Il 20 luglio 2013 siamo invitati da Syusy Blady nel suo Orto dei Giusti di Bologna per festeggiare la luna piena e parlare di ecologia, bioregionalismo, nomadismo, spiritualità laica.
La parola ecologia deriva dal greco oikos che significa casa, ha cioè la stessa radice di economia, e questa filiazione etimologica mi ha sempre affascinato. Infatti attraverso l’ecologia, soprattutto quella profonda, ho appreso a considerare la natura come la mia vera casa cercando inoltre di trarre da essa il mio sostentamento.
La riscoperta dell’appartenenza alla “Casa Terra” è un modo per riconoscere la sacralità della vita, in tutte le sue sfaccettature, e fra i misteri naturali, quelli che maggiormente mi intrigano sono quelli legati alla conoscenza delle piante. Certi segreti solo le piante sanno conservare. Le piante indubbiamente sono gli esseri viventi più vicini allo spirito primordiale e sono le depositarie del potere magico della vita. Basti pensare che all’inizio della religiosità e della divinazione sono state le piante a dare le prime immagini di un mondo “psichico” che si accompagna a quello materiale.
L’uomo vagando nella natura ha scoperto le proprietà di alcune piante “spirituali” che gli hanno consentito di riconnettersi al cosmo. In India ad esempio la celebrazione della luna piena di luglio è particolarmente importante perché dedicata al Guru primordiale, che è lo stesso Shiva, maestro di vita e conoscitore di tutti i segreti della foresta e dei cicli naturali.
In Europa e nel mondo occidentalizzato -purtroppo- la tendenza a razionalizzare tutta la conoscenza ed a irreggimentare il computo del tempo in modo artificiale è una delle cause principali del conflitto con i cicli della Terra e della natura tutta. Questo tentativo d’imporre forme-pensiero mentali di gruppo ai flussi stagionali e cosmici (che, in realtà, dovrebbero governarci), sta causando una distonia sempre maggiore con la Terra, causando violenza anche ai nostri sistemi energetici e biologici.
E’ come se il nostro sistema si nutrisse di cibo non cresciuto naturalmente, negli orti, ma in fabbriche, usando ingredienti sintetici. Per l’umano, il modo di vivere il tempo è, al presente, puramente artificiale, non seguendo, come già detto, i cicli della natura.
Fortunatamente restano delle “fessure esperienziali” che possono ricondurci alla naturalità ed una di queste fessure è rappresentata dalla luna piena di luglio. In questo momento, con il sopraggiungere della stagione calda, le inibizioni si allentano, ci sentiamo più vicini alle nostre origini, ci piace girare nudi e liberi ed inoltre i raggi lunari sono particolarmente forti e ci suggeriscono nuove prospettive di condivisione olistica.
Nella cultura Atzeca la teologia naturalistica era collegata all’espansione massima del disco lunare, lo percepiamo ad esempio nell’inno dedicato alla Festa Venusiana. “Il fiore del mio cuore si è aperto, ecco la signora di mezzanotte, lei è venuta – nostra madre – lei è venuta, lei la dea Tamoanchan…”
Così saremo pronti anche noi il 20 luglio ad accogliere i raggi della luna nel nostro cuore.
Così saremo pronti anche noi il 20 luglio ad accogliere i raggi della luna nel nostro cuore.
Per aiutarci nello scioglimento notturno nell’Orto dei Giusti ci saranno discorsi, canti, “a solo” musicali, danze…
Paolo D'Arpini
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