sabato 31 dicembre 2016

Occupazione del territorio palestinese da parte dell'entità sionista - Papa Ratzinger era dello stesso parere dell'ONU, per questo fu "defenestrato"


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Dopo le proteste dell'entità sionista per il voto ONU che condanna l'occupazione del suolo palestinese con nuovi insediamenti  israeliani (vedi: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2016/12/26/netanyahu-convoca-a-natale-gli-ambasciatori-del-voto-onu-stati-uniti-compresi/) si riscopre che persino l'ex papa Ratzinger era dello stesso parere dell'ONU, il che pone nuovi dubbi sulle ragioni delle sue dimissioni e sostituzione con il papa Bergoglio , prono al volere dei fratelli maggiori (vedi:  http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2015/11/il-nuovo-vecchio-tempio-di-gerusalemme.html) e propenso all'accorpamento delle tre pseudo religioni di origine semita. 

Ecco l'articolo del 2010 che conferma quanto sopra detto:

"Città del Vaticano La Bibbia non può giustificare le «ingiustizie»: si è concluso con una condanna politica e teologica dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi il Sinodo vaticano sul Medio Oriente, a cui hanno partecipato, insieme a Benedetto XVI, 185 padri sinodali, tra cui tutti i patriarchi e vescovi della regione mediorientale.
Nel messaggio finale, l’'Assemblea sinodale ha chiesto all’Onu e alla comunità internazionale di mettere fine all’'occupazione israeliana dei territori palestinesi, «attraverso l’applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», a partire dalla 242, che invocava il ritiro israeliano nei confini precedenti alla guerra del 1967. I vescovi hanno rilanciato anche la questione del ritorno dei rifugiati palestinesi e una soluzione che garantisca il carattere multireligioso di Gerusalemme, invitando il governo di Netanyahu a non compiere «atti unilaterali».
Ma ad andare ancora più a fondo, sopratutto sul piano teologico, è quella parte del messaggio finale del Sinodo dedicata al «dialogo con i nostri concittadini ebrei». «Non è permesso - hanno sottolineato i padri sinodali - di ricorrere a posizioni teologiche bibliche per farne uno strumento a giustificazione delle ingiustizie». Tanto per essere chiari: «Per noi cristiani non si può più parlare di terra promessa al popolo giudeo», ha detto nella conferenza stampa conclusiva monsignor Cyrille Salim Bustros, arcivescovo dei greco-melchiti della diaspora negli Stati Uniti, e presidente della commissione che ha redatto il messaggio finale. «La terra promessa è tutta la Terra. Non vi è più un popolo scelto», ha aggiunto, osservando che il Nuovo Testamento ha superato il Vecchio. Dunque: «Non ci si può basare sul tema della Terra promessa per giustificare il ritorno degli ebrei in Israele e l’'esilio dei palestinesi».
L’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Mordechai Lewy, ha parlato di «bizzarre interpretazioni della Bibbia». (Fonte: Il Giornale del 24 ottobre 2010)"


Paolo D'Arpini

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Commento di G. Bonconte Montefeltro: "LEGGERSI CORRELAZIONE USO TEOLOGICO BIBBIA ID EST TANAKH LIBRI 39 SVENTOLATA AMBASCIATORE ISRAELE POST MOZIONE ONU CONTRARIA INSEDIAMENTI ULTERIORI TERRITORI OCCUPATI STOP DATA ARTICOLO REGNANTE BENEDETTO XVI PAPA ET RELATIVE POSIZIONI ATTEGGIAMENTO VATICANO CIRCA ARGOMENTO INDUCONO RIFLESSIONI ULTERIORI RIMOZIONE RATZINGER SOGLIO PONTIFICIO STOP FINE TRASMISSIONE STOP"

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Altri articoli in sintonia: 

http://paolodarpini.blogspot.it/2016/10/palestina-occupata-il-testo-approvato.html

http://paolodarpini.blogspot.it/2015/07/francesco-grande-amico-dei-fratelli.html

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venerdì 30 dicembre 2016

L'assassino dell'ambasciatore russo in Turchia è visto nel mondo arabo come un "eroe"


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“Il mondo arabo ha visualizzato l’assassinio 
dell’ambasciatore russo ad Ankara come la scintilla per una 3a  guerra mondiale?”  - L’avvenimento del 20 dicembre viene visto con entusiasmo dal Jerusalem Post che cita il corrispondente di Al Jazeera Faisal al-Qaseem: “Se si pensa che l’assassinio dell’ambasciatore russo sia stato un evento pericoloso, basta poi aspettare che qualcosa di dieci volte più pericoloso sta per accadere nel prossimo anno. Il mondo sta per girare a testa in giù"

Per il Jerusalem Post, il killer dell’ Ambasciatore Karlov sarà considerato un eroe come Gavrilo Princip, l’assassino del Granduca Francesco Ferdinando, e così egli sarà seguito da molti nel mondo musulmano. Questo è, naturalmente, un fatto anche penalmente auto incriminante, di più che una ammissione (una confessione?) Tanto che il New York Times evoca uno scenario simile alla prima guerra mondiale … 

Ma, mentre l’intenzione dei mandanti si dimostra palese, non siamo sicuri che avranno la capacità di farlo. Gli autori del pezzo criminale, Yasser Okbi, e Maariv Hashavua, non hanno alcun problema a mostrare la loro soddisfazione personale per l’assassinio; e sembrano avere sostenuto il compito di spingere per una conclusione positiva dell’operazione, vale a dire, l’escalation verso una guerra. 

Possibilmente utilizzando ciò che resta dei loro terroristi, per farli scatenare al di fuori della loro area.

Loro si vantano circa quello che sembrano già sapere, ovvero che ci sarà una nuova ondata di atti terroristici, dieci volte più grande di quelli che abbiamo visto fino ad ora … Chiaramente la cricca che ha organizzato la rivoluzione colorata, le primavere arabe, le guerre locali – sembra più
determinata che mai a scatenare una guerra più grande. Mentre una coalizione crescente si batte per la pace e per lo smantellamento dell’arsenale nucleare accumulato dai neocon, la guerra, la vera guerra sembra essere l’ultima opzione che questi circoli bellicisti hanno come loro risorsa. 

Questo è il motivo per cui la guerra irregolare (vedi terrorismo) viene ri-indirizzato contro l’Europa. 

Questo è il motivo per cui vogliono provocare una esplosione sociale ed etnica in Macedonia per farla espandere al resto dei Balcani, ora …e dopo. L’elite dominante degli Stati Uniti è stata costretta a procedere in un modo diverso e a sganciarsi a loro volta dall’apparato di potere delle dinastie dei Bush / Clinton, e con questo ci sono molte probabilità di sfuggire al baratro. 

La Francia si potrebbe liberare dalla ipoteca dei Sarkozy / Hollande, l’Italia potrebbe allontanarsi dalle catene imperiali neoliberali delle marionette degli USA. Anche la Germania potrebbe allontanarsi dalla stupidità masochista che ha dominato la loro politica con la Merkel e trovare la via del ritorno a un leader razionale come Kohl o un Gerhard Schroeder … 

Così i pazzi criminali comunemente noto come neo-cons o liberali imperialisti stanno contemplando la loro obsolescenza, e sono pronti a fare qualsiasi cosa per mantenersi al potere. Saranno in grado di avere la capacità di fare qualcosa? Saranno i paesi dell’Europa, quelli del Medio Oriente far loro capire che hanno questa capacità? Gli europei, in particolare, devono essere molto attenti a non cadere nel pendio scivoloso e suicida e della stupida ostilità nei confronti della Russia. 

Le prossime settimane saranno un periodo caratterizzato da un vuoto relativo del potere ufficiale e da una relativa mancanza di responsabilità facilmente rintracciabili. Pezzo dal Jerusalem Post : “… Alcuni sono ora ad interpretare questi messaggi visuali come una testimonianza del fatto che siamo già nel pieno di una terza guerra mondiale …” 

“… Il messaggio era chiaro: dopo che l’ambasciatore russo è stato ucciso, un evento che ha innescato una guerra mondiale nel secolo scorso, nel migliore interesse di tutti vi è il fatto di non versare olio sopra le acque agitate della Siria. ” Coloro che hanno seguito da vicino i canali di social media arabi nelle ultime 24 ore si sono probabilmente già compreso che il mondo arabo è diviso in due campi di combattimento: un campo condanna con forza l’assassinio, come sembra essere finita male la lotta in corso dei ribelli e / o giocare a destra nelle mani del regime di Assad, mentre l’altro campo si sta fondamentalizzando.

