giovedì 31 ottobre 2024

Moldavia. Un bivio storico per il Paese...

 


Il 3 novembre 2024 si svolge il secondo turno delle elezioni presidenziali, come documento qui, TUTTE le forze di opposizione, pur avendo relazioni complesse tra loro, sono unite dalla posizione comune della necessità primaria di liberarsi del governo del partito PAS di Maia Sandu, dimostratosi una semplice appendice delle politiche USA, UE e NATO nella piccola Repubblica, e dall’altro della necessità di rilanciare politiche di pace, neutralità, sovranità e di non ostilità, amicizia e collaborazione con la Russia.

Un dato certo è che, a seconda dell’esito delle votazioni, per la Moldova ci sono solo due opzioni: o rimanere fagocitata nelle strategie guerrafondaie e liberiste di USA, UE e NATO, oppure riaprire scenari di politiche aperte al confronto, alla collaborazione, alla ricerca di processi di pace e quindi, una prospettiva di multipolarismo.

La Moldavia è solo un piccolo ingranaggio nel confronto geopolitico tra Occidente e Russia, ma ha in questa fase storica, una valenza geostrategica enorme, stante la sua collocazione geografica. Basti pensare alle contraddizioni esplosive che sono intorno e dentro essa: Transnistria, Gagauzia, Taraclia, Ucraina. E’ ovvio che le autorità moldave non hanno alcuna voce in capitolo al riguardo, in questi ultimi anni di governo della Sandu, qualsiasi cosa è stata loro ordinata da NATO, Bruxelles, Washington e Bucarest, è stata eseguita pedissequamente.

Sul canale televisivo Orizont il noto politologo ed esperto di sicurezza moldavo Valery Ostalep ha detto:“…Nell’attuale gioco geopolitico, l’Occidente non può permettersi che la Moldavia sia, come minimo, neutrale, cioè non si schieri dalla parte di nessuno, o, peggio ancora, che si schieri da una parte diversa da quella dell’Occidente. Questo è esattamente ciò che sta accadendo. La Moldavia ha dimostrato finora di non essere un attore indipendente e sovrano, ha fatto tutto quello che le è stato ordinato da Bruxelles, Bucarest, Washington. Assolutamente tutto…L’Occidente ha solo bisogno di un governo obbediente a Chisinau, cosa che finora ha avuto… Come cittadino della Moldova, che vive qui e non ha altro passaporto, esprimo la mia insoddisfazione per il fatto che siamo colonizzati. Non mi piace. La cosiddetta integrazione europea non è un successo, ma l’avanzamento della colonizzazione del mio Paese…”, ha detto il politologo moldavo.

Oggi sta divenendo chiaro a molti che la crisi ucraina è un conflitto che sta appesantendosi nell’agenda mondiale e che è diventato una zavorra per l’Occidente. Gli Stati Uniti cercheranno nuovi punti di instabilità, dove poter indebolire i loro concorrenti geopolitici. Chisinau, che ha un conflitto interno irrisolto con la Transnistria, senza dimenticare il “nodo Gagauzia”, sempre più una contraddizione dirompente, dovrebbe preoccuparsi più della propria sicurezza e stabilità interna e non minacciare e provocare la Russia come sua principale minaccia.

Chisinau si sta cacciando in una trappola. Seguendo servilmente le istruzioni dell’Occidente di ritirarsi dalla CSI, ignorare la neutralità e aumentare il livello di ostilità verso la Russia, Sandu e il suo gruppo al potere, stanno cercando di rendere inevitabile la rottura di tutte le relazioni con Mosca. In questo caso non si tratta solo delle relazioni diplomatiche, ma anche dell'accordo russo-moldavo sui principi della soluzione pacifica del conflitto armato in Transnistria del 21 luglio 1992, che regola il lavoro dell'operazione di mantenimento della pace sul territorio pridnestroviano.

Gli azzardi delle politiche asservite ad interessi stranieri, si traducono nel rischio di condurre il paese alla guerra. La diagnosi clinico politica di “russofobia patologica” progredisce costantemente. Con la incessante campagna sui media locali di dichiarazioni ostili e aggressive, dove la Russia viene additata come la principale minaccia alla sicurezza del Paese, questa classe politica al governo asservita agli interessi stranieri in tutti i campi, non fa altro che portare la Moldavia verso tragici scenari di guerra.

