In questo periodo di crisi generale, dove le meccaniche sociali stravolgono le nostre vite più in fretta della nostra capacità di assorbirle, mi sembra doverosa una riflessione. L'altra sera il nostro presidente del consiglio invitava gli italiani a spendere di più, perché per risolvere la crisieconomica bisogna rimettere in moto la produzione industriale. Ovviamente queste considerazioni non fanno una piega, in una logica superficiale e beffarda quale sembra essere ormai la direzione in cui stiamo camminando da tempo. Ma mi chiedo se i nostri politici pensano davvero di aver a che fare solo con una massa di alienati e decerebrati. Non ci vuole molto per fermarsi e riflettere sulle motivazioni che possano aver portato a questa molto prossima recessione. E' evidente che la causa della nostra sempre più scarsa qualità di vita derivi dalla troppa economia. Per la prima volta nella storia della nostra civiltà, si consuma per poter vendere, vendiamo per poter produrre, e produciamo per poter lavorare. Così misuriamo il nostro benessere con unità di misura monetari, senza pensare realmente alla qualità vera della nostra vita.
Ci hanno fatto credere che la donna si senta realizzata solo se lavora fuori casa e si può permettere una tata per i figli; ci hanno fatto credere che sia più salutare una dispendiosa palestra, piuttosto che prendere la bicicletta per andare al lavoro; ci hanno fatto credere che sia meglio avere 20 magliette di scarsa qualità, piuttosto che 5 di buona fattura e pagate ad un prezzo equo e dignitoso; ci hanno fatto credere che sia sano mangiare carne o pesce tutti giorni, piuttosto che una minestra di legumi fatta come una volta, economica e completa dal punto di vista nutrizionale; ci hanno fatto credere che fosse più conveniente cambiare la macchina, tanto c'è l'incentivo, piuttosto che ripararla; ci hanno fatto credere che fosse meglio comprare del cibo omologato e impoverito, piuttosto che produrcelo. E noi abbiamo voluto crederci. Ma è evidente che questo meccanismo non funziona.Continuiamo a costruire incessantemente senza pensare che togliamo terra alle colture. Poi siamo costretti ad importare(ora il Sud America e l'oriente hanno capito di avere il coltello dalla parte del manico e iniziano, a ragion veduta, a dettare loro le regole). Questo noi lo chiamiamo progresso? Non siamo neanche capaci di soddisfare i nostri bisogni primari (che vergogna!), in compenso però abbiamo dei carri armati come macchine e uno o più cellulari a testa.
Qualcuno obietta che non si possa tornare indietro, invece,rispondo io, non è un andare indietro, ma è fare un passo avanti. Vuol dire accettare serenamente i nostri errori, e rivedere i parametri che possono guidare il cambiamento futuro. Vuol dire riprendere il nostro tempo, per fare della nostra esistenza una vera vita. Dobbiamo rivedere l'educazione familiare che diamo ai nostri figli, per dare loro gli strumenti per non ripetere i nostri sbagli. Si può fare da subito. Incalzare il cambiamento. Non vergogniamoci di riciclare i vestiti per noi e per i nostri figli. Gioiamo di un abito che ha già un suo vissuto. Raccogliamo la nostra famiglia di fronte a un pasto economico, rispettoso dell'ambiente (che è nostro, ma soprattutto di tutti!) e semplice. Pensiamoci due volte, prima di comprare qualcosa che non aiuti realmente l'economia e rispetti i diritti sul lavoro. Torniamo a comprare nei piccoli negozi, si acquisterà solo il necessario, con un vantaggio in termini di salute e di minor inquinamento, e si arricchiranno i rapporti umani.
Spolveriamo le nostre bici e ridiamo al nostro corpo la dignità di assolvere il compito per cui la natura lo ha progettato, il movimento. E, infine, ma non meno importante, torniamo a passare del tempo vero con le persone che amiamo, senza intermediari quali televisione, luna parck e videogiochi.E' così piacevole sedersi al tavolino e tornare a fare un gioco di società (sì, come una volta!), che stimoli l'intelligenza e la creatività, piuttosto che ingerire passivamente false informazioni da scatole luminose. E' questa la vera crescita.. una de-crescita felice...
Un caro saluto a tutti, Laura Viviani - Rete Bioregionale Italiana
Questo Blog è un contenitore di lettere, notizie, proposte, argomenti di ecologia sociale e bioregionale e di spiritualità laica.
mercoledì 30 giugno 2010
martedì 29 giugno 2010
Comprensione e comunicazione fra esseri umani... secondo Margherita Giannone...
E' una strana sensazione quella che provo, mi sento un po' agitata (in senso buono) e un po' stanca, è una situazione che ogni tanto mi capita, mi ricordo che quando facevo l'università, chiesi al mio prof. di fisiologia I, di cui ero segretamente innamorata, come era possibile, fisiologicamente, questa concomitanza di movimenti neurologici....... la risposta non la ricordo più, ma ricordo che non ci capii niente.
Era buffo, nessuno capiva niente di quello che spiegava, un po' come quando tu scrivi certi articoli, ma io lo guardavo beata (era bruttissimo) e dopo un po' volle parlare con me perchè diceva che io ero l'unica che pareva capirlo..... avesse saputo che era tutta un'altra cosa! Ma io lo guardavo beata (era bruttissimo) e dopo un po' volle parlare con me perchè diceva che io ero l'unica che pareva capirlo..... Avesse saputo che era tutta un'altra cosa! Tantè che poi divenni la baby sitter delle sue figlie, che regolarmente piazzavo davanti alla tv a vedere i cartoni animati giapponesi, che in quegli anni esplodevano (Heidi, Ufo robot, ecc.).
Ma ora comprendo che tutto può essere percepito se ci osserviamo senza distrazioni, ed è quello che ho cercato di far capire anche ad Emanuela, che oggi mi ha chiamato. Mi diceva che temeva di non essere riuscita ad aprirsi abbastanza con te e che non sapeva che cosa avresti potuto dirle altrimenti...... Io le ho detto che tu o una qualsiasi persona, maestro o guru potete solo dare un aiuto a vedere quello che già c'è dentro di noi e le ho ricordato di provare a fare l'auto-osservazione, come dice Ramana Maharshi, che lei conosce e poi abbiamo parlato di lei e Giorgio, è pazzesco, in questo periodo persone su persone che mi parlano dei loro problemi amorosi, c'è proprio una incomprensione di fondo, ma sottile, fra le persone, fra tutte le persone, ma dato che la relazione in cui ci si dedica di più e da cui si hanno più aspettative è il rapporto di coppia, questa "chiusura mentale" viene fuori più facilmente, più evidentemente e con maggiore sofferenza, proprio in questi casi.
Io pure, talvolta, predico bene e razzolo male e, come dicevo all'incontro ultimo in cui ci siamo visti, è più facile vedere le caratteristiche degli altri che in noi stessi, a meno che non abbiamo un bello specchio in cui guardarci. Ma siccome io aborrisco guardarmi negli specchi, vuoi per favore, aiutarmi tu a vederle queste mie caratteristiche, belle o brutte che siano, semplicemente mie?
Ieri ho parlato tanto con Carla e siamo giunte alla conclusione che "ognuno è talebano delle sue cose", cioè a parole siamo tutti liberali ma basta un modo leggermente diverso di vedere le cose per farci etichettare una persona come "antipatico", "presuntuoso", "superficiale", "menefreghista", invece siamo semplicemente "diversi"!
Caro Paolo, a me pare di dire sempre le stesse cose.... vedi tu se è il caso di "arricchire" questo scritto, lo sai, io sono così e mi vado bene così, ma non vorrei annoiare!
Margherita Giannone
.............
Mia rispostina:
Cara Margherita, se delle volte mentre ti parlo o scrivo non riesco a spiegarmi chiaramente per favore dimmelo subito così provo a ripetere con più semplicità... Lo so che sono arzigogolato ma -come quel tuo professore- avrei piacere di essere compreso da te (e da chiunque altro...). Ma poi, in fondo, le cose che dico sono estremamente semplici, ognuno ne può avere coscienza da sé senza molte spiegazioni, basta prestare un po' di attenzione alla propria mente... Sappi comunqne che ho apprezzato la tua franchezza ed é buono poterla condividere, anche con gli altri che ci leggono, per gli argomenti toccati e per il modo in cui ti esprimi che é molto "lucido" e comprensibile...
Paolo D'Arpini
Era buffo, nessuno capiva niente di quello che spiegava, un po' come quando tu scrivi certi articoli, ma io lo guardavo beata (era bruttissimo) e dopo un po' volle parlare con me perchè diceva che io ero l'unica che pareva capirlo..... avesse saputo che era tutta un'altra cosa! Ma io lo guardavo beata (era bruttissimo) e dopo un po' volle parlare con me perchè diceva che io ero l'unica che pareva capirlo..... Avesse saputo che era tutta un'altra cosa! Tantè che poi divenni la baby sitter delle sue figlie, che regolarmente piazzavo davanti alla tv a vedere i cartoni animati giapponesi, che in quegli anni esplodevano (Heidi, Ufo robot, ecc.).
Ma ora comprendo che tutto può essere percepito se ci osserviamo senza distrazioni, ed è quello che ho cercato di far capire anche ad Emanuela, che oggi mi ha chiamato. Mi diceva che temeva di non essere riuscita ad aprirsi abbastanza con te e che non sapeva che cosa avresti potuto dirle altrimenti...... Io le ho detto che tu o una qualsiasi persona, maestro o guru potete solo dare un aiuto a vedere quello che già c'è dentro di noi e le ho ricordato di provare a fare l'auto-osservazione, come dice Ramana Maharshi, che lei conosce e poi abbiamo parlato di lei e Giorgio, è pazzesco, in questo periodo persone su persone che mi parlano dei loro problemi amorosi, c'è proprio una incomprensione di fondo, ma sottile, fra le persone, fra tutte le persone, ma dato che la relazione in cui ci si dedica di più e da cui si hanno più aspettative è il rapporto di coppia, questa "chiusura mentale" viene fuori più facilmente, più evidentemente e con maggiore sofferenza, proprio in questi casi.
Io pure, talvolta, predico bene e razzolo male e, come dicevo all'incontro ultimo in cui ci siamo visti, è più facile vedere le caratteristiche degli altri che in noi stessi, a meno che non abbiamo un bello specchio in cui guardarci. Ma siccome io aborrisco guardarmi negli specchi, vuoi per favore, aiutarmi tu a vederle queste mie caratteristiche, belle o brutte che siano, semplicemente mie?
Ieri ho parlato tanto con Carla e siamo giunte alla conclusione che "ognuno è talebano delle sue cose", cioè a parole siamo tutti liberali ma basta un modo leggermente diverso di vedere le cose per farci etichettare una persona come "antipatico", "presuntuoso", "superficiale", "menefreghista", invece siamo semplicemente "diversi"!
Caro Paolo, a me pare di dire sempre le stesse cose.... vedi tu se è il caso di "arricchire" questo scritto, lo sai, io sono così e mi vado bene così, ma non vorrei annoiare!
Margherita Giannone
.............
Mia rispostina:
Cara Margherita, se delle volte mentre ti parlo o scrivo non riesco a spiegarmi chiaramente per favore dimmelo subito così provo a ripetere con più semplicità... Lo so che sono arzigogolato ma -come quel tuo professore- avrei piacere di essere compreso da te (e da chiunque altro...). Ma poi, in fondo, le cose che dico sono estremamente semplici, ognuno ne può avere coscienza da sé senza molte spiegazioni, basta prestare un po' di attenzione alla propria mente... Sappi comunqne che ho apprezzato la tua franchezza ed é buono poterla condividere, anche con gli altri che ci leggono, per gli argomenti toccati e per il modo in cui ti esprimi che é molto "lucido" e comprensibile...
Paolo D'Arpini
lunedì 28 giugno 2010
"Orchidea... il fiore che piacqe agli Dei" di Rita De Angelis
Coltivare orchidee vuol dire prendere parte della natura, significa cogliere fra tutte le specie che si trovano sul mercato quelle che più stimolano la nostra fantasia e curiosità introducendoci così nella loro atmosfera arcana e misteriosa rivelata dalla bellezza dei loro fiori. Questi ultimi richiamano per primi l’attenzione dell’osservatore, che all’inizio può essere attratto dagli ibridi moderni, eccessivi ed esuberanti, ma facili da coltivare, oppure rimanere affascinato dalle specie botaniche misteriose, esclusive, che hanno un sapore di terre
lontane, ma più difficili da coltivare e trattare.
Il numero sterminato di specie di orchidee, la profonda e totale diversità tra i generi, hanno alimentato da sempre la tendenza a collezionare queste piante. Il rito iniziale della coltivazione è ormai codificato. La scena è
classica, tanto da presentarsi per due secoli di storia che si ripeterà sempre sino a quando esisteranno orchidee ed orchidofili. La prima pianta che si acquista, o si riceve in regalo, come nel mio caso, ha l’immediato potere di suscitare una grande curiosità, un euforico "piacere", che ci porta ad osservare a lungo questo oggetto esotico, ora a portata di mano, ed ammirarne la stranezza del fiore,i colori strani,il tessuto dei petali,le foglie carnose e le grosse radici che fuoriescono dai lati del vaso.
Protezione e cure vengono profuse con generosità, ma alla fine questi fiori, seppure straordinari, lentamente appassiscono. L’orchidea ormai sfiorita,trova un posto assieme a tutte le altre piante di appartamento senza speranza di rivederla in fiore. Invece dopo alcuni mesi, inaspettatamente, qualcosa inizia a muoversi, ed un nuovo germoglio incomincia la propria estenuante, lentissima crescita. Il fenomeno viene
seguito con costanza , mano a mano che il nuovo getto si innalza,e si mostra non come germoglio. Ma come un autentico stelo floreale, che in seguito mostra i boccioli, e finalmente i fiori. La gioia è immensa, di fronte a questo miracolo tanto atteso e ci si chiede se il risultato sia dovuto a cure particolari, oppure frutto della buona sorte.
Il successo ottenuto, con così basso prezzo,ci porta ad acquistare una seconda e poi una terza pianta, tanto più che non sono care come si credeva; prendiamo contatti con persone che possiedono orchidee, le quali
generosamente donano qualche piccola pianta, ottenuta dividendo esemplari troppo grandi, ed iniziamo ad acquistare libri specifici. Passo dopo passo, gli angoli della casa più idonei per accogliere le piante,come le finestre, vengono invasi da questa "nuova popolazione" e così senza rendercene conto si diventa "orchidofili".
Coltivare orchidee non è poi così difficile, anzi direi un’impresa abbastanza semplice, un po’ meno facile, è farla fiorire regolarmente,ma in quanto ad ucciderle è pressoché impossibile.
Le regole fondamentali da tenere presenti sono poche ed assai simili a quelle che riguardano le altre piante. Il principio fondamentale, da tenere sempre presente, consiste nel documentarsi sul loro habitat naturale, sul luogo da cui provengono, sulle condizioni in cui vivono e si moltiplicano in natura. Soltanto questa conoscenza,più apportare nozioni utili alla coltivazione, ricreando in cattività il clima ideale dei luoghi d’origine, che consente di capire, la quantità di acqua, luce, temperatura ed umidità delle quali ogni singola pianta ha bisogno.
Si tratta pur sempre, di esseri vivi, che a modo loro, sono in grado di comunicare i loro bisogni, lo stato di salute, basta solo "capirne il linguaggio". A questo si aggiunge l’esperienza personale che è preziosa, e tanto buon senso.
Il possesso di una serra, anche di piccole dimensioni, non è una condizione indispensabile, anche a volte si i raggiungono maggiori soddisfazioni coltivando le orchidee tra le mura domestiche, o tentare l’avventura del giardino, tutte esperienze che favoriscono un rapporto più diretto e intenso con la pianta. In questo modo molte orchidee,magari sistemate all’interno sui davanzali delle finestre, solo con pochi accorgimenti sono i grado di vivere e fiorire senza problemi. Alle regole di coltivazione, il dilettante unisce poi quell’intuizione che lo spinge a sperimentare nuovi sistemi di coltivazione, a trovare semplici soluzioni a complessi problemi, guidato dall’osservazione e sempre "dalla fortuna".
Rita De Angelis
lontane, ma più difficili da coltivare e trattare.
Il numero sterminato di specie di orchidee, la profonda e totale diversità tra i generi, hanno alimentato da sempre la tendenza a collezionare queste piante. Il rito iniziale della coltivazione è ormai codificato. La scena è
classica, tanto da presentarsi per due secoli di storia che si ripeterà sempre sino a quando esisteranno orchidee ed orchidofili. La prima pianta che si acquista, o si riceve in regalo, come nel mio caso, ha l’immediato potere di suscitare una grande curiosità, un euforico "piacere", che ci porta ad osservare a lungo questo oggetto esotico, ora a portata di mano, ed ammirarne la stranezza del fiore,i colori strani,il tessuto dei petali,le foglie carnose e le grosse radici che fuoriescono dai lati del vaso.
Protezione e cure vengono profuse con generosità, ma alla fine questi fiori, seppure straordinari, lentamente appassiscono. L’orchidea ormai sfiorita,trova un posto assieme a tutte le altre piante di appartamento senza speranza di rivederla in fiore. Invece dopo alcuni mesi, inaspettatamente, qualcosa inizia a muoversi, ed un nuovo germoglio incomincia la propria estenuante, lentissima crescita. Il fenomeno viene
seguito con costanza , mano a mano che il nuovo getto si innalza,e si mostra non come germoglio. Ma come un autentico stelo floreale, che in seguito mostra i boccioli, e finalmente i fiori. La gioia è immensa, di fronte a questo miracolo tanto atteso e ci si chiede se il risultato sia dovuto a cure particolari, oppure frutto della buona sorte.
Il successo ottenuto, con così basso prezzo,ci porta ad acquistare una seconda e poi una terza pianta, tanto più che non sono care come si credeva; prendiamo contatti con persone che possiedono orchidee, le quali
generosamente donano qualche piccola pianta, ottenuta dividendo esemplari troppo grandi, ed iniziamo ad acquistare libri specifici. Passo dopo passo, gli angoli della casa più idonei per accogliere le piante,come le finestre, vengono invasi da questa "nuova popolazione" e così senza rendercene conto si diventa "orchidofili".
Coltivare orchidee non è poi così difficile, anzi direi un’impresa abbastanza semplice, un po’ meno facile, è farla fiorire regolarmente,ma in quanto ad ucciderle è pressoché impossibile.
Le regole fondamentali da tenere presenti sono poche ed assai simili a quelle che riguardano le altre piante. Il principio fondamentale, da tenere sempre presente, consiste nel documentarsi sul loro habitat naturale, sul luogo da cui provengono, sulle condizioni in cui vivono e si moltiplicano in natura. Soltanto questa conoscenza,più apportare nozioni utili alla coltivazione, ricreando in cattività il clima ideale dei luoghi d’origine, che consente di capire, la quantità di acqua, luce, temperatura ed umidità delle quali ogni singola pianta ha bisogno.
Si tratta pur sempre, di esseri vivi, che a modo loro, sono in grado di comunicare i loro bisogni, lo stato di salute, basta solo "capirne il linguaggio". A questo si aggiunge l’esperienza personale che è preziosa, e tanto buon senso.
Il possesso di una serra, anche di piccole dimensioni, non è una condizione indispensabile, anche a volte si i raggiungono maggiori soddisfazioni coltivando le orchidee tra le mura domestiche, o tentare l’avventura del giardino, tutte esperienze che favoriscono un rapporto più diretto e intenso con la pianta. In questo modo molte orchidee,magari sistemate all’interno sui davanzali delle finestre, solo con pochi accorgimenti sono i grado di vivere e fiorire senza problemi. Alle regole di coltivazione, il dilettante unisce poi quell’intuizione che lo spinge a sperimentare nuovi sistemi di coltivazione, a trovare semplici soluzioni a complessi problemi, guidato dall’osservazione e sempre "dalla fortuna".
Rita De Angelis
domenica 27 giugno 2010
"Visione sincretica nella spiritualità laica e parcellizzazione concettuale nella religione!" - Ricordi amaro-laici
In questo momento storico in cui assistiamo ad un "clash! fra varie culture, mi son trovato a mediare le opposte visioni e le opposizioni che si creano fra esseri umani. La tendenza è sempre quella di separare nel nome di una ideologia, di una religione o di una ragione o cultura.