Umberto Pascali

giovedì 29 dicembre 2016

Se la finanza si colora di verde... - La trovata dei "green bond"

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L'ultimo report della Commissione Europea focalizza l’attenzione sulle potenzialità e il funzionamento del mercato dei green bond.
Un bond verde si differenzia da un bond “normale” per la sua etichetta che significa l'impegno ad utilizzare i fondi raccolti per finanziare o ri-finanziare esclusivamente progetti, beni o attività commerciali "verdi".

Lo studio è uscito a breve distanza dalla presentazione del pacchetto di misure della Commissione Europea "Energia pulita per tutti gli europei", secondo il quale dal 2021 sarà necessario un supplemento di 177 miliardi di euro all’anno per raggiungere gli obiettivi individuati per il 2030 su clima ed energia per i quali questi nuovi meccanismi di finanziamento e di investimento potrebbero giocare un ruolo essenziale.

A tale proposito il Commissario per l'Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca, Karmenu Vella, ha dichiarato: “L'UE si è ben posizionata per consentire alle aziende e agli enti pubblici di essere fra gli apripista nel mercato obbligazionario verde in espansione. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per eliminare le strozzature esistenti in modo da aiutare gli investimenti necessari per andare verso un'economia circolare e adempiere ai nostri impegni energetici e climatici”.

Nel 2012 sono stati emessi a livello globale 2,6 miliardi di dollari di obbligazioni verdi, a fine 2015 l'emissione totale era arrivata a 41,8 miliardi di dollari fino a raggiungere i 74,3 miliardi di dollari di fine novembre 2016. In Europa, Francia e Regno Unito sono i maggiori emittenti di green bond.

Alla luce dell'impegno globale di passare a un'economia a basse emissioni di carbonio, è probabile che il mercato obbligazionario verde continui a crescere e diventi una fonte addizionale di finanziamento a lungo termine, affiancandosi al credito bancario e al finanziamento azionario.

Ad oggi, le obbligazioni verdi finanziano soprattutto progetti su energie rinnovabili (45,8% dell'emissione globale nel 2015), sull'efficienza energetica (19,6%), sui trasporti a basso tenore di carbonio (13,4%), sull’acqua (9,3%), sui rifiuti e sull'inquinamento (5,6% ).

Lo studio riporta, in allegato, anche la situazione in dettaglio dell'Italia dove nel 2010 SunPower ha emesso il primo project bond per finanziare impianti fotovoltaici.

Il report, infine, getta anche uno sguardo al mondo della normazione, infatti molti stakeholders sottolineano l'importanza dell'emanazione di standard che garantiscano che i proventi da obbligazioni verdi vengano utilizzati per progetti veramente green con obiettivi ambientali chiari e misurabili; a questo proposito nella relazione si auspica la nascita di uno standard europeo per questo tipo di finanziamento.

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(Fonte: Arpat)

mercoledì 28 dicembre 2016

Controllo delle acque potabili per uso umano e consumo di acque imbottigliate

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Il sistema dei controlli delle acque destinate al consumo umano è finalizzato a tutelare la salute pubblica dai rischi derivanti dal consumo di acque non conformi agli standard di qualità fissati dalle norme



In Italia la conformità delle acque potabili è superiore al 99 per cento, così come accade nella maggior parte dei Paesi europei. Nonostante ciò il nostro Paese risulta il primo consumatore in Europa di acqua in bottiglia, il secondo al mondo, dopo il Messico.

Questa pratica ha evidenti impatti ambientali (si pensi al trasporto dell'acqua minerale o allo smaltimento dei contenitori) ed anche economici, visto che l'acqua del rubinetto costa sicuramente meno di quella in bottiglia e in tempo di crisi questo dato non si può certo tralasciare.

Per ricordare ai cittadini che l'acqua del rubinetto è sicura, perché soggetta a puntuali e regolari controlli che ne garantiscono qualità e salubrità, l'Agenzia ha pensato di dedicare un numero della collana Chi fa cosa in Toscana proprio al controllo delle acque potabili.

(Arpat)

lunedì 26 dicembre 2016

Osservazioni sull'omicidio dell'ambasciatore russo in Turchia e sue conseguenze


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...volevo condividere una  considerazione in relazione all'uccisione dell'ambasciatore  russo in Turchia (19 dicembre 2016), un piccolo dettaglio dato che non ho seguito molto  i servizi  scontati sui media.

Infatti, un'ultima notizia spiega che una delle maggiori armi dei birbaccioni , se non la prima, si è rivelato internet e i social senza i quali i loro piani non avrebbero potuto realizzarsi; di conseguenza urge un controllo allertato e severosu di essi.


A questo si aggiunge che, in futuro, andrà riconsiderato se e quando autorizzare manifestazioni pubbliche che possano offrire nuove possibilità di attacco, dato che gli ultimi sanguinosi eventi costituiscono una dichiarazione di guerra all'Occidente.


Ma quello che volevo indicare, senza soffermarsi inutilmente sulla immancabile presenza di un abile fotografo che ,dotato di un incredibile sangue freddo, esegue perfette riprese anche con lo sparatore a pochissimi metri da lui e le possibili sventagliate di pallottole in arrivo da parte delle forze dell'ordine ... dicevo ... il piccolo dettaglio ... è la diligenza con cui operava l'attentatore.


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Noterete che in tutte le immagini, malgrado la ovvia tensione, costui impugnava, sia con una mano quando con entrambe, correttamente la pistola tenendo rigorosamente il dito indice in sicurezza, cioè non a diretto contatto con il grilletto ma all'esterno dell'anello di protezione dello stesso.


Ho trovato molto strano avere questa attenzione , magari molto professionale dato che trattasi di un agente di polizia, ma nella situazione drammatica in questione si sa che, nell'immediato, ci si aspettava la reazione armata delle forze di sicurezza e l'attentatore, non essendosi liberato della propria arma, sembrava disposto all'ultimo scontro.

In conclusione, sperando di non essere affetto da quello che ormai definiscono "patologia da complottismo", non riesco a credere che quello da me evidenziato sia dovuto a semplice deformazione professionale.

Nando



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Articolo collegato: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2016/12/19/turchia-ucciso-lambasciatore-russo-andrey-karlov-ci-sta-precipitando-addosso-qualcosa-di-brutto/
  

domenica 25 dicembre 2016

Lettera politica di Natale - Con Beppe Grillo, Donald Trump, sionisti riuniti... e tutto il cucuzzaro


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Beppe fuori dal vaso
Beppe Grillo, cui non sono mai mancate l’astuzia, la chiaroveggenza e l’alterità,  assenti nel panorama politico tradizionale, lo facevo meno boccalone rispetto a quella che è, dall’inizio in Tunisia, passando per Berlino e finendo a Sesto S. Giovanni, una delle più patetiche e disoneste montature allestite dal terrorismo di Stato globale. Beppe Grillo, non sapendo tenere a bada le sue impennate emotive, non solo manda a puttane l’equilibrato e intelligente lavoro dei 5 Stelle sui migranti con un post che ne invoca l’espulsione perché il terrorismo infesterebbe l’Europa. Si pone a fianco del superspione Minniti, fiduciario storico della Cia e ora ministro degli Interni, nell’esaltazione di pessimo gusto dei due “eroi” in uniforme che, “casualmente”, sono incappati in un pregiudicato armato e lo hanno fatto secco quando, sparando, rifiutava di farsi arrestare. Fatto che, pure, ricorre ogni qualche ora nelle nostre vaste lande infestate dalle mafie.

Come Grillo, tutta l’informazione si beve, e, con rigurgito gastrofaringeo, ripropone all’universo mondo, le cazzate della montatura berlinese sul tunisino Anis Amri e le spacconate di un regime che, avendo ammazzato un tale presentatoci come autore della strage di Berlino in virtù del documento di identità ritrovato nel camion, si vanta di essere il campione del mondo - altro che Cia, FBI, Mossad, BND tedesco e Mi6 britannico - nella lotta al terrorismo. Ma, a proposito di quanto ho già scritto sul nuovo False Flag nell’articolo precedente, che fine hanno fatto le riprese delle telecamere puntate perfino sugli scarafaggi tra i wurstel  del mercatino berlinese e, quindi, inevitabilmente sul terrorista in fuga dal camion?  Sparite, esattamente come quelle del lungomare di Nizza. Chi, caro Beppe, dopo la tua  intemerata sul blog, potrà mai più obiettare al robocop con mitraglia nel proprio tinello? Io me lo sento già alle spalle mentre controlla che tasti pigio sul computer.

