sabato 21 dicembre 2024

Attentato notturno a Magdenburgo...

 


Il 20 dicembre 2024 un'auto,  una Bmw scura, si è lanciata sulla folla al mercatino di Natale di Magdeburgo   travolgendo le persone. In base alle prime informazioni, l'attacco ha causato almeno due morti, tra cui un bambino e circa 60-70 feriti. Secondo le informazioni delle autorità, si tratta di "terrorismo". Un uomo è stato arrestato. Secondo la polizia si tratta di un cittadino dell'Arabia Saudita nato nel 1974 che vive in Germania dove fa il medico ed è in possesso di un permesso di soggiorno permanente. L'uomo ha noleggiato l'auto poco prima di compiere l'attacco. La polizia ha anche cercato possibili tracce di esplosivo nell'auto, senza trovarle. Secondo le ricostruzioni, l'uomo ha guidato per circa 400 metri travolgendo i visitatori del mercatino. (Rai News)  

Notizie da altre fonti:

Un'auto si è lanciata in mezzo alla folla al mercatino di Natale di Magdeburgo, in Germania.

Alcuni  media parlano di almeno due morti, altri  scrivono di 11 persone  uccise e 60 ferite. I report della  polizia tedesca sono ancora incerti.

Il governo della Sassonia-Anhalt ha definito l'incidente un attacco terroristico.

Testimoni oculari hanno affermato che l'autista si è schiantato deliberatamente contro la folla.

La polizia ha arrestato l'autista. L'area della fiera è stata bloccata e i visitatori sono stati invitati ad allontanarsi immediatamente.

Secondo quanto riferito, le forze dell'ordine hanno  ispezionato l'area alla ricerca di esplosivi.

Un video  mostra il momento in cui l'auto entra nella folla: https://video.corriere.it/esteri/l-auto-che-piomba-sulla-folla-dei-mercatini-di-natale-a-magdeburgo-il-panico-in-strada-e-la-corsa-delle-ambulanze/698cc350-4bb4-4681-95f7-93b2a8601xlk



venerdì 20 dicembre 2024

Mario Monti ritorna in cattedra... ?

 


In questi giorni si è allargata la discussione, con la riscoperta delle teorie del prof. Mario Monti, sulla legge di bilancio per il 2025, implicante tra le varie cose una serie di misure in tema di sanità, la reintroduzione della cosiddetta “norma anti-Renzi” sul divieto per i parlamentari di svolgere incarichi retribuiti per conto di Paesi esterni all’Unione Europea, l’inserimento di una serie di bonus (da quello per rottamare i vecchi elettrodomestici a quello per contrastare l’obesità a quello per lo psicologo), la proroga ventennale della concessione della rete elettrica a beneficio di Enel.

Ma soprattutto, la legge di bilancio recepisce in sostanza tutte le richieste della Commissione Europea in materia fiscale e di contenimento del debito, con tutte le prevedibili ricadute in termini di ulteriore deterioramento dello Stato sociale e accentuazione dei processi di privatizzazione...

Giacomo Gabellini


Video collegato con Alessandro Volpi, docente di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa: https://youtu.be/qXjdHPyaAy0

giovedì 19 dicembre 2024

UNICEF: “Presto l'Africa soffocherà l'Occidente?”... (mentre l'Europa pensa a fare la guerra contro la Russia)

 


Tra meno di mezzo secolo l’Europa  e la sua cultura, storia e civiltà sarà scomparsa? Ciononostante politici e partiti europei irresponsabili fingono di non vedere la realtà (mentre continuano a promuovere una guerra fraticida contro la Russia... ndr).

Nel suo rapporto “Generation 2030 Africa 2.0”, l’Unicef allerta tutti i capi di Stato del pianeta sul fatto che si sta assistendo ad un boom demografico africano impressionante, mentre nei Paesi occidentali si assiste ad un forte decremento delle nascite.

Lo studio ci dice che entro il 2030 i bambini e i ragazzi sotto i 18 anni saranno in tutto il Continente Nero oltre 750 milioni e prima del 2050 saranno molto al di sopra del miliardo. Sempre nel 2050 la popolazione complessiva africana sarà superiore ai 2,5 miliardi. Una situazione che gli attuali governi africani non riuscirebbero a gestire perché in parte corrotti, in parte incapaci a gestire il loro sviluppo interno socio economico e in parte impossibilitati a fronteggiare il fenomeno dei cambiamenti climatici e dell'incremento demografico.

E allora si creerà una valanga umana che travolgerà in particolare l’Europa, con prospettive preoccupanti sia socialmente che economicamente, in particolare per Paesi facilmente raggiungibili e politicamente fragili come la Grecia,  la Spagna e l’Italia...

Ennio La Malfa




mercoledì 18 dicembre 2024

Oreshnik - Solo polvere, una morte pulita - E=mc²


Yuzhmash, Dnepropetrovsk, Ukraina, 24 nov 2024.

