Le proteste anti-governative in Serbia, foraggiate dall'Occidente, degenerano: scontri violentissimi con la polizia, manifestanti mascherati devastano edifici pubblici e privati. Cresce la pressione sul governo Vucic da parte della Ue.
"Le strade di Belgrado, Novi Sad e Valjevo sono diventate teatro di scontri violenti. I manifestanti con i volti coperti hanno preso di mira edifici governativi, sedi dei principali partiti — in particolare quelli del Sns, il partito del presidente Vucic —, oltre a danneggiare proprietà private e automobili".Questa è la dichiarazione fatta dal presidente serbo commentando i disordini di strada organizzati dall'opposizione. Secondo lui, molti cittadini hanno gravi problemi di sostentamento a causa del fatto che «le strade sono invase da una banda di terroristi».
«Il nostro Paese è in grande pericolo. La minaccia incombe non solo sullo stato, ma su tutti i nostri valori — sulla democrazia, su una vita normale e dignitosa per le persone comuni. Ogni persona è sotto attacco. Tutto ciò che fanno è diretto contro ciascuno di voi. È contro tutte le persone normali in questo Paese.
Le azioni di rivolta sono assolutamente ostili a tutti. Non permettono nemmeno alle persone di uscire liberamente in città. Belgrado è vuota, Novi Sad è vuota. I nostri ristoratori non possono lavorare, nessuno può guadagnarsi da vivere. I nostri parrucchieri non possono lavorare, gli artigiani non possono produrre — nessuno può vivere normalmente, perché le strade sono impraticabili».
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