Signor Prefetto,
la situazione delle acque del lago di Vico e' da tempo assai grave, con reale pericolo per la salute della popolazione dei comuni circumlacuali che delle acque del lago si servono.
La documentazione prodotta dalle competenti istituzioni e' copiosa ed inequivocabile: occorre intervenire per il controllo e il risanamento dell'ecosistema lacustre, individuando tutti i fattori di illecito inquinamento ed eliminandoli; ed occorre intervenire per garantire alla popolazione il diritto all'accesso all'acqua potabile e il diritto alla tutela della salute.
Ma oltre all'inquinamento dell'ambiente vi e' anche un altro inquinamento: quello delle coscienze, che provoca altresi' l'ottenebramento delle intelligenze, e puo' far sorgere i mostri generati dal sonno della ragione.
Politicanti senza scrupoli e teppisti verbali (ed e' noto che i teppisti verbali generano sovente i teppisti materiali) da mesi si ostinano a negare la realta' effettuale, ed anzi insultano e minacciano coloro - scienziati, medici, funzionari ed amministratori, semplici cittadini onesti e responsabili - che si stanno meritoriamente impegnando affinche' sia fatta piena luce sulla situazione delle acque del lago di Vico ed affinche' le istituzioni intervengano nel modo migliore a tutela dell'ecosistema e della popolazione.
Taluni di codesti personaggi senza scrupoli e turpiloquenti (talora peraltro nascondendosi dietro l'anonimato o coloriti pseudonimi), non paghi di aver propalato mistificazioni, menzogne, scempiaggini, ingiurie e diffamazioni, in questi ultimi tempi stanno incitando a vere e proprie intimidazioni e aggressioni: tutti reati previsti e puniti dal codice.
Signor Prefetto,
Con la presente mi permetto di richiamare la sua attenzione, e quella delle altre figure istituzionali in indirizzo, cosi' come quella dell'opinione pubblica, affinche' non solo le istituzioni preposte adottino al piu' presto tutti i provvedimenti atti all'adeguato costante ed accurato controllo ed all'effettivo e tempestivo risanamento delle acque del lago, cosi' come a garantire alla popolazione acqua potabile e sicura tutela della salute; ma anche affinche' i vociferatori e soverchiatori menzogneri, coprolalici e minacciosi non possano impunemente continuare nella loro vile, squallida, criminosa e criminogena azione.
Restando a disposizione per ogni ulteriore informazione, la saluto distintamente,
Beppe Sini
Questo Blog è un contenitore di lettere, notizie, proposte, argomenti di ecologia sociale e bioregionale e di spiritualità laica.
martedì 31 agosto 2010
lunedì 30 agosto 2010
Pranoterapia, imposizione delle mani, energie sottili, calore amoroso... e salute
La salute? Una cosa importante. Essere curati con le mani
La salute, si sa è sempre al primo posto nel pensiero dell'uomo. Si cerca con ogni mezzo star bene, per sottrarsi al dolore, al male, alla sofferenza, per sconfiggere ancora una volta le malattie che fatalmente ci aggrediscono durante la nostra esistenza.
Curare con le mani è una pratica antica che risale all'antichità. Il più grande guaritore a noi conosciuto, Gesù, curava la gente imponendo le mani, trasmettendo energia positiva, rinnovatrice. Cinesi, egiziani, greci, romani, utilizzavano doni naturali per colmare carenze o decongestionare accumuli energetici. Di qui la nascita della pranoterapia (da prana parola sanscrita che vuol dire energia vitale).
Attualmente la pranoterapia (anche chiamata reiki etc.) é entrata nella pratica del quotidiano, essa non risulta essere né invasiva, né tossica, o controproducente, sono ormai moltissime le persone che se ne avvalgono per avere un ulteriore benessere fisico o una possibilità di guarigione. In pratica la pranoterapia cose? Bisogna parlare di misticismo per introdurre una valutazione su questa scienza, o effusione, dispensazione di energia vitale.
I mistici erano quelle persone la cui condizione interiore appare a chi ne è protagonista, come in contatto intuitivo con qualcosa di più grande del piccolo sé, si chiami Dio, l'assoluto o in qualsiasi altro modo. Si può accenare a quelli che praticano lo yoga con una similitudine del latino jungo - unire. Infatti scopo dello yogin è fondersi con il tutto. Colui quindi che dispensa energia a fini curativi e di guarigione (terapia in greco vuol dire servizio, cura) si pone in un rapporto attivo fra la sua condizione interiore, il suo immediato, ed il macrocosmo che lo circonda, quell'oceano di energia sopra il quale o dentro il quale opera Dio, o per chi non è cristiano l'anima del mondo.
Colui quindi che per comodità viene definito pranoterapeuta, utilizza una energia, un'essenza che è nel profumo dei fiori, nel sapore del cibo, la fragranza che sentiamo nell'aria, e tutti sappiamo che il prana penetra tutto, e si trova in tutte le forme animate. Il prana esiste in tutte le forme della materia, nell'aria , nell'acqua. E' un principio universale che gli yogin individuano in ciò che pervade ogni spazio e che assieme alla mente ed alla materia compone la triplice manifestazione dell'assoluto. Quindi la capacità di guarire, è un normale attributo dell'uomo. Si basa su un semplice rapporto di empatia, come la madre lo ha con i suoi figli.
Liliano Frattini, per citare un esempio, giornalista che esercita la pranoterapia con buoni risultati, ha scoperto fin da giovanissimo di avere in se stesso delle qualità eccezionali. Si può quindi affermare che certamente le mani non possono guarire le malattie del mondo, ma alleviare per mezzo dell'energia positiva che ne scaturisce, la sofferenza dell'essere umano nelle sue varie forme e manifestazioni.
Rita De Angelis.
La salute, si sa è sempre al primo posto nel pensiero dell'uomo. Si cerca con ogni mezzo star bene, per sottrarsi al dolore, al male, alla sofferenza, per sconfiggere ancora una volta le malattie che fatalmente ci aggrediscono durante la nostra esistenza.
Curare con le mani è una pratica antica che risale all'antichità. Il più grande guaritore a noi conosciuto, Gesù, curava la gente imponendo le mani, trasmettendo energia positiva, rinnovatrice. Cinesi, egiziani, greci, romani, utilizzavano doni naturali per colmare carenze o decongestionare accumuli energetici. Di qui la nascita della pranoterapia (da prana parola sanscrita che vuol dire energia vitale).
Attualmente la pranoterapia (anche chiamata reiki etc.) é entrata nella pratica del quotidiano, essa non risulta essere né invasiva, né tossica, o controproducente, sono ormai moltissime le persone che se ne avvalgono per avere un ulteriore benessere fisico o una possibilità di guarigione. In pratica la pranoterapia cose? Bisogna parlare di misticismo per introdurre una valutazione su questa scienza, o effusione, dispensazione di energia vitale.
I mistici erano quelle persone la cui condizione interiore appare a chi ne è protagonista, come in contatto intuitivo con qualcosa di più grande del piccolo sé, si chiami Dio, l'assoluto o in qualsiasi altro modo. Si può accenare a quelli che praticano lo yoga con una similitudine del latino jungo - unire. Infatti scopo dello yogin è fondersi con il tutto. Colui quindi che dispensa energia a fini curativi e di guarigione (terapia in greco vuol dire servizio, cura) si pone in un rapporto attivo fra la sua condizione interiore, il suo immediato, ed il macrocosmo che lo circonda, quell'oceano di energia sopra il quale o dentro il quale opera Dio, o per chi non è cristiano l'anima del mondo.
Colui quindi che per comodità viene definito pranoterapeuta, utilizza una energia, un'essenza che è nel profumo dei fiori, nel sapore del cibo, la fragranza che sentiamo nell'aria, e tutti sappiamo che il prana penetra tutto, e si trova in tutte le forme animate. Il prana esiste in tutte le forme della materia, nell'aria , nell'acqua. E' un principio universale che gli yogin individuano in ciò che pervade ogni spazio e che assieme alla mente ed alla materia compone la triplice manifestazione dell'assoluto. Quindi la capacità di guarire, è un normale attributo dell'uomo. Si basa su un semplice rapporto di empatia, come la madre lo ha con i suoi figli.
Liliano Frattini, per citare un esempio, giornalista che esercita la pranoterapia con buoni risultati, ha scoperto fin da giovanissimo di avere in se stesso delle qualità eccezionali. Si può quindi affermare che certamente le mani non possono guarire le malattie del mondo, ma alleviare per mezzo dell'energia positiva che ne scaturisce, la sofferenza dell'essere umano nelle sue varie forme e manifestazioni.
Rita De Angelis.
domenica 29 agosto 2010
Stefano Panzarasa: “Ai membri e simpatizzanti della Rete Bioregionale Italiana..”
Dopo un mese passato (una fortuna...) senza Internet a Capracotta (IS) per un bel programma di animazione ecopacifista dedicato a Gianni Rodari e Thomas Berry e l'Era ecozoica (per i curiosi su www.orecchioverde.ilcannocchiale.it o su www.youtube.com/orecchioverde il videoclip "Un mese lungo un sogno") e quindi la possibilità di riflettere sui recenti avvenimenti e le recenti lettere, compresa quella che riporto di Mario Cecchi, ecco ciò che penso.
A scanso di equivoci voglio innanzitutto scusarmi con tutti quelli che si sono sentiti offesi dalle mie parole e ci sono stati male. Non era mia intenzione far star male nessuno e quindi ciò mi dispiace a prescindere dalla situazione in sé.
Voglio anche scusarmi con tutti per aver sollevato le questioni che mi interessavano evidentemente nel luogo e nel tempo (anche ripetuto) sbagliato. Per tutti intendo anche le persone che mi hanno appoggiato e confortato ma che comunque sono rimaste (alcune) allibite (persino con degli incubi notturni) da come sono andate male le cose a livello di gruppo, una situazione evidentemente inaspettata e probabilmente scioccante per che ci osservava e ci stimava, anche da anni, dall'esterno.
Vedete, io so che le nostre lettere girano anche al di fuori della cerchia dell'indirizzario e allora per tutti spiego che erano almeno 10 anni che avevo notato che nella Rete il dibattito sui temi di attualità, o almeno quelli che io ritengo tali, era molto fermo (nativi europei/Gimbutas, diritti degli animali/vegetarianesimo-veganesimo, stato ambientale della terra, qualità delle traduzioni - e li ripeto, mi scuso ancora, solo ad uso di qualcuno che potrebbe leggere per la prima volta la mia lettera e non per tediare gli altri).
Ci incontravamo come un bel gruppo di amici e amiche in bei posti, come casa di Etain e Martin, abbiamo tradotto o pubblicato libri e i quaderni (ognuno ovviamente praticando a casa sua) ma non molto di più, il blog della Rete non funzionava (anche se ultimamente ha superato i 40.000 accessi) anzi da un po' di tempo la situazione stagnante incominciava anche a venire alla luce tramite le riflessioni di alcuni.
Ora però concedetemi qualche minuto di attenzione sul fatto che io insieme ad alcune altre persone fondai la Rete nel lontano 1994 (ma con alcuni ci frequentavamo anche da prima) e quindi ciò mi ha dato la speranza di poter dire la mia magari anche con insistenza, lo ammetto, ma solo dopo aver avvertito, con stupore e anche irritazione, ma magari mi sono pure sbagliato, che su certe tematiche non c'era poi un grande dialogo aperto, quasi la Rete avesse un sentiero tracciato in modo ormai irreversibile e immutabile anche col passare di quasi due decenni insieme al mutare di tante situazioni ecologiche, sociali, culturali...
Detto ciò però permettetemi di ripartire dalla contestazione delle parole, pur in gran parte sagge, di Mario Cecchi che da una parte ci spiega come risolvere i conflitti nei gruppi ben affiatati e poi invece decreta che noi non lo siamo e che quindi è sicuro che la storia è finita... Mario! E la pratica? Se non ci hai nemmeno provato...
Ecco, questo è il punto che mi preme, Giuseppe, Gino, Elena, Jacqueline, Paolo (voi sicuramente mi ricordo eravate al primo incontro a Monterufeno - ma c'erano tanti altri), Etain, Martin, Mario, Renato, Felice e anche Silvana, Fulvio, Mariagrazia, Francesca, Egidio, Oscar, Chiara, Massimo, e poi Teodoro, Antonella e quanti ne dimentico purtroppo... Bene, allora per tutti questi anni avevamo scherzato? Io sono diventato aggressivo e diciamo scherzosamente "disturbatore" solo ora? Direi che qualcosa non torna, ma non voglio discuterne qui, qui voglio solo affermare che siamo (stati?) un bel gruppo di persone e possibile che se ne debba decretare la fine, così, freddamente per lettera, senza che ci sia scampo o speranza? E la tanto acclamata "pratica di vita" allora dove la mettiamo?
Mi dispiace ma ancora una volta allora non sono d'accordo. "Mai lasciarsi spaventare dalla parola fine ", diceva Gianni Rodari, e allora penso che almeno per giustizia, se proprio dobbiamo lasciarci che almeno sia detto in faccia, in un incontro in cerchio e che se sarà l'ultimo che lasci almeno un bello e indelebile ricordo...
Ma la speranza è l'ultima a morire, io ma probabilmente tutti, alla rete Bioregionale Italiana e a tutto quello che ha rappresentato in questi anni nella buona e nella cattiva sorte, ci sono molto affezionato e allora ancora per i curiosi un video (realizzato a Capracotta) che per la presenza di tanti bambini e bambine ho messo su youtube in forma privata. Si svolge in una situazione selvaggia che mi ha ricordato tanto quella del pianeta Pandora (dal film Avatar). Ecco rappresentata la mia speranza...
http://www.youtube.com/watch?v=6V0V-Gn_Iq0
Per concludere penso sia importante sapere che che quando ho cominciato a parlare non avevo assolutamente messo in conto la possibile fine della Rete ma volevo unicamente portare avanti le mie idee, peraltro ben documentate, solo ad uso e beneficio di tutti e della Rete...
Un saluto,
Stefano Panzarasa
Mia Rispostina:
Caro Stefano concordo con quanto da te espresso e ritengo che l'unico modo per superare le divergenze sia quello di incontrarci e dialogare con spirito laico e sincretico... L'importante -nel bioregionalismo come in qualsiasi altra filosofia olistica- é la pratica attuativa e non l'ideologia...
Come ti dissi qui nelle Marche ho trovato “terreno fertile” e anche Felice del Seminasogni, malgrado all'inizio del nostro incontro avesse manifestato alcune reticenze ha poi accettato di partecipare alla nuova agorà prevista a San Severino Marche il 30 e 31 ottobre 2010. Rinnovo perciò l'invito a partecipare all'incontro nel podere di Lucilla Pavoni, amica di Etain Addey e di Sonia Baldoni.
Vedi programma di massima:
http://paolodarpini.blogspot.com/2010/08/rete-bioregionale-italiana-incontro-del.html
A scanso di equivoci voglio innanzitutto scusarmi con tutti quelli che si sono sentiti offesi dalle mie parole e ci sono stati male. Non era mia intenzione far star male nessuno e quindi ciò mi dispiace a prescindere dalla situazione in sé.
Voglio anche scusarmi con tutti per aver sollevato le questioni che mi interessavano evidentemente nel luogo e nel tempo (anche ripetuto) sbagliato. Per tutti intendo anche le persone che mi hanno appoggiato e confortato ma che comunque sono rimaste (alcune) allibite (persino con degli incubi notturni) da come sono andate male le cose a livello di gruppo, una situazione evidentemente inaspettata e probabilmente scioccante per che ci osservava e ci stimava, anche da anni, dall'esterno.
Vedete, io so che le nostre lettere girano anche al di fuori della cerchia dell'indirizzario e allora per tutti spiego che erano almeno 10 anni che avevo notato che nella Rete il dibattito sui temi di attualità, o almeno quelli che io ritengo tali, era molto fermo (nativi europei/Gimbutas, diritti degli animali/vegetarianesimo-veganesimo, stato ambientale della terra, qualità delle traduzioni - e li ripeto, mi scuso ancora, solo ad uso di qualcuno che potrebbe leggere per la prima volta la mia lettera e non per tediare gli altri).
Ci incontravamo come un bel gruppo di amici e amiche in bei posti, come casa di Etain e Martin, abbiamo tradotto o pubblicato libri e i quaderni (ognuno ovviamente praticando a casa sua) ma non molto di più, il blog della Rete non funzionava (anche se ultimamente ha superato i 40.000 accessi) anzi da un po' di tempo la situazione stagnante incominciava anche a venire alla luce tramite le riflessioni di alcuni.
Ora però concedetemi qualche minuto di attenzione sul fatto che io insieme ad alcune altre persone fondai la Rete nel lontano 1994 (ma con alcuni ci frequentavamo anche da prima) e quindi ciò mi ha dato la speranza di poter dire la mia magari anche con insistenza, lo ammetto, ma solo dopo aver avvertito, con stupore e anche irritazione, ma magari mi sono pure sbagliato, che su certe tematiche non c'era poi un grande dialogo aperto, quasi la Rete avesse un sentiero tracciato in modo ormai irreversibile e immutabile anche col passare di quasi due decenni insieme al mutare di tante situazioni ecologiche, sociali, culturali...
Detto ciò però permettetemi di ripartire dalla contestazione delle parole, pur in gran parte sagge, di Mario Cecchi che da una parte ci spiega come risolvere i conflitti nei gruppi ben affiatati e poi invece decreta che noi non lo siamo e che quindi è sicuro che la storia è finita... Mario! E la pratica? Se non ci hai nemmeno provato...
Ecco, questo è il punto che mi preme, Giuseppe, Gino, Elena, Jacqueline, Paolo (voi sicuramente mi ricordo eravate al primo incontro a Monterufeno - ma c'erano tanti altri), Etain, Martin, Mario, Renato, Felice e anche Silvana, Fulvio, Mariagrazia, Francesca, Egidio, Oscar, Chiara, Massimo, e poi Teodoro, Antonella e quanti ne dimentico purtroppo... Bene, allora per tutti questi anni avevamo scherzato? Io sono diventato aggressivo e diciamo scherzosamente "disturbatore" solo ora? Direi che qualcosa non torna, ma non voglio discuterne qui, qui voglio solo affermare che siamo (stati?) un bel gruppo di persone e possibile che se ne debba decretare la fine, così, freddamente per lettera, senza che ci sia scampo o speranza? E la tanto acclamata "pratica di vita" allora dove la mettiamo?
Mi dispiace ma ancora una volta allora non sono d'accordo. "Mai lasciarsi spaventare dalla parola fine ", diceva Gianni Rodari, e allora penso che almeno per giustizia, se proprio dobbiamo lasciarci che almeno sia detto in faccia, in un incontro in cerchio e che se sarà l'ultimo che lasci almeno un bello e indelebile ricordo...
Ma la speranza è l'ultima a morire, io ma probabilmente tutti, alla rete Bioregionale Italiana e a tutto quello che ha rappresentato in questi anni nella buona e nella cattiva sorte, ci sono molto affezionato e allora ancora per i curiosi un video (realizzato a Capracotta) che per la presenza di tanti bambini e bambine ho messo su youtube in forma privata. Si svolge in una situazione selvaggia che mi ha ricordato tanto quella del pianeta Pandora (dal film Avatar). Ecco rappresentata la mia speranza...
http://www.youtube.com/watch?v=6V0V-Gn_Iq0
Per concludere penso sia importante sapere che che quando ho cominciato a parlare non avevo assolutamente messo in conto la possibile fine della Rete ma volevo unicamente portare avanti le mie idee, peraltro ben documentate, solo ad uso e beneficio di tutti e della Rete...
Un saluto,
Stefano Panzarasa
Mia Rispostina:
Caro Stefano concordo con quanto da te espresso e ritengo che l'unico modo per superare le divergenze sia quello di incontrarci e dialogare con spirito laico e sincretico... L'importante -nel bioregionalismo come in qualsiasi altra filosofia olistica- é la pratica attuativa e non l'ideologia...
Come ti dissi qui nelle Marche ho trovato “terreno fertile” e anche Felice del Seminasogni, malgrado all'inizio del nostro incontro avesse manifestato alcune reticenze ha poi accettato di partecipare alla nuova agorà prevista a San Severino Marche il 30 e 31 ottobre 2010. Rinnovo perciò l'invito a partecipare all'incontro nel podere di Lucilla Pavoni, amica di Etain Addey e di Sonia Baldoni.
Vedi programma di massima:
http://paolodarpini.blogspot.com/2010/08/rete-bioregionale-italiana-incontro-del.html
sabato 28 agosto 2010
Economia e bioregionalismo: "Il costo dell'oro ed il truffone, ovvero le speculazioni finanziarie a danno del popolo..."
Questa estate c'è stato l'ennesimo tentativo di manipolazione del prezzo dell'oro da parte dei cosiddetti "poteri forti", che non sono un mito od una banalizzazione concettuale, ma un modo per intendere la simbiosi utilitaristica formatasi nel corso finale della storia dell'umanità (in particolare nell'ultimo secolo), tra Banche centrali (che non sono pubbliche come si pensa comunemente), le più importanti multinazionali ed i principali Governi mondiali. In primis e a conduzione di questi poteri forti c'è la FED (Federal Reserve, la banca centrale (privata) degli Stati Uniti d'America, istituita nel 1913 in netta contrapposizione ai principi contenuti nella Dichiarazione di Indipendenza del 1776, tradendone il dettato costituzionale in materia di denaro)
Per questi giganti finanziari, che ultimamente stanno stampando a iosa denaro di carta (disonesto, perché privo di controvalore, avendo eliminato definitivamente il Gold Standard da un quarantennio), il mercato dell'oro è minuscolo, risibile, in quanto ogni anno l'oro che viene commercializzato è di sole cinquemila tonnellate, che alla valutazione attuale in dollari dell'oncia, corrisponde ad appena duecento miliardi di dollari, un'inezia per loro.