Niente più linee di produzione, niente macchinari, presse, torni, frese, niente mura... Più niente di niente dopo i 4.500 C° dell'Oreshnik su Yuzhmash, a Dnepropetrovsk. Ed è bene dire che non sappiamo ancora cosa sia un Oreshnik, cosa abbia lanciato la Russia su Dnipro.

32 coni inerti di alluminio che colpiscono il terreno a poca distanza uno dall'altro a 3,4 km al secondo (ovvero 12.000 km/h) sono in grado di causare la stessa devastazione di una testa nucleare da 36 o forse 45 kT (il triplo di Hiroshima), esplodendo però sottoterra (a causa della velocità penetrano nel terreno per decine di metri prima di avere il tempo di esplodere) eruttando poi fiamme e materia incandescente, che al contatto con l'atmosfera si dilata, causando un'onda d'urto simile ad un piccolo terremoto.

Le "submunizioni" degli Oreshnik sono composte di una lega di alluminio e altri metalli e sono in grado di raggiungere i 4000-4500 gradi. Sono temperature "astronomiche" (la superficie del sole va dai 5500 ai 6000 gradi).
Sottoposta a queste temperature semplicemente la materia si disintegra. Si atomizza. Si riduce a molecole sparse. Tutto viene distrutto senza gli effetti collaterali delle radiazioni, delle emissioni luminose o degli impulsi elettromagnetici tipici delle esplosioni nucleari.

Quind l’Oreshnik è un’arma “normale”, non da "fine-di-mondo", che offre capacità di attacco di precisione con un impatto ecologico minimo, molto più mirata e controllata rispetto alle opzioni nucleari, e quindi utilizzabile. Se preferite un esempio più semplice e di immediata comprensione, un colpo diretto di Oreshnik corrisponde ad un bombardamento a tappeto di una cinquantina di B52 in stile guerra del Vietnam.

Senza dimenticare che per questi missili ipersonici, ad oggi, non esiste nessuna difesa. Niente contraerea. Niente rifugi sotterranei. Nulla.

La SBU (l'intelligence ucraina) aveva rilasciato un rapporto completo sulle conseguenze dell'attacco del sistema ipersonico "Oreshnik" al complesso produttivo di "Yuzhmash"a Dnepropetrovsk, che ovviamente Zelensky aveva letto. Nonostante le informazioni siano state secretate, gli abitanti della città sostengono che dell'impresa militare resta "solo polvere".

"Yuzhmash" è sparito. È stato come se Dio ci avesse mandato le sue frecce".

Un testimone ha riferito che al momento dell'impatto nessuno ha capito cosa fosse successo. Non ci sono state esplosioni e incendi. Solo boati e il terreno che ha tremato, al punto che gli abitanti hanno pensato ad un terremoto.

Così la gente è andata alla fabbrica per scoprire cosa fosse successo, ma semplicemente non c'era più. Non c'erano più le officine, solo polvere, hanno poi raccontato.  

Rassegna  a cura di Jure Eler




martedì 17 dicembre 2024

Mosca. Terroristi uccidono il generale russo Igor Kirillov...

 



Il luogo dell'attentato

17 dicembre 2024. A Mosca, a seguito della detonazione di un ordigno esplosivo piazzato all'ingresso della Ryazansky Prospekt, sono stati uccisi il tenente generale delle forze armate RF Igor Kirillov e il suo assistente.

Secondo i dati preliminari, l'ordigno esplosivo era installato su uno scooter elettrico ed è stato attivato da remoto.

Kirillov è il capo delle truppe di protezione dalle radiazioni, dagli agenti chimici e biologici delle forze armate russe. Oggi avrebbe dovuto ricevere un briefing dal Ministero della Difesa.

Igor Anatolyevich Kirillov è noto per le sue dichiarazioni sulle attività dei laboratori biologici stranieri e sulla loro possibile connessione con la diffusione di malattie infettive, incluso il COVID-19.

Kirillov ha ripetutamente sostenuto che gli Stati Uniti stanno espandendo la propria rete di laboratori biologici al di fuori del proprio territorio e stanno conducendo ricerche su virus e batteri altamente patogeni, che rappresentano una minaccia biologica per altri paesi. Ha ripetutamente affermato che l'Ucraina sta preparando provocazioni nella zona dell'operazione speciale per accusare la Russia di usare armi chimiche. (S.K.)



I danni causati dall'attentato


Il giornalista tedesco e russofobo Röpke ha commentato in modo beffardo sui social network la morte del tenente generale Igor Kirillov e ha confermato indirettamente il coinvolgimento della giunta ucraina nell'attacco terroristico:  "È stato un processo breve. Appena 20 ore dopo che il procuratore generale ucraino ha accusato Kirillov di usare armi chimiche, questa mattina a Mosca è stata eseguita la condanna a morte".



Video collegato:  Manlio Dinucci racconta e spiega le aggressioni convergenti che l'anglosfera pianifica contro la Russia per mantenere l'egemonia globale. "L'Europa è il prossimo bersaglio...": https://www.youtube.com/watch?v=2TBr0jEFZYI

lunedì 16 dicembre 2024

Lettera di solidarietà al popolo siriano...




