domenica 14 novembre 2021

Polonia. Cosa succede alla frontiera...?



L’Unione Europea e la NATO hanno espresso solidarietà piena al governo conservatore di destra della Polonia che si oppone con reticolati e l’intervento dell’esercito all’ingresso di migranti siriani, iracheni, afghani e africani provenienti dalla Bielorussia. I migranti premono per entrare nel Paradiso promesso, costituito dai paesi dell’Unione Europea, e non hanno nessuna intenzione di fermarsi nei paesi che hanno dovuto traversare, come Turchia, Ucraina o la stessa Bielorussia.

Ma c’è qualcosa che non torna in questa vicenda. Quando altri migranti, molto più numerosi di quelli che premono alla frontiera polacca (valutati in circa 2000) premevano alla frontiera ungherese, destò scandalo e la riprovazione dell’Unione Europea il fatto che il governo conservatore di Orban costruisse muri e reticolati per vietare l’accesso. Analoga condanna si abbattè sulla Croazia che aveva anch’essa chiuso la frontiera ed elevato muri. Critiche sono state dirette anche contro la Grecia per il trattamento rude e inumano dei migranti che arrivano dalla Turchia con i barconi sbarcando nelle isole più vicine alla costa turca, come Lesbo e Samo. Nessun aiuto concreto viene invece offerto dall’Unione Europea all’Italia dove alcune zone di frontiera, come Lampedusa, la Sicilia e la Calabria, devono fronteggiare in emergenza i flussi migratori che passano attraverso il Mediterraneo. Quest’anno sono sbarcati in Italia circa 58.000 migranti, ma l’unione europea ne ha “redistribuito” solo 97!

Perché allora tanta enfasi sui migranti alla frontiera tra Bielorussia e Polonia? Il fatto è che il dramma dei migranti fermati alla frontiera polacca serve da pretesto per attaccare la Bielorussia, paese considerato nemico dell’Unione Europea e della NATO e alleato della Russia, accusato (ma senza prove concrete) di spingere i migranti verso la Polonia e di organizzare viaggi aerei per migranti dalla Siria. La situazione è descritta in modo partigiano dai mass media nostrani. Ho sentito un giornalista ignorante dichiarare in un telegiornale che era stata chiusa anche la frontiera tra Bielorussia ed Estonia, dimenticandosi che i due paesi non sono confinanti, come avrebbe potuto verificare semplicemente guardando una carta geografica.

Negli anni scorsi la Bielorussia è stata sottoposta a sanzioni dopo che non è stata riconosciuta la validità delle elezioni che hanno riportato alla presidenza del paese l’ex presidente Lukaschenko. Questa decisione non tiene conto del fatto che Lukaschenko - che forse non sarà un modello di democrazia secondo i modelli di stampo liberale - è tuttavia molto popolare per aver assicurato negli anni precedenti un consistente sviluppo economico al paese, molto superiore a quello di tutti i paesi ex sovietici e di quasi tutti i paesi dell’Est Europa. Vengono minacciate ulteriori sanzioni a danno della Bielorussia, il cui governo reagisce minacciando di interrompere il flusso di gas russo che alimenta l’Europa con i gasdotti che passano per il paese.

Intanto in Polonia sfilano cortei nazionalisti, in cui si distinguono organizzazioni apertamente filo-naziste che ostentano simboli celtici di pessima memoria. Si chiede e si minaccia un’azione militare contro la Bielorussia, mentre la Russia invia bombardieri nello spazio aereo del paese alleato come monito contro eventuali aggressioni. Putin invita l’Unione Europea a trattare direttamente con il governo bielorusso, che però non è riconosciuto in Occidente. Speriamo che il buon senso prevalga e che si arrivi ad una trattativa su basi ragionevoli che eviti i pericoli di guerra e che innanzitutto risolva la situazione sempre più drammatica dei migranti accampati alla frontiera senza cibo e riscaldamento, ostaggi dei contendenti e dell’ipocrisia della politica internazionale.

Vincenzo Brandi


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