venerdì 21 novembre 2014
Difendere la gioventù dalla "confusione dell'identità gender" che invade le scuole italiane
La difesa delle giovani generazioni, perché crescano e siano educate
secondo natura, è una possibilità per tutti, un dovere, se la parola
non suonasse troppo dura per la desuetudine con cui è percepita ed
utilizzata: qualcosa d’altri tempi, fuori moda.
La loro tutela è un compito che si può assumere dalla politica
all’associazionismo, dai genitori all’autodifesa degli studenti: su
piani diversi si possono respingere i sistematici attacchi diretti
nelle menti e nelle coscienze dei più giovani, con lo scopo della
confusione delle identità, dai bambini della scuola dell’infanzia fino
ai ragazzi dei licei.
Mentre la politica può incidere a livello legislativo, con
l’associazionismo essa può intervenire anche nell’analisi del
fenomeno, nella diffusione dell’informazioni oscurata, nella
proposizione di iniziative pubbliche a sostegno della battaglia per la
vita della famiglia come espressione naturale.
Molto possono mettere in atto i genitori e gli studenti sul piano
della informazione e della difesa, in modo capillare avviare una
vigilanza nelle realtà degli Istituti scolastici di riferimento.
Le leggi, a sostegno dell’induzione della confusione di genere, sono
solo un aspetto del fenomeno, sostenuto soprattutto dalla proposta e
dalla divulgazione di iniziative “educative” che possono entrare a far
parte del percorso scolastico attraverso progetti o occasionali
attività, se e fintantoché, speriamo mai, non entrano specificatamente
ad essere parte prescrittiva del programmi scolastici.
L’iscrizione nel mese di gennaio avvia un rapporto tra la scuola e i
genitori regolato del Piano dell’Offerto Formativa. Un documento nel
quale, tra l’altro sono dichiarate le attività che la scuola
realizzerà oltre la normale programmazione didattica. La prima
occasione di difesa dei propri figli o di se stessi come studenti si
concretizza quando il documento del POF è reso ufficiale. È
fondamentale leggerlo con attenzione in tutte le sue parti e chiedere
eventuali spiegazioni per quelle che potrebbero non presentarsi troppo
chiare oppure con riferimenti che potrebbero indicare una zona
prossimale di particolare riflessione e vigilanza sulle tematiche
cavallo di Troia.
La presenza di progetti e l’indicazione di iniziative, inserite nel
POF sono accettate all’atto dell’iscrizione dai genitori e la scuola
procede alla loro realizzazione senza dover chiedere il coinvolgimento
o le autorizzazioni da parte delle famiglie. I genitori condividono
con la scuola la responsabilità educativa e in quest’ottica sono
chiamati a concordare, a rispettare e sostenere tale documento.
È opportuno protrarre l’attenzione vigile per tutto l’anno scolastico
e per questo è stato diffuso il Manuale dell’autodifesa
dall’aggressione gender nelle scuole italiane recepito dall’A.Ge.
Cremona.
Cosa fare prima di scegliere la scuola per i vostri figli
Prima dell’iscrizione verificate con cura i piani dell’offerta
formativa (POF) e gli eventuali progetti educativi (PEI) della scuola,
accertandovi che non siano previsti contenuti mutuati dalla teoria del
gender. Le parole chiave a cui prestare attenzione sono: educazione
alla effettività, educazione sessuale, omofobia, superamento degli
stereotipi, relazione tra i generi o cose simili, tutti nomi sotto i
quali spesso si nasconde l’indottrinamento del gender. Ricordatevi che
i genitori sono gli unici legittimati a concordare e condividere i
contenuti di una seria e serena educazione alla affettività dei per i
loro figli, rispettandone la sensibilità nel contesto del valore della
persona umana.