Puntualizzo ancora, per coloro che non avessero letto miei precedenti interventi, che la vera inflazione non è quella che ci propinano ogni giorno, cioè l'aumento dei prezzi al consumo (peraltro rilevata in maniera falsata), ma è la perdita di valore patrimoniale della ricchezza complessiva posseduta dalle famiglie a causa dell'immissione nel mercato di denaro disonesto, fasullo, di carta, privo di controvalore (pare che la FED da sola immetta ogni anno oltre il 20% in più di dollari sul mercato e non occorre essere degli economisti per capire che se ogni anno circola un quinto in più di denaro, il patrimonio che posseggo si svalorizza sempre più, le famiglie sono depauperate progressivamente dei loro risparmi ed investimenti, e prima o poi esploderà un'iperinflazione come quella della Repubblica di Weimar negli anni '20).
Quindi comprimere i prezzi dell'oro per nascondere la vera inflazione è per loro un gioco da ragazzi, soprattutto con gli strumenti finanziari (tecnici) di cui dispongono oggi giorno (coi quali possono svolgere un potente effetto "leva" sui prezzi), e non solo per i mezzi, intesi come immense risorse finanziarie di cui dispongono.
Così questa estate è avvenuto che dopo aver superato i 1050 euro l'oncia, record che deve averli alquanto allarmati (il fatto che l'oro aumentasse di valore soprattutto in euro più che non in dollari, è significativo di come quest'ultimo stia perdendo credibilità), e quindi hanno subito compresso in poche settimane le valutazioni facendole scendere addirittura a 870 euro, un calo repentino di oltre il 15%. In questo modo, esattamente come avviene nelle borse dove i piccoli risparmiatori ed investitori sono talmente stimati da essere definiti "popolo bue", coloro che si sono avvicinati all'oro come bene rifugio ed investimento alternativo (concetto comunque errato) si sono trovati a malpartito, inquieti, timorosi di aver sbagliato o di stare per sbagliare, ripiegando nuovamente verso i titoli di stato, che continuano a raccontar loro essere sicuri e garantiti. Purtroppo la psicologia del gregge è ancora quella dominante nel panorama finanziario, e le pecore continuano a farsi tosare ...
Ebbene nonostante questa manovra forzata, negli ultimi giorni l'oro è tornato sopra i 970 euro e sono convinto che riprenderà i massimi entro settembre, ed andrà oltre.
Significa che sempre più persone si stanno accorgendo del cosiddetto "truffone" come lo chiamano gli economisti della Scuola Economica Austriaca, grazie soprattutto alla rete (Internet) dove si trovano queste informazioni collocate da persone libere e disinteressate come lo sono io, non certo reperibili sui giornali o in tv, condizionati come sono dagli editori ed inserzionisti.
Vi immaginate cosa succederebbe se le persone consapevoli di questa truffa (cioè l'economia di carta pesta, fondata sulla stampa di denaro privo di controvalore) aumentassero in modo esponenziale ed iniziassero a convertire i loro risparmi in oro e argento anziché comprare titoli di stato (altra carta straccia)?
I Governi seguirebbero a ruota la Grecia nel loro fallimento, e l'oro (in monete e lingotti) e l'argento (in grani, monete e lingotti) tornerebbero ad essere gli unici mezzi di pagamento e di scambio validi sul mercato, come è sempre stato nel corso della storia dell'umanità, superata la preistoria. Ed è appunto quello che temono i poteri forti, che già a settembre potrebbero esserci notevoli difficoltà a collocare la carta straccia governativa, cioè i titoli di stato, che pur obbligando le banche a comprarli, potrebbe non essere sufficiente a collocarli tutti. Finché ci si lascia ingannare dal sopracitato "truffone", l'economia e la politica parassitaria trionferanno e proseguiranno ancora a lungo a far danni, la loro complicità liberticida ci spoglierà progressivamente di tutto quanto possediamo, frutto del lavoro e dei sacrifici nostri e dei nostri cari.
Il condizionamento mistificatorio è stato forte e continuato per decenni, molte persone intelligenti e colte si rifiutano di occuparsi di questi problemi, permanendo nell'ignavia e facendo il gioco di chi li ha indotti a questi comportamenti passivi, e continuano a depositare i loro soldi nelle banche, comprare titoli di stato o fondi comuni d'investimento o pensionistici (anche se finora ci hanno rimesso alla grande), e fra qualche tempo si troveranno in situazioni analoghe all'Argentina nel 2001 o in Islanda e Grecia qualche mese fa La soluzione ora la conoscete.
UOMO AVVISATO MEZZO SALVATO!
Calorosi saluti a tutti.
Claudio Martinotti Doria – Cavaliere del Monferrato
Per questi giganti finanziari, che ultimamente stanno stampando a iosa denaro di carta (disonesto, perché privo di controvalore, avendo eliminato definitivamente il Gold Standard da un quarantennio), il mercato dell'oro è minuscolo, risibile, in quanto ogni anno l'oro che viene commercializzato è di sole cinquemila tonnellate, che alla valutazione attuale in dollari dell'oncia, corrisponde ad appena duecento miliardi di dollari, un'inezia per loro.
Puntualizzo ancora, per coloro che non avessero letto miei precedenti interventi, che la vera inflazione non è quella che ci propinano ogni giorno, cioè l'aumento dei prezzi al consumo (peraltro rilevata in maniera falsata), ma è la perdita di valore patrimoniale della ricchezza complessiva posseduta dalle famiglie a causa dell'immissione nel mercato di denaro disonesto, fasullo, di carta, privo di controvalore (pare che la FED da sola immetta ogni anno oltre il 20% in più di dollari sul mercato e non occorre essere degli economisti per capire che se ogni anno circola un quinto in più di denaro, il patrimonio che posseggo si svalorizza sempre più, le famiglie sono depauperate progressivamente dei loro risparmi ed investimenti, e prima o poi esploderà un'iperinflazione come quella della Repubblica di Weimar negli anni '20).
Quindi comprimere i prezzi dell'oro per nascondere la vera inflazione è per loro un gioco da ragazzi, soprattutto con gli strumenti finanziari (tecnici) di cui dispongono oggi giorno (coi quali possono svolgere un potente effetto "leva" sui prezzi), e non solo per i mezzi, intesi come immense risorse finanziarie di cui dispongono.
Così questa estate è avvenuto che dopo aver superato i 1050 euro l'oncia, record che deve averli alquanto allarmati (il fatto che l'oro aumentasse di valore soprattutto in euro più che non in dollari, è significativo di come quest'ultimo stia perdendo credibilità), e quindi hanno subito compresso in poche settimane le valutazioni facendole scendere addirittura a 870 euro, un calo repentino di oltre il 15%. In questo modo, esattamente come avviene nelle borse dove i piccoli risparmiatori ed investitori sono talmente stimati da essere definiti "popolo bue", coloro che si sono avvicinati all'oro come bene rifugio ed investimento alternativo (concetto comunque errato) si sono trovati a malpartito, inquieti, timorosi di aver sbagliato o di stare per sbagliare, ripiegando nuovamente verso i titoli di stato, che continuano a raccontar loro essere sicuri e garantiti. Purtroppo la psicologia del gregge è ancora quella dominante nel panorama finanziario, e le pecore continuano a farsi tosare ...
Ebbene nonostante questa manovra forzata, negli ultimi giorni l'oro è tornato sopra i 970 euro e sono convinto che riprenderà i massimi entro settembre, ed andrà oltre.
Significa che sempre più persone si stanno accorgendo del cosiddetto "truffone" come lo chiamano gli economisti della Scuola Economica Austriaca, grazie soprattutto alla rete (Internet) dove si trovano queste informazioni collocate da persone libere e disinteressate come lo sono io, non certo reperibili sui giornali o in tv, condizionati come sono dagli editori ed inserzionisti.
Vi immaginate cosa succederebbe se le persone consapevoli di questa truffa (cioè l'economia di carta pesta, fondata sulla stampa di denaro privo di controvalore) aumentassero in modo esponenziale ed iniziassero a convertire i loro risparmi in oro e argento anziché comprare titoli di stato (altra carta straccia)?
I Governi seguirebbero a ruota la Grecia nel loro fallimento, e l'oro (in monete e lingotti) e l'argento (in grani, monete e lingotti) tornerebbero ad essere gli unici mezzi di pagamento e di scambio validi sul mercato, come è sempre stato nel corso della storia dell'umanità, superata la preistoria. Ed è appunto quello che temono i poteri forti, che già a settembre potrebbero esserci notevoli difficoltà a collocare la carta straccia governativa, cioè i titoli di stato, che pur obbligando le banche a comprarli, potrebbe non essere sufficiente a collocarli tutti. Finché ci si lascia ingannare dal sopracitato "truffone", l'economia e la politica parassitaria trionferanno e proseguiranno ancora a lungo a far danni, la loro complicità liberticida ci spoglierà progressivamente di tutto quanto possediamo, frutto del lavoro e dei sacrifici nostri e dei nostri cari.
Il condizionamento mistificatorio è stato forte e continuato per decenni, molte persone intelligenti e colte si rifiutano di occuparsi di questi problemi, permanendo nell'ignavia e facendo il gioco di chi li ha indotti a questi comportamenti passivi, e continuano a depositare i loro soldi nelle banche, comprare titoli di stato o fondi comuni d'investimento o pensionistici (anche se finora ci hanno rimesso alla grande), e fra qualche tempo si troveranno in situazioni analoghe all'Argentina nel 2001 o in Islanda e Grecia qualche mese fa La soluzione ora la conoscete.
UOMO AVVISATO MEZZO SALVATO!
Calorosi saluti a tutti.
Claudio Martinotti Doria – Cavaliere del Monferrato
giovedì 26 agosto 2010
European Consumers Quiz: “Tra il consumismo materialista e quello spiritualista… c’è un cuore?”
Mettiamola così:
la mailing list di European Consumers è stata creata perché funga da strumento di comunicazione tra i vari componenti dell'associazione European Consumers, e per questa ragione dunque i messaggi in essa contenuti vengono recapitati a coloro che aderiscono all'associazione (o anche alla sola mailing list) perché interessati
ai suoi scopi, cioè alla tutela dei consumatori.
Poiché il mercato è costituito da tante categorie e comparti (alimentare, trasporti, turismo, energia, abbigliamento..., eccetera), inevitabilmente nella mailing list si possono trovare messaggi che parlano di caro benzina come di latte in polvere o di
tariffe aeree o, ancora, del prezzo delle zucchine, dei fichi e della carne macinata (seitan per i vegani). Se il latte in polvere è un argomento che non mi interessa, lo posso anche saltare; e lo stesso posso fare con qualunque altro argomento.
Purtroppo però, e da parecchio tempo ormai, questa mailing list non svolge più la funzione per cui è stata creata (quella appena descritta), ma si è trasformata in una specie di tribuna riservata dove gli argomenti trattati hanno più attinenza al pensiero millenarista-new age ed alle superstizioni di marca pagano-messianica (condite da un pizzico di esoterismo astrologico che non guasta mai) che non al corretto rapporto tra produttori/commercianti e consumatori/utenti.
Se poi uno si permette di far notare che certe elucubrazioni, oltre che non richieste, sono anche fuori luogo, nel senso che non è questo il luogo in cui diffonderle, si becca pure una reprimenda o, se è fortunato, se la cava con una lezioncina morale da parte di qualcuno che, issato su un piedistallo di sacro letame biologico e non ogm, agitando minaccioso il dito indice come un'istitutrice d'altri tempi, lo illumina sulla sua spiritulità incagliata in qualche recondito anfratto della sua coscienza distratta
dal materialismo cinico e crudele della società occidentale contemporanea.
Fortunatamente c'è chi ha scoperto ogni trama ed è ora in grado di aprirci gli occhi sui complotti demo-pluto-giudaico-massonici orditi da psichiatri, medici, preti e ingegneri in combutta con le case farmaceutiche, le sette sorelle e la Spectre (quest'ultima sovraintende all'attuazione del piano "Scie Chimiche" per drogare tutta la popolazione terrestre attraverso la contaminazione dell'aria).
Di fatto, se non ve ne siete resi conto, avete ucciso questa mailing list: gli unici ad usarla siete voi, gli altri se ne sono andati oppure (come me ed altri) ignorano o cancellano quasi tutti i messaggi che arrivano. Se siete soddisfatti di questo risultato, buon per voi. A me pare un fallimento.
Riccardo Forte
………….
Mia rispostina:
…..però tutto questo "fermento" é pure "divertente" e permette di ampliare la propria visuale a temi che altrimenti resterebbero preclusi... Nulla però impedisce di continuare a parlare anche della qualità del pane e del formaggio... Si può "consumare" (assorbire) con il corpo ed anche con la mente e con il cuore!
Ciao, Paolo D'Arpini
la mailing list di European Consumers è stata creata perché funga da strumento di comunicazione tra i vari componenti dell'associazione European Consumers, e per questa ragione dunque i messaggi in essa contenuti vengono recapitati a coloro che aderiscono all'associazione (o anche alla sola mailing list) perché interessati
ai suoi scopi, cioè alla tutela dei consumatori.
Poiché il mercato è costituito da tante categorie e comparti (alimentare, trasporti, turismo, energia, abbigliamento..., eccetera), inevitabilmente nella mailing list si possono trovare messaggi che parlano di caro benzina come di latte in polvere o di
tariffe aeree o, ancora, del prezzo delle zucchine, dei fichi e della carne macinata (seitan per i vegani). Se il latte in polvere è un argomento che non mi interessa, lo posso anche saltare; e lo stesso posso fare con qualunque altro argomento.
Purtroppo però, e da parecchio tempo ormai, questa mailing list non svolge più la funzione per cui è stata creata (quella appena descritta), ma si è trasformata in una specie di tribuna riservata dove gli argomenti trattati hanno più attinenza al pensiero millenarista-new age ed alle superstizioni di marca pagano-messianica (condite da un pizzico di esoterismo astrologico che non guasta mai) che non al corretto rapporto tra produttori/commercianti e consumatori/utenti.
Se poi uno si permette di far notare che certe elucubrazioni, oltre che non richieste, sono anche fuori luogo, nel senso che non è questo il luogo in cui diffonderle, si becca pure una reprimenda o, se è fortunato, se la cava con una lezioncina morale da parte di qualcuno che, issato su un piedistallo di sacro letame biologico e non ogm, agitando minaccioso il dito indice come un'istitutrice d'altri tempi, lo illumina sulla sua spiritulità incagliata in qualche recondito anfratto della sua coscienza distratta
dal materialismo cinico e crudele della società occidentale contemporanea.
Fortunatamente c'è chi ha scoperto ogni trama ed è ora in grado di aprirci gli occhi sui complotti demo-pluto-giudaico-massonici orditi da psichiatri, medici, preti e ingegneri in combutta con le case farmaceutiche, le sette sorelle e la Spectre (quest'ultima sovraintende all'attuazione del piano "Scie Chimiche" per drogare tutta la popolazione terrestre attraverso la contaminazione dell'aria).
Di fatto, se non ve ne siete resi conto, avete ucciso questa mailing list: gli unici ad usarla siete voi, gli altri se ne sono andati oppure (come me ed altri) ignorano o cancellano quasi tutti i messaggi che arrivano. Se siete soddisfatti di questo risultato, buon per voi. A me pare un fallimento.
Riccardo Forte
………….
Mia rispostina:
…..però tutto questo "fermento" é pure "divertente" e permette di ampliare la propria visuale a temi che altrimenti resterebbero preclusi... Nulla però impedisce di continuare a parlare anche della qualità del pane e del formaggio... Si può "consumare" (assorbire) con il corpo ed anche con la mente e con il cuore!
Ciao, Paolo D'Arpini
mercoledì 25 agosto 2010
Ecco svelati i nomi dei firmatari del Decreto 582, 22 agosto 1994, per la dichiarazione di morte cerebrale
Riportiamo stralci del Comunicato Stampa n. 195 emesso dal Ministero della Sanità il 31.08.94, con nostri commenti, titolato:
“REGOLAMENTATO 'MOMENTO DELLA MORTE' - Il Ministro Raffaele Costa firma il Decreto con cui si stabilisce come deve avvenire l'accertamento della morte”.
Commento: “accertamento protocollare” sia delle persone affette da lesioni al cervello presso le rianimazioni (in 6 ore), sia dei soggetti in arresto cardiaco (in 20 minuti).
“Si tratta di una disciplina che potrà anche recare chiarezza - ha commentato Raffaele Costa (liberale, UDC) - nell'attività dei trapianti perché definisce oggettivamente una delle condizioni per la donazione di organi”.
Commento: oggi negano che l'obiettivo vero dell'imposizione della dichiarazione di “morte cerebrale”, ascientificamente identificata “con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo” che nessuno conosce, sia il mercato istituzionale degli organi.
“La firma del provvedimento da parte del Ministro servirà anche a far cessare immediatamente una situazione difficile in base alla quale non risultava possibile - in assenza delle modalità di accertamento della morte - né sottoporre ad autopsia, né a trattamenti conservativi né ad inumazioni o cremazioni o tumulazioni i corpi prima che fossero trascorse 24 ore da momento del decesso”.
Commento: è evidente che tali “fatture” siano destinate a persone in arresto cardiaco di 20 minuti. Cosa nasconda questa fretta non è stato mai chiarito, ma si può presumere che se il cittadino non presenta opposizione scritta, non solo all'espianto di organi dalle persone in rianimazione, ma anche opposizione scritta al prelievo di tessuti e cellule, questi corpi vengano distribuiti a pezzi nelle numerose banche dei tessuti (cornee, valvole cardiache, arterie, vene, ossa, muscoli, tendini...), vanto dell'italico Paese, primo in Europa.
Quanti cittadini sanno di dover presentare opposizione al prelievo di organi, tessuti e cellule anche dopo arresto cardiaco? Cosa seppelliscono in quelle casse sigillate?
Il Decreto Costa per l'imposizione della dichiarazione di “morte cerebrale” è stato aggiornato dal Decreto 11 aprile 2008 a firma della ex Ministra Livia Turco, col quale la situazione è ulteriormente peggiorata con imposizioni di esami dannosi, quali l'angiografia, finalizzati a documentare la morte protocollare e non alla promozione della diagnosi e della cura; Decreto che nel contempo fissa gli stessi parametri di 6 ore per adulti, bambini e neonati, annullando le 12 e 24 ore di cautela previste nel decreto precedente (vedi Comunicato Stampa n. 13 del 2 luglio 2008).
Nel passato i morti venivano vegliati per cercare un segno di vita, nel presente i medici cercano sui vivi soggettive anticipazioni di segni di morte per sviluppare gli espianti/trapianti. In questa società la vita umana non è altro che merce in balia del calcolo dei potenti e del loro mercato.
Presidente, Nerina Negrello
Tel. 035-219255 - Telefax 035-235660
lega.nazionale@antipredazione.org
www.antipredazione.org
“REGOLAMENTATO 'MOMENTO DELLA MORTE' - Il Ministro Raffaele Costa firma il Decreto con cui si stabilisce come deve avvenire l'accertamento della morte”.
Commento: “accertamento protocollare” sia delle persone affette da lesioni al cervello presso le rianimazioni (in 6 ore), sia dei soggetti in arresto cardiaco (in 20 minuti).
“Si tratta di una disciplina che potrà anche recare chiarezza - ha commentato Raffaele Costa (liberale, UDC) - nell'attività dei trapianti perché definisce oggettivamente una delle condizioni per la donazione di organi”.
Commento: oggi negano che l'obiettivo vero dell'imposizione della dichiarazione di “morte cerebrale”, ascientificamente identificata “con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo” che nessuno conosce, sia il mercato istituzionale degli organi.
“La firma del provvedimento da parte del Ministro servirà anche a far cessare immediatamente una situazione difficile in base alla quale non risultava possibile - in assenza delle modalità di accertamento della morte - né sottoporre ad autopsia, né a trattamenti conservativi né ad inumazioni o cremazioni o tumulazioni i corpi prima che fossero trascorse 24 ore da momento del decesso”.
Commento: è evidente che tali “fatture” siano destinate a persone in arresto cardiaco di 20 minuti. Cosa nasconda questa fretta non è stato mai chiarito, ma si può presumere che se il cittadino non presenta opposizione scritta, non solo all'espianto di organi dalle persone in rianimazione, ma anche opposizione scritta al prelievo di tessuti e cellule, questi corpi vengano distribuiti a pezzi nelle numerose banche dei tessuti (cornee, valvole cardiache, arterie, vene, ossa, muscoli, tendini...), vanto dell'italico Paese, primo in Europa.
Quanti cittadini sanno di dover presentare opposizione al prelievo di organi, tessuti e cellule anche dopo arresto cardiaco? Cosa seppelliscono in quelle casse sigillate?