Proteggerci! Dal terrorismo di chi?
Ne discende per Grillo, che di solito, va detto, la sa più lunga,  e per tutti, l’invocazione di più polizia, più sicurezza, più controlli e più espulsioni. A chi l’invocazione? A un regime in cui alcuni massimi esponenti istituzionali, dal capo dei carabinieri (“Nei secoli fedeli”. A chi?) al capo dei finanzieri al factotum del governo, finiscono sotto le ferula di giudici che ne ventilano porcate ai danni del contribuente. Con i media che ne proclamano con trombe e cimbali la bravura quando si abbatte brevi manu un presunto terrorista (presunzione di innocenza?) e ne tacciono totalmente le malefatte per le quali sono indagati. E a questa gente che Grillo, vedendo ciò che nessuno vede, cioè “un’Italia che diventa un viavai di terroristi”, dice “ora dobbiamo proteggerci”. Fino a ieri vedeva un viavai di lavoratori licenziati, di giovani senza lavoro, di studenti senza università, di famiglie senza pane, di gente senza casa, di vittime di frane, tutti sistematicamente picchiati dai colleghi di quei due la cui esecuzione di un presunto attentatore si va festeggiando. Chiede, Grillo, protezione a gente che è filiazione di un potere della cui trasparenza e probità nell’interpretazione del terrorismo aveva fin qui molto opportunamente dubitato. La stessa gente che infierisce sulla sua sindaca di Roma, abbrustolita per il 10% dai suoi errori ma per il 90% dal napalm lanciatole addosso dai banditi spodestati.

Così, tra turbe di misericordiosi che, ovviamente a spese altrui e dell’altrui tranquillità sociale, invocano l’accoglienza di tutti, fossero anche miliardi, e grilli e soci che vedono terroristi in tutti coloro che non meritano asilo politico, fossero anche deportati da villaggi africani divorati dall’agrobusiness multinazionale, ognuno si sforza spasmodicamente di non dire che bisogna  smetterla con le aggressioni militari, economiche, climatiche. Di non dire che per fermare l’insostenibile alluvione migrante bisogna bloccare gli Usa, Israele e loro gregari. E di non dire anche che costoro fabbricano terroristi per giustificare agli occhi dei gonzi il loro terrorismo.


Trump? E’ l’albero. Poi c’è il bosco
Volevo oggi parlare di Donald Trump. Infatti il collegamento c’è. Ed è che da quando siamo piccoli ci condizionano a vedere l’albero e non il bosco. Così i mistificatori della politica, dell’informazione e dell’indottrinamento hanno i nostri neuroni spianati. Beppe, che però prima aveva dato mostra di avere lo sguardo lungo e ampio, e tutti gli altri si fermano al terrorista migrante e non vedono il contesto nel quale si è sviluppato. E quelli che hanno calato la scure su Trump hanno voluto sentire solo le sparate sui migranti da espellere, sui muri da erigere, sulle donne da palpare, sui mori che si vendicano di Roncisvalle. Mentre gli altri, giustamente rallegratisi per le distanze che Trump ha preso da Nato, regime change, guerra alla Russia, pensavano che sarebbero bastate quelle per farci entrare a Shangrilà, o nel regno di Saturno.

Sono alberi, non è il bosco. Che è invece un grande complesso di formazioni botaniche e faunistiche che si avviluppano, si sostengono e integrano, si combattono e falcidiano. Di solito c’è un supremo regolatore di queste collusioni-collisioni che mantiene in piedi il sistema e lo fa proseguire verso i suoi scopi. Nel caso del bosco è madre natura, in quello degli Usa e delle società complesse è un concentrato di interessi economici che io chiamo Cupola, qualcun altro l’1% (ma sono di meno) e che di solito impongono alle varie componenti un esito che fornisca il risultato ambito. Nella contingenza, quello della globalizzazione e del governo mondiale (ma succede dai tempi dei tempi, basta pensare alla Chiesa).

Bislacco o astuto manovratore?
Pareva che rispetto al duo della brutta morte, Obama-Hillary, sostenuto con passione da tutto il mondo talmudista per il suo impegno anti-arabo e anti-islamico, The Donald facesse svettare il suo ciuffo  albicocca su una pax siriana con tanto di Assad. Ed ecco invece che il bizzarro miliardario copre il crine albicocca con la kippà, agita la Torah, si tatua sul cuore la stella a sei punte, promette di spostare la capitale sionista a Gerusalemme e si fa incensare dalla lobby talmudista AIPAC. E quando l’agonizzante Obama raspa tra le sue stragi alla ricerca di un minimo di dignità storica astenendosi al Consiglio di Sicurezza quando passa la condanna dei carcinomi coloniali incistati in Palestina, è Trump che accende il candeliere a sei braccia per dar fuoco all’antisemita predecessore...

Manifesto e Amnesty vendetta sull’Egitto anti-israeliano
Per inciso, è stato l’Egitto di Al Sisi a formulare la proposta di condanna degli insediamenti, poi sospesa sotto le granate sioniste di Trump, ma riattivata e vittoriosa. Ciò, insieme al sostegno militare e politico offerto da Al Sisi ad Assad, la sua intesa con la Russia, fa capire l’intensificarsi del terrorismo dei Fratelli Musulmani in Egitto, parallelo ai nuovi paginoni di contumelie e menzogne contro l’Egitto, riprendendo a pretesto il pupillo di John Negroponte, Regeni, sparate da “manifesto”, Amnesty e altri surrogati USraeliani. E, assieme all’Egitto, è entrata in campo a gamba tesa anche l’Algeria, che ha celebrato il “ristabilimento della sovranità siriana su Aleppo contro il terrorismo”. E’ ora che il manifesto e Amnesty mandino di nuovo qualcuno, tipo Giuliana Sgrena, a sfrucugliare gli algerini su “democrazia e diritti umani” .

Luci che parevano ombre, ombre che parevano luci
Si contava sulla battaglia annunciata dall’immobiliarista di New York a favore degli operai Usa massacrati da subprime e delocalizzazioni, da tagli agli investimenti e al sociale, tutti i soldi ad armi, guerre e delocalizzazioni che sono  opera di banchieri e armieri, ed ecco giungere ai posti di comando della nuova amministrazione squadroni di generali, ex-Pentagono ed ex-industria militare e banchieri miliardari di Goldman Sachs, mostro capofila di ogni banda di criminali. Mentre contemporaneamente svapora la frenesia razzista e xenofoba del nostro,  tra incontri applauditi con tutte le minoranze e il volume a quasi zero su muri ed espulsioni. Bello. Meno bello che Trump assumi il fior fiore dei devastatori di ambiente e clima promettendo al paese e al mondo un futuro fossile. Fossile come le ossa dissotterrate dei dinosauri.

S’era pensato a un imprevisto, un bizzarro, uno sfuggito al controllo dei supremi regolatori che di solito amministrano con avvedutezza l’alternanza tra burattini di diverso temperamento e colore, ma tutti in marcia per il comune obiettivo. E il suo saltabeccare di contraddizione in contraddizione giustificava l’idea: dagli amici Exxon-Mobil della Rosneft e di Putin, da lui addirittura decorati, spediti a Mosca, allo sfregio a Pechino con la telefonata al bubbone anticinese di Taiwan e contemporanea nomina ad ambasciatore in Cina di un intimo di Xi. Che ci sia una logica in tutto questo? Poi c’era il vituperio anti-Trump, da vipera pestata, di John McCain e affini, padrini Cia di Al Baghdadi, santi protettori di tutti i terroristi, Isil o nazisti di Kiev che siano, e, all’incontro, la guerra di sterminio promessa da Trump ai jihadisti , dunque a McCain. Cosa buona.

Proviamo a selezionare il finto dal vero, il demagogico dal serio. Anche per i predecessori al guinzaglio della voracità bellica dei neocon la prospettiva di un blocco eurasiatico era anatema. Ma pensavano di neutralizzarlo minacciando, sì, la Cina con il famoso “Pivot sull’Asia” e il concentramento di flotte e basi tutt’intorno alla Cina. Più in là non pare volessero andare, visto anche che, con i denari e i buoni del Tesoro americani che Pechino tiene in borsa, la sorte economica degli Usa è appesa a quella borsa, per quante ulteriori banconote volesse stampare la Federal Reserve. La Russia, invece, zeppa di risorse energetiche, militarmente in rapidissima ascesa, dinamicissima e decisiva sul piano geostrategico, tentatrice di giri di valzer con gli europei e loro potenziale partner ideale, disgregatrice della strategia imperialsionista in Medioriente, li accecava di furore. Anche perché questi fan di Hillary continuavano a rimediare tranvate, oltretutto mediate da Putin: Egitto, Algeria, Haftar in Libia, l’imprevedibile Erdogan, lo Yemen, piccolo, miserabile che in due anni di sfracelli Usa e sauditi resta in piedi…E poi c’è Dutarte nelle Filippie e chissà quanti altri sentono il profumo di quel vento.