Ai nostri fratelli siriani!

Di recente, nello spazio informativo occidentale si è diffusa la disinformazione secondo cui la Russia ha sospeso la fornitura di grano alla Repubblica araba siriana. Voglio assicurarvi che il Presidente della Russia Vladimir Vladimirovich Putin e i popoli del nostro grande Paese hanno sempre trattato il popolo siriano con rispetto e simpatia. Abbiamo più di 80 anni di relazioni reciproche in vari ambiti. Abbiamo scambiato successi culturali, ricevuto studenti dalla Siria e collaborato attivamente nel campo del commercio, il che ha garantito condizioni reciprocamente vantaggiose per entrambe le parti.

Stiamo seguendo con preoccupazione gli eventi in Siria e auguriamo sempre bontà e prosperità al nostro popolo fratello. Consideriamo nostro dovere essere con voi. Alla prima opportunità, abbiamo iniziato a restaurare le moschee. In particolare, con i fondi della Fondazione Akhmat-Hadji Kadyrov, abbiamo avuto l'onore di restaurare la moschea Khalid bin al-Walid a Homs e continuano i lavori per restaurare la moschea Khalab al-Kabir. Negli ultimi decenni, il Fondo pubblico regionale ha fornito assistenza a 3,4 milioni di siriani. Questi includono cibo, medicine, vestiti, calzature, materiale scolastico, cibo per bambini e carne.

Separatamente, è stata fornita assistenza con cibo e alloggio a 9 mila siriani che hanno sofferto a causa del terremoto del 2023.

Per quanto riguarda le informazioni sulla presunta sospensione delle forniture di grano dalla Russia alla Siria, non sono vere. Le informazioni sulla detenzione di navi cargo con grano COMMERCIALE, che non hanno nulla a che fare con il contratto tra i due paesi, sono distorte. Ma! Anche se per alcune ragioni impossibili e incredibili ciò accadesse, allora io, come capo della Repubblica cecena, sono pronto ad assumermi la responsabilità e a fornire la quantità necessaria di grano per la Siria. Ciò avverrà tramite la Fondazione intitolata a mio padre, l'eroe della Russia Akhmat-Khadzhi Kadyrov.

Vi esorto a non dare ascolto alle voci dei nemici che cercano di separare la Siria dal suo partner strategico e dal suo popolo fratello. Per volontà dell'Onnipotente, saremo sempre con voi e pronti a sostenervi nei momenti difficili!

Ramzan Kadyrov



domenica 15 dicembre 2024

Siria. Un dispetto a Putin... ?



I maggiorenti occidentali commentano giulivi la fine della Repubblica Araba Siriana...

È molto interessante leggere la parata di brevi dichiarazioni di tanti maggiorenti occidentali sulla fine della Repubblica Araba Siriana, oggi conquistata e sostituita da una coalizione jihadista guidata da Abu Muhammad al-Jawlani, che nel curriculum ha una lunga militanza nell’ISIS e in Al-Qa’ida e che come primo provvedimento libera dalle carceri siriane tutti i capi dell’ISIS.

Le dichiarazioni dei pezzi grossi dell’Ovest sono interessanti anche per l’uniformità dello stile e degli argomenti, esposti tutti con lo stesso cliché: 1) esultanza per il rovesciamento di Assad, additato come “dittatore”; 2) generico e blandissimo richiamo ai rischi associati ai nuovi capi per via del loro passato, quasi mai menzionato esplicitamente; 3) fiducia nella buona opportunità di fare buoni accordi con i nuovi capi; 4) letizia bellicosa per una sconfitta strategica di Putin. Cercate in rete le dichiarazioni di BidenScholzVon Der LeyenMacronMetsolaStarmerKallas: i vertici di istituzioni che in certe fasi hanno fatto di tutto per impaurirci con il pericolo del fondamentalismo terrorista oggi festeggiano il primo vero grande trionfo del jihadismo che si fa Stato, e lo fanno leggendo e diffondendo la medesima velina, come pappagalli, come meri ripetitori di idee ricevute, come zelanti esecutori di uno schema predefinito.

Siete sorpresi? Per chi segue queste vicende da molti anni, come chi vi scrive, nessuna sorpresa. Il 19 gennaio 2016 sul quotidiano «The Times of Israel» uscirono le chiare dichiarazioni dell’allora ministro della difesa di Tel Aviv, Moshe Ya’alon, che spiegava che l’Iran rappresentava una minaccia maggiore dello Stato Islamico, e che nel caso il regime siriano fosse caduto, Israele avrebbe preferito che la Siria andasse sotto il controllo dell’ISIS piuttosto che della potenza iraniana. Quella di Ya’alon suonava proprio come una dichiarazione di guerra all’Iran, una guerra totale in cui ogni mossa, palese o sotterranea, veniva preventivamente coperta e giustificata da Tel Aviv. Ya’alon spiegava senza fronzoli quel che già sapevamo, ma che milioni di cittadini occidentali non sanno perché i giornali non li informano: gli ospedali israeliani nel pieno dell’aggressione jihadista alla Siria di dieci anni fa curavano i miliziani jihadisti siriani feriti, per poi rispedirli a combattere e così indebolire lo Stato siriano.

