venerdì 18 ottobre 2013

Perché siamo così ipocriti sulla guerra? Chiedetelo a Boeing, Loocked Martin, General Dynamics, Northrop Grumman, Monsanto....




"Il motivo della guerra meno confessabile é anche quello più ovvio:
gli affari. La seconda risposta è quindi altrettanto ovvia:
l'ipocrisia favorisce gli affari, e la guerra é un grosso affare. Non
è più un affare di stato, come diceva Sun Tzu, o un affare tra stati,
come diceva Rousseau, o la prosecuzione della politica degli stati,
come diceva Clausewitz: la guerra é una questione di profitto, e gli
stati sono al servizio dei grandi affari, mettendo a disposizione le
risorse pubbliche e dando copertura all'uso della forza [diciamo
meglio: sanguinaria violenza efferata, ndr]. ...... Ma l'affare della
guerra non può finire presto e neppure far risparmiare. Se quindi la
menzogna risolve il problema di come iniziare una guerra, l'ipocrisia,
che ne nasconde i veri scopi, permette di trasformarla in un grosso
affare che duri all'infinito e che soddisfi coloro che traggono
profitto sia dai combattimenti che dalle speculazioni postbelliche"
(Fabio Mini, generale Nato, in "Perché siamo così ipocriti sulla
guerra?", Chiarelettere Edizioni, Milano, 2012).

Ecco una di quelle semplici verità di fatto, suffragata oltretutto dai
dati numerici precisi forniti riguardo gli enormi profitti delle
multinazionali di guerra (Boeing, Loocked Martin, General Dynamics,
Northrop Grumman, Monsanto..........), a demolire come uno stupido
castello di carta tutte le filosofie dello stato impiegate malamente
per conservare l'idolatria del male: ovvero dell'esercizio senza
limiti di violenza impunita degli eserciti impiegati come carne da
macello (attivo e passivo) nello stragismo di massa di ogni colore
politico. I sedicenti "democratici" della partitocrazia golpista
secondorepubblichina hanno tutti, non uno escluso, cooperato a
reiterare finora 22 anni di massacri, devastazioni, terrorismo e
distruzioni contro Irakeni, Jugoslavi, Somali, Afghani, Libici.
Sono le sanguinarie facce patibolari del macabro teatrino parlamentare
che ogni giorno vengono spiattellate sui quotidiani e nei telegiornali
che, sa dio perché, tanti italiani si ostinano a seguire, fonrnedo
così la loro partecipazione legittimante alla criminale banda di
tagliagole di regime.

Ora che è morto un vecchio ufficiale nazista, colpevole della strage
delle Fosse Ardeatine, è giusto il caso di chiedere ai "democratici"
secondorepubblichini:: "E voi quanti ne avete fatti ammazzare? Di più,
o di meno?".

La risposta é, purtroppo, desolante: di più. Basta dividere il numero
delle centinaia di migliaia di morti assassinati in 22 anni di
neocolonialismo euroamericano per il numero di parlamentari rei di
avere approvato con il loro voto i massacri militari (e pensare poi
che costituzionalmente l'esercito italiano dovrebbe agire solo per
difesa, il che significa che non dovrebbe aver combattuto nemmeno una
sola guerra, visto che nessuno mai ha aggredito militarmente
l'Italia!).


Chi proprio vuole insistere ad adorare ancora il mostro stato, chi
vuole ancora dare fiducia e credito a simili criminali, provi almeno a
riflettere intorno alla feroce violenza di cui sono colpevoli per
interesse (gli affari, appunto). Una comune banda di ladri o
rapinatori é oggettivamente meno pericolosa.


Senza affrontare questo nodo cruciale, la società euroamericana non
uscirà dalla barbarie per entrare nella civiltà, da cui si è finora
amaramente autoesclusa.

Vincenzo Zamboni

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