lunedì 9 giugno 2014

Il popolo ucraino dell'est resiste alle soldataglie nazi/nato


Il 4 giugno, a Lugansk, le milizie popolari sequestravano diversi droni, radar e 25 veicoli corazzati dei golpisti, mentre la stazione confinaria di Sverdlovsk veniva abbandonata dalle guardie ucraine che fuggivano in direzione di Kharkov. La milizia popolare ne prendeva il controllo. Il 6 giugno Semjonovka veniva bombardata con razzi Grad, obici da 152mm, mortai e cannoni da 122mm. Lugansk veniva bombardata da 2 aerei Su-25. A Slavjansk venivano colpite la rete idrica e quella elettrica. Sempre a Slavjansk la guardia nazionale galiziana sparava sui convogli di profughi. A Krasnij Liman, tutti i maschi tra i 18 e i 40 anni venivano arrestati da Pravij Sektor e trascinati fuori dalla città. Le forze di Kiev hanno ucciso più di 25 feriti nell'ospedale locale, oltre ad altre 18 persone, tra cui 10 civili, dopo aver bombardato la struttura. Krasnij Liman, di 30000 abitanti, si trova a 18 km a sud-est di Slavjansk nel Donetsk. Il centro della città e la stazione ferroviaria sono stati devastati dagli attacchi dei majdanisti. "I lavoratori ferroviari superstiti sono prigionieri. I cecchini gli sparano se escono". I fascisti di Pravij Sektor saccheggiavano negozi, confiscavano autoveicoli, ispezionavano porta a porta chiedendo documenti e confiscando computer e telefoni cellulari. I cittadini con passaporto russo venivano arrestati e scomparivano. Diversi civili uccisi per le strade locali. Acqua e luce tagliate. Le milizie popolari del Donbas catturavano due basi militari e prendevano il controllo di 200 chilometri di frontiera dopo che le guardie di frontiera ucraine erano fuggite con le famiglie verso Rostov, in Russia. Il primo ministro della Repubblica Popolare di Lugansk Vassilij Nikitin dichiarava "L'esercito del Donbas controlla 150-200 chilometri di confine con la Russia. Non saremo accerchiati. Possiamo difenderci a lungo, prepariamo rifugi, e le scorte di acqua". I majdanisti hanno perso in questi giorni 2 carri armati T-64, 7 BTR, almeno 1 BMP, diversi autocarri, 2/3 elicotteri Mi-24, 1/2 aerei Su-25. Ad Amvrosevka, un magazzino di sostanze chimiche veniva distrutto da un gruppo non identificato. 40 tonnellate di ammonite furono divorate dall'incendio.
L'8 giugno, bombardamenti su Slavjansk e Kramatorsk, con artiglieria e aerei. L'assalto dei majdanisti su Slavjansk falliva dopo che 20 degli 80 blindati utilizzati venivano colpiti dalle armi anticarro dei miliziani popolari. Combattimenti tra l'esercito di Novorossija e la guardia nazionale a Krasnij Liman. Bombardamenti a Semjonovka e Cherevkovka. Presso la collina di Karachun, le milizie dell'autodifesa distruggevano 2 KAMAZ con fanteria a bordo e abbattevano un aereo senza pilota su Nikolaevka. A Krasnij Liman, le milizie popolari arrestavano 3 soldati della 93.ma brigata ucraina. Le forze della Repubblica Popolare di Donetsk riprendevano il controllo del checkpoint all'ingresso di Krasnij Liman. L'aereo da ricognizione An-30 utilizzato dai golpisti per bombardare Slavjansk, veniva abbattuto colpito da un missile superficie-aria portatile (MANPAD). A Donetsk, l'officina dell'aeroporto veniva ripresa dalla milizia popolare, che respingeva l'assalto ucraino al prezzo di 3 miliziani uccisi. Scontri anche a Marjupol. L'aeroporto e una base militare della città erano in fiamme. Nelle operazioni contro Lugansk e Donetsk sono stati eliminati diversi mercenari, 25 agenti della CIA (12 morti e 13 feriti), 134 mercenari e 8 cecchini delle compagnie militari private ASBS Othago, Greystone, Hallo Trust, Academi. Il Viceministro degli Esteri della Federazione Russa Sergej Rjabkov dichiarava che in Ucraina operano mercenari stranieri, anche statunitensi, che partecipano alle operazioni della milizia ucraina contro gli abitanti del Sud-Est del Paese. Politici e militari occidentali affermano che in Ucraina non vi sono mercenari occidentali. Aleksej Mukhin, direttore del Centro informazioni politiche, fa notare che “tali dichiarazioni sono state ufficialmente smentite. A me personalmente l'alto funzionario del dipartimento di Stato USA Howard Solomon ha detto che non c'è alcun mercenario sul territorio dell'Ucraina. Lasciamo tale dichiarazione alla coscienza del signor Solomon, poiché le testimonianze dei servizi segreti tedeschi e dei giornalisti dicono il contrario”. La rivista tedesca Der Spiegel aveva indicato che in Ucraina, nelle operazioni contro il Sud-Est, vengono impiegati 400 mercenari solo dell'agenzia statunitense “Academi” (“Blackwater”), informazioni confermate dal Servizio federale dell'intelligence tedesco, su dati forniti dagli USA. Infatti, il co-presidente del Governo della Repubblica Popolare del Donetsk, Miroslav Rudenko, affermava che i miliziani hanno preso prigionieri doversi mercenari stranieri, tra cui dei neri e cittadini dell'Europa orientale. "Tra i prigionieri vi sono degli africani, molti cittadini di Repubblica Ceca e Polonia, e abbiamo preso comandanti mercenari polacchi". Il Primo Vicepremier della Repubblica Popolare Andrej Purgin, sostiene che le milizie a Kramatorsk hanno preso circa 150 mercenari stranieri. "Molti mercenari provenienti da diversi Paesi, soldati di ventura ben attrezzati e dotati di Hammer. Erano arrivati al punto di giocare a calcio nello stadio della città".
