Inciso
iniziale:
Alessandro Maiorano ha alcune fatture relative a viaggi
di Renzi in USA sin da quando era Presidente della Provincia di
Firenze. “Tour” a carico delle casse pubbliche, ovviamente.
Addirittura una notte in hotel da 3.000 euro. Dal punto di vista
istituzionale, non si sa bene a cosa siano serviti quei viaggi. Il 24
Settembre 2014 lo sapremo perché glielo chiederà la Corte dei Conti. È
possibile che lo si sappia anche prima. Il 7 Luglio 2014,
infatti, è iniziato il processo penale relativo alla querela che Renzi ha
sporto contro Maiorano (si, la Corte dei Conti rileva fondate le
accuse di sperpero di denaro pubblico, ma lui si sente diffamato e
querela Maiorano. Strano Paese il nostro. E strano pure Renzi che,
pare, non gradisca di essere contraddetto)
Speriamo
si riesca a capire che ci vada a fare così spesso in USA.
Su
“Fatto Quotidiano” del 6 luglio è dedicato (finalmente, aggiungo)
ampio spazio alla deriva
autoritaria connessa alle “Riforme Renzi”.
Che
la direzione dittatoriale e destabilizzante intrapresa sia però una
sorpresa, questo no. Non posso dirlo.
Bastava
dare una occhiata ai “consulenti privati” di Renzi per capire che
nulla di buono poteva venirne.
Mi
riferisco a David Serra, certo. Ma mi riferisco a Marco Carrai e,
attraverso lui, al “consulente
esteri” di Renzi: Michael Ledeen.
Ma
iniziamo il nostro viaggetto. Ci porterà nella storia d’Italia più
oscura (l’omicidio Moro) e ritorno.
Parlavamo
di Michael Ledeen. Inquadriamo il personaggio. Sue le frasi:
Il
miglior programma in assoluto di educazione alla democrazia si chiama
“Esercito degli Stati Uniti”.
e
poi:
La
stabilità è una missione indegna per l’America, ed anche un
concetto fuorviante. Non vogliamo la stabilità in Iran, Iraq, Siria,
Libano, e perfino nell’Arabia Saudita, vogliamo che le cose
cambino. Il vero problema non è se, ma come destabilizzare. (Wall
Street Journal – 04/09/2002. Si vedano le strane coincidenze
temporali con l’avvio degli eventi che condussero all’invasione
dell’IRAQ)
e
ancora
La
potenza formidabile di una società libera dedicata ad una sola
missione è qualcosa che [i nostri nemici] non riescono a immaginare
… La nostra vittoria inaspettatamente rapida in Afghanistan è il
preludio di una guerra molto più vasta, che con tutta probabilità
trasformerà il Medio Oriente per una generazione almeno, e
ridefinirà la politica di molti paesi più vecchi in tutto il mondo.
Ma Michael
Ledeen è
un personaggio ben noto anche in Italia (per un certo periodo,
perfino “non
gradito”):
È
frequentemente citato
da Francesco Pazienza nelle memorie depositate agli atti della
Commissione P2 (“Il
Disubbidiente, Longanesi) che ricorda come l’Ammiraglio Fulvio
Martini, capo dell’Intelligence italiana, lo abbia bollato come
“personaggio
non gradito in Italia“
Il
governo americano, senza aver avvertito il Governo italiano del
dirottamento, cercò di contattare Craxi che non si fece
trovare. Oliver
North si rivolse allora a Michael Ledeen, un consulente della CIA che
si fece passare Craxi in
ragione di antichi rapporti di consuetudine risalenti al suo periodo
di perfezionamento universitario italiano; a suo dire Craxi gli
chiese solo “perché in Italia?” e si accontentò della sua
risposta: “per il vostro clima perfetto, la vostra favolosa cucina
e le tradizioni culturali che la Sicilia può offrire”[8].
A
mezzanotte Michael Ledeen, consulente del Consiglio per la sicurezza
nazionale, chiamò Craxi per conto di Reagan. Lo trovò al Raphael,
lo fece svegliare e gli chiese di permettere l’ atterraggio del
Boeing e dei caccia in Sicilia. “Perché proprio qui?” chiese il
presidente del Consiglio. “Perché in Sicilia c’ è una splendida
cucina” rispose Ledeen. “Craxi rise e promise di autorizzare l’
atterraggio, cosa che fece subito” raccontò poi lo stesso Ledeen.
