giovedì 19 aprile 2012

La RAI ai cittadini - Proposta del MoveOn Italia per un vero servizio pubblico




La RAI ai cittadini

Davanti alla discussione sulla RAI di queste ore da parte dei partiti noi cittadini non possiamo più stare solo fermi a guardare. Incredibilmente in Italia si andrà alle prossime elezioni politiche, ancora una volta, con un sistema di informazione da paese semi democratico. L'unica condizione possibile per noi cittadini questa volta deve essere l'inderogabile impegno da prendere da parte della politica nel far approvare in tempi brevi tre leggi basilari in un sistema democratico:

Riforma “La Rai ai Cittadini”

Legge sul Conflitto di Interessi

Antitrust


LIBERIAMO LA RAI DAL TOTALE CONTROLLO DEI PARTITI

"Gli utenti del servizio pubblico, in quanto veri proprietari di un'azienda che finanziano tramite il canone, eleggono direttamente alcuni componenti nel Consiglio per le Comunicazioni audiovisive"

Hanno aderito: Tana De Zulueta, Moni Ovadia, Loris Mazzetti, ("Vieni via con me" - Che tempo che fa"), Sabina Guzzanti, Ugo Mattei ("Beni Comuni"), Corrado Guzzanti, Francesca Fornario, Carlo Freccero, Lidia Ravera, Corradino Mineo, Lorella Zanardo (autrice de "Il corpo delle donne"), Giulia Innocenzi, Roberto Zaccaria, Udo Gumpel, Giovanni Anversa (RaiTre "Racconti di vita"), Michele Gambino, Roberto Natale, Massimo Marnetto, Arturo di Corinto, Santo Della Volpe, Silvia Bencivelli (RadioTre), Nicola D'Angelo, Maria Luisa Busi, Tiziana Ferrario, Wolfgang Achtner, Carmine Fotia, Vittoria Iacovella, Giuseppe De Marzo (A sud), Fabrizio Federici (Ansa), Sergio Bellucci, Gianni Orlandi, Giulietto Chiesa, Simona Coppini, Federico Lunadei, Grazia Di Michele, Simona Sala (Tg1), Giuliana Sgrena, Antonella Martone, Giovanni Mangano, Carlo Verna, Giuseppe Giulietti, Vincenzo Vita, Claudio Fava, Carlo Rognoni, Antonello Falomi, Fabio Granata, Giorgio Merlo, Niccolò Rinaldi, Angelo Bonelli

Sostiene l'iniziativa Stefano Rodotà


I PUNTI SU CUI SI BASA LA PROPOSTA DI RIFORMA

Prendendo ad esempio i modelli di gestione più avanzati in Europa, ma anche le proposte di riforma della Rai tendenti a garantire qualità e autonomia proponiamo in 5 punti una riforma che assicuri non solo la necessaria efficienza aziendale, ma anche l'assoluta indipendenza editoriale del servizio pubblico.

1. Chiediamo il superamento dell'anomalia per la quale l'azionista del servizio pubblico è il Ministero dell'Economia.

2. Al posto della Commissione parlamentare di Vigilanza, chiediamo la costituzione di un Consiglio per le Comunicazioni audiovisive, i cui membri dovrebbero essere in maggioranza nominati dalla società civile (11 su 20). Gli utenti del servizio pubblico, in quanto veri proprietari di un'azienda che finanziano tramite il canone, eleggono direttamente 6 componenti (*). Cinque sono nominati da rappresentanti di settore (sindacati, artisti, autori, accademici, fornitori di contenuti). Dei rimanenti 9 membri, 3 verrebbero eletti dagli enti locali (Regioni-conferenza permanente stati regioni, Province-l'Upi e Comuni-Anci) e 6 nominati dal Parlamento (**).

3. Il Consiglio nomina i vertici della concessionaria del servizio pubblico (il CdA Rai), selezionati mediante concorsi pubblici in base a criteri di professionalità, competenza nel campo radiotelevisivo ed indipendenza. Ad esso sono attribuite competenze di indirizzo e vigilanza.

4. Il Consiglio nomina altresì i componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, assicurando, anche in questo caso, i criteri della selezione trasparente, dell'indipendenza e del massimo di qualificazione.

5. Il Consiglio si pone al servizio degli utenti Rai, facilitando modalità interattive di controllo e di valutazione e garantendo ai cittadini un uso consapevole e attivo di tutti i media gestiti dal servizio pubblico.

* (Secondo le modalità proposte da Zaccaria, AC 4559)

** (Ipotesi de Zulueta-Giulietti, AC 1460)



Conflitto di Interessi e Antitrust

Congiuntamente e in continuità con la proposta “La RAI ai cittadini”, MoveOn Italia è impegnata nella definizione delle linee guida per iniziative che incidano su due ulteriori temi di vitale importanza democratica: il conflitto di interessi e l’antitrust. Per garantire la libertà e il pluralismo dell'informazione questa riforma non può infatti prescindere da una netta e chiara separazione, definita per legge, tra l'esercizio del potere politico e la proprietà o la capacità di influenzare i media. E’ altresì necessario fissare limiti di concentrazione che un'unica società dei media sia autorizzata a controllare in uno o più mercati rilevanti.


Adriano Colafrancesco


"Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone oppresse e amare quelle che opprimono” Malcom X


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Nota commento di Adriano Colafrancesco:

Grazie Paolo della pubblicazione.


Splendida ed efficace l'immagine che spiega in modo rapidissimo la soluzione possibile del,problema (vedrò di utilizzarla.
Avevo intenzione già la volta scorsa di rispondere alle tue considerazioni.
Mi piace il taglio delle tue riflessioni e i temi che tratti che condivido largamente.
A questo punto, però, devo spiegarti meglio il motivo della nostra azione.
La televisione, specialmente la nostra televisione in Italia, ha raggiunto livelli di imbarbarimento, da tutti i punti di vista (pur fatte salve alcune eccezioni) per motivi strumentali, per lo più politici.
Ora è vero che l'essere umano è capace di scegliere e può difendersi, come se ho ben capito fai tu, rimuovendo tout court il problema.
Ma è altrettanto vero che il vissuto passivo e massivo della televisione è fuori discussione e da questo derivano conseguenze gravi di deformazione della cultura e della vita civile del paese.


La televisione, in particolare quella "pubblica" deve rispondere (anche perché pagata dai cittadini attraverso il canone) della propria funzione di servizio (è scritto anche nel codice etico della RAI, come diciamo con Anversa nell'intervista di oggi).
Deve: 1) informare in modo chiaro, corretto e completo per dare elementi sani di valutazione finalizzati spesso a scelte decisive (specie in politica), 2) accompagnare la crescita civile e culturale del paese, assolvendo ad un missione pedagogica che nessun altro mezzo può fare con altrettanta capacità divulgativa.


Qui le ragioni del nostro impegno e qui, però, mi fermo per non rubarti troppo tempo che, se vorrai, ti dedicherò volentieri per approfondire ulteriormente il tema.


Per ora grazie e complimenti per la tua missione che in fondo mi sembra anch'essa, come la nostra, orientata a scopi di bene comune.

Ciao, Adriano

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Mia rispostina:

Caro Adriano, ...sì, percepisco la sinergia dell'azione... tu dall'interno ed io all'esterno. Va bene così, l'intervento è necessario in entrambi i casi...

Un attirare all'interno ed uno spingere dall'esterno rientra nella funzione del risveglio culturale (e spirituale). Ciao Paolo D'Arpini

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