L’intervento russo nella guerra siriana aveva cambiato gli equilibri, e chi aveva scommesso per equilibri diversi si lamentava rabbiosamente: lo fecero pure i grandi vecchi dell’imperialismo USA, Zbignew Brzezinski (1928-2017) e John McCain (1936-2018), che imputavano a Mosca di “distruggere i nostri asset”, cioè i militanti delle formazioni terroristiche, considerati risorse organiche rispetto alle strategie geopolitiche imperiali. McCain, in particolare, aveva incontrato diversi boss jihadisti il 27 maggio 2013 dopo aver attraversato il confine turco-siriano per discutere di invio di armi pesanti e altri appoggi.

È interessante rileggere oggi un comunicato divulgato da Wikileaks, datato dicembre 2006 e firmato da William Roebuck, che in quel momento era incaricato di affari presso l’ambasciata americana a Damasco, il quale diceva:

«Pensiamo che le debolezze di Bashar al-Assad risiedano nella maniera in cui lui decide di reagire ai problemi incombenti, siano essi reali o percepiti, come per esempio il conflitto tra le riforme economiche (ancorché limitate) e la forza radicata della corruzione, la questione curda, e la minaccia potenziale al regime rappresentata da una crescente presenza di estremisti islamisti. Questo comunicato riassume la nostra valutazione su queste vulnerabilità e suggerisce che ci possano essere azioni, affermazioni e segnali, da parte del governo USA, che potrebbero far crescere la probabilità che queste potenzialità si verifichino». Tradotto in modo meno felpato: “soffiamo sul fuoco e su tutto ciò che può bruciare Assad, compresi gli schifosi tagliagole, che ci tornano utili».

Poco importa se sino a pochi anni prima al-Qa’ida e i fantasmi dei loro leader, al-Zarqawi e Osama Bin Laden, fossero esecrati dall’Occidente come terroristi espressione del male assoluto in modo da sfruttare ogni tecnica di manipolazione della paura di massa e imporre nuove guerre e leggi draconiane sulla sicurezza. Chi – come vi scrive – esibiva fior di documenti per dimostrare la contiguità esistente da sempre fra le organizzazioni terroristiche islamiste e i servizi occidentali nonché con le operazioni sporche dei servizi israeliani veniva tacciato di “complottismo”. Oggi le azioni di quel mondo sono oggetto di giubilo su tutti i social da parte di tutto il gotha dei governanti occidentali.

Prima lezione che arriva dai fatti: ciò che comunemente si definisce “terrorismo” è, perlopiù, uno strumento di manipolazione delle masse, sostenuto da entità statali e orchestrato con il consenso dei pochi detentori della quasi totalità dei media tradizionali. Questi ultimi hanno il compito di alimentare a comando isterie collettive e paure, evidenziando alcune vittime innocenti e ignorandone altre. Con un controllo così ferreo della narrazione, si riesce anche nell’operazione contraria: trasformare i tagliagole in nuovi statisti.

Seconda e non meno importante lezione: l’uniformità pappagallesca dei capi di governo e degli eurocrati nel salutare la svolta siriana dimostra che anche loro, così come i quadri di al- Qa’ida, non sono “leader”: sono solo dei semplici “asset”. Risorse interamente in mano a chi davvero guida l’Impero. Fra “asset”, che non sono altro, sapranno intendersi.


Pino Cabras - Sinistra in Rete




sabato 14 dicembre 2024

Yemen. ONG colorate con spie della CIA e del Mossad...

 


Yemen: scoperta una massiccia rete di spionaggio della CIA e del Mossad interna alle ONG colorate...

Mentre lo Yemen evoca quotidianamente immagini di conflitti con Israele e la coalizione guidata dai sauditi, è emersa una nuova dimensione per questo paese e il suo popolo: la guerra segreta delle spie al suo interno. MintPress ha esaminato i documenti sulla più grande cellula di spionaggio della CIA mai scoperta nello Yemen, rivelando una grande operazione di sicurezza, che ha intercettato i suoi membri e ha esposto le attività di spionaggio statunitense, ampliando notevolmente la nostra comprensione del complesso campo di battaglia in Yemen.

A giugno, MintPress aveva rivelato come il governo guidato da Ansar Allah di Sanaa avesse smantellato una cellula di spionaggio, la Forza 400, prevedibilmente operativa per Stati Uniti e Israele, descrivendo in dettaglio i membri della cellula e le loro attività. Washington ha risposto chiedendo il rilascio degli arrestati che sosteneva fossero dipendenti delle Nazioni Unite, di organismi diplomatici e ONG, etichettandoli come ostaggi detenuti dagli Houthi, un termine dispregiativo spesso usato dai funzionari occidentali per descrivere il movimento politico e militare noto come Ansar Allah.

