sabato 30 aprile 2016

Tutta l'acqua del mondo finisce a Wall Street.... anche quella che piove dal cielo



Si sta accelerando una tendenza preoccupante: le banche di Wall Street e i multimiliardari dell’elite stanno acquistando l’acqua in tutto il mondo ad un ritmo senza precedenti.

Note mega-banche e colossi d’investimento come Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Citigroup, UBS, Deutsche Bank, Credit Suisse, Macquarie Bank, Barclays Bank, the Blackstone Group, Allianz, e HSBC Bank, tra le altre, stanno consolidando il loro controllo sull’acqua. Anche magnati come T. Boone Pickens, l’ex presidente George H.W. Bush e la sua famiglia, Li Ka-shing di Hong Kong, Manuel V. Pangilinan delle Filippine e altri stanno comprando migliaia di ettari di terreno con falde acquifere, laghi, diritti di sfruttamento, aziende di erogazione, azioni in compagnie di ingegneria e tecnologia dell’acqua.

Le seconda tendenza preoccupante è che, mentre i nuovi baroni stanno comprando l’acqua in tutto il mondo, i governi stanno rapidamente limitando la capacità dei cittadini di procurarsela autonomamente (come evidenziato dal noto caso di Gary Harrington, nell’Oregon, dove lo stato ha criminalizzato la raccolta dell’acqua piovana in tre laghetti situati sulla sua proprietà privata, accusandolo di 9 imputazioni e condannandolo a 30 giorni di prigione).

Mettiamo questa criminalizzazione in prospettiva: Il miliardario T. Boone Pickens possiede più diritti di sfruttamento dell’acqua di qualsiasi altro individuo in America, potendo sfruttare circa 250 miliardi di litri l’anno. Ma l’ordinario cittadino Gary Harrington non può raccogliere l’acqua piovana sui suoi 68 ettari di terreno.

E’ uno strano Nuovo Ordine Mondiale quello in cui i multimiliardari e le banche possono possedere falde acquifere e laghi, ma i comuni cittadini non possono neanche raccogliere l’acqua piovana o la neve disciolta nei loro cortili dietro casa.

“L’acqua è il petrolio del 21° secolo.” Parola di Andrew Liveris, amministratore delegato dell’azienda chimica Dow.

[…] Solo negli USA, l’acqua è un’industria da 425 miliardi di dollari. Nella sua conferenza annuale sui “Cinque rischi principali”, la Goldman Sachs ha affermato che una scarsità d’acqua potrebbe essere, per l’umanità del 21° secolo, una minaccia più grave di quella di cibo e d’energia. Nel 2012 la Goldman Sachs ha comprato l’azienda Veolia, che eroga l’acqua a 3 milioni e mezzo di cittadini in Inghilterra sudorientale. Nel 2003, insieme al gruppo Blackstone e ad Apollo Management, aveva acquistato Ondeo Nalco, azienda leader nella depurazione dell’acqua, con 10.000 addetti in 130 paesi.

Nel 2008, sempre la Goldman Sachs ha investito, insieme ad altri fondi, 50 milioni di dollari nella China Water & Drinks, azienda leader tralaltro nella produzione e distribuzione di acqua in bottiglia in Cina. Poiché la Cina soffre di una delle peggiori carenze d’acqua in Asia, il suo settore delle acque in bottiglia è quello che sta crescendo più velocemente al mondo, e sta vedendo profitti enormi.

[…] Il maggiore economista di Citigroup, Willem Buitler, nel 2011 disse che “L’acqua diventerà il bene più importante, di gran lunga più del petrolio, del rame, delle risorse agricole e dei metalli preziosi.”

[…] Nello specifico, una delle opportunità lucrative è la fratturazione idraulica (fracking), in quanto genera una grandissima domanda d’acqua e servizi correlati. Ogni pozzo richiede dai 10 ai 20 milioni di litri d’acqua, l’80% della quale non può essere riutilizzata perché è 10 volte più salata dell’acqua di mare. Citigroup raccomanda ai proprietari di diritti di sfruttamento dell’acqua di venderla alle compagnie di fracking anziché agli agricoltori, perché l’acqua per il fracking può essere venduta ad un prezzo 60 volte più alto di quella per l’agricoltura.
[…] La famiglia Bush, nel 2005 e 2006, ha comprato 1.200 km quadrati di terreno alla frontiera tra Bolivia, Brasile e Paraguay. Il terreno si trova sulla falda acquifera più grande del mondo, dal volume di circa 40.000km cubi. Si stima che questa riserva sotterranea potrebbe rifornire il mondo intero d’acqua potabile per 200 anni.

[…] Sfortunatamente, la corsa alla privatizzazione dell’acqua è inarrestabile: molti stati hanno difficoltà finanziarie e non sono più in grado di mantenere e aggiornare le loro aziende di erogazione. Di fronte alle offerte di milioni di dollari da parte di Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Citigroup, UBS, ecc., città e stati avranno molta difficoltà a rifiutare le privatizzazioni.

Le multinazionali e le banche di Wall Street avevano preparato e atteso questo momento da anni.

Jo-Shing Yang

Fonte originale: Globalresearch
Fonte secondaria: http://www.laleva.org/it

venerdì 29 aprile 2016

Fra Ncesco Bencoglio, anche detto Saruman



Veste di bianco e predica generiche dottrine sull'amore e sulla fratellanza. Ma la sua ideologia, ché il Sacro è altro, ha ispirato più massacri e distruzioni di qualsiasi altro flagello della storia.

Fedele solo agli obiettivi del suo Ente (Dio è un'altra cosa), è in prima fila al fianco di chi vuole distruggere l'identità etnica, culturale e storica dell'Europa.

Alfiere del mondialismo, sostenitore del meticciato, nemico di ogni diversità, essendo sostanzialmente un laico, profana l'essenza più profonda di ogni aspetto sacro: gli antenati, la stirpe, la terra d'appartenenza.

La sua scadente dottrina, basata su fantasie infantili, buone per plebi senza Patria, ben si concilia con i tempi ultimi, nei quali si sta manifestando il vero nemico d'Europa, che ormai da duemila anni cova, contro i gentili e le loro terre, un odio profondo.

La vera rinascita d'Europa inizierà quando le "serpi in seno", insieme ai loro fratelli maggiori e minori, antichi e moderni, saranno svelate per quel che sono: esseri inferiori che odiano tutto il bello e l'armonioso del mondo fatato, essendo il loro riferimento invisibile un'entità distruttrice di ogni forma di lucentezza terrena.

Chi si armerà per quest'ultima battaglia, avrà il favore degli Dei.


Chi è il desso  evocato? Tal Francesco I, al secolo Bergoglio Jorge Mario

(Francesco Di Marte)


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Articoli collegati: https://www.google.it/search?rls=aso&client=gmail&q=papa+francesco+paolo+d%27arpini&authuser=0&gws_rd=cr&ei=jRMjV5D-BYb9UJrap5gI

giovedì 28 aprile 2016

Reo di complottismo - La solita accusa di « eresia »... (Parole di passo!)



PAROLE DI PASSO del condizionamento psicosociale.Mi capita sempre più spesso di sentire dalla viva voce di alcune persone che solitamente si interessano in profondità degli eventi politici e sociali questa fatidica frase..."Non vorrei passare per complottista". Indicativo di un senso di MINACCIA incombente che viene percepito a chi sta esponendo qualcosa di interessante sui retroscena della politica. Ultimo è il caso di un intervento, peraltro dettagliatissimo, sui retroscena, che risalgono agli anni novanta, del cambio delinquenziale LIRA-EURO che attanaglia la nostra economia. Tale intervento è stato registrato durante il convegno dedicato alla " Revisione critica radicale del metodo di conversione della lira con l'euro",tenutosi a Roma. 

