Il sequestro degli asset russi da parte dell’Unione Europea (eufemisticamente definito "congelamento a tempo indeterminato"), cioè "l'appropriazione indebita" di denaro, titoli, azioni, riserve e valute della Russia per 210 miliardi di euro, depositati da tempo in Europa, non solo non aiuta la fine della guerra, anzi la rafforza, ma è palesemente illegale e ovviamente contrario alle norme di quel diritto internazionale che la stessa Unione Europea invoca continuamente e sul quale dice di poggiare come principio giuridico assoluto.
L’Ucraina non fa parte dell’Unione Europea, il conflitto è tra Russia ed Ucraina e la Russia non ha dichiarato guerra a nessun Paese dell’Unione Europea. A meno che l’Unione Europea non voglia dichiarare apertamente guerra alla Russia.
Londra, Parigi e Berlino vogliono questo? Altrimenti come si fa a concepire e a giustificare il congelamento o sequestro degli asset monetari russi ? Serve anche questo passaggio di sfida per esasperare e portare alla guerra in tutta Europa?
L’eventuale congelamento sine die o addirittura l’utilizzo di questo tesoro monetario russo depositato in Europa, rischia tra l’altro di compromettere pericolosamente a livello internazionale la credibilità europea e la fiducia degli investitori e risparmiatori di tutto il mondo sulle nostre istituzioni e sui nostri mercati e circuiti bancari.
Davvero un azzardo pericoloso questo a cui si presterebbe l’Unione Europea, che rischia di far perdere la fiducia nel suo ordinamento giuridico per qualsiasi paese o privato che fuori dall’Unione intenda depositare il proprio denaro, anche per investimenti, nell’Unione.
Non a caso è scoppiata una impetuosa bufera, si oppone strenuamente a questa eventuale misura il Belgio, Paese in cui sono custodite e depositate la maggior parte degli asset russi, ma anche Malta, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Italia.
Tra l’altro questo denaro russo non è solo dello Stato della Russia, ma anche e soprattutto di privati cittadini russi e di aziende private russe.
L'eventuale risposta di Mosca, per un atto così apertamente illegale, su aziende europee e nel nostro caso Italiane, operanti in Russia e sul loro denaro, sarebbe devastante con effetti a catena internazionali sul piano economico e commerciale.
L’Unione Europea se non ha la capacità economica e finanziaria di sostenere ulteriormente l’Ucraina con i propri soldi, anche per la contrarietà delle opinioni pubbliche già duramente provate dagli sforzi immensi di questi quattro anni, lo dica apertamente, aggiungendo che i grandi Paesi dell’Unione, a cominciare da Francia e Germania, sono pure contrari a emettere eurobond con soldi propri, cioè garantiti dai paesi dell’Unione Europea più ricchi.
Infine non si dimentichi che nel caso di utilizzo illegale degli asset russi da parte dell’Unione Europea per sostenere la guerra in Ucraina, solo l’Italia dovrebbe restituire alla Russia almeno 20/25 miliardi. Una sciagura economica, con ripercussioni su tutte le nostre spese sociali.
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