Il Decreto Costa per l'imposizione della dichiarazione di “morte cerebrale” è stato aggiornato dal Decreto 11 aprile 2008 a firma della ex Ministra Livia Turco, col quale la situazione è ulteriormente peggiorata con imposizioni di esami dannosi, quali l'angiografia, finalizzati a documentare la morte protocollare e non alla promozione della diagnosi e della cura; Decreto che nel contempo fissa gli stessi parametri di 6 ore per adulti, bambini e neonati, annullando le 12 e 24 ore di cautela previste nel decreto precedente (vedi Comunicato Stampa n. 13 del 2 luglio 2008).
Nel passato i morti venivano vegliati per cercare un segno di vita, nel presente i medici cercano sui vivi soggettive anticipazioni di segni di morte per sviluppare gli espianti/trapianti. In questa società la vita umana non è altro che merce in balia del calcolo dei potenti e del loro mercato.
Presidente, Nerina Negrello
Tel. 035-219255 - Telefax 035-235660
lega.nazionale@antipredazione.org
www.antipredazione.org
martedì 24 agosto 2010
Madre Teresa di Calcutta e l'epopea coraggiosa di Calcata, che continua...
Il 26 p.v. ricorre il centenario della nascita di Madre Teresa (al secolo Agnes Gonxha Bojaxiu), nata a Skopje, Macedonia, il 26 agosto 1910 e deceduta a Calcutta il 5 settembre 1997 ...
Il fatto checercando Calcata sui motori di ricerca venga anche fuori la bengalese Calcutta, nonché il fatto che la pronuncia sia egualmente Calcata,mi ha fatto sempre sentire che i due luoghi avessero un’attinenza. Tral’altro sull'esatta pronuncia di Calcata/Calcutta ho scritto anni fa una lettera (pubblicata sul Corriere della Sera). Comunque ritengo che Madre Teresa sia una persona degna di essere ricordata e per questo inizio l'articolo sul destino coraggioso di Calcata con una sua poesia:
Inno alla vita
La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è la vita, difendila.
.......
Ed ora l'articolo su Calcata & Calcutta:
Molte volte ho evidenziato la somiglianza glottologica fra la nostra Calcata e la Calcutta del Bengala. Infatti cercando su Google alla voce Calcata appare anche Calcutta, dato che entrambe si pronuncianoallo stesso modo. Ma la differenza è chiaramente etimologica, infatti nell’800 allorché gli inglesi si insediarono nel golfo del Bengala costruirono una città che potesse rappresentare l’impero in quelle lande. La città fu edificata sulle rive del fiume Gange nei pressi di un villaggio consacrato alla Dea Kali, “Kali Kat” (luogo di Kali), perciò la nuova città prese il nome da quel luogo preesistente ma siccome gli inglesi non sapevano (o volevano) pronunciare accuratamente quel nome per loro ostico traslitterarono il nome in Calcutta (pronunciato Calcata). Passarono gli anni e siccome una lingua è in perenne mutazione gli indiani che mal pronunciavano l’inglese ulteriormente storpiarono la dizione facendo diventare la città Kolkota (che presentemente è stata ufficializzata anche nelle carte geografiche).
Diversa è la storia della denominazione della nostra Calcata…. che significa “schiacciata” essendo un acrocoro più basso di tutto il pianoro circostante ed invisibile alla vista, infatti chi visita Calcata vedrà che da qui non si osserva alcun orizzonte se non ilcerchio delle piane che circondano il paese. In dialetto locale il posto veniva chiamato “corgata” ma evidentemente la pronuncia fu italianizzata nella oggi familiare Calcata. Ma i suoi abitanti continuarono a chiamarsi corgotesi o cargatesi.
L’orografia di un territorio contribuisce a creare anche la suastoria, perciò il fatto che Calcata (in questo caso la nostra Calcata) fosse nascosta ed isolata per secoli e secoli contribuì alla formazione di una mentalità e di un sistema di vita. Sino agli anni’60 del secolo scorso il paese era chiuso in se stesso, non avendo viedi comunicazione che lo congiungessero al resto della Tuscia, ed i suoi abitanti erano un clan circoscritto (una “tribù perduta”direbbero gli ebrei..) con propri costumi e regole, insomma la piccola comunità era doppiamente “cargata” (calcata) sia in senso metaforicoche geografico….
Ed ecco che, a partire dai primi anni ’80 del secolo scorso, per mia“colpa” e di alcuni altri, improvvisamente il paesino si vide proiettato nei media e divenne pian piano un “villaggio di culto”, un culto alternativo e stranamente a metà strada fra il vecchio ed ilnuovo, anzi il nuovissimo…. Giacché Calcata è divenuta il simbolo di un modello alternativo di vita in continua fase sperimentale….. il motto che avevo lanciato per significare il valore di tale esperimentazione era: “Una, cento, mille Calcata!”
Mi sovviene ora diun detto di T.A. Edison, l’inventore della lampadina elettrica, ilquale dopo aver compiuto innumerevoli esperimenti, tutti falliti,giunse al millesimo tentativo e disse al suo gruppo di lavoro, a mo’ d’incoraggiamento: “stavolta è la volta buona, questo esperimento riuscirà, ne sono sicuro…” (ricordo un altro evento che accadde primadi una difficile battaglia in Giappone in cui il principe condottiero, sfavorito dal numero, lanciò in alto una moneta dicendo ai suoi soldati “se viene testa vinceremo se viene croce saremo sconfitti”uscì testa ed i guerrieri entusiasti vinsero facilmente la battaglia, subito dopo l’ufficiale di campo si recò dal condottiero e gli annunciò “non ci si può opporre al destino, abbiamo vinto!” al che il duce esclamò “davvero…?” e gli mostrò la moneta con due teste…!), scusate la divagazione, stavo parlando della lampadina… ah, sì, quel millesimo esperimento riuscì e nacque la prima lampadina elettrica…
Ma per la creazione della società ideale di Calcata non siamo arrivati a quel punto “critico” in cui la va o la spacca, siamo anzi ben lungi, e la sperimentazione è ancora molto imperfetta, addirittura talvolta sembra che Calcata sia uscita dai binari della idealità, sembra che Calcata sia entrata nell’ambito della finzione scenica, dell’esperimentare per scena… (o per denaro, come all’isola deifamosi…).
Ma di tanto in tanto scopro che qualche piccola verità si manifesta,che qualche pizzico di sincera ricerca ancora permane nell’alchimistaun po’ disilluso che è il “cargatese” di oggi... Mi riferisco allaricerca culturale del Teatro Cinabro, alla quale ho anch'iopartecipato e che porto nel cuore anche ora che ho lasciato"fisicamente" Calcata. Penso inoltre all'esperimento contadino diFelix e Sofia ed alcuni loro amici che strenuamente cercano di riportare la normalità nella comunità calcatese, attraverso l'esempio concreto, senza specchietti né riverberi, semplicemente rimboccandosi le maniche e lavorando in silenzio....
Paolo D'Arpini
http://www.circolovegetarianocalcata.it/paolo-darpini/
Il fatto checercando Calcata sui motori di ricerca venga anche fuori la bengalese Calcutta, nonché il fatto che la pronuncia sia egualmente Calcata,mi ha fatto sempre sentire che i due luoghi avessero un’attinenza. Tral’altro sull'esatta pronuncia di Calcata/Calcutta ho scritto anni fa una lettera (pubblicata sul Corriere della Sera). Comunque ritengo che Madre Teresa sia una persona degna di essere ricordata e per questo inizio l'articolo sul destino coraggioso di Calcata con una sua poesia:
Inno alla vita
La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è la vita, difendila.
.......
Ed ora l'articolo su Calcata & Calcutta:
Molte volte ho evidenziato la somiglianza glottologica fra la nostra Calcata e la Calcutta del Bengala. Infatti cercando su Google alla voce Calcata appare anche Calcutta, dato che entrambe si pronuncianoallo stesso modo. Ma la differenza è chiaramente etimologica, infatti nell’800 allorché gli inglesi si insediarono nel golfo del Bengala costruirono una città che potesse rappresentare l’impero in quelle lande. La città fu edificata sulle rive del fiume Gange nei pressi di un villaggio consacrato alla Dea Kali, “Kali Kat” (luogo di Kali), perciò la nuova città prese il nome da quel luogo preesistente ma siccome gli inglesi non sapevano (o volevano) pronunciare accuratamente quel nome per loro ostico traslitterarono il nome in Calcutta (pronunciato Calcata). Passarono gli anni e siccome una lingua è in perenne mutazione gli indiani che mal pronunciavano l’inglese ulteriormente storpiarono la dizione facendo diventare la città Kolkota (che presentemente è stata ufficializzata anche nelle carte geografiche).
Diversa è la storia della denominazione della nostra Calcata…. che significa “schiacciata” essendo un acrocoro più basso di tutto il pianoro circostante ed invisibile alla vista, infatti chi visita Calcata vedrà che da qui non si osserva alcun orizzonte se non ilcerchio delle piane che circondano il paese. In dialetto locale il posto veniva chiamato “corgata” ma evidentemente la pronuncia fu italianizzata nella oggi familiare Calcata. Ma i suoi abitanti continuarono a chiamarsi corgotesi o cargatesi.
L’orografia di un territorio contribuisce a creare anche la suastoria, perciò il fatto che Calcata (in questo caso la nostra Calcata) fosse nascosta ed isolata per secoli e secoli contribuì alla formazione di una mentalità e di un sistema di vita. Sino agli anni’60 del secolo scorso il paese era chiuso in se stesso, non avendo viedi comunicazione che lo congiungessero al resto della Tuscia, ed i suoi abitanti erano un clan circoscritto (una “tribù perduta”direbbero gli ebrei..) con propri costumi e regole, insomma la piccola comunità era doppiamente “cargata” (calcata) sia in senso metaforicoche geografico….
Ed ecco che, a partire dai primi anni ’80 del secolo scorso, per mia“colpa” e di alcuni altri, improvvisamente il paesino si vide proiettato nei media e divenne pian piano un “villaggio di culto”, un culto alternativo e stranamente a metà strada fra il vecchio ed ilnuovo, anzi il nuovissimo…. Giacché Calcata è divenuta il simbolo di un modello alternativo di vita in continua fase sperimentale….. il motto che avevo lanciato per significare il valore di tale esperimentazione era: “Una, cento, mille Calcata!”
Mi sovviene ora diun detto di T.A. Edison, l’inventore della lampadina elettrica, ilquale dopo aver compiuto innumerevoli esperimenti, tutti falliti,giunse al millesimo tentativo e disse al suo gruppo di lavoro, a mo’ d’incoraggiamento: “stavolta è la volta buona, questo esperimento riuscirà, ne sono sicuro…” (ricordo un altro evento che accadde primadi una difficile battaglia in Giappone in cui il principe condottiero, sfavorito dal numero, lanciò in alto una moneta dicendo ai suoi soldati “se viene testa vinceremo se viene croce saremo sconfitti”uscì testa ed i guerrieri entusiasti vinsero facilmente la battaglia, subito dopo l’ufficiale di campo si recò dal condottiero e gli annunciò “non ci si può opporre al destino, abbiamo vinto!” al che il duce esclamò “davvero…?” e gli mostrò la moneta con due teste…!), scusate la divagazione, stavo parlando della lampadina… ah, sì, quel millesimo esperimento riuscì e nacque la prima lampadina elettrica…
Ma per la creazione della società ideale di Calcata non siamo arrivati a quel punto “critico” in cui la va o la spacca, siamo anzi ben lungi, e la sperimentazione è ancora molto imperfetta, addirittura talvolta sembra che Calcata sia uscita dai binari della idealità, sembra che Calcata sia entrata nell’ambito della finzione scenica, dell’esperimentare per scena… (o per denaro, come all’isola deifamosi…).
Ma di tanto in tanto scopro che qualche piccola verità si manifesta,che qualche pizzico di sincera ricerca ancora permane nell’alchimistaun po’ disilluso che è il “cargatese” di oggi... Mi riferisco allaricerca culturale del Teatro Cinabro, alla quale ho anch'iopartecipato e che porto nel cuore anche ora che ho lasciato"fisicamente" Calcata. Penso inoltre all'esperimento contadino diFelix e Sofia ed alcuni loro amici che strenuamente cercano di riportare la normalità nella comunità calcatese, attraverso l'esempio concreto, senza specchietti né riverberi, semplicemente rimboccandosi le maniche e lavorando in silenzio....
Paolo D'Arpini
http://www.circolovegetarianocalcata.it/paolo-darpini/
lunedì 23 agosto 2010
Il messaggio di Antoine de Saint Exupery negli occhi di una giovinetta…
"Tutti gli adulti sono stati bambini una volta, ma solo pochi di essi se ne ricordano" , cosi diceva Antoine de Saint Exupery nel preambolo del suo "Piccolo Principe".
Nulla di più vero. Spesso troppo presi dalla nostra vita,la carriera, il tram-tram quotidiano non riusciamo a trovare il tempo di fermarci 5 minuti a pensare a quella piccola e innocente versione di noi stessi, che tanti anni fa costituiva il nostro Io più autentico. I poeti romantici inglesi, consideravano la figura del bambino come la figura più vicina a Dio in quanto puro,innocente e dotato di una vivida immaginazione. Qualità difficili se non impossibili da trovare tutte insieme in un unica persona adulta. Viene a mancare quella spontaneità, derivata dall'assenza di sovrastrutture e di influenze esterne prodotte dalla società.Ci sono poi quei momenti in cui qualche flash richiama alla nostra mente di un tempo passato, che si era ormai dimenticato e cosi tornano alla memoria piccoli frammenti della nostra infanzia.
Spesso ciò accade nei momenti in cui siamo più vulnerabili perchè tutto sembra andare storto e vorremo fuggire verso un posto in cui tutto è più semplice e cosi il nostro "fanciullino" per dirla come Pascoli, corre in nostro soccorso.Da piccoli si pensa sempre che il mondo, abitanti compresi , possa solo migliorare; col tempo, complici piccoli incidenti di percorso che caratterizzano ogni vita, si diventa più pessimisti,per certi versi anche cinici e si tende a vedere solo quanto di negativo ci circonda.
Si diventa più cauti nel fare qualsiasi cosa : dal saltare uno scalino al concedersi troppo alle persone, perchè potrebbe rompersi qualche osso o peggio il nostro cuore.Ci si trasforma cioè in ciò che da bambini si è sempre aborrito : una caricatura di noi stessi.Se ripenso alla mia infanzia, ricordo solo bei momenti in cui la spensieratezza e la spontaneità facevano da padrone. Nonostante nel corso degli anni, a detta di molti, io abbia conservato la dolcezza,la gioia di vivere e la capacità di sognare ad occhi aperti, non credo di essermi sentita più felice ,scanzonata e sicura di me stessa come in quegli anni.
Ricordo (e questo potrà confermarmelo Antonella Pedicelli che fu mia maestra), che durante la ricreazione alla scuola elementare, io ed altre mie compagne di classe esprimevamo tutte noi stesse non solo disegnando, ma anche cantando e ballando al ritmo delle nostre canzoni preferite, imitando i nostri idoli.
L'immagine vera e propria di degli spiriti liberi, questo eravamo senza rendercene nemmeno conto,perchè per noi era normale,ma oggi a nessuno salterebbe in mente di fermarsi in mezzo alla strada e mettersi a cantare a squarciagola per esprimere la propria personalità.Adesso si preferisce aggiornare il proprio profilo di Facebook o di qual si voglia social network per sentirsi realizzati.
Dove è finita quella creatività, quella sicurezza? Per quelli che sentono il bisogno di ritrovare se stessi,consiglio una dose massiccia di introspezione e di riflessione.Il bambino che è in ognuno di noi,anche nei più duri e spavaldi, tornerà alla luce
Denise Severa
Nulla di più vero. Spesso troppo presi dalla nostra vita,la carriera, il tram-tram quotidiano non riusciamo a trovare il tempo di fermarci 5 minuti a pensare a quella piccola e innocente versione di noi stessi, che tanti anni fa costituiva il nostro Io più autentico. I poeti romantici inglesi, consideravano la figura del bambino come la figura più vicina a Dio in quanto puro,innocente e dotato di una vivida immaginazione. Qualità difficili se non impossibili da trovare tutte insieme in un unica persona adulta. Viene a mancare quella spontaneità, derivata dall'assenza di sovrastrutture e di influenze esterne prodotte dalla società.Ci sono poi quei momenti in cui qualche flash richiama alla nostra mente di un tempo passato, che si era ormai dimenticato e cosi tornano alla memoria piccoli frammenti della nostra infanzia.
Spesso ciò accade nei momenti in cui siamo più vulnerabili perchè tutto sembra andare storto e vorremo fuggire verso un posto in cui tutto è più semplice e cosi il nostro "fanciullino" per dirla come Pascoli, corre in nostro soccorso.Da piccoli si pensa sempre che il mondo, abitanti compresi , possa solo migliorare; col tempo, complici piccoli incidenti di percorso che caratterizzano ogni vita, si diventa più pessimisti,per certi versi anche cinici e si tende a vedere solo quanto di negativo ci circonda.
Si diventa più cauti nel fare qualsiasi cosa : dal saltare uno scalino al concedersi troppo alle persone, perchè potrebbe rompersi qualche osso o peggio il nostro cuore.Ci si trasforma cioè in ciò che da bambini si è sempre aborrito : una caricatura di noi stessi.Se ripenso alla mia infanzia, ricordo solo bei momenti in cui la spensieratezza e la spontaneità facevano da padrone. Nonostante nel corso degli anni, a detta di molti, io abbia conservato la dolcezza,la gioia di vivere e la capacità di sognare ad occhi aperti, non credo di essermi sentita più felice ,scanzonata e sicura di me stessa come in quegli anni.
Ricordo (e questo potrà confermarmelo Antonella Pedicelli che fu mia maestra), che durante la ricreazione alla scuola elementare, io ed altre mie compagne di classe esprimevamo tutte noi stesse non solo disegnando, ma anche cantando e ballando al ritmo delle nostre canzoni preferite, imitando i nostri idoli.
L'immagine vera e propria di degli spiriti liberi, questo eravamo senza rendercene nemmeno conto,perchè per noi era normale,ma oggi a nessuno salterebbe in mente di fermarsi in mezzo alla strada e mettersi a cantare a squarciagola per esprimere la propria personalità.Adesso si preferisce aggiornare il proprio profilo di Facebook o di qual si voglia social network per sentirsi realizzati.
Dove è finita quella creatività, quella sicurezza? Per quelli che sentono il bisogno di ritrovare se stessi,consiglio una dose massiccia di introspezione e di riflessione.Il bambino che è in ognuno di noi,anche nei più duri e spavaldi, tornerà alla luce
Denise Severa
domenica 22 agosto 2010
“Il gran complotto degli statali.. ovvero genesi e fine della crisi economica..” secondo Danilo D’Antonio
Carissimi Conterranei, come va?Non so per voi, ma a me pare siano brutti tempi questi, in cui la povertà torna a farsi sentire persino nei Paesi più ricchi:>Una famiglia italiana su cinque è povera.
Ma leggiamo queste incoraggianti parole circolate di recente su una lista di persone innamorate della natura:
>se vuoi sognare pensa a terreni che spesso vengono abbandonati e costano>1/2 euro/mq, lontani dalle grandi città ... con una manciata di soldi si potrebbe>vivere sereni in micro casette ...
Già, è proprio così. Una delle strade da percorrere, per eliminare la povertà, è proprio quella della liberazione degli esseri umani dalla dominazione ambientalista. Quello ambientalista si è ormai rivelato a tutti gli effetti un regime totalitario, un regime che impone e reprime non solo sulle aree di proprietà collettiva, sui terreni del demanio, sui beni pubblici, dove è più che giusto si attui una politica decisa collettivamente, ma anche sui modesti campi delle singole persone, della gente comune, dove le libertà individuali dovrebbero essere invece garantite dalla democrazia.Quello ambientalista è un regime che si è ormai diffuso quasi ovunque sul Pianeta, un regime che proibisce all'essere umano, nel modo più assoluto, di vivere sulla terra, in nome di una più che ipocrita difesa del territorio, considerato che poi la terra svuotata degli umani diviene regno di ricchi turisti e visto che per decenni quegli stessi ambientalisti hanno taciuto alle popolazioni il verificarsi di questo imponente fenomeno:http://spg.hyperlinker.org
Ricordiamo, e mai lasciamocelo sfuggire di mente, che ogni dittatura, ogni totalitarismo ha avuto tra le prime sue strategiche mosse quella di privare dei propri beni, in particolare la terra, categorie di persone ritenute inferiori o di ostacolo ai propri ideali. Oggi gli ambientalisti non fanno eccezione, pretendendo ripulire il "loro" paesaggio e territorio dagli esseri umani che secondo loro lo impestano!E' stato un atto criminale privare l'essere umano del diritto di vivere sulla terra. Pensate che in certi Paesi, quelli più innamorati della natura, sussiste ancora ciò che viene chiamato l'"allemansrätt", il "diritto di ogni uomo": quantomeno di accamparsi sulla terra, naturalmente rispettando la natura. In Italia, invece, come in altri Paesi facili all'avvento delle dittature, perfino chi s'accampa sulla sua terra viene trattato come un criminale.Ma ora vediamo un momento come è nata questa crisi economica così come ogni altra dalla fine della guerra. Esistono persone le quali, referenziandosi l'una con l'altra, ottengono un posto per giunta fisso, a vita, nelle Università, che pure dovrebbero essere ad accesso pubblico.