Il corrispondente di MintPress News, Ahmed AbdulKareem ha ottenuto un accesso senza precedenti ai documenti relativi alla vicenda delle presunte spie. Inoltre, una notevole quantità di documenti top-secret è stata fornita a MintPress, che confermavano le dichiarazioni rilasciate dai detenuti durante gli interrogatori. Sono state anche fornite ed esaminate anche ore di riprese che mostrano gli interrogatori condotti dal personale di sicurezza yemenita di Ansar Allah, che hanno confermato i dettagli delle accuse contro i detenuti.

Mentre gli arresti legati alla vasta cellula di spionaggio erano iniziati già nel 2021, molti funzionari, sia negli Stati Uniti che nello Yemen sono rimasti sconcertati della scoperta. Tuttavia, i funzionari di Ansar Allah hanno detto a che Washington era a conoscenza degli arresti e aveva già avviato una serie di negoziati segreti per il rilascio dei detenuti poco dopo. Questi negoziati alla fine fallirono e i dettagli iniziarono a trapelare sulla stampa araba. Ciò ha portato i funzionari yemeniti a rivelare pubblicamente la scoperta del piano di spionaggio e poi ha rilanciato i negoziati tra le due parti a Muscat, in Oman.

In un’indagine straordinaria, MintPress News scopre il funzionamento interno di una delle più grandi reti di spionaggio mai effettuate in Yemen, facendo luce su come le agenzie di intelligence statunitensi e israeliane si siano infiltrate segretamente nella società yemenita. Attraverso operazioni clandestine, hanno manipolato le dinamiche locali, sfruttando le divisioni religiose e propagando orientamenti per la normalizzazione con Israele.

L'accesso esclusivo a documenti top-secret, testimonianze dei detenuti e filmati degli interrogatori rivela una acutissima cronaca di spionaggio. Le spie sono state reclutate attraverso la manipolazione psicologica, il ricatto sessuale e la tortura, evidenziando la misura in cui gli agenti statunitensi e israeliani hanno calpestato ogni confine morale per ottenere la cooperazione.

Questa indagine offre uno sguardo inquietante sulla guerra ombra condotta nello Yemen, alimentata dallo sfruttamento e dalla coercizione. Segna l’inizio di indagini in corso che sveleranno ulteriori livelli di questa operazione segreta in rapporti futuri.

La doppia vita di Abdul Azzan

Abdul Mohsen Hussein Ali Azzan, una spia di alto livello arrestata lo scorso giugno, ha lavorato sia per la CIA che per il Mossad israeliano per 15 anni. Reclutato dall’intelligence statunitense nel 2010, il suo gestore è stato Joanne Cummings, direttrice del dipartimento politico ed economico presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Sanaa, che ha gestito le sue attività fino al 2013. Secondo il suo racconto, Azzan si è convertito dall'Islam al cristianesimo mentre lavorava per una società americana ad Atlanta, dove si impegnò a fare proselitismo con il pretesto di vendere inchiostro per stampanti.

Azzan non si è solo infiltrato e reclutato parlamentari yemeniti; ma ha anche raccolto informazioni critiche su difese aeree a spalla, veicoli aerei senza pilota e missili balistici. Queste informazioni di alto valore sono state condivise con l’intelligence USA, come evidenziato dai documenti esaminati da MintPress e dallo stesso Azzan, durante un’intervista esclusiva con Ahmed AbdulKareem.

Grazie alla società di Atlanta e alla mia nuova religione, sono stato in grado di stabilire un buon rapporto con gli americani”, ha detto Azzan, laureato alla Sanaa University.

“…Ho scritto una lettera alla CIA attraverso Murad Dhafer, un amico che lavorava per loro. Non sono stato accettato subito, ma sono stato iscritto a un corso speciale di intelligence. Più tardi, mi hanno collegato con Carlo Penda, il direttore canadese del programma parlamentare presso l’Istituto Democratico, e alla fine sono poi diventato direttore”.

https://youtu.be/YKalEVAhb-U

Ansar Allah accusa il National Democratic Institute (NDI) di Sanaa di condurre missioni di intelligence con il pretesto di diffondere la democrazia e promuovere i diritti umani. Sostengono che, attraverso questo istituto, la CIA ha reclutato spie, alcune delle quali sono state successivamente arrestate mentre raccoglievano informazioni e preparavano ricerche e studi per le agenzie di intelligence statunitensi.

Alla fine del 2009, ho iniziato a lavorare presso l’ambasciata americana, dove Joanne Cummins, direttrice del programma politico ed economico, mi ha reclutato per la CIA”, ha raccontato Azzan. Ha subito una serie di test, tra cui un test del rilevatore di bugie, e ha seguito corsi sotto due ufficiali dell'intelligence americana. Successivamente, era collegato a Richard Kaufman, il rappresentante degli interessi israeliani presso l’ambasciata. “Nel 2014, l’ambasciata mi ha mandato in America, dove ho incontrato un alto funzionario dell’intelligence americana”, ha aggiunto.

