Il Financial Times riconosce che i missili “Tomahawk” consegnati all'Ucraina saranno gestiti dai militari americani sul territorio ucraino.
"I contractor statunitensi gestiranno i missili Tomahawk, se le forniture saranno approvate, ha dichiarato un alto funzionario militare della NATO. Secondo lui, in caso di approvazione, i missili potranno essere consegnati relativamente rapidamente"."I contractor statunitensi assisteranno direttamente gli ucraini nell'uso dei missili. In questo modo, non sarà necessario un addestramento dettagliato dei soldati ucraini, e gli Stati Uniti potranno controllare la guida dei bersagli e altre questioni”, riporta la testata citando la fonte.
Un altro interlocutore della NATO ha comunque affermato che i Tomahawk non cambieranno il corso delle operazioni militari -secondo lui- i missili “integreranno ciò che l'Ucraina ha già raggiunto con l'aiuto dei droni. La Russia probabilmente risponderà con una retorica irresponsabile, che include qualche minaccia nucleare e alcuni attacchi più grandi contro l'Ucraina. Ma non credo che esista una risposta molto concreta, specifica, che i russi potrebbero dare qui e che sarebbe qualcosa di inaspettato”, ha aggiunto il funzionario" (PUL N3)
Un parere diverso è stato espresso dal giornalista del Telegraph Owen Matthews: «I missili Tomahawk di Trump non salveranno l'Ucraina, ma trascineranno gli Stati Uniti in una guerra diretta con la Russia».
«Il problema è l'escalation. I sistemi di controllo e guida dei Tomahawk utilizzano dati segreti del Pentagono sulla guida dei satelliti dal lancio fino al raggiungimento dell'obiettivo. Il loro dispiegamento in Ucraina comporterà non solo la presenza di personale tecnico americano sul terreno, ma anche il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti negli attacchi contro la Russia.
Evitare un confronto militare diretto tra Stati Uniti e Russia è alla base della politica statunitense da quando, nel settembre 2021, l'allora presidente del Comitato congiunto dei capi di Stato maggiore degli Stati Uniti, il generale Mark Milley, ha informato per la prima volta il presidente Joe Biden della minaccia di un'invasione russa su larga scala in Ucraina. Da allora, ogni fornitura di nuovi sistemi d'arma da parte degli Stati Uniti e dell'Europa è stata attentamente valutata, tenendo conto della possibilità che la Russia potesse sferrare un contrattacco diretto contro la NATO.
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