Va ricordato che Maia Sandu ha presentato al parlamento moldavo un progetto di strategia di sicurezza nazionale, in cui la Federazione Russa veniva indicata come la principale minaccia alla sicurezza della Moldavia, proclamando che, dato questo pericolo russo “…la Moldavia resisterà, si armerà, coopererà con la NATO e aderirà all’UE…”… e sconfiggerà sul campo la Russia! Un politico al governo che fa un ragionamento di questo tipo, ha bisogno più che di consigli, di una “diagnosi clinica”. Per dimostrare che non è solo una battuta comicamente ironica, ma un progetto delirante che porta il popolo moldavo, al pari di quello ucraino, sull’orlo di un abisso senza ritorno, si vedano i passi fatti in questi ultimi anni dal governo PAS:

- Prima straccia gli accordi all'interno della CSI, poi si indigna per il fatto che le tradizionali rotte commerciali della Moldavia abbiano sofferto in modo pesante e i moldavi ne pagano il prezzo.

- Prima rifiuta il gas russo, poi accusa la Russia di ricorrere al ricatto energetico riducendo significativamente le forniture di gas alla Moldavia, con conseguenti aumenti delle tariffe e i moldavi ne pagano il prezzo.

- Prima ha chiuso una dozzina di canali televisivi in lingua russa e limitato l’accesso ai media russi su Internet, e ora sostiene che la Russia sta effettuando attacchi informatici e campagne di disinformazione contro la Moldavia.

- Bandisce partiti politici nel paese ed estromette candidati alla presidenza durante le elezioni, poi accusa la Russia di interferire nei processi elettorali.

..I Moldavi non manderanno i loro figli a morire per la NATO. Noi Moldavi non abbiamo allevato i nostri figli per mandarli in guerra come carne da cannone per la NATO….

Così si è espresso il veterano del giornalismo moldavo, Valeriu Renita, nel programma “Post factum” sul canale “ITV Moldova”.

Nella stessa trasmissione ha criticato la modernizzazione dell'esercito moldavo, che avviene sotto la supervisione dei generali della NATO: “…Ci stanno semplicemente prendendo in giro. Tutto il popolo viene semplicemente ingannato. Da qualche parte, in qualche capitale estera, ci deve essere una direttiva secondo cui devi aderire alla NATO, devi opporti e scontrarti con paesi che non piacciono alla NATO. Probabilmente dovremmo stare sotto questa ala, ma per fare questo, dobbiamo armarci e modernizzare l’esercito…Ho detto più volte in diversi studi TV che non manderò i miei ragazzi in guerra. Non sono cresciuti nella nostra famiglia per diventare carne da cannone della NATO. Lo ripeto e lo ripeterò. Penso che ogni Moldavo possa ripetere questo con me…”, ha detto Renita.

Molti giornalisti e politologi anche di diverso orientamento e appartenenza partitica, denunciano un processo di fascistizzazione della società moldava.

La creazione di un “Ministero della Verità” in Moldavia, che combatterà la “disinformazione”, è uno degli elementi fondamentali della politica di fascistizzazione del paese, perseguita dal presidente Maia Sandu.

Questa opinione è stata espressa dal giornalista moldavo, ex candidato alla presidenza della Repubblica, Dmitry Ciubashenko, durante il programma “Sui fatti con Yulia Fedorova” sul canale televisivo moldavo “Exclusiv TV”, dopo che il Parlamento moldavo aveva approvato la creazione del “Centro per le comunicazioni strategiche e la lotta alla disinformazione”, guidato dall’ex ministro degli Interni Anna Revenco, la quale è una delle figure più esagitate nel sostenere il concetto che “la principale fonte di disinformazione in questo momento è il Cremlino…”.

Secondo lui, la creazione di una tale struttura è una copia della pratica dei regimi più fanatici nell’est Europa, in particolare nei paesi baltici.

“…Maia Sandu sta perseguendo un percorso della fascistizzazione e della creazione di un regime dittatoriale ideologizzato, sebbene secondo la Costituzione l’ideologia statale sia vietata. Vogliono dichiarare l’idea dell’integrazione europea come ideologia statale. Quando dichiari qualcosa “un'idea di stato”, chiunque si opponga a questa idea diventa per la legge, un nemico dello stato. Di conseguenza di questi si occuperanno poi, il Centro per la lotta non so cosa, i Servizi speciali, il Ministero degli Interni e tutto il resto. Quando cambierà il potere in Moldova, sarà necessario liquidare molte strutture simili create dal regime Sandu… ", ha detto il giornalista.

In sintesi le indicazioni delle opposizioni per il secondo turno elettorale:

Irina Vlah, “Piattaforma Moldava”, la candidata ndipendente, ex governatrice della Gagauzia, che ha ottenuto una larga adesione di voti:Salviamo la Moldavia da Maia Sandu!