Dall'alto delle loro cattedre, pur non avendo mai lavorato materialmente in vita loro e pur non essendosi mai mischiate con quella gente "qualunque" ch'eppure fornisce loro da mangiare e star più che bene, pretendono dare ordini, per il tramite dei politici che li raccomandano, su come debbano essere condotte le attività economiche.Economisti che non hanno mai piantato un chiodo, messo un mattone sopra un altro, collegato un filo od un tubo, pescato un pesce, allevato un animale o coltivato un vegetale, economisti che non sono mai usciti dalle loro aule magna magna (1) e studi professionali con l'aria condizionata, pretendono decidere come gli esseri umani, i comuni mortali che invece faticano per vivere, si debbano comportare. Sottoposta alle loro forzature, può l'economia non procedere sempre traballante? Ebbene: che siate di destra o di sinistra, signori economisti, gradite uscire tutti fuori dalle Università ed andare a lavorare. Imparate a procurarvi da soli di che vivere: perché non è più tempo per noi gente comune di portarvi in spalla.
Per far terminare questa crisi economica occorre innanzitutto permettere agli esseri umani (non alle imprese ma agli esseri umani, si capisca la differenza perch'è tanta) di svolgere ogni attività ritengano opportuno senza dover portare sulle loro spalle il peso di questi capoccioni che non hanno mai confrontato direttamente una sola delle loro idee con la realtà. Fuori gli statali dalle Scuole ed Università di proprietà collettiva! Scuole ed Università si liberino della cultura campata in aria, e ciònonostante imposta, degli statali e si aprano finalmente ad una cultura reale e realistica, vissuta in prima persona dai cittadini, quindi ben esperita e tutta da vivere.Per liberarci dalla defaillance economica non occorre altro che:1) liberare gli esseri umani (non le imprese ma gli esseri umani e le loro famiglie, si capisca infine la differenza) dall'oppressione ambientalista;2) liberare gli esseri umani (non le grandi imprese ma gli esseri umani e le loro famiglie, si riesca a distinguere le prime dalle seconde) dal peso degli statali;3) aprire la Funzione Pubblica alla partecipazione dei cittadini, in modo che una fresca cultura possa finalmente diffondervisi ed invece di sciuparvi così tante energie con antidemocratici ed inutili controlli e repressioni sulla popolazione questa possa invece indirizzare alla produzione di utili beni e servizi le attività pubbliche, che così potranno in gran parte sostenersi da sole.Dalla fine della seconda guerra mondiale le crisi economiche sono nate principalmente in conseguenza dei dettami di studiosi che non hanno mai emesso una goccia di sudore da fatica.
Per una economia naturale, che sappia reagire spontaneamente e senza artifizi ai cambiamenti attraverso cui si esprime sempre la realtà, fuori gli immobili ed immobilizzanti statali dalla Funzione Pubblica e dentro i cittadini in una dinamica alternanza, com'è tipico della vita biologica. Dall'autoritarismo permesso dagli statali a politici scollati dalla realtà, si passi all'autorevolezza di un governo che viva in simbiosi con la popolazione. Fuori gli statali, perché permanendo essi ad occupare abusivamente a vita la Funzione Pubblica mai verrà spazzata via quella loro visione artefatta del mondo e mai riusciremo a vivere su questo felici.Infine, per la salvaguardia dell'ambiente, si consideri che qualunque donna ed uomo liberi di vivere sulla propria terra ne divengono automaticamente i più fidati e coinvolti conduttori e custodi. Esattamente il contrario di quegli isterici ambientalisti radical chic che pretendono dettar legge su aree che hanno visto solo riportate sulla carta e che mai si degneranno di visitare.
Gli ambientalisti la smettano di distruggere alla radice l'ancora debole pianta della nostra democrazia. Curino anzi quest'ultima perché il miglior metodo di salvaguardia dell'ambiente.
Danilo D'Antonio, Rosal de la Frontera Huelva, España
Ma leggiamo queste incoraggianti parole circolate di recente su una lista di persone innamorate della natura:
>se vuoi sognare pensa a terreni che spesso vengono abbandonati e costano>1/2 euro/mq, lontani dalle grandi città ... con una manciata di soldi si potrebbe>vivere sereni in micro casette ...
Già, è proprio così. Una delle strade da percorrere, per eliminare la povertà, è proprio quella della liberazione degli esseri umani dalla dominazione ambientalista. Quello ambientalista si è ormai rivelato a tutti gli effetti un regime totalitario, un regime che impone e reprime non solo sulle aree di proprietà collettiva, sui terreni del demanio, sui beni pubblici, dove è più che giusto si attui una politica decisa collettivamente, ma anche sui modesti campi delle singole persone, della gente comune, dove le libertà individuali dovrebbero essere invece garantite dalla democrazia.Quello ambientalista è un regime che si è ormai diffuso quasi ovunque sul Pianeta, un regime che proibisce all'essere umano, nel modo più assoluto, di vivere sulla terra, in nome di una più che ipocrita difesa del territorio, considerato che poi la terra svuotata degli umani diviene regno di ricchi turisti e visto che per decenni quegli stessi ambientalisti hanno taciuto alle popolazioni il verificarsi di questo imponente fenomeno:http://spg.hyperlinker.org
Ricordiamo, e mai lasciamocelo sfuggire di mente, che ogni dittatura, ogni totalitarismo ha avuto tra le prime sue strategiche mosse quella di privare dei propri beni, in particolare la terra, categorie di persone ritenute inferiori o di ostacolo ai propri ideali. Oggi gli ambientalisti non fanno eccezione, pretendendo ripulire il "loro" paesaggio e territorio dagli esseri umani che secondo loro lo impestano!E' stato un atto criminale privare l'essere umano del diritto di vivere sulla terra. Pensate che in certi Paesi, quelli più innamorati della natura, sussiste ancora ciò che viene chiamato l'"allemansrätt", il "diritto di ogni uomo": quantomeno di accamparsi sulla terra, naturalmente rispettando la natura. In Italia, invece, come in altri Paesi facili all'avvento delle dittature, perfino chi s'accampa sulla sua terra viene trattato come un criminale.Ma ora vediamo un momento come è nata questa crisi economica così come ogni altra dalla fine della guerra. Esistono persone le quali, referenziandosi l'una con l'altra, ottengono un posto per giunta fisso, a vita, nelle Università, che pure dovrebbero essere ad accesso pubblico.
Dall'alto delle loro cattedre, pur non avendo mai lavorato materialmente in vita loro e pur non essendosi mai mischiate con quella gente "qualunque" ch'eppure fornisce loro da mangiare e star più che bene, pretendono dare ordini, per il tramite dei politici che li raccomandano, su come debbano essere condotte le attività economiche.Economisti che non hanno mai piantato un chiodo, messo un mattone sopra un altro, collegato un filo od un tubo, pescato un pesce, allevato un animale o coltivato un vegetale, economisti che non sono mai usciti dalle loro aule magna magna (1) e studi professionali con l'aria condizionata, pretendono decidere come gli esseri umani, i comuni mortali che invece faticano per vivere, si debbano comportare. Sottoposta alle loro forzature, può l'economia non procedere sempre traballante? Ebbene: che siate di destra o di sinistra, signori economisti, gradite uscire tutti fuori dalle Università ed andare a lavorare. Imparate a procurarvi da soli di che vivere: perché non è più tempo per noi gente comune di portarvi in spalla.
Per far terminare questa crisi economica occorre innanzitutto permettere agli esseri umani (non alle imprese ma agli esseri umani, si capisca la differenza perch'è tanta) di svolgere ogni attività ritengano opportuno senza dover portare sulle loro spalle il peso di questi capoccioni che non hanno mai confrontato direttamente una sola delle loro idee con la realtà. Fuori gli statali dalle Scuole ed Università di proprietà collettiva! Scuole ed Università si liberino della cultura campata in aria, e ciònonostante imposta, degli statali e si aprano finalmente ad una cultura reale e realistica, vissuta in prima persona dai cittadini, quindi ben esperita e tutta da vivere.Per liberarci dalla defaillance economica non occorre altro che:1) liberare gli esseri umani (non le imprese ma gli esseri umani e le loro famiglie, si capisca infine la differenza) dall'oppressione ambientalista;2) liberare gli esseri umani (non le grandi imprese ma gli esseri umani e le loro famiglie, si riesca a distinguere le prime dalle seconde) dal peso degli statali;3) aprire la Funzione Pubblica alla partecipazione dei cittadini, in modo che una fresca cultura possa finalmente diffondervisi ed invece di sciuparvi così tante energie con antidemocratici ed inutili controlli e repressioni sulla popolazione questa possa invece indirizzare alla produzione di utili beni e servizi le attività pubbliche, che così potranno in gran parte sostenersi da sole.Dalla fine della seconda guerra mondiale le crisi economiche sono nate principalmente in conseguenza dei dettami di studiosi che non hanno mai emesso una goccia di sudore da fatica.
Per una economia naturale, che sappia reagire spontaneamente e senza artifizi ai cambiamenti attraverso cui si esprime sempre la realtà, fuori gli immobili ed immobilizzanti statali dalla Funzione Pubblica e dentro i cittadini in una dinamica alternanza, com'è tipico della vita biologica. Dall'autoritarismo permesso dagli statali a politici scollati dalla realtà, si passi all'autorevolezza di un governo che viva in simbiosi con la popolazione. Fuori gli statali, perché permanendo essi ad occupare abusivamente a vita la Funzione Pubblica mai verrà spazzata via quella loro visione artefatta del mondo e mai riusciremo a vivere su questo felici.Infine, per la salvaguardia dell'ambiente, si consideri che qualunque donna ed uomo liberi di vivere sulla propria terra ne divengono automaticamente i più fidati e coinvolti conduttori e custodi. Esattamente il contrario di quegli isterici ambientalisti radical chic che pretendono dettar legge su aree che hanno visto solo riportate sulla carta e che mai si degneranno di visitare.
Gli ambientalisti la smettano di distruggere alla radice l'ancora debole pianta della nostra democrazia. Curino anzi quest'ultima perché il miglior metodo di salvaguardia dell'ambiente.
Danilo D'Antonio, Rosal de la Frontera Huelva, España
sabato 21 agosto 2010
Massimo Scaligero ed altri su: “REINCARNAZIONE E KARMA…”
“Siamo tutti dei reincarnati. In ogni cuore umano pulsano secoli di vita. In ogni nostro simile, che vediamo giornalmente circolare, agire, edsprimere la propria personalità, possiamo ravvisare un reincarnato, un essere che ha già vissuto altre volte sulla Terra. Avviene raramente che qualcuno lo sappia. Molti giungono soltanto a supporlo: si trovano davanti all'idea della Reincarnazione come dinnanzi ad una fascinosa ipotesi, ma non vanno oltre questa. Si arrestano dinnanzi al compito di una verifica. Ma è possibile una verifica? E se è possibile, quale senso ha per l'uomo contemporaneo? E' il tema, o l'idea, che risponde ad una realtà profonda dell'uomo, che il moderno uomo autocosciente ha il dovere e il potere di scoprire, perchè essa si dimostra la chiave di tutti i suoi problemi, da quello psicologico a quello sociale e persino del problema economico”
Massimo Scaligero
Nota mia: porre il problema perentosio della reincarnazione può sembrare un atto effimero o superficiale. E tuttavia buona parte dell'Umanità che si accalca su questa Terra vi crede. Ci sarà una ragione! E' possibile arrivare ad una società terrestre senza la comprensione delle ragioni profonde che hanno motivato certe credenze? NON solo: il cristianesimo ha accettato l'idea della Reincarnazione fin dalla formulazione del suo CREDO, quando dichiara di credere nella "vita eterna". L'eternità della vita non significa che l'uomo dopo morto "sopravvive come anima" in un improbabile empireo sorvegliato dalle indulgenze ottenute versando l'obolo ai preti. Significa che è la VITA ad essere eterna. ( Se le parole hanno un senso). E non a caso proprio durante l'ultimo concilio vaticano si sono premurati, dopo circa 2000 anni di storia. Infatti il Credo si è gradualmente configurato come SINTESI degli elementi principali che costituiscolo la fede cristiana. E d'altronde, tutta la concezione della duplice natura del Cristo porta automaticamente alla concezione della resurrezione, che comporta anche l'accettazione della resurrezione dei corpi ( dopo la fine dei tempi...quindi campa cavallino! ), oltrechè il dogma dell'Assuznione della madonna, in corpo ed anima, in quanto madre di Dio. Theotokos. ( Il martirio di Ipazia è legato proprio ai disordini sociali sviluppati in conseguenze delle guerre di religione collegate alla discussione su queste tesi.)
BOB BRINER: L'organizzazione fondata da Gesù è la migliore che ci sia mai stata.
Vogliamo considerarne la longevità? Duemila anni.
La ricchezza? Al di là di ogni stima.
I numeri? Oltre ogni possibile conteggio.
La devozione dei seguaci? Molti hanno dato la vita per l'Organizzazione. La diffusione? In tutto il mondo, in ogni paese. La diversificazione? Si è integrata con successo in qualsiasi tipo di contesto.
( da: Gesù come Manager. Gli insegnamenti di Gesù per il business di oggi. Oscar Mondadori. )
SAGGEZZA PAGANA E PRE-CRISTIANA: Seneca: “La saggezza consiste nel non compiacersi delle vanità. Raggiunge il culmine della sapienza chi sa di che cosa debba gioire e non pone la propria felicità in potere di altrui.”
Socrate: (citato dal card. Ersilio Tonini su Panorama del 10/11/ 2005 ): “O, caro Pane, e voi tutti che di questo luogo siete Iddii, concedetemi che sia bello io di dentro e che tutto quello che ho di fuori si concordi con quello che ho dentro di me.>
Ermogene, medico di Adriano, gli consigliava di fare 3 chilometri di passeggiata dopo ogni pasto”
Conclusione mia: l'analisi oggettiva di esperienze soggettive ci suggerisce di pensare che NULLA di ciò che costituisce la cultura e le modalità del pensiero di oggi è veramente originale rispetto alla cultura classica.
IMPERATIVI MORALI:
1) Se il sintomo persiste, insultare il medico!
2) Non ti curar di lor, ma guarda i passeri (e le passere.)
Georgius Vitalicus (alias Giorgio Vitali)
Massimo Scaligero
Nota mia: porre il problema perentosio della reincarnazione può sembrare un atto effimero o superficiale. E tuttavia buona parte dell'Umanità che si accalca su questa Terra vi crede. Ci sarà una ragione! E' possibile arrivare ad una società terrestre senza la comprensione delle ragioni profonde che hanno motivato certe credenze? NON solo: il cristianesimo ha accettato l'idea della Reincarnazione fin dalla formulazione del suo CREDO, quando dichiara di credere nella "vita eterna". L'eternità della vita non significa che l'uomo dopo morto "sopravvive come anima" in un improbabile empireo sorvegliato dalle indulgenze ottenute versando l'obolo ai preti. Significa che è la VITA ad essere eterna. ( Se le parole hanno un senso). E non a caso proprio durante l'ultimo concilio vaticano si sono premurati, dopo circa 2000 anni di storia. Infatti il Credo si è gradualmente configurato come SINTESI degli elementi principali che costituiscolo la fede cristiana. E d'altronde, tutta la concezione della duplice natura del Cristo porta automaticamente alla concezione della resurrezione, che comporta anche l'accettazione della resurrezione dei corpi ( dopo la fine dei tempi...quindi campa cavallino! ), oltrechè il dogma dell'Assuznione della madonna, in corpo ed anima, in quanto madre di Dio. Theotokos. ( Il martirio di Ipazia è legato proprio ai disordini sociali sviluppati in conseguenze delle guerre di religione collegate alla discussione su queste tesi.)
BOB BRINER: L'organizzazione fondata da Gesù è la migliore che ci sia mai stata.
Vogliamo considerarne la longevità? Duemila anni.
La ricchezza? Al di là di ogni stima.
I numeri? Oltre ogni possibile conteggio.
La devozione dei seguaci? Molti hanno dato la vita per l'Organizzazione. La diffusione? In tutto il mondo, in ogni paese. La diversificazione? Si è integrata con successo in qualsiasi tipo di contesto.
( da: Gesù come Manager. Gli insegnamenti di Gesù per il business di oggi. Oscar Mondadori. )
SAGGEZZA PAGANA E PRE-CRISTIANA: Seneca: “La saggezza consiste nel non compiacersi delle vanità. Raggiunge il culmine della sapienza chi sa di che cosa debba gioire e non pone la propria felicità in potere di altrui.”
Socrate: (citato dal card. Ersilio Tonini su Panorama del 10/11/ 2005 ): “O, caro Pane, e voi tutti che di questo luogo siete Iddii, concedetemi che sia bello io di dentro e che tutto quello che ho di fuori si concordi con quello che ho dentro di me.>
Ermogene, medico di Adriano, gli consigliava di fare 3 chilometri di passeggiata dopo ogni pasto”
Conclusione mia: l'analisi oggettiva di esperienze soggettive ci suggerisce di pensare che NULLA di ciò che costituisce la cultura e le modalità del pensiero di oggi è veramente originale rispetto alla cultura classica.
IMPERATIVI MORALI:
1) Se il sintomo persiste, insultare il medico!
2) Non ti curar di lor, ma guarda i passeri (e le passere.)
Georgius Vitalicus (alias Giorgio Vitali)
venerdì 20 agosto 2010
Mario Cecchi: “Messaggio ai membri della rete Bioregionale Italiana” – E reiterata proposta d’incontro il 30 e 31 ottobre 2010 a San Severino Marche
Alla rete bioregionale,
dall'epilogo dei fatti risulta evidente che ognuno deve seguire la propria strada. La contraddizione è diventata insanabile, si è arrivati alla rottura definitiva. Perché? Ricerchiamo le cause per curare alla radice l'errore o gli errori per non portarceli dietro affinchè non si ripresentino. Ne parlerò in maniera impersonale perchè il fine non è scoprire chi ha torto o chi ha ragione ma capirne il nesso, il significato per non ripeterlo più. Da parte di chi lo vuol capire. Allora le divergenze teorico-pratiche sulla Dea Madre o sull'animalismo rimangono tali ma non dovrebbero provocare la frattura poichè siamo orientati per uno stesso fine, il bioregionalismo non è identificabile con un integralismo biocentrico ove lo stile di vita e le scelte esistenziali sono uguali per tutti, ma convivono diverse pratiche e diverse teorie che sono proprie della biodiversità sia umana che vegetale che genetica. Ancestrale, ognuno proviene da un proprio archetipo. allora mettere in contrapposizione le nostre teorie, anteporre il nostro punto di vista a quello degli altri è sinonimo di un egocentrismo paradossale in una cultura che si fa portatrice del rispetto dell'altro, del diverso. questa intollernza provoca si una frattura poichè combatte i propri simili come nemici, non come amici nel rispetto reciproco.
Come fare quindi a trattare la contraddizione con metodo in modo da non arrivare alla frattura? Può darsi che sia stato fatto, ma io non lo so poichè ho partecipato talmente poco che non conosco la dinamica ma presento delle modalità che hanno avuto successo nella mia esperienza e spero serviranno a qualcuno. Allora quando si conprende che c'è questa intolleranza tra i caratteri e la contraddizione assume un impronta personalistica occorre interporsi nel conflitto e scaricare la tensione dagli individui per assumersi tutto il gruppo la responsabilità del processo decisionale. Le scelte vanno condivise, quindi convocare una riunione straordinaria da tenersi in cerchio con la regola del bastone della parola per arrivare ad una decisione presa con la regola del consenso. Ecco che da informale ed amicale l'incontro diventa strutturato e impositivo, con la regola appunto, ma la più democratica ed egualitaria possibile.
Tutti siamo equidistanti dal centro, non vi è nessuno che ha più potere, non vi è nessuno che ha più tempo di parola per manipolare il cerchio, ci sarà un guardiano del tempo ed è concesso ad ognuno 5, 6 o 7 minuti, quel che vogliamo. Per sviscerare gli argomenti ed essere tutti consapevoli delle tensioni e delle dinamiche esistenti sarà opportuno che prima vi sia un confronto fra le posizioni estreme configurabili da chi ha chiamato il cerchio applicando la tecnica del counsueling ossia senza incolpare la persona opposta, senza giudicarla e pretendere un comportamento diverso ma facendo capire il proprio bisogno e prefigurando la soluzione. Già attuare questa pratica di comunicazione nonviolenta, di ecologia nella relazione, prefigura la risoluzione del conflitto poichè significa che si è disponibili, aperti al confronto accettando le regole condivise e tutti insieme cercheremo la soluzione (visto che gli artefici della contrapposizione da soli non ci sono riusciti e siamo arrivati al punto di convocare un cerchio che coinvolge tutti).
Di fronte al comportamento reiterato di qualcuno che vuole avere ragione e non ascolta gli altri, non accetta posizioni contrastanti la sua e non accetta la regola del consenso che presuppone che la decisione va avanti anche se qualcuno non è d'accordo, non ostacola la decisione ma si adopera per dimostrare la propria tesi, cosa che viene presa in considerazione dagli altri e viene valorizzata e non bandita, quindi si prefigura una dinamica aperta, non conflittuale ma condivisa, fra minoranza e maggioranza (se così vogliamo chiamarle in un linguaggio retrivo, poichè non avranno mai questo significato in un gruppo affiatato ove esiste la fiducia reciproca). Invece è possibile in un gruppo poco radicato, ove è radicato invece il personalismo, che si arrivi al conflitto deflagrante che provoca la rottura ed impone anche agli altri la scelta da che parte stare, allora le posizioni sono diametralmente opposte e non è possibile nessuna mediazione. E' meglio attuare la separazione (come anche in rapporto di coppia) piuttosto che farsi del male e remare contro uno all'altro arrivando fino all'ingiuria o al denigramento reciproco.