Bloccare l’Eurasia. Da est o da ovest?
Quello che Trump, o i suoi sponsor, pare abbiano capito è, primo, che il costrutto neocon di Obama-Clinton-Bush sta perdendo pezzi. Secondo,  che l’Eurasia,  il più grande e popolato blocco terrestre, con le risorse della Russia, la potenza produttiva della Cina, il gigantesco progetto della Via della Seta che arriva in Africa e costruirebbe una coesione infrastrutturale, economica, politica e militare tra tre continenti, è una minaccia al progetto globalista che non si affronta sparando alla Russia. Che proprio quell’aggressività isterica dei neocon, oggi impersonata da Obama-Clinton-Netaniahu e sguatteri mediatici come Washington Post e NYT,, aveva rinsaldato l’intesa Russia-Cina, fino ad arrivare a enormi accordi economici e, addirittura, bancari, tali da minacciare davvero il dollaro, dominus delle transazioni.

Le mosse di Trump parrebbero un tentativo di rompere il legame Russia-Cina attraverso la seduzione e la collaborazione col partner euroasiatico militarmente più forte ed economicamente più debole. La strategia del ping-pong che Kissinger aveva inaugurato con l’anziano Mao, proprio per isolare l’Urss. Al cui soccorso, in effetti, quando si è disfatto, non è apparsa nessuna Cina. Trump, poderoso affarista, sa bene che ha interlocutori interessati a Mosca tra gli oligarchi atlantisti che convivono ancora con il sistema Putin e non si sa bene quanto possano condizionarlo. Nel comune interesse di annegare il mondo negli idrocarburi e gonfiare i forzieri dei petrolieri e loro sponsor si possono trovare intese. Del resto alla Cina difettano sia il gas che il petrolio e se l’Iran gliene fornisce la maggior parte, ecco che Trump promette di buttare per aria l’accordo sul nucleare con Tehran e sostenere l’aggressività israeliana nei suoi confronti. In ogni caso meglio tenersi buona la Russia, anche a costo di allevare, tra sovranisti e cosiddetti “populisti” anti-UE e anti-Usa vari, suoi amici in Europa. 

L’isolamento della Cina vale il prezzo.

Sarebbero, Trump e i suoi mandanti, meno bislacchi di quanto si ritiene se calcolano che, per una strategia di dominio mondiale, oltre alla divisione del fronte avversario principale, serve piuttosto un apparato militare meno pletorico, ma innestato su un corpo nazionale tornato in buona salute nelle sue articolazioni sociali ed economiche, che non un mastodonte militare distribuito sui cinque continenti ma sorretto da un corpo debilitato strutturalmente e innervosito dal disagio sociale, come lo hanno ridotto i demenziali terroristi neocon del PNAC (Il Nuovo Secolo Americano).

Non so se tutto questi siano arzigogoli, o prese d’atto di quanto va emergendo. In ogni caso, se non ha sbattuto in un angolo gli immigrati (Obama ne aveva espulso più di tutti i presidenti Usa), Trump non vi ha messo neppure i banchieri, gli industriali del petrolio, delle armi e della produzione manifatturiera. Sembrava una guerra totale tra settori opposti dell’economia Usa: costruttori di ponti e fabbriche contro speculatori e cibernetici. A me pare che non se ne faccia niente e mi dispiace per chi crede in un’irrisolta crisi sistemica. Quella magari c’è, ma qui si continuano a trovare gli antidoti che la facciano procedere nella direzione che distrugge noi e salva loro. Staremo a vedere se il vecchio establishment che, preso in contropiede e scalzato dai posti di comando, latra con tutti i suoi sguatteri mediatici e umanitaristi contro il bifolco miliardario, se ne saprà fare una ragione.  O verrà ricondotto alla ragione dalla Cupola. In Bilderberg questi ci stano tutti.

A noi resta l’amara constatazione che, da quella parti, il più pulito ha la rogna.  E l’attacca.

Fulvio Grimaldi   - fulvio.grimaldi@gmail.com

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sabato 24 dicembre 2016

Ultimo colpo di Barack Obama: "Vietate le trivellazioni di petrolio e di gas naturale offshore nell’Artico e nell’Atlantico"


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Barack Obama prima di lasciare il posto a Donald Trump ha assestato l’ultimo colpo in tema di ambiente. Un colpo forte, destinato a restare, visto che sarà molto complesso per il suo successore ribaltare la decisione. Obama ha infatti vietato in modo permanente le trivellazioni di petrolio e di gas naturale offshore nell’Artico e nell’Atlantico. 

In che modo? L’amministrazione Obama fa riferimento ad una misura contenuta in una legge del 1953 (Outer Continental Shelf Lands Act) che dà al presidente la possibilità di agire in modo unilaterale sulla questione. E se alcuni presidenti hanno deciso di applicare questo provvedimento solo su piccole aree, Obama ha deciso di estendere il divieto dalla Virginia al Maine e lungo la maggior parte della costa dell’Alaska. 

Per ora, scrive il New York Times, la certezza è che il provvedimento firmato dal presidente Usa possa, oltre che attirare l’ira di Trump, finire in un tribunale e aprire una battaglia legale. Ma soprattutto, per far saltare la decisione di Obama, la nuova amministrazione dovrà preparare un rapporto dettagliato per cui potrebbero servire almeno due anni. 

Poi bisognerebbe organizzare le concessioni con le multinazionali, operazione che potrebbe richiedere altro tempo. A questo punto, Trump dovrebbe presentarsi alle elezioni per cercare il suo secondo termine. Quindi il piano di Obama sarebbe un ultimo tentativo finale per cercare di tamponare l’azione di Trump nei prossimi quattro anni, sperando in un nuovo presidente ambientalista e democratico nelle elezioni del 2020. 

Il New York Times fa notare come la partita nei prossimi anni sarà molto combattuta, anche se il team di legali ed esperti di Obama si sia studiato tutte le possibilità e abbia usato uno strumento molto potente per temporeggiare. La nuova legge prevede che le perforazioni siano messe al bando nel 98% delle acque dell’Artico di proprietà dello stato federali, circa 46 milioni di ettari: una regione che contiene decine di specie animali a rischio, tra cui l’orso polare e le balene della Groenlandia. 

Allo stesso tempo vieta le perforazioni lungo la costa atlantica in corrispondenza dei canyon sottomarini, dove vivono specie di coralli e di pesci molto rari. Oltre ad Obama, anche il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha annunciato un provvedimento simile per le acque dei mari del suo paese. Da anni i grandi gruppi petroliferi tentano esplorazioni dell’Artico: sono molto costose e difficili e spesso si sono concluse senza alcun risultato. Ad esempio Royal Dutch Shell ha scoperto un pozzo nel 2015 dopo anni di analisi. Il risultato? Ha speso più di 7 miliardi, anche se alla fine il giacimento era vuoto. 

Tra i sostenitori di Trump tuttavia c’è chi spera che il miliardario possa intraprendere azioni legali per bloccare la decisione di Obama. Bill Clinton ad esempio aveva usato la stessa misura di Obama mettendo in sicurezza 121 milioni di ettari. Il presidente George W. Bush in otto anni alla Casa Bianca era riuscito a riaprire alle trivellazioni 20 milioni di ettari, che invece erano protetti dalla decisione di Clinton 

Carlo Consiglio 

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venerdì 23 dicembre 2016

Web sotto controllo boldrinico, le notizie saranno monitorate da un club di debunkers legali - Come al solito "la verità" è vera solo per legge!