“…Durante gli anni del loro governo, l'inflazione aggregata in Moldavia ha raggiunto il 50%; L'economia nazionale si è degradata e gli investitori hanno iniziato a lasciare il paese. Il regime del PAS ha distrutto il sistema giudiziario e soggiogato le istituzioni statali, violato i diritti umani, perseguitato gli oppositori politici e chiuso i media scomodi. Dal 2021, il debito pubblico è aumentato da 70 miliardi di lei a 110 miliardi di lei e le persone sono inorridite al pensiero che non solo i loro figli, ma anche i loro nipoti dovranno pagare questi debiti. Il paese sta morendo e il regime di Sandu si sta comportando come fossimo tutti felici e contenti. I ministri si sono dati stipendi di decine di migliaia di lei, mentre molti anziani sono malnutriti. Se la Sandu rimane alla presidenza e il suo regime mantiene il potere, allora ci troveremo di fronte all'inevitabile bancarotta della Moldavia come Stato! Pertanto, faccio appello a tutti i cittadini: salvate il Paese! Vi esorto a prendere parte attiva alle elezioni del 3 novembre e a votare CONTRO Maia Sandu!

Il 3 novembre liberiamoci di Maia Sandu e nel 2025 ci libereremo del PAS. Questo è l’unico modo per salvare la Repubblica Moldova!”.

Partito Socialista Moldavo: “Chiediamo alle autorità moldave un rispetto elementare per la diaspora moldava che vive in Russia

La diaspora moldava nella Federazione russa e nella Repubblica di Bielorussia è stata oggetto di discriminazioni da parte del regime al potere in Moldova. Queste persone sono private della possibilità di visitare parenti e parenti, dovendo spendere intere giornate e cifre astronomiche per il viaggio. Non possono inviare denaro ai loro anziani genitori, che sono rimasti in Moldavia. Molti dei cittadini moldavi che vivono in Russia, all'arrivo in Moldavia, sono sottoposti a perquisizioni umilianti e insulti all'aeroporto.

L'ultimo caso insolito si è verificato durante le elezioni presidenziali e il referendum costituzionale del 20 ottobre 2024. Sebbene centinaia di migliaia di cittadini della Repubblica di Moldavia vivano nella Federazione Russa, solo 5 seggi elettorali sono stati aperti sul territorio di questo paese, secondo la decisione della CEC, e successivamente, attraverso l'intervento del SIS e del MFAEI, questo numero è stato ridotto a due seggi elettorali.

Il Partito dei Socialisti insiste sull'apertura di cinque seggi elettorali sul territorio della Federazione Russa al secondo turno delle elezioni presidenziali, come inizialmente stabilito dalla decisione della CEC della Repubblica di Moldavia, nonché sulla stampa delle schede elettorali nel volume necessario per garantire l'esercizio del diritto di voto a tutti i cittadini della Repubblica di Moldavia che si presenteranno ai seggi elettorali di Mosca. Questa sarà una manifestazione di un minimo rispetto per i rappresentanti di una delle più grandi diaspore moldave all'estero”.

Seggio di Mosca

"Non siamo niente per loro”, ha detto il rappresentante della diaspora moldava nella Federazione Russa, Nikolai Pogonets. Ricordiamo che in Russia, durante il referendum e il primo turno delle elezioni, sono stati aperti solo 2 seggi elettorali per il mezzo milione di moldavi della diaspora. La gente è rimasta in coda fino a notte fonda per votare alle elezioni. Per fare un confronto, in Italia, dove i moldavi sono la metà rispetto alla Russia, sono stati aperti 60 seggi elettoraliGià, ma questi votano in massa per la Sandu!

Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldova

La campagna elettorale per l'elezione del Presidente della Repubblica di Moldova e per il referendum "costituzionale" sulla modifica della Costituzione del Paese è caratterizzata da numerose manipolazioni della coscienza pubblica da parte della Presidente Maia Sandu e del PAS da lei guidato. Anche il livello di utilizzo delle risorse amministrative e l'arbitrarietà delle strutture di potere, della Commissione elettorale centrale, dei media subordinati alle autorità, nonché l'uso delle forze dell'ordine sono estremamente elevati. Ci sono intimidazioni e persecuzioni di massa nei confronti degli elettori e dei partecipanti al processo elettorale, ostacoli alla campagna elettorale e numerose violazioni registrate. Le autorità si sono "piegate" alla xenofobia e alle maledizioni contro i cittadini, permettendo ai blogger più "squilibrati" delle loro fila di entrare nello spazio dei media. Tutto ciò testimonia e conferma la paura e l'agonia delle autorità, la loro incapacità non solo di gestire lo sviluppo della Moldavia, ma anche di osservare le norme elementari e le regole della vita democratica. I risultati del referendum e del primo turno delle elezioni presidenziali dimostrano chiaramente il fallimento del governo e della stessa Maia Sandu.