Queste si che sono ferite e fanno male. Non ha importanza se sono una o più persone, ma quando tutto il possibile è stato fatto, la separazione non è un male, anzi è la soluzione migliore per entrambi, i percorsi sono diversi e bisogna accettare che sia così di buon animo, augurandosi il bene reciproco.
Mario Cecchi - C/O carlofilippo.ruzzi@gmail.com
Mia risposta:
Apprezzo molto il tentativo di Mario Cecchi di riportare i membri della Rete Bioregionale verso un dialogo costruttivo. In fondo la differenza è sempre stata considerata ricchezza, viepiù dovrebbe essere per noi che ci diciamo bioregionalisti ed ecologisti profondi. Ritengo che se avessimo il coraggio e la buona volontà di riunirci attorno ad un fuoco per condividere pensieri sensazioni ed esperienze di vita, come spesso è avvenuto in passato, riusciremo ancora una volta a trovare sontonia e sinergia. Ripropongo perciò di incontarci tutti a San Severino Marche, luogo centrale e raggiungibile facilmente sia dal nord che dal sud, nella data che era stata indicata del 30 e 31 ottobre 2010. Sono certo che in un’atmosfera agreste e naturale, in cui poter ancora una volta condividere i valori in cui tutti crediamo, saremo in grado di “ritrovarci”. Inoltre la persona che ospiterebbe l’incontro, Lucilla Pavoni, è equidistante e non “contaminata da forme pensiero precostituite”, essa è allo stesso tempo amica e vicina alla “Espressione Naturale” di Etain Addey e Felice del Seminasogni che alla visione “spiritualista laica” del sottoscritto. Il bioregionalismo comunque, ricordiamolo sempre, non può e non dovrebbe trasformarsi mai in “ideologia”….
Cari saluti, Paolo D’Arpini
Proposta di incontro bioregionale del 30 ne 31 ottobre 2010:http://paolodarpini.blogspot.com/2010/08/rete-bioregionale-italiana-incontro-del.html
dall'epilogo dei fatti risulta evidente che ognuno deve seguire la propria strada. La contraddizione è diventata insanabile, si è arrivati alla rottura definitiva. Perché? Ricerchiamo le cause per curare alla radice l'errore o gli errori per non portarceli dietro affinchè non si ripresentino. Ne parlerò in maniera impersonale perchè il fine non è scoprire chi ha torto o chi ha ragione ma capirne il nesso, il significato per non ripeterlo più. Da parte di chi lo vuol capire. Allora le divergenze teorico-pratiche sulla Dea Madre o sull'animalismo rimangono tali ma non dovrebbero provocare la frattura poichè siamo orientati per uno stesso fine, il bioregionalismo non è identificabile con un integralismo biocentrico ove lo stile di vita e le scelte esistenziali sono uguali per tutti, ma convivono diverse pratiche e diverse teorie che sono proprie della biodiversità sia umana che vegetale che genetica. Ancestrale, ognuno proviene da un proprio archetipo. allora mettere in contrapposizione le nostre teorie, anteporre il nostro punto di vista a quello degli altri è sinonimo di un egocentrismo paradossale in una cultura che si fa portatrice del rispetto dell'altro, del diverso. questa intollernza provoca si una frattura poichè combatte i propri simili come nemici, non come amici nel rispetto reciproco.
Come fare quindi a trattare la contraddizione con metodo in modo da non arrivare alla frattura? Può darsi che sia stato fatto, ma io non lo so poichè ho partecipato talmente poco che non conosco la dinamica ma presento delle modalità che hanno avuto successo nella mia esperienza e spero serviranno a qualcuno. Allora quando si conprende che c'è questa intolleranza tra i caratteri e la contraddizione assume un impronta personalistica occorre interporsi nel conflitto e scaricare la tensione dagli individui per assumersi tutto il gruppo la responsabilità del processo decisionale. Le scelte vanno condivise, quindi convocare una riunione straordinaria da tenersi in cerchio con la regola del bastone della parola per arrivare ad una decisione presa con la regola del consenso. Ecco che da informale ed amicale l'incontro diventa strutturato e impositivo, con la regola appunto, ma la più democratica ed egualitaria possibile.
Tutti siamo equidistanti dal centro, non vi è nessuno che ha più potere, non vi è nessuno che ha più tempo di parola per manipolare il cerchio, ci sarà un guardiano del tempo ed è concesso ad ognuno 5, 6 o 7 minuti, quel che vogliamo. Per sviscerare gli argomenti ed essere tutti consapevoli delle tensioni e delle dinamiche esistenti sarà opportuno che prima vi sia un confronto fra le posizioni estreme configurabili da chi ha chiamato il cerchio applicando la tecnica del counsueling ossia senza incolpare la persona opposta, senza giudicarla e pretendere un comportamento diverso ma facendo capire il proprio bisogno e prefigurando la soluzione. Già attuare questa pratica di comunicazione nonviolenta, di ecologia nella relazione, prefigura la risoluzione del conflitto poichè significa che si è disponibili, aperti al confronto accettando le regole condivise e tutti insieme cercheremo la soluzione (visto che gli artefici della contrapposizione da soli non ci sono riusciti e siamo arrivati al punto di convocare un cerchio che coinvolge tutti).
Di fronte al comportamento reiterato di qualcuno che vuole avere ragione e non ascolta gli altri, non accetta posizioni contrastanti la sua e non accetta la regola del consenso che presuppone che la decisione va avanti anche se qualcuno non è d'accordo, non ostacola la decisione ma si adopera per dimostrare la propria tesi, cosa che viene presa in considerazione dagli altri e viene valorizzata e non bandita, quindi si prefigura una dinamica aperta, non conflittuale ma condivisa, fra minoranza e maggioranza (se così vogliamo chiamarle in un linguaggio retrivo, poichè non avranno mai questo significato in un gruppo affiatato ove esiste la fiducia reciproca). Invece è possibile in un gruppo poco radicato, ove è radicato invece il personalismo, che si arrivi al conflitto deflagrante che provoca la rottura ed impone anche agli altri la scelta da che parte stare, allora le posizioni sono diametralmente opposte e non è possibile nessuna mediazione. E' meglio attuare la separazione (come anche in rapporto di coppia) piuttosto che farsi del male e remare contro uno all'altro arrivando fino all'ingiuria o al denigramento reciproco.
Queste si che sono ferite e fanno male. Non ha importanza se sono una o più persone, ma quando tutto il possibile è stato fatto, la separazione non è un male, anzi è la soluzione migliore per entrambi, i percorsi sono diversi e bisogna accettare che sia così di buon animo, augurandosi il bene reciproco.
Mario Cecchi - C/O carlofilippo.ruzzi@gmail.com
Mia risposta:
Apprezzo molto il tentativo di Mario Cecchi di riportare i membri della Rete Bioregionale verso un dialogo costruttivo. In fondo la differenza è sempre stata considerata ricchezza, viepiù dovrebbe essere per noi che ci diciamo bioregionalisti ed ecologisti profondi. Ritengo che se avessimo il coraggio e la buona volontà di riunirci attorno ad un fuoco per condividere pensieri sensazioni ed esperienze di vita, come spesso è avvenuto in passato, riusciremo ancora una volta a trovare sontonia e sinergia. Ripropongo perciò di incontarci tutti a San Severino Marche, luogo centrale e raggiungibile facilmente sia dal nord che dal sud, nella data che era stata indicata del 30 e 31 ottobre 2010. Sono certo che in un’atmosfera agreste e naturale, in cui poter ancora una volta condividere i valori in cui tutti crediamo, saremo in grado di “ritrovarci”. Inoltre la persona che ospiterebbe l’incontro, Lucilla Pavoni, è equidistante e non “contaminata da forme pensiero precostituite”, essa è allo stesso tempo amica e vicina alla “Espressione Naturale” di Etain Addey e Felice del Seminasogni che alla visione “spiritualista laica” del sottoscritto. Il bioregionalismo comunque, ricordiamolo sempre, non può e non dovrebbe trasformarsi mai in “ideologia”….
Cari saluti, Paolo D’Arpini
Proposta di incontro bioregionale del 30 ne 31 ottobre 2010:http://paolodarpini.blogspot.com/2010/08/rete-bioregionale-italiana-incontro-del.html
giovedì 19 agosto 2010
Capri e la cucina “quasi vegetariana” dalle mille delizie e dai mille colori: giallo rosso, verde…
Sulle origini della cucina tipica caprese molto è già stato scritto. Rivoli d’inchiostro asciugato ormai dal sole. I fatti attuali ci dicono che a partire dalla notte dei tempi, è la romantica e suggestiva bellezza di quest' isola a dare sapore e colore alla sua cucina. E’ la magica ed incantata visione dei Faraglioni, ad equilibrare il dosaggio della più invitante insalata partenopea, così come la vista che sia ha sulla celebre Via Krupp, a garantire il ripieno giusto dei conosciutissimi ravioli ripieni. Nella fresca, saporita e semplice cucina caprese, da sempre convivono insieme passato e presente, si parla di una vera e propria cultura gastronomica, che ha fatto della semplicità il suo punto predominante. Quella semplicità che naturalmente non è semplice realizzare.
Tra i tanti piatti conosciuti ed apprezzati i ravioli alla Caprese, questi ravioli ripieni di ricotta grattugiata, sono il simbolo di tutta l’isola. Li apprezzò e decantò D’Annunzio nel 1909, visitando l’ isola, così come nel 1922 l’attuale Sindaco e scrittore Edwin Cerio, li scelse per onorare la cena ufficiale durante un convegno sulla tutela ed il paesaggio di Capri.
Nel 1953 nel film il disprezzo, interpretato da Brigitte Bardot e diritto dal regista Jean Luc Godard, che durante le riprese del film, imparò ad amare i totani, che odoravano di mare, cotti con le patate. Ed ancora... l'insalata caprese. La gloria di questo semplice piatto deriva dalla fantasia di un caprese e più tardi nel anni 50 si deve la celebrità grazie a Re Farouk, che al rientro nel pomeriggio dalla spiaggia di Marina Piccola, chiese un qualcosa di leggero e sfizioso: gli fu servito un panino caldo, ripieno di insalata caprese insaporita all’origano. E per finire non può mancare a fine pasto, la mitica torta Caprese, nata all’inizio degli anni 30 da due signorine austriache, eredi del pittore August Weber, approdato a Capri come naufrago con una piccola imbarcazione a remi.
Capri poi si tinge di giallo dalla primavera all’autunno, con le sue torte, liquori, babà, gelati, granite, e giardini odorosi, impera il colore intenso del suo limone rugoso, che sembra abbia origini esotiche. A partire dagli anni cinquanta, nelle case capresi nessuno osa sprecare il succo fragrante di questo limone e neppure la sua buccia. La grintosa pelle tagliata a striscioline fini è divenuta l’anima del limoncello, del liquore casalingo composto da una sapiente miscela di acqua e zucchero, con un’infusione di alcol e bucce di limone lasciate macerare per circa 24 ore. Un liquore definito digestivo, ed afrodisiaco con i suoi 32 gradi alcolici.
Rita De Angelis
Tra i tanti piatti conosciuti ed apprezzati i ravioli alla Caprese, questi ravioli ripieni di ricotta grattugiata, sono il simbolo di tutta l’isola. Li apprezzò e decantò D’Annunzio nel 1909, visitando l’ isola, così come nel 1922 l’attuale Sindaco e scrittore Edwin Cerio, li scelse per onorare la cena ufficiale durante un convegno sulla tutela ed il paesaggio di Capri.
Nel 1953 nel film il disprezzo, interpretato da Brigitte Bardot e diritto dal regista Jean Luc Godard, che durante le riprese del film, imparò ad amare i totani, che odoravano di mare, cotti con le patate. Ed ancora... l'insalata caprese. La gloria di questo semplice piatto deriva dalla fantasia di un caprese e più tardi nel anni 50 si deve la celebrità grazie a Re Farouk, che al rientro nel pomeriggio dalla spiaggia di Marina Piccola, chiese un qualcosa di leggero e sfizioso: gli fu servito un panino caldo, ripieno di insalata caprese insaporita all’origano. E per finire non può mancare a fine pasto, la mitica torta Caprese, nata all’inizio degli anni 30 da due signorine austriache, eredi del pittore August Weber, approdato a Capri come naufrago con una piccola imbarcazione a remi.
Capri poi si tinge di giallo dalla primavera all’autunno, con le sue torte, liquori, babà, gelati, granite, e giardini odorosi, impera il colore intenso del suo limone rugoso, che sembra abbia origini esotiche. A partire dagli anni cinquanta, nelle case capresi nessuno osa sprecare il succo fragrante di questo limone e neppure la sua buccia. La grintosa pelle tagliata a striscioline fini è divenuta l’anima del limoncello, del liquore casalingo composto da una sapiente miscela di acqua e zucchero, con un’infusione di alcol e bucce di limone lasciate macerare per circa 24 ore. Un liquore definito digestivo, ed afrodisiaco con i suoi 32 gradi alcolici.
Rita De Angelis
mercoledì 18 agosto 2010
Sir Ian Gilmore: "Depenalizzare l'uso di stupefacenti il prima possibile..."
*LONDRA - Il consumo di stupefacenti per uso personale va depenalizzato *il prima possibile: questa l'opinione di uno dei medici più in vista della Gran Bretagna. Sir Ian Gilmore, presidente uscente del prestigioso Royal College of Physicians, ha dichiarato che le leggi vanno riviste perché «la criminalizzazione non è stata un successo» ma ha solo incoraggiato la criminalità associata al traffico di droga. «Chiunque abbia studiato la questione con serietà e a lungo arriva alla conclusione che il proibizionismo non è stato un successo, - ha detto Gilmore. -- Bisogna ripensarci. Il Governo deve accettare la realtà e arrivare a una seria revisione delle leggi in materia».
###I governi hanno da imparare ad occuparsi della res publica lasciando in pace la res privata fintantoché non saranno chiari i giusti rapporti che devono intercorrere tra pubblico e privato vi saranno sempre problemii docenti universitari umanisti e gli statali in genere sono responsabili per non aver mai nemmeno affrontato la ricerca di un corretto rapporto tra pubblico e privato perché ciò avrebbe reso chiaro che ciò che è pubblico va condiviso, la funzione pubblica innanzitutto e così non è stato nemmeno affermato l'altro principio della democrazia che dice che la res privata va rispettatafinché vi saranno statali non vi sarà giustizia nè pace sulla Terravia gli statali dalla funzione pubblica, largo ai cittadini a rotazione.
Danilo D'Antonio, della lista European Consumers
###I governi hanno da imparare ad occuparsi della res publica lasciando in pace la res privata fintantoché non saranno chiari i giusti rapporti che devono intercorrere tra pubblico e privato vi saranno sempre problemii docenti universitari umanisti e gli statali in genere sono responsabili per non aver mai nemmeno affrontato la ricerca di un corretto rapporto tra pubblico e privato perché ciò avrebbe reso chiaro che ciò che è pubblico va condiviso, la funzione pubblica innanzitutto e così non è stato nemmeno affermato l'altro principio della democrazia che dice che la res privata va rispettatafinché vi saranno statali non vi sarà giustizia nè pace sulla Terravia gli statali dalla funzione pubblica, largo ai cittadini a rotazione.
Danilo D'Antonio, della lista European Consumers
martedì 17 agosto 2010
Castignano, i templari gonfiati e Claudio Martinotti Doria che scrive...
I numeri sottostanti fanno impressione, ma mi riferisco all'organizzazione dell'evento, non ai fruitori, che in proporzione mi sembrano pochi, il rapporto è 1 a 10, un organizzatore che richiama 10 turisti-fruitori, considerando i costi elevati che deve avere avuto l'evento, non è certo considerabile un successo. Evito di commentare il fatto che hanno chiamato il conduttore di Kazzenger per parlare di Templari, che sarebbe come chiamare Bondi per parlare di poesia, mentre i poeti veri si lasciano morire di stenti e poi quando superano gli ottant'anni o stanno per morire, com'è (per altro rara) consuetudine in Italia si applica la Legge Bacchelli, gli si riconosce un vitalizio di stato per meriti artistici ...
Rammento che ai Tempi del GAL del Basso Monferrato ed anche come Gevam, quando abbiamo collaborato con le prime edizioni a Conzano (Monferrato) della Fiera degli Antichi Mestieri, in un solo fine settimana l'affluenza di pubblico era tra le 25 mila e le 35 mila unità, l'apporto organizzativo era minimo (poche decine di volontari) ed anche i costi. Evito di fare le debite proporzioni con l'evento sotto descritto, per evitare umiliazioni ... la differenza è solo mediatica, di risonanza, di comunicazione.
Oggi si segue troppo il filo delle mode, con superficialità ed approssimazione, un modo insipiente di riproporre gli argomenti, le modalità, i ritmi e gli eccessi televisivi anche nelle piccole realtà locali, tanto per far spettacolo con l'alibi della cultura. Alla fine cosa rimane in chi partecipa a questi eventi? Una foto del conduttore di Kazzenger?
L'unico elemento positivo è il fatto che per alcune serate, qualche compagnia (teatrali, spettacolo di strada, storico rievocative, musica medievale, ecc.) veramente capace ha trovato ingaggio, perché nel nostro paradossale paese non basta il talento, lo studio e le competenze, per essere apprezzati ..., ciao a tutti
Claudio Martinotti Doria
................
16-19 agosto: il sogno dei Templari rivive a Castignano
Fonte: Il Quotidiano, della provincia di Ascoli Piceno http://www.ilquotidiano.it/
Castignano La storia dei Templari raccontata da Roberto Giacobbo.
di Redazione
Templaria Festival
Uno spaccato di vita medievale con teatro, musica, mostre, cultura, ma anche banchetti, taverne con cucina tipica medievale, botteghe d'artigiani: tutto questo è Templaria Festival, che animerà il centro storico di Castignano dal 16 al 19 agosto.
Una delle manifestazioni storico-artistiche più suggestive della regione Marche che ogni anno richiama a Castignano migliaia di turisti. I numeri sono impressionanti: 10 mila presenze nell'arco delle 4 serate, 760 persone coinvolte nella manifestazione, di cui circa 150 artisti provenienti da tutta Italia divisi in 20 compagnie teatrali, cui si aggiungono 600 volontari locali, che sin dalla prima edizione rappresentano il cuore e l'anima della manifestazione.
Ampio spazio è dedicato alle ricostruzioni degli antichi mestieri, dalla battitura del grano alla fabbricazione della carta, alla lavorazione del sapone. Davanti al loro accampamento i cavalieri templari della "Scuola d'Armi Fortebraccio veregrense" tentano di arruolare qualche visitatore da inviare in Terrasanta al seguito della crociata, l' "Emporium Athestinum" mostra invece come si svolgeva un mercato medievale padovano. Mentre risuonano nell'aria brani medievali composti dalla Compagnia della Rosa che ripropone canti originali dell'antico evo, la "Canavisium Moyen Age" ripropone liriche, danze e arie sulla via Francigena, con riferimento ai trovatori e trovieri ospiti della corte del Barone del Monferrato. Molto apprezzati si rivelano anche gli spettacoli ludici dei "Frati della Confraternita di Frà Diavolo", e delle compagnie "Armedieval" e "Giullari dell'Allegra Brigata" che, attraverso spettacoli giocoleria estrema e musica medievale, ghermiscono il passante che diventa attore.
Numerosi figuranti locali si esibiscono in improvvisazioni da teatro di strada, come gli "Sputafuoco", i "Monaci guerrieri" che tentano di ritrovare la retta via per raggiungere la Terrasanta. Canti, trampoli, fuoco, storie di santi e templari narrate in chiave allegorica e comico-giullaresca riempiono le piazze e le caratteristiche strade illuminate da fiaccole e luci colorate, mentre nell'aria si spande il profumo delle taverne, che offrono degustazioni di piatti caratteristici medievali. Danzatrici misteriose si muovono a ritmo di musica, proiettando il pubblico in una irripetibile atmosfera di magia e di ignoto.
Martedì 17 agosto, sempre a Piazza San Pietro, è la volta della compagnia teatrale dei Folli che debutterà con un nuovo spettacolo "Il Cavaliere", ideato e realizzato appositamente per Templaria Festival. Lo spettacolo propone le peripezie di un cavaliere mettendo in scena furiosi combattimenti con sanguinari briganti e sortilegi di malefiche streghe. Ancora il 18 e 19 agosto la compagnia Atmo si esibirà nello spettacolo "L'attesa", allegoria della speranza e della forza della vita.
Come per le edizioni precedenti gli spettatori potranno visitare la Cripta dell'Addolorata, con i dipinti di Carlo Crivelli e Vincenzo Pagani (XV° - XVI° sec.), la monumentale chiesa di San Pietro, con gli affreschi trecenteschi del Giudizio Universale e con il prezioso Reliquiario della Vera Croce, donata a Castignano nel 1289 da papa Nicolò IV, oltre al Museo delle Icone Russe, unico nel suo genere in tutto il centro Italia, con reliquie datate tra il XIII e il XIX secolo.
