Lettera aperta a Mario Monti
Di Stefano Davidson
Questa mia inizia subito con un problema non di poco conto,
mi chiedo infatti quale dovrebbe essere la prima parola con cui partire.
In tutta sincerità, considerato il suo agire (e la minuscola
in “suo” non è casuale) faccio fatica a pensare ad un “Egregio” poiché le
qualità espresse da questa parola, che
significa nobile o insigne, non le ritrovo affatto né
nel suo modo di concepire l'etica, né la morale e tantomeno trovo qualcosa che
possa essere così definito nel suo operato.
“Caro”, mi permetta ma non potrei utilizzarlo nemmeno sotto tortura, salvo che
non ci si voglia rifare all'accezione del termine in senso avverbiale di
“costoso” “di alto prezzo” dato quel che effettivamente la sua presenza al governo
(e anche in questo caso la “g” minuscola è d'obbligo) è costata agli italiani
in tutti i sensi.
“Gentile” mi parrebbe altrettanto una presa
in giro, poiché salvo nei modi affettati, assolutamente costruiti e
sostanzialmente freddi dovunque e comunque, non si può certo trovare traccia di
gentilezza in lei, direi piuttosto l'opposto “indifferente” “duro”, quando poi
non tocca i suoi picchi di presunzione e autocelebrazione narcisistica.
“Spettabile”, che a prima vista mi parrebbe buono, visto che solitamente si
rivolge a un ente, e lei proprio quello mi pare essere, a un secondo e più
attento esame è assolutamente impossibile da utilizzare, visto e considerato
che altro non è che l' abbreviazione di rispettabile.
Perché vede Monti,
personalmente non solo non la rispetto, ma la disprezzo per quanto ha fatto al
mio Paese (che sarebbe anche il suo ma mi pare non abbia mai dimostrato di
amarlo nemmeno minimamente. Addirittura le ferie in Engadina, suvvia!!!) senza
la minima remora, sapendo perfettamente cosa stava facendo e, nonostante ciò,
continuando a farlo, considerando i suoi concittadini (perché questo
all'anagrafe purtroppo risultiamo essere) solo carne da macello per gli
interessi suoi e di chi ovviamente e palesemente le tira i fili.
La rispettabilità la
si acquisisce con i propri comportamenti, con il proprio agire, dettato da
etica e morale (per lei “queste
sconosciute”), e nel corso della sua brillante carriera, tra un cocktail al
Club Bilderberg, un pranzo all'Aspen Institute e un brunch alla Trilaterale,
lei sicuramente non l'ha acquisita. O meglio, sicuramente sarà considerato
rispettabile, ma solo tra i membri della sua specie che con quelli della mia, e
di quella della maggior parte della popolazione mondiale non hanno nulla a che
vedere.
“Illustre”, ovvero l'aggettivo con cui
qualificare chi gode di grande fama e notorietà per i suoi meriti e il suo
valore penso proprio che sia nuovamente da evitare poiché, a parte lo scempio
del suo Paese appena perpetrato, ricordo che alla fine degli anni ottanta lei
era già lì, tra i politici a giocare a fare il “tecnico” e che fece parte dello
staff dell'allora ministro del bilancio Paolo Cirino Pomicino. Tra il 1989 e il
1992, infatti, fu proprio lei tra i principali artefici dell'exploit
dell'allora Ministero del Bilancio che causò l'esplosione del debito pubblico
italiano portandolo dal 97,6 al 110,3%. In soldoni portandolo da 553 miliardi,
140 milioni e 900 mila euro attualizzati ad oggi, ai 799 miliardi, 500 milioni
e 700 mila euro del giugno 1992.
La differenza
assoluta fu un incremento di 246
miliardi, 359 milioni e 800 mila euro. In termini percentuali la crescita del
debito pubblico sotto i saggi consigli di Monti fu del 44,53% in tre anni, ed è
fra i record assoluti della storia della Repubblica italiana.