Prima dell’inizio della guerra contro lo Yemen nel marzo 2015, l’ambasciata degli Stati Uniti ha lasciato Sanaa. Tuttavia, è riuscita ad collegare i suoi agenti a società americane ancora operative all'epoca e a organizzazioni internazionali come l'Alto Commissario per i diritti umani, e Azzan era tra questi. Si è poi trasferito a lavorare con la SCL, della società madre britannica Cambridge Analytica, predisposta nel 2018 da Max Blumenthal, a condurre attività di spionaggio per conto di Archimedes. Azzan ha identificato la società come una filiale di Moby Media Group, di proprietà dell’uomo d’affari afghano Saad Mohseni, che è stata collegata alla CIA. Nel 2013 la società ha aperto la sua sede a Sanaa, gestita dalla nazionale britannica Sarah Cunningham, secondo Azzan.

Oltre al suo lavoro di intelligence, Azzan ha fornito servizi alla società di intelligence dove ha ricoperto il ruolo di direttore generale. Secondo Azzan, la società ha operato su due binari: raccogliere informazioni, preparare indagini sul campo e condurre campagne mediatiche per spostare l’opinione pubblica verso Israele.

Una delle nostre attività di intelligence è stata il programma Landscape, dove abbiamo studiato tutti i media locali”, ha spiegato Azzan a MintPress.

L’obiettivo non era solo quello di gestire campagne mediatiche per le aziende americane, ma anche di identificare e reclutare leader dei media, per promuovere la normalizzazione israeliana sotto le spoglie dell’accettazione e della coesistenza pacifica.

Nel 2014, l'ambasciata ha inviato Azzan a Washington per una sessione di formazione di due settimane, dove ha incontrato un alto funzionario della CIA.

“…Dopo il 2018 ho lavorato per gli Stati Uniti. Dipartimento della Difesa, sotto la direzione del direttore dell’ufficio Labs in Yemen. Il mio gestore era Fahim Ahmed, il direttore regionale dei Laboratori, e attraverso la compagnia, ero collegato a un’organizzazione di intelligence ebraica in America. Questa organizzazione era interessata a studiare le sette yemenite, a comprenderne i riferimenti e a sfruttarli per la normalizzazione e ad alimentare le differenze settarie…”.

Man mano che i sospetti di sicurezza sulla società crescevano, SCL decise di lasciare Sanaa. Azzan è stato poi trasferito all'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani (OHCHR) a Sanaa. Sfruttando la vasta portata dell’organizzazione nei governatorati yemeniti, Azzan è stato in grado di fornire ai suoi contatti di intelligence stranieri informazioni di alto valore su campi, siti di lancio e forze navali, che sono stati successivamente presi di mira dagli attacchi aerei sauditi. Ha ammesso che ha lavorato apertamente e in cooperazione con i funzionari dell’OHCHR per raccogliere questa intelligence.

“…Sotto la supervisione del rappresentante dei Servizi locale, Mohamed Al-Shami e io raccoglievamo informazioni con una rete di osservatori analisti in ogni governatoratoIl mio lavoro è continuato fino al mio arresto alla fine del 2021. Quando non potevamo accedere a un’area target, chiedevamo al supervisore residente di contattare le autorità locali con il pretesto di una proposta umanitaria. Questo facilitava, assicurandoci di non intraprendere azioni che rivelassero le nostre vere intenzioni”, ha spiegato Azzan.

Il danno più significativo doveva ancora arrivare. Nel 2016, Azzan ha iniziato a lavorare per il Mossad israeliano attraverso Michael Boven, l'ex addetto economico degli Stati Uniti dell’Ambasciata USA a Sanaa. Dopo la chiusura dell’ambasciata, Boven si è trasferito all’ambasciata degli Stati Uniti in Israele. In precedenza aveva supervisionato Azzan presso l’Iniziativa per il Medio Oriente di Sanaa, forgiando uno stretto rapporto basato sulla religione condivisa, sugli incentivi finanziari e su ciò che Azzan ha descritto come una vera amicizia.

Incontrai Michael in Giordania come direttore dei Labs (SCL). Durante uno di questi incontri, mi presentò a Saul Gad, un ufficiale israeliano del Mossad. Ho incontrato Gad nella zona del Mar Morto in Giordania e ho iniziato a lavorare per lui”, ha rivelato Azzan.

Azzan ha fornito al Mossad informazioni altamente sensibili, compresi i dettagli sull’aeroporto internazionale di Sanaa, i movimenti di trasporto, i cambiamenti nella leadership di Ansar Allah, le attività militari e gli armamenti. Ha anche fatto trapelare i dati dell’Alto Commissario per i diritti umani per quanto riguarda le posizioni dei funzionari governativi e dei leader di Ansar Allah.

“…Il mio battesimo ha influenzato la mia volontà di lavorare per Israele come cristiano presso la compagnia di Atlanta, che è stata guidata da protestanti che sostengono Israele e credono che il ritorno di Cristo dipende dal dominio di Israele in Medio Oriente. Questo legame è proseguito con la mia associazione con l’organizzazione IDEA, che è legata alla “Chiesa del sabato”.

