lunedì 26 agosto 2019

Svastica e Falce e Martello non sono la stessa cosa... Riesame storico del periodo antecedente la II Guerra Mondiale


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La cricca reazionaria che dirige l' Unione Europea sta portando avanti da tempo un mostruoso disegno: quello di mettere sullo stesso piano il simbolo degli assassini e dei torturatori fascisti (la svastica) e il simbolo delle lotte per l' emancipazione dei lavoratori, per la libertà, per la giustizia sociale (la falce e il martello).

Si parla di ''regimi totalitari'' per mettere sullo stesso piano le dittature fasciste e i regimi socialisti. Per realizzare questo disegno vengono utilizzati, distorcendoli, vari avvenimenti storici.

Uno dei cavalli di battaglia dei pennivendoli del sistema capitalista-imperialista è il patto Molotov-Ribbentrop firmato fra l' Unione Sovietica e la Germania nazista, presentato come ''l'alleanza fra due dittatori''.

Non mi soffermerò su questo tema, avendo già dedicato un articolo al patto Molotov-Ribbentrop. Voglio soltanto sottolineare come certi ''storici'' ''dimenticano'' di parlare di tutti i tentativi fatti dal governo sovietico, già a partire dal 1925, per promuovere una coalizione di stati che potesse opporsi alla politica guerrafondaia delle potenze fasciste.
Tutte le proposte sovietiche vennero respinte dai governi della Gran Bretagna e della Francia, che sognavano di scagliare la belva fascista contro il primo Stato proletario.

Malgrado ciò, dando prova di eccezionale pazienza, il governo sovietico convocava nell'agosto 1939 a Mosca una riunione con gli anglo-francesi con la proposta della stipulazione di un patto di alleanza militare fra le tre potenze.
Ma fu subito chiaro che la delegazione anglo-francese non intendeva stipulare alcun patto di alleanza.

L'ambasciatore sovietico Maiskij, che partecipò agli incontri, ricorda:
''Il pericolo della seconda guerra mondiale si avvicinava a grandi passi. Intorno alla metà di agosto nessuno dubitava più che di lì a qualche giorno i cannoni avrebbero tuonato e gli aerei avrebbero sganciato le prime bombe. Non si poteva più aspettare. Il governo sovietico fu costretto a prendere una decisione definitiva.
Al dilemma dinanzi a cui si trovava in precedenza era subentrata l'amara necessità di concludere un accordo con la Germania.
Cinque mesi di sabotaggio dei negoziati tripartiti da parte della Gran Bretagna e della Francia, sostenute dagli Stati Uniti, non lasciavano all' URSS altra soluzione.
L'accordo fu firmato il 23 agosto. Non si trattava un'alleanza ma di un semplice patto di neutralità."

Anna Louise Strong, nel suo libro L'ERA  DI STALIN, racconta come un diplomatico sovietico le avesse spiegato l'importanza del patto Molotov-Ribbentrop per la salvezza del paese sovietico.

''Con il patto di non aggressione noi abbiamo introdotto un cuneo fra Hitler, il Giappone e i sostenitori di Hitler a Londra... noi abbiamo diviso il campo del fascismo mondiale e non avremo da combattere tutto il mondo.''

Il patto Molotov-Ribbentrop non fu quindi ''l'alleanza fra due dittatori'', ma un esempio della saggia politica staliniana, capace di sfruttare le contraddizioni all'intero del campo nemico per guadagnare due anni di tempo e creare le condizioni per la Grande Vittoria dell'Armata Rossa e dei popoli sovietici sul nazifascismo.

           ''LA SPARTIZIONE DELLA POLONIA''
Un altro cavallo di battaglia della GRANDE FABBRICA DELLA MENZOGNA è la cosiddetta ''spartizione della Polonia''. Diversi storici affermano che c'era un accordo segreto fra Hitler e Stalin per la spartizione della Polonia, anche se non hanno prodotto alcun documento al riguardo.
Ma vediamo come si svolsero i fatti. Il governo sovietico aveva ripetutamente proposto al governo polacco la stipulazione di un patto di alleanza, impegnandosi a intervenire in caso di aggressione nazista alla Polonia.
Ma il governo reazionario dei baroni polacchi, nel suo cieco antisovietismo e seguendo i consigli dei suoi alleati occidentali, rifiutò qualsiasi aiuto da parte del governo sovietico.