Il fatto che in molti si sentano minacciati dimostra che il sistema delle INTERDIZIONI che esiste da vecchia data, ottiene sempre i suoi risultati.L'operazione consiste nell'inventare una parola con forte senso di minaccia. Da scaraventare contro i propri nemici, da parte di chi detiene il potere. Si tratta di una parola, complottismo, priva di alcun significato, meno quello di minaccia.La parola ha la stessa incombenza di un'altra, usata per saecula saeculorum: ERETICO!. Infatti, se si raccontano fatti REALMENTE ACCADUTI,logica vorrebbe che l'eventuale accusato rispondesse chiarendo come stanno realmente le cose. 

Un esempio potrebbe essere costituito da una relazione dettagliata presentata al POPOLO ITALIANO, di quanto accaduto quei giorni sul BRITANNIA, oppure su quanto accaduto in questi giorni alla riunione della TRILATERAL. Passando per la verità COMPROVATA sulle Torri Gemelle o su USTICA. Invece in questi casi il potere risponde con la parola minacciosa... COMPLOTTISMO.

PREMESSO che siamo in attesa della pubblicazione di un importantissimo libro tradotto dall'amico Pucciarelli, su cui ci siamo soffermati più volte, dal titolo... NON OSATE CHIAMARLA CONGIURA, espongo qui alcune considerazioni: 1) Gli avvenimenti storici sono propiziati e condotti SEMPRE da esigue minoranze. Sarebbe bello se Cesare avesse convocato la plebe romana per sapere se doveva invadere le Gallie o se Napoleone avesse convocato il popolo francese per sapere se doveva invadere la Russia.2) Le minoranze si dividono comunque in legittime ( nel senso che operano alla luce del sole, pur essendo tiranniche) e quelle illegittime, che operano obliquamente, che fingono una cosa mentre ne progettano un'altra. 3) Questo secondo caso è appunto ciò che gli analisti SERI degli eventi storici si sforzano di svelare...ma nei casi più recenti NOI abbiamo anche testimonianza dirette e indirette di una chiarezza estrema. 

A Roma si chiacchiera molto... E questo è proprio il caso della CONGIURA che ha caratterizzato certi personaggi, da Amato, Draghi, Ciampi, Monti, Prodi.. le finanze vaticane..etcoetera...fino a Napolitano, Letta, Renzi. Tutti collusi e collegati.A riprova del fatto che gli ultimi presidenti del "consiglio" ( si fa per dire..o ridere visti i partecipanti) dei ministri, sono stati nominati su disposizioni atlantiche.

   SIMILITUDINE CON L'INTERDIZIONE ERETICALE..... SE QUALCUNO, grazie ad un banale ragionamento basato sulla lettura degli Evangeli asserisce che NESSUNO ha visto la resurrezione del Cristo, NON gli si risponde che invece c'era uno, nascosto fra le tombe,intento a fare i propri bisogni, il quale  del tutto casualmente ha potuto ammirare il favoloso evento e poi è andato dai carabinieri ( all'epoca si chiamavano KARUBBA) a sporgere regolare denunzia. NO! Lo si accusa di eresia e lo si condanna al rogo. E tutto ciò alla faccia del razionalismo imperante e della società detta "dell'informazione". La conclusione è semplice...chi si assume l'incarico di DISVELARE i segreti della politica deve liberarsi del timore delle INTERDIZIONI malefiche. 

In conclusione, una poesia tratta dall'essenziale libro SATYRICON del grande Petronio Arbitro (siamo durante l'impero di Augusto..):
Che possono le leggi, se l'oro è padrone assoluto
e se i poveri sono calpestati da tutti?
Perfino colui che ostenta la magra bisaccia dei Cinici
i suoi responsi mercanteggia sovente.
E' dunque una bottega l'austero e civil tribunale
E il giudice appone la sua firma al contratto.   

E, per finire, una battuta di Arthur Bloch: 
Il progresso non consiste nel rimpiazzare una teoria sbagliata con una giusta, ma nel rimpiazzare una teoria sbagliata con una sbagliata ma in maniera più sottile. Non attribuite mai alla sottigliezza quello che è sufficientemente spiegato dalla stupidità.

Giorgio Vitali    

mercoledì 27 aprile 2016

Sathya Sai Baba e l'attuazione del proprio dharma "ordinario"



L’umanità aspira per tendenza naturale ad uscire dalla sofferenza del mondo. L’attitudine fa parte del nostro DNA e il processo si chiama illuminazione.

L’uomo si pone numerosi interrogativi sul mistero della vita, ma non trova risposte e quando scopre che esiste qualcuno in grado di fornirle si precipita ai suoi piedi. Per nostra fortuna ogni tanto compare sul pianeta una guida capace di indicare la giusta strada per uscire dalla trappola il più in fretta possibile.

Non sempre la guida compare sul pianeta sotto forma di un grande condottiero spirituale. Mille personaggi, sotto le vesti di poeti e filosofi, confortano il genere umano lungo il pellegrinaggio della vita.

Queste guide – Sathya Sai Baba ne è stato un esempio – sono dotate di poteri straordinari unicamente per attirare la nostra curiosità. Sai Baba è stato chiaro: “I miracoli sono il mio biglietto da visita. Io vi do ciò che chiedete affinché un giorno mi chiediate ciò che sono venuto effettivamente a dare”.

Il ricercatore spirituale sa che il compito del maestro illuminato non è quello di risolvere i suoi problemi quotidiani con interventi eccezionali, ma di riportare a galla un insegnamento che si tramanda di generazione in generazione per conservare l’equilibrio dell’universo. L’equilibrio si mantiene semplicemente rispettando la Legge naturale del dharma.

Il ripristino del dharma, il fare ciò che va fatto in rapporto alla natura delle cose, è lo scopo della discesa sul pianeta delle grandi anime.

Questa convinzione induce a fare una considerazione. Che cos’è importante: il maestro che giunge per confortarci e guidarci oppure quello che insegna; i miracoli che compie per facilitare la nostra vita o i metodi per aderire alle verità metafisiche?

La risposta è scontata. Il maestro resta nel mondo cinquanta o cento anni, mentre il suo insegnamento sopravvivere diversi secoli. Chi ha la fortuna di vivere al tempo di una guida illuminata può sperare che egli lo accolga sul suo treno, ma chi non riuscirà a salire avrà, in ogni caso, l’opportunità di capire che cosa bisogna fare per vivere convenientemente la vita.

I discepoli che salirono sul treno del Buddha si realizzarono; coloro che restarono fedeli a Gesù, trovarono la via del Regno. Ogni maestro illuminato carica sul suo treno quanti più devoti può, ma non abbandona gli altri alla mercé del destino. L’insegnamento che lascia, infatti, in eredità al mondo conduce rapidamente alla meta.

Non si pensi dunque di doversi incollare ad un maestro o di doversi etichettare a tutti i costi col suo nome. Non è questo che Egli vuole e insiste: “Abbandonate il mio nome  la mia forma e puntate all’Assoluto”. All’Assoluto si punta riconoscendo che alla base della creazione c’è il Sé universale, che noi siamo quel Sé e che la sua legge si chiama dharma.

Che cos’è il dharma? Si tratta di una Legge cosmica che prevede ciò che deve essere fatto in modo naturale come risposta ad un evento. Può essere dunque definito come il naturale comportamento operativo di un individuo.

Il maestro discende dunque sul pianeta per indurre ogni uomo ad aderire alla Legge del dharma.

La  devozione ad un nome o ad una forma, qualunque essa sia  è del tutto secondaria.  Ciò che il maestro illuminato propone al di fuori del dharma serve, infatti, soltanto per rendere più appetitosa la colazione. I segnali colorati richiamano semplicemente l’attenzione dell’uomo verso una certa direzione, ma il maestro illuminato diventa universale soltanto quando in Lui riconosciamo la Legge naturale che fa della vita ciò che è.

