Le
forze siriane ristabiliscono l'ordine nell'importante città di Homs, in
queste settimane, assieme ad altre importanti avanzate nel resto della
Siria. I terroristi circondati e malridotti sono demoralizzati e hanno
anche cominciato ad attaccarsi a vicenda nel tentativo dei loro mandanti
stranieri di riprendere l'iniziativa, fallendo completamente in termini
diplomatici e strategici. La città occidentale di Homs, terza città
della Siria vicina al confine libanese-siriano, è stata teatro di uno
dei diversi importanti campi di battaglia tra terroristi stranieri e
forze di sicurezza siriane, negli ultimi 3 anni.
I militanti furono
armati e schierati contro la Siria dal territorio libanese, sotto gli
auspici della fazione politica Hariri-Siniora, già nel 2007, anni prima
della cosiddetta "primavera araba". Il giornalista vincitore del premio Pulitzer Seymour Hersh ha affermato, nel suo approfondito articolo del 2007 "The Redirection", che: “Gli
Stati Uniti hanno anche sostenuto clandestinamente il governo Siniora,
secondo l'ex-alto funzionario dell'intelligence e consulente del governo
degli Stati Uniti. "Programmiamo di migliorare la capacità dei sunniti
di resistere all'influenza sciita, e distribuiamo più denaro possibile",
ha detto l'ex alto funzionario dell'intelligence”. L'articolo inoltre precisava: “Funzionari
statunitensi, europei e arabi con cui ho parlato mi hanno detto che il
governo Siniora e i suoi alleati avevano permesso che qualche aiuto
finisse agli emergenti gruppi radicali sunniti nel nord del Libano,
nella Valle della Biqa e nei campi profughi palestinesi nel sud. Tali
gruppi, anche se piccoli, sono visti come un baluardo contro Hezbollah;
allo stesso tempo hanno legami ideologici con al-Qaida”. È
evidente che questi terroristi, ospitati dai libanesi e finanziati dagli
occidentali, sono la spina dorsale di una delle tre principali
infiltrazioni straniere in territorio siriano, le altre avvengono dalla
Giordania nella città siriana di Dara e dalla Turchia nella città di
Aleppo. Homs, tuttavia, geograficamente può trarre vantaggio dalla
logistica dal nord del Libano nonché dalle reti terroristiche basate in
Turchia a nord. Se la forza dei terroristi a Homs declina, indicherebbe
non il collasso di uno, ma di due fronti terroristici e la volontà di
ritirarsi dei loro patroni occidentali e arabi. Nel caso Homs sia
finalmente liberata dall'occupazione dei terroristi, significherebbe un
cambiamento molto più ampio a favore della Siria, ripristinando l'ordine
nel resto della nazione.
L'Esercito di leva arabo siriano libera Homs
Homs è stata spacciata dai media occidentali come la capitale simbolica della cosiddetta "rivoluzione". La sua liberazione da parte dell'Esercito arabo siriano è quindi non solo una vittoria tattica e strategica, ma un'immensa vittoria psicologica e politica di Damasco. Nelle ultime settimane, la vittoria è visibilmente alla portata di Damasco. Migliaia di civili e combattenti hanno avuto il permesso di lasciare la città vecchia di Homs, lasciandosi dietro una manciata circondata di malridotti combattenti. Nonostante un breve tentativo dei media occidentali di spacciare una "controffensiva" in città, ora ammettono il crollo delle forze terroristiche a Homs. L'Associated Press nell'articolo "I ribelli siriani nell'ultima resistenza ad Homs", riferisce che: “I ribelli siriani compiono un'ultima disperata resistenza a Homs, contro le forze fedeli al Presidente Bashar al-Assad che lanciano l'assalto più duro per espellerli dalla città, una volta conosciuta come capitale della rivoluzione. Alcune centinaia di ribelli rimasti in città, nel centro del Paese, parlano di resa, secondo gli attivisti dell'opposizione. Altri hanno risposto con autobombe suicide nei distretti sotto il controllo del governo. Alcuni combattenti attaccano i compagni sospettati di diserzione, spingendoli in battaglia. "Ci aspettiamo che Homs cada", ha detto un attivista. "Nei prossimi giorni, potrebbe essere sotto il controllo del regime". L'avanzata ad Homs si rispecchia altrove nel Paese mentre la guerra segreta dell'occidente contro la Siria lentamente svanisce irreversibilmente, un processo iniziato ai primi del 2013 con i terroristi efficacemente contrastati da Damasco a Dara e lungo i confini con il Libano.
