mercoledì 26 febbraio 2025

Ferrara. "I macachi siano liberati!

 


Ferrara: l'Università mente, la Procura tentenna. Gli animalisti svelano la realtà: la liberazione è l'unica soluzione.

In seguito alla partecipata manifestazione nazionale organizzata  il 22 febbraio 2025 a Ferrara da Animal Liberation per chiedere il sequestro e la liberazione dei macachi detenuti presso l'Università a scopo di sperimentazione e costretti a condizioni di vita incompatibili con la specie, tali per cui Animal Liberation e LIMAV hanno sporto denuncia per maltrattamento contro il Rettore e il Direttore del Dipartimento di Neuroscienze.


L'Ateneo ha risposto alle accuse di maltrattamenti, respingendo le affermazioni relative a maltrattamenti e vivisezione. L'Università nega di praticare vivisezione e addirittura si spinge a sostenere che "non è più praticata da decenni in nessun laboratorio scientifico degno di tale nome."

Dura la replica da parte di Lilia Casali, presidente di Animal Liberation che rigetta le dichiarazioni rese dall’Università ai media: “L'Università di Ferrara mente, affermando di non praticare vivisezione, consapevole di quanto questa pratica orrenda sia invisa al grande pubblico. Come conferma l'Enciclopedia Treccani, "il concetto di vivisezione può essere applicato a tutte quelle modalità di sperimentazione che inducano lesioni o alterazioni anatomiche e funzionali (ed eventualmente la morte) negli animali di laboratorio". Esattamente ciò che avviene nei laboratori dell'Università”.

Aggiunge la presidente: “L'investigazione condotta da Animal Defenders all'interno dello stabulario mostra un macaco con l'impianto di una placca in testa; Orazio, sottoposto a esperimenti, è successivamente morto. 


L'Università vuol forse sostenere che la placca si è sviluppata naturalmente nel cranio del macaco? Vuol sostenere che questo è stato un esperimento non invasivo? L'Università cerca di nascondersi dietro un dito per non assumere la responsabilità del proprio operato: un'ulteriore prova è che la stessa ha attivato un Corso pratico per insegnare le procedure da seguire finalizzate alla soppressione senza anestesia di animali di varie specie sottoposti ad esperimenti.


Inoltre, la detenzione dei macachi comporta evidenti sofferenze psicofisiche ed etologiche, costretti come sono a vivere una non-vita in gabbie anguste, su reti metalliche, senza mai luce naturale, isolati in condizioni di deprivazione sensoriale, come dimostrato dalle immagini del video investigativo visibile su Youtube.

La Procura non può rimanere inerte e insensibile di fronte a una simile, illegale situazione. Perché gli animalisti devono essere costretti a lottare per l'applicazione della legge?”


Animal Liberation



Lilia Casali 393 418 6697 - presidente@animalliberation.it

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