Ciò che avviene in medio oriente fra ebrei e musulmani, avviene anche nel resto del mondo, le contrapposizioni ideologiche si manifestano a livello planetario. Buddisti contro scintoisti, cristiani contro pagani, destri contro sinistri, etc. etc.
In Italia oggi c’è un grande fermento pseudo-religioso, da una parte alcuni si arroccano sulla difesa del cattolicesimo come ultima ratio di civiltà, altri fanno di tutto per dimostrare che invece è proprio lì il marcio, altri ancora si rivolgono a religioni più soft e ragionevoli o verso lo yoga o tendenze new age e neopagane.
Di queste nuove espressioni di pensiero ne abbiamo già discusso in precedenza, ed io cerco sempre di accogliere tutto bonariamente con spirito laico e sincretico, ma oggi mi è capitato di dover rispondere ad una email collettiva un po’ delirante in cui le accuse verso le religioni monoteiste erano anche motivo di separazione razziale e di spaccatura nel significato di comune appartenenza della specie umana, che spesso è il discorso anche di parecchi atei o cosiddetti "razionalisti".
Un po' di tempo addietro nel nostro gruppo teatrale, il Teatro Cinabro di Calcata, stavamo per mettere in scena tre atti unici di Jean Tardieu, un autore dell’assurdo, ed io mi sarei dovuto trovare ad incarnare la parte folle e pretenziosa di un professore che ha fatto dell’istruzione libresca e della cultura una sorta di roccaforte per ergersi al di sopra dell’umanità… Poi fui esautorato dalla parte per "mancanza di serietà professionale", anzi fui mandato in quarantena e riassunto solo dopo aver abbondanamente spurgato ogni "presunzione". Purtroppo questi fatti succedono allorché c'é qualcuno che si arroga il diritto di insegnare un "suo" vangelo e questo è ciò che fanno pedantemente tutti gli assuntori di una religione od ideologia, i padri della chiesa, i maestri della fede ed i docenti supremi della verità.
Ecco la mia riposta blasfema ai professori della fede:
Cari professori, non sarete mica fessi (nel senso di spaccati), spero..!
Queste idee separative della specie umana, basate su un pensiero, su un concetto religioso, non hanno senso alcuno, come si può separare quello che non è mai stato diviso dalla natura e non è nemmeno divisibile? Prendete un cristiano, se lo accoppiate con un'animista prolificano; prendete un ebreo se lo accoppiate con una taoista, prolificano; prendete un musulmano se lo accoppiate con una atea, prolificano.... Tra l'altro i musulmani, che sono furbi, l'avevano già affermato "indirettamente" che non c'è differenza alcuna, infatti hanno insegnato che tutti i figli nati da un musulmano sono musulmani (anche se hanno un genitore diverso) e tutte le donne che si accoppiano con un musulmano vengono assorbite nella "religione".
Le religioni e le fedi sono solo etichette messe lì da "satanasso" a creare scompiglio fra gli uomini, soprattutto fra quelli che amano pensare in termini separativi.... e che non hanno nient'altro da fare se non vedere differenze fra se stessi e gli altri... ed in questo ovviamente sono bravissimi anche i cristiani, i musulmani, gli ebrei, i nazisti, i comunisti, i flippatisti... e tutti quelli che spaccano l'umanità in nome di un "nome".
Sursum corda..... Esseri Umani
Ed ora per la vostra esilarazione qui di seguito alcuni flash, in chiave professorale, delle affermazioni, di vari autori, contenute in varie email ricevute:
"Nel confermare la mia concordanza con gli scritti, che ho finito di leggere ora, e mi riservo di commentarli in seguito, ritengo utile iniziare a ridurre l'impatto del mito cristico/palestinese, in quanto elaborazione mitica con ambientazione palestinese di un personaggio la cui vita altri non è che la ripetizione ad iosa di vite di altri iniziati/fondatori di religioni etc..."
"Va notato che Filone era giudeo e quindi era interessato a situare la vicenda cristica in quei luoghi. Va inoltre sottolineato che dal lavoro di Filone discende tutta l'interpretazione cristiana della bibbia ( che resta sempre nell' ambito dell' allegoria), fino alla mistificazione delle profezie, strutturate per poter dimostrare che l' avvento del messia era stato preannunciato. Secondo Giovanni Reale, profondo conoscitore della filo-teologia di Filone, il procedere di F. è l' andamento tipico di un procedere sintetico, dove i dati di partenza, nel loro reciproco rapportarsi, danno vita a qualcosa di nuovo, in cui ciascun elemento perde la primitiva fisionomia e ne acquista una originale. Quindi, salvo prova contraria, pura invenzione".
"Non può trattarsi di constatazione di coincidenze, ma fatti sostanziali che non si possono ignorare. (Così come le recenti ricerche, sviluppate proprio in Israele, sulla falsità dell'identificazione del popolo ebraico con la Palestina. Vedi...... Shlomo Sand, prof. di Storia Moderna Univ. di Tel Aviv sulla falsità del mito della diaspora, e Jules Isaac: Verità e Mito, Carabba, 1965."
"Sarebbe come dire che un'idea filosofica, teologica o più semplicemente scientifica possa essere espressa al giorno d'oggi, divulgata, e per di più accettata universalmente senza includervi, volente o nolente, il substrato ideologico dell'evoluzionismo!"
"Ovviamente, sono d'accordo su tutto. Resta da definire un punto, direi fondamentale. All'origine della religione cristiana (cioè messianica. Infatti, in greco messianesimo si traduce in cristianesimo) non abbiamo che in minima parte una componente giudaica. Se esaminiamo il cristianesimo nella sua struttura, religione elaborata in 500 anni dalla cosiddetta nascita di Gesù, vi vediamo molto Platone, molto Pitagora e pochissimo giudaismo. E' per questo nei vangeli, falsi tanto quanto quelli giudicati, a posteriori, apocrifi, si dice chiaramente che il Messia è venuto per modificare sostanzialmente la Legge...( ma quale legge? quella della bibbia elaborata dai 70, direttamente in greco...dove? ad Alessandria, che non è Palestina, ma centro culturale essenziale per l'elaborazione di quella formidabile struttura di pensiero che è l' ellenismo e la sua propaggine ellenico-romana)".
"Ti faccio tuttavia osservare: a) Caino così bistrattato, ha semplicemente applicato la legge del pastore su quella dell'allevatore. Ne abbiamo viste, nella storia, di guerre come questa; poi chi ha detto che Caino è cattivo e Abele un santo? In teoria, viste le età, discenderemmo tutti da caino.... (eh eh eh, sardonico). b) Ismaele ha dato origine agli arabi.ma quello zuccone di Abramo, non poteva andare all'osteria a bere un goccio e ricordare i bei vecchi tempi, invece di mettersi a copulare alla sua veneranda età? Guarda tu che casini ci ha lasciato in eredità! c) Esaù è uno dei termini che "quelli là" usano per indicare i cristiani o comunque i non ebrei, i goym".
"Personalmente non vedo forti contrapposizioni fra le tre religioni monolatre: in fondo in fondo si aiutano e si spalleggiano a vicenda. Questo perché "quelli là" sono riusciti ad imporre il loro dio sia a cristiani che a maomettani. Ecco perché bene ha fatto l'Europa a non riconoscere "le comuni radici giudaico cristiane": tutto ciò che è semita, di provenienza semita, di cultura semita è alieno alla nostra cultura europea, per Odino! I semiti sono altro da noi; i semiti non sono aggregabili a noi: come acqua e olio non possono mischiarsi".
"Sarebbe bene fare una riflessione sul termine "fratelli maggiori" che Giovanni Paolo II usò nei confronti degli ebrei in occasione della visita alla Sinagoga di Roma. Spesso si afferma che quella frase è una forma di sottomissione della Chiesa al Giudaismo. Ma bisognerebbe invece riflettere su cosa siano stati i "fratelli maggiori" nella Bibbia.
* Caino: il primo "fratello maggiore" della storia umana, assassino, maledetto e reietto (ma non travolto dal diluvio: questa è un'altra storia...);
* Ismaele: il primo figlio di Abramo, scacciato da casa e ridotto a vagare nel deserto con la madre Agar;
* Esaù: ingannato e tradito sia dalla madre che dal fratello "minore" Giacobbe;
* Beniamino: fratello del Giuseppe l'egiziano, venduto dai suoi fratelli, fu da questi fatto incarcerare".
"Una lettura attenta della Bibbia (che andrebbe fatta e seriamente commentata) probabilmente ci fornirebbe altri esempi del genere, che vedono i "fratelli maggiori" sempre vittime di qualcosa. Forse, in queste storie ci potrebbe essere anche un'eco mascherata delle lotte ereditarie all'interno delle famiglie, contro il cosiddetto "maggiorasco" che sussiste tuttora in Alto Adige con il "maso chiuso" e che deriva dal patriarcato".
Avete compreso ora cosa intendevo in apertura?
Paolo D'Arpini
........
Altri articoli sulla Spiritualità Laica:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=spiritualit%C3%A0+laica
Ciò che avviene in medio oriente fra ebrei e musulmani, avviene anche nel resto del mondo, le contrapposizioni ideologiche si manifestano a livello planetario. Buddisti contro scintoisti, cristiani contro pagani, destri contro sinistri, etc. etc.
In Italia oggi c’è un grande fermento pseudo-religioso, da una parte alcuni si arroccano sulla difesa del cattolicesimo come ultima ratio di civiltà, altri fanno di tutto per dimostrare che invece è proprio lì il marcio, altri ancora si rivolgono a religioni più soft e ragionevoli o verso lo yoga o tendenze new age e neopagane.
Di queste nuove espressioni di pensiero ne abbiamo già discusso in precedenza, ed io cerco sempre di accogliere tutto bonariamente con spirito laico e sincretico, ma oggi mi è capitato di dover rispondere ad una email collettiva un po’ delirante in cui le accuse verso le religioni monoteiste erano anche motivo di separazione razziale e di spaccatura nel significato di comune appartenenza della specie umana, che spesso è il discorso anche di parecchi atei o cosiddetti "razionalisti".
Un po' di tempo addietro nel nostro gruppo teatrale, il Teatro Cinabro di Calcata, stavamo per mettere in scena tre atti unici di Jean Tardieu, un autore dell’assurdo, ed io mi sarei dovuto trovare ad incarnare la parte folle e pretenziosa di un professore che ha fatto dell’istruzione libresca e della cultura una sorta di roccaforte per ergersi al di sopra dell’umanità… Poi fui esautorato dalla parte per "mancanza di serietà professionale", anzi fui mandato in quarantena e riassunto solo dopo aver abbondanamente spurgato ogni "presunzione". Purtroppo questi fatti succedono allorché c'é qualcuno che si arroga il diritto di insegnare un "suo" vangelo e questo è ciò che fanno pedantemente tutti gli assuntori di una religione od ideologia, i padri della chiesa, i maestri della fede ed i docenti supremi della verità.
Ecco la mia riposta blasfema ai professori della fede:
Cari professori, non sarete mica fessi (nel senso di spaccati), spero..!
Queste idee separative della specie umana, basate su un pensiero, su un concetto religioso, non hanno senso alcuno, come si può separare quello che non è mai stato diviso dalla natura e non è nemmeno divisibile? Prendete un cristiano, se lo accoppiate con un'animista prolificano; prendete un ebreo se lo accoppiate con una taoista, prolificano; prendete un musulmano se lo accoppiate con una atea, prolificano.... Tra l'altro i musulmani, che sono furbi, l'avevano già affermato "indirettamente" che non c'è differenza alcuna, infatti hanno insegnato che tutti i figli nati da un musulmano sono musulmani (anche se hanno un genitore diverso) e tutte le donne che si accoppiano con un musulmano vengono assorbite nella "religione".
Le religioni e le fedi sono solo etichette messe lì da "satanasso" a creare scompiglio fra gli uomini, soprattutto fra quelli che amano pensare in termini separativi.... e che non hanno nient'altro da fare se non vedere differenze fra se stessi e gli altri... ed in questo ovviamente sono bravissimi anche i cristiani, i musulmani, gli ebrei, i nazisti, i comunisti, i flippatisti... e tutti quelli che spaccano l'umanità in nome di un "nome".
Sursum corda..... Esseri Umani
Ed ora per la vostra esilarazione qui di seguito alcuni flash, in chiave professorale, delle affermazioni, di vari autori, contenute in varie email ricevute:
"Nel confermare la mia concordanza con gli scritti, che ho finito di leggere ora, e mi riservo di commentarli in seguito, ritengo utile iniziare a ridurre l'impatto del mito cristico/palestinese, in quanto elaborazione mitica con ambientazione palestinese di un personaggio la cui vita altri non è che la ripetizione ad iosa di vite di altri iniziati/fondatori di religioni etc..."
"Va notato che Filone era giudeo e quindi era interessato a situare la vicenda cristica in quei luoghi. Va inoltre sottolineato che dal lavoro di Filone discende tutta l'interpretazione cristiana della bibbia ( che resta sempre nell' ambito dell' allegoria), fino alla mistificazione delle profezie, strutturate per poter dimostrare che l' avvento del messia era stato preannunciato. Secondo Giovanni Reale, profondo conoscitore della filo-teologia di Filone, il procedere di F. è l' andamento tipico di un procedere sintetico, dove i dati di partenza, nel loro reciproco rapportarsi, danno vita a qualcosa di nuovo, in cui ciascun elemento perde la primitiva fisionomia e ne acquista una originale. Quindi, salvo prova contraria, pura invenzione".
"Non può trattarsi di constatazione di coincidenze, ma fatti sostanziali che non si possono ignorare. (Così come le recenti ricerche, sviluppate proprio in Israele, sulla falsità dell'identificazione del popolo ebraico con la Palestina. Vedi...... Shlomo Sand, prof. di Storia Moderna Univ. di Tel Aviv sulla falsità del mito della diaspora, e Jules Isaac: Verità e Mito, Carabba, 1965."
"Sarebbe come dire che un'idea filosofica, teologica o più semplicemente scientifica possa essere espressa al giorno d'oggi, divulgata, e per di più accettata universalmente senza includervi, volente o nolente, il substrato ideologico dell'evoluzionismo!"
"Ovviamente, sono d'accordo su tutto. Resta da definire un punto, direi fondamentale. All'origine della religione cristiana (cioè messianica. Infatti, in greco messianesimo si traduce in cristianesimo) non abbiamo che in minima parte una componente giudaica. Se esaminiamo il cristianesimo nella sua struttura, religione elaborata in 500 anni dalla cosiddetta nascita di Gesù, vi vediamo molto Platone, molto Pitagora e pochissimo giudaismo. E' per questo nei vangeli, falsi tanto quanto quelli giudicati, a posteriori, apocrifi, si dice chiaramente che il Messia è venuto per modificare sostanzialmente la Legge...( ma quale legge? quella della bibbia elaborata dai 70, direttamente in greco...dove? ad Alessandria, che non è Palestina, ma centro culturale essenziale per l'elaborazione di quella formidabile struttura di pensiero che è l' ellenismo e la sua propaggine ellenico-romana)".
"Ti faccio tuttavia osservare: a) Caino così bistrattato, ha semplicemente applicato la legge del pastore su quella dell'allevatore. Ne abbiamo viste, nella storia, di guerre come questa; poi chi ha detto che Caino è cattivo e Abele un santo? In teoria, viste le età, discenderemmo tutti da caino.... (eh eh eh, sardonico). b) Ismaele ha dato origine agli arabi.ma quello zuccone di Abramo, non poteva andare all'osteria a bere un goccio e ricordare i bei vecchi tempi, invece di mettersi a copulare alla sua veneranda età? Guarda tu che casini ci ha lasciato in eredità! c) Esaù è uno dei termini che "quelli là" usano per indicare i cristiani o comunque i non ebrei, i goym".
"Personalmente non vedo forti contrapposizioni fra le tre religioni monolatre: in fondo in fondo si aiutano e si spalleggiano a vicenda. Questo perché "quelli là" sono riusciti ad imporre il loro dio sia a cristiani che a maomettani. Ecco perché bene ha fatto l'Europa a non riconoscere "le comuni radici giudaico cristiane": tutto ciò che è semita, di provenienza semita, di cultura semita è alieno alla nostra cultura europea, per Odino! I semiti sono altro da noi; i semiti non sono aggregabili a noi: come acqua e olio non possono mischiarsi".
"Sarebbe bene fare una riflessione sul termine "fratelli maggiori" che Giovanni Paolo II usò nei confronti degli ebrei in occasione della visita alla Sinagoga di Roma. Spesso si afferma che quella frase è una forma di sottomissione della Chiesa al Giudaismo. Ma bisognerebbe invece riflettere su cosa siano stati i "fratelli maggiori" nella Bibbia.
* Caino: il primo "fratello maggiore" della storia umana, assassino, maledetto e reietto (ma non travolto dal diluvio: questa è un'altra storia...);
* Ismaele: il primo figlio di Abramo, scacciato da casa e ridotto a vagare nel deserto con la madre Agar;
* Esaù: ingannato e tradito sia dalla madre che dal fratello "minore" Giacobbe;
* Beniamino: fratello del Giuseppe l'egiziano, venduto dai suoi fratelli, fu da questi fatto incarcerare".
"Una lettura attenta della Bibbia (che andrebbe fatta e seriamente commentata) probabilmente ci fornirebbe altri esempi del genere, che vedono i "fratelli maggiori" sempre vittime di qualcosa. Forse, in queste storie ci potrebbe essere anche un'eco mascherata delle lotte ereditarie all'interno delle famiglie, contro il cosiddetto "maggiorasco" che sussiste tuttora in Alto Adige con il "maso chiuso" e che deriva dal patriarcato".
Avete compreso ora cosa intendevo in apertura?
Paolo D'Arpini
........
Altri articoli sulla Spiritualità Laica:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=spiritualit%C3%A0+laica
sabato 26 giugno 2010
Un pensiero in memoria di Edda Ducci: "... possa arrivarle con infinita dolcezza.."
Caro Paolo D'Arpini.
...Stasera ti scrivo con gli occhi ancora un po' umidi di lacrime. Sai,
sono settimane che mi ripromettevo di far visita ad una mia insegnante
dell'Università... un periodo bello e importante della mia vita, un
momento di grande partecipazione al "movimento" interno ed esterno
della Conoscenza! Lei mi ha permesso di dare valore pieno alla
"Parola", mi ha permesso di scegliere l'incontro autentico con il
"Verbo" e soprattutto ha dato valore all'insegnamento, in un contesto
dove si respira ancora tanta "polvere" di mediocrità e "disillusione".
Bene, ti dicevo che sono giorni che mi riprometto di farle visita,
dopo anni di silenzio. Leggo stamane sul sito dell'Università presso
cui insegnava... una cerimonia di commemorazione in suo onore.. non c'è
più Paolo.. e le mie parole sono qui ora che attendono quel confronto
con Lei che è possibile solo come "corrispondenza d'amorosi sensi".
Istintivamente ne è nato un "pensiero" che spero possa arrivarle con
infinita dolcezza: si chiamava EDDA DUCCI.
...Se mi fermo a pensare, in un attimo ritrovo tutti i miei pensieri
festosamente danzanti in un ballo pieno di magia e sogno.....Gli anni
dell'Università, gli anni "bruciati" dal sole dell'estate, dalla
pioggia di dicembre, dal vento di ogni giorno attraverso il viaggio in
metro...e poi..il Coraggio di "avere la parola" come dono creativo; il
senso di infinito in uno sguardo, in una carezza, nella ferma volontà
di esistere come "essere umano". A chi potrò ora dire "grazie", a chi
potrò scrivere quelle "Parole" che mi hanno aperto la "via", il
"sentiero", l'illusione e la giovane promessa di "felicità".. perché
Lei ci credeva nella Felicità: in ogni respiro, in ogni pausa di
silenzio, in ogni debole battito di ciglia.. Sapeva che l'Infinito è
nella parola che crea la Vita..e questo mi ha insegnato! Non conosco
l'uomo, ignoro i suoi profondi e a volte"malati" sentimenti, ma lo
amo, lo amo, perchè figlio della Parola in atto d'amore che rese il
Mondo giglio di bellezza. E io amo Lei, in un tutt'uno di emozioni che
la mano non sa trattenere e nessuno me ne voglia se grido questo canto
sul libro aperto di un bianco computer. Mi permetta di credere ancora
nella promessa di infinito che Dio regalò agli uomini, quel Dio che
anche Lei amava senza posa, come una stella del Cielo, che conosce la
sua Luce e in essa è sempre sempre Beata!
