domenica 24 maggio 2020

Coronavirus ed un certo ecologismo un po' fasullo...


Coronavirus, Leonardo Caffo: «Ecco perché dobbiamo costruire un ...

In questo periodo abbiamo visto che il rumore di fondo del pianeta è calato in modo esponenziale, l'inquinamento atmosferico pure, il petrolio è sceso al minimo storico di 8 centesimi al litro, meno dell'acqua minerale, i reati sono calati fino al 70% durante la clausura. Si è diffusa maggior consapevolezza del consumismo esasperato che stiamo vivendo e anche del nostro potere di acquisto, cosi ora stiamo tutti più attenti come e dove spendiamo il nostro denaro. 

Vero che chiudono 80.000 bar e attività commerciali legati alla movida significa che era un mercato sovralimentato. Ci parlano di crisi mentre il settore agroalimentare va a gonfie vele, il buon cibo non manca anche se manca la forza lavoro nei campi, si parla di 500.000 unità. Anche se qui la riconversione della manodopera specializzata in manodopera rurale resta un passaggio difficile e la riconversione non ingloba i precari, quel che prendono il reddito di cittadinanza , i disoccupati e cassaintegrati come dire che nessuno vuole fare più lavori di campagna e quindi siamo costretti a importare manodopera. 

Ieri guardavo un vecchio film bianconero degli anni '60 di Ermanno Olmi dal titolo: "I fidanzati". Un uomo viene spedito dal nord a lavorare nell'industria petrolio chimica di Augusta, bello il confronto tra la primordiale meccanica dei mulini a vento delle saline di Trapani e i tubi solforosi arzigogolati delle industrie meccaniche scintille e lapilli saldatrici gas tossici. 

Oggi quella zona è una delle più inquinate della Sicilia notevoli problemi ambientali per popolazione malattie varie e per la natura del luogo. quindi in quegli anni la manodopera agricola fu convertita in specializzata e si dice che il lavoro fu una manna per tutti come a Taranto nonostante i danni ambientali. oggi tutti si lamentano e ci lamentiamo di quei danni all umanità e all ambiente anche se grazie a quell'inquinamento industriale secondo molti è arrivato sul benessere.  Ecco quel che non capisco è perché risulta tanto difficoltoso riconvertire la manodopera da industriale in agricola, si tratta solo di tornare indietro e anche a condizioni vita più sane. 

Pensare di investire e migliorare in questo modo l'agricoltura e il nostro cibo. Per concludere voglio dire che non capisco come mai quelli che si lamentano di più della situazione creatasi con il Coronavirus siamo proprio noi ecologisti, in nome di una presunta limitazione delle libertà individuali. Dico che intanto il pianeta sta tirando una grande boccata di ossigeno o di sollievo e lasciamo i vacui strepiti a quelli che vogliono tornare ai livelli di consumo prima del virus. 

Ferdinando Renzetti - ferdinandorenzetti@libero.it



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