venerdì 13 giugno 2014

Libero mercato e motori che non vanno



Tizio costruisce una macchina in cui l'accesso ai comandi è libero, tranne che per uno essenziale, ad esempio il dispositivo di accensione, che è vincolato ad un monopolio esclusivo, anche se il vincolo viene quanto più possibile celato alla vista degli ingenui: nel libretto di istruzioni non se ne parla mai.

Poi soddisfatto mette in mostra la macchina proponendone l'acquisto ai potenziali clienti, ai quali dice sorridente: "Non è favoloso ? Pensate, é un motore libero!".


Ebbene, una simile macchina, un così concepito motore, è davvero in vendita: è il cosiddetto "libero mercato" propagandato dagli "economisti".


I quali omettono di osservare che il denaro é soggetto a monopolio esclusivo dei banchieri ladri, i quali lo creano dal nulla omettendone la contabilizzazione in attivo, quindi lo prestano nella forma di moneta debito fraudolenta (comportandosi al prestito quali proprietari di un valore che non hanno contabilizzato come proprio) e poi ne pretendono la restituzione quale prodotto del lavoro (che il "debitore" deve svolgere per la restituzione, mentre essi invece non hanno affatto svolto, fatte salve le spese di tipografia o registrazione elettronica).


Il "libero mercato" non può esistere con un "denaro prigioniero" (e una popolazione ignorantemente ignara per conseguenza schiavizzata).


La moneta deve essere esendebito proprietà del portatore via sovranità individuale, indispensabile per permettere l'esercizio della sovranità popolare.

Vincenzo Zamboni

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