Come
 la nenia ritmata e irresistibile che gli incantatori di serpenti 
suonano con il flauto al loro cobra, così i media dell’occidente ormai 
da anni ci ripetono la parola CRISI.
http://www.youtube.com/watch?v=ebbfFWtYZIg
Grazie
 al sapiente uso della parola e della sua letale forza simbolica, il 
sistema ci ha convinto dell’esistenza di tale concetto sul piano 
materiale e su quello etico. In poche parole siamo stati lavorati ai 
fianchi dai media per decenni fino a che ci siamo ormai persuasi che 
nell’economia reale ad un certo momento il denaro è inspiegabilmente 
scomparso, e nell’ambito dei valori fondanti dell’esistenza l’etica è 
stata aggiornata d’ufficio dall’avanzare inesorabile del progresso, e 
l’aggiornamento è consistito nella sua sostituzione integrale con 
l’ideologia del consumo.
Quindi l’uomo della strada, interrogato su questi temi ora vi dirà che purtroppo, per un singolare fenomeno,che però è nell’ordine naturale delle cose,
 noi dell’Occidente in particolare, pur avendo una capacità produttiva 
infinitamente maggiore che in passato abbiamo un guadagno pro capite 
inferiore rispetto a qualche tempo fa. Un concetto che per quanto lo 
giriate e rigiriate per trovare un punto su cui farlo stare in piedi, in
 piedi non può proprio stare.
Chiariamo
 una volta per tutte come stanno le cose, non perché lo dica il 
sottoscritto, ma perché a pensarci bene lo direste in fondo anche voi, 
una volta fuori totalmente dal raggio di influenza della persuasione 
mediatica: la
 scomparsa del denaro è avvenuta unicamente sul piano contabile, e il 
rimpiazzo dell’etica con il consumismo è un fenomeno unicamente 
virtuale.
Ciò
 significa che di soldi al mondo ne esistono infinitamente di più di 
quanto pensiamo (solo che sono nascosti contabilmente nei cosiddetti 
black screen), e l’etica come insostituibile legge divina che regola il 
fluire della vita nell’universo è ancora perfettamente lì, al suo posto,
 subito sotto la posticcia ideologia di cartapesta del consumismo.
Chi non ci crede provi a scandagliare il web con queste tre parole: WHITE SPIRITUAL BOY

Si tratta del nome in codice di una serie di conti segreti riferiti al cosiddetto Comitato dei Trecento, presieduto dalla simpatica sovrana inglese Elisabetta II Windsor.
In
 quei conti neri segreti, sparsi nelle banche di mezzo mondo, si trova 
tutta la ricchezza reale che miliardi di uomini nei secoli e millenni 
passati, attraverso il loro lavoro, hanno fisicamente creato. La 
trasformazione del mondo in ciò che è ora, la creazione di un 
incalcolabile numero di manufatti e strutture, ha un valore monetario 
che, attraverso astuti e raffinatissimi giochi contabili è passato da 
sempre sotto il controllo delle stirpi di monarchi che hanno governato 
il pianeta e mai, ripetiamo mai hanno lavorato e prodotto ricchezza ma 
l’hanno unicamente spesa per loro piacimento, lasciando a coloro che 
hanno offerto l’attività più sacra e di valore al mondo, ossia quella 
che trasforma il mondo stesso, il LAVORO, solo le poche briciole necessarie a sopravvivere.
Quel
 denaro, quella ricchezza, appartiene di diritto a chi ha lavora ancora 
oggi, e agli eredi di chi ha lavorato in tutti i passati millenni: 
ossia NOI.
Diamo
 un’occhiata alla quantità paradossale di zeri, che anche dovesse essere
 sfoltita ripulendo dai documenti falsi gli estratti di questi conti, 
sarebbe tento immensa da essere incomprensibile ai più.
Vi
 forniamo qualche link per iniziare la ricerca, poi con le tre paroline 
magiche potrete andare voi stessi a vedere quanta vita ci è stata 
sottratta illegalmente.
Bene,
 quelle stesse persone che gestiscono questi conti sono quelle che ci 
hanno raccontato attraverso i loro media che “l’etica è stata sorpassata
 dal libero mercato”.
Dobbiamo ancora prestare fede a costoro?
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