Credo
non manchi niente. Bella personcina, no?
Ah,
L’altra espressione sottolineata, “Grey Wolves” mi ha fatto
venire in mente Ali
Ağca.
Ricordate
il tentato
assassinio di Papa Giovanni Paolo II?
Bene,
anche li Ledeen ebbe ruolo preciso nel depistaggio
verso i “comunisti bulgari”.
Depistaggio che fece tornare ai tempi d’oro la guerra fredda e il
fronteggiarsi dei due blocchi. Peccato che la traccia dei comunisti
bulgari si rivelò, poi, infondata.
Sono
costretto a riportare il brano
in inglese,
considerato che nella omologa pagina in italiano di tutto questo non
c’è nulla
Leeden
worked for the Italian military agency SISMI in 1980 providing “risk
assessment”,[1] and consulting on extradition matters between Italy
and the US.[5]
It was during his time in Italy which Ledeen came out in his belief
in the “Bulgarian connection” conspiracy theory concerning Grey
Wolves member Mehmet Ali Ağca’s 1981 attempt to assassinate Pope
John Paul II. The theory has since been attacked by various authors
and journalists, including Washington Post reporter Michael Dobbs,
who initially believed the story as well. The theory was adopted in
2005 by the Italian Mitrokhin Commission. According to Craig Unger,
“With Ronald Reagan newly installed in the White House, the
so-called Bulgarian Connection made perfect Cold War propaganda.
Michael Ledeen was one of its most vocal proponents, promoting it on
TV and in newspapers all over the world.”[5]
Gladio,
quindi.
Che
strani i percorsi mentali. Da Renzi, attraverso Ledeen siamo arrivati
a parlare di Gladio.
Ovviamente
ricordiamo tutti che Gladio costituiva
la mano militare “sottotraccia” dei servizi segreti americani? È
un fatto storicamente ormai accertato che fosse una “organizzazione
paramilitare clandestina promossa dalla NATO”. Cossiga venne messo
in stato d’accusa dal partito comunista tutto (eccetto
la corrente migliorista, quella di Giorgio Napolitano)
e ne
emerse pure l’intervento diretto nel “caso Moro”.
Purtroppo
devo continuare ad attingere da Wikipedia
in inglese,
considerato che anche in questo caso, la pagina in italiano non
contiene praticamente nulla.
Ma
perché la NATO (e quindi Gladio) dovevano interessarsi ad Aldo Moro?
Scrive
Gianni Lannes
su http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/06/kissinger-dallomicidio-moro-giorgio.html
Aldo
Moro aveva fatto emanare nel 1975 la legge di ratifica del Trattato
di non proliferazione nucleare e intendeva far smantellare
all’alleato di Washington l’arsenale atomico in Italia.
Aldo Moro si opponeva alla “crescita zero” e alle politiche di riduzione della popolazione, allo scopo di piegare l’Italia ai voleri del “Club di Roma” e del Bilderberg, volti a deindustrializzare il Paese e a ridurne in modo considerevole la popolazione. Moro progettava di dare stabilità all’Italia attraverso la piena occupazione e la pace industriale e politica, rafforzando l’opposizione cattolica al comunismo e facendo in modo che la destabilizzazione del Medio Oriente fosse più difficile da ottenere. Moro si opponeva anche al signoraggio bancario.
Aldo Moro si opponeva alla “crescita zero” e alle politiche di riduzione della popolazione, allo scopo di piegare l’Italia ai voleri del “Club di Roma” e del Bilderberg, volti a deindustrializzare il Paese e a ridurne in modo considerevole la popolazione. Moro progettava di dare stabilità all’Italia attraverso la piena occupazione e la pace industriale e politica, rafforzando l’opposizione cattolica al comunismo e facendo in modo che la destabilizzazione del Medio Oriente fosse più difficile da ottenere. Moro si opponeva anche al signoraggio bancario.
Ah,
ovviamente anche Michael Ledeen ha avuto un ruolo di primo piano, in
quell’occasione.
