martedì 26 luglio 2016

Evoluzionismo, creazionismo e la costante presenza della Coscienza nella materia



Nel 1859, Charles Darwin pubblicava il suo ancora oggi controverso ma rivoluzionario “Origine della specie”, le polemiche non si son ancora acquietate, ma quel che suona strano –secondo me- è l’opposizione virulenta opposta alla teoria evoluzionista dai cosiddetti “creazionisti” (o credenti) di matrice religiosa, e più avanti spiegherò i motivi del mio stupore.  Debbo far presente che non mi considero -strettamente parlando- un seguace della teoria Darwiniana, nel senso che al massimo la considero una spiegazione strumentale alla dimostrazione della cosiddetta realtà empirica… o della casualità.

L’ipotesi evoluzionista è basata sull’osservazione del processo trasformativo della materia e della vita conseguente alla modificazione od espansione dello spazio- tempo. In un certo senso questa teoria deve in ogni caso tener conto di un “inizio” e pertanto è vicina all’altra teoria della creazione progressiva del mondo, comunque basata sulla presenza di un Dio creatore da cui l’universo viene creato.

Secondo la teoria del Big Bang l’inizio del momento creativo viene posto nell’esplosione primordiale del nucleo originario della materia, in seguito al quale incomincia pian piano il processo manifestativi della vita. Infatti i religiosi apprezzano molto la teoria del Big Bang come “dimostrazione” della volontà creatrice di Dio ma dovrebbero altrettanto accettare, per essere coerenti con i loro credo, anche il processo evoluzionistico delle varie forme vitali prefigurato da Darwin e dai suoi successori.

D’altronde se fosse vera la creazione “personale” fatta da Dio per ogni organismo vivente, separato da ogni altro (un pesce è un pesce, una asino è un asino, un uomo è un uomo, etc.), si potrebbe supporre una certa parzialità da parte dell’Altissimo, non solo per la scala gerarchica fra le varie specie ma anche perché alcune forme vitali
sono addirittura scomparse dalla faccia della terra come se fossero “invise” o “trascurate” dal creatore stesso, il che non mi pare un segno di giustizia verso le creature….: “se uno, correndo tutto il giorno giunge a sera, può dirsi soddisfatto… Ebbene, ora ce l’ho fatta, il crepuscolo della mia vita diventa l’alba della mia fama”
(Schopenhauer, Senilia, pag. 84 del mano-scritto originale del 1856).

Dal punto di vista della realtà assoluta (ma anche da quello quantistico, fino ad un certo punto dell’analisi) la creazione può essere “progressiva” solo nell’ambito del divenire nello spazio tempo ma, come evidenziò anche Einstein, questo concetto dell’esistenza spazio temporale è puramente figurativo, non ha cioè vera sostanza
essendo un relativo configurarsi di eventi costruiti e proiettati nella mente. Perciò nella visione della assoluta Esistenza-Coscienza la creazione è un “apparire”, che si manifesta simultaneamente, sia pur considerata dall’osservatore uno svolgimento conseguente allo scorrere del tempo nello spazio.

La manifestazione è di fatto un semplice riflesso nella mente del percepente che riesce a captarla ed elaborarla solo attraverso il “fermarla” nella coscienza. Un singolo fotogramma della totale manifestazione che, sia pur sempre presente nella sua interezza, viene illuminato dalla coscienza individuale, visto nella mente e srotolato
nel contesto spazio tempo e denominato “processo del divenire”. Da ciò se ne deduce che la descrizione evoluzionista di Darwin è “relativa” tanto quanto la visione “creazionista” dei più retrivi religiosi. Con buona pace del filosofo Schopenhauer.

La coscienza individuale è in costante movimento ed evoluzione, seguendo i diversi modi di sviluppo della società od i periodi storici nei quali si manifestano le vicende umane. Ogni transizione assomiglia al superamento di un livello d’apprendimento, un po’ come succede nella spirale del DNA. La coscienza, in questo caso meglio definirla
mente, si muove dalle espressioni più semplici a quelle più complesse. Una sorta di testimonianza-memoria dei vari processi sofisticati della vita.


Paolo D'Arpini



Dio crea la donna da una costola di Adamo

1 commento:

  1. Commenti e repliche:

    Commento di Simon Smeraldo: “Caro Paolo io credo che tu che sei a conoscenza di molti insegnamenti esoterici dovresti essere fra i primi a considerare il principio di casualità come una delle tante aberrazioni della mente umana. La coscienza cosmica non ammette casualità poiché la manifestazione e tutto ciò che esprime è chiaramente frutto di un progetto intelligente (senza scomodare il Dio biblico che peraltro può essere più reale di ciò che si pensi - sotto altre forme ed identità. Scienziati intelligenti e aperti - pur non credenti (e concedimelo è molto limitativa l'alternativa che tu poni fra creazionismo ed evoluzionismo... ci sono altre strade fuori da questa angusta e vetusta dualità), dicevo scienziati intelligenti ci fanno notare che se anche una frazione di milionesimo delle condizioni chimico- fisiche che permettono la vita sulla terra, se anche questa irrisoria percentuale non fosse rispettata la vita non sarebbe possibile. Sia l'evoluzionismo che il big-bang sono inganni colossali che consegnano la coscienza al ruolo di pedina del caso e tolgono qualsiasi sovranità all'uomo”

    Mia rispostina: “Caro Simon Smeraldo, infatti non mi sono dichiarato a favore né del creazionismo né dell'evoluzionismo: il creazionismo è una teoria per bambini e l'evoluzionismo è un escamotage pseudo scientifico per giustificare ciò che appare (vedi anche: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2015/01/evoluzionismo-alcune-evidenze-contrarie.html) - Dal punto di vista della spiritualità laica ci sono due diverse teorie alternative: quella dell'advaita che descrive tutto come una proiezione mentale "sogno" che si dipana nello spazio tempo, quindi sostanzialmente una allucinazione e l'altra naturalistica che immagina la formazione di varie forme di vita in modo spontaneo, come bolle sulle onde, simili e collegate ma differenti l'una dall'altra...” (Paolo D'Arpini)

    Commento di Marco Bracci: "Propendo per la seconda spiegazione di Paolo. Infatti credo che, come lo spirito dà la vita al corpo, così anche lo plasma. Quindi le varie specie di pietre, piante, animali e infine umane sono COMPARSE sulla Terra solo e soltanto nel momento in cui i loro spiriti in evoluzione erano giunti a quel particolare livello che corrispondeva a quella particolare forma di aggregazione molecolare, che poi ha dato vita a quel “corpo”. Ne consegue che la scimmia è si un precursore dell’uomo, ma non che una scimmia trasformatasi fisicamente, nel corso di quella stessa vita sia divenuta un uomo.”

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