Nessuno di questi è stato ferito
Dunque: la mattina del 28 aprile 2013, uno squilibrato si è messo a sparare davanti Palazzo Chigi in prossimità dei giuramento del nuovo governo, ferendo due carabinieri, prima di essere ferito a sua volta e venir catturato.
Sono episodi inusitati, ma che possono accadere, soprattutto nelle società demenziali come quelle occidentali, tra cui la nostra.
Da quello che ne sappiamo, al momento attuale, non ci sono indizi o prove che possano far pensare ad “altro” invece che ad un gesto isolato di uno psicopatico, anche se chi lo conosce sembra che neghi il fatto che costui sia un “folle”.
Tuttavia siamo troppo vaccinati, abbiamo visto troppe porcherie per non allertare le nostre antenne.
Non che abbiamo elementi per elevare qualche dubbio, no, ci mancherebbe, ma abbiamo una certa “sensibilità” che ci fa essere sempre ospettosi.
Premettiamo intanto che in queste balorde società moderne ci sono, grosso modo, tre tipi di terrorismo: un terrorismo in grande scala, di solito una false flag, aiutata o provocata a verificarsi dal potere costituito perchè a lui confacente per procedere poi in aggressioni militari contro i cosiddetti “stati canaglia” ovvero quelle Nazioni che, per un motivo o un altro, devono essere distrutte e occupate e necessita un movente, una scusante.
Questo non è altro che il terrorismo flase flag tipico per provocare il casus belli: gli americani ne sono maestri fin dal tempo degli amerindi o pellirossa che dovevano essere rapinati e sterminati. Saddam Hussein con le sue, presunte, anzi inventate, armi di distruzione di massa, è stato poi l’ultimo esempi0, ma che di certo ultimo non resterà.
Vi è poi un terrorismo ad uso interno, quello da “strategia della tensione”. Questo terrorismo serve a spaventare la popolazione ed in tal modo annichilirla, disorientarla. Gli si danno poi in pasto dei “mostri”, dei presunti responsabili (ma mai i veri mandanti ed esecutori) e dietro un finto “far giustizia e ristabilire la democrazia”, si manipola la politica come lo si desidera.
E’ un destabilizzare l’ordine pubblico, per stabilizzare quello politico. E’ questo un terrorismo che serve per ricattare certe classi politiche oppure per ingessare le funzioni governative e impedire svolte geopolitiche sgradite a “chi comanda” (nel nostro caso entità atlantiche fuori dai nostri confini, le sole che hanno interesse e possibilità di manovrare dietro le quinte, impunemente e in grande stile).
Ed infine al terzo livello vi è un terrorismo chiamato di “comodo”, ovvero uno sfruttare fatti traumatici e cruenti, per distogliere l’attenzione dell’0pinione pubblica e per forzare certe decisioni che, in tempi normali troverebbero difficoltà a passare.
Ora mentre il grande terrorismo flase flag e quello interno tipo “strategia della tensione” richiedono l’uso di appositi Servizi, provocatori e quant’altro, il terrorismo semplice, diterzo livello, non è detto che debba per forza essere progettato e provocato, perchè può benissimo sfruttare fatti e circostante casuali, financo un terremoto con la sua paura e panico che induce nella popolazione.
Il grosso del lavoro, nel senso del suo sfruttamento, lo faranno i mass media, stampa e soprattutto televisione, anestetizzando, distorcendo, convogliando eccessivamente ed esclusivamente tutta l’attenzione sull’evento catastrofico per distoglierla da altro.
Dato che però, fatti di gravità eccezionale e cruenti non è che si trovino lì belle e pronti e al momento opportuno, ecco che allora un “aiutino” spesso è necessario.
Un “aiutino” discreto, tale che, una volta arrestato il folle o i folli esecutori, non si possa mai risalire a questo “aiutino”. Tutto deve sembrare “spontaneo e casuale, opera esclusiva del “folle”.
