giovedì 23 agosto 2012

Storie di gatti, dal piatto al rito satanico... brividi per trascorrere l'estate al fresco



Era gennaio e ci raccontarono questa storia vera purtroppo, forse per scaldarci e allora la racconto ora che è estate e fa caldo, almeno i gatti lo sapranno: ”A volte sembra una leggenda metropolitana, altre volte se ne parla dando la colpa agli stranieri o si favoleggia di pranzi a base di gatto in ristoranti orientali che si trovano anche qui in Italia. Nella realtà di tutti i giorni invece gli italiani uccidono per scopo alimentare 6-7.000 gatti che vengono cucinati prevalentemente in umido con la polenta o arrosto. E’ quanto denunciato dall’associazione animalista Aidaa, che spiega che si tratta di una vera e propria abitudine culinaria che, “seppure vietata per legge, e punita addirittura con la reclusione (uccidere un gatto è reato penale che rientra nell’articolo 544 del codice penale che riguarda il maltrattamento e l’uccisione degli animali di affezione) è ancora radicata in alcune zone specifiche dell’Italia del centro-nord e in particolare in Veneto con epicentro nelle zone di Vicenza e Verona, ma anche nelle province che stanno ad est della Lombardia (Bergamo, Brescia e Mantova) e anche in alcune zone del Piemonte e dell’Emilia Romagna”, rende noto l’associazione. Secondo i dati analizzati da Aidaa in base alle segnalazioni giunte nel 2011 al servizio ‘emergenzamici@libero.it’ sarebbero circa 6-7.000 i gatti allevati, cacciati o semplicemente uccisi a scopo alimentare, il 10% di tutti i gatti scomparsi ed abbandonati nel corso dell’anno. E’ un dato che non si discosta molto da quello degli anni precedenti. Non mancano anche le segnalazioni esotiche come quelle provenienti dalla zona del litorale romano dove è stata segnalata a più riprese la scomparsa dei gatti dalle colonie, così come avviene (anche se in misura ridotta rispetto agli anni scorsi) che si segnalino cacciatori in cerca di gatti da impallinare nelle zone classiche della cucina dei ‘magna-gatti’. “Ci sono infine – specifica Aidaa – segnalazioni che hanno dell’incredibile ma che sono state poi appurate, come quella della signora in provincia di Milano che in diversi anni ha allevato a scopo di alimentazione oltre 600 gatti dandoli da mangiare ai suoi amici in succulenti pranzetti che diceva essere a base di coniglio”Roma, 28 gen. (LaPresse)”


Chissà cosa ne penserebbe Guillaume Apollinaire oggi del gatto:

“Io mi auguro di avere in casa mia:
una donna provvista di prudenza,
un gatto a passeggio fra i libri,
e in tutte le stagioni amici
di cui non posso far senza.”

Quello che mi meraviglia è che le nostre case e cittadine cittadelle città sono strapiene di topi e di altri animaletti non proprio da compagnia e c’è una vera lotta al gatto, neanche fosse la caccia alle streghe: Maledetto gatto!
Così vengo a sapere che dove risiedo, la mitica Tuscia, si sollazzano con le messe sataniche e i gatti neri ammazzati all’uopo: “Praticavano messe nere e riti esoterici, con tanto di sacrifici animali. Oggi l’associazione Aidaa li ha individuati e denunciati. Si tratta di trentaquattro adepti di dodici gruppi satanisti sparsi sul territorio nazionale (che avrebbero rapito, tra il 2008 e il 2012, oltre 300 gatti neri). E di queste sette sataniche, due si trovano proprio nel Lazio.«Abbiamo presentato una denuncia all’autorità giudiziaria per il reato di maltrattamento e uccisione di animali, ai sensi dell’articolo 544 ter del codice penale – ha spiegato il presidente nazionale dell’Aidaa, Lorenzo Croce -, in quanto accusati di essere responsabili della sparizione di oltre 300 gatti neri, rapiti ed uccisi nel corso di riti e sacrifici a Satana». Dalle segnalazioni e dai ritrovamenti di ossa (di felini, come di bovini e di cani) una delle zone più attive in questo tipo di macabri riti è la provincia di Viterbo, precisamente le campagne di Montefiascone e le rive del lago di Bolsena, tra le località di Marta e Cappuccini.

Qui, negli ultimi quattro anni, in special modo nella notte di Halloween e in quella dell’equinozio di primavera (il 21 marzo), sono state rinvenute tracce di undici messe nere, praticate per lo più da gruppi esoterici e da adepti della chiesa di Satana di rito layeriano.Inutili sacrifici per cui sono state denunciate nove persone (di cui tre donne) tutte residenti a Roma, eccetto due ad Arezzo. Altro punto di aggregazione per i satanisti è il cimitero romano del Verano, dove peraltro da anni risiede una folta colonia felina, che nei periodi più a rischio per questo genere di riti viene attentamente controllata dagli addetti del camposanto. Eppure agli animalisti dell’Aidaa sono arrivate diverse segnalazioni di possibili messe nere, così come denunce di sparizioni di almeno trenta gatti dal manto scuro, in città come sul litorale, e di una quindicina di ritrovamenti di carcasse di felini che erano stati sgozzati.”

Di noi gatti dicono

Dove vivo ci sono fazioni di gattare e gattari in percentuale minore e impotente dal momento che all’ amministrazione comunale delle feci di piccioni e altre monnezze e sterilizzazioni animali nel centro storico non ci sente…, e fazioni di cittadini indignati per questi animali che si aggirano in quell’ unica stretta strada con vari nomi , praticata indistintamente da auto motori e pedoni…Poi c’è quel numero enorme e forte della sua indifferenza a ogni questione che non significhi soldi. Per cui di questi tempi, vedere una ciotola con dell’ acqua per gli animali è una chimera e potrebbe dare fastidio, ma non danno fastidio i veleni, per topi e persone.
A conclusione mi sono chiesta in quale settore inserire queste mie annotazioni: Scienza Tecnolgia e Progresso, oppure Media e web, oppure Economia e crisi, oppure Salute e Ambiente.

Ho scelto quest’ultimo e come disse Pablo Neruda

“…Io no.
Io non sono d’accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl’imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l’atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d’oro stanno nei suoi occhi”

Per cui continuo ad attendere che Restando almeno con gli Animali, riusciamo ad essere Umani e portare rispetto. Fosse che ai gatti solitamente non si può mettere il guinzaglio?Cantava l’indimenticabile Augusto Daolio “I gatti più belli sono i gatti randagi, girano i quartieri di povera gente, amici sinceri di chi non ha niente, di chi tutto il giorno non fa che sognare di notte sui tetti, miagolando alla luna una carezza gli porta fortuna…Siamo un po’ tutti dei gatti randagi ce ne andiamo coi sogni in spalla, siamo un po’ tutti dei buoni da niente, siamo un po’ tutti dei tira a campare. Noi siamo quelli che vogliono andare un solo credo la voglia di amare. Un solo sogno la libertà ”

Doriana Goracci

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