Nel suo curriculum
ufficiale (Università Bocconi, UE) e nemmeno sul sito Internet del Senato, v'è
alcuna traccia di questa collaborazione (e tra l'altro fu membro di tre
commissioni di rilievo, quella sul debito pubblico, quella sulla spesa pubblica
e nel comitato scientifico della programmazione economica!). Sa spiegare come
mai? Una dimenticanza di quegli sbadati dei suoi curatori d'immagine? Quelli
che le consigliano una pettinatina sempre prima di andare in onda?
O forse la rispettabilità l'ha ottenuta nel 1999 quando è stato costretto,
nella sua qualità di Commissario europeo sotto la presidenza Santer, a dare le
dimissioni “per l’accertata responsabilità collegiale dei Commissari nei casi
di frode, cattiva gestione e nepotismo” messi in luce dal Collegio di periti
nominato appositamente dal Parlamento Europeo. Si ricorda la relazione di 140
pagine fatta dai Saggi (Andrè Middelhoek presidente, Inga Brit Ahlenius, Juan
Antonio Carrillo-Salcedo, Pierre Lelong e Walter Van Gerven componenti) al Parlamento
che, nonostante la prudenza del linguaggio ufficiale, avrebbe fatto paura anche
ad Andreotti? Immagino ricordi che in quella relazione si parla (tengo il verbo
al presente indicativo perché è ancora agli atti) infatti dell’assoluta
mancanza di controllo nella “rete di favoritismi nell’amministrazione”, di
“ausiliari esterni” e di “agenti temporanei”, di “minibilanci espressamente
vietati dalle procedure amministrative”, di “numerosissimi esterni fuori
bilancio, ben noti all’interno della Commissione con il soprannome di
sottomarini”, che operano con “contratti fittizi”, dietro “raccomandazioni e
favoritismi”; di abusi che hanno comportato, con il sistema dei “sottomarini”
l’erogazione non controllata di oltre 7.000 miliardi nell’ambito dell’Ufficio
Europeo per gli Aiuti umanitari d’Emergenza (miliardi usciti dalle nostre
tasche, naturalmente, e che dovevano andare, ma non ci sono arrivati se non in
minima parte, ai bambini della Bosnia e del Ruanda che morivano di fame).
E questo c'è nel suo curriculum?
O forse c'è solo il salvagente che le fu
lanciato dalla successiva Commissione, con presidente Romano Prodi, che le
riconsegnò il posto di Commissario?
Cosa c'è di strano dirà lei del resto sono cose che succedono abitualmente
nell’onestissimo ambito delle nostre istituzioni politiche. I semplici
cittadini vanno sotto processo per gli ammanchi, o come minimo perdono
l’incarico, lei no viene richiamato, salvato, richiamato, nominato Presidente
del Consiglio... mah!
L'unico aggettivo che mi verrebbe in mente sarebbe “Banch.” (ovviamente da
“Banchiere”, anche se lei effettivamente non lo è direttamente. Ma, suvvia, in
fondo con un papà direttore di banca ed essendo pure nipote del banchiere pubblico
Raffaele Mattioli, non sarebbe nemmeno così strano se venisse definito così. Se
poi ci aggiungiamo i suoi trascorsi Goldman & Sachs, e quelli del figliuolo
Giovanni che è stato addirittura vicepresidente della Morgan Stanley, alla quale tra l'altro il 3
Gennaio 2012 ha fatto incassare un
diluvio di quattrini, per la precisione 2 miliardi e 567 milioni di euro, dalle
casse del Tesoro (nostro) senza che il governo italiano da lei presieduto (ad
avviso di molti, me compreso,
incostituzionalmente e proditoriamente) abbia mai fornito alcuna spiegazione, e
senza che i media (i soliti carissimi, collusissimi media) abbiano mai
indagato, né chiesto alcunché, né sulla gestione delle operazioni in derivati
da parte del Tesoro, né sul motivo per il quale tra tanti creditori si sia
scelto di onorare il debito proprio con la Banca d'affari di cui suo figlio era stato
vicepresidente.) Ma “Banch” non si può usare, pare non esista ancora come
possibile appellativo, forse lo introdurrà Mario Draghi da qui a poco.
