venerdì 22 luglio 2016

Se il terrorismo è sponsorizzato dai media mainstream...



Bastano e avanzano gli strombazzamenti imbecilli e in mala fede della televisione pubblica, che gioca al gioco del terrore, disattendendo totalmente la funzione di servizio pubblico a cui, in teoria, sarebbe preposta!

Capisco l’esigenza dell’audience. Capisco la tradizione degli strilloni delle notizie, ma stiamo parlando di terrorismo, ca….volo! … e aprire il tiggì di Mentana di  massimo ascolto della serata strillando gli arresti di 10 nuovi jadisti in sud america, che non si conoscono tra loro e comunicano tramite watsapp, pronti al nuovo sacrificio nel nome del Profeta, è una cosa seria?!

Davvero non hanno insegnato nulla le ultime vicende di Nizza, che, non io, ma professionisti dell’informazione molto più accreditati di me, hanno ritenuto di mettere sotto analisi con tutta la prudenza e intelligenza professionale che questi casi imporrebbero?

A Nizza un ubriacone erotomane, ladro e picchiatore, residente in quartiere “difficile”, fuori di testa e pluricondannato e, dunque, necessariamente nell’occhio del ciclone poliziesco, mai stato in moschea, ma aperto il corano, mai osservato il ramadan, abbuffato di salsicce, pure gay represso, insomma il perfetto soggetto psicolabile, ricattabile, manipolabile, illudibile (tipo quelli di Parigi e Bruxelles), viene detto “radicalizzato” dalla sera al mattino, prima che il gallo abbia cantato tre volte, al punto di ghignare felice nel selfie scattato in vista dell’autoimmolazione per il Profeta.

Questo jihadista pronto a morire per Allah, era un bisessuale,  col cellulare pieno di app per appuntamenti da letto con uomini e donne. Anche questo sta diventando un classico:  il jihadista di Orlando in Florida era un omosex che frequentava il locale dove ha fatto strage. Due  LGBT che si trasformano in kamikaze per Allah in poche settimane, dalle due parti dell’Atlantico? Vi sembra normale?

La strage di Nizza diventa un mistero
(Carlo Bonini – La Repubblica, 18 luglio 2016)

Davvero non ha insegnato nulla la più tragica farsa terroristica della storia dell’umanità, da cui sono state generate guerre con  centinaia di migliaia di morti nel mondo?!

Davvero non hanno insegnato nulla
  • la demolizione controllata, con esplosioni piano dopo piano, come attestato dai fotogrammi, dai testimoni sopravvissuti, dai vigili del fuoco, poliziotti, addetti ai grattacieli, termite ancora incandescente inusitatamente ritrovata da esperti danesi tra i resti di Ground Zero,
  • le colonne d’acciaio a centinaia che mai più avrebbero potuto essere sciolte dal poco kerosene del serbatoio di un Boeing 474,
  • i dirottatori che non avevano superato l’esame di guida di aerei leggeri e che avevano trincato e gozzovigliato fino alla sera precedente, per poi immolarsi nel momento più alto di una bella e privilegiata vita, e poi manovrare un Boeing da 10mila metri  fino a quasi rasoterra, cosa che il pilota più esperto del mondo non avrebbe potuto fare,
  • i passaporti integri e lindi in mezzo a macerie sminuzzate fino a pochi millimetri
  • un proprietario delle Torri, Silverstein, tanto previdente da aver assicurato gli edifici per una somma che lo avrebbe ampiamento compensato della perdita,
  • le fenomenali e tempestive speculazioni di borsa sulle imprese, non solo aeronautiche, che sarebbero rimaste coinvolte,
  • un gruppo di agenti israeliani catturati mentre filmavano i crolli ed esultavano da un terrazzo vicino e furono poi trovati in possesso di un furgone pieno di attrezzature elettroniche, ma subito rilasciati e zitti zitti rimpatriati,
  • il buco di 5 metri nel muro del Pentagono, fatto da un colosso di 39 metri di apertura alare, con motori da decine di tonnellate, tutto svaporato e scomparso
  • migliaia di ingegneri, costruttori, architetti, piloti, esperti di esplosivi che hanno ridicolizzato l’idea che quei due “aerei” fossero aerei e che avessero buttato giù tre torri, di cui una, la 7,  neanche colpita, ma tracimante di apparecchiature e documenti Cia
  • il PNAC, il documento dei neocon con il quale auspicavano una “nuova Pearl Harbor” come pretesto per riarmare gli Usa e lanciarli alla conquista del mondo, cosa puntualmente verificatasi grazie all’attentato dell’11 settembre

 Tanti giornalisti che hanno in mano uno strumento di formazione e orientamento dell’opinione pubblica potente come la televisione, non si rendono conto della responsabilità e persino dei rischi di complicità involontaria con vicende tanto oscure quanto inquietanti??!!!


Adriano Colafrancesco 

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