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Notizia di cronaca vera: “Boldrini contro l’odio e le fake news. Appello ai cittadini per smascherare le bufale web. La presidente della Camera annuncia un’azione per sollecitare il debunking. Sono in contatto con quattro esperti, lavoriamo con i social network contro la disinformazione”  (La Repubblica)

"Nell'articolo si da anche il nome dei quattro ‘esperti’ preferiti dalla Boldrini: Paolo Attivissimo (il disinformatico – che già dimostra un partito preso ideologico ), David Puente, ex dipendente Casaleggio, Michelangelo Coltelli, alias Butac e Walter Quattrociocchi, IMT lab. Aggiungo solo qualche appunto giuridico-politico. Se la Boldrini riesce a realizzare il suo ideale, sarà un organo dello Stato a sancire quali notizie sono “false” e quali “vere”. La presidenza della Camera, organo dello Stato, raccoglierà le denunce dei debunker che ha scelto lei (almeno un concorso pubblico, no?) e poi farà sopprimere le notizie ritenute “false” da loro, eventualmente punendo i diffusori delle dette notizie false. Con azioni penali? Multe? Insomma opererà la censura. La censura di Stato contro le notizie che non approva. A suo insindacabile giudizio considerandole ‘false’.  Se questo non si chiama “totalitarismo”, non so come chiamarlo. Totalitarismo con un tocco di dispotismo orientale, essendo tutta l’attività repressiva annunciata condotta *extra-legem*, e in definitiva dipendendo dagli umori e dalle rabbie momentanei della Sultana."
(Maurizio Blondet)


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Commento integrazione di Giorgio Vitali:

*Ecco una notizia ghiotta. E' evidente che solo OGGI costoro ci provano, ma.... ottengono i soliti risultati che ottengono gli  alonzi. In primo luogo perché le notizie che dovevano uscire sono già uscite e difficilmente si raggiunge un risultato chiudendo le porte dalla stalla quando i bovi (quelli castrati) sono già scappati (i tori non si sa).

In secondo luogo che ormai l'informazione, che scorre per tutto il mondo globalizzato, non può essere più controllata. Anzi,nel segnalare i suoi debunkers di fiducia la Boldracchina li ha scoperti e fatti conoscere come spioni in servizio permanente effettivo. In buona sostanza li ha bruciati. 

Tutto ciò non significa necessariamente che il Sistema oppressivo messo in piedi nel 1945 non abbia dato i suoi frutti. Anzi! 

Ma OGGI, proprio in questi giorni, abbiamo in giro una sequenza di notizie che pochi giorni non avevamo. E la gente legge. Ne siano riprova un paio di articoli pubblicati su periodici quanto mai ufficiali: Venerdi di Repubblica e Sette del Corsera ( ne riparleremo in seguito). Su Venerdi del 2 dicembre 2016 un articolo di Curzio Maltese, ci ricorda chi era la Merkel ai bei tempi della Repubblica Democratica Tedesca ( noi lo ripetevamo invano). Tuttavia non dice tutto, non ci dice quale era il suo VERO NOME. Ma a noi basta. Sullo stesso numero un articolo di Francesco Viviano ci conferma tre cose: 1) La repubblica italiana  è
nata il 2 giungo 1946 sui brogli elettorali (a me comunque va bene la repubblica, non avrei mai accettato la monarchia sabauda). 2) I documenti erano nella cassaforte del Gen. Dalla Chiesa (che sia stato assassinato per questo?)... Cassaforte che fu aperta e svuotata la notte stessa del suo assassinio (ricordo un articolo di Giorgio Pisanò che faceva parte della Commissione Antimafia del Senato).La questione riguarda anche una relazione del Maggiore dei Corazzieri in servizio al Quirinale, tal Riario Sforza (un nome un programma), l'interessamento di Licio Gelli, (un vero prezzemolino), ed il SUICIDIO del maresciallo dei carabinieri Antonino Lombardo (ma quanti marescialli dei carabinieri si suicidano?...) e la scomparsa della sua agenda. 3) Ma la notizia per me più importante riguarda il fatto che i carabinieri tenevano informato il Papa dell'andamento dello spoglio ( l'autore aggiunge... beato lui... che non è stato mai spiegato il perché).


In conclusione, i nostri amici hanno perso, per una serie di ragioni tra cui anche quella che se a certi opinionisti ai quali hai lasciato briglia sciolta per anni a patto che non scantonino troppo, gli tagli anche quel poco di libertà che avevano, o li paghi e li mandi a casa o ti creano un putiferio della Madonna (di Loreto, beninteso!)...


Un'altra ragione plausibile è che si sono accorti troppo tardi che sotto i ponti è passata molta acqua. Cioè hanno preso atto dalla sconfitta al Referendum che le gente NON è più sotto il controllo di prima. E il papone si sta sputtanando da solo come ai bei tempi di Checco e Nina, ma senza più il paravento della religione. Anzi! I kattolici sono tutti in fermento! 

In conclusione estrema voglio ricordare che quando Silvio Pellico (un sant'uomo), nato a Saluzzo nel 1789, morto ivi nel 1854, aderente alla carboneria, arrestato nel 1820, condannato a 20 anni di carcere duro, rinchiuso nelle segrete dello Spielberg nel 1822, graziato nel 1830, uscito di prigione, pubblicò un testo che avrebbe avuto una grandissima diffusione mondiale: LE MIE PRIGIONI, nel quale, con CRISTIANA MODESTIA, mostrava tutto il suo fervore sacrificale, Santa Madre Chiesa mise questo libro all'indice. Cioè ne vietò la lettura ai cattolici. Il tutto per confermare come  si chiudono le porte quando i BOVI sono già scappati. Con buona pace della ACCOGLIENTE presidenta (Debunkers! Andateglielo a riferire!)...

Giorgio Vitali

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Video esplicativo in sintonia: 
https://www.youtube.com/watch?v=2tTm7xeru8c&feature=youtu.be

giovedì 22 dicembre 2016

Donald Trump, in veste di Presidente degli USA, si è espresso sugli ultimi attentati terroristici: "L'ATTENTATO ISLAMO-TERRORISTA DI ANKARA E LA STRAGE DI BERLINO SONO UN ATTACCO SENZA PRECEDENTI AL NATALE DI PACE DEI CRISTIANI..."


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Il 19 dicembre 2016,  a mezzanotte, ora di Washington, Donald Trump è stato UFFICIALMENTE ELETTO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, dal Collegio dei Grandi Elettori in rappresentanza di tutti gli Stati della Federazione: due voti, fra quelli previsti, gli sono mancati. Cinque ad Hitlary Clinton, tipo 'il riconteggio' nel Wisconsin, che ha dato un numero di voti ancora maggiore per Trump, e minore x Hitlary: 

GEORGE SOROS, CHE AVEVA PRESENTATO RICORSO ATTRAVERSO LA CANDIDATA-CIVETTA A LUI OBBEDIENTE, JILL STEIN, LA PRESENTATRICE DEL RICORSO, HA BUTTATO INVANO SETTE MILIONI DI DOLLARI, NEL PROPOSITO TRUFFALDINO DI 'INVALIDARE' GIUDIZIARIAMENTE L' ELEZIONE DI TRUMP: MICA SIAMO IN ITALYA !!!!

*MA QUESTE NOTIZIE NON SONO MAI USCITE SU ALCUN MEDIUM UFFICIALE IN LINGUA ITALIANA.*

*Anzi, l'altra sera, dopo la strage berlinese DI ENNESIMI CRISTIANI, ben 12 stamane, da parte di un commando terroristico  alla guida di un TIR 'modello-Nizza', i telespettatori che lo seguono, chi per
adesione, chi per osservazione, HANNO DOVUTO SORBIRSI, AL TG-3, LE INVEROSIMILI FUMISTERIE DEL MINISTRO TEDESCO-ORIENTALE AGLI INTERNI, OGGI DI
TUTTA LA GERMANIA UNITA, THOMAS DE MAIZIERE, CIRCA LA TESI DELL' "INCIDENTE STRADALE INVOLONTARIO", CAUSATO DALL' AUTISTA DEL BESTIONE, SCAGLIATO A TUTTA VELOCITA' CONTRO I PRESEPI DELLE BANCARELLE, CASUALMENTE.....*

*ANGELA KASHER SAUER, IN SILENZIO ANNUENDO. E COSI' IL BRESIDENDE, GAUCK, CHE HA FUNZIONI CERIMONIALI..*...