Homs è stata spacciata dai media occidentali come la capitale simbolica della cosiddetta "rivoluzione". La sua liberazione da parte dell'Esercito arabo siriano è quindi non solo una vittoria tattica e strategica, ma un'immensa vittoria psicologica e politica di Damasco. Nelle ultime settimane, la vittoria è visibilmente alla portata di Damasco. Migliaia di civili e combattenti hanno avuto il permesso di lasciare la città vecchia di Homs, lasciandosi dietro una manciata circondata di malridotti combattenti. Nonostante un breve tentativo dei media occidentali di spacciare una "controffensiva" in città, ora ammettono il crollo delle forze terroristiche a Homs. L'Associated Press nell'articolo "I ribelli siriani nell'ultima resistenza ad Homs", riferisce che: “I ribelli siriani compiono un'ultima disperata resistenza a Homs, contro le forze fedeli al Presidente Bashar al-Assad che lanciano l'assalto più duro per espellerli dalla città, una volta conosciuta come capitale della rivoluzione. Alcune centinaia di ribelli rimasti in città, nel centro del Paese, parlano di resa, secondo gli attivisti dell'opposizione. Altri hanno risposto con autobombe suicide nei distretti sotto il controllo del governo. Alcuni combattenti attaccano i compagni sospettati di diserzione, spingendoli in battaglia. "Ci aspettiamo che Homs cada", ha detto un attivista. "Nei prossimi giorni, potrebbe essere sotto il controllo del regime". L'avanzata ad Homs si rispecchia altrove nel Paese mentre la guerra segreta dell'occidente contro la Siria lentamente svanisce irreversibilmente, un processo iniziato ai primi del 2013 con i terroristi efficacemente contrastati da Damasco a Dara e lungo i confini con il Libano.
La sconfitta della guerra segreta dell'occidente ad Homs ne riflette il declino generale
Le recenti rivelazioni sull'attacco chimico dell'agosto 2013 a Damasco, in realtà effettuato dalla NATO e dai suoi partner arabi, svela fino a che punto tale collasso sia avanzato. Il fallimento dell'attacco per giustificare l'intervento militare occidentale diretto, indica un problema molto più serio per l'occidente, la credibilità in collasso della sua agenda dalla Siria all'Iran, all'Europa orientale come l'Ucraina, e ai tentativi del "pivot" verso l'Asia. Con i fantocci terroristici dell'occidente spazzati via una città dopo l'altra in tutta la Siria, la già formidabile macchina di supporto occidentale ora sembra impotente, e le opzioni sono sempre più limitate non solo in Siria, ma in tutto il Medio Oriente e oltre. Un recente articolo del New York Times intitolato "Homs è la svolta della futura Siria", indica come l'occidente gestirà la sua inevitabile sconfitta in Siria. Sconfessa il ruolo di primo piano che l'occidente e i partner arabi hanno giocato finanziando, amando e addestrando i terroristi infiltrati ai confini della Siria, alimentando volutamente il conflitto distruttivo che ha devastato città come Homs. Si cerca inoltre di proporre una ricostruzione della Siria che includa l'opposizione filo-occidentale che ha scatenato il conflitto, mortale e costoso, per conto dei suoi mandanti esteri e dei loro piani di cambio di regime, nell'ambito del desiderato riordino geopolitico regionale.
Le recenti rivelazioni sull'attacco chimico dell'agosto 2013 a Damasco, in realtà effettuato dalla NATO e dai suoi partner arabi, svela fino a che punto tale collasso sia avanzato. Il fallimento dell'attacco per giustificare l'intervento militare occidentale diretto, indica un problema molto più serio per l'occidente, la credibilità in collasso della sua agenda dalla Siria all'Iran, all'Europa orientale come l'Ucraina, e ai tentativi del "pivot" verso l'Asia. Con i fantocci terroristici dell'occidente spazzati via una città dopo l'altra in tutta la Siria, la già formidabile macchina di supporto occidentale ora sembra impotente, e le opzioni sono sempre più limitate non solo in Siria, ma in tutto il Medio Oriente e oltre. Un recente articolo del New York Times intitolato "Homs è la svolta della futura Siria", indica come l'occidente gestirà la sua inevitabile sconfitta in Siria. Sconfessa il ruolo di primo piano che l'occidente e i partner arabi hanno giocato finanziando, amando e addestrando i terroristi infiltrati ai confini della Siria, alimentando volutamente il conflitto distruttivo che ha devastato città come Homs. Si cerca inoltre di proporre una ricostruzione della Siria che includa l'opposizione filo-occidentale che ha scatenato il conflitto, mortale e costoso, per conto dei suoi mandanti esteri e dei loro piani di cambio di regime, nell'ambito del desiderato riordino geopolitico regionale.
Per la Siria e i suoi
alleati, comunque a prescindere dai racconti dei media occidentali
sposati dai politicanti occidentali, il processo di ricostruzione e
riconciliazione sarà interamente deciso da loro. Tali ricostruzione e
riconciliazione molto probabilmente riflettono la pazienza e la
perseveranza dimostrata negli ultimi tre anni di sovversione,
provocazioni e guerra occidentale inflitte alla nazione mediorientale
assediata.
Tony Cartalucci "New Oriental Outlook".
Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora
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