Giancarlo Rosati


Fonte: http://redazionevita.altervista.org/listae.htm

martedì 26 aprile 2016

Dal Cairo un bel vaffanculo per l'Italia



Rania Yassen, giornalista per la tv saudita Al Arabiya, sostiene dal Cairo che l'omicidio di Giulio Regeni sia "un complotto internazionale" e che "l'Italia andasse a quel paese", visto che di morti simili è pieno il mondo e che noi, per mafia in testa, non possiamo impartire lezioni in materia a nessuno (https://www.youtube.com/watch?v=zfh6AZ7rFiE).

In effetti, visto pure quanto da me fatto notare già dal primo momento, il crescendo mediatico e politico della tragica esecuzione del giovane ricercatore e giornalista al Cairo ha assunto aspetti inusitati di cui non si comprende il vero fine.
Tralasciando i dubbi che continuo ad avere sul reale operato di Regeni in Egitto, mi ha molto colpito la posizione del governo italiano,una fermezza (a chiacchiere) mai usata in precedenza per nessuno dei poveri nostri connazionali ammazzati più o meno misteriosamente all'estero e rimasti "senza giustizia" e senza neppure "energiche proteste" verso i governi responsabili.


Per non citare Calipari (agente segreto doc),freddato da un americano a Baghdad per punire il pagamento del riscatto Sgrena,di appena mesi fa è lo stranissimo omicidio in Libia degli operai Piano e Failla, ammazzati da quei tagliagole libici che oggi costituiscono le "forze armate" del governo Sarraj... da noi riconosciuto ed imposto in Libia senza elezione alcuna. 
Per questi ultimi niente di niente... neppure uno striscione allo stadio e neanche una audizione alla Camera dei familiari.

Per Regeni, no... tutti mobilitati: da Amnesty a (udite,udite) BombObama!

Gli stessi (Renzi ed Obama per tutti) che hanno inneggiato al golpe di Al Sisi ed alla "democrazia" restaurata in Egitto (che ha provocato migliaia di morti, torture ed incarcerazioni) oggi pretendono "verità su Regeni" dal dittatore con cui (però) fanno affari d'oro...


Fermo restando che le "verità" si dovrebbero conoscere per Regeni e per chiunque altro, in patria e fuori, non credo proprio che il caso troverà mai una soluzione "vera"... impossibile che le autorità italiane (e dei paesi "alleati") non lo sappiano.


Ed allora? Quale è il fine di questo can can mediatico ? La caduta di Al Sisi? La guerra all'Egitto se non consegnerà i colpevoli?

Non estrarremo il gas che abbiamo trovato da quelle parti e non pagheremo le tangenti relative ? O cosa...? Non ho certo la pretesa di saper dare io una o più risposte....


Intuisco però che, tramite la giornalista egiziana,la prima vera indicazione è arrivata: "andate affanculo"!

Vedremo assieme cosa saremo capaci di fare in concreto e quale "verità" porteremo a casa.

Vincenzo Mannello 



venerdì 22 aprile 2016

Panama, da paradiso turistico a paradiso spionistico... (Ad usum USA)



Tutti sanno cos’è una matrioska. È una di quelle tipiche bambole russe che si compone di più pupazzette di varia dimensione, concentriche – diciamo così – che si collocano una all’interno dell’altra. All’esterno, l’involucro più grande, la “madre”. Al suo interno una bambola più piccola, che ne racchiude una ancora più piccola, e così via fino alla più piccola di tutte, il cosiddetto “seme”.
È un meccanismo ingenuo ma efficace: serve a presentare l’immagine esterna di una bambola-madre, ed a nascondere l’origine vera dell’oggetto, il “seme”. Un po’ come le “scatole cinesi”, e un po’ – anche – come certe notizie diffuse dalla grande stampa internazionale.

Prendete i cosiddetti Panama Papers, per esempio. Sono una “madre” formata da 11 milioni e mezzo (mica bruscolini!) di documenti riservati, che uno smaliziato haker avrebbe sottratto ai blindatissimi archivi dello studio legale panamense-israeliano Mossack Fonseca, per farli poi pervenire – bontà sua – all’International Consortium of Investigative Journalists.

Il Consorzio – con sede a Washington – è la seconda bambola della serie: è costituito da un pull di 165 giornalisti “d’inchiesta” appartenenti ad un centinaio fra le maggiori testate liberal americane ed europee. E, tuttavia, il Consorzio non è nato da uno spontaneo afflato cooperativistico di giornali e giornalisti, ma da un lungimirante impulso ricevuto nel 1997 dal Center for Public Integrity.
E siamo alla terza matrioska, americana anche questa. Il CPI è una specie di “esercito della salvezza” della politica internazionale, la cui missione ufficiale è di vigilare sugli abusi delle classi dirigenti del mondo intero. Naturalmente, nella loro immensa saggezza, i moralisti del Centro si riservano di decidere loro quali siano i “cattivi” da tenere d’occhio, da seguire con particolare attenzione, alla ricerca spasmodica di un qualunque indizio che ne riveli abusi o debolezze. In particolare, sono i loro analisti a stabilire chi governa in modo democratico e chi no. E nel mondo di oggi – si tenga presente – un sospetto di mancata democrazia può anche costare una rivoluzione “spontanea” modello Ukraina, o un esercito “liberatore” che si materializza dal nulla con tanto di carriarmati e di missili, come in Libia o in Siria.
Ma c’è una quarta bambola, il “seme”. O meglio – nella fattispecie – i “semi” che nel lontano 1989 finanziarono la nascita del Centro e che, a tutt’oggi, ne sono i principali supporter. Fra questi – apprendo dal prezioso blog di Giampaolo Rossi – il Rockfeller Fund e la Ford Foundation, due organizzazioni che sono note per rappresentare, oltre ai grandi poteri finanziari di Wall Street, anche storici e consolidati legami con il Dipartimento di Stato USA e con le “agenzie” che ne supportano l’azione. Ma c’è un terzo “seme”, fra gli altri, che a me sembra particolarmente significativo: è l’Open Society Foundations, organizzazione politico-filantropica che fa capo a Georges Soros, magnate americano (ma ebreo-ungherese d’origine) protagonista di alcune speculazioni finanziarie che hanno impoverito intere nazioni: ivi compresa l’Italia, vittima del suo attacco speculativo del 1992 che ci costò una svalutazione della lira del 30% ed una perdita valutaria di 48 miliardi di dollari. Questo fior di filantropo ha impiegato una parte dei suoi miliardi per sostenere certe strane “rivoluzioni colorate” in varie parti del globo, incurante dei rischi per la pace mondiale che potrebbero derivare da una politica di destabilizzazione generalizzata. L’ultimo suo pallino è l’Ukraina, da lui concepita come potenziale casus belli che potrebbe propiziare una guerra fra Russia ed Unione Europea:«I membri dell’Unione Europea sono dei paesi in guerra – ha dichiarato – ed essi devono cominciare ad agire come tali.» L’ultima sua bordata contro l’odiato Putin, il finanziere l’ha lanciata in una intervista al quotidiano inglese “The Guardian”, che – guarda caso – è stato una fra le maggiori casse di risonanza dell’affare dei Panama Papers. Come a dire: dalla madre al seme e dal seme alla madre. Come volevasi dimostrare.
Naturalmente, non occorre dire che tutta questa gigantesca operazione made in USA (a proposito, avete notato che non è coinvolto un solo nominativo americano?) aveva un obiettivo preciso: Vladimir Putin. Peccato che non siano riusciti a trovare neanche un file a suo nome, e che i giornalisti investigativi e filantropici abbiano dovuto ripiegare su personaggi “a lui vicini”; in particolare su un amico violoncellista, il quale sembra accantonasse fondi per comprare uno Stradivari ed altri preziosi strumenti da museo.
Intanto, pochi giorni fa, è stata resa pubblica la situazione patrimoniale del leader russo. Il suo stipendio è grosso modo equivalente a 10.000 euro al mese, diciamo la metà di quanto guadagna un deputato regionale siciliano. Case: può naturalmente contare su tutta la sterminata dotazione degli immobili pubblici che sono a disposizione del Presidente della Repubblica Russa, ma la sua residenza di riferimento è un’abitazione di 150 metri quadri, più o meno un quinto dell’attico di un cardinale romano.

