Il silenzio assordante del Partito Democratico di fronte alla pubblica drammatica denuncia di Sergio Cofferati di infiltrazioni fascio-mafiose nella sinistra italiana - documentata dalle cronache delle primarie liguri e confermata da quelle delle ultime ore dall’Emila Romagna - fa il paio con la impudica resurrezione del più inquietante personaggio della storia politica del Paese, a cura del Partito Democratico stesso.
Prendono per il Cuperlo, balbettando qua e là ipocriti disappunti, anziché reagire come il momento richiederebbe, di fronte ad un attacco senza precedenti e di spudorata evidenza ai fondamentali della Costituzione Repubblicana.
Il Senato ha approvato un testo della legge elettorale che neppure i senatori conoscono, con modifiche non passate attraverso il dibattito in commissione e poi in aula. Stupro delle più elementari regole, possibile solo in virtù di una vergognosa - e mai voluta dai cittadini - maggioranza di governo, formata per via extraparlamentare, dentro la quale ribollono i liquami di interessi illegali, in quanto tali inconfessabili.
Con l’uso allarmistico e al tempo stesso incompleto dell’informazione del
Triggitris
cercano di depistare l’attenzione dell’opinione pubblica dal più grave delitto di tutti i tempi, consumato a danno del Paese: lo stupro della democrazia, contro il quale serve una forte mobilitazione sociale autentica, per riportare la politica ai cittadini.
Adriano Colafrancesco
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