giovedì 14 ottobre 2021

AFGHANISTAN: I LUPI SI RIUNISCONO PER “SALVARE” GLI AGNELLI



Il governo Draghi si è dato molto da fare per organizzare una riunione del G20, cioè dei rappresentanti dei 20 paesi più ricchi del mondo per decidere una qualche forma di intervento – che si suppone solo economico ed “umanitario” – per far fronte alla situazione drammatica in cui si trova l’Afghanistan.

L’iniziativa ci induce a considerazioni ironiche e sarcastiche, temperate solo dall’obiettiva situazione tragica di quel paese. Si dovrebbero sedere intorno ad un tavolo i paesi del G20, cioé proprio quegli stessi paesi che hanno provocato il disastro. Ѐ come se degli incendiari si riunissero per parlare di come sedare un incendio, o se un branco di lupi si sedesse a congresso per parlare di come salvare degli agnelli in pericolo. Alcuni paesi invitati si sono - però - già defilati ed invieranno solo delle delegazioni di seconda fascia, come la Cina e la Russia che invieranno solo ministri degli esteri o sottosegretari, ma non i presidenti dei rispettivi paesi.

La situazione dell’Afghanistan è frutto delle passate politiche dei paesi occidentali – in particolare degli USA – che hanno abbattuto l’unico governo riformista e progressista che cercò di modernizzare il paese tra il 1978 ed il 1992. Ciò è stato ottenuto finanziando bande di integralisti islamici estremisti ed ignoranti, predecessori degli attuali Talebani, con l’aiuto del Pakistan e dell’Arabia Saudita (i due paesi più reazionari del mondo) e la partecipazione attiva dell’organizzazione Al Qaida guidata da Bin Laden.

Negli ultimi 20 anni gli USA ed i paesi della NATO hanno cercato di impossessarsi dell’Aghanistan per trasformarlo in una loro base strategica in Asia, ma hanno fallito lasciando solo una scia di morti e distruzioni. Non è stato costruito nulla di buono. È stato solo creato un governo collaborazionista, fantoccio e corrotto che si è squagliato non appena le truppe della NATO hanno lasciato il paese. Tuttavia non si può parlare di una vera sconfitta degli imperialisti USA-NATO, perché hanno sempre a disposizione un piano B: se non possono controllare un paese lo distruggono in modo che non possa avere uno sviluppo indipendente o allearsi ai loro concorrenti, come Russia e Cina. È ciò che è successo ad esempio in Libia, il paese più ricco dell’Africa ai tempi di Gheddafi. Solo che Gheddafi pretendeva di aiutare i movimenti anticolonialisti africani e di creare una Banca Africana che avrebbe spiazzato la finanza occidentale, il Fondo Monetario internazionale ed il Franco Francese ancora usato nell’Africa Occidentale. Questo gli aveva fruttato le lodi aperte del leggendario Nelson Mandela, da lui aiutato nel momento più difficile, ma gli è costata la vita. Ora la Libia è completamente distrutta, abbandonata dalla metà della sua popolazione e percorsa da bande armate in conflitto. Lo stesso è per la Siria, ancora occupata in buona parte da truppe statunitensi e turche e sottoposta a pesantissime sanzioni che affamano la popolazione (anche da parte dell’Italia). Lo stesso è accaduto in Iraq, Somalia e tanti altri paesi.

Oggi si prevedono tempi durissimi per la popolazione afghana. I Talebani sono solo degli ignoranti fanatici provenienti dalle zone rurali più arretrate dell’Afghanistan centro-meridionale abitata dall’etnia Pashtun o dai campi-profughi afghani in Pakistan. Non sono affatto dei “rivoluzionari” come qualcuno poco avveduto li vuol far passare. Possono offrire solo versetti del Corano appresi nelle scuole coraniche da cui provengono, la distruzione di statue e strumenti musicali considerati pagani, e una repressione feroce delle donne tenute nell’ignoranza e vendute bambine dalle famiglie patriarcali al migliore offerente. Il personale più moderno e acculturato e le donne più evolute, che comunque hanno potuto godere di qualche vantaggio durante l’occupazione occidentale e che potrebbero assicurare un certo progresso al paese, o sono in fuga, o si nascondono, o cercano di sopravvivere con espedienti. Non sarà certamente il G20 organizzato da Draghi a portare a qualche soluzione ragionevole per quel disgraziato paese.

Vincenzo Brandi


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