Questa “influenza” dietro le quinte prevede, ovviamente, l’utilizzo di strutture e personale altamente qualificato, in grado di interagire negli eventi e soprattutto di trovare e condizionare, senza farlo percepire minimamente, le persone giuste.
Chi sono le persone giuste? Ce ne sono di tutti i tipi e in vari ambiti: dallo squilibrato puro e semplice, all’esaltato che per motivi vari, magari personali, serba rancori e va dicendo che “un giorno o l’altro la farà vedere lui”, al disadattato sociale, nulla tenente, che poco ha da perdere e tanto rancore ha da esternare, e così via.
L’ideale però è il soggetto il cui pedigree non ha agganci politici equivoci, non mostri minimamente di essere stato in qualche modo manipolato. Ricordate per esempio quel Gianfranco Bertoli , finto anarchico che pur aveva frequentato ambienti anarchici, che fece una strage alla questura di Milano?
Ebbene quello non era un soggetto particolarmente ideale e adatto, intanto perché, con il criptonimo, “negro”, era stato in collusione con i Servizi segreti e forse la Gladio, poi perché erano dimostrabili sue frequentazioni anche con estremisti di destra, ed infine per rendersi adatto a quell’attentato, aveva soggiornato per un certo tempo in Israele da dove arrivò in Italia via Francia, lasciando dubbi e sospetti.
Pur senza poterlo pienamente dimostrare e tanto per fare un paio di esempi, noi riteniamo che ci sono almeno un paio di notori casi che fanno capire il meccanismo dei “condizionamenti mentali” di soggetti poi resisi responsabili di celebri omicidi.
Il primo fu il caso di Lee Oswald il presunto, ma falso, uccisore di John Kennedy, il quale, come ben sappiamo, venne coinvolto a latere di quell’omicidio a cui altri parteciparono e spararono molto più direttamente. Oswald doveva fungere da capro espiatorio per nascondere i veri responsabili della morte di Kennedy.
Comunque sia Oswald doveva in qualche modo apparire come l’assassino, lo sparatore e per spingerlo a trovarsi nel posto giusto al momento giusto, sicuramente ci furono dei contatti, delle false amicizie, ecc. che sfruttarono la sua esaltazione politica, la sua dabbenaggine.
Non tutto però poté essere eseguito nella dovuta massima segretezza onde garantire la futura impossibilità a sospettare la manipolazione, perchè poi fu necessario eliminarlo e con lui eliminare altri pericolosi “testimoni”.
Altro esempio che ci viene in mente fu quello del giordano - palestinese Shiran Shiran che uccise, così almeno si sostenne, Robert Kennedy. Un assassino fresco, fresco, con la pistola fumante in mano e trovato in stato di semi trance. Cosa si pretende di meglio?
Se non fosse per il fatto che, sicuramente, altre armi spararono su Bob Kennedy, non dovrebbe esserci alcun dubbio sulla dinamica e responsabilità dell’omicida finito poi all’ergastolo.
Ma le cose non stanno così e soprattutto come arrivo lo Shiran alla stato mentale e alla decisione di compiere quel gesto? Chi altri ne erano al corrente nei minimi particolari, tanto da “raddoppiare”, per essere sicuri del successo, le rivoltellate su Bob Kennedi. Non possiamo saperlo, ma la certezza del meccanismo omicida c’è e come.
E’ assodato che i Kennedy erano una famiglia molto ostica per certe Lobby, di natura alto finanziaria soprattutto, che in America avevano in mano grosse leve di potere e ambivano a occupare tutto il potere dell’Amministrazione statunitense. Cosa questa che riuscì poi perfettamente con il famoso “golpe indolore” del Watergate e dopo aver mezzo sconquassato lo stato sociale e la cultura americana con almeno dieci anni di “contestazioni” e rivolte ad ogni livello (tutte poi rifluite e scomparse una volta che il Watergate diede i suoi frutti).
Da allora (1974) gli USA sono rimasti totalmente (prima lo erano parzialmente) preda di questi poteri occulti e non se ne sono più liberati.
