martedì 23 aprile 2013
Niscemi, Italia - Muos - Sovranità nazionale e mancanza di memoria...
In teoria le basi militari servono per un sistema di difesa integrato, nella realtà sappiamo che si tratta di una questione per noi nazionale all’ordine del giorno da sempre, perché riguarda la sovranità territoriale e riguarda l’impatto che queste strutture hanno nei territori in cui risiedono.
Esistono più o meno circa 10 basi americane o Nato più importanti, ma poi esistono una miriade di zone in cui sorgono stazione radar o depositi di armi e di materiale militare.
La commissione difesa della Camera della quindicesima legislatura fece una inchiesta molto interessante che non va assolutamente dimenticata, svolta in modo molto dettagliato, quindi resta una base per avere una idea dell’impatto di queste strutture sul nostro territorio.
Il fatto che siano all’ordine del giorno della politica italiana lo dimostra il recente dibattito sul sistema MUOS satellitare che il governatore della regione siciliana Crocetta ha per il momento impedito di installare a Niscemi, e c’è un aspetto molto importante di questa vicenda, che per ora segna un punto a favore delle popolazioni che giustamente hanno fatto sentire la loro voce, e cioè che questa struttura satellitare molto imponente doveva, era prevista inizialmente nell’area di Sigonella. Uno studio fatto da organismi americani ha dimostrato che l’impatto elettromagnetico del sistema satellitare era così grande che avrebbe messo a rischio le bombe contenute della base di Sigonella, che potevano brillare e sulla base di questo è stata poi presa la decisione di spostare l’installazione, per il momento bloccata, ripeto, a Niscemi.
Pensate che cosa questo significa, ma soprattutto quello studio non è disponibile alle nostre autorità, probabilmente in questo studio ci sono dei dati molto più importanti, anche sui rischi, naturalmente, nella struttura, ma noi non li conosciamo. Questo la dice lunga sulla attualità del dossier delle basi in Italia, sul ruolo delle popolazioni, sull’impatto che queste strutture hanno e dimostra che è una questione mai chiusa.
L’Italia è un Paese che non è riuscito a ricostruire la propria memoria e questo significa che è costretto a guardarsi sempre indietro, a guardare al proprio passato, a riconsiderarlo, a ristudiarlo, e quindi non siamo liberi per guardare il nostro futuro. Dobbiamo ricostruire questa nostra memoria, capire che cosa è successo, che ha voluto la strategia della tensione. Dobbiamo farlo non solo per onorare le vittime delle stragi, ma per capire chi ha voluto che il nostro Paese fosse così ingovernabile, così fragile, non in grado di esprimere una propria sovranità.
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