Seguendo la sua posizione di principio volta a cambiare il governo antipopolare e a rimuovere Maia Sandu dalla carica di Presidente della Repubblica di Moldavia. Il Comitato Esecutivo Politico del Comitato Centrale del PCRM decide di:

1. Invitare tutti i membri del PCRM e i nostri sostenitori, così come tutti i cittadini patriottici della Repubblica di Moldavia, a prendere parte attiva al voto nel secondo turno delle elezioni presidenziali e a votare CONTRO Maia Sandu votando PER Alexandr Stoianoglo.

E' già chiaro a tutti che la Moldavia non ha futuro con Sandu e non avrà altro futuro e sviluppo, se non la perdita della sovranità, dell'identità moldava, dello status di neutralità e delle normali relazioni con tutti i paesi. Tutti alle elezioni! Tutti contro Maia Sandu!

Per una Moldavia sovrana, neutrale e prospera!"



A cura di Enrico Vigna, IniziativaMondoMultipolare/CIVG 


mercoledì 30 ottobre 2024

Il genocidio dei palestinesi come suicidio di Israele...

 


La soluzione sarebbe nelle mani di Israele, «La salvezza viene dai Giudei» (Vangelo Giovanni 4,5-42), ad avvalorare la predizione di Gesù Cristo, ovvero questa tragedia non investe direttamente solo i due popoli in lotta, né è solo un evento di portata locale, ma investe tutti i popoli e gli Stati ed ha una portata di carattere mondiale?
 
Raniero La Valle ha scritto una “Lettera ai nostri contemporanei del popolo ebraico”, che sta raccogliendo importanti adesioni, (clicca qui il testo completo).

Sgomenti per «il livello estremo cui è giunta la distruzione della popolazione e del territorio di Gaza, nonché la caccia ai palestinesi considerati indocili o terroristi, sia in Cisgiordania che in Libano e in Iran, con grave rischio per la stessa pace mondiale»; sgomenti «per la acquiescenza del mondo di fronte a questa tragedia e per la nostra impotenza a fare alcunché per mettervi fine», «sentiamo fortemente» però che «non ci è consentita né la rassegnazione né l’indifferenza dinanzi alla passione palestinese, né possiamo ignorare il dramma che vive la stessa popolazione di Israele, una gran parte della quale vorrebbe sottrarsi alla complicità con le politiche genocide del proprio governo, mentre lo stesso popolo ebreo della Diaspora è coinvolto in una contraddizione che lo mette a rischio nel suo rapporto con le nazioni in cui vive». 

Detto più brutalmente: il popolo israeliano è il più odiato, aumenta ovunque l’antisionismo.
 
Per condividere la lettera e firmarla, si può scrivere all’indirizzo:  notizieda@chiesadituttichiesadeipoveri.it




martedì 29 ottobre 2024

I samaritani non riconoscono il sionismo...



I Samaritani si definiscono “i veri discendenti di Mosè” e considerano Israele un progetto coloniale. Hanno persino un seggio al Parlamento dell’Anp. Ma sono sottoposti a varie restrizioni da Tel Aviv. E ora rischiano anche l’estinzione

Si prosternano al suolo dopo aver recitato parti del libro Sacro. Le voci dei fedeli fanno eco e si confondono con quella della guida spirituale che dirige la preghiera comunitaria. Le tuniche bianche e i cappelli rossi simboleggiano il giorno di festa e preghiera. Siamo a Nablus, in Cisgiordania, nei territori palestinesi ai piedi del monte Garizim, dove sorge Kiryat Luza, un piccolo villaggio abitato da poche centinaia di persone, tutti Samiriun, una delle più piccole sette religiose al mondo,  divisi tra Nablus e Holon, in Israele. Sarebbero i Samaritani citati nella Bibbia. E si definiscono «i veri discendenti di Mosè, a differenza degli ebrei israeliani (che sono di origine khazara turcomanna n.d.r.)».

Origini e destino

Le prime tracce dei Samiriun risalgono al XII secolo a.C. Sarebbero loro il popolo di Israele citato nella Bibbia, che Mosè condusse in Terra Santa dopo la fuga dal Faraone. Si considerano “Shamiri”, cioè i veri conservatori della tradizione ebraica, e i possessori dell’unica copia originale della Torah. Dopo aver raggiunto, la Palestina si stanziarono a Nablus e vissero in pace sotto gli imperi che si susseguirono, da quello romano a quello ottomano, vivendo di preghiera e commerci pacifici con i vicini, fino alla nascita dello Stato di Israele, che segnò l’inizio dello scontro con i “nuovi arrivati” dall’Europa, da loro considerati estranei.

