martedì 10 febbraio 2015

Intelligence e bugie d'intelligence - Quel che i servizi "raccontano"



Credo poco alle previsioni dei centri studi dei vari servizi segreti e think tank asserviti, in quanto a mio avviso questi report vengono periodicamente partoriti per giustificare la loro stessa esistenza ed i finanziamenti che ricevono, e troppe volte quello che producono (soprattutto quando lo rendono pubblico) è frutto di mistificazioni, simulazioni, approssimazioni, forzature e previsioni elaborate applicando calcoli probabilistici ed obiettivi preconfezionati, meno affidabili delle previsioni del tempo (ed abbiamo detto tutto). Quello cui si riferisce il link sopra riportato contiene troppe omissioni e trascuratezze per essere preso sul serio, ma colgo l’occasione per far capire quanto la situazione sia grave e pericolosa per l’Europa ed in particolare per noi italiani, che siamo particolarmente vulnerabili.

Non è nelle mie corde vestire i panni del commentatore di politica estera e militare, ma lo reputo necessario per la totale assenza di un’interpretazione degli avvenimenti che sia minimamente realistica ed attinente ai fatti, neppure in rete (il che è tutto dire).

Mi riferisco in particolare alla situazione venutasi a creare in Ucraina, della quale i mass media hanno fornito solo falsità unilaterali, roba da veline da ufficio stampa. Premesso che quello che è avvenuto l’anno scorso è stato un cinico colpo di stato ordito e finanziato dagli USA che ha portato al governo gruppi filonazisti, che lo scopo era danneggiare la Russia ed assoggettare maggiormente l’Europa agli USA dal punto di vista politico, militare e soprattutto economico. Premesso che gli europei si sono fatti trovare nuovamente impreparati, come durante le fasi propedeutiche ed il corso della guerra dei Balcani di appena una ventina di anni fa (dalla quale pare non abbiano appreso nulla o quasi). Premesso tutto questo veniamo alla situazione recente, che i mass media si guardano bene dall’interpretare correttamente ma che la recente visita del capo di stato francese Hollande e della cancelliera tedesca Merkel a Mosca hanno fatto intendere a chi è ancora in grado di pensare autonomamente.

In Ucraina gli oligarchi che hanno accumulato ingenti ricchezze grazie alla corruzione, volendo acquisire consenso populista e protezione americana hanno puntato sulla carta del patriottismo finanziando dei battaglioni di filonazisti e di mercenari (un surrogato di quanto avveniva nell’Età Moderna quando i nobili facevano pressappoco la stessa cosa per acquisire meriti presso il loro re) per combattere l’esercito autonomista filorusso delle regioni orientali del Bacino del Donec (Donbass) autoproclamatesi indipendenti da Kiev, cioè il Donec’k ed il Luhans'k. A queste formazioni paramilitari “private” ma riconosciute dal governo ucraino, si sono uniti formazioni regolari dell’esercito ucraino (poche per la verità perché l’arruolamento si è rivelato un fallimento per l’eccessiva renitenza alla leva ed al richiamo obbligatorio) e formazioni di mercenari inviate dagli stati nemici giurati della Russia, quali le Repubbliche Baltiche e la Polonia, e la cosa più grave anche provenienti dalla NATO, con loro esperti ed osservatori.

Siccome sul campo di battaglia quello che conta non è solo l’armamento ma la motivazione, competenze ed esperienza acquisita, gli ucraini ed i loro scarni alleati, finora si sono presi delle sonore batoste e la loro rabbia da impotenza si è finora potuta sfogare solo tramite bombardamenti sulla popolazione civile, con annessa attribuzione all’avversario di ogni strage compiuta, per suscitare sdegno nell’opinione pubblica internazionale ed indurre i governi ad inviare aiuti. Soprattutto i battaglioni filonazisti al soldo degli oligarchi si sono rivelati i più infami e vili, forti coi deboli e deboli coi forti, in quanto hanno potuto rendersi conto che la passione per le armi, la violenza ed i videogiochi di guerra non sono sufficienti per prepararsi ad affrontare un avversario ad armi pari ma più motivato ed organizzato.

Il fatto che Hollande e la Merkel siano andati all’improvviso ad incontrare Putin a Mosca non è solo per il fatto che si sono resi conto che rischiava di scoppiare un conflitto come quello dei Balcani che avrebbe potuto estendersi in Europa ed il cui prezzo lo avrebbero pagato gli europei per conto degli americani a cui sarebbero andati tutti i benefici, ma è perché si sono resi conto che se attendevano ancora, l’esercito del Donbass avrebbe potuto spazzare via l’esercito ucraino e le trattative avrebbero preso ben altre posizioni di forza, in particolare la totale vittoria sul campo del Donbass avrebbe rivelato la presenza di rappresentanti NATO che non avrebbero dovuto esserci (un folto gruppo di essi è attualmente assediato). Sono altresì convinto che l’iniziativa sia partita dalla Merkel, l’unica in grado di ragionare (rendendosi conto della gravità della situazione) e di avere una visione complessiva e lungimirante, essendo la Germania la maggior potenza economica europea danneggiata da questo conflitto con la Russia, e credo Hollande si sia aggregato al seguito per recuperare sul pessimo indice di credibilità e gradimento di cui gode in patria ed all’Estero.

Occorre rendersi conto che provocare un conflitto bellico in Europa per un paese governato da malfattori e parassiti, economicamente fallito come l’Ucraina, è da folli ed imbecilli e per di più per beneficiare gli Stati Uniti che ne approfitterebbero per assoggettare ancor più l’Europa ai loro interessi. Non occorre essere degli strateghi per capirlo.

Quindi l’unica cosa saggia che si possa fare e lasciare che quelle regioni, come già ha fatto la Crimea (che era già indipendente), diventino entità statali autonome dall’Ucraina. Sarebbe anche intelligente prendere le distanze dagli USA, almeno dalla loro forte componente neocon che è guerrafondaia per antonomasia (per i forti interessi economici nel settore bellico ed energetico) che è quella che sta mettendo seriamente in difficoltà il governo di Obama facendogli fare figure da marionetta, spiazzandolo ed imbarazzandolo in ogni occasione, manovrando vasti settori istituzionali interni (dalla CIA alla NSA).

Il fatto che Putin, nonostante i mass media all’unisono cerchino di renderlo inviso, in Europa stia guadagnando moltissimi punti nell’indice di popolarità, al punto che si stima oltre un quarto degli europei lo vedrebbero bene come leader politico europeo, o quantomeno invidiano i russi non avendo in Europa neppure un simulacro di politico che gli si possa paragonare, è significativo delle misere condizioni culturali ed identitarie in cui versiamo e di come l’Europa sia un continente in fase di senescenza.

Cav. Dott. Claudio S. Martinotti Doria    www.cavalieredimonferrato.it    claudio@gc-colibri.com


Ucraina: Pechino contrario a fornitura armi a Kiev

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