Cosa fare all’inizio dell’anno scolastico
2. Durante le elezioni dei rappresentati di classe esplicitate la
problematica del gender e candidatevi ad essere rappresentanti oppure
votate persone che condividano le vostre posizioni in materia. In ogni
caso tenetevi informati con gli insegnanti, i rappresentanti di classe
e di istituto per conoscere in anticipo eventuali iniziative formative
in materia di “gender”.
Cosa fare durante l’anno scolastico
3. Controllate ogni giorno quale è stato il contenuto delle lezioni e
almeno una volta a settimana i quaderni e i diari scolastici,
parlandone con i vostri figli. Non siate in alcun modo pressanti verso
i figli ma siate coinvolgenti e attenti al loro punto di vista, pronti
a render ragione della vostra attenzione.
4. Visitate spesso il sito internet della scuola per verificare che il
gender non passi attraverso ulteriori lezioni extracurricolari (es.
Assemblee di istituto o altre attività straordinarie).
Cosa fare se la scuola organizza corsi sul gender per genitori o insegnanti
5. Se le lezioni sulla teoria del gender sono dirette a genitori o
insegnanti, chiedete la documentazione e confrontatevi con le
associazioni di genitori o col Forum delle associazioni familiari
della vostra regione per verificare e valutare i contenuti proposti,
spesso lontani dalle verità scientifiche.
Cosa fare se la scuola organizza lezioni o interventi sul gender per
gli studenti
6. Date l’allarme! Sentite tutti i genitori degli studenti coinvolti e
convocate immediatamente una riunione informale, aperta anche agli
insegnanti
7. Chiedete (è un vostro diritto!) di conoscere ogni dettaglio circa
chi svolgerà la lezione, che contenuti saranno offerti, quale delibera
ha autorizzato tale intervento formativo, quali sono le basi
scientifiche che garantiscono tale insegnamento
8. Dopo la riunione informale potrete chiedere la convocazione
d’urgenza di un consiglio di classe straordinario per discutere della
questione, eventualmente inviando una lettera raccomandata al
dirigente scolastico e per conoscenza al dirigente dell’ufficio
scolastico provinciale in cui chiedete le stesse informazioni e,
qualora tale intervento non sia previsto dal piano dell’offerta
formativa, chiedere che sia annullato.
9. Informate immediatamente le associazioni dei genitori del
territorio e il forum delle associazioni familiari e, eventualmente, i
consiglieri comunali e regionali del vostro territorio o i vostri
parlamentari di riferimento. Ricordatevi che più la notizia è diffusa
meglio è.
Cosa fare se la scuola vuole comunque costringere i vostri figli a
ricevere educazione basata sulla teoria del gender nonostante le
vostre iniziative
10. Nel caso in cui la scuola rifiuti di ascoltare ogni vostra
richiesta, inviate una raccomandata al dirigente scolastico e per
conoscenza al dirigente provinciale in cui chiedete che l’iniziativa
sia immediatamente sospesa e comunicate che in caso contrario
eserciterete il vostro diritto di educare la prole come sancito
dall’art. 30 della Costituzione e che pertanto, nelle sole ore in cui
si svolgeranno tali lezioni terrete i vostri figli a casa
11. Fatevi aiutare dalle associazioni di genitori o dal Forum delle
associazioni familiari per ogni azione più decisa quale, ad esempio,
la segnalazione al ministero di eventuali abusi oppure eventuali
ricorsi al TAR oppure per la redazione di formali diffide.
Cosa fare IN OGNI CASO
12. Custodite i vostri figli, alleatevi con loro, fornite loro fin da
ora un adeguato supporto formativo e scientifico in base alla loro età
così da proteggerli e prepararli a fronteggiare la teoria del gender.
Spiegate loro il perché di ogni vostra azione, coinvolgendoli nelle
scelte della famiglia. Fate in modo che non si sentano mai soli in
ogni vostra iniziativa, ma coinvolgete anche altri genitori e
conseguentemente anche altri loro compagni di classe. L’unione fa la
forza. Anche in questo caso.
M. De Loris
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