Dal Colle alla Suburra e dal Colle all’Olimpo, dai cripto destri imperiali della “sinistra”ai destri confessi global-papisti, la spinta è una sola: all’inciucio! all’inciucio!
Ridotta in briciole dalla Lega l’anomalia 5 Stelle, con le sue fisime sociali e ambientali, si tratta ora di ruminarne i resti nel più storicamente collaudato tritacarne PD.
E quali sono i nomi più significativi che galleggiano su questa morta gora? Nientemeno che quello del Grande Vecchio, l’uomo del “governo Ursula” con qualche detrito berlusconiano (in nome dell’accoppiata Von der Leyen-Lagarde, cui gli sciagurati di Di Maio hanno insufflato la vita), il traghettatore del nostro paese nella Vergine di Norimberga rinominata UE-Euro, colui cui era stato affidato il patrimonio produttivo italiano (IRI, cosa buona fatta dal fascismo: E che ora gli imbecilli finti-antifascisti mi sbranino) e che se l’è giocato alla roulette delle privatizzazioni. E poi addirittura il presidentello della Camera, a rinnovare i fasti acculturati e di spessore intellettuale del vicepremier grillino, “di sinistra” come lo è il giornale che predilige. Uno a cui i dati granitici su migrazioni e Giulio Regeni, che gli ho elencato in una lettera aperta, hanno fatto un baffo, polverizzando una mia fiducia nella sua buonafede che a tutti i 5 Stelle per definizione riservavo. Galleggia anche, più ai margini, l’ormai ex-presidente del Consiglio. Lo tengono in superficie i suoi Si Tav, Si Guaidò, Si Nato, Si Ursula, Si Padre Pio.
Si apparecchino le tavolate!
Programma? “Io credo che dobbiamo entrare in una stagione nella quale dobbiamo avere il coraggio di riaprire stagioni di innovazioni delle politiche senza nessuna paura di aprire una discussione su dove questo paese debba andare” (Nicola Zingaretti, fine luglio, mentre regalava coste ai balneari e centri storici ai palazzinari). Ma, secondo voi, uno che si esprime così ha un programma? C’è da rivalutare il livello intellettuale di Antonio Razzi. Sono tutti così da quelle parti. La linea politica gli arriva da gente come Jeffrey Sachs, economista post-Friedman della Columbia University, dal partito di Repubblica, o, nel suo piccolo, da Stefano Feltri, vicedirettore del FQ e reduce dall’ultima cupolata di Bilderberg: governo PD-M5S e fate quel che volete, purché si prosegua a prosciugare il sotto e impinguare il sopra. Dunque migrazioni, Grandi Opere, innovazione, Green New Economy rigorosamente turbocapitalista.
Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/
RispondiEliminaCommento di Raul Lovisoni: "Ascoltate: 1) Se faranno un governo giallorosso, i M5S tratteranno il PD come delle pezze da piedi costruendosi una reputazione e accusando il PD d'ogni nefandezza.
2) Si sarà ricostruita a spese della Sinistra la stessa situazione favorevole che aveva la Lega nel governo precedente. Essere al governo e all'opposizione nello stesso istante.
3) Zingaretti ha forse intuito il trappolone ma la spasmodica paura di Renzi e dei suoi di non essere rieletti, determinerà una catastrofe di portata storica per la Sinistra italiana.
4) Intanto Salvini, la Lega e la Mandranno all'attacco con le mani libere.
5) Mattarella da buon democristiano è in grado di vedere lo scenario di probabile disfatta per il suo partito (il PD) alleato dei M5S ma non può fare nulla perché se manda al voto il prossimo presidente della Repubblica lo eleggerà la Destra. Se sceglierà un tecnico alla Monti o alla Draghi produrrà una sollevazione popolare antisistemica e antieuropeista. Qualsiasi futura politica rigorista sarà osteggiata dalla stragrande maggioranza degli italiani.
6) Tutto è perfetto non si poteva chiedere di meglio dalla politica. 7) Dispiace per la vita del nostro paese, questo si perché sarà dura sopportare ciò che ci preparano..."