I Kennedy, che pur erano stati utili per veicolare nel mondo certe ideologie neoradicali e mondialiste erano però ostici a queste Lobby per tutta una serie di motivi che qui non è il caso di affrontare.
Diciamo solo che, intanto, i Kennedy erano di famiglia facoltosa (il padre, con forti influenze nelle mafie americane, già ambasciatore a Londra, era anche entrato in contrasto con il guerrafondaio Roosevelt) e quindi molto meno ricattabili da chi procura i finanziamenti per la elezione dei presidenti americani, che poi, in virtù di questi “controlli”, divengono docili fantocci facilmente condizionabili o, se il caso, eliminabili con un semplice scandalo.
John Kennedy, secondo poi, andava verso il secondo mandato e, come sappiamo, il Presidente americano al secondo mandato, qualora venga rieletto, è molto, ma molto meno condizionabile.
Terza cosa erano cattolici e questo non era molto gradito dalle stesse Lobby.
Per finire, Kennedy tendeva a dare un impronta dirigistica al suo presidenzialismo visto che spesso bypassava certi “suggerimenti”, in particolare quelli di natura monetaria e finanziaria.
A tutto questo si aggiunga che la farsa del “falso” scontro con Krusciov per i missili a Cuba e il mondo sul precipizio di una guerra atomica (fu tutta una messa in scena, di comune accordo, utile sia al sovietico che a Kennedy, facilmente dimostrabile dalla pacchiana esposizione delle navi sovietiche che si avvicinavano all’isola ostentando questi missili), aveva fatto raggiungere a Kennedy una notorietà e una forte stima nell’opinione pubblica americana.
Anche Robert, il fratello, sebbene in dimensione minore di John, non era gradito e visto che la sua elezione appariva inevitabile, era opportuno che morisse.
In ogni caso, a differenza di Oswald, non ci sono dubbi che Shiran Shiran abbia comunque sparato a Bob (anche se il numero dei colpi sparati dimostra che non poteva essere stato solo lui a sparare).
E allora, come la mettiamo?
Come hanno potuto condizionare, perchè questa è la parola giusta, questo giordano - palestinese fino a spingerlo a compiere questo gesto?
All’apparenza sembra una faccenda, quanto meno, assurda, se non impossibile, eppure chi detiene il potere, chi ha per le mani personale specializzato, chi ha una presenza un pò dappertutto, riesce benissimo a compiere queste operazione e a non apparire mai.
Il modus operandi non è particolarmente difficile.
Un esempio, ma non è il solo, è questo qui appresso abbozzato per grandi linee.
Intanto necessita avere una presenza di “agenti speciali” o infiltrati, in certi gruppi e centri estremisti, sociali, politici, religiosi o altro, dove non mancano teste calde, ma dove, soprattutto, è facile che si aggirino o siano di passaggio, anche dei mentecatti, degli psicopatici, dei folli, lucidi, ma folli.
L’esperienza storica e tante risultanze giudiziarie ci dicono che non tutti i gruppi e movimenti antagonisti sono pura espressione di idealisti, ma spesso sono eterodiretti e finanziati da dietro le quinte, perchè la loro presenza torna sempre utile al Sistema, quindi il controllo in questi “brodi di coltura”, dove l’esaltato è facile che venga attratto, lo diamo per scontato.
Ma poi non è neppure necessario “pescare” il “folle” in un gruppo o movimento, lo si può anche trovare qua e là come un cane sciolto.
Si immagini allora un “amico”, un “conoscente”, in realtà un provocatore ben addestrato in tecniche di condizionamento psicologico, che si mette dietro, molto discretamente, al “folle”: una parolina oggi, una parolina domani, un “ci vorrebbe oggi” e un “ci vorrebbe domani”, un “hai ragione”, e così via.
Insomma avete capito: il “folle”, non sempre ovviamente riesce, ma a volte può essere indotto a compiere la sua “azione folle” e la compie senza neppure rendersi conto che, in qualche modo, gli è stata instillata o spinta a compiersi.
