mercoledì 30 ottobre 2019

Lotta al contante, rapina a mano bancaria


La Cupola che ha messo in campo questa affascinante triade ne ha subito fatto valere la capacità di andare al di là dei suoi predecessori: la lotta al contante è la sua prima guerra in quella che Diego Fusaro, non senza efficacia, definisce la “glebalizzazione” e che si presenta al colto e all’inclita nelle vesti accattivanti della “lotta all’evasione”. E su questo colpo alla nuca della gente, perseguito con accanimento dalla componente nera del regime giallo-nero, i 5 Stelle non sanno far di meglio che balbettare. Con la stessa demagogia ipocrita con la quale si sono vantati di aver tagliato il numero dei parlamentari, cosa che sabota, più che favorire, la rappresentanza democratica, o limitato i danni della letale autonomia differenziata. Piccoli imprenditori e autonomi si dovranno acconciare alle centinaia di euro all’anno di costi in più per il Pos (il dispositivo che azzanna le carte di credito), ma in compenso, forse, le banche ridurranno le commissioni sulle transazioni (e che non ci pensano lontanamente). Non si potranno far girare più di 2000 euro al mese, dopodomani 1000, salvo segnalazione ai gendarmi della finanza. I 500 euro che tenevi in casa non sono più a disposizione, spettano alle banche. Potrai prelevarli, sempre che la “crisi” non ti faccia arrivare tra capo e collo un “prelievo forzoso”, alla Amato, ma intanto è la Banca che utilizza a proprio piacere e potere la montagna di 500 euro di milioni di italiani.


Il creatore del M5S oggi, come Kronos, divoratore dei suoi figli, è da sempre vittima di isteria tecnologica, sublimata nel digitale della piattaforma Rousseau, tentacolino delle grandi high tech, che doveva farla finita con le strette di mano, gli occhi che si incontrano,, le discussioni faccia a faccia per capire meglio, qualsiasi tentazione di incontro corporeo, la pretesa di contribuire a una qualche elaborazione, compensata dal “potere” di quattro gatti di cliccare sì al caudillo. Così anche il denaro, da fisico, tenuto in mano, con possibilità di misurarlo, diventa digitale, virtuale. Scompare. Quando strisci la carta, non percepisci quel che avevi e quel che ti resterà. E’ la condizione ideale per creare una società di indebitati e, dunque, di deboli, e dunque di dipendenti e perciò di dominati. Lo scherzetto della virtualizzazione del denaro serve a questo, oltre a dare una nuova sgassata al capitalismo, insieme a quella verde di Greta: un ulteriore gigantesco trasferimento di ricchezza dal basso all’alto dell’oligarchia finanziaria.

Speculare è, mimetizzata dallo stereotipo della “lotta all’evasione”, strombazzato come non mai, è l’immunità assicurata ai crimini fiscali dei grandi, sui cui trucchi e strumenti per far sparire capitali nelle scatole cinesi di un circuito bancario tanto truffaldino quanto opaco, o farli evaporare nei paradisi fiscali, sul cui carattere fuorilegge nessun governo, nessuna Onu, nessun FMI, nessuna BM, nessuna BCE, nessuna Corte di Giustizia, nessun WTO, ha mai sollevato sopracciglio. Il corollario sociale è che, non bastando Echelon, le telecamere di sorveglianza, i cellulari privati, che ci rivelano e tracciano, e gli schermi pubblici spioni, grazie alle carte ci sarà il Panopticon di Bentham, a garantire la sorveglianza, il riconoscimento e la tracciabilità permanenti di ogni tua manifestazione in vita: azioni, scelte, movimenti, identità psicofisica e, tutto sommato, pensiero. Non sono forse i dati oggi il primo anello della catena del consumo, la prima fonte della rendita? Loro e della schiavitù nostra?


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