I Samiri seguono i dieci comandamenti e hanno riti specifici per il pellegrinaggio sul monte Garizim, che si svolge ogni anno. Pregano ogni giorno e digiunano una volta all’anno come forma di espiazione dei peccati.  Il loro numero è passato da diverse migliaia sotto l’impero romano alle poche centinaia di oggi e si teme possano estinguersi. Non è concesso infatti sposarsi al di fuori della setta Samiri ed essendo poco numerosi, i giovani spesso sono costretti a lasciare il gruppo per sposarsi liberamente con persone di altre fedi.

Attualmente i Samiri sono ben pochi. Alcuni hanno cittadinanza giordana, altri palestinese, altri ancora israeliana. Parlano arabo ed ebraico e sono tutti sono accomunati da un legame forte con la Palestina, in particolare con Nablus dove la maggior parte dei Samiri è nata e cresciuta accanto ai fedeli musulmani e cristiani. E tutti considerano Israele come un progetto politico di occupazione dei Territori palestinesi.



Stralcio di un articolo di Omar Abdel Aziz Ali 

lunedì 28 ottobre 2024

Ucraini nazisti per forza...?

 

domenica 27 ottobre 2024

Sessualità ecologica nella società bioregionale...



sabato 26 ottobre 2024

L'Olanda toglie il cemento per far posto alla terra...



venerdì 25 ottobre 2024

Brenzone sul Garda. Il TAR salva gli oliveti...

 


Il TAR Veneto accoglie il ricorso GrIG e salva gli oliveti di Brenzone sul Garda. Una vittoria contro il consumo speculativo del suolo.

Il T.A.R. Veneto, con la sentenza Sez. II, 16 ottobre 2024, n. 2450, ha accolto il ricorso presentato dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), rappresentato e difeso ottimamente dall’Avv. Eugenio Lequaglie del Foro di Verona, e ha annullato la variante al Piano di Assetto del Territorio (PAT) di perimetrazione dell’edificato urbano consolidato, dove sono consentite di fatto edificazioni esentate dagli obblighi normativi sul consumo del suolo.

In realtà, però, ben otto zone sulle dodici individuate sono aree agricole, in gran parte impreziosite dai caratteristici oliveti gardesani.

La pronuncia dei Giudici amministrativi veneti consente di salvare pregevoli oliveti dalla speculazione immobiliare.

Infatti, “la censurata variante al PAT, approvata con procedura semplificata, aveva la sola finalità di effettuare una ricognizione degli ambiti di urbanizzazione consolidata, secondo la definizione restrittiva datane dalla legge regionale n. 14/2017 (art. 2 lett. e …), approvando quindi una perimetrazione meramente dichiarativa di caratteristiche proprie delle predette aree comunali, da considerarsi ‘già edificate’ e pertanto escluse dal computo dei limiti di suolo consumabile.   Alla luce di tali considerazioni le plurime modifiche introdotte agli AUC (Ambiti di Urbanizzazione Consolidata, n.d.r.), in ampliamento rispetto alla fase di adozione, non possono dirsi rispettose dei canoni guida del piano adottato e della definizione dell’art. 2 della legge regionale in materia di consumo di suolo (che ha la finalità di una progressiva riduzione progressiva del consumo del suolo non ancora urbanizzato, in coerenza con l’obiettivo comunitario di azzerarlo entro l’anno 2050), anche alla luce degli specifici rilievi formulati dalla ricorrente ed esemplificati nella relazione tecnica dalla stessa prodotta in uno con il ricorso”.

Si deve ricordare che la Regione Veneto, con la  legge regionale n. 14 del 2017, ha promosso un processo di revisione sostanziale della disciplina urbanistica ispirata alla consapevolezza della necessità di conservare le  risorse territoriali ed ambientali: in particolare la normativa mira a ridurre progressivamente il consumo di suolo non ancora urbanizzato, in coerenza con l’obiettivo europeo di azzerarlo entro il 2050.

L’obiettivo dovrebbe essere gradualmente raggiunto nel corso del tempo, anche mediante la programmazione regionale e comunale.

Particolare rilievo nell’impianto normativo della legge rivestono le previsioni volte alla riqualificazione edilizia ed ambientale e alla rigenerazione urbana, che prevedono forme ed azioni quali la demolizione di opere incongrue o di elementi di degrado, il recupero, la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e lo sviluppo di tipologie edilizie urbane a basso impatto energetico e ambientale. In proposito viene istituito un fondo regionale per la rigenerazione urbana e per le spese di progettazione e demolizione delle opere incongrue.