Antonella Pedicelli
............
Altri articoli di Antonella Pedicelli:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=antonella+pedicelli
...Stasera ti scrivo con gli occhi ancora un po' umidi di lacrime. Sai,
sono settimane che mi ripromettevo di far visita ad una mia insegnante
dell'Università... un periodo bello e importante della mia vita, un
momento di grande partecipazione al "movimento" interno ed esterno
della Conoscenza! Lei mi ha permesso di dare valore pieno alla
"Parola", mi ha permesso di scegliere l'incontro autentico con il
"Verbo" e soprattutto ha dato valore all'insegnamento, in un contesto
dove si respira ancora tanta "polvere" di mediocrità e "disillusione".
Bene, ti dicevo che sono giorni che mi riprometto di farle visita,
dopo anni di silenzio. Leggo stamane sul sito dell'Università presso
cui insegnava... una cerimonia di commemorazione in suo onore.. non c'è
più Paolo.. e le mie parole sono qui ora che attendono quel confronto
con Lei che è possibile solo come "corrispondenza d'amorosi sensi".
Istintivamente ne è nato un "pensiero" che spero possa arrivarle con
infinita dolcezza: si chiamava EDDA DUCCI.
...Se mi fermo a pensare, in un attimo ritrovo tutti i miei pensieri
festosamente danzanti in un ballo pieno di magia e sogno.....Gli anni
dell'Università, gli anni "bruciati" dal sole dell'estate, dalla
pioggia di dicembre, dal vento di ogni giorno attraverso il viaggio in
metro...e poi..il Coraggio di "avere la parola" come dono creativo; il
senso di infinito in uno sguardo, in una carezza, nella ferma volontà
di esistere come "essere umano". A chi potrò ora dire "grazie", a chi
potrò scrivere quelle "Parole" che mi hanno aperto la "via", il
"sentiero", l'illusione e la giovane promessa di "felicità".. perché
Lei ci credeva nella Felicità: in ogni respiro, in ogni pausa di
silenzio, in ogni debole battito di ciglia.. Sapeva che l'Infinito è
nella parola che crea la Vita..e questo mi ha insegnato! Non conosco
l'uomo, ignoro i suoi profondi e a volte"malati" sentimenti, ma lo
amo, lo amo, perchè figlio della Parola in atto d'amore che rese il
Mondo giglio di bellezza. E io amo Lei, in un tutt'uno di emozioni che
la mano non sa trattenere e nessuno me ne voglia se grido questo canto
sul libro aperto di un bianco computer. Mi permetta di credere ancora
nella promessa di infinito che Dio regalò agli uomini, quel Dio che
anche Lei amava senza posa, come una stella del Cielo, che conosce la
sua Luce e in essa è sempre sempre Beata!
Antonella Pedicelli
............
Altri articoli di Antonella Pedicelli:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=antonella+pedicelli
venerdì 25 giugno 2010
Scambio di pareri sulla dieta ecologica e naturale per l'uomo - di Caterina Regazzi e Paolo D'Arpini
Dialogo sulla dieta naturale dell’uomo
Caro Paolo, vorrei provare a scriverti qualcosa su quello che penso (???) riguardo a ciò che viene descritta come "dieta vegetariana o vegetarismo"
Mi sembra un po' esagerato dire che tutti i problemi della salute umana derivano dal consumo di carne! Alcuni autori "vegetariani" citano come esempi la mucca pazza, i vitelli agli estrogeni, il pesce al mercurio, ecc. A parte che facendo un giro negli ospedali si può appurare che l'uomo si ammala per ben altre cose che non il consumo di carne: inquinamento atmosferico, abuso di farmaci, vita troppo stressante e poca attività fisica, cause dei problemi cardio-vascolari, alimentazione eccessiva in tutto, troppa carne magari, anche, ma anche troppi zuccheri, troppo alcool, troppo fumo.
I morti per morbo della mucca pazza si contano in poche unità, ma quanti sono quelli che muoiono per incidenti stradali o incidenti sul lavoro?
I problemi che l'uomo può avere consumando carne o altri prodotti di origine animale, a lungo andare, non dipendono tanto dal consumo di carne in sé ma dal fatto che l'uomo a volte usa sostante vietate nell’allevamento (ormoni) o sostanze che non sono vietate ma non vengono usate correttamente (farmaci) o nelle carni vanno a finire sostanze dannose che provengono dall'inquinamento ambientale....... quindi è l'uomo che è un "cattivo" amministratore dell’ambiente, non è specificatamente l’ingestione della carne che lo è..... insomma ci sarebbe bisogno di una rivoluzione globale sul nostro stile di vita (tu mi sembri un bell'esempio) ....... chissà come sarà il mondo anche solo fra 50 anni!
Ciao e grazie, Caterina Regazzi (veterinario)
……………..
Hai perfettamente ragione, cara Caterina, infatti i "vegetariani" a volte si esprimono come "talebani vegetariani....". Da parte mia cerco di essere sincretico, capisco le ragioni "animaliste" ed anche le tue e quelle di persone che cercano di ritrovare un'armonia alimentare senza eccessi. Io personalmente non mangio carne dal 1973 e debbo dirti che ne ho trovato un grande giovamento, mi rendo però conto delle difficoltà insite in questo "riaggiustamento" del corpo umano. Il fatto è che i nostro organismo si "adatta" a digerire ed assimilare proteine etc. dalla carne e lo fa attraverso la creazione di appositi enzimi digestivi. Dopo anni che lo stomaco si è "adattato" ad assorbire dalla carne i nutrienti necessari (un po’ come succede per lo zucchero raffinato che dopo prolungato consumo vizia lo stomaco sino al punto che poi risulta molto difficile l’assorbimento degli zuccheri dalla frutta, etc.) ci vuole pazienza nel riprendere pian piano l’abitudine alimentare giusta, ovvero ridurre la carne ed i prodotti di origine animale a non più del 10% del totale cibo assunto. Comunque è vero che secondo le latitudini il consumo di carne e suoi derivati è più o meno accentuato, e qui dovremmo fare una digressione sul tipo di alimentazione seguita in Italia per migliaia di anni dai nostri padri….
Sono comunque dell’opinione che ognuno deve ritrovare per sé stesso il suo equilibrio, io non voglio forzare nessuno, nemmeno i miei figli sono strettamente vegetariani, mangiano poca carne, questo sì, ma lo fanno in modo rispettoso… Ad esempio mio figlio Felix, che vive anch’egli qui a Calcata (e malgrado la sua giovane età, è del 1984, ha già tre bambini, un maschio ed una femmina), coltiva l'orto, lavora manualmente ed alleva animali che di tanto in tanto uccide con le sue mani... Questo mi sembra un atteggiamento "ecologico", anche se io personalmente non potrei farlo, per mie caratteristiche psichiche, ma non ci vedo nulla di anormale nella sua vita e nemmeno vedrei nulla di strano nella vita degli uomini moderni se sviluppassero un rapporto meno indifferente verso gli animali.
Non mi piace che le persone deleghino al macellaio l’uccisione e poi vadano al supermercato ad acquistare cadaveri confezionati…. Mi sembrano però ragionevoli le tue obiezioni sulla salute e sulle cause di morte e malattia, spesso vedo che parecchie persone sollevano gli stessi dubbi... ed è importante chiarire i vari punti senza eccedere da un lato o dall'altro... Sostanzialmente, secondo me, il problema subentra quando si ignora l’ecologia del corpo umano oppure quando si diventa vegetariani per motivi "etici" e conseguentemente si assume un atteggiamento da credente religioso, in entrambi i casi è difficile mantenere un'equanimità di giudizio…. Si resta fuorviati dal concetto etico e morale del "vegetarianesimo animalista" oppure si continua a non considerare qual è la vera struttura anatomica del corpo umano… l’uomo è un animale frugivoro come le altre scimmie antropomorfe, i suini, gli orsi, etc.
Durante i festeggiamenti per il XXVII anniversario del Circolo, sono venute diverse persone a trovarmi. Due professori che avevano letto di noi da qualche parte, hanno avviato un discorso sul vegetarismo, più o meno nei termini del discorso che stiamo facendo adesso, ne abbiamo parlato passeggiando, senza enfasi alcuna, infatti ritengo importante affrontare questo tema con spirito laico... questo perché penso che ognuno deve sviluppare le proprie opinioni e scelte senza coercizioni di sorta (né da una parte né dall’altra).
Son contento dell’occasione che mi hai dato di continuare un dialogo sulla dieta naturale dell’uomo.
Paolo D’Arpini
Vedi altro articolo sulla dieta naturale:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/alimentazione-ed-ecologia/
Caro Paolo, vorrei provare a scriverti qualcosa su quello che penso (???) riguardo a ciò che viene descritta come "dieta vegetariana o vegetarismo"
Mi sembra un po' esagerato dire che tutti i problemi della salute umana derivano dal consumo di carne! Alcuni autori "vegetariani" citano come esempi la mucca pazza, i vitelli agli estrogeni, il pesce al mercurio, ecc. A parte che facendo un giro negli ospedali si può appurare che l'uomo si ammala per ben altre cose che non il consumo di carne: inquinamento atmosferico, abuso di farmaci, vita troppo stressante e poca attività fisica, cause dei problemi cardio-vascolari, alimentazione eccessiva in tutto, troppa carne magari, anche, ma anche troppi zuccheri, troppo alcool, troppo fumo.
I morti per morbo della mucca pazza si contano in poche unità, ma quanti sono quelli che muoiono per incidenti stradali o incidenti sul lavoro?
I problemi che l'uomo può avere consumando carne o altri prodotti di origine animale, a lungo andare, non dipendono tanto dal consumo di carne in sé ma dal fatto che l'uomo a volte usa sostante vietate nell’allevamento (ormoni) o sostanze che non sono vietate ma non vengono usate correttamente (farmaci) o nelle carni vanno a finire sostanze dannose che provengono dall'inquinamento ambientale....... quindi è l'uomo che è un "cattivo" amministratore dell’ambiente, non è specificatamente l’ingestione della carne che lo è..... insomma ci sarebbe bisogno di una rivoluzione globale sul nostro stile di vita (tu mi sembri un bell'esempio) ....... chissà come sarà il mondo anche solo fra 50 anni!
Ciao e grazie, Caterina Regazzi (veterinario)
……………..
Hai perfettamente ragione, cara Caterina, infatti i "vegetariani" a volte si esprimono come "talebani vegetariani....". Da parte mia cerco di essere sincretico, capisco le ragioni "animaliste" ed anche le tue e quelle di persone che cercano di ritrovare un'armonia alimentare senza eccessi. Io personalmente non mangio carne dal 1973 e debbo dirti che ne ho trovato un grande giovamento, mi rendo però conto delle difficoltà insite in questo "riaggiustamento" del corpo umano. Il fatto è che i nostro organismo si "adatta" a digerire ed assimilare proteine etc. dalla carne e lo fa attraverso la creazione di appositi enzimi digestivi. Dopo anni che lo stomaco si è "adattato" ad assorbire dalla carne i nutrienti necessari (un po’ come succede per lo zucchero raffinato che dopo prolungato consumo vizia lo stomaco sino al punto che poi risulta molto difficile l’assorbimento degli zuccheri dalla frutta, etc.) ci vuole pazienza nel riprendere pian piano l’abitudine alimentare giusta, ovvero ridurre la carne ed i prodotti di origine animale a non più del 10% del totale cibo assunto. Comunque è vero che secondo le latitudini il consumo di carne e suoi derivati è più o meno accentuato, e qui dovremmo fare una digressione sul tipo di alimentazione seguita in Italia per migliaia di anni dai nostri padri….
Sono comunque dell’opinione che ognuno deve ritrovare per sé stesso il suo equilibrio, io non voglio forzare nessuno, nemmeno i miei figli sono strettamente vegetariani, mangiano poca carne, questo sì, ma lo fanno in modo rispettoso… Ad esempio mio figlio Felix, che vive anch’egli qui a Calcata (e malgrado la sua giovane età, è del 1984, ha già tre bambini, un maschio ed una femmina), coltiva l'orto, lavora manualmente ed alleva animali che di tanto in tanto uccide con le sue mani... Questo mi sembra un atteggiamento "ecologico", anche se io personalmente non potrei farlo, per mie caratteristiche psichiche, ma non ci vedo nulla di anormale nella sua vita e nemmeno vedrei nulla di strano nella vita degli uomini moderni se sviluppassero un rapporto meno indifferente verso gli animali.
Non mi piace che le persone deleghino al macellaio l’uccisione e poi vadano al supermercato ad acquistare cadaveri confezionati…. Mi sembrano però ragionevoli le tue obiezioni sulla salute e sulle cause di morte e malattia, spesso vedo che parecchie persone sollevano gli stessi dubbi... ed è importante chiarire i vari punti senza eccedere da un lato o dall'altro... Sostanzialmente, secondo me, il problema subentra quando si ignora l’ecologia del corpo umano oppure quando si diventa vegetariani per motivi "etici" e conseguentemente si assume un atteggiamento da credente religioso, in entrambi i casi è difficile mantenere un'equanimità di giudizio…. Si resta fuorviati dal concetto etico e morale del "vegetarianesimo animalista" oppure si continua a non considerare qual è la vera struttura anatomica del corpo umano… l’uomo è un animale frugivoro come le altre scimmie antropomorfe, i suini, gli orsi, etc.
Durante i festeggiamenti per il XXVII anniversario del Circolo, sono venute diverse persone a trovarmi. Due professori che avevano letto di noi da qualche parte, hanno avviato un discorso sul vegetarismo, più o meno nei termini del discorso che stiamo facendo adesso, ne abbiamo parlato passeggiando, senza enfasi alcuna, infatti ritengo importante affrontare questo tema con spirito laico... questo perché penso che ognuno deve sviluppare le proprie opinioni e scelte senza coercizioni di sorta (né da una parte né dall’altra).
Son contento dell’occasione che mi hai dato di continuare un dialogo sulla dieta naturale dell’uomo.
Paolo D’Arpini
Vedi altro articolo sulla dieta naturale:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/alimentazione-ed-ecologia/
giovedì 24 giugno 2010
Peter Boom: "Ecologia sessuale nel mondo animale"
Gli animali, al contrario della maggior parte degli uomini, trattano il sesso come un fenomeno naturale, uguale a tutte le altre attività fisiche fondamentali nella vita di tutti i giorni e ... non si vergognano mai.
Gli animali ne combinano di tutti i colori, come anche gli uomini, ma noi esseri umani dobbiamo tener conto di una morale che ci dice di non nuocere ai nostri simili. Gli atti sessuali nocivi sono quelli attuati contro la volontà dei o delle partner, per esempio lo stupro e la pedofilia. Altamente nociva può essere anche l'automutilazione, fenomeno fortunatamente assai raro.
Un animaletto che conosciamo tutti, miracolo della natura, è il lombrico. Esso è un ermafrodita completo e possiede i genitali maschili e femminili. Quando due vermi fanno l'amore si fecondano a vicenda eiaculando con i rispettivi organi maschili in una speciale tasca per lo sperma dentro il corpo dell'altro.
Una completezza sessuale da invidiare!
Un altro vermetto ermafrodita è un parassita della carpa che dimora sulle branchie di alcune specie di questo pesce. Quando due di queste creaturine si incontrano si attaccano per sempre (ecco l'amore eterno!) attraverso i loro organi sessuali. Rimangono così fedeli per la vita. Il pene dell'uno resta attaccato nella vagina dell'altro e viceversa. Un godimento immenso, duraturo e soprattutto doppiamente reciproco.
Anche in molti pesci si possono ammirare tendenze pansessuali. I comunissimi guppy maschi negli acquari tropicali si dilettano anche con gli altri maschi in gioiosi giochi di sfregamento e pungolamento e lo fanno anche con le piante con i sassi e tutto quello che gli capita a tiro di c.... .
Lo xyphophorus, quando invecchia addirittura cambia sesso ed è un po' come quando alle donne anziane comincia a crescere la barba.
Il delfino è proprio libertino al 100% e alla minima provocazione parteciperà ad orge sfrenate senza distinzione di sesso o di età. Le loro copulazioni frequenti non sono mosse da alcun desiderio di riproduzione e in questo sono simili a noi esseri umani. Anche loro si masturbano, mettendo il pene in posizione adatta per ricevere il passaggio dell'acqua che entra e glissa intorno.
L'axolotl, una salamandra messicana cambia sesso quando la si mette per un periodo in acqua distillata.
Magari potessero essere così indolori anche le operazioni di sesso sugli umani.
Certo è che questi animali non vengono redarguiti mai da preti o deità inventate per peccati inesistenti, tipico e triste fenomeno di noi uomini (Ahi! tipico maschilismo linquistico) e donne. La gioia del sesso è per loro perfettamente naturale.
Le femmine delle cimici non possiedono una vagina, ma questo non è un ostacolo e i maschi le penetrano semplicemente l'addome. La ferita sessuale poi si richiude velocemente e lascia una cicatrice. Esiste una specie di cimici in cui i maschi si perforano a vicenda e copulano, nutrendosi così dello sperma dell'altro. Lo sperma è ricco di sostanze vitaminiche, come tutti sappiamo.
Alcune specie di lumache sono capaci di fecondarsi da soli, cioè introducono il proprio pene nella propria vagina. Non è forse invidiabile?
Anche le lumache romane ( le abbiamo mangiate tante volte) si penetrano a vicenda, perforandosi la pelle in un amplesso sadomaso. Un'altra lumaca di montagna si allinea con i suoi simili nell'accoppiamento comportandosi nello stesso tempo da maschio e da femmina. Soltanto il primo della fila non si comporta da maschio non avendo nessuno davanti e ... naturalmente l'ultimo non fa da femmina, rimanendo probabilmente un pochino frustrato. Eh, non si può avere sempre tutto dalla vita.
Le rane, spesso odiate per la loro assordante musica amorosa, da giovani sono generalmente ermafroditiche, ma la maggior parte di esse si sviluppa poi come maschio. Anche alcune specie di rospi possiedono caratteristiche dei due sessi. Se un maschio dovesse venir castrato (incidenti che purtroppo possono capitare), si svilupperebbe una vagina e potrebbe affrontare la riproduzione senza traumi psichici.
Esiste una specie di vespe che depongono uova già fecondate e che fanno nascere solo femmine fertili. Non hanno bisogno di maschi. Ideale per le donne che desiderano mettere al mondo figli senza toccare un maschio.
Eh, la natura insegna tante cose.
Chi non ha o ha conosciuto i nostri più tipici animali domestici, il gatto e il cane, campioni di immoralità secondo alcuni schemi imposti da religioni, giudici e anche medici, psicologi e psichiatri non ancora in linea con un mondo più libero e meno prevenuto. Ho visto in campagna un gattone che cercava di violentare gattini di appena un mese. I gattini in preda al maschio cattivo strillavano e naturalmente li ho liberati al più presto dalla presa dello stupratore, che mi ha anche graffiato. I cani sono veri sporcaccioni (ma così li ha creati Dio) e quando si incontrano spesso esibiscono rapporti di cunnilingus, fellatio, 69, esibizionismo, voyeurismo, analinctus, sodomia, omosessualità, stupro, urolagnia e persino sadomasochismo, dopodiché se ne vanno scodinzolando come se niente fosse successo e ... senza alcun senso di colpa.
Questi fenomeni possono manifestarsi in molti animali.
Abitudini di omosessualità si possono moltiplicare quando gli animali vengono tenuti in cattività, come può succedere anche per l'uomo quando si trova in carcere o isolato dalle donne (esercito, palestra, etc.).
Un pesce, il gastrosteide a dieci spine, quando vengono segregati i maschi in una vasca, alcuni si comportano da femmine e prendono anche il tipico colore grigio screziato delle femmine ( sembra che si travestano) e così succede anche alle femmine delle quali alcune assumeranno il ruolo maschile. Eh, in mancanza d'altro bisognerà pur divertirsi e chissà si divertiranno pure dippiù.
Un uccello (intendo qui un volatile) ci può lasciare di stucco ed è il piccione, che sessualmente è tra le specie più liberate. Spesso la femmina monta il maschio, che si accovaccia e preme la sua cloaca contro quella della femmina. I genitali del maschio e della femmina si assomigliano, chiamati tutt'e due e propriamente cloache. Tra i piccioni l'omosessualità è molto comune e praticano anche le "Unioni di Fatto". Malgrado i politici così recalcitranti ai diritti uguali per tutti i nostri cari animali ci insegnano che non c'è niente di nuovo sotto il sole.
