Saltano in aria 12 palazzi d’abitazione palestinesi, “perché vicini al muro” (costruito da Israele); vengono annunciati altri 8000 palazzi d’abitazione per coloni su terre palestinesi; la decimazione a forza di pallottole di civili disarmati e bambini di Gaza nel corso della Grande Marcia del Ritorno si avvicina a 300 vittime e a 17mila feriti e mutilati.
La Grande Armada Usa-Nato (con tanto di pedalò blindati italiani) sfiora le coste iraniane nel Golfo; dopo aver cancellato il trattato con l’Iran per lo stop all’arricchimento dell’uranio, Washington esce dal trattato INF, missili nucleari a corta e intermedia gettata e, di conseguenza, Mosca lo ritiene annullato, però propone immediatamente una moratoria sul dispiegamento di nuovi missili, respinta da Washington.
Ne risultano sotto tiro atomico dalla Russia tutti i centri abitati italiani ed europei e, sotto tiro Usa-Nato, dai confini del loro paese, tutti gli abitanti della Federazione Russa, ma nessuno degli Stati Uniti, visto che di missili russi sulla frontiera Messico-Usa non ce n’è. Siamo ormai a secondi, più che a minuti, dalla mezzanotte sull’orologio degli scienziati che calcolano l’imminenza dell’olocausto.
Del nuovo input di Trump alla corsa alla mezzanotte atomica trae grande soddisfazione il complesso militar-industriale Usa e Nato, strumento principe del globalismo militar-neoliberista.
Fulvio Grimaldi
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