Michele Rallo - ralmiche@gmail.com

Articolo collegato: 


P.S. Al referendum del 17 aprile 2016 il Quorum non è stato raggiunto (come ci si aspettava) ma risultato schiacciante: 86% di SI, 14% di NO. Puntuale la smargiassata del capo dei boy-scout, che canta vittoria per questo risultato, visto come beneaugurante in previsione del referendum di ottobre. Forse il Vispo Tereso dimentica che il referendum sulle sue miracolose riforme sarà confermativo e non abrogativo. Il che significa che non sarà necessario alcun quorum. Quindi con gli stessi numeri (considerato che gli astensionisti dovrebbero essere più o meno gli stessi) potrebbe prendere una tranvata da 86 a 14, essendo quindi costretto ad onorare la promessa di togliersi dalle balle. Contento lui... 

giovedì 21 aprile 2016

L'Iran ancora ostracizzato dagli USA (malgrado l'accordo sul nucleare)




Il Reportage


“Non è cambiato nulla: anche se l’accordo sul nucleare è stato firmato, le sanzioni sono di fatto ancora attive”. K., giovane businessman di Teheran, che sperava di riprendere in pieno la sua attività di import-export con la fine dell’embargo, mi spiega sconsolato che l’Iran è ancora emarginato dalla comunità internazionale e che la sua economia rimane ancora “azzoppata”. Era questa l’intenzione degli Stati Uniti - con Hillary Clinton quale segretaria di Stato - quando sono state varate le pesanti sanzioni finanziarie contro Teheran per rispondere alla minaccia del suo supposto programma nucleare bellico.

Di per sé, nei mesi scorsi e subito dopo la firma a Vienna degli accordi, molte delegazioni da Germania, Francia, Italia e tante altre si sono precipitate in Iran, allettate da un mercato di giovani, un Paese bisognoso di nuove infrastrutture, desideroso di superare il ritardo inflitto con le diverse sanzioni che durano da quasi 35 anni. Ma nulla si muove.


“Se una ditta vuole firmare un contratto con un partner iraniano – spiega K. -  ha bisogno del sostegno di una banca europea o americana; ha bisogno di copertura da parte di una compagnia assicuratrice, ma nessuno di loro si muove per timore che gli Stati Uniti blocchino le transazioni finanziarie”.

L’uso del dollaro

Il problema sta nel fatto che gli Stati Uniti non hanno ancora tolto le restrizioni perché l’Iran possa usare il dollaro nei suoi contratti internazionali. In tal modo, molte banche e compagnie europee temono che riprendere i rapporti economici con l’Iran le esponga a multe da milioni di dollari da parte degli Stati Uniti, come avvenuto diverse volte in passato.

Alcuni giorni fa il portavoce della Casa Bianca ha voluto precisare che l’accordo sul nucleare non implica l’obbligo per gli Stati Uniti di far rientrare in pieno l’Iran nella comunità economica internazionale e che negli accordi di Vienna non è precisato che la caduta delle sanzioni comprenda anche l’uso del dollaro nei rapporti fra banche non statunitensi e Teheran. L’accordo però prevede la caduta delle sanzioni anche finanziarie e il reintegro dei rapporti bancari della Repubblica islamica con il resto del mondo. Secondo diversi esperti, l’interpretazione ristretta di Washington è come minimo contraria allo spirito dell’accordo e coincide di fatto con un procrastinarsi dell’embargo.

Le cifre fredde non esprimono tutta la fatica vissuta dagli iraniani, una popolazione di quasi 80 milioni, col 50% al di sotto dei 35 anni. I giovani sono disoccupati per il 20% e molti sperano di poter emigrare per trovare un futuro. Ma anche per chi rimane la vita non è semplice: “Molte persone che conosco e io stesso – mi dice Hassan, 40 anni - siamo costretti a trovare due o tre lavori per riuscire a mantenere la famiglia. Io faccio l’impiegato di giorno e alla sera lavoro in una cooperativa di meccanici. Anche mia moglie è costretta a lavorare: di giorno fa l’insegnante e la sera fa la pasticciera, cercando di offrire quanto cucina in casa a diversi negozi di pasticceria”.

Teheran è diventata come New York, una “città che non dorme mai”. Per la metropoli negli Stati Uniti questo titolo è dovuto al suo essere una capitale del mondo globalizzato, un motore della finanza mondiale; invece Teheran è così perché soffre di isolamento e questa prigione finanziaria a cui la costringe l’occidente spinge la gente a correre qua e là alla ricerca di nuovi piccoli introiti che garantiscano almeno l’affitto, il mangiare, la scuola per i figli.

La rivincita dei conservatori

Nei giorni scorsi il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, si è recata a Teheran per migliorare la collaborazione fra Ue e Iran e per spingere la comunità internazionale (leggi: Stati Uniti) a facilitare i commerci. Ieri John Kerry, segretario di Stato Usa e Javad Zarif, ministro iraniano degli esteri si sono incontrati all’Onu a New York per studiare le vie di attuazione dell’accordo e affrettare l’effettiva caduta dell’embargo.

Il tempo stringe dal punto di vista umanitario e politico. Il successo di Zarif (e del presidente Hassan Rouhani) nella firma dell’accordo è stato coronato anche dal successo dei riformisti nelle elezioni parlamentari e nell’Assemblea degli esperti. Ma questo non è piaciuto né al grande ayatollah Alì Khamenei, né alle Guardie della rivoluzione, i conservatori che grazie all’embargo si sono appropriati di molti spazi e monopoli nell’economia iraniana. “Il ritorno dell’Iran come partner della comunità internazionale – spiega un giornalista - significa per essi una costrizione a tenere presente l’opinione pubblica e un accettare la concorrenza negli affari. Essi vogliono evitare entrambe le cose”.Proprio per questo, dopo i risultati delle elezioni, la grande guida Khamenei ha cominciato a sferrare attacchi contro l’accordo, contro l’attuale presidenza, contro i riformisti e gli “aperturisti” prendendo come spunto proprio il fatto che l’economia non è migliorata e che perciò l’accordo non serve a nulla. “Secondo me – continua il giornalista – Khamenei sta preparando il ritorno di Mahmud Ahmadinejad, l’ex presidente che ha rovinato i rapporti dell’Iran con la comunità internazionale grazie alle sue minacce guerriere contro il mondo e contro Israele. Alle prossime elezioni presidenziali nel 2017, Rouhani potrebbe non farcela a rinnovare il suo mandato”.

La strana alleanza

Sembra quasi che vi sia un’alleanza fra Stati Uniti e fondamentalisti iraniani nel voler affossare l’accordo sul nucleare. E quanto più tempo impiega Washington a sbloccare i rapporti con le banche, tanto più forte diventa l’ondata conservatrice. In questo modo, un Paese che ha immense ricchezze e potenziali di crescita, verrebbe ridotto ancora una volta a uno straccio, con la popolazione costretta a sopravvivere, mentre i duri si arricchiscono con l’embargo.

