A distanza di mesi dalla prima segnalazione effettuata in maggio dai partecipanti al percorso di formazione nonviolenta presso il centro sociale "Valle Faul", il Comune di Viterbo ancora non ha dato alcuna risposta alla lettera (anzi: alle numerose lettere inviate con cadenza settimanale) con cui si chiedeva di verificare la liceità della chiusura, verosimilmente da parte di un privato, dell'accesso ad una delle pozze di acqua sulfurea dell'area del Bullicame e, qualora se ne desse il caso, che le istituzioni competenti assumessero altresì tutti i conseguenti provvedimenti disposti dalla normativa vigente per garantire il rispetto della legalità, dell'ambiente e dei diritti di tutti.
Non solo: il Comune di Viterbo nulla ha risposto neppure alla richiesta che l'intera area termale di Viterbo diventi un "parco naturalistico, archeologico e termale del Bullicame", e che sia fin d'ora impedita ogni aggressione speculativa, cementificatrice, inquinante, rapinatrice e devastatrice di beni comuni preziosi ed insostituibili (e tra tali aggressioni sia impedita in particolare quella particolarmente insensata e criminale costituita dalla realizzazione di un mega-aeroporto che é stato inoppugnabilmente dimostrato essere opera scandalosamente distruttiva, nociva e fuorilegge).
Come interpretare questo silenzio?
E non confligge esso con il dovere di ogni pubblica amministrazione di dare risposta alle legittime segnalazioni e richieste dei cittadini nel termine di un mese?
Sarà evidentemente opportuno promuovere ulteriori iniziative anche presso altre istituzioni.
Associazione Respirare
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