È stato detto e scritto più volte. Se tutta la superficie coltivabile della Terra fosse divisa fra gli 8 miliardi di persone che la abitano a ciascuno spetterebbe un fazzoletto che dovrebbe rappresentare la superficie dalla quale ottenere le risorse per vivere. Purtroppo, fatti i conti si è visto che così non è. Però anziché puntare solo ad aumentare la quantità di risorse ottenibili dal proprio fazzoletto gli uomini dei Paesi più forti hanno deciso di appropriarsi dei fazzoletti dei cittadini dei Paesi più deboli.
Così la società globale si è indirizzata verso una visione polarizzata in cui coesistono cittadini che dispongono di 8 fazzoletti e cittadini che possono usufruire solo di frazioni del proprio fazzoletto.
Per combattere la fame nel mondo ci sarebbero tre strade: aumentare la produzione con fertilizzanti, l'aumento della capacità nutrizionale con modificazioni genetiche delle colture alimentari, la protezione della salute dei vegetali con equilibrata adozione di fitofarmaci. Tutte e 3 le strade trovano però per ragioni diverse opposizione da parte della componente ambientalista della società civile.
Ovviamente questo non significa che le 3 strade siano state abbandonate, ma di certo l’intensità con cui vengono perseguite non corrisponde ai criteri di emergenza che a volte la fame nel mondo richiederebbe.
innovazioni tecniche e scientifiche che la caratterizzano contribuire ad una nuova fase dello sviluppo
agricolo con ovvie ricadute anche sul problema alimentare. Cementificazione e abbandono della terra
costringono l'Italia ad acquisire all'estero il 40% di mais, soia e grano; ed ora si aggiunge il problema dei
dazi americani. I terreni agricoli persi nell'ultimo secolo ammontano al 33% con valori delle % importate
dei prodotti consumati che per carne e grano raggiungono il 60%. Le ragioni di questo abbandono sono
molteplici a partire dall'emergenza siccità dovuta ai cambiamenti climatici ed alla irrazionale gestione
degli invasi per la raccolta dell'acqua piovana. Altre ragioni vanno ricercate nella diffusione di specie
selvatiche, nelle difficoltà gestionali in relazione ai limiti burocratici europei, nella concorrenza da parte
delle importazioni da Paesi come Turchia e Canada dove si coltiva con tecniche non consentite in Italia
per l'uso indiscriminato del glifosato. La mancanza di reciprocità pesa peraltro anche sulla possibilità di
accordi bilaterali. A questo quadro negativo fanno riscontro alcune situazioni favorevoli: l'innovazione
tecnologica con la robotizzazione agricola, le applicazioni all'agricoltura dell' intelligenza artificiale, il
nuovo approccio dell'agricoltura rigenerativa. Questa sfrutta la presenza nel terreno dei microorganismi
preziosi per la sua qualità. Così il suolo viene continuamente rigenerato acquisendo resilienza e fertilità,
sostituendo l'aratura tradizionale, che con la grande profondità coinvolta, comporta una modificazione
strutturale del terreno che finisce per nuocere alla resa del terreno rispetto alle colture su di esso
impiantate.
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