I corvi non gracchieranno mai: "Il triangolo no!", perché se ne intendono e praticano l'omosessualità con una grande tenerezza e affetto. Due femmine possono benissimo formare una coppia e costruire il loro nido d'amore dove avrà luogo la deposizione di uova sterili dopo una monta vera e propria. Quando poi arriva un maschio e coprirà prima una delle due e poi anche l'altra, vivranno tutt'e tre felicemente e fedelmente insieme. Non mi pare che abbiano fatto qualcosa di male.
L'oca è un essere sentimentalissimo sia nelle sue relazioni etero-, sia in quelle omo-sessuali. Le oche costituiscono, in genere, fedelissime coppiette e se uno dei due muore languono e soffriranno di una profonda depressione. Non bisogna mai dire che gli animali non hanno sentimenti o cuore.
Non parliamo poi delle scimmie, che ne combinano tante e spesso anche esibizionisticamente davanti a un folto pubblico di bambini e bambine, che le osservano con strilli di divertimento. Chissà perchè le maestre e i maestri portano sempre le scolaresche allo zoo, forse dovrebbe essere proibito! Meno male che almeno questo viene tollerato. E non è vietato, perché noi animali umani ci sentiamo molto superiori agli altri animali e pertanto tolleriamo la loro libera sessualità. Forse gli animali potrebbero insegnarci tante cose.
Peter Boom, autore della Teoria della Pansessualità
Altri articoli sullo stesso tema:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/page/2/?s=pansessualit%C3%A0
Gli animali ne combinano di tutti i colori, come anche gli uomini, ma noi esseri umani dobbiamo tener conto di una morale che ci dice di non nuocere ai nostri simili. Gli atti sessuali nocivi sono quelli attuati contro la volontà dei o delle partner, per esempio lo stupro e la pedofilia. Altamente nociva può essere anche l'automutilazione, fenomeno fortunatamente assai raro.
Un animaletto che conosciamo tutti, miracolo della natura, è il lombrico. Esso è un ermafrodita completo e possiede i genitali maschili e femminili. Quando due vermi fanno l'amore si fecondano a vicenda eiaculando con i rispettivi organi maschili in una speciale tasca per lo sperma dentro il corpo dell'altro.
Una completezza sessuale da invidiare!
Un altro vermetto ermafrodita è un parassita della carpa che dimora sulle branchie di alcune specie di questo pesce. Quando due di queste creaturine si incontrano si attaccano per sempre (ecco l'amore eterno!) attraverso i loro organi sessuali. Rimangono così fedeli per la vita. Il pene dell'uno resta attaccato nella vagina dell'altro e viceversa. Un godimento immenso, duraturo e soprattutto doppiamente reciproco.
Anche in molti pesci si possono ammirare tendenze pansessuali. I comunissimi guppy maschi negli acquari tropicali si dilettano anche con gli altri maschi in gioiosi giochi di sfregamento e pungolamento e lo fanno anche con le piante con i sassi e tutto quello che gli capita a tiro di c.... .
Lo xyphophorus, quando invecchia addirittura cambia sesso ed è un po' come quando alle donne anziane comincia a crescere la barba.
Il delfino è proprio libertino al 100% e alla minima provocazione parteciperà ad orge sfrenate senza distinzione di sesso o di età. Le loro copulazioni frequenti non sono mosse da alcun desiderio di riproduzione e in questo sono simili a noi esseri umani. Anche loro si masturbano, mettendo il pene in posizione adatta per ricevere il passaggio dell'acqua che entra e glissa intorno.
L'axolotl, una salamandra messicana cambia sesso quando la si mette per un periodo in acqua distillata.
Magari potessero essere così indolori anche le operazioni di sesso sugli umani.
Certo è che questi animali non vengono redarguiti mai da preti o deità inventate per peccati inesistenti, tipico e triste fenomeno di noi uomini (Ahi! tipico maschilismo linquistico) e donne. La gioia del sesso è per loro perfettamente naturale.
Le femmine delle cimici non possiedono una vagina, ma questo non è un ostacolo e i maschi le penetrano semplicemente l'addome. La ferita sessuale poi si richiude velocemente e lascia una cicatrice. Esiste una specie di cimici in cui i maschi si perforano a vicenda e copulano, nutrendosi così dello sperma dell'altro. Lo sperma è ricco di sostanze vitaminiche, come tutti sappiamo.
Alcune specie di lumache sono capaci di fecondarsi da soli, cioè introducono il proprio pene nella propria vagina. Non è forse invidiabile?
Anche le lumache romane ( le abbiamo mangiate tante volte) si penetrano a vicenda, perforandosi la pelle in un amplesso sadomaso. Un'altra lumaca di montagna si allinea con i suoi simili nell'accoppiamento comportandosi nello stesso tempo da maschio e da femmina. Soltanto il primo della fila non si comporta da maschio non avendo nessuno davanti e ... naturalmente l'ultimo non fa da femmina, rimanendo probabilmente un pochino frustrato. Eh, non si può avere sempre tutto dalla vita.
Le rane, spesso odiate per la loro assordante musica amorosa, da giovani sono generalmente ermafroditiche, ma la maggior parte di esse si sviluppa poi come maschio. Anche alcune specie di rospi possiedono caratteristiche dei due sessi. Se un maschio dovesse venir castrato (incidenti che purtroppo possono capitare), si svilupperebbe una vagina e potrebbe affrontare la riproduzione senza traumi psichici.
Esiste una specie di vespe che depongono uova già fecondate e che fanno nascere solo femmine fertili. Non hanno bisogno di maschi. Ideale per le donne che desiderano mettere al mondo figli senza toccare un maschio.
Eh, la natura insegna tante cose.
Chi non ha o ha conosciuto i nostri più tipici animali domestici, il gatto e il cane, campioni di immoralità secondo alcuni schemi imposti da religioni, giudici e anche medici, psicologi e psichiatri non ancora in linea con un mondo più libero e meno prevenuto. Ho visto in campagna un gattone che cercava di violentare gattini di appena un mese. I gattini in preda al maschio cattivo strillavano e naturalmente li ho liberati al più presto dalla presa dello stupratore, che mi ha anche graffiato. I cani sono veri sporcaccioni (ma così li ha creati Dio) e quando si incontrano spesso esibiscono rapporti di cunnilingus, fellatio, 69, esibizionismo, voyeurismo, analinctus, sodomia, omosessualità, stupro, urolagnia e persino sadomasochismo, dopodiché se ne vanno scodinzolando come se niente fosse successo e ... senza alcun senso di colpa.
Questi fenomeni possono manifestarsi in molti animali.
Abitudini di omosessualità si possono moltiplicare quando gli animali vengono tenuti in cattività, come può succedere anche per l'uomo quando si trova in carcere o isolato dalle donne (esercito, palestra, etc.).
Un pesce, il gastrosteide a dieci spine, quando vengono segregati i maschi in una vasca, alcuni si comportano da femmine e prendono anche il tipico colore grigio screziato delle femmine ( sembra che si travestano) e così succede anche alle femmine delle quali alcune assumeranno il ruolo maschile. Eh, in mancanza d'altro bisognerà pur divertirsi e chissà si divertiranno pure dippiù.
Un uccello (intendo qui un volatile) ci può lasciare di stucco ed è il piccione, che sessualmente è tra le specie più liberate. Spesso la femmina monta il maschio, che si accovaccia e preme la sua cloaca contro quella della femmina. I genitali del maschio e della femmina si assomigliano, chiamati tutt'e due e propriamente cloache. Tra i piccioni l'omosessualità è molto comune e praticano anche le "Unioni di Fatto". Malgrado i politici così recalcitranti ai diritti uguali per tutti i nostri cari animali ci insegnano che non c'è niente di nuovo sotto il sole.
I corvi non gracchieranno mai: "Il triangolo no!", perché se ne intendono e praticano l'omosessualità con una grande tenerezza e affetto. Due femmine possono benissimo formare una coppia e costruire il loro nido d'amore dove avrà luogo la deposizione di uova sterili dopo una monta vera e propria. Quando poi arriva un maschio e coprirà prima una delle due e poi anche l'altra, vivranno tutt'e tre felicemente e fedelmente insieme. Non mi pare che abbiano fatto qualcosa di male.
L'oca è un essere sentimentalissimo sia nelle sue relazioni etero-, sia in quelle omo-sessuali. Le oche costituiscono, in genere, fedelissime coppiette e se uno dei due muore languono e soffriranno di una profonda depressione. Non bisogna mai dire che gli animali non hanno sentimenti o cuore.
Non parliamo poi delle scimmie, che ne combinano tante e spesso anche esibizionisticamente davanti a un folto pubblico di bambini e bambine, che le osservano con strilli di divertimento. Chissà perchè le maestre e i maestri portano sempre le scolaresche allo zoo, forse dovrebbe essere proibito! Meno male che almeno questo viene tollerato. E non è vietato, perché noi animali umani ci sentiamo molto superiori agli altri animali e pertanto tolleriamo la loro libera sessualità. Forse gli animali potrebbero insegnarci tante cose.
Peter Boom, autore della Teoria della Pansessualità
Altri articoli sullo stesso tema:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/page/2/?s=pansessualit%C3%A0
mercoledì 23 giugno 2010
Considerazioni ...sullo stato intermedio, fra la vita e la morte, e sull'esistenza dell'anima...
Caro Paolo, colgo l'occasione dell'intervento di Marco bracci sulla premorienza, (vedi: http://saul-arpino.blogspot.com/2010/06/il-giornaletto-di-saul-del-23-giugno.html )
per comunicare alcune considerazioni:
1) Di sicuro la mitologia legata all'oltretomba nasce nella coscienza umana in consguenza dei racconti che i pre-morti poi rinati hanno fatto dai primordi dell'umanità ad oggi. D'altronde è la stessa Scienza post-quantistica che ci dimostra l'esistenza di una coscienza globale come menifestazione dell'unitarietà del nostro "essere umani". Come dice e scrive Vittorio Marchi, il concetto di psicosomatica è un retaggio del passato. NOn esiste una psiche che comunica col corpo, producendo certi fenomeni che noi chiamiamo appounto psicosomatici, perchè il corpo e la psiche sono un tutt'uno. Questa è la nostra "coscienza" che pervade tutto il nostro "essere" e la sua modalità di "esistere",
2) La spiegazione dei "miracoli" è tutta qui. L'intervento del sovrannaturale non esiste in quanto tutto è "naturale", in ciò contestando i "positivisti" che ancora esistono come cascami di un mondo culturale ormai superato. Il pensiero tradizionale, iniziatico ed esoterico, aveva già espresso questi concetti attraverso il Neo-Platonismo, non a caso perseguitato dalla Chiesa durante millenni.
3) La SINCRONICITà cioè il legame tra fisica e psiche è già stata ampiamente illustrata da personalità scientifiche del calibro di Pauli, Jung e Chopra.
4) Potrei citare alcuni casi di "coincidenze" veramente sorprendenti capitatemi nell'arco della mia esistenza.
Giorgio Vitali.
per comunicare alcune considerazioni:
1) Di sicuro la mitologia legata all'oltretomba nasce nella coscienza umana in consguenza dei racconti che i pre-morti poi rinati hanno fatto dai primordi dell'umanità ad oggi. D'altronde è la stessa Scienza post-quantistica che ci dimostra l'esistenza di una coscienza globale come menifestazione dell'unitarietà del nostro "essere umani". Come dice e scrive Vittorio Marchi, il concetto di psicosomatica è un retaggio del passato. NOn esiste una psiche che comunica col corpo, producendo certi fenomeni che noi chiamiamo appounto psicosomatici, perchè il corpo e la psiche sono un tutt'uno. Questa è la nostra "coscienza" che pervade tutto il nostro "essere" e la sua modalità di "esistere",
2) La spiegazione dei "miracoli" è tutta qui. L'intervento del sovrannaturale non esiste in quanto tutto è "naturale", in ciò contestando i "positivisti" che ancora esistono come cascami di un mondo culturale ormai superato. Il pensiero tradizionale, iniziatico ed esoterico, aveva già espresso questi concetti attraverso il Neo-Platonismo, non a caso perseguitato dalla Chiesa durante millenni.
3) La SINCRONICITà cioè il legame tra fisica e psiche è già stata ampiamente illustrata da personalità scientifiche del calibro di Pauli, Jung e Chopra.
4) Potrei citare alcuni casi di "coincidenze" veramente sorprendenti capitatemi nell'arco della mia esistenza.
Giorgio Vitali.
martedì 22 giugno 2010
Ecologia profonda ed effetto serra da carne: "La bistecca che sta uccidendo la Terra"
"Ciò che è ingiusto è anche dannoso" (Franco Libero Manco)
E’ avvilente constatare come giornalmente la televisione di Stato inondi le case degli italiani con programmi di ricette prevalentemente a base di carne . Parti anatomiche di animali messi a bella mostra allo scopo di indurre la popolazione a consumare tali infausti prodotti, con la compiacente adesione del conduttore (o conduttrice) ed il nutrizionista di turno che elogiano la squisitezza di simili pasti dall’effetto devastante sul piano salutistico, etico, economico e ambientale.
Dovremmo sprofondare dalla vergogna di fronte a simili macabri scenari, stereotipi di una cultura irresponsabile quanto disumanizzante. Pezzi di cadaveri sanguinolenti, considerati pietanze succulente, più adatti agli sciacalli, alle iene, ai leoni che non agli esseri umani. Gambe, fegato, cuore, milza ecc, simili alle gambe, al cuore al fegato, alla milza degli esseri umani fanno venire l’acquolina in bocca a individui dal gusto ormai degenerato e che si prestano al gioco delle lobby per guadagni che grondano sangue e dolore e gridano vendetta davanti alla vita.
Molte persone non hanno più la giusta sensibilità per inorridire di fronte a simili perversioni. Ma non v’è fetore al quale l’uomo non finisca coll’abituarsi, né crimine che non abbia imparato a considerare con indifferenza e al di là di una simile vergogna vi è l’irresponsabilità verso la propria salute, del prossimo e dell’ambiente. I propagatori di tali sconcezze non si rendono conto (?) che per ogni individuo che sarà invogliato a consumare tali pietanze condannerà a morte migliaia di esseri innocenti e che questo spegne il senso della pietà, della condivisione e il pensiero critico della popolazione, unico e solo mezzo che possa consentire agli umani di raggiungere la pace, il benessere e la giustizia sulla terra; non si rendono conto che per ogni bistecca in più consumata ognuno causa la distruzione di almeno 5 mq di foresta, che tutti gli ecosistemi stanno per saltare e che i conduttori dei programmi televisivi, o gli esponenti sociali o politici, che così spesso si prestano a campagne di tutela dell’ambiente, sono essi stessi la causa della natura oramai in agonia; come sono degli spudorati ipocriti coloro che atteggiandosi a filantropi si prestano nella raccolta di fondi per combattere le malattie degenerative mentre loro stessi, spingendo la gente a consumare prodotti animali, sono la causa diretta delle malattie che stanno flagellando il genere umano.
I pesci nei mari sono in pauroso declino, i grandi abitanti degli oceani sono stati decimati, l’80% del patrimonio ittico del mediterraneo è a rischio di estinzione, eppure non c’è giorno che, in modo martellante, la televisione non inviti irresponsabilmente la gente a consumare pesce per le sue presunte proprietà nutrizionali, proprietà facilmente reperibili nel mondo vegetarle senza incorrere ai sicuri effetti collaterali: ma l’importante pare sia tutelare gli interessi di una categoria più che quelli del pianeta.
Né si rendono conto tutti coloro che lottano contro la fame nel mondo, in incontri programmatici a base di bistecche, che essi stessi sono la causa indiretta, dal momento che le terre delle popolazioni più povere vengono utilizzate dalle multinazionali in monoculture di alimenti per gli allevamenti di animali sottraendole ai contadini inducendo 200.000 indiani al suicidio per la disperazione negli ultimi 10 anni; non si rendono conto coloro che invitano a non sprecare l’acqua che l’industria della carne nel mondo assorbe il 70% di acqua potabile e che a causa della carenza di tale prezioso elemento ogni giorno muoiono 35.000 persone; non si rendono conto coloro che si sperticano a suggerire fonti di energia alternativa che l’industria della bistecca assorbe un terzo dell’intera energia consumata in Occidente.
Non si rendono conto coloro che lottano contro l’inquinamento dell’aria che ogni kg di carne di manzo, che essi stessi magari consumano, genera 7,5 kg di Co2, che ogni mucca produce annualmente gas quanto un’automobile per 70.000 km, che il metano e l’ammoniaca derivanti dagli escrementi di animali e dagli scarichi delle concerie causano le piogge acide; che gli animali producono 130 volte più escrementi dell’intero genere umano e che questo causa inquinamento dei terreni, dei mari, dei laghi, dei fiumi, delle falde acquifere, riduzione della biodiversità, erosione del terreno, effetto serra.
Purtroppo pochi si rendono conto che in questa situazione o si è la soluzione o la causa del problema.
Franco Libero Manco - Ecologista profondamente vegetariano
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Altri articoli dello stesso autore:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=franco+libero+manco
E’ avvilente constatare come giornalmente la televisione di Stato inondi le case degli italiani con programmi di ricette prevalentemente a base di carne . Parti anatomiche di animali messi a bella mostra allo scopo di indurre la popolazione a consumare tali infausti prodotti, con la compiacente adesione del conduttore (o conduttrice) ed il nutrizionista di turno che elogiano la squisitezza di simili pasti dall’effetto devastante sul piano salutistico, etico, economico e ambientale.
Dovremmo sprofondare dalla vergogna di fronte a simili macabri scenari, stereotipi di una cultura irresponsabile quanto disumanizzante. Pezzi di cadaveri sanguinolenti, considerati pietanze succulente, più adatti agli sciacalli, alle iene, ai leoni che non agli esseri umani. Gambe, fegato, cuore, milza ecc, simili alle gambe, al cuore al fegato, alla milza degli esseri umani fanno venire l’acquolina in bocca a individui dal gusto ormai degenerato e che si prestano al gioco delle lobby per guadagni che grondano sangue e dolore e gridano vendetta davanti alla vita.
Molte persone non hanno più la giusta sensibilità per inorridire di fronte a simili perversioni. Ma non v’è fetore al quale l’uomo non finisca coll’abituarsi, né crimine che non abbia imparato a considerare con indifferenza e al di là di una simile vergogna vi è l’irresponsabilità verso la propria salute, del prossimo e dell’ambiente. I propagatori di tali sconcezze non si rendono conto (?) che per ogni individuo che sarà invogliato a consumare tali pietanze condannerà a morte migliaia di esseri innocenti e che questo spegne il senso della pietà, della condivisione e il pensiero critico della popolazione, unico e solo mezzo che possa consentire agli umani di raggiungere la pace, il benessere e la giustizia sulla terra; non si rendono conto che per ogni bistecca in più consumata ognuno causa la distruzione di almeno 5 mq di foresta, che tutti gli ecosistemi stanno per saltare e che i conduttori dei programmi televisivi, o gli esponenti sociali o politici, che così spesso si prestano a campagne di tutela dell’ambiente, sono essi stessi la causa della natura oramai in agonia; come sono degli spudorati ipocriti coloro che atteggiandosi a filantropi si prestano nella raccolta di fondi per combattere le malattie degenerative mentre loro stessi, spingendo la gente a consumare prodotti animali, sono la causa diretta delle malattie che stanno flagellando il genere umano.
I pesci nei mari sono in pauroso declino, i grandi abitanti degli oceani sono stati decimati, l’80% del patrimonio ittico del mediterraneo è a rischio di estinzione, eppure non c’è giorno che, in modo martellante, la televisione non inviti irresponsabilmente la gente a consumare pesce per le sue presunte proprietà nutrizionali, proprietà facilmente reperibili nel mondo vegetarle senza incorrere ai sicuri effetti collaterali: ma l’importante pare sia tutelare gli interessi di una categoria più che quelli del pianeta.
Né si rendono conto tutti coloro che lottano contro la fame nel mondo, in incontri programmatici a base di bistecche, che essi stessi sono la causa indiretta, dal momento che le terre delle popolazioni più povere vengono utilizzate dalle multinazionali in monoculture di alimenti per gli allevamenti di animali sottraendole ai contadini inducendo 200.000 indiani al suicidio per la disperazione negli ultimi 10 anni; non si rendono conto coloro che invitano a non sprecare l’acqua che l’industria della carne nel mondo assorbe il 70% di acqua potabile e che a causa della carenza di tale prezioso elemento ogni giorno muoiono 35.000 persone; non si rendono conto coloro che si sperticano a suggerire fonti di energia alternativa che l’industria della bistecca assorbe un terzo dell’intera energia consumata in Occidente.