Gli appassionati del Medioevo potranno apprezzare l'importante opera "Processus Contra Templarios", edita dall'Archivio Segreto Vaticano in edizione limitata, che riproduce fedelmente i verbali degli interrogatori cui furono sottoposti i Templari dall'Inquisizione romana prima che l'ordine venisse sciolto, nel 1314. Si tratta di una pubblicazione davvero prestigiosa, a tiratura limitata, in tutto il mondo ne esistono soltanto 799 esemplari, che presenta la trascrizione integrale degli atti del processo, corredati, per la prima volta, da un apparato critico e impreziositi dalla ristampa dei sigilli in cera rossa dei cardinali inquisitori.
Quest'anno per la prima volta Templaria Festival ha ottenuto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e gli apprezzamenti, con lettera autografa, di Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana.
Info mail: info@templaria.it .
Rammento che ai Tempi del GAL del Basso Monferrato ed anche come Gevam, quando abbiamo collaborato con le prime edizioni a Conzano (Monferrato) della Fiera degli Antichi Mestieri, in un solo fine settimana l'affluenza di pubblico era tra le 25 mila e le 35 mila unità, l'apporto organizzativo era minimo (poche decine di volontari) ed anche i costi. Evito di fare le debite proporzioni con l'evento sotto descritto, per evitare umiliazioni ... la differenza è solo mediatica, di risonanza, di comunicazione.
Oggi si segue troppo il filo delle mode, con superficialità ed approssimazione, un modo insipiente di riproporre gli argomenti, le modalità, i ritmi e gli eccessi televisivi anche nelle piccole realtà locali, tanto per far spettacolo con l'alibi della cultura. Alla fine cosa rimane in chi partecipa a questi eventi? Una foto del conduttore di Kazzenger?
L'unico elemento positivo è il fatto che per alcune serate, qualche compagnia (teatrali, spettacolo di strada, storico rievocative, musica medievale, ecc.) veramente capace ha trovato ingaggio, perché nel nostro paradossale paese non basta il talento, lo studio e le competenze, per essere apprezzati ..., ciao a tutti
Claudio Martinotti Doria
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16-19 agosto: il sogno dei Templari rivive a Castignano
Fonte: Il Quotidiano, della provincia di Ascoli Piceno http://www.ilquotidiano.it/
Castignano La storia dei Templari raccontata da Roberto Giacobbo.
di Redazione
Templaria Festival
Uno spaccato di vita medievale con teatro, musica, mostre, cultura, ma anche banchetti, taverne con cucina tipica medievale, botteghe d'artigiani: tutto questo è Templaria Festival, che animerà il centro storico di Castignano dal 16 al 19 agosto.
Una delle manifestazioni storico-artistiche più suggestive della regione Marche che ogni anno richiama a Castignano migliaia di turisti. I numeri sono impressionanti: 10 mila presenze nell'arco delle 4 serate, 760 persone coinvolte nella manifestazione, di cui circa 150 artisti provenienti da tutta Italia divisi in 20 compagnie teatrali, cui si aggiungono 600 volontari locali, che sin dalla prima edizione rappresentano il cuore e l'anima della manifestazione.
Ampio spazio è dedicato alle ricostruzioni degli antichi mestieri, dalla battitura del grano alla fabbricazione della carta, alla lavorazione del sapone. Davanti al loro accampamento i cavalieri templari della "Scuola d'Armi Fortebraccio veregrense" tentano di arruolare qualche visitatore da inviare in Terrasanta al seguito della crociata, l' "Emporium Athestinum" mostra invece come si svolgeva un mercato medievale padovano. Mentre risuonano nell'aria brani medievali composti dalla Compagnia della Rosa che ripropone canti originali dell'antico evo, la "Canavisium Moyen Age" ripropone liriche, danze e arie sulla via Francigena, con riferimento ai trovatori e trovieri ospiti della corte del Barone del Monferrato. Molto apprezzati si rivelano anche gli spettacoli ludici dei "Frati della Confraternita di Frà Diavolo", e delle compagnie "Armedieval" e "Giullari dell'Allegra Brigata" che, attraverso spettacoli giocoleria estrema e musica medievale, ghermiscono il passante che diventa attore.
Numerosi figuranti locali si esibiscono in improvvisazioni da teatro di strada, come gli "Sputafuoco", i "Monaci guerrieri" che tentano di ritrovare la retta via per raggiungere la Terrasanta. Canti, trampoli, fuoco, storie di santi e templari narrate in chiave allegorica e comico-giullaresca riempiono le piazze e le caratteristiche strade illuminate da fiaccole e luci colorate, mentre nell'aria si spande il profumo delle taverne, che offrono degustazioni di piatti caratteristici medievali. Danzatrici misteriose si muovono a ritmo di musica, proiettando il pubblico in una irripetibile atmosfera di magia e di ignoto.
Martedì 17 agosto, sempre a Piazza San Pietro, è la volta della compagnia teatrale dei Folli che debutterà con un nuovo spettacolo "Il Cavaliere", ideato e realizzato appositamente per Templaria Festival. Lo spettacolo propone le peripezie di un cavaliere mettendo in scena furiosi combattimenti con sanguinari briganti e sortilegi di malefiche streghe. Ancora il 18 e 19 agosto la compagnia Atmo si esibirà nello spettacolo "L'attesa", allegoria della speranza e della forza della vita.
Come per le edizioni precedenti gli spettatori potranno visitare la Cripta dell'Addolorata, con i dipinti di Carlo Crivelli e Vincenzo Pagani (XV° - XVI° sec.), la monumentale chiesa di San Pietro, con gli affreschi trecenteschi del Giudizio Universale e con il prezioso Reliquiario della Vera Croce, donata a Castignano nel 1289 da papa Nicolò IV, oltre al Museo delle Icone Russe, unico nel suo genere in tutto il centro Italia, con reliquie datate tra il XIII e il XIX secolo.
Gli appassionati del Medioevo potranno apprezzare l'importante opera "Processus Contra Templarios", edita dall'Archivio Segreto Vaticano in edizione limitata, che riproduce fedelmente i verbali degli interrogatori cui furono sottoposti i Templari dall'Inquisizione romana prima che l'ordine venisse sciolto, nel 1314. Si tratta di una pubblicazione davvero prestigiosa, a tiratura limitata, in tutto il mondo ne esistono soltanto 799 esemplari, che presenta la trascrizione integrale degli atti del processo, corredati, per la prima volta, da un apparato critico e impreziositi dalla ristampa dei sigilli in cera rossa dei cardinali inquisitori.
Quest'anno per la prima volta Templaria Festival ha ottenuto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e gli apprezzamenti, con lettera autografa, di Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana.
Info mail: info@templaria.it .
lunedì 16 agosto 2010
Programmi ecologisti ed iniziative Shangri Là della settimana post ferragostana 2010
Si comunica che la gita prevista per il 12 agosto, a causa del mal tempo, è stata rinviata a GIOVEDI' 19 AGOSTO 2010 con lo stesso identico programma :
I PILASTRI DELLA VITA 19 agosto 2010 passeggiata giornaliera alla scoperta degli alberi
Affascinante viaggio nel regno degli alberi, attraverso il loro aspetto fisico, per distinguerli uno dall'altro, analizzando la loro interrelazione con la biosfera ma, per percepire l'essere spirituale che dimora in ciascuna specie. Scopriremo gli alberi nelle loro proprietà terapeutiche perchè fin dal passato gli alberi sono state le colonne del cielo e in essi è conservata la saggezza. Conosceremo l'essenza degli alberi anche attraverso degustazioni, aromi, sensazioni tattili ed esercitazioni sul campo.
Ritrovo : Alpe Giumello ore 9.30
Costo : 5 euro
Iscrizione obbligatoria : Associazione SHANGRI LA' onlus - tel. 339.5060238
SI CONFERMANO GLI ALTRI EVENTI :
UN ANTICO PROVERBIO INDIANO
17 agosto 2010 passeggiata giornaliera alla scoperta delle strategie di sopravvivenza
Un viaggio attraverso le mille strategie e difese, messe in atto nel mondo della natura, per scoprire come gli esseri viventi si siano organizzati nella dura lotta per la sopravvivenza. Il percorso, in parte pianeggiante e a tratti in salita, raggiunge l'alpe del Diavolo, con meravigliosi panorami. PRANZO AL SACCO
Ritrovo : Introbio piazza Carabinieri ore 9
Costo : 5 euro
Iscrizione obbligatoria : Associazione SHANGRI LA' onlus - tel. 339.5060238
STREGATI DALLA LUNA
20 agosto 2010 serata alla scoperta della luna
Una lampada magica che si accende nella notte, ballerina che ruota attorno alla Terra, la forza misteriosa della luna piena, le fasi lunari, le eclissi, come orientarsi, come prevedere il tempo atmosferico, le maree, la saggezza delle tradizioni popolari. In armonia con la luna scopriamo il magico momento per iniziare ogni cosa.
Ritrovo: Primaluna - parcheggio supermercato ore 21.30
Costo : 5 euro
Iscrizione obbligatoria : Associazione SHANGRI LA' onlus - tel. 339.5060238
L'ACCHIAPPASOGNI 21 agosto 2010 laboratorio creativo pomeridiano per bambini
L'acchiappasogni, magico oggetto usato dai pellerossa, coinvolgerà i bambini in una creazione manuale, sviluppando la loro fantasia e creatività attraverso il sogno e le credenze di questo antico popolo. L'associazione Shangri Là fornirà ad ogni bambino il materiale necessario affinchè ognuno possa portarsi a casa il proprio acchiappasogni.
Ritrovo : Pasturo ore 15 presso scuola elementare
Costo : 5 euro
Iscrizione obbligatoria : Associazione SHANGRI LA' onlus - tel. 339.5060238
e-mail : shilar@shangrilaonlus.it
sito web : www.shangrilaonlus.it
I PILASTRI DELLA VITA 19 agosto 2010 passeggiata giornaliera alla scoperta degli alberi
Affascinante viaggio nel regno degli alberi, attraverso il loro aspetto fisico, per distinguerli uno dall'altro, analizzando la loro interrelazione con la biosfera ma, per percepire l'essere spirituale che dimora in ciascuna specie. Scopriremo gli alberi nelle loro proprietà terapeutiche perchè fin dal passato gli alberi sono state le colonne del cielo e in essi è conservata la saggezza. Conosceremo l'essenza degli alberi anche attraverso degustazioni, aromi, sensazioni tattili ed esercitazioni sul campo.
Ritrovo : Alpe Giumello ore 9.30
Costo : 5 euro
Iscrizione obbligatoria : Associazione SHANGRI LA' onlus - tel. 339.5060238
SI CONFERMANO GLI ALTRI EVENTI :
UN ANTICO PROVERBIO INDIANO
17 agosto 2010 passeggiata giornaliera alla scoperta delle strategie di sopravvivenza
Un viaggio attraverso le mille strategie e difese, messe in atto nel mondo della natura, per scoprire come gli esseri viventi si siano organizzati nella dura lotta per la sopravvivenza. Il percorso, in parte pianeggiante e a tratti in salita, raggiunge l'alpe del Diavolo, con meravigliosi panorami. PRANZO AL SACCO
Ritrovo : Introbio piazza Carabinieri ore 9
Costo : 5 euro
Iscrizione obbligatoria : Associazione SHANGRI LA' onlus - tel. 339.5060238
STREGATI DALLA LUNA
20 agosto 2010 serata alla scoperta della luna
Una lampada magica che si accende nella notte, ballerina che ruota attorno alla Terra, la forza misteriosa della luna piena, le fasi lunari, le eclissi, come orientarsi, come prevedere il tempo atmosferico, le maree, la saggezza delle tradizioni popolari. In armonia con la luna scopriamo il magico momento per iniziare ogni cosa.
Ritrovo: Primaluna - parcheggio supermercato ore 21.30
Costo : 5 euro
Iscrizione obbligatoria : Associazione SHANGRI LA' onlus - tel. 339.5060238
L'ACCHIAPPASOGNI 21 agosto 2010 laboratorio creativo pomeridiano per bambini
L'acchiappasogni, magico oggetto usato dai pellerossa, coinvolgerà i bambini in una creazione manuale, sviluppando la loro fantasia e creatività attraverso il sogno e le credenze di questo antico popolo. L'associazione Shangri Là fornirà ad ogni bambino il materiale necessario affinchè ognuno possa portarsi a casa il proprio acchiappasogni.
Ritrovo : Pasturo ore 15 presso scuola elementare
Costo : 5 euro
Iscrizione obbligatoria : Associazione SHANGRI LA' onlus - tel. 339.5060238
e-mail : shilar@shangrilaonlus.it
sito web : www.shangrilaonlus.it
domenica 15 agosto 2010
Ecologia profonda applicata: “La regola delle tre appartenenze..” di Benito Castorina
Ho trovato un foglio (anziché una foglia) nel bosco con il seguente scritto:
appartengo alla razza umana;
appartengo al mondo in quanto il mondo non finisce con la mia fine;
il mondo mi appartiene se riconosco che non esiste l’altro, ma una diversa condizione di me stesso, ergo, il mondo finisce con la mia fine.
…il prossimo mio, tuo, suo, nostro… non esiste, è soltanto un me stesso (e viceversa) che attiva pregi, difetti e quant’altro io non ho attivato, quindi io c’ero e ci sarò.
Tra gli oltre 2500 testi sui vangeli viene omesso che Dio si accorse dei limiti della materia e avrebbe potuto così come l’aveva creata, per errore, distruggerla,
ma un simile atto comportava il rischio di un’azione a ripetere, che poteva essere evitata solo col superamento della materia raggiungibile solo col superamento di ogni forma di egoismo: il migliore essere umano con la respirazione veicola e/o uccide i suoi antenati (i microorganismi), la materia non è sufficiente a soddisfare tutti gli esseri umani, non c’è materia che possa soddisfare gli esseri umani.
Dio creò l’umanità per realizzare il progetto di ritorno allo stato immateriale, ma quegli esseri si attaccarono alla materia in maniera morbosa ed ebbero ed hanno paura della morte fisica.
Così venne per dividerli in modo che poi si ricomponessero in modo diverso, con una diversa visione della vita, verso il passo finale: il superamento della materia.
Ci ha dato i sogni in cui noi agiamo senza limiti di tempo e in assenza di materia e ci ha costretti a sognare: se non dormiamo la materia cambia condizione, inanimata si decompone e si unisce all’altra materia inanimata, ma energeticamente attiva come tutta la materia esistente.
Quindi durante il riposo abbiamo una esperienza dello stato immateriale, non ci possiamo far del male e non possiamo far del male, ma possiamo sperimentare infinite emozioni.
Benito Castorina
appartengo alla razza umana;
appartengo al mondo in quanto il mondo non finisce con la mia fine;
il mondo mi appartiene se riconosco che non esiste l’altro, ma una diversa condizione di me stesso, ergo, il mondo finisce con la mia fine.
…il prossimo mio, tuo, suo, nostro… non esiste, è soltanto un me stesso (e viceversa) che attiva pregi, difetti e quant’altro io non ho attivato, quindi io c’ero e ci sarò.
Tra gli oltre 2500 testi sui vangeli viene omesso che Dio si accorse dei limiti della materia e avrebbe potuto così come l’aveva creata, per errore, distruggerla,
ma un simile atto comportava il rischio di un’azione a ripetere, che poteva essere evitata solo col superamento della materia raggiungibile solo col superamento di ogni forma di egoismo: il migliore essere umano con la respirazione veicola e/o uccide i suoi antenati (i microorganismi), la materia non è sufficiente a soddisfare tutti gli esseri umani, non c’è materia che possa soddisfare gli esseri umani.
Dio creò l’umanità per realizzare il progetto di ritorno allo stato immateriale, ma quegli esseri si attaccarono alla materia in maniera morbosa ed ebbero ed hanno paura della morte fisica.
Così venne per dividerli in modo che poi si ricomponessero in modo diverso, con una diversa visione della vita, verso il passo finale: il superamento della materia.
Ci ha dato i sogni in cui noi agiamo senza limiti di tempo e in assenza di materia e ci ha costretti a sognare: se non dormiamo la materia cambia condizione, inanimata si decompone e si unisce all’altra materia inanimata, ma energeticamente attiva come tutta la materia esistente.
Quindi durante il riposo abbiamo una esperienza dello stato immateriale, non ci possiamo far del male e non possiamo far del male, ma possiamo sperimentare infinite emozioni.
Benito Castorina
venerdì 13 agosto 2010
Ecologia mentale: “Restare nel Centro.. con discriminazione e consapevolezza”
"La nostra vita non è separata dalla Vita. La nostra esistenza individuale è parte dell’Esistenza totale, inscindibilmente connesse, inseparabili..." (Saul Arpino)
C’è nell’induismo una bellissima immagine che raffigura il Creatore, Brahma, attaccato con un cordone ombelicale a Vishnu. Vishnu in questo caso raffigura l’Uno da cui tutto procede e non soltanto il Conservatore. Ed anche noi siamo collegati all’ombelico del cosmo, poiché siamo un’espressione vitale dell’interezza della vita, dipendenti dalla Sorgente.
In una forma di meditazione zen ci si concentra sull’ombelico, hara in giapponese, che viene considerato il punto d’incontro dell’energia vitale, ki. Nel Tantra quel punto corrisponde al chakra in cui brucia il fuoco eterno, Manipura (plesso solare). Secondo altre scuole la base di collegamento con l’infinito, di cui siamo la manifestazione, è indicato in altre aree o chakra: nella base della colonna spinale, nel cuore, nella ghiandola pineale o sulla sommità della testa (la fontanella).
Poco importa la sua ipotetica “ubicazione” –che è solo una convenienza descrittiva in quanto come può essere “ubicato” quello che tutto contiene?- ciò che conta è che sicuramente per ognuno di noi esiste un “Centro”, una radice che nutre il nostro essere. Possiamo non esserne consapevoli ma il “Centro” esiste e si esprime in forma di Coscienza.
Secondo Abraham Maslow “l’attuazione di sé” significa divenire consapevoli di questo “Centro”.
Vivere lontano dal proprio “Centro”, che è il ponte che unisce la nostra esistenza individuale con quella Universale, corrisponde al sentirsi separati, “gettati su questo mondo” –usando le parole di Sartre. Ovvero ritenersi estranei e privi di radici con l’esistenza. Da ciò deriva una condizione di perenne inquietudine, che cerchiamo di soddisfare con i desideri e le scelte, ma il risultato é solo frustrazione, paura, incertezza e lotta… ed è una lotta che conosce solo sconfitta! Infatti come ci si può ribellare o tentare di modificare la vita quando noi stessi siamo una sua emanazione?
Perciò, nella spiritualità laica, la realizzazione, l’integrità, la “santità” (se preferite questo termine) consiste nel risiedere nel proprio “Centro”. Nel lasciarsi andare in profondità sino alle radici dell’Io.
E’ difficile? Sembra impossibile?
In verità è la cosa più semplice di questo mondo, poiché –come affermava Ramana Maharshi- non possiamo fare a meno di essere quel che già siamo, basta divenirne consapevoli: “Scendete alle radici stesse dell’io. Sperimentate ciò che siete nel profondo”.
“Qualsiasi cosa è stata oggetto di esperienza, ed accettata, può essere anche trascesa; qualsiasi cosa venga repressa, e non accettata, non potrà mai essere trascesa” (Osho)
“La gioia consapevole nel mondo è la stessa dell’estasi nel Samadhi (assorbimento trascendente nel Sé)” (Shivasutra)
“Io ed il Padre mio siamo Uno…” (Gesù)
Paolo D'Arpini
C’è nell’induismo una bellissima immagine che raffigura il Creatore, Brahma, attaccato con un cordone ombelicale a Vishnu. Vishnu in questo caso raffigura l’Uno da cui tutto procede e non soltanto il Conservatore. Ed anche noi siamo collegati all’ombelico del cosmo, poiché siamo un’espressione vitale dell’interezza della vita, dipendenti dalla Sorgente.
In una forma di meditazione zen ci si concentra sull’ombelico, hara in giapponese, che viene considerato il punto d’incontro dell’energia vitale, ki. Nel Tantra quel punto corrisponde al chakra in cui brucia il fuoco eterno, Manipura (plesso solare). Secondo altre scuole la base di collegamento con l’infinito, di cui siamo la manifestazione, è indicato in altre aree o chakra: nella base della colonna spinale, nel cuore, nella ghiandola pineale o sulla sommità della testa (la fontanella).
Poco importa la sua ipotetica “ubicazione” –che è solo una convenienza descrittiva in quanto come può essere “ubicato” quello che tutto contiene?- ciò che conta è che sicuramente per ognuno di noi esiste un “Centro”, una radice che nutre il nostro essere. Possiamo non esserne consapevoli ma il “Centro” esiste e si esprime in forma di Coscienza.
Secondo Abraham Maslow “l’attuazione di sé” significa divenire consapevoli di questo “Centro”.
Vivere lontano dal proprio “Centro”, che è il ponte che unisce la nostra esistenza individuale con quella Universale, corrisponde al sentirsi separati, “gettati su questo mondo” –usando le parole di Sartre. Ovvero ritenersi estranei e privi di radici con l’esistenza. Da ciò deriva una condizione di perenne inquietudine, che cerchiamo di soddisfare con i desideri e le scelte, ma il risultato é solo frustrazione, paura, incertezza e lotta… ed è una lotta che conosce solo sconfitta! Infatti come ci si può ribellare o tentare di modificare la vita quando noi stessi siamo una sua emanazione?
