lunedì 6 novembre 2017

Il Mezzogiorno si salva con la "revolucion"


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Sono oramai decenni che sentiamo ripetere come un mantra da ogni parte politica che è necessario fare una politica per il rilancio del sud.

Abbiamo nel frattempo visto governi di ogni colore avvicendarsi al potere ed ogni volta li abbiamo sentiti ribadire le solite prediche,  promettere i soliti interventi, giurare la propria determinazione a risolvere il problema in modo efficace e complessivo.

Ma gli anni sono passati, i governi sono cambiati ed i risultati non si sono mai visti, salvo che la spartizione criminale dei fondi destinati allo sviluppo del sud e che invece hanno sviluppato solamente i conti in banca dei soliti noti!

Un misto di incompetenza, di inettitudine, di cinismo morale e di assoluto menefreghismo hanno caratterizzato sempre l’atteggiamento della politica nei riguardi del mezzogiorno ed i risultati concreti, palesi, reali, sono lì a confermare nei fatti che quanto andiamo dicendo non è né demagogia, né analisi superficiale, ma la semplice constatazione di una realtà!

Per motivi famigliari, frequentiamo spesso una cittadina della Calabria che conta circa ventimila abitanti ed abbiamo modo di vedere nel tessuto vivo di una comunità il grado di degrado sociale e di miseria in cui la media della popolazione è costretta a vivere.
Più di metà della popolazione giovanile è senza lavoro e senza la speranza di riuscire a trovarne uno e questo genera una prima conseguenza negativa anche nei rapporti di chi lavora con i datori di lavoro che approfittano della situazione di crisi e di precarietà per spingere al massimo lo sfruttamento pagando salari miseri (600/ 800 euro al mese ) e pretendendo straordinari gratuiti e ferie molto più ridotte di quanto dovuto quando addirittura non concesse per niente. Le autorità politiche e gli ispettorati del lavoro conoscono benissimo la situazione, ma non fanno nulla per migliorarla o per porvi rimedio, nemmeno quando essa sconfina nell’illegalità.

Seconda conseguenza del  degrado in questa cittadina è che la situazione del mercato immobiliare è assolutamente stagnante con metà degli immobili da vendere e metà da affittare senza che nessuno abbia i soldi per comperare o per pagare gli affitti.

Terza conseguenza l’abbandono generale in cui sono lasciate le città da amministrazioni comunali che non hanno i fondi nemmeno per l’ordinaria manutenzione e sono costrette a lasciare in giro sporcizia, guasti, disordine ed a rassegnarsi a disservizi che, come al solito, colpiscono le fasce più deboli della società.

In questo contesto, l’unica attività che prospera è la malavita organizzata e la Mafia e la ‘Ndrangheta la fanno da padrone trovando adesioni facili.

Qui il discorso morale si fa relativo perché una vera libertà di scelta la si ha solamente quando si può scegliere tra due opzioni, ma cessa di esistere quando di opzioni ce ne sia una soltanto e quando l’alternativa all’adesione mafiosa sia la fame.

Saremmo curiosi di vedere cosa farebbero i vari “Soloni” predicatori e moralisti se si trovassero a vivere situazioni così estreme come quelle che vivono i giovani del sud…

E’ vero che molti, per eroismo o per paura, scelgono di restare nella legalità, ma è altrettanto vero che altri, per necessità e per disperazione, fanno invece la scelta sbagliata ed anche di questo la responsabilità ultima cade su quella casta politica che da decenni manca ad un’altra promessa ripetuta e mai mantenuta e cioè a quella di “combattere la criminalità organizzata”..!

E’ del tutto evidente che l’attuale crisi generale ha il suo peso sulla situazione del sud, ma nelle zone più progredite del centro e del nord, dove la struttura economica era più solida, anche le conseguenze della crisi sono proporzionalmente meno pesanti e se nei decenni precedenti la politica avesse fatto qualche cosa di concreto anche per il mezzogiorno, invece di limitarsi ad una presa in giro con le solite vaghe promesse che non sono mai giunte neppure ad un abbozzo di piano operativo, oggi anche il sud, sebbene coinvolto nella crisi generale, la potrebbe sopportare molto meglio senza essere ridotto alla disperazione sociale!

Ad aggravare poi una situazione già tragica di per se stessa è la complicità della politica con le mafie nell’ambito di una comune convenienza in quanto le mafie sono in grado di controllare una parte consistente dei flussi elettorali e la politica scambia questi voti che le danno il potere con una condiscendenza ed una tolleranza che si concretizzano nel non fare concretamente nulla per dare allo stato le armi per combattere le mafie.

Come sempre, quando si analizza il comportamento della casta politica italiana, si giunge alla conclusione che le sue caratteristiche sono complessivamente negative e, per usare un eufemismo, sono l’essenza dell’incapacità e della mancanza di etica.

Il lungo periodo di esercizio dimostra che questa casta NON è riformabile e che l’unico modo di non doverla più subire è quello di eliminarla,  con la RIVOLUZIONE!

Non lo diciamo per spirito sanguinario o per sete di violenza e saremmo lieti se qualcuno volesse e sapesse proporci un’alternativa plausibile e concretamente realizzabile e che non sia la solita, utopica illusione ma, purtroppo, a causa dell’esperienza vissuta, noi non ne vediamo nessun’altra..!!

Alessandro Mezzano

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