Il problema non è soltanto l’Iran. Da quando Rouhani è presidente, l’Iran ha potuto utilizzare gli strumenti della diplomazia facendo sentire la sua influenza benefica nei problemi medio-orientali, dal Libano, alla Siria, allo Yemen. E anche se l’Arabia saudita continua ad accusare Teheran di finanziare il terrorismo (nascondendo il suo sostegno ad Al Nusra e allo Stato islamico), le proposte di Teheran finora sono state molto più pacifiche, moderate e aperte sia sulla questione della presidenza in Libano, sia sui dialoghi di pace per la Siria a Ginevra, sia sui dialoghi fra Houthi e governo in Yemen. La politica saudita è perlomeno scomposta, oltre che più violenta: minaccia di ritirare i fondi bancari dal Libano; costringe a interrompere i dialoghi a Ginevra; continua l’escalation militare contro gli yemeniti, sostenendo tutte le dittature del Medio oriente, meno quella di Assad.

Continuando l’embargo gli Stati Uniti sembrano appoggiare questo tipo di situazione. Secondo un’esperta del Medio oriente, Shireen Hunter, vi sono alcune ipotesi che spiegano questo atteggiamento degli Usa. Il primo è che gli Stati Uniti sembrano voler mantenere un Paese instabile fino a che non vi sia un cambio totale di regime, o –  forse ancora meglio per alcuni Paesi dell’area – fino alla divisione e allo sbriciolamento dell’Iran.

Il secondo motivo è che un Iran in mano ai conservatori fa paura ai Paesi limitrofi, che in questi anni si sono precipitati a comprare armi da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Si calcola che negli ultimi 3-4 anni l’Arabia saudita abbia comprato dagli Usa armi per almeno 90 miliardi di dollari; senza parlare di quelle vendute a Qatar, Emirati, Iraq, ecc.

Su un punto però Usa e Iran concordano: sulla lotta a Daesh, allo Stato islamico, per la quale Washington ha chiesto di fatto, anche se in modo indiretto, l’aiuto di Teheran, forse unico partner nella regione efficace nella lotta contro l’estremismo sunnita che minaccia l’Iran e tutte le capitali del mondo.
Bernardo Cervellera

Stralcio  da AsiaNews 

mercoledì 20 aprile 2016

L'altra voce sulle "indulgenze" - De Missa pro Defunctis... a peso d'oro



Per quanto riguarda la questione delle cosiddette ‘indulgenze’ occorre fare delle dovute precisazioni con lo scopo di dissipare le troppe definizioni scorrette che ormai si sono stratificate nell’immaginario collettivo sia di coloro i quali si ritengono all’interno del CONTESTO DI FEDE CATTOLICO, sia di quanti, su basi razionaldeterminaliste sempre ne hanno fatto un pretesto a giustificazione della propria altrettanto fideistica ideologia, di stampo marxista o liberalista che fosse. Occorre riaffermare con chiara determinazione che, nel diritto canonico, non esiste nessuna prescrizione che preveda l’efficacia dal punto di vista spirituale di QUALUNQUE DAZIONE DI DENARO. 

L’infamante invenzione delle ‘indulgenze’ immesse sul mercato come TITOLI MONETIZZABILI operata da Leone X di comune accordo con i banchieri Fugger, a finanziamento della costruzione della Basilica di S. Pietro è pertanto da ritenersi OGGETTIVAMENTE come una ABERRAZIONE NELLA PRASSI A TUTTI GLI EFFETTI. Inutile ricordare che ciò costituì il pretesto per lo scatenarsi virulento della Riforma protestante, come conseguenza inevitabile dell’evoluzione-rivoluzione storica in atto già da tempo, sulla quale al momento è inutile soffermarsi. 

Occorre precisare che il diritto canonico, come qualunque altro codice di diritto ha una sua fonte del diritto precisa e determinata, ovvero LE SACRE SCRITTURE, ed in nessun caso può entrare in contrasto con queste come storicamente risultanti per l’evidente motivo che un codice non può né essere in contraddizione con se stesso né prescindere dalle sue proprie fonti. Ne consegue che qualsiasi fattispecie di contesto si pretenda giustificare al di fuori di tale logica, non abbia di fatto alcuna validità sostanziale, per quanto moralisticamente ed autoreferenzialmente tendano a giustificare la propria condotta coloro i quali tali contesti hanno tutto l’interesse di porre in atto. Il potere di remissione delle colpe, da non confondersi con quello della remissione delle relative pene, ha la sua legittimazione che deriva dal passo evangelico di Gv. 20, 23 «Quorum remiseritis peccata, remittuntur eis; et quorum retinueritis, retenta sunt» (a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi); potere conferito agli Apostoli e di conseguenza a tutti i vescovi e sacerdoti come successori di questi. Facoltà da non confondersi con quella attribuita direttamente al primo Pontefice S. Pietro e quindi ai suoi successori nel passo di Mt. l6, l9 «Et tibi dabo claves regni coelorum. Et quidcumque ligaveris super terram, erit ligatum et in coelis: et quodcumque solveris super terram, erit solutum et in coelis» (A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli), riguardante il potere di legittimare e delegittimare i vincoli di natura spirituale, la cui lista di pontefici (o presunti tali) che nella storia ne hanno fatto uso a fini politico-economici è notoriamente ben nota e documentata. Fatte queste doverose precisazioni, andiamo ora ad esporre chiaramente quale sia la applicazione concreta delle prescrizioni di carattere PURAMENTE SPIRITUALE, per coloro i quali, all’interno del CONTESTO DELLA FEDE CATTOLICA, vogliano fare realmente opera di pietà verso le anime dei loro cari defunti che (presumibilmente) si trovano in attesa di espiare le proprie colpe terrene sulla montagna sacra del Purgatorio. 

Per una più facile contestualizzazione visiva dell’argomento, ci rifaremo alle immagini descritte dal DIVINO POETA nella seconda cantica della sua opera con la quale “ha posto mano a cielo e terra”, citando alcuni versi quanto mai esplicativi di quanto descritto in precedenza). «… Vedi oggi mai se tu mi puoi far lieto, revelando a la mia buona Costanza come m'hai visto, e anco esto divieto; ché qui per quei di là molto s'avanza». [Pg. III, l42-145] Nella chiusa finale del canto, il personaggio di Manfredi prega il poeta di sollecitare i suoi parenti in vita a pregare in suffragio della sua anima in modo di abbreviare la sua permanenza in Purgatorio e la durezza della sua pena; non chiede quindi di effettuare NESSUN VERSAMENTO DI DENARO. « ché qui per quei di là molto s'avanza»: il verso riassume in maniera esaustiva la maniera corretta con cui il credente cattolico può usufruire della misericordia divina (quella concettualmente intesa come tale e non quella pretestuosamente sbandierata in funzione di pretesto giustificatorio dei propri scopi politico-economici) al fine di alleviare la sofferenza che i propri cari defunti patiscono nel Purgatorio, la quale, occorre ribadirlo, è di natura totalmente spirituale, ovvero il dolore tutto spirituale per la lontananza da Dio di cui solamente ora dopo la morte la loro anima non più gravata dell’ostacolo materiale delle passioni del corpo è in grado di avere coscienza. 

Per abbreviare ciò, la persona che voglia ottenere il suffragio per un defunto, può tramite la preghiera individuale, ottenerlo per questi e acquisire nel medesimo tempo meriti personali per mezzo di questa buona opera. Può inoltre ottenere suffragio tramite pratiche quali il digiuno (fisico e spirituale), la rinuncia a determinati piaceri e la pratica di tutte le virtù in generale. Può infine avvalersi, e questo è il tema principale a cui si riferisce tutto quanto premesso in precedenza, della celebrazione della S. Messa dedicata specificamente al defunto. 