Capisce quindi perché
già l'inizio di questa lettera per me sia così ostico?
Alla fine però in
qualche modo si dovrà pure iniziare, e allora propendo per un asettico (come
lei)
“all'attenzione di Mario Monti.”
Non mi chieda però di
mettere “cortese attenzione” perché della sua cortesia nella lettura non può
interessarmene di meno e, soprattutto, non mi chieda si mettere Sig. davanti al
suo nome perché “signori”, un'altra volta, bisogna dimostrare di esserlo “sul
campo”, nella vita quotidiana, e lei mi pare che di signorilità ne abbia ben
poca. Perché dico questo? Mah, magari perché subito dopo aver varato la sua
perla incostituzionale chiamata Imu sulla prima casa lei, come ci ricorda
Franco Bechis, si è regalato una splendida proprietà sul lago Maggiore. Così
mentre i suoi connazionali sceglievano come tirare la cinghia volenti o
nolenti, lei insieme alla sua famiglia decideva di mettere mano al portafoglio.
Il 24 marzo scorso infatti davanti al notaio Renato Giacosa di Milano ha
acquistato intestandola ovviamente ai figli Giovanni Emilio Paolo e Federica
Maria e riservandone l’usufrutto a sua moglie Elsa Antonioli la metà di una
bella tenuta che la sua famiglia già da tempo abitava nei week end e nei
periodi di vacanza a Lesa, sul lago Maggiore. Due ville separate e un villino
di dependance, più un bell’appezzamento di terreno: circa tre ettari e mezzo di
bosco ceduo e altri tre ettari e mezzo classificati come «vigneto». La tenuta
oltretutto apparteneva alla famiglia di suo suoceri, che la lasciò in eredità
alle due figlie: Elsa e Donata Beatrice, di cinque anni più giovane. È stata
tenuta in comproprietà per lunghi anni, ma abitata di fatto dalla sua famiglia
che gli stessi abitanti di Lesa conoscono da tempo e vedono ogni tanto la
domenica a messa (mi raccomando teniamoci buono il clero, affamiamo una nazione
ma l'ostia consacrata guai a negarsela!) quando sono da quelle parti.
Purtroppo con la
stangata Imu da lei introdotta, per sua cognata Donata Beatrice si è fatto
troppo oneroso mantenere il 50% della proprietà di un complesso immobiliare per
altro non abitato dalla stessa se non saltuariamente. Così ha chiesto e
ottenuto di vendere la sua quota ai comproprietari. Lei considerato che era già
pieno di case e uffici a lei intestati sia a Milano che a Varese, ha scelto
così di dividere in parti uguali il 50% appena acquistato fra i suoi due figli,
riservando ad Elsa (e quindi di fatto a lei stesso) l’usufrutto. La sua
signora aveva per altro fatto accenno
alla sua quota di proprietà della casa ereditata dalla famiglia nella dichiarazione
di redditi e patrimonio recentemente depositata insieme a lei in Parlamento.
Con grande sobrietà di linguaggio la signora Elsa l’aveva definita così: «Il
50% di casa di campagna con giardino a Lesa (Novara)».
La casa è certo di campagna, perché è subito alle spalle del Lago Maggiore, le
cui rive si vedono bene dalla tenuta. Ma non è esattamente una casetta: le due
ville hanno rispettivamente 14,5 e 10 vani (con la sua riforma del catasto
sapremo anche i metri quadri effettivi). La dependance classificata come
abitazione in villino ha invece 3,5 vani. I quasi sette ettari fra bosco e
vigneto classificati al catasto sembrano a dire il vero qualcosina in più di un
giardino. Complessivamente la tenuta dei Monti è forse meno prestigiosa, ma non
è molto più piccola di quella che a mezzo chilometro di distanza si è scelto
nel 2009 sulle rive del lago (nella parallela strada del Sempione) l’allora
presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
La cosa divertente
(per lei, ovviamente, solo per lei) è
che la rendita catastale sul semplice appartamento di sua figlia
Federica a Milano Fiera è superiore a quella – modesta – dell’intera nuova
tenuta Monti sul lago Maggiore. Roba da matti eh?