Non si rendono conto coloro che lottano contro l’inquinamento dell’aria che ogni kg di carne di manzo, che essi stessi magari consumano, genera 7,5 kg di Co2, che ogni mucca produce annualmente gas quanto un’automobile per 70.000 km, che il metano e l’ammoniaca derivanti dagli escrementi di animali e dagli scarichi delle concerie causano le piogge acide; che gli animali producono 130 volte più escrementi dell’intero genere umano e che questo causa inquinamento dei terreni, dei mari, dei laghi, dei fiumi, delle falde acquifere, riduzione della biodiversità, erosione del terreno, effetto serra.
Purtroppo pochi si rendono conto che in questa situazione o si è la soluzione o la causa del problema.
Franco Libero Manco - Ecologista profondamente vegetariano
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lunedì 21 giugno 2010
Caterina Regazzi: "La difficoltà di esprimersi e di comunicare come incentivo alla crescita spirituale"
Penso che ognuno sia speciale per sé stesso, quando sente di potersi esprimere...... purtroppo l'espressione, sia scritta che verbale, deve essere "invogliata", si deve "sentire" che l'altro ha sinceramente voglia di ascoltarci, qualsiasi cosa si abbia da esprimere! In questo, la scula è, non dico importante, ma importantissima! A scuola ci si dovrebbe sentire un po' come in una grande famiglia, in cui ognuno deve essere libero di esprimere la sua idea o la sua opinione sulle materie e sugli argomenti affrontati, specialmente ovvio quelli umanistici.......
Io ho avuto sempre problemi ad esprimermi, sia a scuola che nel lavoro, ma anche nel privato.
Sono figlia unica e da bambina, fino ai 10 anni, sono cresciuta con una nonna bisbetica e, diciamolo, ignorante, anche se forse era una maschera, la sua, e dietro la facciata, batteva un cuore grande come una casa..... Mia madre, tornata dal lavoro, inondava me e mio padre con un fiume di parole senza chidere mai, agli altri, nemmeno, semplicemente, come fosse andata la giornata.......
Per concludere l'opera, in quinta liceo, a Bologna, dove mi ero trasferita dopo aver frequentato il resto della scuola a Roma, nei "favolosi" anni '70, che pure ho amato moltissimo, la mia prof. di italiano, dopo un compito di italiano, mi apostrofò davanti a tutta la classe con un "Ma tu in che asilo hai imparato a scrivere?". Non dimenticherò mai quell'episodio, anche se oggi mi fa sorridere.
La scrittura così come il parlare (e ovviamente bisogna avere anche qualcosa da dire) sono facoltà in parte innate, secondo me, ma molto si può imparare.....
Le idee.... la mente deve essere libera di galoppare ed io ho sempre avuto paura di non fare bene..... ma a questo punto della mia vita....... non ho più nessuno che dipende da me per essere felice. Viola ormai la vedo ben lanciata di suo e di questo sono molto felice io, ma, ecco, nel mio stare con lei ho sempre cercato di fare in modo che lei non si sentisse responsabile della mia felicità, la felicità, e non è per dire una frase fatta, sta dentro di noi, non dipende e non deve dipendere dagli altri.
Caterina Regazzi
................
Altri articoli di Caterina Regazzi:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=caterina+regazzi
Io ho avuto sempre problemi ad esprimermi, sia a scuola che nel lavoro, ma anche nel privato.
Sono figlia unica e da bambina, fino ai 10 anni, sono cresciuta con una nonna bisbetica e, diciamolo, ignorante, anche se forse era una maschera, la sua, e dietro la facciata, batteva un cuore grande come una casa..... Mia madre, tornata dal lavoro, inondava me e mio padre con un fiume di parole senza chidere mai, agli altri, nemmeno, semplicemente, come fosse andata la giornata.......
Per concludere l'opera, in quinta liceo, a Bologna, dove mi ero trasferita dopo aver frequentato il resto della scuola a Roma, nei "favolosi" anni '70, che pure ho amato moltissimo, la mia prof. di italiano, dopo un compito di italiano, mi apostrofò davanti a tutta la classe con un "Ma tu in che asilo hai imparato a scrivere?". Non dimenticherò mai quell'episodio, anche se oggi mi fa sorridere.
La scrittura così come il parlare (e ovviamente bisogna avere anche qualcosa da dire) sono facoltà in parte innate, secondo me, ma molto si può imparare.....
Le idee.... la mente deve essere libera di galoppare ed io ho sempre avuto paura di non fare bene..... ma a questo punto della mia vita....... non ho più nessuno che dipende da me per essere felice. Viola ormai la vedo ben lanciata di suo e di questo sono molto felice io, ma, ecco, nel mio stare con lei ho sempre cercato di fare in modo che lei non si sentisse responsabile della mia felicità, la felicità, e non è per dire una frase fatta, sta dentro di noi, non dipende e non deve dipendere dagli altri.
Caterina Regazzi
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giovedì 17 giugno 2010
Rubrica d'Ascolto Giovanile - "La violenza nell'uomo e fra gli animali... e la visione etica" di Denise Severa
Ciao Paolo, ti propongo questo articolo.
Su consiglio della mia ex maestra elementare e oggi amica Antonella Pedicelli ho letto una riflessione fatta da Locke riguardo l'intelligenza umana. Egli esordisce da subito dicendo: "Essendo l’Intelligenza che innalza l’uomo su tutti gli altri esseri sensibili, gli dà tutta la superiorità e l’impero ch’egli ha sopra loro".
Vero poiché l'uomo è l'essere più intelligente del creato (o del mondo finora conosciuto ammesso che non esistano forme di vita extraterrestri) in quanto dotato di ragione.
L'uomo è in grado di elaborare pensieri, idee e di fare buon uso di esse, ossia possiede il cosi detto raziocinio,una delle forze intellettuali più alte dell'uomo, originatasi dal continuo miglioramento di tutte le altre capacità mentali e che differenzia l'uomo dall'animale. Si perchè l'animale al contrario è dotato di cià che da Aristotele fu definito come "istinto" ovvero una spinta interiore che lo porta a prendere delle scelte sulla base della sua impulsività, spesso dettate dall'istinto di sopravvivenza.
A questo proposito negli ultmi giorni ho sentito una notizia al telegiornale riguardo degli orsi. Un cucciolo di orso cade nel fiume e viene trascinato dalla corrente e mamma orsa si getta in acqua per il salvataggio; muoiono entrambi, ma sul corpo del piccolo orso restano impresse le impronte dei denti della mamma come prova indelebile del disperato tentativo di salvare il suo piccolo dalla morte, un marchio di amore incondizionato. Questo può essere definito semplice istinto o è qualcosa più alto? Considerato quel che accade ogni giorno tra gli esseri umani, che nonostante il loro blasonato buon senso e la loro spiccata intelligenza(che li elevano al di sopra di tutto e tutti) continuano a distruggere ciò che hanno di più caro inclusi i loro stessi "cari", direi che dovremmo rivedere la distinzione tra i due termini.
Appare evidente in questo caso che gli animali, o almeno quelli più evoluti soprattutto in fatto di strutture anatomiche e celebrali, sono in grado di esprimere e provare dei sentimenti. Come l'uomo d'altronde, ma ultimamente sembra che la specie umana si sta avviando verso un lato oscuro che si espande a macchia d'olio. Mamme assassine, padri omicidi, figli che sterminano la propria famiglia; uno scenario a dir poco raccapricciante, un'immagine apocalittica che non trova eguali nemmeno nella savana durante la lotta all'ultimo sangue tra leoni e gazzelle.
Ma nel mondo animale l'uccidere è genericamente legato al bisogno di sopravvivenza e dunque inevitabile poichè ne va del proprio sostentamento. Vale dunque il principio del "mors tua, vita mea".
Tra gli uomini invece funziona diversamente. L'uccidere (almeno nel caso dei propri simili), è legato alla manifestazione del proprio odio, della propria frustrazione che viene riversata sul prossimo spesso come grido d'aiuto o come liberazione., cosa che tra gli animali non sembra essere stata riscontrata finora. Dunque gli animali non proverebbero odio?
Le mie restato solamente semplici supposizioni, ma credo che ciò dovrebbe spingerci a riflettere e chissà magari a prendere più esempi da Fido e Fuffy.
Denise Severa
Su consiglio della mia ex maestra elementare e oggi amica Antonella Pedicelli ho letto una riflessione fatta da Locke riguardo l'intelligenza umana. Egli esordisce da subito dicendo: "Essendo l’Intelligenza che innalza l’uomo su tutti gli altri esseri sensibili, gli dà tutta la superiorità e l’impero ch’egli ha sopra loro".
Vero poiché l'uomo è l'essere più intelligente del creato (o del mondo finora conosciuto ammesso che non esistano forme di vita extraterrestri) in quanto dotato di ragione.
L'uomo è in grado di elaborare pensieri, idee e di fare buon uso di esse, ossia possiede il cosi detto raziocinio,una delle forze intellettuali più alte dell'uomo, originatasi dal continuo miglioramento di tutte le altre capacità mentali e che differenzia l'uomo dall'animale. Si perchè l'animale al contrario è dotato di cià che da Aristotele fu definito come "istinto" ovvero una spinta interiore che lo porta a prendere delle scelte sulla base della sua impulsività, spesso dettate dall'istinto di sopravvivenza.
A questo proposito negli ultmi giorni ho sentito una notizia al telegiornale riguardo degli orsi. Un cucciolo di orso cade nel fiume e viene trascinato dalla corrente e mamma orsa si getta in acqua per il salvataggio; muoiono entrambi, ma sul corpo del piccolo orso restano impresse le impronte dei denti della mamma come prova indelebile del disperato tentativo di salvare il suo piccolo dalla morte, un marchio di amore incondizionato. Questo può essere definito semplice istinto o è qualcosa più alto? Considerato quel che accade ogni giorno tra gli esseri umani, che nonostante il loro blasonato buon senso e la loro spiccata intelligenza(che li elevano al di sopra di tutto e tutti) continuano a distruggere ciò che hanno di più caro inclusi i loro stessi "cari", direi che dovremmo rivedere la distinzione tra i due termini.
Appare evidente in questo caso che gli animali, o almeno quelli più evoluti soprattutto in fatto di strutture anatomiche e celebrali, sono in grado di esprimere e provare dei sentimenti. Come l'uomo d'altronde, ma ultimamente sembra che la specie umana si sta avviando verso un lato oscuro che si espande a macchia d'olio. Mamme assassine, padri omicidi, figli che sterminano la propria famiglia; uno scenario a dir poco raccapricciante, un'immagine apocalittica che non trova eguali nemmeno nella savana durante la lotta all'ultimo sangue tra leoni e gazzelle.
Ma nel mondo animale l'uccidere è genericamente legato al bisogno di sopravvivenza e dunque inevitabile poichè ne va del proprio sostentamento. Vale dunque il principio del "mors tua, vita mea".
Tra gli uomini invece funziona diversamente. L'uccidere (almeno nel caso dei propri simili), è legato alla manifestazione del proprio odio, della propria frustrazione che viene riversata sul prossimo spesso come grido d'aiuto o come liberazione., cosa che tra gli animali non sembra essere stata riscontrata finora. Dunque gli animali non proverebbero odio?
Le mie restato solamente semplici supposizioni, ma credo che ciò dovrebbe spingerci a riflettere e chissà magari a prendere più esempi da Fido e Fuffy.
Denise Severa
mercoledì 16 giugno 2010
Marzia Marzoli: "Nasce a Tarquinia il coordinamento No Coke ed il laboratorio di monitaraggio per la qualità dell'aria, per difendere l'alta Tuscia
Caro Paolo D'Arpini, ti invio il comunicato del monitoraggio... ma soprattutto l'invito a venire di persona, anche se so che avrai tanti impegni.. Siamo così orgogliosi del nostro lavoro che condividerlo con te e con tutti coloro che lottano per la legalità e per un modo migliore di pensare e agire.
Per l'occasione della presentazione del monitoraggio abbiamo coinvolto tutti i comitati italiani contro il carbone.... per lanciare finalmente IL COORDINAMENTO NAZONALE CONTRO IL CARBONE, verranno da Gualdo Cattaneo, da Vado Ligure, da Savona, da Brindisi, da Porto Tolle, da Rossano Calabro...... TUTTI PER UNO E UNO PER TUTTI... CONTRO IL CARBONE.. E CONTRO L'INQUINAMENTO!
Un caro saluto da Marzia Marzoli
Mia rispostina: "Cara Marzia, spesso ti penso e sono solidale con la vostra battaglia... ma il 19 giugno sarò a Spilamberto (Modena) per una manifestazione bioregionale già da parecchio tempo programmata, vi auguro buon lavoro!" (Paolo D'Arpini, European Consumers Tuscia)
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Il Monitoraggio Autonomo della Qualità dell'Aria
Sabato 19 giugno 2010, con la presentazione del "Monitoraggio autonomo della qualità dell'aria" si concluderà la prima fase del percorso intrapreso per difendere questa terra dagli inquinatori e dal degrado morale indotto dalle compensazioni (soldi in cambio del silenzio, secondo il collaudato modello applicato da decenni a Civitavecchia).
La realizzazione del monitoraggio autonomo aiuta a prevenire ulteriori danni alla nostra salute, nonchè alla nostra economia, agricola e turistica, perchè aumenta la nostra consapevolezza sui danni provocati da scelte industriali scellerate di cui siamo cavie. Altrettanto importante è la possibilità di attribuire precise responsabilità per le illegalità che segnano la storia dei grandi impianti energetici costruiti nell'Alto Lazio. È per questo che mentre presentiamo il monitoraggio non smettiamo di denunciare la corruttela di chi ha scelto la complicità e il silenzio, nonostante i cittadini lo avessero delegato a prendersi cura di loro contrinuando a dire no.
Oggi le nostre preoccupazioni aumentano, perchè tra i primati negativi di Civitavecchia vi è pure quello di luogo scelto dalla "cricca" per concludere turpi affari all'ombra delle ciminiere, un fatto che getta una luce ancora più inquietante sulla palese volontà di industrializzare questo territorio. L'inquinamento non è solo atmosferico; nell'aria s'avverte il tanfo di poteri occulti e mafie comunque declinate. Con l'iniziativa di raccolta fondi e il monitoraggio dell'aria, ai silenzi e agli affari turpi abbiamo opposto la concretezza dell'azione e l'unità d'intenti di tantissimi Cittadini di Tarquinia, affiancati dalle Cooperative agricole, dal Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca, da varie Aziende agricole e non agricole, da altre Comunità laziali e da un combattivo gruppo di Amici di Capalbio.
Complessivamente sono stati raccolti e utilizzati circa 80.000 euro per finanziare due campagne di monitoraggio svolte nel 2008 e nel 2009 ed è solo l'inizio. La parte più delicata da sviluppare riguarderà l'esame dei tessuti colpiti da malattie tumorali, che conservano spesso traccia delle sostanze scatenanti la patologia.
I tessuti in questione sono conservati nei centri che hanno effettuato l'esame istologico e la loro utilizzazione per fini di studio può essere autorizzata solo dai legittimi proprietari. Per questo abbiamo interpellato tutti I medici di Tarquinia, consapevoli che senza il loro aiuto di testimoni di sofferenze dovute in vario modo all'inquinamento non potremo continuare il percorso iniziato. Sono oltre 100.000 le sostanze di origine industriale immesse nell'aria, nell'acqua e nel suolo dagli inquinatori e da queste parti ne stiamo facendo una collezione ampia.
Comitato Cittadini Liberi P.zza Matteotti, 13
01016 TARQUINIA (VT)
Info: 327.7631048 - cittadiniliberi@yahoo.it
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Altri articoli su e di Marzia Marzoli: http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=marzia+marzoli
Per l'occasione della presentazione del monitoraggio abbiamo coinvolto tutti i comitati italiani contro il carbone.... per lanciare finalmente IL COORDINAMENTO NAZONALE CONTRO IL CARBONE, verranno da Gualdo Cattaneo, da Vado Ligure, da Savona, da Brindisi, da Porto Tolle, da Rossano Calabro...... TUTTI PER UNO E UNO PER TUTTI... CONTRO IL CARBONE.. E CONTRO L'INQUINAMENTO!
Un caro saluto da Marzia Marzoli
Mia rispostina: "Cara Marzia, spesso ti penso e sono solidale con la vostra battaglia... ma il 19 giugno sarò a Spilamberto (Modena) per una manifestazione bioregionale già da parecchio tempo programmata, vi auguro buon lavoro!" (Paolo D'Arpini, European Consumers Tuscia)
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Il Monitoraggio Autonomo della Qualità dell'Aria
Sabato 19 giugno 2010, con la presentazione del "Monitoraggio autonomo della qualità dell'aria" si concluderà la prima fase del percorso intrapreso per difendere questa terra dagli inquinatori e dal degrado morale indotto dalle compensazioni (soldi in cambio del silenzio, secondo il collaudato modello applicato da decenni a Civitavecchia).
La realizzazione del monitoraggio autonomo aiuta a prevenire ulteriori danni alla nostra salute, nonchè alla nostra economia, agricola e turistica, perchè aumenta la nostra consapevolezza sui danni provocati da scelte industriali scellerate di cui siamo cavie. Altrettanto importante è la possibilità di attribuire precise responsabilità per le illegalità che segnano la storia dei grandi impianti energetici costruiti nell'Alto Lazio. È per questo che mentre presentiamo il monitoraggio non smettiamo di denunciare la corruttela di chi ha scelto la complicità e il silenzio, nonostante i cittadini lo avessero delegato a prendersi cura di loro contrinuando a dire no.
Oggi le nostre preoccupazioni aumentano, perchè tra i primati negativi di Civitavecchia vi è pure quello di luogo scelto dalla "cricca" per concludere turpi affari all'ombra delle ciminiere, un fatto che getta una luce ancora più inquietante sulla palese volontà di industrializzare questo territorio. L'inquinamento non è solo atmosferico; nell'aria s'avverte il tanfo di poteri occulti e mafie comunque declinate. Con l'iniziativa di raccolta fondi e il monitoraggio dell'aria, ai silenzi e agli affari turpi abbiamo opposto la concretezza dell'azione e l'unità d'intenti di tantissimi Cittadini di Tarquinia, affiancati dalle Cooperative agricole, dal Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca, da varie Aziende agricole e non agricole, da altre Comunità laziali e da un combattivo gruppo di Amici di Capalbio.
Complessivamente sono stati raccolti e utilizzati circa 80.000 euro per finanziare due campagne di monitoraggio svolte nel 2008 e nel 2009 ed è solo l'inizio. La parte più delicata da sviluppare riguarderà l'esame dei tessuti colpiti da malattie tumorali, che conservano spesso traccia delle sostanze scatenanti la patologia.
I tessuti in questione sono conservati nei centri che hanno effettuato l'esame istologico e la loro utilizzazione per fini di studio può essere autorizzata solo dai legittimi proprietari. Per questo abbiamo interpellato tutti I medici di Tarquinia, consapevoli che senza il loro aiuto di testimoni di sofferenze dovute in vario modo all'inquinamento non potremo continuare il percorso iniziato. Sono oltre 100.000 le sostanze di origine industriale immesse nell'aria, nell'acqua e nel suolo dagli inquinatori e da queste parti ne stiamo facendo una collezione ampia.
Comitato Cittadini Liberi P.zza Matteotti, 13
01016 TARQUINIA (VT)
Info: 327.7631048 - cittadiniliberi@yahoo.it
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Ecologia profonda e.. l'inciviltà delle macchine... secondo Vandana Shiva
"In Gran Bretagna, durante la stesura degli enclosure acts, Tommaso Moro scrisse: "Le pecore mangiano gli uomini". Si riferiva al passaggio dalla terra coltivata per le necessità e il sostentamento degli uomini a quella destinata all'allevamento per produrre la lana e il materiale grezzo finalizzati al profitto dei proprietari terrieri e delle fabbriche. I contadini furono sradicati e nacque una nuova poverta'. La terra, che fino ad allora aveva nutrito le persone, era ora destinata ad alimentare le fabbriche.