Azzan ha anche contribuito in modo significativo al successo della Dar Al Salam Organization. Questo gruppo locale ha collaborato con organizzazioni ebraiche negli Stati Uniti e in Europa, con l’obiettivo di disarmare i cittadini civili di armi personali, come Kalashnikov e persuadere i chierici a promuovere la coesistenza e la normalizzazione con Israele.

I collaboratori yemeniti, che i funzionari di Ansar Allah dicono di aver scoperto sono oltre 20, erano ben consapevoli dei loro ruoli con l’intelligence statunitense, anche se hanno detto che la CIA non ha offerto loro alcuna garanzia dopo il reclutamento. Shaif Hafazallah Al-Hamdani, consulente senior per programmi di gestione dello sviluppo presso l'Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo (USAID), ha servito la CIA per 27 anni. Fu reclutato da Adam Earli, l'addetto culturale dell’Ambasciata USA a Sanaa.

“…Mi sono arruolato nella CIA nel 1997, attraverso l’addetto culturale americano. Mi hanno detto che avrei collaborato con l’intelligence americana, in una posizione elevata, e ho accettato…”, ha confessato. MintPress ha potuto visionare i documenti di Al-Hamdani, fotografie con gli ufficiali dell’intelligence e i moduli di valutazione dell’ambasciata.

Al-Hamdani ha svolto i suoi compiti di spionaggio come dipendente dell'USAID. Ha progettato meccanismi di follow-up e valutazione dell'intelligence, coordinando il lavoro di USAID con l'appaltatore di intelligence, MSI. Uno dei suoi compiti principali era quello di verificare l'implementazione di questi meccanismi per soddisfare i requisiti dell'intelligence americana e di altre agenzie come IBTCI e MSI.

Secondo una fonte di sicurezza, il monitoraggio e la valutazione, sono metodi cruciali per la raccolta di informazioni militari e l’individuazione di impianti militari e di produzione. Al-Hamdani ha dichiarato che la cooperazione di USAID con MSI mirava ad accedere alle aree di progetto per individuare i siti di lancio di missili balistici e veicoli aerei senza equipaggio. Hanno anche monitorato e determinato luoghi di installazione militari, fornito le coordinate alla CIA e valutato le situazioni di combattimento sui fronti e la posizione di beni, cibo, carburante e servizi essenziali.

Le misure adottate da Washington e dai suoi alleati per punire lo Yemen sono varie. Eppure la punta di diamante è sempre stata di spostare la Banca Centrale da Sanaa ad Aden, dove i gruppi sostenuti dagli Stati Uniti hanno pieno controllo. Al-Hamdani ha spiegato:“…Nel 2016, Mr. Brad Hance, vice ambasciatore e funzionario dell’intelligence USA, mi ha incaricato di ricevere il codice della Banca Centrale e di trasportarlo ad Aden. L’ho consegnato a un altro agente americano che lavorava nella banca di Aden”.

Al-Hamdani ha sottolineato che l'addetto culturale presso l'ambasciata americana era un centro nodale per le operazioni di intelligence americane. Il reclutamento di spie si verifica spesso sotto le spoglie di scambi culturali, programmi di potenziamento delle competenze e borse di studio come il programma Fulbright. Questo programma offre borse di studio a laureati eccezionali, con un anno e mezzo di preparazione del master negli Stati Uniti. Durante questo periodo, vengono valutate potenziali spie, le loro abilità studiate e gli individui selezionati vengono reclutati.

Le spie potenziali sono anche identificate e selezionate attraverso EducationUSA presso AMIDEAST, con sede ad Aden, e l’Humphrey Fellowship Program, rivolte a “cittadini dipendenti civili eccezionali”. Al-Hamdani ha detto che l'intelligence USA ha reclutato con successo numerose spie locali attraverso queste iniziative:“gli agenti sono stati anche selezionati attraverso eventi presso l’ambasciata e borse di studio educative per studenti eccezionali a istituti come YALI, Oxide e AMIDEAST, che è stato gestito dall’ufficiale dell’intelligence americana Sabrina Weber, prendendo di mira i giovani influenti”.

Un documento esaminato da MintPress menziona un uomo di nome Chris Eckel, che avrebbe partecipato a un seminario culturale a Sanaa. Quando il nome di Eckel è stato menzionato ad Al-Hamdani, egli lo ha identificato come un ufficiale dell'intelligence che ha lavorato con lui in missioni. I contributi di Al-Hamdani erano molto apprezzati, come evidenziato da un documento di valutazione dell’ambasciata americana, la quale affermava: “…Durante questo periodo, Shaif fece molto di più di quello che gli fu chiesto. I programmi della missione avrebbero richiesto più tempo. La sua conoscenza storica si rivelò preziosa…”.

Oltre ai suoi compiti di trasferimento del codice della Banca centrale e del reclutamento, Al-Hamdani ha installato dispositivi intercettativi nelle case di alti funzionari, compresi gli alleati di Washington come l’ex primo ministro dello Yemen del Sud, Abu Bakr al-Attas. Egli ha detto ai funzionari della sicurezza di Ansar Allah che parte dei suoi corsi di formazione erano in sicurezza informatica.

