"Quando qualcuno soffre di una malattia infettiva è un pericolo per la comunità ed è necessario limitare la sua libertà di movimento. Ma nessuno ammette alcuna idea di colpa ad una situazione consimile. Al contrario, egli sarà l'oggetto della commiserazione dei suoi amici. Le misure che la scienza consiglia vengono prese per curarlo dal suo male, e di regola egli si sottopone senza riluttanza a quella limitazione della sua libertà che è resa necessaria, per un certo tempo, dalla cura. Nel trattamento di ciò che si chiama 'delitto' si dovrebbe applicare lo stesso metodo, nello stesso spirito". (Bertrand Russel, Socialismo, anarchismo, sindacalismo - Longanesi 1968, pag 153).
La considerazione di Russell troverebbe d'accordo anche Osho Rajneesh, che ebbe occasione di esprimersi in modo molto simile.
Invece, l'atteggiamento dominante è che supponendo nel criminale un calcolo di interesse egoistico, il fornirgli un motivo egoistico contrario nella forma di punizione costituisca un rimedio, come sistema di intimidazione.
Si tratta, peraltro, di un rimedio di valore così scarso che le carceri continuano ad essere piene, senza favorire alcuna diminuzione dei reati, e, soprattutto, senza affrontarne le cause (quale malattia che individui come Russel e Rajneesh propongono invece come oggetto di cura).
D'altronde, non ci si possono aspettare grandi miglioramenti, su questo fronte, da parte di società che producono e sopportano stati diretti da criminali di guerra, dediti alla violenza della guerra e del terrorismo applicato da cannoni e bombardieri contro gli abitati civili, il tutto nell'indifferenza generale, e nella generale incapacità di fermare i violenti di stato ponendoli in condizione di non nuocere, invece che lasciarli governare ministeri e presidenze.
In particolar modo, risulta patetico il così diffuso tentativo di attribuire la responsabilità della violenza alla fazione politica avversaria, trattandosi di una semplice bugia per difetto, talché sembra che tutti fingano di dimenticare ciò che è ben visibile sui libri di storia.
E' ben vero, ad esempio, che il comunismo russo e cinese sono stati il prodotto di lunghe e violente guerre civili interne. Solo che la stessa origine è comune alle cosiddette democrazie occidentali, sorte da autentici bagni di sangue in Francia e negli Stati Uniti (il cui popolo è oltretutto responsabile dello sterminio delle popolazioni native nordamericane), così come anche l'Italia sorse attraverso una serie di feroci guerre, inclusa la agghiacciante devastazione del Meridione inflitta dai Savoia.
Per quanto una società abbia bisogno di darsi una forma di organizzazione, l'incapacità generale a superare la violenza della forma stato così come realizzata fino ad oggi indica che siamo ancora un mondo sottosviluppato.
Non lo si può negare: bisogna industriarsi di uscire dal sottosviluppo della violenza di stato, grave problema fino ad oggi ancora irrisolto.
Non mi sto aspettando che cambi gran che, a questo mondo.
Certo, mi piacerebbe.
Vincenzo Zamboni