Commento ricevuto via email da Alberto: "I governi cadono perché l'interesse nazionale non conta più nulla. Ormai siamo in piena crisi a causa della insignificante strategia politica dei nostri rappresentanti. Non abbiamo personale politico che venga dalla cultura, ma solo portaordini di cupole economico finanziarie extra nazionali. I paesi che resistono, come spiega Fulvio sono sotto feroci attacchi mediatici come fossero recalcitranti adolescenti non curanti dell'educazione; invece sono essi che con la loro resistenza mettono in luce la contraddizione tra il fine del benessere diffuso e l'oligarchia che dirige le sorti del mondo globalizzato, cioè impoverito e ricondotto a un servilismo di impronta terzomondista. In fondo la diagnosi di Fulvio giganteggia su tutti i commenti a latere di questa crisi in quanto la sua visione allargata al "mondo" evidenzia correttamente i collegamenti necessari tra i sommovimenti dei vari Popoli contrari ed oppositivi rispetto al programma di tirannia definitiva da parte della parte più ricca del pianeta. Ciò che appare comunque più originale è il fatto che le sinistre mondiali si prestino nevroticamente al servizio di questi poteri transnazionali utilizzando un lessico appropriato e propedeutico alla cattura del consenso di molta parte del proprio elettorato, il quale sembra inconsapevole dell'inganno di cui saranno meritevoli protagonisti. Termino, riportandomi in Italia, che per quanto riguarda il governo fatto saltare da Salvini si può riassumere nel fatto che il Salvini stesso ha dato la misura di cosa è il personale politico oggi, cioè quale sia il contenuto della visione politica della società oggi, una visione puramente vista in termini meccanicisti ove qualsiasi problema può essere affrontato solo attraverso un semplice autoscatto da parte di un dispositivo tecnologico che annulla le connessioni logico-emotive ed esacerba le parti più nobili di noi stessi: la sua povertà culturale non ha retto, qualsivoglia ne sia la motivazione o il pretesto, alla pressione di un incarico che sottintende una preparazione non solo sotto l'aspetto mediatico bensì sotto l'aspetto eminentemente politico-culturale. Senza capacità specifiche la politica non è solo un supplizio di Tantalo ma si rischia la fine di Sansone. Ma gli italiani non sono Filistei, a meno che egli lo creda..."
RispondiEliminaRisposta di Fulvio Grimaldi: " Formidabile per acutezza, esaustività, profondità, e quella concisione che a me, prodotto dei licei classici di stampo gentiliano, dannunziano e ridondante alla Cav. Marini, pare sfuggita per sempre.
Formidabile, al netto delle troppe generose considerazioni a me dedicate, attribuibili, più che a mie scintille, a un mio accanito rovistare e riflettere tra buone e cattive fonti, appreso in tempi di bel altro giornalismo e dovuto alla conoscenza, rara tra noi vernacolari, di qualche lingua." (F.G.)
RispondiEliminaCommento di Ireo: Poiché sono interessato alla sorte del M5S, ritengo che un accordo con il PD sia un grave errore per il neoliberismo ed il filoatlantismo del PD ma anche per il fatto che, nell'attuale parlamento, i parlamentari del PD sono in maggioranza renziani e quindi in grado di condizionare in qualsiasi momento un eventuale governo. Però non mi convince Alessandro Di Battista quando dice :"Ridicolo andare a votare a ottobre, ma come si può fare un accordo insieme ai Democratici, il partito più a destra d'Italia ?" . Non é ridicolo andare a votare a ottobre ma é purtroppo, a mio parere, la scelta migliore del M5S , anche se sappiamo che probabilmente vinceranno le elezioni la Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Meglio per il M5S affrontare le elezioni e stare all'opposizione che in un governo con l'attuale PD.
In ogni caso, sia che il M5S faccia un governo con il PD oppure scelga le elezioni, sono più pessimista di prima sulla possibilità che possa cambiare la politica italiana ed europea.
Mi piacerebbe sentire il parere sull'attuale crisi italiana ed europea degli aderenti alla Campagna No-Nato.
Mia rispostina: "Ritengo anch'io, come Ireo, che per il m5s sia meglio stare all'opposizione piuttosto che al governo. Stare all'opposizione consente il perseguimento di una politica più nitida ed onesta, mentre andare al governo inevitabilmente porta a compromessi e perdita d'identità. Abbiamo visto la stessa cosa succedere al vecchio PCI che una volta entrato nel "criterio" del compromesso storico ha perso la sua forza e la sua identità divenendo quel che oggi è il pd, un partito stampella dei poteri forti. Comunque dubito che il m5s possa ormai recuperare il suo elettorato e la sua credibilità, ha perso troppe volte la faccia... ed anche il cambio di gestione da Di Maio a Dibba servirà a poco, almeno finché continueranno ad esistere dietro le quinte personaggi come Grillo e Casaleggio