Comunicato Stampa

La canapa bioregionale non è “droga” 
Ho
 già detto in precedenti interventi di non essere d'accordo sulla 
legalizzazione della canapa, per un semplice motivo ecologista. La 
canapa è una pianta naturale utilizzata dall'uomo da millenni e proibita
 in Italia alla fine della seconda guerra mondiale per assecondare i 
desiderata dei vincitori USA (per ovvie ragioni). 
Dopo
 qualche anno dalla proibizione della coltivazione per usi tessili, 
alimentari, medicinali, etc. comparvero sul mercato le qualità di canapa
 importate dalla mafia (dal Nord Africa e dal Medio Oriente) per uso da 
sballo e conseguentemente quello della canapa divenne un affare lucroso 
della malavita. Quella stessa pianta che per intere generazioni 
contribuì al benessere della popolazione con il sopraggiungere della 
proibizione e dello smercio abusivo di piante allogene ricche di 
cannabinolo diventò “droga”. E su questa droga ci hanno campato sino ad 
oggi torme di malavitosi, mafiosi, camorristi, santi coronati uniti, 
politici corrotti, etc. etc.
Ora,
 dopo che alcuni deputati hanno fatto circolare la notizia di aver 
sottoscritto una proposta di legge per la legalizzazione della canapa (http://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Ecologia-botanica-e-liberta-di-coltivazione-della-canapa),
 ecco che – causa ed effetto- non passa giorno che sui giornali 
“main-stream” non compaiano articoli sui giovani morti nelle balere per 
l'assunzione di sostanze proibite, evidenziando allo stesso tempo le 
continue azioni repressive di polizia contro i coltivatori casalinghi di
 canapa e relativi sequestri di grammi ed etti di pericolosa “cannabis”.
La
 malavita che campa sontuosamente sullo smercio delle droghe risponde 
così, incutendo paura e smerciando pasticche avvelenate, per convincere 
l'opinione pubblica a non sostenere l'eventuale legalizzazione della 
canapa (che li priverebbe di una ricca fonte di guadagno). Non importa 
se i giovani muoiano per l'assunzione di veleni predisposti o per un mix
 di sostanze chimiche: estasi, eroina, cocaina, alcol, etc.  (Anche 
perché assumendo canapa è impossibile morire- o forse solo per 
indigestione mangiandone 10 o più chili). Nell'immaginario popolare 
quando si parla di “droga” non si fa distinzione fra la canapa o i 
veleni sintetici,  per la demonizzazione nei confronti di questa 
innocente pianta durante gli ultimi 60 anni.
Perciò
 ripeto ancora una volta che la via d'uscita da questa situazione 
ridicola in cui l'Italia si è cacciata, per accontentare gli USA (vedi 
anche:http://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Canapa-pianta-salvifica-perche-fu-proibita-in-Italia),
 risiede soltanto nella totale liberalizzazione della coltivazione della
 canapa bioregionale, allo stato naturale, e non nel proibizionismo, che
 avvantaggia le mafie e la corruzione- e nemmeno nella legalizzazione – 
al solo scopo di consentire proventi illeciti allo stato (come avviene 
per l'alcol e le sigarette, questi sì veleni mortali).
Ah,
 affinché non si pensi che questa mia campagna sia per un vantaggio 
personale (Cicero pro domo sua), faccio presente di non essere 
consumatore in alcun modo di sostanze, né di vino, superalcolici o 
tabacco, ma di compiere questa azione al solo scopo di salvaguardare la 
natura e la vita sul pianeta.
Paolo D'Arpini 
Portavoce European Consumers Tuscia
Calcata (Vt) - europeanconsumers.tuscia@gmail.com
 
 
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