalismo mondiale.
Fulvio Grimaldi
Commento di Vincenzo Brandi: "Un ottimo illuminante ed informato articolo di Fulvio Grimaldi. Rileggete anche il mio articoletto sulla Voce di GAMADI (www.gamadilavoce.it) di ottobre, sezione "scienza", che sinteticamente espone idee simili." (Vincenzo Brandi)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.