martedì 19 novembre 2013

Fine del mondo o fine della tecnologia?




Ante scripum
"...speriamo si avveri l' intuizione dello scrittore tedesco Ernst Junger , che " la TeKnica è destinata a estinguersi..." . Però certe forze che si dicono "antimoderne" non dovrebbero, poi appoggiare gli scempi... ipertecnologici (Ponte sullo Stretto, TAV, etc.), prendendosela con chi li contesta e liquidandoli subito  come anarchici o "comunisti" . Non dimentichiamo che anche nella BASE LEGHISTA c'è chi si oppone alla TAV in Val Susa, e che persino il partitino "Democrazia Cristiana" di Pizzo, che pure appoggia il PDL, è CONTRO LA TAV! La lotta contro gli scempi tecnologici deve essere coerentemente TRASVERSALE (Gianni Donaudi)"



Come si estinguerà il genere umano? Macchè catastrofi, il rischio è la tecnologia

Come si estinguerà il genere umano? Non pensate a guerre nucleari, a nuove malattie ribelli alle cure mediche o a tutto l’ampio armamentario di incubi e catastrofi che solitamente popola il pensiero del futuro collettivo.
Il rischio, il vero rischio, sta nelle tecnologie sempre più complesse: manipolazioni genetiche (e il riferimento non è solo agli Ogm), vita sinteticananomateriali, intelligenza artificiale.

Esse sono potenzialmente gravide di effetti collaterali sconosciuti o anche di meriimprevisti che non siamo in grado di gestire e che possono produrre effetti acatena: dunque il rischio di estinzione graverà sull’Homo cosiddetto sapiens finchè egli non riuscirà a maneggiare con sicurezza e piena cognizione di causa la complessità tecnologica in cui è immerso.
Ridotta ai minimi termini, è la conclusione cui è giunto il gruppo di ricercatori inglesi “Future of humanity institute” che fa capo alla prestigiosa Università di Oxford.

E’ contenuta in saggio a firma di Nick Bostrom, il direttore dell’istituto, messo on line da pochi giorni: fra l’altro fa fa giustamente notare come sulle riviste scientifiche si parli spesso di insetti dannosi e perfino dei rischi legati alla pratica dello snowboard ma praticamente mai dei rischi per la sopravvivenza del genere umano e della loro auspicabilissima mitigazione.

La ricerca si intitola “Existential risk prevention as global priority” ed è stata approvata per la pubblicazione (anche se non ancora pubblicata) dalla rivista Global Policy.
Il succo di pagine e pagine di ragionamenti densi di citazioni è in uno schemino che l’autore ha inserito verso la fine del lavoro: io mi sono limitata a tradurre le poche scritte in italiano.



Il razzo che indica la nostra posizione attuale ha appena varcato la soglia del cubetto tratteggiato a sinistra: quest’ultimo rappresenta l’ambito tecnologico entro cui, fino poco tempo fa, l’uomo ha potuto e saputo muoversi in sicurezza, senza il pericolo che nulla di veramente grave sfuggisse di mano.
C’è molta strada da fare per arrivare ad una maturità tecnologica che porterà di nuovo con sè la sicurezza. Un’immagine (che non figura nel saggio) rende bene secondo me le caratteristiche del cammino per raggiungerla: sono le antiche carte geografiche nelle quali gli spazi inesplorati dell’Africa venivano lasciati in bianco con la scritta “Hic sunt leones”.

Le Bbc News hanno pubblicato un bel servizio di approfondimento, dando la parola a vari esperti del “Future of humanity institute”

Due delle loro frasi mi sembrano illuminanti: l’immatura complessità tecnologica su cui si basa il nostro mondo è come un’arma data in mano a un bambino; i rischi sono molto reali, e non solo teorici, come si constata anche solo quando un sistema informativo che presiede a grandi operazioni finanziarie va in titl e innesca una reazione a catena di vendite mandando i mercati in panico e in profondo rosso.

(Fonte: http://blogeko.iljournal.it/)

L’immagine piccola è di Erepublik

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