Vede Monti, con i
propri concittadini costretti a vendersi le case, i gioielli di famiglia, a
chiudere le imprese a causa della sua operazione “austerità” non mi pare sia
stato molto da “signore” un comportamento del genere, forse da “signorotto” o
magari da “feudatario”. E non cito altri episodi per puro spirito di carità,
cosa a lei assolutamente sconosciuta.
Per cui come detto:
all'attenzione di
Mario Monti
quattro domandine
semplici semplici, senza entrare in argomenti che puzzano di zolfo quali
massonerie, skulls and bones, Bilderberg, NWO e altre cose da “maledetti
complottisti”:
A) mi piacerebbe
molto che spiegasse agli italiani come lei possa ritenere di aver risollevato
le sorti del Paese e lo sbandieri in campagna elettorale quando i dati
ufficiali parlano di:
1)
Calo abissale della
produzione industriale da - 4,05
a - 5,07 (- 1,2)
2) calo vertiginoso
del pil da - 0,51 a - 2,56 (- 2,05)
3) crollo dei consumi
della famiglie da - 1,59 a
-3,69 (-2,10)
4) calo delle
retribuzioni da 1,48 a
1,38 (- 0,10)
5) diminuzione dei
mutui erogati per l’acquisto di prime case da -31,30 a -50 (- 18,70)
6) diminuzione dei
prestiti alle famiglie da 618,49 mld a 610,2 mld
7) diminuzione dei
prestiti alle aziende. Da 894 mld a 875,9 mld
8) Aumento
esponenziale della disoccupazione dal 9,30 al 10,80 (+ 1.50)
9) Aumento clamoroso
(soprattutto vista la “politica del rigore” che neanche Evaristo Beccalossi
avrebbe gestito così) del debito pubblico da 1.916.401.800.000 a
2.023.306.874.412 (nel momento in cui scrivo)
10) Rapporto debito pubblico su Pil che si avvia a
toccare il massimo storico del 127,5% ( il record resisteva dal 1995!) con una
crescita dell'1,3 per cento in più rispetto al trimestre scorso e il 7,4 per
cento in più rispetto allo stesso periodo del 2011
Qualcuno credeva che il “cacciaballe” per eccellenza fosse solo il
Cavaliere ma ora dovrà ricredersi e cominciare a stilare delle classifiche (io
no, per la verità, sapevo perfettamente delle sue doti da fuoriclasse in questo
settore, del resto come dimenticare il ritorno trionfante da Bruxelles a Luglio
scorso, le dichiarazioni e i fatti subito susseguenti?)
B) Quando ha ratificato il MES ed il Fiscal Compact, assieme ai suoi
complici in parlamento, come mai
NON ha minimamente considerato che queste trappole che ci
porteranno ad anni e anni di debiti nei confronti di chi vorrà imporceli, erano
invece da rigettare poiché in netta violazione della Costituzione Europea? Già,
questo poiché, come ha sottolineato l'eminente giurista Giuseppe Guarino, il
Trattato sulla stabilità è in realtà, giuridicamente un accordo di diritto
internazionale tra stati. Quindi non ha per l’Unione europea forza di diritto
costituzionale pari a quella dei precedenti trattati. Questa soluzione è quindi
stata usata come uno stratagemma per aggirare il fatto che non avevano la
possibilità di riformare il Trattato dell’Unione europea, per l’opposizione
della Gran Bretagna e della Bulgaria.
Ora, la vera sostanza del trattato sulla stabilità sta
nell’articolo 3 nel comma A, dove dice: “la posizione delle pubbliche
amministrazioni è in pareggio o in avanzo”.Che rappresenta il principio che poi
è stato (indebitamente ndr) recepito nella nostra Costituzione.