In realtà, si dovrebbe dire che le belle intenzioni sono rimaste, purtroppo, ben lontane dalla realtà, vista la continua e indefessa tendenza regionale alla più greve antropizzazione del territoriotuttavia tali previsioni normative consentono di provare a ricondurre a legittimità le scelte degli Enti locali quando il consumo di territorio deborda assurdamente.

E’ il caso di Brenzone sul Garda, lungo la sponda veronese del Lago di Garda, dove la Regione Veneto ha individuato, con deliberazione Giunta regionale n. 668 del 15 maggio 2018, la quantità massima di consumo di suolo ammesso fino al 2020 in 3,96 ettari, in quanto misura minore tra il valore di cui alla ripartizione effettuata dalla medesima deliberazione e la quantità massima della superficie agricola trasformabile (SAT) prevista dal vigente Piano di assetto del territorio (PAT).

Con la deliberazione Consiglio comunale di Brenzone sul Garda n. 29 del 15 luglio 2021 veniva approvata una variante al PAT, che effettuava la perimetrazione dell’edificato urbano consolidato, dove sono consentite di fatto edificazioni esentate dagli obblighi normativi sul consumo del suolo: nel concreto, però, ben otto zone sulle dodici individuate sono aree agricole, in gran parte impreziosite dai peculiari oliveti gardesani.

Sono tutt’altro che aree edificate o compromesse.

La sentenza del T.A.R. Veneto, accogliendo il ricorso del GrIG, costituisce un importante precedente per contrastare concretamente sul piano giuridico un vero e proprio consumo di suolo agricolo di sensibile valore ambientale, perché la difesa del territorio sia reale e non limitata a enunciazioni di principio non verificate nella realtà dei fatti da controlli ambientali inesistenti.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)



Fonte: "Salviamo il Paesaggio!"

mercoledì 23 ottobre 2024

Candidiamo la città di Beslan al Premio Nobel per la Pace...

 


Beslan non deve essere dimenticata

Beslan è la Patria di tutte le lacrime delle Madri della Terra

Beslan è il cuore ferito dell’Umanità

Beslan deve continuare, per i Giusti del mondo, a rappresentare il dolore più profondo dell’umanità ferita, dolente, incapace a vivere in pace e a insegnare a non usare l’assassinio di un popolo e dei suoi bambini per finalità politiche

A vent’anni dalla strage del terrorismo internazionale dei bambini, vogliamo proporre la Città di Beslan, la sua popolazione martire, a candidata al Premio Nobel per la Pace

Per riaffermare il No del mondo al terrorismo, per sostenere l’opera di chi ancora aiuta Beslan a guarire dal male spietato dell’eccidio dei suoi bambini 

INVITO fortemente a sottoscrivere e far circolare questo Appello, sostenere questa encomiabile iniziativa, come atto di pace, umanità e giustizia.


In questi tempi dove la Memoria è continuamente obliata, frustrata, e spesso mistificata e falsata, questo è un piccolo ma concreto atto di riaffermare il nostro essere tenacemente dalla parte giusta dell’umanità.


Enrico Vigna, portavoce del Forum Belgrado Italia, presidente di SOSYugoslavia/Kosovo Metohija, cofondatore del Centro Iniziative per Giustizia e Verità Italia, già membro del WPC.





L’APPELLO

CANDIDIAMO LA CITTÀ DI BESLAN AL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2025

No, nessun dolore al mondo è più forte di questo

Beslan è la Patria di tutte le lacrime delle Madri della Terra

Dal 3 settembre 2004 Beslan è diventato sinonimo di eterno dolore placato dalla solidarietà e dalla condivisione. Una piccola cittadina che, suo malgrado, è divenuta simbolo di coraggio, tenacia, immenso dolore, sofferenza senza fine

La parola Beslan ha assunto il medesimo suono di Auschwitz, Buchenwald, My Lai, Marzabotto

L’immensità del dolore provocato e provato a Beslan non può essere riempito dal suono di nessuna parola. Non c’è in nessuna lingua del mondo un termine che possa tradurre in un suono questo immenso, cupo dolore. Dolore collettivo, dolore di un popolo intero, di una intera comunità. Un dolore che toglie il respiro ed annienta

Beslan è il cuore ferito dell’Umanità. E quelle ferite non sono ancora guarite – forse difficilmente guariranno – ma l’eco della tragedia dei bambini, simile forse solo a quella di Erode ancora risuona nel mondo

Dai tre giorni dell’Apocalisse della Scuola n. 1 BESLAN, con fatica, ha saputo diventare

CITTA’ COSTRUTTRICE DI PACE

I tre giorni rimangono scolpiti nei cuori e nelle menti di milioni di persone di tutte le religioni, di tutte le nazionalità del mondo