CORSINI.
Lei ha parlato di falchi. Tra questi c’era un esperto di politica
europea, al tempo osservatore della politica italiana, che si
chiamava Sonnenfeldt, che era lo studioso con il quale Kissinger
costruiva la sua posizione?
GALLONI.
Non lo ricordo. Certamente
i falchi erano della linea Kissinger ed
erano gli elementi più violenti della CIA, però con quelle
reazioni. Fui
ricevuto per tre giorni di seguito: il primo giorno dall’esperto
della Segreteria di Stato per la politica italiana; il secondo giorno
da quello per la politica europea; il terzo da quello per la politica
occidentale. Tutti
e tre praticamente mi dissero che c’erano questi problemi e queste
perplessità, non
certamente nella forma volgare e violenta con cui me lo disse Ledeen
in quel dibattito pubblico,
ma certamente questi erano gli elementi. Questi
elementi Moro li conosceva, perché quando tornai da quella visita
gliene parlai subito e lui disse che questa situazione la conosceva:
sapeva che non avevano nessuna stima del lavoro che stavamo facendo
per la realtà italiana. Quindi questa era la situazione. Che cosa
era la P2? A quel tempo non sapevo che si chiamasse così perché non
la conoscevo, ma c’erano collegamenti tra ambienti americani e
italiani affinché queste ultimi fossero portatori della linea
politica sostenuta dagli americani. La P2 emerge infatti nel momento
in cui sorge questo pericolo, nel 1968; in seguito si attenua e si
manifesta nuovamente quando si cominciò a parlare di Governo di
solidarietà nazionale e di dialogo con il Partito comunista.
PRESIDENTE
(Pellegrino, n.d.r.). Onorevole
Galloni, lei sa che Ledeen,
da lei citato, frequentava
abbastanza intensamente il Viminale nel periodo del sequestro di
Moro?
GALLONI. No,
se l’avessi visto avrei detto a Cossiga che era
un elemento di cui non fidarsi.
L’argomento
di divisione fra “Falchi e Colombe” degli americani era proprio
la politica di Aldo Moro. Nello stesso documento, alla pagina
precedente, si legge infatti:
Quindi,
l’entrata dei comunisti in Italia nel Governo o nella maggioranza
era una questione strategica, di vita o di morte, «life or
death» come
dissero, per
gli Stati Uniti d’America,
perché se fossero arrivati i comunisti al Governo in Italia
sicuramente loro sarebbero stati cacciati da quelle basi e questo non
lo potevano permettere a nessun costo.Qui
si verificavano le divisioni tra colombe e falchi. I
falchi affermavano in modo minaccioso che questo non lo avrebbero mai
permesso, costi
quel che costi, per cui vedevo dietro questa affermazione colpi di
Stato, insurrezioni e cose del genere.
Ad
esprimersi in questi termini, secondo l’on. Galloni, fu proprio
Michael Ledeen
Quindi, Michael Ledeen, che si era manifestato come esponente dei “falchi” della linea Kissinger e CIA, faceva parte del Comitato di Crisi sul Caso Moro. Logico, no?
Quindi, Michael Ledeen, che si era manifestato come esponente dei “falchi” della linea Kissinger e CIA, faceva parte del Comitato di Crisi sul Caso Moro. Logico, no?
Nota
a margine che sicuramente non
è collegata, i verbali
del Comitato di Crisi del caso Moro, già dal 1992 non si trovano più
Ah,
ma da questi atti emerge un altro nome noto: Henry Kissinger. E già,
non poteva essere diversamente. Spulciando nell’archivio storico di
“Repubblica” (31/07/1984)
Non
è ufficialmente un “indesiderabile, ma poco ci manca. In ogni
caso, per l’ ammiraglio Fulvio Martini responsabile del
controspionaggio militare (Sismi) Michael
Ledeen,
cittadino americano con studi in Italia, esperto del nostro paese,
storico del fascismo, consulente del dipartimento di Stato, già
consigliere di Kissinger e di Haig, grande amico di quel personaggio
inquietante che è il faccendiere-ricercato Francesco Pazienza è
bene che si tenga lontano dalle frontiere italiane. Anzi, Ledeen,
secondo il desiderio manifestato dall’ ammiraglio Martini all’
ambasciatore americano, Maxwell Rabb, non
deve più tornare in Italia.
