venerdì 18 ottobre 2019

La Russia, gli USA, la Turchia, i Curdi, la Cina... e la danza kabuki. Ovvero il cinismo del politically correct


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Se posso dire la mia, stiamo assistendo all'ennesima danza kabuki tra potenze dove alcune comparse devono lasciarci veramente la pelle perché la rappresentazione sia considerata verosimile.

Fermo restando che tutto ha avuto inizio con l'aggressione statunitense al Medio Oriente e al Nord Africa, pianificata a tavolino già nel 2001 per mere ragioni geopolitiche (dove i concetti di "democrazia", "giustizia", "difesa dei popoli" e altri bei termini sono totalmente sconosciuti e non utilizzati), ferma restando cioè la pesantissima responsabilità statunitense, io sono convinto che tutti fossero al corrente in anticipo del "ritiro" degli USA dal Nordest della Siria (ma non da al-Tanf ai confini con la Giordania) e della conseguente "aggressione" turca.

E quando dico "tutti" intendo: Russia, Iran, Turchia, Usa, Israele, Francia (che là ha militari e basi) e Siria (immagino che anche Londra sia stata informata).

Credo che il "Trump collettivo" con questa mossa (che segue il licenziamento di Bolton e il riacuirsi delle lotte intestine a Washington, il cui baricentro adesso si è spostato in Ucraina) voglia rinegoziare la sua posizione in quella parte del mondo (vie della seta comprese) dal quale gli USA rischiavano di essere esclusi (a meno di tentare la carta di una guerra mondiale per mantenere soggetto tutto il resto del mondo, possibilità contemplata dagli psicopatici clintonoidi, cioè neo-liberal-cons).

Mi ci sono dannato un bel po' per cercare di capire la mossa trumpiana, ma adesso credo proprio che il "ritiro" USA abbia solo questa lettura, cioè una lettura politico-strategica e non militare.

Si è detto invece che così gli USA si possono concentrare sul contenimento della Cina.
Ma per far questo gli USA avevano proprio bisogno di ritirare un contingente di mille uomini dal Nordest della Siria? Sono proprio così alla frutta? Mille uomini su un esercito che ne conta mezzo milione?

Si è detto che così Washington ha dato il via libera allo smembramento della Siria da parte della Turchia. Ma perché, visto che coi curdi era già riuscito a smembrarla mentre adesso l'Esercito Arabo Siriano è ritornato a Kobane, ad al-Raqqa, a Mambij e in vastissime aree del Nordest?
E' stato detto che Trump sia voluto venire incontro alle preoccupazioni di Ankara, allarmato dalle sue liaisons con Mosca.

Ma non bastava "convincere" i suoi tirapiedi curdi (intendo i capi che Washington si è comprata - ricordatevi che i curdi inizialmente non ne volevano sapere di "liberare" al-Raqqa, che è una città araba, tanto per dirne una, poi sono stati "convinti"), non bastava "convincerli", dicevo, a ritirarsi dalla zona cuscinetto voluta da Ankara?

E perché mentre si ritiravano dal Nordest gli USA hanno pensato bene di bombardare gli "oppositori democratici" a Idlib (in realtà terroristi di al-Qaida e gli USA lo sanno benissimo, ma i nostri sinistri pare di no dato che ripetono a macchinetta la narrazione dei clintonoidi)? Perché lo hanno fatto?

Gli USA hanno "tradito" i curdi? Ma tutti sanno che i dirigenti curdi siriani tenevano i piedi in tre staffe: USA, Russia e Siria (l'YPG e l'Esercito Arabo Siriano di fatto non si sono mai tirati addosso nemmeno una schioppettata). Adesso gliene rimangono due, non sono "abbandonati a loro stessi".

Israele afferma che adesso è disperato perché il cosiddetto "asse sciita" dall'Iran al Mediterraneo ha il via libera?

Intanto c'è da vedere se la strada è stata veramente aperta, e con la base americana - illegale - di al-Tanf ancora in funzione (e zeppa di capi e manovalanza ISIS) Washington può ancora dettare condizioni, e poi ... e poi che sta succedendo?

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Tra poco verrà firmato un trattato di libero scambio tra Russia e Iran e a ruota un trattato simile tra Russia e Israele. Capite che cosa significa?

Capite cosa vogliono dire gli sguardi interessati di Israele e Arabia Saudita all'Organizzazione di Shanghai dove gli ospiti di casa sono Pechino e Mosca e gli invitati con posto a tavola sono il Pakistan, l'India e gli "stan" ex sovietici, gli aspiranti membri sono il Barhein e il Qatar, gli osservatori ammessi sono l'Iran, l'Afghanistan, la Bielorussia e la Mongolia, gli aspiranti osservatori sono l'Egitto, la Siria, i dialoganti ufficiali sono l'Armenia, l'Azerbaijan, la Cambogia e il Nepal e gli aspiranti dialoganti sono, guarda un po' chi si rivede, Israele e l'Arabia Saudita (che stanno saltando le tappe), l'Ucraina e l'Iraq?

Putin è appena andato a visitare l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Il Qatar già lo tiene buono da un pezzo con l'affare del colosso petrolifero russo Rosneft.

This is the picture.

