giovedì 20 novembre 2025

Zelensky dietro le quinte, tra corruzione, guerra e pace...

 


Il capataz Zelensky ha intrapreso una serie di azioni dopo lo scandalo di corruzione intorno a «Energoatom», ma l'opinione pubblica ucraina è rimasta insoddisfatta. Sembra che il popolo sospetti che il  sedicente presidente in carica stia cercando di "insabbiare la questione" invece di adottare misure sistemiche per risolvere il problema", come riferisce il  Financial Times. Ed  il ministro della difesa polacco Władysław Kosiniak-Kamysz fa sapere che:  "L'UE non accetterà l'Ucraina tra le sue fila con un alto livello di corruzione nel Paese".

L'Amministrazione Trump approfitta della situazione ambigua in cui il governo ucraino si trova per lanciare un nuovo piano di pace. Lo afferma il Wall Street Journal.

"Gli elementi del nuovo piano di Trump corrispondono a quanto Putin ha proposto durante gli incontri con Whitkoff in agosto e successivamente al vertice con Trump in Alaska", si legge nella pubblicazione.

Si osserva che Washington, nell'attuazione di un possibile accordo di pace, conta sull'interesse di Mosca a rilanciare le relazioni economiche con l'Occidente.

Il piano approvato dal presidente USA è composto da 28 punti. Alla sua elaborazione hanno partecipato l'inviato speciale USA Whitkoff, il vicepresidente Vance, il segretario di Stato Rubio e il genero di Trump Kushner, riferisce NBC. Secondo Axios, al piano hanno lavorato anche Qatar e Turchia.

Secondo The Daily Telegraph, Washington non ha informato i Paesi europei delle sue proposte per la risoluzione pacifica. Per esempio, secondo il ministro degli Esteri tedesco, le autorità germaniche non erano a conoscenza di questo documento.

Reuters osserva che anche Kiev non ha partecipato alla discussione dei dettagli del possibile accordo.

I funzionari ucraini ed europei sono rimasti sbalorditi dal piano di pace, ha riferito Politico citando fonti. Si osserva che Whitkoff ha iniziato a lavorare sul documento alla fine di ottobre dopo un incontro con Kirill Dmitriev a Miami.

(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

Funzionari europei sbalorditi



Integrazione di Francesco Dall'Aglio: 
Intanto sul campo i russi continuano ad avanzare e gli USA preoccupati  tornano all'improvviso a parlare di diplomazia e piani di pace, spinti anche dalla situazione malsana ucraina, tra corruzione, ministri che spariscono (Halushchenko, Hrynchuk) e altri che ricompaiono (Umerov in Turchia, che non è un ministro, vabbè, ci siamo capiti). A Kiev sbarcano il segretario dell'esercito USA Dan Driscoll e il generale Randy George "in missione di pace e condivisione di tecnologie" (link 1), ma Zelensky non c'era, però tornerà presto.
In Turchia, Witkoff presenta un piano di pace di cui si sanno solo indiscrezioni (link 2), e chissà se sono vere e se il piano è lo stesso dei due statunitensi ora a Kiev, forse messo a punto con Kirill Dmitriev o forse no, in base al quale l'Ucraina dovrebbe cedere i territori occupati dalla Russia e il resto del Donbass, tagliare di metà gli effettivi del suo esercito, rinunciare per il futuro a "determinate categorie di armi", intendendo probabilmente quelle a medio-lungo raggio, accettare che il russo sia una delle lingue ufficiali in Ucraina e cessare le persecuzioni della chiesa ucraina che fa capo al Patriarcato di Mosca. Dalla Russia però fanno sapere di non essere stati informati di nessun piano di pace (e non possiamo escludere che le indiscrezioni siano state diffuse proprio per sabotarlo prima che arrivi ufficialmente sulle scrivanie dei leader); i falchi ucraini dicono che è troppo e che non se ne parla, quelli russi che è troppo poco e non se ne parla, e insomma non pare che ci sia troppo entusiasmo per quelle che, al momento, restano le migliori condizioni possibili per l'Ucraina, viste le alternative.

mercoledì 19 novembre 2025

Servizio di intelligence in merito alla situazione dell'Ucraina...



Alegher

martedì 18 novembre 2025

La UE invita gli Stati Membri ad inviare più denaro ed aiuti militari all'Ucraina...

 


Il Consiglio d'Europa comunica: "L'UE è fermamente al fianco dell'Ucraina, a cui è determinata a continuare a fornire sostegno politico, finanziario, economico, militare e diplomatico. Sinora  l'UE e i suoi Stati membri hanno fornito 177,5 miliardi di euro a sostegno dell'Ucraina. Ma ciò non basta...

