sabato 19 ottobre 2019

Dominazione politica, sociale e finanziaria - "Chi comanda?"


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Nel magma di confusione, fuorviamento, mistificazione (magma interessato e indotto, ma in cui gli stessi mistificatori sono a loro volta mistificati) che compone la “maniera di pensare” (pensare per modo di dire: pensare è qualcosa di arduo e raro), estensiva e intensiva, che permea tutti i “gradi” e livelli della popolazione, c’è un primo “elemento” che si può individuare e che si trova fra i “critici” del nostro presente.

Ecco, è la ricerca di “centri”, più o meno segreti o più o meno mascherati, ma iper-potenti, i cui piani, operazioni, complotti, etc., sono “a monte e a valle” di “ciò che non va”: per esempio, le centrali del grande capitale transnazionale e della grande finanza, intrecciati fra loro (tipo Bilderberg, Trilateral, Gruppo dei Trenta, ma anche la Goldman Sachs, i Rothschild, i Rockefeller, etc.) e pervadenti «organismi» internazionali, Ue, Stati, servizi segreti, etc., nonché  altrettanto pervasive “sette” oscure (centrali massoniche, “illuminati”, etc.) dagli ancora più oscuri, ma tremendi ed efficaci disegni.

Si badi bene: non è, certo, che tali “centri” non esistano e non svolgano le loro “iniziative”. Ma l’errore (fuorviante) è credere, e far credere, che qui stia la causa - ultima e prima - di “ciò che non va”. E così si elimina e/o si “mette da parte” la sostanza: tali centri elitari: i loro disegni esistono e tali “centri” operano perché possono esistere e possono operare, e lo possono perché il modo di produzione dell’economia politica (il capitalismo) si basa sull’accentramento della proprietà-possesso-controllo dei mezzi di produzione (dalla produzione alla circolazione, fino alla forma di realizzazione-accumulazione del valore nel denaro) in mano di “pochi”, “pochissimi” (con espropriazione degli altri, i moltissimi, tutti i restanti) e sull’accentramento (interconnesso) della gestione del potere statale, con interrelata posizione dominante nella società (e con dominio dei media). 

Vale a dire che l’oligarchia (il potere dei pochi) è organica al modo di produzione (inteso in senso specifico e complessivo, su tutti i piani) vigente e globalizzato, e che tende alla totalità. E il suo dispiegamento porta all’ancora maggiore concentrazione dell’oligarchia nelle sue frazioni e fazioni, e ancora sopra in questi “centri”, e pone la possibilità, che si traduce in realtà, delle loro operazioni - volte a imporre i loro piani e disegni, che servono a mantenere le condizioni esistenti e a dispiegarle ulteriormente, secondo, appunto, la loro tendenza alla totalità.

Dunque, la causa risiede nello «stato di cose presente» e nel suo dispiegamento, e i vari “centri” sono componenti del suo dispiegamento e comando. “I conti” vanno perciò “fatti” con la realtà esistente - che, perciò, va compresa nella sua sostanza ed essenza - e quindi anche con tali “centri” operativi - che, però, vanno situati nelle loro funzioni nella realtà esistente. Invece, vedere “centri” e “sette” come la causa, non solo esime da tale comprensione, ma di più: l’occulta - di conseguenza limita le capacità cognitive e, in fondo e infine, rende inefficaci (o, a loro volta, strumentalizzabili e integrabili) le stesse “critiche” e possibili iniziative contrarie.

Mario Monforte

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Integrazione-commento di Fulvio Grimaldi:

"Chi comanda in Bilderberg o nella Trilateral, o nell’Aspen, o nel Council of Foreign Relations, o nell’Intelligence, o nel Pentagono? E’ un vecchio difetto di tutti, assorbito dalla sinistra quando si è scordata delle classi, di darsi un’idea del nemico semplificandola nella personalizzazione. Il presidente degli Stati Uniti “uomo più potente del mondo”, la Thatcher che ha cambiato il corso della storia capitalista e seppellito il welfare, la differenza tra un Salvini, un Conte, un Napolitano, un Moro al potere? Sfumature, attribuibili a esecutori di un colore o dell’altro.  Forse solo nei paesi del socialismo reale c’è stata una relativa preponderanza delle istituzioni statali, o partitiche, sul potere economico. Potrebbe sembrare così anche nei paesi a regime autocratico, ma di solito è apparenza, anche se li il rapporto di forze è più equilibrato e non si riduce a mandante ed esecutore. Non scambiamo il carisma di un leader, tipo Kennedy o Lula, Merkel o Renzi, Assad o lo stesso Trump, come espressione della loro autonomia. Senza avere alle spalle, e quindi in condizione di a condizionarli, un interesse sociale e perciò economico egemone nella comunità, non si reggerebbero..."

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