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Nella Repubblica popolare di Lugansk il confine ucraino veniva abbandonato dalle guardie ucraine e prese sotto controllo dalla milizia popolare, assicurandosi il corridoio con la Federazione Russa. I punti di controllo occupati dalla milizia popolare sono Antratsitovsk, Dolzhanskij, Chervonopartizansk, Krasnaja Mogila, Novoborovtsij e Severnij, e Marinovka nella regione di Donetsk. Nella Repubblica Popolare di Donetsk i pesanti combattimenti dal 3 giugno hanno esaurito la fanteria majdanista facendo fallire l'offensiva. Ora i golpisti a Kiev raggruppano le forze e cercano di effettuare la ricognizione nei villaggi da colpire, perdendo uomini e materiale come a Slavjansk, bombardata da artiglieria e aviazione. La giunta di Kiev teme le posizioni fortificate delle milizie popolari, dotate di missili anticarro e MANPADS. Tali scontri non adempiono al compito di prendere Slavjansk e Kramatorsk, nonostante l'uso dell'artiglieria la giunta nazi-atlantista non ha energia per combattimenti nelle aree urbane, avendo un numero insufficiente di fanti che temono perdite elevate ed hanno un morale basso. I tentativi della giunta d'invadere dal Nord le regioni del Donbass sono quindi falliti, e i miliziani consolidano le posizioni. A Donetsk, il 7 giugno è stato assassinato l'assistente di Pushilin, Maksim Petrukhin. Infatti uno degli obiettivi della giunta nazi-atlantista è l'eliminazione fisica dei funzionari delle repubbliche popolari. Le Repubbliche Popolari di Donetsk o Lugansk usciranno vittoriose dalla guerra d'indipendenza, ha scritto il Tenente-Generale dell'intelligence russa Leonid Reshetnikov. "La lotta per la liberazione nazionale nel sud-est ucraino potrebbe prolungarsi anche se segnata da una sconfitta temporanea, ma in futuro culminerà nella vittoria perché il popolo rifiuta tale imposizione degli Stati Uniti". In Ucraina, secondo Reshetnikov, l'equilibrio tra le parti "può essere modificato in qualsiasi momento".