Però, proprio in base a questo, se leggiamo l’articolo 2 del
trattato sulla stabilità ci accorgiamo che esso dice: “il presente trattato si
applica conformemente ai trattati su cui si fonda l’Unione e il diritto
dell’Unione europea. La stessa cosa la ribadisce pure nel comma successivo, che
dice: il presente trattato si applica nella misura in cui è compatibile con i
trattati e il diritto europeo”. Caso forse unico: lo stesso concetto è ripetuto
due volte.
Ma qui nasce un enorme problema di compatibilità poiché il
succitato Trattato sull’Unione altro non sarebbe che il Trattato di Lisbona,
del 2009, che recepisce letteralmente il Trattato di Maastricht.
E cosa dice questo rispetto alle politiche di bilancio?
Fissa i famosi parametri del 3% nei deficit di bilancio e
del 60% nel debito pubblico.
QUINDI FISSARE UN OBBLIGO DI PAREGGIO O ATTIVO IN BILANCIO,
CHE VUOL DIRE DEFICIT ZERO, È CONTRARIO ALLE DISPOSIZIONI E AL DETTATO DEL
TRATTATO DELL’UNIONE.
Quindi non si può e non si deve applicare. “Ex ore tuo”,
come dicono i giuristi, cioè in base a ciò che il trattato sulla stabilità
stesso dice, quando dice che si applica solo in quanto conforme ai Trattati
dell’Unione.
E ciò sarebbe già sufficiente per buttare questo delirio di
un Fiscal Compact in un cestino.
Ma c'è dell'altro e riguarda nientepopodimeno che il diritto
europeo, l’altra fonte di diritto nominata nel Trattato di stabilità. Si
riferisce cioè ai regolamenti europei che sarebbero l’equivalente delle leggi
ordinarie, che hanno comunque forza giuridica inferiore ai trattati.
Ça va sans dire anche a questo riguardo c’è un’evidente
incompatibilità. Poiché l’ultimo atto legislativo esistente e a cui fa
riferimento, lo stesso Trattato di stabilità è il regolamento 1175 del 16
novembre 2011. Ora se si analizza il comma 8 della premessa si legge che:
“vista l’esperienza acquisita e gli errori commessi nei primi dieci anni.” Il
che significa che questo regolamento sostituisce un regolamento anteriore,
quello n. 1466 del 1997. E anche in quel caso, un’altra volta surrettiziamente
– illegittimamente si potrebbe dire, perché in violazione con il Trattato – si
era introdotta la stessa prescrizione sul bilancio in pareggio o in attivo.
Cioè fu applicata una forzatura che si impose allora ai Paesi in difficoltà con
il rispetto dei parametri, che erano in attesa dello scrutinio per l’ingresso
nell’euro, in programma per il giugno del 1998.
Poi però per “magia” visti gli errori, come dice quella
premessa – che va tradotto come: visti i problemi di stagnazione che stava
producendo – con il regolamento del 2011
quel riferimento al pareggio e all’attivo di bilancio vennero eliminati.
DUNQUE, ANCORA UNA VOLTA, QUEL PAREGGIO DI BILANCIO È INCOMPATIBILE,
ANCHE CON IL DIRITTO EUROPEO IN VIGORE. UNA SECONDA RAGIONE PER CESTINARLO!!!
PERCHE' LEI NON LO HA FATTO SANTIDDIO??? (Non c'è bisogno di rispondere, lo
sappiamo perfettamente.)
C) Sarei curioso di sapere come mai lei oltre che ignorare la celebre
frase di Winston Churchill (che sicuramente era mooolto più statista di lei)
“Una nazione che si tassa nella speranza di diventare prospera e' come un uomo
in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico!”
