lunedì 15 ottobre 2012

La Francia elimina la madre e il padre... diventano "numeri"


Divinazione - Dipinto di Franco Farina

Mamma e papà? Definizioni da archiviare.
Ruoli distinti, divisi da un confine preciso, che coincide con quello del genere sessuale e che poco va a genio a chi pensa alla famiglia cosiddetta moderna, quella dove i ruoli genitoriali possono essere assunti indistintamente da due uomini, due donne, un uomo e una donna, in barba ai diritti dei bambini.
Per non fare torto a nessuno, prima gli Stati Uniti, ora la Francia, hanno deciso di cancellare mamma e papà. Bando alle due parole, racchiuse da un alone di affetto e calore famigliare. Su tutti i documenti ufficiali meglio apporre due definizioni neutre, che sanno lontano un miglio di apertura alla famiglia omosessuale. Meglio dunque parlare di Genitore 1 e Genitore 2, robotiche versioni di una famiglia in salsa tradizionale.
Negli Stati Uniti si fa da febbraio 2011. I termini madre e padre non figurano più sui passaporti targati Washington da più di un anno, per adattarsi allo scenario offerto dalle "nuove tecnologie riproduttive", come dichiarava al momento dell'adozione del sistema Brenda Sprague, vicedirettrice dell'Ufficio passaporti del Dipartimento di Stato.
E la Francia socialista di François Hollande non sarà da meno. Genitore1 e Genitore2, i nuovi mamma e papà, faranno bella mostra di sè su tutti i documenti con valore legale, dai certificati di nascita in su.
Luca Romano - Il Giornale.it

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Commento di Maurizio Barozzi: 

Cari, la Francia elimina mamma e papà.   Notate come, passo passo, un poco alla volta, si introducono norme, apparentemente innocue, ma che hanno in prospettiva una portata devastante e preparano la strada alla globalizzazione totale del pianeta: la Repubblica Universale.


Le ideologie neoradicali e moderniste, che sono le apripista di questa “globalizzazione” mirano a realizzare un mondo dove, nei limiti possibili della natura, non ci siano distinzioni e quelle che proprio non sono eliminabili siano forzatamente minimizzate o deviate.

Il loro ideale sarebbe quello di una società non tanto multietnica, quanto multirazziale: né bianchi, né neri, né gialli, ma un ibrido derivato dalla mescolanza.


Nessun patrimonio storico  o peculiarità culturali a cui riferirsi, ma tutti indistinti in una mescolanza di discendenze che azzeri ogni riferimento etnico.


Nessun aggancio a valori familiari: chissà, tra poco sarà obbligatorio che i figli, appena nati, siano definitivamente distaccati dai genitori affinché non li influenzino.


Nei limiti del possibile né maschi, né femmine, ma una umanità ambivalente, unisex, come da tempo indicato dalle mode e dagli stilisti gay.


Ed ovviamente gusti per tutti uguali in modo da uniformare e pianificare la produzione dei consumi.

 

C’è però un inconveniente: tempo addietro ho letto di un intellettuale ebreo che augurava, per la salvezza dell’Europa, che si accelerasse la multi etnicità. Aggiungeva però che  la società multietnica non era desiderabile per Israele e la sua identità ebraica. Ovviamente, per gli ebrei, non potrà neppure andare bene la trascrizione indistinta dei genitori: né mamme, né papà, ma solo genitore 1 e genitore 2, visto che si è ebrei, per prima cosa da parte di madre.


E allora?


Ma è chiaro no...? Nella Repubblica Universale un conto sono i goyim,   e un conto è la minoranza "eletta"  da "Dio".



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