Ecco, abbiamo voluto illustrare tutto questo, non per fare del gratuito complottismo, ma per invitare le persone ad essere sempre scettiche, a diffidare anche delle più spontanee e normali apparenze, perchè spesso le cose non stanno così come i mass media ce le riportano.
Per tornare al “folle” di questa mattina, non ne sappiamo niente: sarà stata una follia “moderna” di cui a poco a poco ci stiamo abituando e quindi tutti i nostri sospetti sono fuori luogo, ma, comunque sia, uno stato di terrore, di popolazione spaventata e allertata, di telegiornali che, a getto continuo, sfornano notizie, immagini con un vero e proprio lavaggio dei cervelli ci rende sempre sospettosi e sempre ci torna in mente in “cui prodest”.
Soprattutto quando constatiamo che tutto questo allarmismo torna molto comodo al varo indolore di un governo espressione totale di lobby mondialiste che, mutatis mutandis, dovrà proseguire il lavoro lacrime e sangue di Monti per conto dei Banksters, e con l’avallo di tutte le forze politiche tradizionali. Il solo vedere ministri di Berlusconi e ministri del PD, tutti insieme, sta producendo veri e propri shock tra tanti sprovveduti e ingenui che credevano a certe esternazioni e prese di posizione.
Ma oggi e domani e forse dopodomani, si parlerà del folle di Roma non di questo inciucio governativo. Un bel “regalino” che la sorte a fatto al governo.
Maurizio Barozzi
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Commento di Fabrizio
Belloni: “Onore ai Carabinieri. Gratitudine, sempre, ai
Carabinieri. Ma anche oggi mi sono arrabbiato. L'altro ieri è morto
a Caserta un Carabiniere. Difendeva tutti noi (e se non lo capite,
andate al diavolo) da una rapina.
I media hanno dato la
"solita" notizia. Con l'usuale importanza. la morte di un
Carabiniere rientra nella solita cronaca. Che fosse sposato e padre
di un figlio giovanissimo figlio di nove mesi ha poca importanza. Un
tizio rovinato dalle macchinette mangiasoldi che tanto fruttano allo
Stato ha sparato a due Carabinieri. Ma questi erano in servizio ai
Palazzi del potere, e la casta ha tremato di terrore. E i media
linguetta tutto il giorno hanno sparato "speciali",
cronache dirette, commenti, supposizioni, analisi. Cioè hanno dato
alla notizia un'importanza direttamente proporzionale alla paura dei
potenti. Quello che irrita è la differenza di quantità e "qualità"
di informazioni dei due episodi. Viene da pensare che anche in questa
occasione quella che dovrebbe essere la giusta pietà, il sacrosanto
senso di gratitudine, l'indignazione per un gesto ignobile, stupido e
vile, nascondano invece solo una parola tremenda: IO. Se sentono le
pallottole fischiare vicino, i politici si agitano come ossessi,
tremano come tutti quelli che hanno scheletri nell'armadio.
No, signori della casta, i
Carabinieri sono, insieme agli Alpini e pochi altri, gli unici di cui
la gente si fida e meritano altro. Meritano attenzione e
disinteressata, gratitudine. Dalla gente per bene le ricevano. Dalla
casta ho la sensazione che arrivi solo un coacervo di parole pelose.”
mi spiace moltissimo per il carabiniere,dovrebberi ribellarsi al Potere.
RispondiEliminaSe uno vuole sparare ad un politico a Roma , nelle vicinanze del PARLAMENTO,hai voglia delle occasioni che trovi...
Vedi Franceschini al ristorante , la Polverini anche lei a magna'...Se giri l' vicino ne vedi quanti ne vuoi(vedi"Striscia la notizia" quanti ne intercetta con Vespa).Questo verme ha sparato in quel contesto e ha colpito il carabiniere apposta. E' STATO TUTTO CALCOLATO!!!! BASTA DI RACCONTARE LE STRONZATE. SIAMO STUFI!!!!