*NON UNA SOLA PAROLA DI CONDANNA DEL TERRORISMO ISLAMO-FONDAMENTALISTA, COME RISULTA DAL PASSAPORTO DELL' AUTISTA, dove vige un solo CREDO, e tutti gli altri sono perseguitati: IL WAHHABISMO DI STATO, DALLA ARABIA SAUDITA LAUTAMENTE FINANZIATO. Lo stesso che colpisce dall' Italybia al Cairo, dalla via di Damasco-Aleppo, ad Ankara perfino, là sono i 'gulemisti', filiale turca dei Fratelli Mussulmani, al potere anche a Tunisi, Inghilterra.*


*FATECI CASO: I TRE VERTICI DELLA GERMANIA UNIFICATA, MERKEL LA PRESIDENTE OPERATIVA, THOMAS DE MAIZIERE L' UOMO DEL 'POTERE', GAUCK, CILIEGINA SULLA TORTA, SONO TUTTI CERTIFICATI DI PROVENIENZA "BERLINO-EST", DOVE, NEL QUARTIERE DI PANKOW, AVEVANO LA SEDE I SERVIZI DEL REGIME, LA "STASI" MITICA DI 'ZIO MISHA' WOLFF, POI DI EDUARD MILKE, SUO DEGNISSIMO EREDE ED OMOGENEO....*

*AMBO OMONIMI DI GRANDI GENERALI DEL III REICH 'ARIANISSIMO' E PAGANO.....*

E TUTTI, PER ASCENDERE AL POTERE, HANNO SFRUTTATO INCHIESTE GIUDIZIARIE: MERKEL QUELLO CONTRO HELMUTH KOHL, SUO MENTORE, DI CUI FU LA GIUDA ISCARIOTA IN PARLAMENTO, NEL LONTANISSIMO 1999, COSI' PRENDENDO LA GUIDA DELLA " UNIONE DEMOCRATICA CRISTIANA" (LEI CHE FA 'KASHER' DI COGNOME ORIGINALE, PRIMA CHE ZIETTO LE SPEZZASSE L' ASTINA DELLA 'H', DIVENTANDO 'KASNER' ALLA ANAGRAFE....*dopo il blow-job ai danni di Guenther Guillaume, per defenestrare dal potere WILLY BRANDT, l'inventore della OSTPOLITIK, primavera del 1974: tre mesi dopo, il golpe plutocratico del Wash. Post contro Nixon.....*

*GAUCK: IL PROCESSO A CHRISTIAN WULFF, ESTROMESSO PER CALUNNIA, AVERE GODUTO DI SCONTI IN UN ALBERGO, POI DEL TUTTO SMONTATE NEL PROCESSO, GIAMMAI RIPRISTINATO NEL SUO RUOLO....*

ANCHE MAIZIERE, PER DIVENTARE MINISTRO DEGLI INTERNI, GODE' DI SPINTARELLA MEDIATICO-GIUDIZIARIA AI DANNI DEL NATURALE CANDIDATO...

*Dunque, detto il Vangelo, INCIDENTE STRADALE CASUALE, proprio come fecero a Nizza 'HOLLANDE' E VALLS PER INTERE SETTIMANE, ED OBAMA A SAN BERNARDINO, ED ORLANDO IN FLORIDA UN ANNO FA, per evitare di compromettere il loro patrocinatori QATAR E ARABIA SAUDITA, di cui l' Europa  è oramai succursale, il TG-B.R., versione sempre sarda, by Ugo Mannoni (anche senza Manconi), ospite in studio l' illustre MAURIZIO MOLINARI, FRESCO DI GIUBILO PER LA RICONQUISTA JIUDHAISTA DI PALMIRA, RIPETEVANO TUTTI IN CORO IL RITORNELLO DELLA SBANDATA INVOLONTARIA DEL BESTIONE, USCITO DALL'INCUBO DEL PRIMO FILM DI SPIELBERG, OLTRE 40 ANNI FA: "DUEL"....*

*ALL' ALBA, ORA EUROPEA (del 20.12.2016), DONALD TRUMP, STAVOLTA IN VESTE DI PRESIDENTE UFFICIALMENTE CERTIFICATO E GARANTITO, HA INTERROTTO L' IDILLIO:*

*"L' ATTENTATO ISLAMO-TERRORISTA DI ANKARA E LA STRAGE DI BERLINO SONO UN ATTACCO SENZA PRECEDENTI AL NATALE DI PACE DEI CRISTIANI..."* Ipse dixit.


Gianni Caroli, NapoLibera - napolibera@gmail.com


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mercoledì 21 dicembre 2016

La censura viaggia sul web.... sguinzagliati i debunkers di regime


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*Boldracchina Quidam a mò di elicottero-drone volteggia sui cieli italici minacccccicando lo sguinzagliamento di specifici mastini al servizio del Carceriere Maximo. Il Sikulo-amerikan fischiante. Tali Mastini essendo i così nomati Debunkers.


I debunkers sono TESTEQUADRE alle quali è impartito l'ordine di depistare, trattenere, interdire, minacciare, oltraggiare, confutare, limitare, confondere, ma soprattutto SOPIRE, TUTTI COLORO CHE esprimono DUBBI sulle versioni UFFICIALI degli avvenimenti passati, presenti & futuri. Nel nostro Paese e nel mondo. 

Contrariamente ai bei tempi andati, quando, in Onore del Signore si condannavano al ROGO o ad
altre pene detentive o rematorie ( nelle galere di Sua Santità) esseri umani pensanti, al giorno d'oggi qualche buontempone ha ritenuto che basta irridere pubblicamente le tesi sgradite ai Padroni del Sistema PER OTTENERE RISULTATI DI CONTROLLO SOCIALE. 


In teoria la situazione dovrebbe essere sotto controllo perché il processo di acquisizione di nuove emittenti mediatiche tramite acquisto commerciale prosegue indisturbato, tuttavia aumentano le emittenti e correlativamente il bisogno/curiosità di conoscenza del vasto pubblico, il quale gradualmente passa dalla visione mediatica di stampo ludico (partite sportive, giochi a premi, azzardo) a quella dei dibattiti politici ed informativi, con conseguenze sempre nefaste per il potere. 

Ecco nascere la necessità di disporre di un esercito sempre più numeroso, ovviamente a pagamento, di contestatori dei contestatori sul loro proprio terreno: la controinformazione della
controinformazione. Ma con in un più un'aggravante. Tipico del Debunker è la tecnica di spiazzamento attraverso l'irrisione o, qualora non riuscisse il colpo, con la minaccia diretta o indiretta.Specifico il caso delle Torri Gemelle dove il Debunker raffinato e ben temperato irride ai sospetti dell'intelligente che ha il coraggio di far funzionare il proprio cervello.


Secondo il Debunker quindi, edifici giganteschi costruiti per durare in eterno, sul tipo delle Torri Gemelle, sarebbero "logicamente" cadute per colpa dell'impatto con un aereo guidato da terroristi suicidi. In questo caso è ovvio che oggi, a quindici anni di riflessioni e di controinformazione, alle tesi ufficiali ci credono in pochi, ma sono passati ben 15 anni! 

Se però paragoniamo le distanze temporali per la liberazione da dogmi assurdi ( la Tesi della "Donazione di Costantino" è stata confutata solo 1000 anni dopo la sua promulgazione ed ha comportato una modificazione statuale ben 1500 anni dopo) POSSIAMO CONSTATARE CHE LO SVILUPPO CULTURALE LAICO E LA DIFFUSIONE DEI SISTEMI DI INFORMAZIONE HANNO DATO RISULTATI TANGIBILI. CONCLUDIAMO con l'elenco dei Debunkers italyoti
più quotati: Paolo Attivissimo, Diego Gabutti, Michelangelo Coltelli, Pierluigi Battista, E. Deaglio, Enrico Mentana, David Puente, Quattrociocchi. CAVE CANEM! *


*A proposito di San Francesco, tornato in auge grazie al contemporaneo pseudo-papa, è interessante una frase tratta da: San Francesco, il Lupo, i Segni, di Gian Paolo Caprettini, Einaudi: " ...Certo, il Fioretto XXI non è la manifestazione di un codice unico, ma è il risultato della convergenza di sistemi diversi. La tradizionale netta opposizione, ad esempio, di cui hanno parlato Frye e Lotman tra mondo cavalleresco e mondo monacale pare abbastanza compromessa nel caso di Francesco, fin dai suoi più antichi biografi definito "cavaliere" o "trovatore di Dio" l'errante che agisce e predica in suo nome..." -   Ho citato questa frase per far notare come i codici linguistici diventano essenziali nella comprensione della fenomenologia politica correlata al predicatore ( diretto o indiretto) errante.Il messaggio di San Francesco, difficilmente uguagliato dal Francis Vaticans, incontra ed ammansisce il Lupo... il Lupo, comunque sia, è il pharmakos che la società tende ad escludere. Stesse considerazioni valgono per OGNI predicatore errante, da Gesù detto il Cristo, a San Paolo, a Don Chisciotte a Brancaleone Da Norcia, etc.*

*Georgius Vitalicus*




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martedì 20 dicembre 2016

USA. Armageddon democratico in arrivo...