Perciò, nella spiritualità laica, la realizzazione, l’integrità, la “santità” (se preferite questo termine) consiste nel risiedere nel proprio “Centro”. Nel lasciarsi andare in profondità sino alle radici dell’Io.
E’ difficile? Sembra impossibile?
In verità è la cosa più semplice di questo mondo, poiché –come affermava Ramana Maharshi- non possiamo fare a meno di essere quel che già siamo, basta divenirne consapevoli: “Scendete alle radici stesse dell’io. Sperimentate ciò che siete nel profondo”.
“Qualsiasi cosa è stata oggetto di esperienza, ed accettata, può essere anche trascesa; qualsiasi cosa venga repressa, e non accettata, non potrà mai essere trascesa” (Osho)
“La gioia consapevole nel mondo è la stessa dell’estasi nel Samadhi (assorbimento trascendente nel Sé)” (Shivasutra)
“Io ed il Padre mio siamo Uno…” (Gesù)
Paolo D'Arpini
giovedì 12 agosto 2010
Viterbo: “Respirare al Bullicame, si può…?” - Pozze calde chiuse al pubblico e silenzio comunale..
A distanza di mesi dalla prima segnalazione effettuata in maggio dai partecipanti al percorso di formazione nonviolenta presso il centro sociale "Valle Faul", il Comune di Viterbo ancora non ha dato alcuna risposta alla lettera (anzi: alle numerose lettere inviate con cadenza settimanale) con cui si chiedeva di verificare la liceità della chiusura, verosimilmente da parte di un privato, dell'accesso ad una delle pozze di acqua sulfurea dell'area del Bullicame e, qualora se ne desse il caso, che le istituzioni competenti assumessero altresì tutti i conseguenti provvedimenti disposti dalla normativa vigente per garantire il rispetto della legalità, dell'ambiente e dei diritti di tutti.
Non solo: il Comune di Viterbo nulla ha risposto neppure alla richiesta che l'intera area termale di Viterbo diventi un "parco naturalistico, archeologico e termale del Bullicame", e che sia fin d'ora impedita ogni aggressione speculativa, cementificatrice, inquinante, rapinatrice e devastatrice di beni comuni preziosi ed insostituibili (e tra tali aggressioni sia impedita in particolare quella particolarmente insensata e criminale costituita dalla realizzazione di un mega-aeroporto che é stato inoppugnabilmente dimostrato essere opera scandalosamente distruttiva, nociva e fuorilegge).
Come interpretare questo silenzio?
E non confligge esso con il dovere di ogni pubblica amministrazione di dare risposta alle legittime segnalazioni e richieste dei cittadini nel termine di un mese?
Sarà evidentemente opportuno promuovere ulteriori iniziative anche presso altre istituzioni.
Associazione Respirare
Non solo: il Comune di Viterbo nulla ha risposto neppure alla richiesta che l'intera area termale di Viterbo diventi un "parco naturalistico, archeologico e termale del Bullicame", e che sia fin d'ora impedita ogni aggressione speculativa, cementificatrice, inquinante, rapinatrice e devastatrice di beni comuni preziosi ed insostituibili (e tra tali aggressioni sia impedita in particolare quella particolarmente insensata e criminale costituita dalla realizzazione di un mega-aeroporto che é stato inoppugnabilmente dimostrato essere opera scandalosamente distruttiva, nociva e fuorilegge).
Come interpretare questo silenzio?
E non confligge esso con il dovere di ogni pubblica amministrazione di dare risposta alle legittime segnalazioni e richieste dei cittadini nel termine di un mese?
Sarà evidentemente opportuno promuovere ulteriori iniziative anche presso altre istituzioni.
Associazione Respirare
mercoledì 11 agosto 2010
Roma: “Insicurezza stradale a Piazzale delle Province” di Vito De Russis
Carissimi,
secondo le ultime notizie giornalistiche sui lavori a piazzale delle Provincie di Roma: i lavori sono bloccati ed i primi di settembre si attiva un tavolo con commercianti e residenti.
Non c'è posto per i pedoni romani: vengono mantenuti ben chiusi nel lazzaretto a gridare (inascoltati) il loro "STOP STRAGI PEDONI".
Eppure il tema è quello naturale (sacrosanto) dell'essere umano Pedone.
Con l'aggravante, per il Pedone romano, che Roma massacra i Pedoni ed occupa gli ultimi posti nelle graduatorie europee sui temi della mobilità.
Normalmente, di fronte ad un grave evento che ha stroncato la vita ad una persona, i parenti invocano la Giustizia tenendo a precisare che lo fanno "non per noi, ma per impedire che non succeda agli altri". Come se fosse una cosa disdicevole la richiesta di Giustizia. In uno Stato di diritto che si dichiara civile.
I pedoni romani, tramite l'ADP, invocheranno la loro federazione italiana "Camminacittà" sperando che, questa struttura, riesca ad impedire ai pedoni l'aggiunta della beffa ai quotidiani danni (reversibili ed irreversibili) che subisce. (Ed il danno che si provoca ai pedoni a p.le delle Provincie - soddisfacendo la prepotenza e la violenza delle lobby - è un grave danno irreversibile.)
Cordialmente.
Vito De Russis (European Consumers Yahoogroups)
339.3484370
secondo le ultime notizie giornalistiche sui lavori a piazzale delle Provincie di Roma: i lavori sono bloccati ed i primi di settembre si attiva un tavolo con commercianti e residenti.
Non c'è posto per i pedoni romani: vengono mantenuti ben chiusi nel lazzaretto a gridare (inascoltati) il loro "STOP STRAGI PEDONI".
Eppure il tema è quello naturale (sacrosanto) dell'essere umano Pedone.
Con l'aggravante, per il Pedone romano, che Roma massacra i Pedoni ed occupa gli ultimi posti nelle graduatorie europee sui temi della mobilità.
Normalmente, di fronte ad un grave evento che ha stroncato la vita ad una persona, i parenti invocano la Giustizia tenendo a precisare che lo fanno "non per noi, ma per impedire che non succeda agli altri". Come se fosse una cosa disdicevole la richiesta di Giustizia. In uno Stato di diritto che si dichiara civile.
I pedoni romani, tramite l'ADP, invocheranno la loro federazione italiana "Camminacittà" sperando che, questa struttura, riesca ad impedire ai pedoni l'aggiunta della beffa ai quotidiani danni (reversibili ed irreversibili) che subisce. (Ed il danno che si provoca ai pedoni a p.le delle Provincie - soddisfacendo la prepotenza e la violenza delle lobby - è un grave danno irreversibile.)
Cordialmente.
Vito De Russis (European Consumers Yahoogroups)
339.3484370
martedì 10 agosto 2010
Lettera aperta (purgata) al Presidente della Camera Gianfranco Fini.
Signor Presidente Fini, in questo momento per Lei difficile le scriviamo questa lettera contenente un piccolo suggerimento.
Beninteso non che ci interessino le di Lei vicende, per "noi" Lei è un opportunista che ha rinnegato gli Ideali nei quali diceva di credere…. Lei ha accettato di prestarsi ai torbidi giochi dei poteri forti e occulti, interni ed internazionali, per andare a sostenere la lobby piduista, corrotta e corruttrice, che doveva riciclare il sistema, allora in crisi, del malgoverno e del malaffare.
Adesso, da buon opportunista quale Lei è, si sta sganciando per andare a dar man forte e riciclarsi nel grande centro dei "moderati" che da tempo sta operando per arrivare al dopo Berlusconi e questo, non poteva essere altrimenti, oltre al livore del popolo degli italiani illusi e benpensanti che cantano "meno male che Silvio c'è", sta scatenando contro di Lei tutto il potere dell'impero multimiliardario e dei tanti media che controlla, direttamente o tramite la pubblicità.
Un impero che, alla faccia della privacy che dice di voler difendere, da sempre spia attraverso le intelligence private e pubbliche (quelle pagate coi nostri soldi) tutti gli avversari e gli alleati, gli amici ed i nemici, i complici e coloro che lo ostacolano, in modo di essere in grado di condizionare, ricattare, piegare tutti al proprio volere.
E' quindi chiaro signor Presidente Gianfranco Fini che gli attacchi a Lei e ai di Lei fedelissimi sono appena iniziati e saranno un crescendo continuo e allora ecco il nostro modesto suggerimento: faccia anche Lei "muoia Sansone con tutti i Filistei".
Lei nei sedici anni nei quali ha assecondato e partecipato al disegno della lobby affaristica di cose deve averne viste e sentite parecchie, cose che gli italiani non sanno e, purtroppo, neanche i Magistrati, ma oggi Lei potrebbe fare il grande gesto: sacrificarsi per il bene dell'Italia, svelando tutti i retroscena e le ombre cupe di questi ultimi due decenni di politica sporca e malavitosa.
Certo, verrà accusato di complicità e non potrebbe essere altrimenti (del resto sarà in buona compagnia con quel tale Bossi) e la carriera politica alla quale Lei tiene tanto sarà compromessa per sempre, ma potrà salvarsi l'anima…
Ci pensi, onorevole Presidente Fini!
Adriano Rebecchi
Beninteso non che ci interessino le di Lei vicende, per "noi" Lei è un opportunista che ha rinnegato gli Ideali nei quali diceva di credere…. Lei ha accettato di prestarsi ai torbidi giochi dei poteri forti e occulti, interni ed internazionali, per andare a sostenere la lobby piduista, corrotta e corruttrice, che doveva riciclare il sistema, allora in crisi, del malgoverno e del malaffare.
Adesso, da buon opportunista quale Lei è, si sta sganciando per andare a dar man forte e riciclarsi nel grande centro dei "moderati" che da tempo sta operando per arrivare al dopo Berlusconi e questo, non poteva essere altrimenti, oltre al livore del popolo degli italiani illusi e benpensanti che cantano "meno male che Silvio c'è", sta scatenando contro di Lei tutto il potere dell'impero multimiliardario e dei tanti media che controlla, direttamente o tramite la pubblicità.
Un impero che, alla faccia della privacy che dice di voler difendere, da sempre spia attraverso le intelligence private e pubbliche (quelle pagate coi nostri soldi) tutti gli avversari e gli alleati, gli amici ed i nemici, i complici e coloro che lo ostacolano, in modo di essere in grado di condizionare, ricattare, piegare tutti al proprio volere.
E' quindi chiaro signor Presidente Gianfranco Fini che gli attacchi a Lei e ai di Lei fedelissimi sono appena iniziati e saranno un crescendo continuo e allora ecco il nostro modesto suggerimento: faccia anche Lei "muoia Sansone con tutti i Filistei".
Lei nei sedici anni nei quali ha assecondato e partecipato al disegno della lobby affaristica di cose deve averne viste e sentite parecchie, cose che gli italiani non sanno e, purtroppo, neanche i Magistrati, ma oggi Lei potrebbe fare il grande gesto: sacrificarsi per il bene dell'Italia, svelando tutti i retroscena e le ombre cupe di questi ultimi due decenni di politica sporca e malavitosa.
Certo, verrà accusato di complicità e non potrebbe essere altrimenti (del resto sarà in buona compagnia con quel tale Bossi) e la carriera politica alla quale Lei tiene tanto sarà compromessa per sempre, ma potrà salvarsi l'anima…
Ci pensi, onorevole Presidente Fini!
Adriano Rebecchi
lunedì 9 agosto 2010
Curiosità culinarie ed ecologia alimentare: “La cucina romana al tempo di Gioacchino Belli”
Non vi parlerò di cucina. E nemmeno di un’opera di Giuseppe Gioacchino Belli. E allora direte voi, di cosa si tratta? Diciamo una chiacchierata, neppure tra amici, perché se attacchi con loro un bottone lungo, ad un certo punto mi direbbero di finirla, e che sarebbe ora che lasciassi il dialogo pure agli altri.
Diciamo quindi una “ chiacchierata “ tra conoscenti di passaggio. Se andando in trattoria la gente non fosse troppo occupata a trovare un tavolo libero e, una volta trovatolo a mangiare, questa conversazione doveva svolgersi all’osteria. All’epoca del Belli il vecchio caffè a Roma in Via delle Convertite, non ancora divenuto Alemagna, e qui si potevano incontrare il pittore Amerigo Bartoli, il poeta Vincenzo Cardarelli, l’umorista Anton Germano Rossi inventore delle “contronovelle “ che venivano pubblicate sul Marc’Aurelio e molti altri che oggi si confondono nei fumi dei ricordi, forse la chiacchierata l’avrei fatta svolgere là, dove la maggior parte dei clienti se ne stava seduta senza far niente, per la maggior parte della giornata, oppure parlando e chiacchierando di mille argomenti che poi sarebbero diventati col tempo romanzi, commedie, saggi letterari giornali ed addirittura opere liriche.
Allora parlando del compositore Arturo Toscanini si scrisse: “Toscanini sale sul podio “, sembra lo spetto di un ufficiale di cavalleria. Oggi questa chiacchierata di cui parlo si potrebbe svolgere con un gruppo di sconosciuti sulla treno freccia rossa che va da Roma a Milano. Viaggiando senza mai rivolgersi la parola, occupati a leggere giornali e riviste diverse che riportano tutti le stesse notizie, quando è iniziato il servizio ristorante. Uno per esempio chiede Mi passa il formaggio per favore? L’altro distrattamente risponde: mica male questa pasta. Gioacchino Belli direbbe: Chi è un cuoco napoletano? Abbocca dicendo ma no, è il più famoso dei poeti roaneschi… che dico romaneschi, italiani! Bisognerebbe paragonarlo a Dante. Si parla così di Gioacchino Belli e di quello che declama nei suoi sonetti a certi piatti romani.
Poiché alcuni compagni di tavola non sono romani, cerco di pronunciare il forte e difficile romanesco del Belli in maniera comprensibile. Spiego per esempio che il romanesco, più che essere un dialetto vero e proprio come il veneto o il milanese, è un italiano “stroppiato”; che sfragne vuol dire che li sfrange, che misticati, sta per mescolati etc. Paragonando il suo “Commedione” alla Divina Commedia di Dante Alighieri. Cercando di portare avanti la tesi che dei due si potrebbero scrivere le vite parallele. Dante viene paragonato ad un tipo molto orgoglioso, sicuro della sua forza.. e credo proprio che lo fosse.. ed anche Belli doveva esserlo se ai suoi tempi si permetteva di attaccare il papa che era il suo sovrano. Ma lasciamo da parte l' argomento tra il parallelo di Dante e Giuseppe Gioacchino Belli cosa dicevamo?
Parlavamo di antipasti. E si va avanti a chiacchierare sino a che il treno non arriva in stazione a Milano senza accorgersene. Ma qualcuno ci ha ascoltato e magari tornando a casa dai famigliari a raccontato loro dicendo che sul treno c’ era un tizio che parlava di un certo Belli che s’interessava di cucina e che se si presentava al Savini non l’ avrebbero voluto neppure come lavapiatti. Diceva che gli antipasti non sono che sfogliature, ma credete quello un carrello degli antipasti non lo deve aver mai visto... parola del Belli!
Rita De Angelis.
Diciamo quindi una “ chiacchierata “ tra conoscenti di passaggio. Se andando in trattoria la gente non fosse troppo occupata a trovare un tavolo libero e, una volta trovatolo a mangiare, questa conversazione doveva svolgersi all’osteria. All’epoca del Belli il vecchio caffè a Roma in Via delle Convertite, non ancora divenuto Alemagna, e qui si potevano incontrare il pittore Amerigo Bartoli, il poeta Vincenzo Cardarelli, l’umorista Anton Germano Rossi inventore delle “contronovelle “ che venivano pubblicate sul Marc’Aurelio e molti altri che oggi si confondono nei fumi dei ricordi, forse la chiacchierata l’avrei fatta svolgere là, dove la maggior parte dei clienti se ne stava seduta senza far niente, per la maggior parte della giornata, oppure parlando e chiacchierando di mille argomenti che poi sarebbero diventati col tempo romanzi, commedie, saggi letterari giornali ed addirittura opere liriche.
Allora parlando del compositore Arturo Toscanini si scrisse: “Toscanini sale sul podio “, sembra lo spetto di un ufficiale di cavalleria. Oggi questa chiacchierata di cui parlo si potrebbe svolgere con un gruppo di sconosciuti sulla treno freccia rossa che va da Roma a Milano. Viaggiando senza mai rivolgersi la parola, occupati a leggere giornali e riviste diverse che riportano tutti le stesse notizie, quando è iniziato il servizio ristorante. Uno per esempio chiede Mi passa il formaggio per favore? L’altro distrattamente risponde: mica male questa pasta. Gioacchino Belli direbbe: Chi è un cuoco napoletano? Abbocca dicendo ma no, è il più famoso dei poeti roaneschi… che dico romaneschi, italiani! Bisognerebbe paragonarlo a Dante. Si parla così di Gioacchino Belli e di quello che declama nei suoi sonetti a certi piatti romani.
Poiché alcuni compagni di tavola non sono romani, cerco di pronunciare il forte e difficile romanesco del Belli in maniera comprensibile. Spiego per esempio che il romanesco, più che essere un dialetto vero e proprio come il veneto o il milanese, è un italiano “stroppiato”; che sfragne vuol dire che li sfrange, che misticati, sta per mescolati etc. Paragonando il suo “Commedione” alla Divina Commedia di Dante Alighieri. Cercando di portare avanti la tesi che dei due si potrebbero scrivere le vite parallele. Dante viene paragonato ad un tipo molto orgoglioso, sicuro della sua forza.. e credo proprio che lo fosse.. ed anche Belli doveva esserlo se ai suoi tempi si permetteva di attaccare il papa che era il suo sovrano. Ma lasciamo da parte l' argomento tra il parallelo di Dante e Giuseppe Gioacchino Belli cosa dicevamo?
Parlavamo di antipasti. E si va avanti a chiacchierare sino a che il treno non arriva in stazione a Milano senza accorgersene. Ma qualcuno ci ha ascoltato e magari tornando a casa dai famigliari a raccontato loro dicendo che sul treno c’ era un tizio che parlava di un certo Belli che s’interessava di cucina e che se si presentava al Savini non l’ avrebbero voluto neppure come lavapiatti. Diceva che gli antipasti non sono che sfogliature, ma credete quello un carrello degli antipasti non lo deve aver mai visto... parola del Belli!
Rita De Angelis.
Ecologia economica ed alimentare e un dolce modo di fare impresa: produrre il miele
La parola miele sembra derivare dall’ittita melis. Per millenni ha rappresentato l’unico elemento zuccherino concentrato disponibile. Le prime tracce di arnie costruite dall’ uomo risalgono al VI millennio a. C. Anche nell’antico Egitto il miele era apprezzato ed utilizzato, per curare disturbi digestivi, così come per medicare piaghe o ferite. I Greci lo consideravano il “cibo per gli Dei”, mentre i Romani ne importavano sostanziosi quantitativi da Creta, Cipro, Spagna e Malta. Veniva utilizzato come dolcificante, per la produzione di birra, come conservante alimentare e per preparare salse agrodolci.
Il miele per la nostra legge Italiana non può subire aggiunte di nessun tipo, e gli unici trattamenti a cui può essere sottoposto sono: estrazione dei favi per forza centrifuga, decantazione, filtraggio, cristallizzazione guidata. La cristallizzazione dipende soprattutto dalla quantità di zuccheri glucosio, contenuta nel miele. Il tempo necessario quindi varia in maniera inversamente proporzionale alla concentrazione degli zuccheri: da poche settimane, o addirittura nei favi dell’ alveare, per il miele di colza, tarassaco o edera che sono molto ricchi di glucosio, fino a superare un anno per il miele d’ acacia, di melata e di castano, ricchi di fruttosio.
I trattamenti termici a cui viene sottoposto il miele, per mantenerlo allo stato liquido, lo privano di molti principi nutritivi. E’ quindi preferibile utilizzarlo cristallizzato o cremoso, al di fuori del periodo di produzione. Il miele viene prodotto dall’ ape sulla base di sostanze zuccherine che essa raccoglie in natura. Le fonti principali di approvvigionamento sono il nettare, che è prodotto dalle piante e dai fiori, e la melata, che è un derivato della linfa degli alberi,prodotta da alcuni insetti succhiatori, che trasformano la linfa delle piante trattenendone l’ azoto, ed espellendo il liquido in eccesso ricco di zuccheri. Per le piante, il nettare serve ad attirare vari insetti impollinatori, per assicurare la fecondazione dei fiori. A seconda della loro anatomia, le api domestiche possono raccogliere il nettare solo da alcuni fiori. La composizione dei nettari vari a seconda delle piante che lo producono. Il loro tenore di acqua può arrivare anche sino al 90% cosa assai importante.
La produzione del miele ha inizio nell’ ingluvie dell’ ape operaia, durante il suo volo di ritorno verso l’ alveare. Nell’ ingluvie si giunge al nettare, e nell’ alveare l’ ape rigurgita il nettare, ricco d’ acqua, che deve poi essere disidratato per garantirne la conservazione. A tale scopo le api bottinatrici, lo depongono il strati sottili sulla parete delle celle. Le api operaie ventilatrici, mantengono dell’ alveare una corrente d’ aria che provoca l’ evaporazione dell’ acqua. Quando questa è ridotta ad una percentuale tra il 17 ed il 22%, allora il miele è maturo. I principali componenti del miele sono gli zuccheri, che variano dal 70 al 100%. Il fruttosio la fa da padrone come zucchero nel miele, che gli dono il potere dolcificante superiore allo zucchero raffinato, ma anche una fonte di energia, che l’ organismo dell’ uomo può sfruttare più a lungo. Nota nel miele è anche la sua azione antibatterica, dovuta all’ alta concentrazione di zuccheri, ed al ph acido.