QUESTA CELEBRAZIONE NON DEVE COMPORTARE ASSOLUTAMENTE DAZIONE DI DENARO ALCUNA. Assistendo alla celebrazione del rituale eucaristico con la dovuta devozione e con il sincero intendimento di dedicarlo alla salute dell’anima del defunto, si otterrà l’effetto che allo stesso tempo anche l’anima stessa sarà partecipe della celebrazione eucaristica traendone così tutti i benefici spirituali ad essa correlati. Per un ulteriore effetto liberatorio dalla pena, il fedele, ricevendo egli stesso, sempre con il medesimo intento e la dovuta devozione, il sacramento dell’Eucaristia, previa precedente ricezione del sacramento della Penitenza (in conformità al passo paolino “chi riceve il corpo del Signore in stato di peccato mangia e beve la propria condanna”); può ottenere il risultato che anche il defunto riceva i benefici privilegi spirituali del sacramento come se partecipasse al rito eucaristico egli stesso. Con quanto descritto si è inteso fare una doverosa chiarezza a scanso di tutti quegli equivoci che si sono venuti a sedimentare più o meno consapevolmente nell’immaginario collettivo (a cui molti sono razional-politicamente attaccati in maniera feroce per motivi ideologico-affettivi) in merito a quale sia realmente la corretta procedura prevista dalla Chiesa stessa in materia di suffragio ai defunti. Naturalmente con ciò non si ha la pretesa di erigersi su nessuna cattedra di teologia dogmatica e/o morale; materie difficili a gestirsi e la cui manipolazione prima e la volgarizzazione poi hanno portato inevitabilmente a tutte le mistificazioni, le strumentalizzazioni e le distorsioni operate lungo la storia fino a quelle tristemente attuali.

G. Bonconte Montefeltro - montefeltro@hotmail.it


Video musicale di accompagnamento alla lettura dell'articolo: https://www.youtube.com/watch?v=zRgt2SFrxD4

martedì 19 aprile 2016

Stupefacenti dichiarazioni su una diversa "realtà" dietro le forme apparenti e il silenziamento intenzionale della coscienza


“Sempre più persone si stanno risvegliando davanti a questa realtà nascosta e al fatto che tutto è informazione, informazione energetica.
Stiamo in un ‘campo d’informazione’ come lo chiama David Icke.
Mi azzardo a dire che siamo in una guerra di frequenze.
Mi piace moltissimo come David Icke parla della coscienza e il silenziamento intenzionale della coscienza, perché questo è ciò che sta succedendo.
Però, una cosa ho enfatizzato più volte e che, nonostante i controllori utilizzino tutto il loro impegno, che siano chemtrails o tutto il resto come la tecnologia scalare HAARP e ora il CERN, non possono fermare quest’affluenza di alta energia che scaturisce dal centro galattico.
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Non possono trattenere la crescente frequenza di questo pianeta e probabilmente di questo piano.
Credo che vada oltre questa galassia. Credo che la frequenza di tutto il piano galattico stia aumentando, quindi nonostante il loro grande impegno, non potranno trattenere questo processo.
E quello che i fisici convenzionali hanno scoperto, e nascosto, è che gli elementi normalmente stabili, come il carbonio 14, stanno dimostrando un deterioramento più veloce e, per usare termini di ‘Star Trek’, non siamo unità basati sul carbonio.
Questo significa che stiamo diventando più energetici, in modo che mentre evitiamo i transgenici, i vaccini e tutte queste cose, inevitabilmente ci convertiremo, sopratutto se cerchiamo di farlo coscientemente, in esseri con una vibrazione più elevata, e finalmente, diventare, ancora una volta, gli esseri quantici multidimensionali che eravamo prima.
considero che questo processo sia già in marcia in una parte considerevole della popolazione, e non sarà necessario che lo sperimentino una grande quantità di persone per produrre una reazione a catena.
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Credo che le cose sino già cambiate e il numero delle persone necessario per raggiungere questo livello di evoluzione spirituale-metafisica, e così cambiare le cose, è molto più ridotto di quello che pensiamo.
Come dicevo prima, realmente credo che questo processo sia già in marcia.
Per questo motivo, ora i controllori stanno facendo tutto ciò che possono.
Secondo me tutto quello che stanno facendo, è un atto di disperazione.
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Vorrei dire a tutti, che se recentemente avete attraversato un periodo in cui vi siete sentiti esausti o stanchi, come se le vostre palpebre pesassero una tonnellata, tutto questo fa parte di questa fase transitoria attraverso cui stiamo passando.
Queste intense frequenze ed energie cosmiche influenzano le persone in modo diverso, e a questo dobbiamo aggiungere CERN, HAARP, le onde scalari e tutto il resto.
Alcune persone stanno diventando molto irritabili, con problemi, a volte, a controllare i propri impulsi.
Si infastidiscono facilmente con le persone, le cose o gli animali, però semplicemente devono controllarsi e fare il necessario per centrarsi di nuovo, per recuperare l’armonia e l’equilibrio interno.
Evitate di stare vicino a persone negative e tossiche, per proteggere il vostro equilibrio, la vostra armoni e la vostra frequenza.
Si possono fare molte cose per mantenere l’equilibrio. Quando vi sentite un pò alterati o destabilizzati, semplicemente fate in modo che possiate recuperare l’equilibrio, questo non vi porterà vi molto tempo.
Tutto fa parte di questo processo transitorio attraverso il quale stiamo passando, non abbiate paura, questa fase di stanchezza e irritabilità passerà presto e potrete recuperare le forze.
Realmente, credo che il meglio stia per arrivare e tutti potranno curarsi e reintegrarsi più velocemente, a causa di questo processo energetico che stiamo passando e in cui si trova tutto il sistema solare.”
Sarà che scoprire e comprendere gli eventi energetici che stanno avvenendo nel nostro pianeta e nel sistema solare, nonostante tutti gli ostacoli che ‘Loro’ pongono, ci aiuterà ad evolvere internamente, ad essere più profondi e moderati, e così poterci preparare per tutto quello che ci aspetta ancora?
Allora, invece di lasciarci mettere i chip e robotizzare e perdere la nostra anima, non sarebbe meglio mettere tutto il nostro cuore per recuperare i nostri valori interiori umani, che sono l’unica cosa valida per far parte di questo processo energetico verso una nuova era di Luce?
Riassunto dell’ intervista con James Barthley (www.freemantv.com) a cura di Hackthematrix

Fonte: http://www.hackthematrix.it/?p=10197?p=10197

lunedì 18 aprile 2016

Mar Baltico - La solita storia... Gli USA s'insinuano in casa altrui ma se il proprietario chiede spiegazioni risulta essere lui l'aggressore

"E te pareva?... D'altronde succede anche in Italia, se un ladro viene beccato sul fatto, occorre chiedergli scusa per averlo sorpreso... mai e poi mai si potrà reagire contro il ladro, il quale è autorizzato a compiere i suoi misfatti dal diritto nazionale ed internazionale..." (P.D.A.)