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L'assassinio  di Andrey Karlov, ambasciatore russo in Turchia, arriva nel momento del diapason di una forsennata campagna anti-russa e anti-Putin che, su input principale di una Cia in piena fase eversiva, sostenuta da un Obama in vena di colpi di coda demenziali, ha fatto mobilitare i servizi segreti e i media di tutto l'Occidente con al centro l'accusa,  tanto idiota quanto assurda, che Putin avrebbe manovrato, hackerato, cospirato, per demolire Hillary e far vincere Trump, per il quale dunque si dovrebbe prospettare un'operazione di rimozione, perché traditore della patria, prima che venga insediato. Regime change, questa volta a casa. 

L’eventualità dell’impedimento a Trump, in una forma o nell’altra, di insediarsi presidente, attraverso il voto negativo del Comitato degli Elettori o altri strumenti, rischia di provocare qualcosa di simile a una guerra civile in Usa. Occasione per le definitiva fascistizzazione del paese.

Ci sta precipitando addosso qualcosa di brutto. 

E così i sibili del cobra uscito dal rettilario mediatico imperiale, passati per i latrati, squittii  e grugniti del bestiario eurocoloniale, per finire tra gli ultrasuoni di lombrichi e vermi solitari brulicanti nel cortile della marca Italia (e chiedo scusa per la pigra riproposizione di queste speciste similitudini animali)  hanno invece finito con lo schiarirci la vista e stapparci le orecchie. Ora sappiamo che::
1     Putin ha personalmente hackerato, via Wikileaks, i computer del Partito Democratico e di Yahoo per svergognare Hillary e far vincere The Donald, amico suo. Non c’è la minima prova, Assange ha smentito, un alto diplomatico britannico, Craig Murray, ha confermato la smentita e l’origine interna dell’intervento sulle mail del Partito Democratico e di John Podesta, direttore della campagna di Hillary e sabotatore di quella di Sanders. Ma la Cia  lo ha detto a un oscuro e anonimo sito internet, PropOrNot, di sua creazione. Questi lo ha detto al Washington Post che lo ha detto all’universo mondo. Prove? Zero. Anzi, Il Washington Post ritratta e viene dimostrata l’esistenza di una gola profonda democratica che ha fornito a Wikileaks certe sconcezze prodotte dagli altifondi del partito per bloccare il rivale di “sinistra” Sanders. Ma che fa. Con fonti impeccabili come la Cia, come dubitare?

 (Piuttosto sarà interessante scoprire come si scioglie l’enigma di una Cia che dà addosso all’infiltrato di Putin Trump, di un FBI che ha fatto sgambetto a Hillary favorita della Cia, di un complesso militar-industriale che si vede onorato di torme di generali nella nuova amministrazione, insieme, però,  a promesse di pesanti tagli agli F35 e altri suoi redditizi giocattoli, di bacetti soffiati a Mosca e di telefonate alla dinamite fatte a Taiwan e contro Pechino. Un bel casino, in attesa che il burattinaio riconduca questo ambaradan a unità strategica).

2     Fino a ieri infestavano il  Medioriente, fiere schiere di subumani recanti il logo di Isis, Al Nusra, Al Qaida e sottosigle varie e con quelli si erano fatti conoscere, in video di indubbia fattura hollywoodiana, come orrende materializzazioni di film e videogiochi dell’orrore con cui Hollywood ci educa ai culti dello Zeitgeist moderno. Di colpo, grazie all’effetto Aleppo Est come elaborato da rettili e vermi, si sono miracolosamente trasformati in civili, eroi e martiri della democrazia, esposti al genocidio per mano del mostruoso Putin e degli apprendisti stregoni Assad, Hezbollah, iracheni e iraniani.

Gazzettieri CIA, sveglia!
Tali sono la frustrazione che questo tsunami senza precedenti di menzogne, calunnie, logiche surrealiste rivela, tale è la mobilitazione contro la Russia di tutto il mobilitabile dal New York Times ai vermiciattoli del “manifesto”, che davvero c’è stavolta da temere il peggio. Hanno dato la sveglia a quei giornalisti europei che, dopo l’Ucraina e per il risentimento dei tanti padroni italiani nei confronti delle sanzioni  antirusse che colpivano più il loro business che i russi, si erano un po’ assopiti. Ma come, si beccano dalla Cia 20.000 dollari di primo ingaggio e poi dormono?

Mai dimenticarsi di Udo Ulfkotte, l’ex-editore del più autorevole quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung che, confessato di essere stato per una vita al soldo della Cia, ci ha rivelato, mai smentito, che non meno dell’80% dei giornalisti che contano nei media che contano sono a libro paga della Cia. Eseguono, in cambio di quell’ingaggio, di viaggi-premio a New York, di avanzamenti di carriera e altri benefit, quanto gli è commissionato volta per volta. Da un bel po’ di tempo a questa parte, diciamo dal fiduciario Rothschild, Eltsin, in qua, l’ordine di servizio è una robusta e martellante campagna russofobica e anti-Putin. Aprite i giornali, ascoltate la corrispondente da New York, o da fronti di guerra, seguite gli analisti nel talkshow, scorrete l’elenco degli appellanti di cui sopra, fate attenzione alla lobby talmudista e poi rileggetevi Udo Ulfkotte. E se non vi basta, considerate anche questa orgogliosa rivendicazione dell’ex-direttore della Cia William Colby: “La Cia possiede ogni giornalista di una certa importanza nei maggiori media”. 

Anche Bergoglio è della crociata
Mi chiedo se questo vale anche per i papi. L’altro giorno, al culmine delle efferatezze dei terroristi sulla gente che scappava da Aleppo Est, dal rettilario del Vaticano è uscita un sibili diretto… ad Assad, a chi se no? La lettera del Bergoglio, già connivente con i generali della dittatura argentina, chiedeva al presidente siriano che difende il suo popolo da 6 anni di assedio del mondo, di “smetterla con la violenza, di non violare i diritti umani”. Mica a Obama l’ha mandata’sta fetecchia, mica a Erdogan, mica a re Salman… E’ la ciliegina su una torta impastata di ossa e sangue e da lui benedetta. L’aveva già fatto uguale il Ratzinger: noblesse oblige. Del resto il gesuita argentino che ha spodestato quello tedesco, si era già fatto valere per la sua irreprensibile fedeltà alla libertà e correttezza di comunicazione: Inserendosi nel pandemonio anti-libertà d’espressione (roba consueta nella Chiesa di Roma) come rappresentato dalla campagna contro le cosiddette “fake news”, ha sentenziato che è “peccato grave diffonderle, anziché educare il pubblico e certi scandali non vanno pubblicati, anche se sono veri” (sic!!!).

Tornando da Ulfkotte  il pentito tedesco ha anche raccontato come gli stessi servizi tedeschi venissero da lui a chiedergli di scrivere di Gheddafi e russi. E alla sua obiezione che non ne sapeva abbastanza, gli fornivano i materiali opportuni. Cosa pensate che succeda da noi che, come i tedeschi, abbiamo gli americani in casa a occupare basi, ministeri e servizi, con uno come Marco Minniti, testè elevato al rango di ministro degli Interni, ma che vanta una vita intera, a partire dal sodalizio con il noto Cossiga, spesa nei cunicoli di servizi segreti che a quelli Usa stanno come, per ripetere l’iniqua metafora, la vipera sta al cobra?

Sono i russi a decidere chi va nella Casa Bianca, mica la Cupola
E’ fantastica, affascinante, virtuosissima, la capacità di questi di volgere la realtà nel suo contrario. I russi hackerano gli Usa al punto da poter rovesciare gli esiti numerici di un’elezione presidenziale. Sottraggono milionate di dati, spiano, cospirano. Sa di ’ classico transfert freudiano: infatti su tutto questo ci piove come fosse Katrina. Fino a ieri, a schiarire la notte universale della privacy era stata la NSA statunitense, massima agenzia di spionaggio Usa ad essersi accomodata nei computer, tablet, smartphone e, dunque, nella vita privata di miliardi di persone, fin nelle blindatissime stanze di capi di governo o Stato come Merkel o Rousseff. Sparita, lavata con Dash, anzi da hacker russi.