Oggi sono le macchine che mangiano gli uomini. La terra é destinata alla costruzione di parcheggi, di autostrade, di cavalcavia e di fabbriche automobilistiche. L'estrazione del ferro e della bauxite da cui si ricavano l'acciaio e l'alluminio sta distruggendo la terra e l'ecosistema. Le trivellazioni per estrarre il petrolio stanno divorando altra terra. Le macchine mangiano la terra e gli ecosistemi. E le emissioni dei combustibili fossili l'atmosfera...."
Tratto da: Vandana Shiva, Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009, pp. 79-80.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, é oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi.
(Da Telegrammi della Nonviolenza)
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Oggi sono le macchine che mangiano gli uomini. La terra é destinata alla costruzione di parcheggi, di autostrade, di cavalcavia e di fabbriche automobilistiche. L'estrazione del ferro e della bauxite da cui si ricavano l'acciaio e l'alluminio sta distruggendo la terra e l'ecosistema. Le trivellazioni per estrarre il petrolio stanno divorando altra terra. Le macchine mangiano la terra e gli ecosistemi. E le emissioni dei combustibili fossili l'atmosfera...."
Tratto da: Vandana Shiva, Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009, pp. 79-80.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, é oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi.
(Da Telegrammi della Nonviolenza)
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martedì 15 giugno 2010
Nicla Pandolfo: "Il serpente e la tartaruga"
"Il serpente e la tartaruga", (Mursia editore) secondo romanzo di Nicla Pandolfo dopo "La vita degli altri del 2006, è una commovente storia d´amore.
Una storia d´amore che si distingue nel panorama narrativo italiano,
perché l´amore che Nicla Pandolfo racconta è quello tra Ada e le
stelle.
Ada, ragazza napoletana con un cervello da genio imprigionato in un
corpo sgraziato e goffo, imbruttito dal sovrappeso e dal gonfiore,
cresce senza amicizie né interessi che non siano l´ossessiva cura
della sua intelligenza, la passione per il cosmo e il mito del
serpente di giada accovacciato tra le zampe dell´Orsa Maggiore.
Ada diventa una brillante astrofisica, ma neanche lo studio, i
successi accademici e l´affetto della sua famiglia potranno salvarla
dal confronto con la vera se stessa, la donna sola e infelice che
cerca nelle meraviglie dell´assoluto e del trascendente l´amore e
l´attenzione che nessun uomo le ha mai riservato.
Lo stile de "Il serpente e la tartaruga", fortemente contemporaneo
nonostante i tratti lirici che lo caratterizzano, rende il romanzo
un´opera originale e coinvolgente e Nicla Pandolfo descrive una
protagonista tenera e complessa, spigolosa e dolce, costretta a subire
la più dura delle ingiustizie, dover valutare se stessa e gli altri
con tutta l´amara forza e consapevolezza del suo speciale intelletto.
E l´intelligenza - in contrasto con la bellezza e la sensualità
femminili, il potere che da sempre esercitano sugli uomini, anche i
più insospettabili - è un altro dei temi centrali del romanzo.
L´intelligenza e la sete di sapere che salvano la vita di Ada, e le
restituiscono l´amore per la vita, in un inaspettato happy end in
armonia con il creato e la volta celeste, sotto cui siamo tutti figli
dello stesso Dio.
Una storia d´amore che si distingue nel panorama narrativo italiano,
perché l´amore che Nicla Pandolfo racconta è quello tra Ada e le
stelle.
Ada, ragazza napoletana con un cervello da genio imprigionato in un
corpo sgraziato e goffo, imbruttito dal sovrappeso e dal gonfiore,
cresce senza amicizie né interessi che non siano l´ossessiva cura
della sua intelligenza, la passione per il cosmo e il mito del
serpente di giada accovacciato tra le zampe dell´Orsa Maggiore.
Ada diventa una brillante astrofisica, ma neanche lo studio, i
successi accademici e l´affetto della sua famiglia potranno salvarla
dal confronto con la vera se stessa, la donna sola e infelice che
cerca nelle meraviglie dell´assoluto e del trascendente l´amore e
l´attenzione che nessun uomo le ha mai riservato.
Lo stile de "Il serpente e la tartaruga", fortemente contemporaneo
nonostante i tratti lirici che lo caratterizzano, rende il romanzo
un´opera originale e coinvolgente e Nicla Pandolfo descrive una
protagonista tenera e complessa, spigolosa e dolce, costretta a subire
la più dura delle ingiustizie, dover valutare se stessa e gli altri
con tutta l´amara forza e consapevolezza del suo speciale intelletto.
E l´intelligenza - in contrasto con la bellezza e la sensualità
femminili, il potere che da sempre esercitano sugli uomini, anche i
più insospettabili - è un altro dei temi centrali del romanzo.
L´intelligenza e la sete di sapere che salvano la vita di Ada, e le
restituiscono l´amore per la vita, in un inaspettato happy end in
armonia con il creato e la volta celeste, sotto cui siamo tutti figli
dello stesso Dio.
lunedì 14 giugno 2010
Fazzoletti in ovatta di cellulosa profumata? Macché, sono più igienici i vecchi fazzoletti di cotone.... o il dorso della mano
Beh, una volta con i fazzoletti di cotone bisognava sempre averne uno di scorta pulito da offrire ad una signora in lacrime incontrata lungo il cammino... ma in questo caso ... (vedi sotto)... le lacrime meglio asciugarle con il dorso della mano, anziché usare i superigienici fazzoletti di carta profumata al "veleno"... (Paolo D'Arpini)
.................
Fazzoletti profumati pericolosi. Ci mancava anche questa!
Ne sentivamo proprio il bisogno di un altro prodotto tanto pubblicizzato quanto potenzialmente pericoloso!
Come riporta il sito dell'associazione altroconsumo, (http://www.altroconsumo.it/pubblicita/occhio-al-fazzoletto-profumato-s237683/attenzione-a-p12200.htm) i nuovi fazzoletti Tempo Complete Care si presentano come ideali per il raffreddore. Profumati con alcune gocce di naturale olio di eucalipto promettono di lenire gli arrossamenti al naso e favorire la respirazione. Oltre all'eucalipto (di cui però parleremo fra poco) ci sono anche altri ingredienti chimici e tossici (??!!).
Sono due sostanze chimiche considerate emollienti (di cui una è un derivato petrolifero: petrolatum mineral oil) e quattro sostanze chimiche profumanti che possono provocare allergie (hexyl cinnamal, limonene, hydroxyisohexyl 3-cyclohexene carboxaldehyd, buthylphenyl methylpropional).
E la cosa simpatica è che sulla sulla confezione troviamo l'avvertenza "evitare il contatto con gli occhi" . Cosa certo molto facile dato che il naso e gli occhi distano almeno 25 centimetri e che poi i fazzoletti non si usano di solito anche per le lacrime. Se non fosse tragico sarebbe da ridere.
Per quanto riguarda l'olio essenziale di eucalipto, sebbene sia un prodotto naturale, è stato segnalato dall'agenzia francese per la sicurezza dei prodotti cosmetici come potenzialmente nocivo per i bambini al di sotto dei tre anni di età (possibili effetti neurologici) ed infatti in Francia ne è stato vietato l'utilizzo come ingredienti nei prodotti dedicati ai bebè.
Notizia inviata dal dr. Torquato Gerardi - torquato.gerardi@uniroma2.it
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Fazzoletti profumati pericolosi. Ci mancava anche questa!
Ne sentivamo proprio il bisogno di un altro prodotto tanto pubblicizzato quanto potenzialmente pericoloso!
Come riporta il sito dell'associazione altroconsumo, (http://www.altroconsumo.it/pubblicita/occhio-al-fazzoletto-profumato-s237683/attenzione-a-p12200.htm) i nuovi fazzoletti Tempo Complete Care si presentano come ideali per il raffreddore. Profumati con alcune gocce di naturale olio di eucalipto promettono di lenire gli arrossamenti al naso e favorire la respirazione. Oltre all'eucalipto (di cui però parleremo fra poco) ci sono anche altri ingredienti chimici e tossici (??!!).
Sono due sostanze chimiche considerate emollienti (di cui una è un derivato petrolifero: petrolatum mineral oil) e quattro sostanze chimiche profumanti che possono provocare allergie (hexyl cinnamal, limonene, hydroxyisohexyl 3-cyclohexene carboxaldehyd, buthylphenyl methylpropional).
E la cosa simpatica è che sulla sulla confezione troviamo l'avvertenza "evitare il contatto con gli occhi" . Cosa certo molto facile dato che il naso e gli occhi distano almeno 25 centimetri e che poi i fazzoletti non si usano di solito anche per le lacrime. Se non fosse tragico sarebbe da ridere.
Per quanto riguarda l'olio essenziale di eucalipto, sebbene sia un prodotto naturale, è stato segnalato dall'agenzia francese per la sicurezza dei prodotti cosmetici come potenzialmente nocivo per i bambini al di sotto dei tre anni di età (possibili effetti neurologici) ed infatti in Francia ne è stato vietato l'utilizzo come ingredienti nei prodotti dedicati ai bebè.
Notizia inviata dal dr. Torquato Gerardi - torquato.gerardi@uniroma2.it
domenica 13 giugno 2010
Il bioregionalismo secondo Domà Nunch: "Lavoriamo insieme per una Confederazione Elvetico-Insubre.."
Ricordo che quando risiedei a Como, per fare il CAR al tempo della naja, riscontrai come il luogo fosse affine alla vicina Svizzera, in effetti questa proposta bioregionale non mi sembra peregrina... (Paolo D'Arpini)
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La notizia riportate recentemente dalla stampa in merito alla proposta del deputato elvetico Baetting dell'UDC di allargare i confini della Svizzera a nuovi territori ha sicuramente riscosso grande favore nelle popolazioni interessate, in particolare a Varese e Como.
Il movimento eco-nazionale Domà Nunch, da tempo assertore delle libertà insubri, comprende il desiderio espresso dai nostri vicini svizzeri e, nell'ottica di una riunificazione dell'Insubria dall'Adda alla Sesia e dal Po al Gottardo, non solo fa sua la proposta, ma esorta i rappresentanti del partito elvetico ad una più stretta collaborazione.
"Queste proposte dimostrano che oramai i tempi sono maturi per esperire le strade più moderne e democratiche per la creazione di nuovi soggetti statuali nell'ambito di un'Europa delle Patrie" dichiara Lorenzo Banfi, Presidente del noto sodalizio insubrista. "Da anni noi pensiamo al superamento dell'obsolescente frontiera che separa l'Insubria italiana (piemontese e lombarda) da quella svizzera. Gli amministratori del versante italiano prendano atto che queste non sono fantasie, ma un serio modello per il futuro: una Confederazione Elvetico-Insubre avrebbe dimensioni di tutto rispetto e potrebbe anzi diventare un gigante a livello economico".
I numeri, in effetti, lo dimostrano: un'ipotetica Confederazione fra Insubria e Svizzera sarebbe un colosso di quasi 16 milioni di abitanti, con una superficie di oltre 50.000 kmq e un PIL paragonabile a quello dei Paesi Bassi
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Altri articoli su Bioregionalismo:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=bioregionalismo
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La notizia riportate recentemente dalla stampa in merito alla proposta del deputato elvetico Baetting dell'UDC di allargare i confini della Svizzera a nuovi territori ha sicuramente riscosso grande favore nelle popolazioni interessate, in particolare a Varese e Como.
Il movimento eco-nazionale Domà Nunch, da tempo assertore delle libertà insubri, comprende il desiderio espresso dai nostri vicini svizzeri e, nell'ottica di una riunificazione dell'Insubria dall'Adda alla Sesia e dal Po al Gottardo, non solo fa sua la proposta, ma esorta i rappresentanti del partito elvetico ad una più stretta collaborazione.
"Queste proposte dimostrano che oramai i tempi sono maturi per esperire le strade più moderne e democratiche per la creazione di nuovi soggetti statuali nell'ambito di un'Europa delle Patrie" dichiara Lorenzo Banfi, Presidente del noto sodalizio insubrista. "Da anni noi pensiamo al superamento dell'obsolescente frontiera che separa l'Insubria italiana (piemontese e lombarda) da quella svizzera. Gli amministratori del versante italiano prendano atto che queste non sono fantasie, ma un serio modello per il futuro: una Confederazione Elvetico-Insubre avrebbe dimensioni di tutto rispetto e potrebbe anzi diventare un gigante a livello economico".
I numeri, in effetti, lo dimostrano: un'ipotetica Confederazione fra Insubria e Svizzera sarebbe un colosso di quasi 16 milioni di abitanti, con una superficie di oltre 50.000 kmq e un PIL paragonabile a quello dei Paesi Bassi
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sabato 12 giugno 2010
Rubrica d'ascolto scolastico: "I giovani, la libertà espressiva e la Legge Bavaglio"
Ciao Paolo,
oggi ti propongo un articolo da me scritto in merito all'approvazione della "Legge Bavaglio".
............
In questi giorni non si fa altro che parlare della cosi soprannominata "Legge Bavaglio", che ha investito come un uragano la Stampa Italiana. Molti quotidiani quest'oggi hanno paradossalmente manifestato per l'ultima volta la loro libertà di stampa protestando con pagine lasciate in bianco come nel caso de "La Repubblica", mentre altri giornali hanno optato per comunicati stampa scritti in forma di necrologio.
Sì perchè, da questo momento, si sancisce la morte della stampa libera per la quale si è lottato per molti anni nel corso della storia.
La libertà di parola vede le sue origini già nell'Antica Grecia dove con il nome di "parresia" si indicava la libertà di parola nelle assemblee. Secondo gli antichi Greci infatti, per dire la verità occorreva dire tutto quello che si aveva nella mente da qui l'etimologia del termine "parresia " da pan (tutto) e rhesia (ciò che viene detto).
Da oggi in poi invece molte notizie saranno omesse per la tutela della privacy ( di personaggi che per assurdo hanno deciso di essere personaggi pubblici).
Sia chiaro, molto spesso io stessa come molti altri cittadini, sono stata infastidita dall'eccessivo accanimento della stampa sempre a caccia di scoop, foto imbarazzanti e di storie vere o presunte su politici, escorts e chi ne ha più ne metta. In questo caso, il temuto bavaglio sulla bocca logorroica dei giornalisti partenopei sarebbe una sorta di contrappasso come effetto bumerang contro l'abuso eccessivo della libertà di stampa.
Ma come va la situazione nel resto del mondo?
La Gran Bretagna, ad esempio, è una delle nazioni in cui si stampa il più alto numero di quotidiani e settimanali,ma a differenza dell'Italia in cui ad andare per la maggiore sono i grandi quotidiani di informazione come "Repubblica" e "Il Corriere della Sera", gli inglesi preferiscono sollazzarsi con notizie decisamente più "leggere", spesso frivole.
Il pungente"humor" inglese è fin troppo noto e non a caso i giornali più venduti in Gran Bretagna, infatti, sono i così detti TABLOIDS, quotidiani che sostituiscono gossip e cronaca rosa a economia e politica.
Il "Daily Mail" o il "The Sun" sono sempre impegnati in prima linea nella diffusione di foto shock, scandali di ogni genere e rivelazioni esclusive meglio su personaggi famosi, meglio se membri della "Royal Family" (la famiglia reale).
Nella classifica dei paesi con maggior libertà di espressione però, la Gran Bretagna compare al 21° posto, seguita dagli Stati Uniti, mentre l'Italia si trova solo al 49° posto e sembra destinata a scendere ancora più giù in seguito ai recenti sviluppi.
Ovviamente non bisogna pensare alla Gran Bretagna come ad un "paese dei balocchi" dove si può dire e fare ciò che si vuole. Anche qui infatti i giornalisti hanno dovuto fronteggiare negli ultimi tempi la così detta "Libel Law" ossia una legge anti-diffamazione. Che dire.. tutto il mondo è paese!
Denise Severa
oggi ti propongo un articolo da me scritto in merito all'approvazione della "Legge Bavaglio".
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In questi giorni non si fa altro che parlare della cosi soprannominata "Legge Bavaglio", che ha investito come un uragano la Stampa Italiana. Molti quotidiani quest'oggi hanno paradossalmente manifestato per l'ultima volta la loro libertà di stampa protestando con pagine lasciate in bianco come nel caso de "La Repubblica", mentre altri giornali hanno optato per comunicati stampa scritti in forma di necrologio.
Sì perchè, da questo momento, si sancisce la morte della stampa libera per la quale si è lottato per molti anni nel corso della storia.
La libertà di parola vede le sue origini già nell'Antica Grecia dove con il nome di "parresia" si indicava la libertà di parola nelle assemblee. Secondo gli antichi Greci infatti, per dire la verità occorreva dire tutto quello che si aveva nella mente da qui l'etimologia del termine "parresia " da pan (tutto) e rhesia (ciò che viene detto).
Da oggi in poi invece molte notizie saranno omesse per la tutela della privacy ( di personaggi che per assurdo hanno deciso di essere personaggi pubblici).
Sia chiaro, molto spesso io stessa come molti altri cittadini, sono stata infastidita dall'eccessivo accanimento della stampa sempre a caccia di scoop, foto imbarazzanti e di storie vere o presunte su politici, escorts e chi ne ha più ne metta. In questo caso, il temuto bavaglio sulla bocca logorroica dei giornalisti partenopei sarebbe una sorta di contrappasso come effetto bumerang contro l'abuso eccessivo della libertà di stampa.
Ma come va la situazione nel resto del mondo?
La Gran Bretagna, ad esempio, è una delle nazioni in cui si stampa il più alto numero di quotidiani e settimanali,ma a differenza dell'Italia in cui ad andare per la maggiore sono i grandi quotidiani di informazione come "Repubblica" e "Il Corriere della Sera", gli inglesi preferiscono sollazzarsi con notizie decisamente più "leggere", spesso frivole.
Il pungente"humor" inglese è fin troppo noto e non a caso i giornali più venduti in Gran Bretagna, infatti, sono i così detti TABLOIDS, quotidiani che sostituiscono gossip e cronaca rosa a economia e politica.
Il "Daily Mail" o il "The Sun" sono sempre impegnati in prima linea nella diffusione di foto shock, scandali di ogni genere e rivelazioni esclusive meglio su personaggi famosi, meglio se membri della "Royal Family" (la famiglia reale).
Nella classifica dei paesi con maggior libertà di espressione però, la Gran Bretagna compare al 21° posto, seguita dagli Stati Uniti, mentre l'Italia si trova solo al 49° posto e sembra destinata a scendere ancora più giù in seguito ai recenti sviluppi.
Ovviamente non bisogna pensare alla Gran Bretagna come ad un "paese dei balocchi" dove si può dire e fare ciò che si vuole. Anche qui infatti i giornalisti hanno dovuto fronteggiare negli ultimi tempi la così detta "Libel Law" ossia una legge anti-diffamazione. Che dire.. tutto il mondo è paese!
Denise Severa
venerdì 11 giugno 2010
Sopravvivenza creativa bioregionale: "A Palmoli (Chieti) per imparare a cucirsi un paio di sandali..."
Sabato 12 (pomeriggio) - Domenica 13 giugno (mattina) a Palmoli (Chieti)
L´estate sta arrivando e i nostri piedi reclamano l´aria. Anche se è bello andare a piedi scalzi, un paio di sandali sono l´ideale per andare quasi dappertutto. Se poi sono fatti da noi, la sensazione è ancora più bella! Realizzarli è facile e divertente. Facciamoli insieme!
Ogni partecipante realizzerà il suo paio di sandali, scoprendo come realizzare un modello, com´è facile lavorare la pelle, quali i pochi attrezzi indispensabili, le varianti da realizzare. Il modello che vi propongo per il corso (vedi foto sotto) avrà una stringa scorrevole per l´adattamento perfetto al piede e facilmente sostituibile in caso di logorio, suola di gomma e tacco.
Il corso comprende l'acquisto di tutti i materiali e l´uso di attrezzatura professionale (per i costi contattere direttamente l'organizzatore, vedi sotto). Per chi avesse problemi economici sono aperto allo scambio!
Per chi vuole restare a dormire il sabato opportunità di alloggio in casa (posti limitati) e tenda nel bosco. Contributo per il vitto eventuale.
C´è possibilità di spostare le date, tenendo in considerazione che occorre una buona giornata piena per finire il lavoro. Anche per questo motivo preferisco diluirla in due giorni per coloro che non sono abituati ad un lavoro manuale continuativo.
IMPORTANTISSIMO! PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA AL PIÙ PRESTO.