Il 1° settembre la Germania nazista attacca la Polonia. Inghilterra e Francia furono costrette a dichiarare guerra alla Germania. Si trattò di una ''guerra'' molto particolare. Inghilterra e Francia non intrapresero alcuna azione militare e non prestarono nessun aiuto alla Polonia.

Dopo i primi scontri, il governo e il Comando supremo della Polonia, abbandonando a se stessi l'esercito e il popolo, fuggirono a Londra con la riserva aurea nazionale.

Il 17 settembre, dopo avere affermato che ''la Polonia è diventata un fertile campo per ogni eventualità capace di creare una minaccia per l' Unione Sovietica'', Molotov annunciò, prima con una nota all'ambasciatore polacco e poi via radio a tutto il mondo, che l' Esercito sovietico marciava sulla Polonia.

Anna Louise Strong, nel suo libro già citato, ricorda: ''Gli inglesi compresero il significato di questa marcia più degli americani. Gli americani ancora parlano di Stalin come del ''complice di Hitler'' nella cinica divisione della Polonia. Ma Winston Churchill disse in un discorso radio trasmesso il 1° ottobre: ''I sovietici hanno fermato i nazisti nella Polonia orientale. Vorrei soltanto che lo avessero fatto come nostri alleati''. 

Bernard Shaw, sul Times di Londra, levò ''tre evviva a Stalin''. che  aveva inflitto a Hitler ''la sua prima sconfitta''.
La popolazione della zona non ostacolò le truppe sovietiche, le accolse invece con gioia. La maggior parte non erano polacchi, ma ucraini e bielorussi. L'ambasciatore americano Biddle riferì che la gente accettava i russi ''come se stessero svolgendo un compito di polizia''.

L'avanzata sulla Polonia orientale non sembra essere nata da una connivenza con Hitler, ma piuttosto appare come il primo grande freno che i sovietici posero a Hitler applicando il patto di non aggressione.

L'opinione americana che Stalin e Hitler si fossero spartita la Polonia in anticipo non è giustificata dal modo in cui la suddivisione ebbe luogo. La linea di demarcazione fra tedeschi e russi cambiò tre volte prima di venire fissata nel corso di una conferenza il 28 settembre. Non è credibile che le truppe tedesche abbiano fatto tutta la strada fino a Leopoli, assediandola per vari giorni, solo per consegnare la città all'URSS. Né è da credere che i russi avrebbero arrischiato tante vite umane per affrettarsi ad occupare Vilno, se la città fosse stata assegnata a loro già da prima''.


Di  Aldo Calcidese - aldocalcidese@libero.it 

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1 commento:

  1. Commento ricevuto via email da Giorgio Stern:

    "1939. L'invasione della Polonia rivisitata, l'articolo qui pubblicato tocca un punto nodale di quanto accadde nel 1939 e mi rincuora che ci sia qualcuno come Aldo Calcidese:che si indigni per la gazzarra antisovietica portarta avanti da pseudostorici più prezzolati che ignoranti.
    Riferendosi a Edoardo VIII, re del Regno Unito nel 1936, così scriveva il britannico The Sun (luglio 2015): “Edoardo ed una cricca di aristocratici antisemiti erano terrificati che una rivoluzione comunista potesse strappare i loro poteri e privilegi come era avvenuta in Russia, ed il fascismo era la risposta che davano ai loro terrori”.
    Lo stesso terrore che pervadeva tutte le grandi borghesie occidentali, che, con il Patto di Monaco (settembre 1938) dettero lo sta bene ad Hitler per proseguire la sua espansione a Est e mettere in pratica il Lebensraum, la teoria dello Spazio vitale, ovvero la sottomissione e la resa in schiavitù di tutti i popoli slavi con la conquista e distruzione stessa della Russia Sovietica, loro principale incubo.
    Per sbugiardare i revisionisti rimando alla lettura di tre testi fondamentali. Sono tre libri di Storia, tanto affascinanti quanto corposi, scritti da un NON comunista e da un NON simpatizzante per la causa sovietica, ma da un giornalista statunitense senza peli sulla lingua che visse e raccontò in prima persona quegli avvenimenti. Parlo di William Shirer e dei suoi tre libri "Diario di Berlino", "La caduta delle Francia" ed il fondamentale "Storia del terzo Reich" tradotti in tutte le lingue ed in Italia editi da Einaudi. Ma potrei aggiungerne altri di scuola britannica, oltreché ovviamente di storici antifascisti e sovietici.
    Ringrazio Aldo Calcidese per l'occasione fornitami." (Giorgio Stern)

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