Una terribile tragedia si è trasformata in uno straordinario cammino per la Pace. Un movimento che, nascendo da un immenso dolore si è trasformato in un potente, inarrestabile movimento collettivo di Pace

I sopravvissuti, le loro Associazioni civili, i  famigliari delle vittime, l’intera comunità di Beslan oggi assumono su di loro la testimonianza dell’energia della vita sulla morte, della Pace sulla violenza del terrorismo

Beslan è una lezione. Una lezione vivente. La lezione della fratellanza, della condivisione, della solidarietà concreta, attiva, praticata nei fatti

I bambini di Beslan hanno insegnato molto al mondo. Hanno insegnato ad essere coraggiosi, ad affermare la vittoria del Bene sul Male, della Vita sulla morte.

A gridare la Pace.Oggi Beslan è sinonimo di Pace e convivenza, tolleranza ed accoglienza

Una città che contribuisce straordinariamente alla affermazione di un mondo basato sui valori di Pace, fratellanza e condivisione

Per questi motivi NOI cittadini dei più diversi Paesi del mondo, firmatari del presente appello, chiediamo di conferire alla Città di Beslan il Premio Nobel per la Pace


Sul sito internet http://beslannobelperlapace.org dove è possibile sottoscrivere l’Appello

«CANDIDIAMO LA CITTÀ DI BESLAN AL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2025»





martedì 22 ottobre 2024

Kazan, dal 22 al 24 ottobre 2024 - Più BRICS o meno BRICS...?

 



Il vertice dei BRICS a Kazan è  iniziato. Il mondo intero ascolta e pesa  ogni parola dei leader del Sud del mondo.

L'assistente del presidente russo per gli affari internazionali Ushakov ha illustrato il programma degli incontri del presidente Putin:

Putin il 22 ottobre ha in programma  colloqui con Xi Jinping, el-Sisi, Modi, Ramaphosa e il presidente della Nuova Banca per lo Sviluppo; 
 il 23 ottobre
 avrà colloqui bilaterali con i presidenti di Iran e Turchia,   poi  terrà 7 incontri bilaterali il 24 ottobre, tra cui con Abbas e Guterres; il presidente degli Emirati Arabi Uniti è atteso a Kazan  il 23 ottobre e   tornerà ad Abu Dhabi dopo le trattative con Putin. È possibile che Putin incontrerà a Kazan il capo della Republika Srpska, Dodik. Il presidente russo terrà una conferenza stampa al termine del vertice dei BRICS.

Al vertice BRICS sono rappresentati 36 paesi, 22 dei quali al massimo livello e la leadership di 6 organizzazioni internazionali.

Dietro le quinte:

"La popolarità dei BRICS in Serbia è del 42%, in futuro è possibile un referendum..." Il leader serbo  Vucic ha dichiarato  che la discussione sull'adesione ai BRICS “non piacerà a tutti”, ma tra un anno e mezzo o due anni sarà “molto seria” nel suo Paese.

"La presenza dell'Armenia al vertice Brics lascia perplessi.  Guardando l'elenco dei leader che hanno chiesto di partecipare al vertice a Kazan c'è da chiedersi  cosa ci fa Pashinyan lì?  L'evento in sé è serio, qui saranno rappresentati 36 paesi, 22 dei quali al massimo livello e la leadership di 6 organizzazioni internazionali. Ma i principali, ovviamente, sono Cina, India, Turchia, Emirati Arabi Uniti, ecc.  Ma l'Armenia? Forse l’Occidente sta pianificando che Pashinyan si insinui nei BRICS e saboti le decisioni dall’interno?  I BRICS sono la base di un ordine mondiale alternativo a quello coloniale americano-britannico. Il primo tentativo dopo molti anni che sembra avere successo. E la presenza di  Pashinyan, che corre tra Kiev, Parigi e gli Stati Uniti, qui è forse di troppo". (S.K.)

"Andrea Vento, colonna del GIGA ha scritto un articolo interessante sulle prospettive che il vertice dei BRICS apre per l'economia mondiale, che potete trovare qui: https://codice-rosso.net/al-via-il-vertice-brics-di-kazan-fondamentale-passaggio-verso-un-nuovo-ordine-internazionale/?"