Fino a ieri i russi, bene o male, ammesso a denti stretti, erano intervenuti a fiancheggiare americani, Nato e illuminati del Golfo nell’epocale lotta contro la barbarie dei tagliagole, scuoiatori, crocefiggitori, bambini giustizieri, schiavisti sessuali  jihadisti e, dal momento che ci stanno riuscendo (tra l’altro sopperendo a bombardamenti Usa, finti, su Isis e Al Qaida e, veri, su civili e infrastrutture irachene e siriane), ecco che diventano quelli che, con Assad, radono al suolo Aleppo Est, vi “bruciano vivi i bambini” (Il Fatto Quotidiano e altri) massacrano le “opposizioni”  e sterminano civili con i barili-bomba (mai visti né documentati). Civili che sarebbero 100mila nei 2,5 km quadrati  riconosciuti ancora sotto Al Nusra e Co.: la più alta densità demografica del mondo…. Prima si parlava di 100mila bambini su 250mila abitanti in Aleppo Est: la popolazione, a dispetto della catastrofe in cui vegetava, più prolifica del mondo…..Da Aleppo Est, si afferma ora, sono riusciti a mettersi in salvo 18mila e pare ne siano rimasti pochini….
Tanto bruciano, non tanto gli immaginari bambini pianti delle nostre antenne ripetitrici, detti giornalisti, quanto lo sconvolgimento geopolitico determinato dalla sconfitta dei propri surrogati, da far abbandonare all’inquilino in uscita dalla Casa Bianca ogni finzione di combattente anti-terrorismo. La riconquista di Palmira è avvenuta perché, nell’urgenza di controbattere allo smacco di Aleppo, il primo di quella portata strategica dai tempi di Saigon, a Obama è stato detto di dismettere ogni finzione. Con i gregari curdi, travestiti da Forze Democratiche Siriane, ha aperto e accompagnato il trasferimento di 5000 mercenari Isis da Mosul, riaprendo a forza di bombe la strada che le milizie popolari irachene e iraniane avevano bloccato, per Raqqa e quindi per Palmira, presieduta da appena 1000 soldati siriani. E qui qualche domanda dovranno pur porsi i russi circa intelligence, osservazione e prevenzione.

O zitti o in galera? Se la scampiamo lo dobbiamo ad Assad.
La conclusione di quanto abbiamo preso in considerazione è, in misura sempre più evidente e drammatica, la seguente: In Occidente la libertà di stampa, e più ancora l’onestà di stampa, sono state uccise. Al di là  di una sempre più grossolana e strumentale deformazione dei fatti, delle cause, degli effetti, la dimostrazione ultima di questo assunto viene da un dato incontrovertibile e che si è andato radicalizzando man mano che le difficoltà per l’Impero crescevano. La voce dell’altro, qualsiasi voce non controllata, deve essere soppressa. A partire dal bombardamento, o dalla neutralizzazione tecnica, delle centrali di comunicazione dei paesi aggrediti, in Serbia, Iraq, Libia, Siria, Iran, fino alla demonizzazione di organi d’informazione della massima affidabilità e professionalità, come RT, o Sputnik, o Press TV (Iran), o Telesur (Venezuela), perché appartenenti a Stati dichiarati nemici e dunque ontologicamente inattendibili. Una dimostrazione di insicurezza e di timore di verità altre che denota l’aleatorietà della propria, non meno di quanto la riveli la repressione dei vari cosiddetti negazionismi. Che sono quelli in cui il bue dà del cornuto all’asino.

Ultimamente si è arrivato al diapason di questa campagna di apartheid delle notizie e opinioni, di chiusura nei campi di concentramento della censura  di ogni voce non solo mediatica, ma soprattutto di rete, che non sia riconosciuta e patentata voce del padrone. In Germania e Francia sono passate norme che puniscono i diffusori di “fake news”, cioè di verità altre (si era cominciato con il carcere ai “negazionisti”). E’ di nuovo il Washington Post a lanciare la campagna contro il nemico del momento, appunto queste “Fake News”, notizie false, bufale, campagna ormai estesa all’intero armamentario mediatico occidentale, con protagonista di nuovo l’immancabile Russia, ma con obiettivo diretto e nominato i “social network”. Quelli che chiamiamo MSM (Main stream media), quelli che, con il fantoccio Powell, hanno esibito al mondo prove delle armi di distruzione di massa di Saddam, quelli che si sono inventati le bombe sul proprio popolo di Gheddafi e Assad, quelli che ci hanno rifilato l’11 settembre come lavoro di Osama bin Laden, quelli che, con appresso i chierichetti dei diritti umani,  definiscono dittatura ogni governo il cui paese vogliono sbranare e il cui popolo depredare ed eliminare, quelli del più turpe menzognificio non religioso mai esistito, quelli che il più grande masskiller nella storia dei presidenti Usa è stato “il migliore presidente dopo Washington e Lincoln”, quelli che a Kiev hanno salvato la democrazia, quelli che a Dresda (200mila morti a guerra spenta, più che a Hiroshima) hanno salvato la Germania dal nazismo..

Queste epica associazione a mentire per delinquere ha iniziato la caccia alle “fake news”, ai bugiardi annidati nella rete e ovunque si esprima anche solo un alito di dissenso,  di alterità. Ci stanno venendo a prendere tutti. Neanche un granello di sabbia deve inserirsi negli ingranaggi della guerra contro la Russia. Quella che deve mettere Trump davanti al fatto compiuto, o ce lo deve costringere (mentre lui magari pensava a staccare la Russia dalla Cina per poi fare la guerra al bersaglio più grosso)…

Da Aleppo verso il futuro, come da Stalingrado
Aleppo è liberata e il concerto umano ha ragione di levare inni alla gioia. Palmira lo sarà sicuramente, lo hanno promesso Assad e Putin e sono  le parti più affidabili. Poi dovrebbe toccare a Idlib nel nord, ai miserabili curdi delle pulizie etniche a nord est, a Deraa nel Sud. Per ricomporre la Siria libera, sovrana, socialmente equa, antimperialista e anti-sionista che abbiamo conosciuto dal momento della sua indipendenza e della liberazione dal colonialismo francese in poi. Tutto questo, però, costituisce un tale affronto a chi s’è visto strappare di mano il timone, da farci aspettare di tutto. Un tutto che dai soliti noti ci verrà presentato come l’ineluttabile necessità di salvarci dall’orso russo avviato a divorarci tutti.
Questi occhiuti cronisti, circospetti analisti, pensosi commentatori, sdegnati umanitari che appendono striscioni per Aleppo ai municipi, come già per altri falsi scopi, Giulio Regeni, le due Simone, Sakineh Ashtiani, la Shalabajeva (complice del furfante banchiere kazako  Ablyazov, inseguito per furti di milioni dalle polizie di mezzo mondo, ma qui fatto passare per dissidente)  e altri martiri inventati dell’imperialismo, si scordano  un piccolo particolare. Chi ha iniziato tutto questo, chi ha sconquassato la Siria e l’intero Medioriente ammazzando tra Iraq, Libia, Siria e Yemen, più di tre milioni di innocenti esseri umani? Chi ha assoldato in giro per il mondo trucidi e psicopatici arnesi della più efferata violenza e li ha lanciati contro Stati sovrani, popoli sereni e pacifici, civiltà millenarie, a compiere inenarrabili orrori per poi, nel nome della guerra al terrorismo, completare in prima persona le devastazioni e i genocidi, svuotare i paesi degli esseri sopravvissuti, perché  a quei popoli sia negato il futuro e, a forza di alluvioni umane, sia compromesso quello di paesi europei da tener sotto scacco, con l’effetto non tanto collaterale di ridurre a Stati di polizia e di mafia i paesi nati dalla resistenza antifascista? 

Il deputato al parlamento siriano e presidente della Camera di Commercio di Aleppo, Fares Shehabi, ha pubblicato una prima lista, non esaustiva, degli ufficiali stranieri (Nato e Golfo) arrestati nel bunker di Aleppo Est da dove coordinavano le operazioni dei terroristi di Al Nusra e associati. Si tratta di ufficiali che hanno declinato le proprie generalità e ammesso la loro funzione. Sono stati catturati altri militari di nazionalità diverse,  britannici, tedeschi, francesi, di cui i nomi non sono stati ancora resi noti. Nessuna smentita da parte dei governi degli ufficiali arrestati. Molte conferme dai media.
Mutaz Kanoğlu — Turquie
David Scott Winer — États-Unis
David Shlomo Aram — Israël
Muhamad Tamimi — Qatar
Muhamad Ahmad Assabian — Arabie saoudite
Abd-el-Menham Fahd al Harij — Arabie saoudite
Islam Salam Ezzahran Al Hajlan — Arabie saoudite
Ahmed Ben Naoufel Al Darij — Arabie saoudite
Muhamad Hassan Al Sabihi — Arabie saoudite
Hamad Fahad Al Dousri — Arabie saoudite
Amjad Qassem Al Tiraoui — Jordanie
Qassem Saad Al Shamry — Arabie saoudite
Ayman Qassem Al Thahalbi — Arabie saoudite
Mohamed Ech-Chafihi El Idrissi — Maroc

Fulvio Grimaldi - fulvio.grimaldi@gmail.com

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