Avevano ragione i gufi, 17
settembre 2019. Da fonti dirette (lo dice persino Repubblica) apprendiamo che Matteo Renzi ha deciso di scindersi dal PD. Lo annuncia egli stesso
su Twitter con queste parole emblematiche: "Due strade trovai
nel bosco e io scelsi quella meno battuta. Ed è per questo che sono
diverso” (Matteo Renzi @matteorenzi - Senatore di Firenze). Ma la scissione era nell'aria sin dal
successo di Zingaretti alle ultime primarie per l'elezione del
segretario.
La situazione strana è che Zingaretti ha vinto
all'interno del partito, almeno formalmente, mentre renzie conserva
il controllo della quasi totalità dei parlamentari eletti (visto che
le candidature delle elezioni di un anno e mezzo fa le aveva decise
lui). Ora si capisce perché a tutti i costi ha spinto per il Conte
2.0, con il m5s, non certo per amore del grillo o del Conte ma per
poter restare in gioco con i suoi scherani e controllare le scelte di
governo, che se -come avrebbe voluto Zingaretti- andando a nuove
elezioni i posti sicuri nelle liste del PD renzie, boschi e compari se li
sarebbero sognati.
Furbetto quel renzie, come ai tempi di "lascia o
raddoppia", ma non intelligente e nemmeno onesto con il
partito che lo ha accolto fornendogli l'occasione di un momento di
gloria con una formidabile ascesa ripagata da lui con una altrettanto
formidabile caduta. Si vede che renzie doveva essere la nemesi del PD, il continuatore dell'opera di Rutelli e Veltroni diretta al
definitivo annichilimento di quello che fu un partito popolare e di
sinistra.
Bravo renzie sei riuscito nell'intento! Un commentatore
marchigiano ha scritto: "Alla faccia degli estimatori di
renzie... penso che stanotte qualcuno non è riuscito a dormire...
"che faccio, rimango col PD senza renzie o vado con il nuovo
partito assieme a renzie?" ... Per i trasformisti, quelli che
fanno politica attiva, sia chiaro, è un bel guaio. Comunque con la
sua boria ha fatto un bel casino... poverino i suoi adepti toscani
tutti fuori dal governo, se ne va per una questione di posti, tanto
lui non è stato mai di sinistra. Qualcuno nel PD infine se ne
starà accorgendo ed io lo ho sempre detto: è più credibile
Crozza!".
Ora dobbiamo vedere come verrà spartita la torta del gradimento tra il probabile "partito
della nazione", un miscuglio di renziani, berlusconiani e
boninisti e l'ultimo fortino PD. Un sondaggio recente, ma
precedente l'annunciata scissione renziana, realizzato da Scenari
politici-Winpoll per il Sole 24 Ore fa registrare un aumento dei
consensi per la Lega di Matteo Salvini. Resta al secondo posto il
PD, seppur nettamente staccato. In calo costante (ed inevitabile) il
Movimento 5 Stelle che si ferma al 15,5% (e continuando su questa
china prima del termine della legislatura sarà estinto). In crescita
invece Fratelli d’Italia e La Sinistra-sinistra.
Ora serve un
nuovo sondaggio per capire che percentuali di voti renzie porterebbe
via al PD... ma l'esperienza passata dimostra che gli scissionisti di
solito restano con l'amaro in bocca... Intanto quelli della
Sinistra-sinistra stigmatizzano l'azione del renzie definendola
"un'operazione di controrivoluzione preventiva" (e stavolta
si capisce benissimo cosa intendono).
Paolo D'Arpini - Portavoce di European Consumers Tuscia
europeanconsumers.tuscia@gmail.com
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