Articolo collegato: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2024/10/kazan-accoglie-i-delegati-brics-e.html

Video di Nicolai Lilin sul summit dei BRICS in corso in questi giorni: https://www.youtube.com/watch?v=8lWOxRQm7FY




Putin ha sorpreso il mondo con una strategia audace: la Russia invita il Segretario Generale dell'ONU al BRICS. Prima di iniziare, vorrei porvi una domanda: le Nazioni Unite stanno davvero svolgendo il loro ruolo in modo efficace? Sono curioso di conoscere il vostro parere, quindi scrivete i vostri commenti qui sotto! Vladimir Putin ha sorpreso il mondo con una mossa audace sulla scena internazionale: la Russia ha invitato António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, al vertice dei BRICS. Questa decisione ha suscitato preoccupazione nelle principali potenze occidentali. La domanda che sorge spontanea è: i BRICS stanno forse emergendo come una nuova forza capace di competere direttamente con le Nazioni Unite nel panorama globale? Questo incontro potrebbe infatti ridefinire gli equilibri politici mondiali, con paesi come Cina, Brasile, Sudafrica, insieme ai nuovi membri influenti come l'Iran e l'Arabia Saudita, pronti a riscrivere le regole del gioco internazionale.  Continua: https://www.youtube.com/watch?v=DXMIXWMtHrU

lunedì 21 ottobre 2024

A Gaza cresce l'incubo...



“Sto cercando di tracciare l’intensificazione del genocidio che riguarda tutta Gaza.

Ogni giorno vengono uccisi centinaia di esseri umani, pure in prossimità o dentro e fuori gli ospedali. Una routine che  mi fa pensare al carico sistematico di omicidi di un tempo in cui abbiamo giurato che “MAI PIÙ” sarebbe successo.  

Bruciati vivi dalle bombe e dal cecchino che così mantiene alto il suo punteggio.).”


E noi guardiamo mentre ci chiedono di fare qualcosa.


Dal messaggio in lingua inglese della dott. Paola Manduca. Che segue.


Ma prima copio il messaggio da televideo di qualche ora fa... 


Giorgio Stern




Onu:
 "L'incubo a Gaza si sta intensificando.
 Scene orribili si stanno svolgendo nel-
 la Striscia settentrionale,tra conflit-
 ti,incessanti attacchi israeliani e una
 crisi umanitaria in continuo peggiora- 
 mento".L'Onu torna a lanciare l'allarme

 Nella Striscia nessun luogo è sicuro   
 per i civili, dice il coordinatore Onu 
 per il processo di pace in Medio Orien-
 te,Wennesland."A Beit Lahiya nella not-
 te decine di persone sarebbero morte in
 raid aerei israeliani,dopo settimane di
 operazioni con decine di vittime civili
 e mancanza quasi totale di aiuti". (Comunicato Televideo - 20 ottobre 2024)   



I AM ATTEMPTING TO KEEP TRACK OF THIS LAST INTENSIFICATION OF THE GENOCIDE, SO FORGIVE IF I HAVE AND WILL POST MORE THAN USUAL THESE DAYS. I THINK THE SEQUELA AND THE MODALITIES ILLUSTRATE WHERE WE ARE, SO TO FORM FACT BASED OPINIONS
THIS IS ONLY ABOUT GAZA NORTH, BUT IS NOT HAPPENING ONLY IN THE NORTH OR ONLY IN GAZA
 
DAILY SCORES OF HUNDREDS ARE KILLED ALSO OUTSIDE AND INSIDE OR ADJACENT TO HOSPITALS IN A ROUTINE THAT MADE ME THINK TO PAST SYSTEMATIC LOAD OF MURDERING IN A TIME WE SWEARED WOULD "NEVER AGAIN" HAPPEN
BURNED ALIVE OR KILLED BY BLAST OF BOMBS, PLUS THE ADDITIONAL SNIPING, JUST TO KEEP THE SCORE HIGH.
2 NURSES KILED INSIDE HOSPITAL YESTERDAY AND TOP FLOOR OF 2 HOSPITALS HIT

AND WE WATCH WHILE THEY CALL ON US TO DO SOMETHING TO STOP THE MASSACRE

THERE IS AN OTHER QUOTE THAT COMES TO MIND, ONE OFTEN REPEATED IN OUR COUNTRIES.... "FIRST THEY COME FOR THE JEWS THEN THE GYPSIES ..THEN THE HOMOSEXUAL AND THEN THEY WILL COME FOR YOU". IT WAS SAID DURING THE HOLOCAUST BY GERMAN GOVERNMENT.

THESE SIMILARITIES ARE STRIKING BUT EVIDENTLY NOT ENOUGH TO MOVE OUR CIVILIZED WEST TO STOP, BECAUSE ACTUALLY IS FOSTERING THE VILLAIN. 
TODAY BLINKEN WILL BLESS THE NEXT STRIKES ON IRAN  AND WHO KNOWS? THE  NEXT WIDE WAR (HOW WIDE IS DIFFICULT TO FIGURE OUT, MAY BE THE 2 AMERICAN BLESSED WARS WILL MERGE?)


Paola Manduca, Prof. Genetics, President NWRG-odv