ha avuto il coraggio di definire “affascinanti” i 13 mesi del suo
governo (g minuscola), vorrei capire cosa c'era di AFFASCINANTE nello sguardo
di chi perdeva il lavoro per colpa di una politica suicida, VOLUTAMENTE
SUICIDA, criticata dai massimi economisti del pianeta, compresa una larga
schiera di premi nobel per l'economia (Robert Solow Nobel per l'economia nel
1987, «per i suoi contributi alla teoria della crescita economica», Amartya Sen
Nobel per l’economia nel 1998, per aver
messo in discussione per primo la classica economia del benessere,
introducendovi un fattore fino ad allora inspiegabilmente ignorato: quello
umano, Eric Maskin 2007 Nobel per
l'economia per i contributi alla teoria sull'allocazione delle risorse in
ambiente incerto, Gary Becker Nobel per l'economia nel 1992, per aver esteso il
dominio dell'analisi microeconomica a un ampio raggio di comportamenti e
interazioni , Jospeh Stiglitz Nobel nel 2001 per il suo contributo alla teoria
delle "asimmetrie informative" e
Paul Krugman Nobel per l'economia nel 2008 per la sua analisi degli andamenti
commerciali e del posizionamento dell'attività economica ) i quali da sempre
hanno sostenuto ad esempio che:
A) tutta questa
austerità è la negazione della crescita. Serve invece un programma di stimolo.
B) Pensare di
risolvere il problema con l’austerity è un miraggio: questa crisi non è un
problema statale e pensarla come tale riflette una debolezza di pensiero
C) Ciò che stiamo
soffrendo è la conseguenza di risposte inadeguate alla crisi. Il miglior modo
di tagliare il deficit è di avere crescita economica
D) La politica di
austerità è stata introdotta in Europa troppo presto. Prima bisogna stimolare
la crescita, poi pensare all’equilibrio di bilancio
E) La politica
dell’austerity è stata un fallimento: non solo non ha risolto la crisi
dell’Eurozona, ma ha minato la partecipazione dei cittadini creando
disaffezione verso la politica e le istituzioni
F) Pur venendo dalla
scuola di Chicago ed essendo un sostenitore della responsabilità fiscale, mi
rendo conto che a questo punto è chiaro
che la ripresa non può venire con i tagli. La crescita va messa prima
dell’austerità
G) Nessuna grande
economia si è rialzata da una crisi con un piano di austerity: sarebbe un
disastro sia per l’Europa che per gli Stati Uniti
H) Io non sono un
socialista. Non ho nulla contro i soldi, tantomeno odio i ricchi. Voglio solo
che paghino più tasse del ceto medio.
Ai quali lei dall'alto della sua presunzione
non ha mai voluto dare ascolto nemmeno per un secondo.
(Non c'è bisogno che risponda, lo sappiamo tutti come ragiona il suo
cervello da economista burocrate servo dei servi del denaro)
C) Considerata la sua
reazione decisamente bellicosa con minaccia di querele a destra e a manca nei
confronti di chi l'ha pubblicamente insultata sul web, dopo che lei ha avuto la
splendida idea (complimenti si serve di veri geni della comunicazione!) di
aprire un profilo Facebook, le chiedo: ma è più grave ricevere un insulto (per
altro a mio avviso più che meritato visto il suo operato sopradescritto) o una
denuncia penale?
Già, perché la sua
reazione a delle semplici parole mi pare esagerata considerando che non ne ha
avuta nessuna nei confronti delle centinaia di persone che l'hanno denunciata a
varie Procure della Repubblica per la violazione degli artt.
241 c.p. attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato;
270 c.p. associazioni sovversive;
283 c.p. attentato contro la Costituzione dello
Stato;
287 c.p. usurpazione di potere politico;
289 c.p. attentato contro gli organi costituzionali;
294 c.p. attentato contro i diritti politici del cittadino;
304 c.p. cospirazione politica mediante accordo;
305 c.p. cospirazione politica mediante associazione.
con le aggravanti qui di seguito specificate:
1)
che il costrutto criminoso di cui si parla è
interamente volto al profitto di oligarchie private il cui preciso interesse è
di distruggere le conquiste democratiche, nel senso dei poteri sovrani di
popoli e Stati, scaturite da oltre sue secoli di progresso umanistico e sociale
in Europa. Tali oligarchie sono identificabili nei poteri Neomercantili
industriali in particolare di Francia e Germania, nell’industria della
speculazione finanziaria degli Hedge Funds europei e statunitensi, nei Vulture
Funds europei e statunitensi, nelle maggiori banche d’investimento
internazionali, nelle agenzie di Rating, nelle multinazionali dei servizi
europee e statunitensi, negli investitori cosiddetti ‘nuovi rentiers’ che
speculano sulla privatizzazione dei servizi essenziali per i cittadini et al.