Quando gli Huthi dallo Yemen hanno bombardato le raffinerie saudite, gli USA hanno sbraitato, hanno accusato l'Iran, hanno minacciato sfracelli ma Putin ridendo di gusto ha fatto sapere - dal vertice con Erdoğan e Rohani! - che se i Sauditi lo desideravano la Russia gli avrebbe venduto gli avanzatissimi sistemi antiaerei S-400. E anche il presidente iraniano si è messo a ridere. Non ha detto a Putin: "Ma stai scherzando? A quei cani dei Saud che ci vorrebbero fare a pezzi?". No. Si è messo a ridere.

Così, ormai sbarazzatosi di Bolton, Trump ha dichiarato che era disposto a ritornare al tavolo del negoziato con Teheran.

This is the picture.

Insomma, anche se non è vero che “il ciel s'abbella”, tuttavia “tutto cangia”, come si canta alla fine del Guglielmo Tell di Rossini.

E' la crisi sistemica, bellezza. E' il caos sistemico. Un caos cinico.

Ma mentre tutti gli attori stanno seguendo la coreografia di questa (macabra) danza kabuki - io ti sparo da lì e io ti contro sparo da qui, io attacco di là e io contrattacco di qua - le anime belle sono ancora lì a gingillarsi con la "Turchia cattiva" versus i "Curdi buoni". Le anime belle nel loro ardente desiderio di essere pure e buone e di scovare a tutti i costi da qualche parte un attore statale o sub-statale puro e buono si suggeriscono così da sole come vittime dell'ipnotismo della propaganda dei cinici e, ciò che è peggio, come megafoni della propaganda dei cinici.

In un caos sistemico gli attori principali sono entità statali e sub-statali. E non esistono entità statali e sub-statali “buone” o “giuste”. Il popolo curdo è innocente come tutti i popoli. Le loro entità sub-statali no, come non lo è nessuna entità di quel tipo.

Le entità statali, per questioni storico-geografiche e per gli interessi che le muovono, possono essere, secondo le circostanze, aggressive o difensive. Per non far nomi, oggi gli USA sono aggressivi e guerrafondai mentre l'interesse della Russia e della Cina è difendersi, evitare la guerra e cercare di mettere ordine nel caos generato dall'Impero.

Questo è il dato di fatto oggi. Poi ognuno di noi fa le proprie scelte e ammanta coi panni che vuole le proprie simpatie.

I popoli sono innocenti ma noi, dopo i gingillamenti e i sogni, non riusciamo a trovare il modo di farli entrare “in the picture”. Non sappiamo più nemmeno se ci sono delle classi o come sono composte. Oggi il massimo di elaborazione - e non sto ironizzando - confonde gli interessi di classe con quelli dell'entità statale che la contiene. Il minimo di elaborazione ritiene invece che le entità statali nemmeno esistano o debbano essere prese in considerazione, cosa che è ancora peggio. Un antisovranismo assurdo e/o amico del giaguaro contro un debole e antistorico sovranismo.

Non sappiamo come far rientrare i popoli (e le classi) in the picture.

Ma guai a identificarli coi loro governanti. E guai a scambiare i governanti coi popoli che essi governano.

Sono stato duramente criticato, per non dire disprezzato, perché non mi adeguo alla narrazione sinistrorsa dei “Curdi buoni e giusti”. Critiche che sono venute anche da persone con le quali ho condiviso decisivi percorsi politici. Decenni fa.

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Me ne dispiace. Tuttavia sono problemi loro, non miei.
Per quanto mi riguarda, io sono andato a una bella sfilza di manifestazioni dietro al faccione di Öcalan. Sono andato a una manifestazione curda persino a Istanbul, finché la polizia turca mi ha gentilmente detto di sloggiare perché aveva intenzione di caricare. Quando l'ISIS è stato respinto da Kobanê sono stato uno dei pochissimi italiani che è andato a danzare coi curdi attorno al falò nella festa che avevano organizzato a Roma (eravamo forse una decina di italiani – quelli bravi con le chiacchiere e il distintivo sono molti di più!).

Ho fatto questo e l'ho fatto perché lo ritenevo giusto. Ma, per favore, non chiedetemi di far mia la narrazione dei cinici per far finta di essere un'anima bella ed essere riammesso tra la “gente civile”. Questo non lo farò.

E adesso che le anime belle mi disprezzino pure.

(Piotr)

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1 commento:

  1. Scrive P.P. a commento dell'articolo: "Il mondo è bello perché è "avariato", come direbbe mia sorella, che infatti è medico :-) O perché è complesso, come direbbe il nostro amico Fagan. A proposito di danza kabuki. Ecco la nuova figura coreografica: Erdogan andrà martedì prossimo a Sochi a dire a Putin che gli sta bene che sia Damasco a controllare la "fascia di sicurezza". Ovvero gli sta bene che Damasco riprenda il controllo del Nordest siriano. lL'YPG-PYD dovranno solo andare a Canossa e sperare di non essere processati per crimini di guerra (vedi al-Raqqa) e contro l'umanità (vedi pulizie etniche). Come corollario vedo in prospettiva un nullaosta a fare a brandelli i terroristi arroccati a Idlib. Qui più che altro c'è il problema di cosa fare di queste migliaia di mercenari tagliagole e dei loro famigliari. E' un problema spinosissimo perché nessuno se li vuole tenere. Mi sbaglierò ma prevedo un'avanzata lenta. Continua ma lenta, senza nessuna fretta di arrivare a Idlib..."

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