Essendo quindi un antibatterico naturale, il miele è un alimento che in natura ha una lunga conservazione. Ma può subire alterazioni dovute all’ umidità, alla luce ed al colore. In Italia abbiamo varie produzioni di miele, millefiori,di acacia, di agrumi, di ailanto, di carrubo, di castagno, di corbezzolo, di edera, di erica, di eucalipto, di colza, di girasole, e di lavanda. Nonché tutti i vari riconoscimenti ottenuti dalla produzione nelle varie Regioni d Italia.
Rita De Angelis.
Il miele per la nostra legge Italiana non può subire aggiunte di nessun tipo, e gli unici trattamenti a cui può essere sottoposto sono: estrazione dei favi per forza centrifuga, decantazione, filtraggio, cristallizzazione guidata. La cristallizzazione dipende soprattutto dalla quantità di zuccheri glucosio, contenuta nel miele. Il tempo necessario quindi varia in maniera inversamente proporzionale alla concentrazione degli zuccheri: da poche settimane, o addirittura nei favi dell’ alveare, per il miele di colza, tarassaco o edera che sono molto ricchi di glucosio, fino a superare un anno per il miele d’ acacia, di melata e di castano, ricchi di fruttosio.
I trattamenti termici a cui viene sottoposto il miele, per mantenerlo allo stato liquido, lo privano di molti principi nutritivi. E’ quindi preferibile utilizzarlo cristallizzato o cremoso, al di fuori del periodo di produzione. Il miele viene prodotto dall’ ape sulla base di sostanze zuccherine che essa raccoglie in natura. Le fonti principali di approvvigionamento sono il nettare, che è prodotto dalle piante e dai fiori, e la melata, che è un derivato della linfa degli alberi,prodotta da alcuni insetti succhiatori, che trasformano la linfa delle piante trattenendone l’ azoto, ed espellendo il liquido in eccesso ricco di zuccheri. Per le piante, il nettare serve ad attirare vari insetti impollinatori, per assicurare la fecondazione dei fiori. A seconda della loro anatomia, le api domestiche possono raccogliere il nettare solo da alcuni fiori. La composizione dei nettari vari a seconda delle piante che lo producono. Il loro tenore di acqua può arrivare anche sino al 90% cosa assai importante.
La produzione del miele ha inizio nell’ ingluvie dell’ ape operaia, durante il suo volo di ritorno verso l’ alveare. Nell’ ingluvie si giunge al nettare, e nell’ alveare l’ ape rigurgita il nettare, ricco d’ acqua, che deve poi essere disidratato per garantirne la conservazione. A tale scopo le api bottinatrici, lo depongono il strati sottili sulla parete delle celle. Le api operaie ventilatrici, mantengono dell’ alveare una corrente d’ aria che provoca l’ evaporazione dell’ acqua. Quando questa è ridotta ad una percentuale tra il 17 ed il 22%, allora il miele è maturo. I principali componenti del miele sono gli zuccheri, che variano dal 70 al 100%. Il fruttosio la fa da padrone come zucchero nel miele, che gli dono il potere dolcificante superiore allo zucchero raffinato, ma anche una fonte di energia, che l’ organismo dell’ uomo può sfruttare più a lungo. Nota nel miele è anche la sua azione antibatterica, dovuta all’ alta concentrazione di zuccheri, ed al ph acido.
Essendo quindi un antibatterico naturale, il miele è un alimento che in natura ha una lunga conservazione. Ma può subire alterazioni dovute all’ umidità, alla luce ed al colore. In Italia abbiamo varie produzioni di miele, millefiori,di acacia, di agrumi, di ailanto, di carrubo, di castagno, di corbezzolo, di edera, di erica, di eucalipto, di colza, di girasole, e di lavanda. Nonché tutti i vari riconoscimenti ottenuti dalla produzione nelle varie Regioni d Italia.
Rita De Angelis.
sabato 7 agosto 2010
Rete Bioregionale Italiana - Incontro del 30 e 31 ottobre 2010 a San Severino Marche
Cari amici.
Sembra che nelle Marche ci siano buone prospettive per realizzare il già programmato incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana, così mi sento incoraggiato ad invitarvi. Ad ottobre sarò qui a Treia per contribuire all'organizzazione dell'incontro che si terrà in corrispondenza di Samhain (Ognissanti). Non abbiamo stabilito alcun argomento di discussione, l'incontro sarà quindi informale e basato sulle esperienze di vita ecologista di ognuno dei partecipanti.... nel tentativo di una ricomposizione e di una nuova spinta verso mete comuni. Sono invitati tutti gli uomini e le donne di “buona volontà”, dimissionari e non dimissionari....
Dopo la disaffezione dimostrata da alcuni membri della Rete e dopo aver appreso l'indisponibilità di Jacqueline Fassero a continuare ad organizzare l'incontro di Acquapendente mi sono deciso di tentare di fare l'incontro qui nelle Marche, dove diversi bioregionalisti abitano, fra cui Felice del Seminasogni che ho personalmente invitato.... Spero dunque che i vecchi membri della Rete ed i nuovi simpatizzanti possano e vogliano "apertamente" e liberamente partecipare con il proprio bagaglio esperenziale...
L'incontro é previsto a San Severino Marche, il 30 e 31 ottobre 2010, nel rustico di Lucilla Pavoni, in un bellissimo podere sulle colline marchigiane. Sarà possibile campeggiare in tenda nel podere stesso. Ci stiamo informando per i costi in una pensioncina nei pressi, altre persone potranno essere ospitate qui a Treia. Non sono previsti costi per l'ospitalità in tenda o a Treia, eventualmente un semplice contributo volontario sarà gradito. Per il cibo ognuno porta qualcosa e si cucina e si fa la vesseille in comune. I riceventi sono pregati di divulgare in tutti i modi questa proposta!
Per informazioni logistiche scrivere a: saul.arpino@gmail.com - Tel. 0733/216293
Cari saluti a tutti!
Paolo D'Arpini
Sembra che nelle Marche ci siano buone prospettive per realizzare il già programmato incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana, così mi sento incoraggiato ad invitarvi. Ad ottobre sarò qui a Treia per contribuire all'organizzazione dell'incontro che si terrà in corrispondenza di Samhain (Ognissanti). Non abbiamo stabilito alcun argomento di discussione, l'incontro sarà quindi informale e basato sulle esperienze di vita ecologista di ognuno dei partecipanti.... nel tentativo di una ricomposizione e di una nuova spinta verso mete comuni. Sono invitati tutti gli uomini e le donne di “buona volontà”, dimissionari e non dimissionari....
Dopo la disaffezione dimostrata da alcuni membri della Rete e dopo aver appreso l'indisponibilità di Jacqueline Fassero a continuare ad organizzare l'incontro di Acquapendente mi sono deciso di tentare di fare l'incontro qui nelle Marche, dove diversi bioregionalisti abitano, fra cui Felice del Seminasogni che ho personalmente invitato.... Spero dunque che i vecchi membri della Rete ed i nuovi simpatizzanti possano e vogliano "apertamente" e liberamente partecipare con il proprio bagaglio esperenziale...
L'incontro é previsto a San Severino Marche, il 30 e 31 ottobre 2010, nel rustico di Lucilla Pavoni, in un bellissimo podere sulle colline marchigiane. Sarà possibile campeggiare in tenda nel podere stesso. Ci stiamo informando per i costi in una pensioncina nei pressi, altre persone potranno essere ospitate qui a Treia. Non sono previsti costi per l'ospitalità in tenda o a Treia, eventualmente un semplice contributo volontario sarà gradito. Per il cibo ognuno porta qualcosa e si cucina e si fa la vesseille in comune. I riceventi sono pregati di divulgare in tutti i modi questa proposta!
Per informazioni logistiche scrivere a: saul.arpino@gmail.com - Tel. 0733/216293
Cari saluti a tutti!
Paolo D'Arpini
venerdì 6 agosto 2010
Andrea Bovo ed Angelo Ferlicca: ”Alieni a Viterbo? Un'apparizione sui Monti Cimini fa ancora discutere...”
In merito alla vicenda del presunto incontro avvenuto l'11.02.2010 sui monti Cimini tra un automobilista ed una strana entità animata, va detto che in seguito al comunicato stampa diramato dalla sezione di Viterbo del CISU in data 22.03.0210, la notizia ha avuto una grossa eco sia su quotidiani locali e periodici nazionali, che su siti e portali d'informazione,forum e blog, ufologici e non.La conseguenza di questa vasta esposizione mediatica è stata che la sezione viterbese del CISU ha ricevuto una serie di informazioni, contatti, comunicazioni e segnalazioni che hanno impegnato i membri del cisu stesso in lungo lavoro fatto di catalogazione, sopralluoghi e verifiche anche strumentali. Purtroppo non tutto il feedback ricevuto si è dimostrato genuino, verificabile e/o utile all'inchiesta.
Allo stato attuale non sono emersi fattori che possano confermare quanto asserito dal testimone, pur non essendoci motivo per dubitare della buona fede dello stesso. Non sono emerse evidenze che confermino la presenza, nel periodo e nella zona in oggetto, di alcunchè di anomalo. Va detto che l'area dei Cimini e del Lago di Vico -se da un lato è estremamente ampia e quindi difficilmente controllabile- dall'altro vanta punti come la strada "Cassia Cimina" che sono molto trafficati da auto e frequentate da passanti. Precisiamo che esiste un'altra segnalazione, confrontabile per certi aspetti con la prima, tuttavia a causa delle condizioni non ottimali in cui è avvenuta, essa non costituisce di fatto una conferma, nè si può affermare che in questo secondo caso sia stato osservato un qualcosa di effettivamente anomalo.
Il CISU di Viterbo resta a disposizione dei mezzi d'informazione e di altre associazioni di ricerca per fornire eventuali chiarimenti, fermo restando la tutela assoluta della privacy dei testimoni e dei contatti coinvolti.
Andrea Bovo ed Angelo Ferlicca, CISU -Centro Italiano Studi Ufologici – sez. Viterbo
Allo stato attuale non sono emersi fattori che possano confermare quanto asserito dal testimone, pur non essendoci motivo per dubitare della buona fede dello stesso. Non sono emerse evidenze che confermino la presenza, nel periodo e nella zona in oggetto, di alcunchè di anomalo. Va detto che l'area dei Cimini e del Lago di Vico -se da un lato è estremamente ampia e quindi difficilmente controllabile- dall'altro vanta punti come la strada "Cassia Cimina" che sono molto trafficati da auto e frequentate da passanti. Precisiamo che esiste un'altra segnalazione, confrontabile per certi aspetti con la prima, tuttavia a causa delle condizioni non ottimali in cui è avvenuta, essa non costituisce di fatto una conferma, nè si può affermare che in questo secondo caso sia stato osservato un qualcosa di effettivamente anomalo.
Il CISU di Viterbo resta a disposizione dei mezzi d'informazione e di altre associazioni di ricerca per fornire eventuali chiarimenti, fermo restando la tutela assoluta della privacy dei testimoni e dei contatti coinvolti.
Andrea Bovo ed Angelo Ferlicca, CISU -Centro Italiano Studi Ufologici – sez. Viterbo
mercoledì 4 agosto 2010
Noemi Longo, Antonio Pantano, Durante Alighieri, Gesù... fascisti o non fascisti?
Trovo interessante l'intervento di Antonio Pantano (sul Giornaletto di Saul del 4 agosto 2010) e, se posso, mi servirei volentieri del pensiero poetico del giorno “Il progresso comprende anche la retromarcia..” (Anonimo) per esprimere un mio pensiero in riguardo...
...A posteriori certo che si possono definire nazisti illustri personaggi quali Gesù o Durante Alighieri (gran bel nome), se non fosse che nonostante la loro presenza fisica e provvisoria su questa terra hanno sempre mantenuto ancor più salde del loro corpo le loro forze spirituali.
Ovviamente tutti i più grandi spiriti su questa terra potrebbero essere definiti nazisti, se non con gli altri certamente con se stessi.
Il nazismo e l'illuminazione sono due facce delle stessa medaglia, avanti e indietro, verso e recto.
Non si spiegherebbe altrimenti come sia possibile che l'Illuminismo (l'epoca dei lumi) sia stato il periodo storico più razzista della storia.
...Ma non facciamo confusione, il nazismo è un'altra storia, e non rientra facilmente nel mondo terribile delle idee, a meno che non si voglia risalire ai primordi delle civiltà primitive.
Il nazismo, come l'uomo ha permesso che si verificasse nel XX secolo è da considerarsi un fenomeno storico abominevole, che di certo aldilà di alcuni interessi esoterici e alchimistici non incarna certamente la persecuzione e il raggiungimento di un ideale di pensiero.
Perché se dovessi accettare veramente l'idea di Confucio, Gesù e Dante nazisti, dovrei di contro accettare la tesi negazionista di qualsiasi uomo di fede sull'olocausto... Questo almeno fino a qualche anno fa, perché per quanto ne so io, l'olocausto è in atto già da qualche anno, ed io non posso farci nulla, se non denunciare questa ennesima violenza.
Allora siamo, siete, sono tutti nazisti?
...Ora che idee e realtà sembrerebbero potersi corrispondere, c'è bisogno di un'idea che possa di nuovo far tornare queste due diversità a vivere indipendentemente insieme.
Israele ne è l'esempio e la sfida, per tutti, per tutto il mondo, dagli intellettuali ai politicanti, dal mondo delle religioni a quello dei mercanti.
"Saper leggere il libro del mondo con parole cangianti e nessuna scrittura [...] finché un uomo ti incontra e non si riconosce e ogni terra si accende e si arrende la pace".
Scusate lo sproloquio.
In ultima se posso, vorrei fare una domanda: "Voi cosa siete, o avete scelto di essere, testa o croce?"
Noemi Longo
...A posteriori certo che si possono definire nazisti illustri personaggi quali Gesù o Durante Alighieri (gran bel nome), se non fosse che nonostante la loro presenza fisica e provvisoria su questa terra hanno sempre mantenuto ancor più salde del loro corpo le loro forze spirituali.
Ovviamente tutti i più grandi spiriti su questa terra potrebbero essere definiti nazisti, se non con gli altri certamente con se stessi.
Il nazismo e l'illuminazione sono due facce delle stessa medaglia, avanti e indietro, verso e recto.
Non si spiegherebbe altrimenti come sia possibile che l'Illuminismo (l'epoca dei lumi) sia stato il periodo storico più razzista della storia.
...Ma non facciamo confusione, il nazismo è un'altra storia, e non rientra facilmente nel mondo terribile delle idee, a meno che non si voglia risalire ai primordi delle civiltà primitive.
Il nazismo, come l'uomo ha permesso che si verificasse nel XX secolo è da considerarsi un fenomeno storico abominevole, che di certo aldilà di alcuni interessi esoterici e alchimistici non incarna certamente la persecuzione e il raggiungimento di un ideale di pensiero.
Perché se dovessi accettare veramente l'idea di Confucio, Gesù e Dante nazisti, dovrei di contro accettare la tesi negazionista di qualsiasi uomo di fede sull'olocausto... Questo almeno fino a qualche anno fa, perché per quanto ne so io, l'olocausto è in atto già da qualche anno, ed io non posso farci nulla, se non denunciare questa ennesima violenza.
Allora siamo, siete, sono tutti nazisti?
...Ora che idee e realtà sembrerebbero potersi corrispondere, c'è bisogno di un'idea che possa di nuovo far tornare queste due diversità a vivere indipendentemente insieme.
Israele ne è l'esempio e la sfida, per tutti, per tutto il mondo, dagli intellettuali ai politicanti, dal mondo delle religioni a quello dei mercanti.
"Saper leggere il libro del mondo con parole cangianti e nessuna scrittura [...] finché un uomo ti incontra e non si riconosce e ogni terra si accende e si arrende la pace".
Scusate lo sproloquio.
In ultima se posso, vorrei fare una domanda: "Voi cosa siete, o avete scelto di essere, testa o croce?"
Noemi Longo
domenica 1 agosto 2010
Spiritualità laica: "Buddha e buddismo, storia e finalità..."
Nel mondo attuale conviviamo ormai con molteplici religioni e dottrine di vita, una tra queste il Buddismo ed il suo stile di vita, che accompagna nel cammino dell’esistenza i Monaci ed i loro seguaci. Si narra il che Buddha nacque introno al 465 a. C. da una ricca famiglia che proveniva dalla stirpe degli Shakya che dominava all’ epoca l’ India. Fu allevato e crebbe nel lusso principesco, si sposò ed ebbe anche un figlio. Ma anche lui conobbe le miserie umane, un vecchio, un cadavere ed un mendicante.
Queste tristi realtà della vita lo impressionarono notevolmente, tanto che all’età di 30 anni abbandonò tutto e tutti per dedicarsi a conoscere le cause della miseria, vivendo da eremita, ed alla ricerca di una soluzione sull’enigma della vita. Capì che la salvezza poteva trovarla solo nella meditazione personale, e si narra che a 35 anni, dopo 49 giorni di riflessioni ai piedi di un albero di fico, in una notte di luna piena del mese di maggio, raggiunse l’illuminazione: comprese le quattro nobili verità sul dolore, sull’origine del dolore sulla soppressione del dolore, e sulla via che porta alla soppressione del dolore. Anima dalla pietà per gli uomini e dal desiderio di salvarli, seguito da cinque discepoli, per circa quaranta anni percorse il nord dell’India, insegnando la bellezza della sua dottrina, il messaggio di speranza e felicità che si raggiunge, con la conquista del proprio intelletto e della volontà.
Secondo la tradizione il Budda mori all’età di 80 anni, seguito dal suo discepolo fedele e prediletto Ananda, alla quale lasciò i suoi saperi ma prima di morire si rivolse ai suoi fedeli dicendo: Ricordate o fratelli queste mie parole: tutte le cose composte sono destinate a disintegrarsi! Attuate quindi con diligenza la vostra propria salvezza!
I Monaci che intendono quindi praticare questa disciplina, per raggiungere la salvezza, devono attenersi alle seguenti norme morali, la retta parola, la retta azione, il retto comportamento. Queste azioni possono essere estese anche ai laici che intendono porre a motivi fondamentali della loro vita, la tolleranza e l’ amore. Ma dopo aver appreso le tre verità con costanza e devozione, la quarta verità indica al discepolo, la via da seguire il raggiungere la salvezza, il Nirvana (ovvero estinzione), inteso come liberazione dal dolore, e dalla catena dell’esistenza. Nell'apprendere i principi che regolano il Buddismo, questa affascinante dottrina, una cosa salta agli occhi palesemente: anche se di parla di Buddha, e non di Dio, c’ è sempre un essere superiore sopra di noi che ci insegna ad amare il prossimo, nella semplicità e non nella ricchezza, preoccupandoci di donare amore, conforto e felicità senza pensare alle cose terrene, ma alla salvezza dell’anima e dello spirito.
Rita De Angelis
...............
Altri articoli sulla Spiritualità Laica:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=spiritualit%C3%A0+laica
Queste tristi realtà della vita lo impressionarono notevolmente, tanto che all’età di 30 anni abbandonò tutto e tutti per dedicarsi a conoscere le cause della miseria, vivendo da eremita, ed alla ricerca di una soluzione sull’enigma della vita. Capì che la salvezza poteva trovarla solo nella meditazione personale, e si narra che a 35 anni, dopo 49 giorni di riflessioni ai piedi di un albero di fico, in una notte di luna piena del mese di maggio, raggiunse l’illuminazione: comprese le quattro nobili verità sul dolore, sull’origine del dolore sulla soppressione del dolore, e sulla via che porta alla soppressione del dolore. Anima dalla pietà per gli uomini e dal desiderio di salvarli, seguito da cinque discepoli, per circa quaranta anni percorse il nord dell’India, insegnando la bellezza della sua dottrina, il messaggio di speranza e felicità che si raggiunge, con la conquista del proprio intelletto e della volontà.
Secondo la tradizione il Budda mori all’età di 80 anni, seguito dal suo discepolo fedele e prediletto Ananda, alla quale lasciò i suoi saperi ma prima di morire si rivolse ai suoi fedeli dicendo: Ricordate o fratelli queste mie parole: tutte le cose composte sono destinate a disintegrarsi! Attuate quindi con diligenza la vostra propria salvezza!
I Monaci che intendono quindi praticare questa disciplina, per raggiungere la salvezza, devono attenersi alle seguenti norme morali, la retta parola, la retta azione, il retto comportamento. Queste azioni possono essere estese anche ai laici che intendono porre a motivi fondamentali della loro vita, la tolleranza e l’ amore. Ma dopo aver appreso le tre verità con costanza e devozione, la quarta verità indica al discepolo, la via da seguire il raggiungere la salvezza, il Nirvana (ovvero estinzione), inteso come liberazione dal dolore, e dalla catena dell’esistenza. Nell'apprendere i principi che regolano il Buddismo, questa affascinante dottrina, una cosa salta agli occhi palesemente: anche se di parla di Buddha, e non di Dio, c’ è sempre un essere superiore sopra di noi che ci insegna ad amare il prossimo, nella semplicità e non nella ricchezza, preoccupandoci di donare amore, conforto e felicità senza pensare alle cose terrene, ma alla salvezza dell’anima e dello spirito.
Rita De Angelis
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