E
invece lo ritroviamo fra i consulenti di Matteo Renzi. Che strani i
percorsi mentali. Da Renzi, attraverso Ledeen siamo arrivati a
parlare di Gladio (CIA e NATO) e poi dell’omicidio di Aldo Moro e
adesso Kissinger.
Kissinger.
Ne parlò Guerzoni (all’epoca portavoce di Aldo Moro). Sarebbe
stato lui in persona a minacciare Moro.
Il
10 novembre 1982, in un’aula del tribunale di Roma, Corrado
Guerzoni, il portavoce della vittima, testimoniò che Aldo Moro «fu
minacciato da un agente del “Royal Institute for International
Affaire” (RIIA), mentre era ancora ministro». Tra il giugno e
il luglio del 1982, la vedova di Aldo Moro testimoniò che l’omicidio
di suo marito era stato il risultato di una serie di minacce alla sua
vita, mosse da qualcuno, che lei definì una figura molto importante
della politica degli Stati Uniti d’America.
Quando
il giudice le chiese se poteva dichiarare alla Corte cosa aveva detto
precisamente questa persona, Eleonora Moro ripeté esattamente lo
stesso concetto espresso da Guerzoni: «Se
non cambi la tua linea politica, la pagherai cara».A
Guerzoni, richiamato dal giudice, venne chiesto se era in grado di
identificare la persona, di cui aveva parlato la signora Moro.
Guerzoni rispose che si
trattava di “Henry
Kissinger“,
come aveva già detto precedentemente.
Sull’assassinio
Moro, tra l’altro, sviluppi
di qualche mese fa confermano la mano pesante dei servizi segreti
(IMPORTANTI
RIVELAZIONI SUL CASO MORO: CLICCA SU QUESTO LINK)
Kissinger.
Chissà perché mi torna in mente “Il
mio comunista preferito“. Napolitano
prontamente lo corresse, però: “Il mio EX comunista preferito”. E
mi torna in mente anche perché, proprio nei giorni dell’omicidio
Moro, Giorgio
Napolitano volò in USA per
un “misterioso
viaggio”
(entrambi i fatti sono tratti da “I panni sporchi della sinistra”
di Pinotti e Santachiara – ed. Chiarelettere)
Quando
emerse il caso Gladio (1991), Cossiga era Presidente della
Repubblica. Giorgio Napolitano fu talmente “comprensivo” con
Cossiga da differenziare
la sua posizione da quella del suo partito
Nel
maggio 1991 Napolitano differenzia la sua posizione da quella
ufficiale del partito, che presenta quattro interpellanze alla Camera
contro il presidente della Repubblica. “Ma la mia non è una
dissociazione”, spiega. “Esercitiamo però una libertà di
critica che discende dal principio della responsabilità politica
‘diffusa’ del presidente della Repubblica”. Ai giornalisti che
gli ricordano che proprio la sua corrente si era opposta alla
rielezione di Sandro Pertini, portando il Pci a sostenere Cossiga,
Napolitano risponde: “Allora Cossiga era presidente del Senato e
aveva assolto in modo assai corretto alla sua alta funzione. Si era
rivelato una persona aperta al rapporto con tutte le forze
democratiche e quindi capace di rappresentare tutto il Paese”.
Anche
sulla messa in stato d’accusa, la corrente “migliorista” non
era pienamente daccordo
“L’esigenza
di porre un limite ai comportamenti inammissibili del presidente
Cossiga – scrivono i miglioristi in un comunicato – ci ha visto
uniti. Non abbiamo concordato nel ritenere che l’avvio della messa
in stato d’accusa del capo dello Stato risulti la risposta valida”.