Sovversione culturale per minare ai valori nazionali e infrangere le tradizionali norme sociali, tribali e religiose yemenite, che non ha niente a che fare con le scelte e la difesa dei diritti personali di ciascuno.

Socialmente, uno dei ruoli assegnati agli agenti era quello di promuovere l’omosessualità e rendere la società più acconsenziente, secondo Al-Hamdani. “…L’ambasciata sosteneva gli omosessuali attraverso l’addetto culturale, promuovendola con l’ONG americana YALI, distribuendo opuscoli a coloro che erano inclini o desiderosi di essere omosessuali, sostenendola come libertà personale. Hanno anche rilasciato i visti con il pretesto della persecuzione…”.

Al-Hamdani non è l’unico a parlare del ruolo dell’ambasciata americana nel promuovere l’omosessualità nello Yemen. Anche altre spie, tra cui Muhammad Ali Ahmed Al-Waziza, che ha lavorato con la CIA per 14 anni, hanno menzionato questo ruolo. Al-Waziza ha dichiarato: “…I visti sono stati dati alle persone gay e l'omosessualità è stata promossa attraverso storie educative insegnate negli istituti. Avevamo insegnanti gay presso l’istituto, e la lingua americana veniva insegnata attraverso film gay e lesbiche…”.

Al-Waziza ha lavorato come assistente amministrativo presso YALI. Si associò all’ambasciata USA nel 2007 come traduttore, e poi ha lavorato come investigatore. Dopo che l’ambasciata ha chiuso, ha continuato il suo lavoro di spionaggio come dipendente di Resonate Yemen, che è affiliato ad Ahmed Awad bin Mubarak, che attualmente ricopre il ruolo di primo ministro nel governo sostenuto da Riyadh, con sede in Yemen. L'organizzazione locale è stata fondata e organizzata da USAID.

La sua missione era quella di mantenere una comunicazione continua con le reclute contrattate dall'ambasciata americana dalle agenzie governative, in particolare l’ufficio passaporti, il Ministero degli Interni e altri ministeri del servizio. Al-Waziza ha rubato con successo il database dell’Immigration and Passports dello Yemen dai suoi server e lo ha consegnato all’intelligence americana.

Un documento esaminato da MintPress include una lettera firmata dall'ex membro dello staff della NSA, Harry T. Sweeney, che lavorava come specialista in test di poligrafi. La lettera, che loda gli sforzi di Al-Waziza, recita: “Apprezzo in particolare i tuoi contributi alla cultura yemenita e i tuoi suggerimenti su come valutare persone specifiche in base alla tua vasta esperienza nella sezione consolare”.

Quando i funzionari della sicurezza di Ansar Allah hanno chiesto alle altre spie su di lui, erano tutti d'accordo che il riservato e segreto Al-Waziza, era il più connesso alla CIA. Era l'unico a cui era permesso di accedere all'ultimo piano dell'edificio dell'ambasciata, che era designato per la CIA. Il primo piano era per i dipendenti, in particolare per gli analisti, mentre il secondo piano era riservato all'ambasciatore.

Al-Waziza, secondo le informazioni ottenute dagli interrogatori di Ansar Allah, è stato fortemente adatto per condurre indagini e raccogliere informazioni. Ha seguito vari corsi di formazione, tra cui uno sulle capacità di gestione delle persone in Florida, ha condotto indagini all’interno dell’ambasciata per l’intelligence americana ed è stato coinvolto nel reclutamento, spesso usando metodi come il ricatto sessuale. Un’altra spia, Bassam Ahmed Al-Mardahi. ha descritto che è stato costretto a lavorare per la CIA dopo essere stato filmato durante un incontro sessuale in Germania e successivamente ricattato: “…Sono stato reclutato attraverso un ricatto sessuale, mentre partecipavo a un corso tenuto dall'ambasciata americana in Germania. Lì, sono stato segretamente filmato mentre facevo sesso in un hotel a Francoforte. Dopo il mio ritorno a Sanaa, mi sono state inviate le clip e sono stato minacciato che, se non accettavo di lavorare con l’intelligence USA, le avrebbero pubblicate online…”.

Al-Mardahi ha reclutato membri locali da varie istituzioni yemenite per l’intelligence americana e ha condotto uno studio sul numero di armi detenute dalla popolazione a Sanaa, guadagnando tra 300 e 500 dollari al mese per i suoi servizi.

L’arresto di queste decine di spie potrebbe offrire una speranza per il rilascio di migliaia di prigionieri e detenuti dall’Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi Uniti e dai loro alleati nel sud dello Yemen. Secondo quanto riferito, gli Stati Uniti stanno spingendo per negoziati riguardanti gli scambi di prigionieri tra i suoi alleati e la delegazione di Ansar Allah a Muscat, in Oman.

Ahmed AbdulKareem è un giornalista yemenita con sede a Sana’a. Copre la guerra in Yemen per MintPress News e i media yemeniti locali. Da MintPress, ottobre 2024

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A cura di Enrico Vigna, IniziativaMondoMultipolare/CIVG – dicembre 2024