Francesco D'Ingiullo
C.da Casetta dei buoi 1
IT-66050 Palmoli (Chieti)
Telefonino 329.8064297
figliodelnibbio@libero.it
L´estate sta arrivando e i nostri piedi reclamano l´aria. Anche se è bello andare a piedi scalzi, un paio di sandali sono l´ideale per andare quasi dappertutto. Se poi sono fatti da noi, la sensazione è ancora più bella! Realizzarli è facile e divertente. Facciamoli insieme!
Ogni partecipante realizzerà il suo paio di sandali, scoprendo come realizzare un modello, com´è facile lavorare la pelle, quali i pochi attrezzi indispensabili, le varianti da realizzare. Il modello che vi propongo per il corso (vedi foto sotto) avrà una stringa scorrevole per l´adattamento perfetto al piede e facilmente sostituibile in caso di logorio, suola di gomma e tacco.
Il corso comprende l'acquisto di tutti i materiali e l´uso di attrezzatura professionale (per i costi contattere direttamente l'organizzatore, vedi sotto). Per chi avesse problemi economici sono aperto allo scambio!
Per chi vuole restare a dormire il sabato opportunità di alloggio in casa (posti limitati) e tenda nel bosco. Contributo per il vitto eventuale.
C´è possibilità di spostare le date, tenendo in considerazione che occorre una buona giornata piena per finire il lavoro. Anche per questo motivo preferisco diluirla in due giorni per coloro che non sono abituati ad un lavoro manuale continuativo.
IMPORTANTISSIMO! PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA AL PIÙ PRESTO.
Francesco D'Ingiullo
C.da Casetta dei buoi 1
IT-66050 Palmoli (Chieti)
Telefonino 329.8064297
figliodelnibbio@libero.it
giovedì 10 giugno 2010
Calcata: 23 giugno 2010 - Vigilia di San giovanni e compleanno del presidente al Circolo Vegetariano VV.TT.
Il 23 giugno ancora ricorre a Calcata la Vigilia di San Giovanni...
La festa del vuoto… Così vorrei chiamare questa settimana di festeggiamenti in cui celebrare l’assenza di presenza al mondo e l’esistenza di presenza al Sé.
Da 66 anni, cioè da quando é nato questo corpo che viene indicato come Paolo D’Arpini, si ripete l’atto accusatorio: "..questo corpo sei tu…". Prima l’accusa veniva dai miei genitori e parenti, poi pian piano si é allargata agli amici, ai maestri di scuola, ai burocrati comunali, agli agenti delle tasse, ai carabinieri, etc. etc. Un bello sbracciarsi e sgolarsi da parte di tutto il mondo che mi circonda per affermare la mia identità con il corpo….
Ed io aivoglia a cercare di sfuggire all’indice puntato di tanta gente… aivoglia a negare… la prova tangibile, presente come una pietra miliare, può negare ma.. con la bocca e con i gesti stessi del "corpo del reato".
Insomma arrivato ad un certo punto della vita, per alleggerire il peso della condanna, cominciai ad ignorare la data della nascita, nascondendo il giorno del compleanno e facendo finta che non esistesse. Per lunghi anni feci finta di nulla e quando si avvicinava la fine di giugno tergiversavo e creavo confusione su quale fosse il giorno.. e così non festeggiandolo più mi pareva quasi che non fosse un dato reale.
Poi…, alcuni anni fa, fra i programmi elaborati per il Circolo, iniziai a celebrare la notte di San Giovanni, il 23 giugno. In cui si racconta in antiche leggende che a Calcata ci fosse una sorta di Sabbath, con riti propiziatori fatti di salti sul fuoco e di bagni sacrali nel Treja. Perciò… ripresi a commemorare l’anniversario della nascita corporale, spostando però l’attenzione agli aspetti prettamente spirituali dell’evento. La sottigliezza insita nel "battesimo" che é una cerimonia di risveglio allo spirito, di ritorno al "padre" celeste. La gioia della maturazione combaciante con il Solstizio estivo. La luna piena in Cancro che sancisce l’unione fra luce e tenebre. La ricorrenza del mio onomastico, San Paolo, il folgorato sulla via di Damasco. E queste belle cose, quest’anno in particolare, succedono tutte dal 23 al 29 giugno. Per cui hanno un particolare valore. Soprattutto nel senso di assenza di presenza alle forme e di consapevole presenza al "vuoto" mistico.
Come affermava Capra, il fisico quantistico: "..analogamente al Vuoto dei mistici, il "vuoto fisico" -così chiamato nella teoria dei campi quantici- non è uno stato di semplice "non-essere" ma contiene in sé la potenzialità di tutte le forme. Queste forme non sono entità indipendenti ma sono manifestazioni transitorie del vuoto, che sempre soggiace ad esse. Il vuoto è "vuoto vivente", pulsione creativa e distruttiva".
Ed è proprio in questo stato "aldilà del ragionamento" che è veramente possibile godere in pieno della vita, nella sua interezza, è uno stato di perenne "comprensione" in cui è impossibile perdere, si vive momento per momento, con chiarezza, intelligenza, creatività. E’ un vivere nell’ignoto..
Quest'anno il "vivere nel vuoto dell'ignoto" dura una settimana, dal 23 al 29 giugno, ed il motivo é semplice... dopo tante promesse pare proprio che sia giunto per me il momento di lasciare Calcata. Vorrei quindi approfittare delle manifestazioni previste, questa oggi annunciata del 23 giugno, e le altre (di cui successivamente vi informerò) del 26 e del 29 giugno, per dare agio agli amici che lo vorranno di venire a salutarmi prima della mia partenza... Infatti molto probabilmente -se mai avverrà- mi trasferisco altrove e le mie visite a Calcata saranno sporadiche e rade. Ma state tranquilli, continuerò da dove sarò ad organizzare eventi ed incontri e con sole tre ore e mezza di viaggio potrete raggiungermi!
Paolo D'Arpini
http://www.circolovegetarianocalcata.it/paolo-darpini/
…………
Programma generale per il primo giorno di festeggiamenti:
23 giugno 2010 – Vigilia di San Giovanni, dei giorni più lunghi e del fuoco d’amor acceso.
L’appuntamento è per le ore 11.00 al Circolo vegetariano, via Fontanile snc. Inizio con l’analisi archetipale del sistema integrato e pranzo con le specialità vegetariane da ognun portate.
Nel pomeriggio, alle h. 17.00, appuntamento al Centro Visite del Parco del Treja, per apertura della mostra, e successiva discesa al fiume Treja, per il battesimo laico, ognuno a turno verrà asperso di acqua santa da un san Giovanni prescelto dal caso con il sistema della cannuccia più corta.
La sera cerimonia nel Tempio della Spiritualità della Natura.
Info e prenotazioni:
circolo.vegetariano@libero.it - Tel. 0761/587200
La manifestazione si svolge con il Patrocinio Morale del Parco Valle del Treja e Provincia di Viterbo
La festa del vuoto… Così vorrei chiamare questa settimana di festeggiamenti in cui celebrare l’assenza di presenza al mondo e l’esistenza di presenza al Sé.
Da 66 anni, cioè da quando é nato questo corpo che viene indicato come Paolo D’Arpini, si ripete l’atto accusatorio: "..questo corpo sei tu…". Prima l’accusa veniva dai miei genitori e parenti, poi pian piano si é allargata agli amici, ai maestri di scuola, ai burocrati comunali, agli agenti delle tasse, ai carabinieri, etc. etc. Un bello sbracciarsi e sgolarsi da parte di tutto il mondo che mi circonda per affermare la mia identità con il corpo….
Ed io aivoglia a cercare di sfuggire all’indice puntato di tanta gente… aivoglia a negare… la prova tangibile, presente come una pietra miliare, può negare ma.. con la bocca e con i gesti stessi del "corpo del reato".
Insomma arrivato ad un certo punto della vita, per alleggerire il peso della condanna, cominciai ad ignorare la data della nascita, nascondendo il giorno del compleanno e facendo finta che non esistesse. Per lunghi anni feci finta di nulla e quando si avvicinava la fine di giugno tergiversavo e creavo confusione su quale fosse il giorno.. e così non festeggiandolo più mi pareva quasi che non fosse un dato reale.
Poi…, alcuni anni fa, fra i programmi elaborati per il Circolo, iniziai a celebrare la notte di San Giovanni, il 23 giugno. In cui si racconta in antiche leggende che a Calcata ci fosse una sorta di Sabbath, con riti propiziatori fatti di salti sul fuoco e di bagni sacrali nel Treja. Perciò… ripresi a commemorare l’anniversario della nascita corporale, spostando però l’attenzione agli aspetti prettamente spirituali dell’evento. La sottigliezza insita nel "battesimo" che é una cerimonia di risveglio allo spirito, di ritorno al "padre" celeste. La gioia della maturazione combaciante con il Solstizio estivo. La luna piena in Cancro che sancisce l’unione fra luce e tenebre. La ricorrenza del mio onomastico, San Paolo, il folgorato sulla via di Damasco. E queste belle cose, quest’anno in particolare, succedono tutte dal 23 al 29 giugno. Per cui hanno un particolare valore. Soprattutto nel senso di assenza di presenza alle forme e di consapevole presenza al "vuoto" mistico.
Come affermava Capra, il fisico quantistico: "..analogamente al Vuoto dei mistici, il "vuoto fisico" -così chiamato nella teoria dei campi quantici- non è uno stato di semplice "non-essere" ma contiene in sé la potenzialità di tutte le forme. Queste forme non sono entità indipendenti ma sono manifestazioni transitorie del vuoto, che sempre soggiace ad esse. Il vuoto è "vuoto vivente", pulsione creativa e distruttiva".
Ed è proprio in questo stato "aldilà del ragionamento" che è veramente possibile godere in pieno della vita, nella sua interezza, è uno stato di perenne "comprensione" in cui è impossibile perdere, si vive momento per momento, con chiarezza, intelligenza, creatività. E’ un vivere nell’ignoto..
Quest'anno il "vivere nel vuoto dell'ignoto" dura una settimana, dal 23 al 29 giugno, ed il motivo é semplice... dopo tante promesse pare proprio che sia giunto per me il momento di lasciare Calcata. Vorrei quindi approfittare delle manifestazioni previste, questa oggi annunciata del 23 giugno, e le altre (di cui successivamente vi informerò) del 26 e del 29 giugno, per dare agio agli amici che lo vorranno di venire a salutarmi prima della mia partenza... Infatti molto probabilmente -se mai avverrà- mi trasferisco altrove e le mie visite a Calcata saranno sporadiche e rade. Ma state tranquilli, continuerò da dove sarò ad organizzare eventi ed incontri e con sole tre ore e mezza di viaggio potrete raggiungermi!
Paolo D'Arpini
http://www.circolovegetarianocalcata.it/paolo-darpini/
…………
Programma generale per il primo giorno di festeggiamenti:
23 giugno 2010 – Vigilia di San Giovanni, dei giorni più lunghi e del fuoco d’amor acceso.
L’appuntamento è per le ore 11.00 al Circolo vegetariano, via Fontanile snc. Inizio con l’analisi archetipale del sistema integrato e pranzo con le specialità vegetariane da ognun portate.
Nel pomeriggio, alle h. 17.00, appuntamento al Centro Visite del Parco del Treja, per apertura della mostra, e successiva discesa al fiume Treja, per il battesimo laico, ognuno a turno verrà asperso di acqua santa da un san Giovanni prescelto dal caso con il sistema della cannuccia più corta.
La sera cerimonia nel Tempio della Spiritualità della Natura.
Info e prenotazioni:
circolo.vegetariano@libero.it - Tel. 0761/587200
La manifestazione si svolge con il Patrocinio Morale del Parco Valle del Treja e Provincia di Viterbo
mercoledì 9 giugno 2010
Marco Bracci e Benito Castorina, pareri diversi sulla religione cattolica e sul come progredire in pace...
Scrive Marco Bracci:
"Caro Paolo, nel leggere l'articoletto di Giorgio Vitali (http://saul-arpino.blogspot.com/2010/06/il-giornaletto-di-saul-del-6-giugno.html ), mi è piaciuta molto la sua "traduzione" del motto "Ubi major...." e mi è venuta in mente un'intrepretazione in chiave dissacratrice del motto "Urbi et Orbi", riferito alla benedizione che il Papa fa dalla famosa finestra.
- all'Urbe (Roma, che gli permette di vivere e imperare a spese nostre)
- agli Orbi (cioè ai ciechi che non hanno ancora capito quanto siano presi in giro dai ministri delle religioni e tanto di più quanto più esse sono importanti, quindi la cattolica per prima). Aggiungo anche una profezia Hopi, che mi è capitato di rileggere poco fa: "Se continuiamo a depredare la Terra dei suoi elementi preziosi, in prossimità del giorno della Purificazione, ragnatele verranno tessute attraverso il cielo (le scie chimiche?) e un vaso di ceneri potrebbe cadere dal cielo, brucerà la terra e farà ribollire gli oceani".
Marco Bracci
......
Commento di Benito Castorina:
Caro Marco Bracci, l’italia è il Paese più ricco del mondo: in poco spazio c’è tutto ciò che devi cercare in giro per il pianeta e senza trovarlo nella maggior parte di casi. In un paio di lustri è stato fatto fuori il socialismo totalitario, poi il socialismo liberale, poi i partiti, adesso l’attacco alla Chiesa…
Dove erano i moralizzatori prima dell’inizio delle purghe? Sfruttando situazioni che per semplicità definisco di mal costume, perpetuate nel tempo e in certi casi nei secoli, i moralizzatori stanno conducendo una campagna di demolizione di strutture che non vengono rimpiazzate con nuove, chiamiamole di buon costume, mentre imperversano nei media notizie di stupri, furti, assassini anche datati, per creare il vuoto attorno a quella parte di umanità povera di richezza interiore e facilmente portata a cercare aiuto e protezione.
Caduto il MOVIMENTO STUDENTESCO molte donne che avevano creduto di poter cambiare il mondo, nel periodo del "riflusso" caddero in una crisi difficile e profonda, le più ricche si misero in analisi, le povere trovarono sostegno nella chiesa, non poche si suicidarono. I maschi erano più "tosti", abituati alle sconfitte e se la cavarono con meno.
La chiesa dovrebbe essere incoraggiata a compiere atti rivoluzionari, come il matrimonio dei preti, strutture di isolamento e preghiera per i preti corrotti, un cammino per i cristiani verso un mondo equo e solidale.
Incoraggiata perché sappia che fuori le mura non ci sono nemici, per cui si debba arroccare, richiudere in sé stessa e difendere l’indifendendibile. Tutte le religioni hanno come fine il bene comune o della comunità cui appartengono, non si possono confondere i loro amministratori con la fede stessa.
Anche noi che non siamo cattolici, che siamo disgustati della politica becera, che lottiamo per una riscossa dell’umanità, possiamo incoraggiare un mutamento di rotta che salvi tutte le organizzzazioni attualmente sotto scacco! Prima di demolire qualcosa che non va, bisogna sostituirla con qualcosa in cui ci si possa riconoscere, punti di riferimento che ci consentano di sperimentare nuovi percorsi avendo la certezza di non perdersi nel nulla.
Ama il prossimo tuo perché è te stesso, ci dice Beaver e, aggiungo io, continua ad impegnare la tua generosità e dedizione per curare quel grande malato chiamato mondo. Ci riguarda tutti.
Curare il mondo malato, un’occasione da non perdere, per incontrarsi, solidarizzare e sperimentare insieme nuove vie.
Grazie per l’attenzione, Benito Castorina
...........
Altri articoli di Marco Bracci:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=marco+bracci
Altri Articoli di Benito Castorina:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=benito+castorina
"Caro Paolo, nel leggere l'articoletto di Giorgio Vitali (http://saul-arpino.blogspot.com/2010/06/il-giornaletto-di-saul-del-6-giugno.html ), mi è piaciuta molto la sua "traduzione" del motto "Ubi major...." e mi è venuta in mente un'intrepretazione in chiave dissacratrice del motto "Urbi et Orbi", riferito alla benedizione che il Papa fa dalla famosa finestra.
- all'Urbe (Roma, che gli permette di vivere e imperare a spese nostre)
- agli Orbi (cioè ai ciechi che non hanno ancora capito quanto siano presi in giro dai ministri delle religioni e tanto di più quanto più esse sono importanti, quindi la cattolica per prima). Aggiungo anche una profezia Hopi, che mi è capitato di rileggere poco fa: "Se continuiamo a depredare la Terra dei suoi elementi preziosi, in prossimità del giorno della Purificazione, ragnatele verranno tessute attraverso il cielo (le scie chimiche?) e un vaso di ceneri potrebbe cadere dal cielo, brucerà la terra e farà ribollire gli oceani".
Marco Bracci
......
Commento di Benito Castorina:
Caro Marco Bracci, l’italia è il Paese più ricco del mondo: in poco spazio c’è tutto ciò che devi cercare in giro per il pianeta e senza trovarlo nella maggior parte di casi. In un paio di lustri è stato fatto fuori il socialismo totalitario, poi il socialismo liberale, poi i partiti, adesso l’attacco alla Chiesa…
Dove erano i moralizzatori prima dell’inizio delle purghe? Sfruttando situazioni che per semplicità definisco di mal costume, perpetuate nel tempo e in certi casi nei secoli, i moralizzatori stanno conducendo una campagna di demolizione di strutture che non vengono rimpiazzate con nuove, chiamiamole di buon costume, mentre imperversano nei media notizie di stupri, furti, assassini anche datati, per creare il vuoto attorno a quella parte di umanità povera di richezza interiore e facilmente portata a cercare aiuto e protezione.
Caduto il MOVIMENTO STUDENTESCO molte donne che avevano creduto di poter cambiare il mondo, nel periodo del "riflusso" caddero in una crisi difficile e profonda, le più ricche si misero in analisi, le povere trovarono sostegno nella chiesa, non poche si suicidarono. I maschi erano più "tosti", abituati alle sconfitte e se la cavarono con meno.
La chiesa dovrebbe essere incoraggiata a compiere atti rivoluzionari, come il matrimonio dei preti, strutture di isolamento e preghiera per i preti corrotti, un cammino per i cristiani verso un mondo equo e solidale.
Incoraggiata perché sappia che fuori le mura non ci sono nemici, per cui si debba arroccare, richiudere in sé stessa e difendere l’indifendendibile. Tutte le religioni hanno come fine il bene comune o della comunità cui appartengono, non si possono confondere i loro amministratori con la fede stessa.
Anche noi che non siamo cattolici, che siamo disgustati della politica becera, che lottiamo per una riscossa dell’umanità, possiamo incoraggiare un mutamento di rotta che salvi tutte le organizzzazioni attualmente sotto scacco! Prima di demolire qualcosa che non va, bisogna sostituirla con qualcosa in cui ci si possa riconoscere, punti di riferimento che ci consentano di sperimentare nuovi percorsi avendo la certezza di non perdersi nel nulla.
Ama il prossimo tuo perché è te stesso, ci dice Beaver e, aggiungo io, continua ad impegnare la tua generosità e dedizione per curare quel grande malato chiamato mondo. Ci riguarda tutti.
Curare il mondo malato, un’occasione da non perdere, per incontrarsi, solidarizzare e sperimentare insieme nuove vie.
Grazie per l’attenzione, Benito Castorina
...........
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Altri Articoli di Benito Castorina:
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martedì 8 giugno 2010
Il mito ricorrente della fine del mondo... ed i cataclismi che possono essere previsti ed evitati
Cari amici, in attesa del "big one" in California o dello "sconvolgimento" globale del 2012 (in seguito a particolari configurazioni planetarie), si sta ancora discudendo a vari livelli ed in vari ambiti, sia scientifici che parapsicologici, sulla possibilità di prevedere le scosse telluriche. Ovviamente spesso si corre ai ripari quando il danno è già avvenuto, come si dice "chiudere la stalla quando sono scappati i buoi" ma stavolta vorrei avviare una discussione costruttiva in "anticipo".
A tal scopo vorrei sottoporvi un articolo su questo tema da me scritto in tempi non sospetti, il 2 marzo 2009, prima ancora che ci fosse il sisma in Abruzzo. In questo articolo proponevo il sistema analitico analogico di Raffaele Bendandi che nella metà del secolo scorso aveva sviluppato una sua teoria sulla causa dei terremoti.