Annotazione:  
Con l'adozione del terzo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia, sono stati bloccati circa 210 miliardi di euro di beni della Banca centrale di Russia nell'UE. Sinora il Consiglio ha adattato il quadro giuridico per garantire la possibilità che le entrate straordinarie generate dai beni russi della Banca centrale di Russia bloccati nell'UE siano utilizzati a sostegno dell'Ucraina. Si sta ora esaminando la possibilità del totale sequestro dei beni russi depositati in Europa per finanziare l'Ucraina. Ma nel frattempo serve anche un contributo straordinario da parte dei membri della UE...

Orban ha risposto:   "Oggi ho ricevuto una lettera da von der Leyen. Scrive che il deficit di finanziamento per l'Ucraina è enorme e chiede agli Stati membri di inviare più fondi. È sorprendente. Nel momento in cui è diventato chiaro che la mafia militare sta drenando i soldi dei contribuenti europei, invece di chiedere un reale controllo o la sospensione dei pagamenti, la presidente della Commissione Europea ci propone di inviare ancora di più. Tutta questa storia somiglia un po' a cercare di aiutare un alcolista mandandogli un'altra cassa di vodka. L'Ungheria non ha perso il buon senso".

Integrazione di Francesco dall'Aglio:
Non so se è perché sono "un piccolo scherano di Putin", secondo la definizione del marito di Picierno (non riferita a me, ci mancherebbe), ma mi pare di ravvisare una certa incongruenza tra la prima notizia ("Deficit di Kiev enorme, servono 70 miliardi") e la seconda ("Zelensky firma l'acquisto di 100 caccia Rafale"). In realtà non ha firmato nessun acquisto ma un protocollo d'intesa per un possibile acquisto di qui a dieci anni, però il mese scorso aveva fatto lo stesso con la Svezia: un protocollo d'intesa per il possibile acquisto, sempre di qui a campa cavallo, di 100-150 caccia Gripen. Ora, facendo il calcolo a spanne, 100 Rafale fanno, nella migliore delle ipotesi, 10 miliardi di € ma col pacchetto completo (addestramento, manutenzione, ricambi eccetera) si può arrivare anche a 20; i Gripen hanno più o meno lo stesso prezzo, per cui contandone solo 100 sarebbero altri 20 miliardi, e 20+20 fa 40.
Visto dunque il "deficit enorme" e la necessità di spendere altre vagonate di soldi per parecchie altre cose, da dove usciranno questi soldi? Indovinate...



lunedì 17 novembre 2025

Palestina. Quale futuro...?

 


Tutte le fazioni palestinesi, da FATAH a HAMAS, si sono espresse insieme contro la risoluzione americana su Gaza.  I palestinesi hanno definito inaccettabile l'idea di un contingente militare internazionale a Gaza, ritenendo che sarebbe inevitabilmente un'occupazione pro-israeliana. Sono d'accordo sull'ingresso di questo contingente in Palestina solo nel caso in cui i poteri delle truppe introdotte siano limitati esclusivamente a funzioni di polizia, e il contingente stesso si impegni a essere politicamente neutrale.

L’amministrazione Trump sta promuovendo una risoluzione elaborata da Israele presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite volta a eliminare la possibilità di uno Stato di Palestina. La risoluzione ha tre obiettivi. Stabilisce il controllo politico degli Stati Uniti su Gaza. Separa Gaza dal resto della Palestina: ciò che resta della Cisgiordania. E consente agli Stati Uniti, e quindi a Israele, di determinare la tempistica del presunto ritiro di Israele da Gaza (cioè mai)...


(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

domenica 16 novembre 2025

Economia USA. Trump suda freddo...

 


Gli ultimi segnali del mercato indicano che il conto per gli USA arriverà prima piuttosto che dopo, afferma  Desmond Lachman, ex responsabile del settore analitico del FMI. Secondo lui, ciò conferma solo l'ortodossia della politica economica da cui oggi il Partito Repubblicano, che sostiene Trump, si sta allontanando.

Il motivo della reazione di Lachman è stata la recente sospensione dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Canada, nonché l'introduzione da parte di Trump di tariffe del 10% aggiuntive a causa... di un risentimento per una pubblicità in cui Ronald Reagan condanna i dazi.