Russia-wants-warsUna nave da guerra americana transita in acque europee, nel Mar Baltico, a 70 miglia nautiche dall’enclave russa di Kaliningrad, e siccome la sorvolano dei caccia russi – per sincerarsi delle intenzioni di quella nave, o anche solo per far capire “l’antifona” – la solita “stampa libera” occidentale titola: “Caccia russi a volo radente su nave Usa nel Baltico”, instillando automaticamente nel suddito euro-atlantico l’idea che è la Russia a “provocare” l’America, e non il contrario.
L’occhiello della “notizia” rincara la dose: “Pentagono: ‘profilo di un attacco simulato’”.
Che cosa ci faccia invece una nave da guerra degli Stati Uniti nei paraggi della Russia non costituisce mai argomento di riflessione, né per l’Ansa né per tutto il resto della cosiddetta “informazione”, tanto si dà per scontato che l’America possa far scorazzare le sue armate – di terra, del mare e dell’aria! – ovunque, senza chiedere il permesso a nessuno, ed anzi gridando allo scandalo se chi scorge alle porte gente non propriamente benintenzionata si attiva per evitare il peggio e per ribadire che non sta lì a farsi prendere per i fondelli.
Invece no, è la “guerrafondaia” Russia (mentre l’America, dalla sua fondazione, ha scatenato centinaia di guerre…) a cercare il casus belli, a minacciare la “pace mondiale” e via mistificando.
Ribaltare in questo modo la frittata è tipico di certa “propaganda” vituperata e ridicolizzata per decenni, ma quando a questo vecchio trucco ricorre il Comando delle Forze Aeree Usa in Europa, a parte il fatto che nessuno si chiede seriamente perché esista un simile “comando” a casa nostra, tutti questi manovali dell’imbonimento collettivo scattano sull’attenti e danno voce a chi – colmo della faccia tosta – invoca il rispetto di “norme professionali” quando è arcinoto che è il primo a non rispettare niente e nessuno (I’m the Law: “Io sono la Legge”).
 Di questo passo, se non interverrà un salutare risveglio nelle coscienze di questi ‘pifferai’ realizzando che mentire sistematicamente non fa bene, finirà che il semplice starsene dove ci si trova, e cioè sulla propria terra, e non permettere l’andirivieni di mezzi militari, spie e provocatori stranieri di ogni sorta, sarà equiparato ad un “atto ostile”, con la conseguenza che una guerra d’immani proporzioni sarà scatenata per il fatto che la Russia non ha inteso calarsi le braghe e sventolare bandiera bianca così come l’America vorrebbe.
In tutta questa situazione sinceramente assurda, penosa e disgustosa, l’unico elemento ottimistico, oltre alla suddetta indisponibilità russa a farsi mettere sotto, sembra essere rappresentato da una crescente opinione pubblica europea favorevole a Mosca. Una corrente d’opinione che non si beve più le frottole americane e che vede nella Russia, più che la “minaccia” tanto sbandierata, una “possibilità” e finanche un alleato contro i peggiori disastri in atto e quelli ancor più temibili che si profilano all’orizzonte.
 Enrico Galoppini
(Fonte:  )

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Integrazione di V.V.

"Gli Stati Uniti hanno esercitato pressione militare sulla Russia dopo aver inviato il cacciatorpediniere “Donald Cook” verso la regione di Kaliningrad: la Federazione Russa prenderà tutte le precauzioni per prevenire i tentativi di usare la forza militare, ha dichiarato il rappresentante permanente della Russia presso la NATO Alexander Grushko.
"La domanda è, qual era il compito del cacciatorpediniere "Donald Cook", che navigava vicino Kaliningrad?
Riuscite ad immaginarvi una nave dotata di missili da crociera con una gittata di 2.500 chilometri, capaci di trasportare una testata nucleare, da qualche parte a largo di New York o del Golfo del Messico?

Non si relaziona ad attività militari, ma è un tentativo di esercitare una pressione militare sulla Russia. Penso che la gente seria capisca che prenderemo tutte le precauzioni necessarie, che compensino il tentativo di usare la forza militare," — ha detto ai giornalisti Grushko, commentando l'episodio avvenuto la scorsa settimana nel Mar Baltico."

domenica 17 aprile 2016

Il libro degli insegnamenti di Lao Tzu - Recensione




"Gli aforismi che seguono sono tratti da "Il libro degli insegnamenti di Lao Tzu",  un testo purtroppo non più ristampato e, secondo me, fondamentale al pari di "L'arte della guerra di Shun-tzu", scritto da Thomas Cleary.  Leggendoli sono certo che scatteranno nella vostra mente un sacco di associazioni." (Nando Mascioli)

Lao-tzu disse:
Esistono tre tipi di morte innaturale.
Se bevi e mangi smodatamente e tratti il corpo distrattamente e grossolanamente,allora la malattia ti ucciderà.
Se sei smisuratamente avido e ambizioso,allora sarai ucciso dalle preoccupazioni.
Se permetti che piccoli gruppi vìolino i diritti delle masse e che il debole sia oppresso dal forte,allora ti uccideranno le armi.


Lao-tzu disse:
Quando le leggi sono intricate e le punizioni severe,allora il popolo diventa infido.Quando chi sta in alto ha molti interessi,chi sta in basso assume molte pose.
Quando si cerca molto , si ottiene poco.Quando le proibizioni sono molte, si combina poco.
Lasciare che gli interessi producano altri interessi,e poi utilizzare gli interessi per fermare gli interessi,è come brandire il fuoco cercando di non bruciare niente.
Lasciare che la conoscenza produca problemi,e poi usare la conoscenza per risolverli,è come agitare l'acqua sperando di chiarificarla.


Lao-tzu disse:
Quando un paese combatte ripetute guerre e ottiene ripetute vittorie, perirà.Quando combatte ripetute guerre, il popolo si logora:quando ottiene ripetute vittorie, i capi diventano arroganti.Se capi arroganti utilizzano popoli logorati,quali paesi non periranno ?
Quando i capi , si fanno gaudenti,e quando diventano gaudenti,dilapidano ricchezze.
Quando il popolo si stanca si riempie di risentimento,e quando è pieno di risentimento smarrisce il proprio equilibrio.Quando governanti e governati raggiungono simili estremi la distruzione è inevitabile.
Pertanto, la Via della Natura richiede di ritirarsi quando si è svolto il proprio compito con successo.




sabato 16 aprile 2016

Per un nuovo Natale di Roma, dal 21 aprile al 1 maggio 2016



PROGRAMMA: 
21 aprile 2016, ore 9.00 e seguenti – Consorzio Meglio Insieme – Pulizia in sponda sinistra del Tevere a monte e a valle dello sbocco della Cloaca Massima, dall’altezza dell’Isola Tiberina in direzione di Ponte Sublicio (con possibile prolungamento all’indomani) 21 aprile 2016, ore 14.30 – Conferenza Stampa sulla serie di eventi presso Piazza di San Bartolomeo all’Isola n°22 (già luogo di costituzione dell’“Assemblea di Fiume del Tevere”) – Dibattito e breve Assemblea di Fiume con la presenza della Presidente del Municipio Roma I Centro, Sabrina Alfonsi. Al termine (ore 15.30 circa), presentazione de <>, con inediti dall’archivio della Fondazione Giuseppe Garibaldi (disegni originali per le opere idrauliche, schemi esplicativi della Legge, immagini del Tevere prima dei lavori degli attuali Muraglioni) 

21 aprile 2016 – Associazione Isola Tiberina – Apertura straordinaria per tutto il giorno della Basilica di San Bartolomeo all’Isola 21 aprile 2016, ore 15.00 – E.R.I.C.A. soc. coop. – Conferenza Stampa di presentazione di “Keep Clean and Run”, evento centrale nazionale dello “European Clean Up Day”, presso Spazio Europa, Rappresentanza UE in Italia, via IV Novembre 149 (l’iniziativa si concluderà il 6 maggio con passaggio dei podisti lungo il Tevere indicativamente da Ponte Vittorio Emanuele II fino all’Isola Tiberina, per poi proseguire ai Fori Imperiali fino al Circo Massimo e alla sede FAO – una rappresentanza del gruppo dei podisti parteciperà alla pulizia spondale) 

21 aprile 2016, Foce del Tevere al tramonto (in contemporanea con l’inaugurazione di “Triumphs and Laments” di William Kentridge fra Ponte Mazzini e Ponte Sisto) – Iniziativa popolare nell’ambito dell’“Assemblea di Fiume” – Consegna di stele dedicata a Rutilio Namaziano, fiaccolata di candele con gli abitanti della Foce, processione di barche 22 aprile 2016, ore 11.00 e seguenti – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche – Prelievi di acqua del Tevere a Roma e analisi in sito a carattere chimico analitico 

22 aprile 2016, ore 15.30-19.00 – FIDAF, SIGEA, ARDSAF, Consiglio Agronomi e Forestali di Roma, Convegno presso Sala “Medici” della FIDAF, Via Livenza 6 