Ad Artemovsk "Ignoti sparavano alla BMW del comandante dell'unità militare locale Uladzimir Chobitok, ferendolo. Ma vi sono stati tre morti e un altro ferito". L'attacco sarebbe collegato al tentativo di Pravij Sektor di occupare la città che veniva però respinto. Un capo di Pravij Sektor, Borislav Bereza, dichiarava "Da oggi, accogliamo e integriamo completamente tutte gli squadroni della difesa territoriale, tutte le strutture armate, avendo garantito disposizioni, armamento e corretta collaborazione con tutte le agenzie statali. Ad oggi, abbiamo più di 5000 persone mobilitate". Il duce di Pravij Sektor, Dmitrij Jarosh, annunciava la creazione del battaglione speciale 'Crimea' guidato da Mustafa Dzhemil e composto da islamisti provenienti dalla Siria per "ripulire il sud-est e prendersi la Crimea". Tale unità si unisce ai battaglioni "Dnepr", "Donbass", "Ucraina" e "Azov" specializzati in omicidi di civili, come a Krasnoarmejsk o a Marjupol. Il gruppo aziendale svedese IKEA finanzia "i patrioti ucraini che combattono ai confini orientali per l'integrità territoriale dell'Ucraina e il suo futuro europeo". Nel nord del Donetsk s'era tenuta una cerimonia per consegnare ai miliziani della guardia nazionale di Pravij Sektor sacchi a pelo, torce, impermeabili, uniformi, oggetti di arredo, casalinghi e una grande quantità di benzina. "Siamo grati ad IKEA per il sostegno nel proseguimento dell'operazione antiterrorismo contro i separatisti filo-russi, tale assistenza è molto importante. È bello che non solo comuni cittadini contribuiscano all'esercito, ma anche rappresentanti di società multinazionali che danno un vero aiuto nella lotta per il futuro europeo dell'Ucraina", ha detto il capo neofascista Andrej Petrushak, invitando le altre aziende a seguire l'esempio dell'IKEA. A sua volta, il rappresentante di IKEA ha detto che continueranno a rifornire di tutte le attrezzature necessarie le unità della guardia nazionale operanti nell'est del Paese. Infine la giunta di Kiev stanziava un altro miliardo di dollari per finanziare l'aggressione alle repubbliche popolari del Donbas, annunciava il 'premier' golpista Arsenij Jatsenjuk. Inoltre, ulteriori consiglieri militari statunitensi saranno inviati in Ucraina dal Pentagono. Funzionari della difesa degli Stati Uniti si sono incontrati con la giunta di Kiev all'inizio di giugno per discutere su come "rafforzare la nostra cooperazione nella difesa aiutando l'Ucraina a costruire forze armate e istituzioni della difesa altamente efficaci", dichiarava la portavoce del Pentagono Eileen Lainez. Il Pentagono ritiene che inviare i suoi consiglieri militari "sia un primo passo" per aiutare a "creare e stabilire un programma duraturo per i futuri sforzi degli Stati Uniti a sostegno dell'esercito ucraino attraverso addestramento, istruzione e assistenza. Siamo impegnati appieno per dare assistenza all'Ucraina il più rapidamente possibile. Il nostro obiettivo continua ad essere il sostegno all'Ucraina, economicamente e diplomaticamente". Nel frattempo la Casa Bianca ha stanziato oltre 23 milioni di dollari per l'assistenza alla sicurezza dell'Ucraina. Il 4 giugno, Obama ha detto che gli Stati Uniti forniranno altri 5 milioni di dollari in "giubbotti antiproiettile, visori notturni e apparecchiature di comunicazione", e 300000 pasti pronti, forniture mediche, elmetti, radio portatili e 'altre attrezzature'. Obama ha anche detto d'investire un miliardo di dollari per rafforzare la presenza militare statunitense in Europa orientale.
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Slovacchia e Repubblica Ceca si rifiutano di ospitare truppe e basi militari della NATO. I primi ministri dei due Paesi sono contrari alle proposte di Barack Obama di rafforzare la presenza della NATO sul loro territorio. Seguendo l'esempio del premier della Repubblica Ceca Bohuslav Sobotka, il primo ministro della Slovacchia Fico ha dichiarato che lo stazionamento di truppe straniere sul territorio del proprio Paese è fuori questione, non vedendo la necessità di consentire una presenza militare straniera sul territorio slovacco. A sua volta il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier avvertiva il governo golpista di Kiev contro l'uso della forza contro le province orientali. "Dobbiamo evitare che cresca il numero di sostenitori della federalizzazione per via dell'operazione militare nell'Oriente dell'Ucraina". Steinmeier ha sollecitato la cooperazione tra Russia e Ucraina e chiesto a Mosca di aiutare a stabilizzare l'Ucraina. "Penso che le autorità ucraine dovrebbero mostrare buona volontà e saggezza. Questa operazione deve essere immediatamente interrotta, e un cessate il fuoco annunciato immediatamente", aveva detto Putin in precedenza. Il 'presidente' ucraino Petro Poroshenko ha escluso i negoziati con i federalisti, promettendo di continuare le operazioni militari nel sud-est del Paese. Strelkov, comandante delle milizie dell'autodifesa del Donbas, ha definito così Poroshenko:
Domanda: Poroshenko ha promesso a Putin che, nel prossimo futuro, la guerra sarà terminata o sospesa, in qualche modo. Secondo voi, cosa voleva dire?
Risposta: Credo che voleva dire che l'esercito ucraino spianerà il Donbas, eliminerà tutti coloro che si oppongono al governo illegittimo di Kiev, che si sono ribellati alla discriminazione del popolo russo e che in questo modo concluderà la guerra. Penso che questo è ciò che aveva in mente. È un oligarca che ha sponsorizzato "Majdan", che ha fatto le affermazioni più bellicose ed adottato posizioni estreme, mentre era ancora solo un candidato presidenziale; è una marionetta controllata direttamente dagli Stati Uniti d'America, tale oligarca non può cambiare dal giorno alla notte. Naturalmente, ciò significa che ha intenzione d'"imporre l'ordine" con il pugno di ferro delle sue forze punitive”.
Alessandro Lattanzio, 9/6/2014 - sitoaurora

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