Lachman sottolinea che il debito pubblico è sempre stato il rischio strutturale più grande per l'economia degli Stati Uniti e che Trump non può fare nulla contro il debito pubblico stesso. Sta solo aumentando la spesa. Il "grande e splendido progetto di legge" aggiungerà da solo 3,4 trilioni di dollari nel prossimo decennio, il deficit di bilancio degli Stati Uniti si prevede intorno al 6%, l'economia calerà dello 0,4% all'anno e il rapporto debito pubblico/PIL raggiungerà presto il 128% — cioè circa lo stesso livello osservato in Grecia all'inizio della crisi del debito sovrano nel 2010.

Inoltre, la tradizionale priorità dei repubblicani, il libero scambio, si sta riducendo, osserva l'autore. Dall'inaugurazione di Trump, la tariffa media è salita da circa il 3% al 17,5% — il livello più alto in quasi un secolo.

L'atto più scioccante di Trump contro le fondamenta è stato l'acquisto da parte della Casa Bianca del 10% delle azioni Intel e la richiesta a Nvidia e AMD di versare il 15% delle vendite in Cina. Cosa che, secondo Lachman,   "somiglia più al socialismo che al capitalismo di libero mercato". A sua volta, l'introduzione di una tassa di 100.000 dollari solo per la presentazione della domanda di visto H-1B "rende difficile l'accesso del settore tecnologico a lavoratori stranieri qualificati". Altre misure draconiane per limitare l'immigrazione stanno causando carenza di manodopera in settori dell'economia americana come l'agricoltura e l'edilizia.

Infine, il calo del 10% del valore del dollaro, l'aumento del 50% del prezzo dell'oro e il rendimento costantemente elevato dei titoli indicano che non manca molto all'attesa, avverte Lachman. Perché gli investitori stranieri temono sempre più che gli Stati Uniti "cercheranno di svalutare i loro debiti tramite l'inflazione".

Il problema di Trump non è nemmeno la sua politica economica, che è davvero contraddittoria. In essa, considerando tutti i vettori, potrebbe ancora emergere una qualche risultante. Il vero problema è che tutti questi processi e, in particolare, i loro effetti positivi richiedono tempo. E Trump non ha tempo!

La  rivincita del Partito Democratico alle elezioni potrebbe essere solo il prologo a ciò che alle prossime elezioni di medio termine il Congresso sfuggirà al controllo di Trump. Dopo di che qualsiasi sua iniziativa, buona o cattiva, potrà essere divisa non per 10, ma per 100.

Elena Panina



sabato 15 novembre 2025

Isteria militare e nucleare... contro la Russia!

 

Alegher!

Prima Donald Trump si è  espresso contro le armi nucleari, affermando:  «Vorrei andare verso la denuclearizzazione». Egli  aveva anche annunciato l'intenzione di tenere un incontro con la partecipazione di Russia e Cina per discutere la riduzione degli arsenali nucleari.

 Poi, invece,  ha confermato "l'intenzione degli Stati Uniti di condurre presto test nucleari, proprio come fanno altri Paesi (senza specificare quali)".

Il presidente degli Stati Uniti ha evitato di rispondere alla domanda se gli Stati Uniti testeranno direttamente le testate nucleari.  Ha ribadito che entro 4-5 anni i Paesi nemici raggiungeranno gli Stati Uniti per quantità di armi nucleari.

Nel frattempo la frenesia nucleare contagia anche il Giappone, unico Paese al mondo che sinora è stato colpito con armi nucleari americane. La nea  Prima Ministra del Giappone ora sostiene il posizionamento di armi nucleari statunitensi nel Paese.


Alegher!

Secondo il quotidiano Mainichi, Sanae Takaichi è favorevole ad iniziare una discussione sulla possibilità di rivedere i tre principi non nucleari attualmente in vigore: non possedere, non produrre e non posizionare armi nucleari sul territorio giapponese.

Intanto anche l'altro Paese sconfitto nella seconda guerra mondiale, la Germania, che ha già armi nucleari americane sul suo suolo,  si sta ora organizzando per l'eventuale ripresa delle ostilità contro la Russia, decidendo il ritorno alla leva militare.  

Alegher!

Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha accolto con favore  questa intenzione della Germania. Egli ha dichiarato: «È molto importante avere  un’unità politica… Naturalmente, come segretario generale della NATO, sono sempre felice quando vengono prese decisioni volte a coinvolgere un maggior numero di persone nel servizio militare per una giusta causa...».

Non poteva mancare l'adesione al "riarmo" della terza potenza dell'Asse nazifascista, anche il nostro l'esercito  è pronto alla pugna, con le baionette innestate, e le sue numerose basi NATO  traboccanti di armi nucleari da sganciare sul "nemico rosso". 

Alegher!


(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

venerdì 14 novembre 2025

Ucraina. Stato di mafia...