23 aprile 2016 – Partenza da Città di Castello (PG) della XXXVII edizione della Discesa Internazionale del Tevere, con arrivo a Roma dopo nove giorni in canoa, in bici ed a piedi 26 aprile 2016, ore 17.00 – Centro Studi sul moderno inaugura la riedizione straordinaria della mostra, frutto della collaborazione tra l’Osservatorio sul moderno a Roma del Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma e Musei d’Arte Medievale e Moderna di Roma Capitale alla “CASA DELLA CITTA’” di Roma Capitale in via della Moletta 85 

28 aprile 2016, ore 16-18.30 – Ecole Française de Rome – II° incontro del Seminario Permanente “Roma, Tevere, Litorale: 3000 anni di storia, le sfide del futuro”, a Piazza Navona 62, su “Il Tevere e i Muraglioni: arte e scienza nelle prospettive di valorizzazione della storia della Città”, ampiamente dedicato all’opera “Triumphs and Laments” di William Kentridge, promossa da Tevereterno Onlus e inaugurata il 21 aprile 30 Aprile 2016, ore 15.00 – Presso la Sede della Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa – Incontro sulle esperienze partecipative dei Contratti di Fiume del Bacino del Tevere, con interventi su Almone, Aniene, Tevere Fine Aprile 2016 – Uscita on-line, nuovo format editoriale dell’Associazione Idrotecnica Italiana 

1 maggio 2016 – In coincidenza con l’arrivo della Discesa Internazionale del Tevere a Roma, attraversamento di tutta la città lungo il corso del fiume, in canoa, sup, bici e a piedi 

Comunicazione: Consorzio Tiberina – mail tiberina@unpontesultevere.com – cell. 3395852777

venerdì 15 aprile 2016

Basta un piccolo sì... Per mandare a fanciullo renzie


Il referendum – si sa – è un istituto giuridico di “democrazia diretta”, cioè di democrazia vera. Consiste nel chiedere direttamente al corpo elettorale di pronunziarsi su questioni di primaria importanza. Ciò per evitare che su tali materie gli eletti del popolo possano decidere in difformità con il sentire di quanti li hanno incaricati di rappresentarli.

E siccome democrazia significa potere (cratos) del popolo (demos), ecco che il referendum si incarica di rimettere le cose a posto, dando priorità alla volontà degli elettori rispetto a quella degli eletti. Naturalmente, non sempre gli eletti gradiscono, perché ciò viene a privarli della possibilità di esercitare il loro potere nel modo più libero e incontrollato. Ciò spiega il motivo dei tanti ostacoli che – in maniera più o meno aperta – la classe politica ha sempre posto al ricorso a questa elementare manifestazione di democrazia.

Per quanto riguarda l’Italia, in particolare, già “la Costituzione più bella del mondo” limita fortemente l’uso dei referendum: sia escludendo aprioristicamente determinate materie (fisco e trattati internazionali); sia ammettendo soltanto referendum abrogativi (è il caso del referendum di domenica prossima, che chiede di cancellare un provvedimento legislativo già approvato) ed escludendo ogni formula propositiva.

Ma non è tutto. Perché gran parte della classe dirigente ha sistematicamente sabotato il ricorso ai referendum abrogativi, soprattutto quando era chiaro che la volontà del corpo elettorale era contraria a quella del ceto politico. L’arma più usata per evitare di dover obbedire alla volontà popolare è stata – da sempre – quella del quorum. La legge italiana, infatti, prevede che un referendum sia valido solo se si è recata alle urne la metà più uno del corpo elettorale. Norma, questa, chiaramente anacronistica. Poteva avere un senso fino a qualche decennio fa, quando la gente votava in massa alle elezioni di ogni ordine e grado. Non certo ora, con un astensionismo fortissimo ed in crescita continua. Alle elezioni nazionali del 1976 andò a votare il 93% del corpo elettorale. Adesso – dato delle europee del 2014 – ad onorare le urne è stato soltanto il 57% degli aventi diritto; percentuale che si riduce ulteriormente se depurata dai numerosi voti bianchi o nulli.

In un contesto del genere è quasi impossibile che un qualunque referendum possa ottenere una partecipazione superiore al 50%. Ecco, così, un aiutino calato dal cielo per chi sa di essere perdente: basta invitare a disertare le urne o ad “andare al mare” per essere quasi certi di bypassare il giudizio popolare.

Naturalmente, nessuno di quei signori ammetterà mai di aver voluto continuare a governare in modo palesemente antidemocratico. Anzi, diranno che il tale referendum non si sarebbe mai dovuto fare, perché il mancato raggiungimento del quorum dimostra che la maggioranza degli italiani non è interessata alla specifica materia. Bugìa pietosa: la maggioranza degli italiani – più semplicemente – non crede più nella politica e, sbagliando, delega a chi va a votare la responsabilità di decidere per tutti. Il rimedio – chiaramente – non è non fare i referendum, ma ridurre il quorum richiesto ad una percentuale ragionevole: oggi, non più del 35-40%.

D’altro canto – se non ricordo male – in tutti gli altri Stati dell’Unione Europea il quorum per la validità dei referendum è assai più basso che in Italia. A proposito: in Olanda – dove il quorum richiesto è del 30% – si è svolto la settimana scorsa un referendum sull’allargamento mascherato dell’UE all’Ukraina; allargamento che avrebbe aperto le porte dell’Europa a milioni di migranti ukraini, in fuga da una situazione economica disastrosa dopo che il Paese è stato trasformato in un avamposto militare anti-russo. Ebbene, gli olandesi hanno detto “no” con una percentuale schiacciante (vicina ai due terzi) sbugiardando la politica eurodipendente e filoamericana del governo dell’Aja. Naturalmente, gli organi d’informazione italiani si sono ben guardati dal dare risalto all’evento, ma secondo molti osservatori internazionali questo potrebbe essere il primo de profundis per l’Europa, che probabilmente favorirà la vittoria dei “si” ad un altro referendum, quello che da qui a qualche mese deciderà dell’eventuale uscita dell’Inghilterra dall’Unione.

Ma torniamo all’Italia e al referendum di domenica 17 aprile 2016. Dunque, è evidente che gli italiani sono contrari alla politica petrolifera (si fa per dire) del governo Renzi; sono contrari ad “affittare” pezzi di territorio nazionale agli stranieri perché si prendano il petrolio (poco) e ci lascino i dissesti ambientali (molti); sono contrari a mettere in pericolo l’immenso patrimonio naturale dei nostri mari a fronte di pochi spiccioli di royalties; sono contrari a puntare ancòra su fonti energetiche vecchie, inquinanti e sempre meno redditizie, mentre l’Italia ha a disposizione immense risorse naturali da poter utilizzare per la produzione di energie rinnovabili, non inquinanti, a costi irrisori e – cosa da non sottovalutare – in grado di generare una occupazione dieci volte superiore a quella impiegata nel settore delle fonti fossili.

Quale sia l’opinione degli italiani – dicevo – è evidente. Così come è evidente che quel mattacchione che ci ritroviamo alla Presidenza del Consiglio vuole continuare a governare come meglio gli aggrada. È per questo che invita gli italiani a non andare a votare domenica prossima. Perché sa che il voto sarà nettamente contrario alla sua linea.

Ecco un altro buon motivo per andare a votare domenica: per assestare un primo colpo alla Total e a Renzi insieme. Un po’ come hanno fatto in Olanda l’altro giorno: con un solo voto hanno mandato "a fanciullo" l’Europa, il governo, gli americani e l’immigrazione.

Sarebbe bene che anche noi italiani cominciassimo ad usare al meglio l’arma del voto. Anche perché è la sola arma che ci è rimasta.
E ricordiamoci che questo è un referendum abrogativo: per dire NO a Renzi e alle multinazionali, dobbiamo votare SI.

Michele Rallo  - ralmiche@gmail.com