2) che il costrutto
criminoso di cui si parla ha portato e sta portando a un preordinato
impoverimento di milioni di famiglie, secondo le politiche oligarchiche
cosiddette della Spirale della Deflazione Economica Imposta, meglio note ai
cittadini come Politiche di Austerità. Tali politiche sono denunciate ai
massimi livelli dell’accademia e persino dalla massima stampa finanziaria come
veri suicidi economici, le cui conseguenze sono inenarrabili sofferenze umane
di disoccupazione, sottoccupazione, scardinamento sociale delle nazioni,
deterioramento della salute, aumento del crimine, dei conflitti sociali, quindi
deterioramento della democrazia costituzionale. I destini di milioni di esseri
umani vengono così artatamente e criminosamente consegnati a un futuro di
servitù per l’esclusivo profitto di oligarchie predatrici, configurandosi ciò
in un vero e proprio crimine sociale di proporzioni storiche.
Che ci sia forse il timore di entrare in un'aula di tribunale con gente
che presenta carte e documenti ufficiali come prove mentre tutta la stampa
registra, scrive e riprende? Mah?
D) Un ultima domanda un po' leziosa, ma che mi incuriosisce perché mette
in risalto l'effettiva mancanza di cultura (salvo forse quella economica,
quella dei numerini, quella che ha portato come massimo sviluppo nella
conoscenza umana all'esplosione dei derivati, degli Hedge fund e quant'altro,
quella dei soldi virtuali sganciati da ogni normale giustificazione materiale
nella loro esistenza, quella dei bit che trasmettono “nulla” da banca a banca
che come per magia si trasforma in denaro): quando ebbe l'ardire di definirsi
“statista” (in Russia l'estate del 2012 per la precisione), e scomodò persino
De Gasperi esclamando compiaciuto che: “un politico guarda alle prossime
elezioni, uno statista alle prossime generazioni” era al corrente (ma ne
dubito, visto che la sua cultura probabilmente di umanistico ha la stessa
percentuale che lei ha di umano) che la frase non è del nostro primo Presidente
del Consiglio, bensì del politico americano James Freeman Clarke (1810– 1888)
"A politician thinks of the next election; a statesman of the next
generation. A politician looks for the success of his party; a statesman for
that of the country", "Daily Gazette", 1870 ?
In conclusione, io capisco che a lei dei libri di Storia non gliene può
interessare di meno, e che la storia la scrivono i vincitori e quindi, se
riuscirete nel vostro intento tutto ciò “sparirà come lacrime nella pioggia”,
anzi: “sparirà come le lacrime di chi ha perso un marito o un figlio suicida a
causa della crisi, da lei forzata ai massimi livelli, assorbite dall'aridità
dei cuori come il suo e di quelli come lei”, ma sappia che comunque ciò che ha
fatto e sta facendo sarà tramandato, magari solo oralmente, e la gente lo
ricorderà, ah se lo ricorderà! Credo che questo fatto sarà la sua più grande
sconfitta, considerato il suo narcisismo e la sua necessità di credersi
qualcuno quando altro non è (e nel suo intimo lo sa benissimo) che un burattino
servo della peggior specie di umanità che da sempre abita il nostro pianeta.
Per noi comunque sappia che sarà sempre e solo un traditore dell'Italia, sarà
colui che ha permesso l'affondamento del nostro Paese senza muovere un dito
anzi, spingendo la testa dei suoi compatrioti sott'acqua ogni volta che
cercavano di prendere aria.
Sarà ricordato come il Kapò della Repubblica italiana, come quello che ha
innalzato alle frontiere del nostro paese cancelli di ferro con la scritta:
“Sparmaßnahmen macht frei” (“L'austerità economica rende liberi”)
Contento lei!
Saluti, Stefano Davidson