È però “inevitabile che Francesco Cossiga tragga le conseguenze
dalla scelta da lui già compiuta di assumere un ruolo politico
incompatibile con la funzione di presidente della Repubblica”
e
quando Occhietto dichiara (24/01/1992) “Il Presidente della
Repubblica è fuori dalla Costituzione”, ancora una volta fa
sentire possente la sua voce:
“Tre
sono le vie che possono essere percorse: quella dell’impeachment
avanzata dal Pds è una; ma un’altra via è quella di sollecitare
le dimissioni; la terza è infine quella che si astenga strettamente
da interventi impropri”. In ogni caso, “siamo di fronte a una
situazione di estrema gravità che si è ulteriormente deteriorata”
Certo,
c’è chi può vedere in questo il timore che l’approfondirsi
della discussione possa indurre Cossiga a svuotare il sacco,
considerato che il 09/04/2001, alcuni deputati
di AN sostennero che Napolitano fosse uno dei vertici di “Gladio
rossa” (prontamente
smentita, per carità).
Fatto
è che il 04 Maggio 2012 alcuni reduci
della organizzazione clandestina “Stay behind” (Gladio) chiesero
a Napolitano il riconoscimento di “Servitori dello Stato”
Gladio.
Gladio e Juncker
Che c’entrerà mai Jean Claude Juncker?
Che c’entrerà mai Jean Claude Juncker?
Ebbè
c’entra si. Non pensavamo certo che il Lussemburgo (uno
dei paradisi
fiscali europei)
potesse essere immune alla “longa manus” NATO-CIA-Gladio, no?
Pretendevamo il “copyright”?
Anche
in Lussemburgo è emerso un “affare Gladio”. Gladio si riteneva
fosse stata sciolta, in Lussemburgo, nel 1990.
Non
solo si scoprì che così non era, ma anche che Jean
Claude Juncker è un agente operativo dei servizi segreti NATO (vedi
anche il “Fatto
Quotidiano“)
Con
tutte le carte in regola, quindi, Jean Claude Juncker, su
designazione di Angela Merkel, è adesso “Presidente dell’Unione
Europea”, da dove potrà, con meno controlli, agire un po più
liberamente.
Renzi,
ovviamente, in prima linea nel sostegno a Juncker.
Strano
viaggio che abbiamo fatto.
Davvero
strani i percorsi mentali. Da Renzi, attraverso Ledeen siamo arrivati
a parlare di Gladio (CIA e NATO) e poi dell’omicidio di Aldo Moro,
di Kissinger, di Napolitano, di Jean Claude Juncker e, quindi, di
nuovo a Renzi.
Zerbino
di Angela Merkel. Matteo Renzi indossa i panni di Mario Monti ed
esegue (ancora una volta) gli ordini della Merkel. Dopo la vittoria
del Pd alle ultime europee, si è acceso lo scontro in Europa per
decidere a chi affidare lo scranno della presidenza della Commissione
europea. Il blocco dei popolari europei vuole Juncker, ma i
socialisti spingono per Schulz. Matteo Renzi, pur essendo col suo Pd
la forza più pesante nel partito socialista europeo, sembra che
abbia tutta la voglia di assecondare la richiesta della Merkel che
vuole Juncker alla presidenza della Commissione.
Beh,
un complottista potrebbe anche pensare che la visione di Libero
quotidiano è sbagliata. Un complottista che si rispetti, penserebbe
che Renzi, nelle mani di Michael Ledeen e con il supporto di Giorgio
Napolitano, non poteva non scegliere Juncker.
Anche
perché Juncker,
come abbiamo visto, è una persona
molto gradita agli USA,
ma Matteo
Renzi ha moltissimi amici oltreoceano (e
Ledeen, suo consigliere, in primis) che potrebbero avergli chiesto la
cortesia di sostenere Juncker
Altra
questione: In Lussemburgo si sosteneva che Gladio fosse già stata
sciolta nel 1990 e invece s’è scoperta viva e vegeta.
Siamo
assolutamente certi che Gladio in Italia non esista più?
E se esiste, chi ne fa parte?
E se esiste, chi ne fa parte?
Senza
alcuna necessità di essere “complottisti”, però, non si può
non convenire che Matteo
Renzi ha davvero amici di cui andare fieri.
Connazionali,
scusate se ho turbato qualche minuto della vostra vita. Non
preoccupatevi e pensiamo ad altro. Quando comincia “Ballando con le
Stelle”
Stefano Alì - www.ilcappellopensatore.it
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