giovedì 13 maggio 2010

Pazzo o sano di mente? - L'esperienza vissuta all'ambulatorio psichiatrico dell'ospedale Umberto I di Roma

Caro Paolo, ho letto con il solito interesse l’intervento sulla pazzia della dottoressa Milena Auretta Rosso, medico iridologo.
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/05/11/%e2%80%9c%e2%80%a6del-doman-non-v%e2%80%99e-certezza%e2%80%a6%e2%80%9d-l%e2%80%99europa-si-e-dedicata-molto-alla-pazzia-basti-pensare-all%e2%80%99elogio-della-pazzia%e2%80%a6-di-milena-auretta-ro/

Certamente non entro nell’argomento stante la sua infinita complessità, in quanto a me sembra che da anni si usi il termine pazzia per riferirsi ad una serie di situazioni diverse. E’ come dire che un sano é "malato".
Che vuol dire é malato? Se ha una semplice influenza, lo si consiglia di stare qualche giorno in casa senza prendere freddo. Se ha una appendicite, lo si ricovera presso un ospedale per operarlo. Se ha un tumore lo si sottopone ora alla chemioterapia, ora ad una radioterapia, ora ad una asportazione chirurgica, ecc.ecc. Quindi, abbiamo tanti malati e ognuno viene curato in forme estremamente diverse, chi in famiglia, chi in ospedale, chi negli ambulatori, ecc.ecc. Lo stesso dicasi per quelle che chiamiamo forme di pazzia. Almeno così capii diversi anni fa quando mi capitava di frequentare per motivi professionali un manicomio, essendo un dirigente di un ente locale che gestiva detta struttura. Ora vorrei riferire alla citata Dottoressa Russo, un episodio mio personale.

Come più volte ricordato, io sono stato per oltre trentaseianni un dirigente di un ente locale, finché sono stato abusivamente licenziato. Nel 2003, volendo aprire un’azione per mobbing nei riguardi di detto Ente e a seguito di una serie di sentenze a me favorevoli, nelle quali le mie azioni erano state indicate ora come finalizzate a perseguire interessi generali di chiara rilevanza sociale e ora a tutelare i diritti dei cittadini che erano stati lesi e le mie argomentazioni erano state definite come nitide e lucide, chiesi un referto alla sezione di medicina del lavoro di una ASL. Questa dopo avermi sottoposto al previsto protocollo da parte di 3 medici, ognuno per un aspetto diverso, mi definì come un soggetto estremamente razionale, idealista e cognitivo. In quell’occasione non potei portare a conclusione la mia azione in quanto detto Ente riinviò ogni decisione alla conclusione degli altri procedimenti civili e amministrativi che erano in corso. Circa due anni fa si é concluso, sempre a mio favore, l’ultimo procedimento che era in corso.

Di conseguenza ho ritenuto rinnovare la visita medica stante la vetustà del precedente referto. Questa volta, però, non potei piu’ utilizzare il suindicato servizio, in quanto, nel frattempo, era stato abolito. Questa volta mi sono rivolto all’ambulatorio psichiatrico dell’Ospedale Umberto I di Roma. Ecco quanto si legge nella diagnosi del relativo referto: DISTURBO DI PERSONALITA’ NON ALTRIMENTI SPECIFICATO. SI EVIDENZIA CURVA GENERALIZZATA CON DI…..CARATTERIZZATA DA RIGIDITA’ E DINAMICHE ANANCASTICHE. Come si legge due diverse, anzi inverse diagnosi. Certo la mia storia mi vedeva rigido, ma rigido nell’osservanza dei miei doveri costituzionali e deontologici di dirigente pubblico. Ecco quanto al riguardo si legge in un articolo di giornale di qualche tempo fa, articolo di cui detti medici hanno preso visione: DIRIGENTE LICENZIATO PERCHE’ TROPPO ONESTO.

Alla mia richiesta scritta di chiarimenti, i responsabili di detto referto, cioé il Prof. Massimo Biondi e il Prof. Nino Anselmi, da buoni italiani, hanno mantenuto il più assoluto silenzio. Come più volte ho detto, io sono abituato all’italico silenzio, anche perché questo rientra pienamente in quel quadro denunciato alcuni anni fa dalla Corte dei Conti in cui i dirigenti scorretti vengono promossi e quelli corretti vengono rimossi e chi di questi evidenzia episodi illeciti non viene tutelato. Ora mi domando: sono razionale e cognitivo o soffro di disturbi di personalità? Forse in un certo modo sono veri tutti e due: nel nostro paese chi é razionale e cognitivo e assolve i suoi doveri di dipendente pubblico può essere soltanto un DISTURBATO NELLA PERSONALITA’.
Per correttezza e per dimostrare la veridicità di quanto riportato nel presente messaggio, il medesimo viene inviato al Prof. Biondi sopra citato.

Saluti, Massimo Sega
(membro della lista di European Consumers)

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.