«Kiev ha tentato di attaccare la residenza di Vladimir Putin con 91 droni, tutti distrutti» -ha annunciato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov- «data la degenerazione definitiva del regime criminale di Kiev, che è passato a una politica di terrorismo di Stato, la posizione negoziale della Russia sarà rivista». Il ministro degli Esteri ha precisato che "nella notte tra il 28 e il 29 dicembre uno stormo di droni ucraini ha puntato contro la dimora presidenziale che si trova sulle rive del lago Valdai, nella regione nord-occidentale di Novgorod". Per Lavrov i sistemi di difesa aerea avrebbero neutralizzato tutti i velivoli.
Le reazioni nel mondo:
Zelensky ha subito smentito affermando, durante un colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, definendo le accuse "l’odierna falsità russa".
Ma a livello internazionale la denuncia russa è stata presa sul serio, a cominciare dal presidente americano, Donald Trump, che è stato informato della cosa da Putin stesso e se ne è detto sconcertato, arrivando a dire che è stata una fortuna non aver fornito i Tomahawk all'Ucraina e che questa vicenda porterà a un cambiamento dell'approccio statunitense". La cosa più interessante è che lo stesso Trump ha confermato tutto, in conferenza stampa.
Anche il Primo Ministro indiano Modi ha condannato l'attacco: "Siamo profondamente preoccupati dalle notizie dell'attacco alla residenza del Presidente russo. Gli sforzi diplomatici in corso rappresentano il modo più efficace per porre fine alle ostilità e raggiungere la pace. Esortiamo tutte le parti interessate a mantenersi concentrate su questi sforzi e ad evitare qualsiasi azione che possa minarli".
Commento di Francesco Dall'Aglio:
Apprendo che Zelensky avrebbe attaccato con droni la "residenza di Putin", cioè la residenza presidenziale di Uzhin, vicino al villaggio di Dolgiye Borodi, meglio nota come Valdai anche se la città di Valdai è sull'altra sponda del lago, nella regione di Novgorod. La reazione russa, per ora solo verbale, è stata piuttosto dura. Lavrov ha detto che "la posizione russa sui negoziati verrà rivista alla luce del definitivo spostamento del regime di Kiev verso una politica di terrorismo di stato, questa è l'ultima occasione per l'Ucraina di accettare un accordo e che è già stato deciso che risposta dare - risposta che, ha chiarito poi Zacharova, non sarà diplomatica". La cosa più interessante è che lo stesso Trump ha confermato tutto, in conferenza stampa con l'ospite Netanyahu: "non mi piace -ha detto- non va bene, questo è un periodo delicato, in guerra si compiono azioni offensive, anche i russi lo fanno, ma attaccare casa sua è tutt'altra cosa, non è il momento giusto".
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