La teoria di Bendandi fu osteggiata durante il fascismo perché non si "voleva dar adito a previsioni catastrofiste" ma questo è un atteggiamento da "struzzi"…
Invito ancora gli accorti lettori a tener conto delle previsioni e del metodo di Bendandi basato su una combinazione di considerazioni fra cui l’attrazione solare sul pianeta e sulle masse semiliquide del centro igneo terrestre e le particlari posizioni dei pianeti in specifici allineamenti con il sole.
Vi rimando alla lettura, e se lo ritenete necessario alla critica, del testo qui inserito assieme a questa premessa:
Terremoti ed Atlantide secondo Raffaele Bendandi ed altri studiosi – Quando l’analisi karmica vale più dell’analisi logica….
Nel 1908 ci fu il disastroso terremoto di Messina in seguito al quale il destino di molti paesi e città d’Italia subì un turbolento cambiamento. Avvenne proprio in seguito a quel tragico sisma che molti piccoli centri, che nel periodo medioevale erano stati edificati su rocche e strapiombi per autodifesa, furono dichiarati "inabitabili" e fu sancito il loro spostamento in pianura… questo fu il caso anche della nostra Calcata.
Ma non volevo parlarvi di questi fatti storico-amministrativi bensì evidenziare come la forte apprensione sollevata dalle scosse sismiche in varie parti della penisola suscitasse un interesse scientifico (o pseudo scientifico) sull’origine dei terremoti. Durante il periodo prebellico e sino agli anni ’70 dell’ultimo secolo non essendosi ancora sviluppata la teoria della tettonica a zolle sembrava quasi operazione magica riuscire a prevedere dove sarebbe avvenuta e la magnitudine della potenza di una prossima scossa…
Il 17 ottobre del 1983 nacque a Faenza Raffaele Bendandi, un ricercatore autodidatta "sensitivo" (diremmo oggi) che sino alla sua dipartita, avvenuta il 3 novembre 1979 a Faenza, studiò e scoprì diversi misteri sull’attrazione degli astri e loro cause nelle manifestazioni telluriche. Bendandi partì dal concetto che se l’attrazione lunare causa maree e spostamenti sulla Terra ben più forte poteva essere l’influsso del Sole, congiunto alle posizioni particolari di alcuni pianeti, sulle masse semiliquide od infuocate delle viscere terrestri. Da qui l’idea che il terremoto potesse essere previsto in base all’analisi delle varie eruzioni solari ed al posizionamento dei diversi pianeti che esercitavano una particolare attrazione sul nostro globo terracqueo.
Gli studi di Bendandi non furono universalmente accettati e talvolta furono avversati anche dalla "politica" –soprattutto nel periodo fascista- che non vedeva di buon occhio l’allarmismo conseguente alle "previsioni" del sismologo. Egli ottenne però parecchi riconoscimenti anche in ambito scientifico, ecco cosa disse di lui il geofisico Marco Mattina: "Aldilà del successo e di brillanti carriere che il sapere elargisce, oggi come sempre, la scienza ha bisogno di uomini che credano, vivano, si sacrifichino per essa: uomini come Raffaele Bendandi".
Ed ora vorrei qui inserire una "previsione" del faentino riguardo un terremoto ipotetico o reale che avvenne migliaia di anni fa e che causò lo sprofondamento del mitico continente atlantideo. Infatti Bendandi si occupò con curiosità e passione della scomparsa di Atlantide cercando di dare una risposta alla sua ubicazione e scomparsa. Chiaramente egli iniziò la sua ricerca partendo dai testi epici cosmogonici: il Timeo di Solone, i misteri del regno di Amasis, il dialogo sul Crizia di Platone ed i riferimenti nell’Odissea di Omero, nella Teogonia di Euripide, etc. Egli attinse anche agli studi del Filippoff, che fu direttore dell’osservatorio astronomico di Algeri, secondo il quale l’epoca dello sprofondamento avvenne in coincidenza del primo Toth, ovvero il passaggio dal punto vernale nello zodiaco del Cancro, ed egli stabilì la data del 7.256 a.C. Inoltre Filippoff riscontrò un certo parallelismo con le tradizioni del Popol Vuh ma prendendo in un certo senso le distanze dai miti pre-incaici che ponevano il cataclisma in un periodo molto più arcaico.
Ma a prescindere dalla data esatta della sua scomparsa molti reperti geologici e archeologici darebbero conferma dell’esistenza, nel lontano passato, di questo leggendario continente. L’ipotesi di un profondo sconvolgimento sismico come causa dello sprofondamento atlantideo resta la più attendibile ed su questo tema si espresse anche Raffaele Bendandi il quale, seguendo la sua metodologia, avrebbe stabilito data e località dell’immane catastrofe. Secondo lo studioso faentino Atlantide sarebbe scomparsa nel 10.431 a.C. (avvicinandosi in questo ai miti originari amerindi) in una zona della superficie terrestre compresa fra la costa del Portogallo e le isole Azzorre.
Il fatto che Raffaele Bendandi fosse affascinato dai fenomeni sismici sin dalla sua più tenera infanzia e che inoltre prediligesse il metodo analogico e lo studio del movimento dei pianeti nell’ottica copernicana (ovvero la stessa che era in auge molto prima che sopraggiungesse l’ordinamento tolemaico accettato dalla chiesa cattolica) in cui si considera la Terra un semplice pianeta che gira attorno al Sole (e soggetto alle leggi di un sistema molto più ampio di universi multipli come pensava Giordano Bruno) fa sospettare, ai fautori della teoria karmica, che il faentino avesse assistito allo sprofondamento atlandideo in prima persona, in un altro corpo… chissà?
Paolo D’Arpini
(Bibliografia: Tiziano Cantalupi – Il terremoto si può prevedere – Ed. Atanor; Il mito di Atlantide – Ed. Ananke; Atlantide tra mito ed archeologia, Truppi Fabio, Ed. IBS, ed altri…)
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Altri articoli sulla Fine del Mondo:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=fine+del+mondo
A tal scopo vorrei sottoporvi un articolo su questo tema da me scritto in tempi non sospetti, il 2 marzo 2009, prima ancora che ci fosse il sisma in Abruzzo. In questo articolo proponevo il sistema analitico analogico di Raffaele Bendandi che nella metà del secolo scorso aveva sviluppato una sua teoria sulla causa dei terremoti.
La teoria di Bendandi fu osteggiata durante il fascismo perché non si "voleva dar adito a previsioni catastrofiste" ma questo è un atteggiamento da "struzzi"…
Invito ancora gli accorti lettori a tener conto delle previsioni e del metodo di Bendandi basato su una combinazione di considerazioni fra cui l’attrazione solare sul pianeta e sulle masse semiliquide del centro igneo terrestre e le particlari posizioni dei pianeti in specifici allineamenti con il sole.
Vi rimando alla lettura, e se lo ritenete necessario alla critica, del testo qui inserito assieme a questa premessa:
Terremoti ed Atlantide secondo Raffaele Bendandi ed altri studiosi – Quando l’analisi karmica vale più dell’analisi logica….
Nel 1908 ci fu il disastroso terremoto di Messina in seguito al quale il destino di molti paesi e città d’Italia subì un turbolento cambiamento. Avvenne proprio in seguito a quel tragico sisma che molti piccoli centri, che nel periodo medioevale erano stati edificati su rocche e strapiombi per autodifesa, furono dichiarati "inabitabili" e fu sancito il loro spostamento in pianura… questo fu il caso anche della nostra Calcata.
Ma non volevo parlarvi di questi fatti storico-amministrativi bensì evidenziare come la forte apprensione sollevata dalle scosse sismiche in varie parti della penisola suscitasse un interesse scientifico (o pseudo scientifico) sull’origine dei terremoti. Durante il periodo prebellico e sino agli anni ’70 dell’ultimo secolo non essendosi ancora sviluppata la teoria della tettonica a zolle sembrava quasi operazione magica riuscire a prevedere dove sarebbe avvenuta e la magnitudine della potenza di una prossima scossa…
Il 17 ottobre del 1983 nacque a Faenza Raffaele Bendandi, un ricercatore autodidatta "sensitivo" (diremmo oggi) che sino alla sua dipartita, avvenuta il 3 novembre 1979 a Faenza, studiò e scoprì diversi misteri sull’attrazione degli astri e loro cause nelle manifestazioni telluriche. Bendandi partì dal concetto che se l’attrazione lunare causa maree e spostamenti sulla Terra ben più forte poteva essere l’influsso del Sole, congiunto alle posizioni particolari di alcuni pianeti, sulle masse semiliquide od infuocate delle viscere terrestri. Da qui l’idea che il terremoto potesse essere previsto in base all’analisi delle varie eruzioni solari ed al posizionamento dei diversi pianeti che esercitavano una particolare attrazione sul nostro globo terracqueo.
Gli studi di Bendandi non furono universalmente accettati e talvolta furono avversati anche dalla "politica" –soprattutto nel periodo fascista- che non vedeva di buon occhio l’allarmismo conseguente alle "previsioni" del sismologo. Egli ottenne però parecchi riconoscimenti anche in ambito scientifico, ecco cosa disse di lui il geofisico Marco Mattina: "Aldilà del successo e di brillanti carriere che il sapere elargisce, oggi come sempre, la scienza ha bisogno di uomini che credano, vivano, si sacrifichino per essa: uomini come Raffaele Bendandi".
Ed ora vorrei qui inserire una "previsione" del faentino riguardo un terremoto ipotetico o reale che avvenne migliaia di anni fa e che causò lo sprofondamento del mitico continente atlantideo. Infatti Bendandi si occupò con curiosità e passione della scomparsa di Atlantide cercando di dare una risposta alla sua ubicazione e scomparsa. Chiaramente egli iniziò la sua ricerca partendo dai testi epici cosmogonici: il Timeo di Solone, i misteri del regno di Amasis, il dialogo sul Crizia di Platone ed i riferimenti nell’Odissea di Omero, nella Teogonia di Euripide, etc. Egli attinse anche agli studi del Filippoff, che fu direttore dell’osservatorio astronomico di Algeri, secondo il quale l’epoca dello sprofondamento avvenne in coincidenza del primo Toth, ovvero il passaggio dal punto vernale nello zodiaco del Cancro, ed egli stabilì la data del 7.256 a.C. Inoltre Filippoff riscontrò un certo parallelismo con le tradizioni del Popol Vuh ma prendendo in un certo senso le distanze dai miti pre-incaici che ponevano il cataclisma in un periodo molto più arcaico.
Ma a prescindere dalla data esatta della sua scomparsa molti reperti geologici e archeologici darebbero conferma dell’esistenza, nel lontano passato, di questo leggendario continente. L’ipotesi di un profondo sconvolgimento sismico come causa dello sprofondamento atlantideo resta la più attendibile ed su questo tema si espresse anche Raffaele Bendandi il quale, seguendo la sua metodologia, avrebbe stabilito data e località dell’immane catastrofe. Secondo lo studioso faentino Atlantide sarebbe scomparsa nel 10.431 a.C. (avvicinandosi in questo ai miti originari amerindi) in una zona della superficie terrestre compresa fra la costa del Portogallo e le isole Azzorre.
Il fatto che Raffaele Bendandi fosse affascinato dai fenomeni sismici sin dalla sua più tenera infanzia e che inoltre prediligesse il metodo analogico e lo studio del movimento dei pianeti nell’ottica copernicana (ovvero la stessa che era in auge molto prima che sopraggiungesse l’ordinamento tolemaico accettato dalla chiesa cattolica) in cui si considera la Terra un semplice pianeta che gira attorno al Sole (e soggetto alle leggi di un sistema molto più ampio di universi multipli come pensava Giordano Bruno) fa sospettare, ai fautori della teoria karmica, che il faentino avesse assistito allo sprofondamento atlandideo in prima persona, in un altro corpo… chissà?
Paolo D’Arpini
(Bibliografia: Tiziano Cantalupi – Il terremoto si può prevedere – Ed. Atanor; Il mito di Atlantide – Ed. Ananke; Atlantide tra mito ed archeologia, Truppi Fabio, Ed. IBS, ed altri…)
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Altri articoli sulla Fine del Mondo:
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lunedì 7 giugno 2010
Spiritualità Laica: “Sincretismo e libertà espressiva nel pensiero spirituale laico"
Non va dimenticato che la difesa della libertà di coscienza non si può risolvere in questioni contingenti di natura esteriore, ma è la difesa del mistero dell’interiorità che, nella sua essenza, sfugge per definizione ad ogni determinazione di carattere politico o religioso.
Il tema della laicità e della libertà "dal pensiero schematico", sia religioso che politico, è l’argomento principale di una tavola rotonda che vorrei organizzare per il 4 ottobre, possibilmente ad Assisi in concomitanza con la celebrazione di San Francesco.. Vorrei con ciò lanciare un forte messaggio di libertà espressiva, in termini di spiritualità laica. Mi farebbe piacere che attraverso questo incontro si potessero superare le barriere mentali separative per confermare una volontà d’integrazione e superamento di ogni divisione basata su credo o ideologia.
Introduzione generale al discorso:
Spiritualità laica è chiaramente un'immagine, un concetto, in cui inserire tutte quelle forme naturali di "spiritualità" sperimentate dall'uomo. Siamo consapevoli di muoverci all'interno della concettualizzazione dobbiamo perciò far riferimento all'agente primo evocato con l'idea di spiritualità. Se partiamo dalla comprensione di ciò che viene osservato -esterno od interno- non possiamo far a meno di riscontrare che ogni "percezione" avviene per tramite della mente.
La mente non può esser definita fisica, anche se utilizza la struttura psicosomatica come base esperenziale, la natura della mente è sottile, è lo stesso pensiero, ed ogni pensiero ha la sua radice nell'io. Quindi l'unica realtà soggettiva ed oggettiva attraverso la quale possiamo dire di essere presenti è questo io. Chiamarlo "spirito" è un modo per distinguerlo dalla tendenza identificativa con il corpo, ed è un modo per ricordarci che la "coscienza" è la nostra vera natura. Quell'io - o spirito- che è la sola certezza che abbiamo, è l'unica cosa che vale la pena di conoscere e realizzare. Malgrado la capacità proiettiva della mente, capace di dividersi in varie forme, mai può scindersi quell'io radice, quello spirito. L'io è assoluto in ognuno.
Allora la spiritualità è il perseguire coscientemente la propria natura, il proprio io. Spiritualità laica è il riconoscere questo processo in qualsiasi forma si manifesti. C'è equanimità e distacco, non proselitismo sul metodo praticato (appendice marginale della ricerca). Questa visione laica ha in sé una capacità sincretica ma anche la consapevolezza dell'insignificanza della specificità della forma in cui l'indagine si manifesta. Si comprende che ogni "modo" è solo un'espressione dello stesso processo in fasi diverse. Il percorso cambia con le necessità del momento e con le pulsioni individuali.
E' la sincerità, onestà, perseveranza, che importano. Non ci sono pensieri, gesti, riti, dottrine da privilegiare. I flussi passano la sorgente è perenne. Sii ciò che sei, diceva un saggio dell'India, ed uno dell'occidente rispose: Conosci te stesso. In questo girotondo intorno al Sé ogni strada è buona per stare in cerchio. Ma per uscirne fuori..? Occorre forse una conferma al nostro esistere? No di certo, perché ognuno lo sa da sé senza ombra di dubbio. Questa coscienza-esistenza non è ideologica, cristiana, buddista, sciamanica, zingara o chissà che, è la vera ed unica "realtà" condivisa da ognuno. A che pro quindi ricercare un riscontro esterno - mascherato da riflessione- se ci separa nello spirito? Le etichette sono inutili.
Paolo D’Arpini
Altri articoli sulla Spiritualità Laica:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=spiritualit%C3%A0+laica
Il tema della laicità e della libertà "dal pensiero schematico", sia religioso che politico, è l’argomento principale di una tavola rotonda che vorrei organizzare per il 4 ottobre, possibilmente ad Assisi in concomitanza con la celebrazione di San Francesco.. Vorrei con ciò lanciare un forte messaggio di libertà espressiva, in termini di spiritualità laica. Mi farebbe piacere che attraverso questo incontro si potessero superare le barriere mentali separative per confermare una volontà d’integrazione e superamento di ogni divisione basata su credo o ideologia.
Introduzione generale al discorso:
Spiritualità laica è chiaramente un'immagine, un concetto, in cui inserire tutte quelle forme naturali di "spiritualità" sperimentate dall'uomo. Siamo consapevoli di muoverci all'interno della concettualizzazione dobbiamo perciò far riferimento all'agente primo evocato con l'idea di spiritualità. Se partiamo dalla comprensione di ciò che viene osservato -esterno od interno- non possiamo far a meno di riscontrare che ogni "percezione" avviene per tramite della mente.
La mente non può esser definita fisica, anche se utilizza la struttura psicosomatica come base esperenziale, la natura della mente è sottile, è lo stesso pensiero, ed ogni pensiero ha la sua radice nell'io. Quindi l'unica realtà soggettiva ed oggettiva attraverso la quale possiamo dire di essere presenti è questo io. Chiamarlo "spirito" è un modo per distinguerlo dalla tendenza identificativa con il corpo, ed è un modo per ricordarci che la "coscienza" è la nostra vera natura. Quell'io - o spirito- che è la sola certezza che abbiamo, è l'unica cosa che vale la pena di conoscere e realizzare. Malgrado la capacità proiettiva della mente, capace di dividersi in varie forme, mai può scindersi quell'io radice, quello spirito. L'io è assoluto in ognuno.
Allora la spiritualità è il perseguire coscientemente la propria natura, il proprio io. Spiritualità laica è il riconoscere questo processo in qualsiasi forma si manifesti. C'è equanimità e distacco, non proselitismo sul metodo praticato (appendice marginale della ricerca). Questa visione laica ha in sé una capacità sincretica ma anche la consapevolezza dell'insignificanza della specificità della forma in cui l'indagine si manifesta. Si comprende che ogni "modo" è solo un'espressione dello stesso processo in fasi diverse. Il percorso cambia con le necessità del momento e con le pulsioni individuali.
E' la sincerità, onestà, perseveranza, che importano. Non ci sono pensieri, gesti, riti, dottrine da privilegiare. I flussi passano la sorgente è perenne. Sii ciò che sei, diceva un saggio dell'India, ed uno dell'occidente rispose: Conosci te stesso. In questo girotondo intorno al Sé ogni strada è buona per stare in cerchio. Ma per uscirne fuori..? Occorre forse una conferma al nostro esistere? No di certo, perché ognuno lo sa da sé senza ombra di dubbio. Questa coscienza-esistenza non è ideologica, cristiana, buddista, sciamanica, zingara o chissà che, è la vera ed unica "realtà" condivisa da ognuno. A che pro quindi ricercare un riscontro esterno - mascherato da riflessione- se ci separa nello spirito? Le etichette sono inutili.
Paolo D’Arpini
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domenica 6 giugno 2010
Il corpo delle donne é usato in televisione per scopi commerciali che vanno contro la dignità umana..
Non vedo quasi mai la televisione, anche se ne possiedo due, un po' perché non ne ho il tempo, un po' perchè "non mi piace", ma forse, a ben guardare, qualcosa che mi piace ci può essere, ci potrebbe essere (documentari di natuta, storia , arte, bei film - di quelli ce ne sono ancora-, qualche dibattito politico - ma la politica fa schifo, come fanno ad essere interessanti i programmi di politica?), ma il mondo della televisione è ormai tutto basato sull'economia, la politica è tutta basata sull'economia, sembra che esista solo l'economia a mandare avanti il mondo e a regolare la vita degli esseri umani.
Le donne in televisione non sono le donne della realtà, le donne della realtà sono quelle che erano ieri sera nella sala affollata (di donne, principalmente), quelle che mandano avanti le famiglie, ma meno bene che qualche decina di anni fa, che hanno avuto voglia - bisogno? di "emanciparsi", di lavorare fuori di casa per aumentare le "possibilità economiche" della famiglia e forse non sanno più bene quale può essere il loro ruolo nella società.
Perchè le donne in televisione devono per forza essere giovani, belle, formose, devono mettersi in mostra? E' questo, VERAMENTE, quello che vuole il mercato? E perchè negli altri paesi europei non è così? Non ci posso cerdere che sia Berlusconi l'artefice di tutto ciò!
Perchè tutte le reti televisive hanno un reality? E' perchè QUALCUNO ci vuole tutti anestetizzati e incapaci di vivere la propria vita, necessitando così di vivere la vita altrui, andando a sbirciare persino cosa fanno in camera da letto o al gabinetto? E chi è questo QUALCUNO?
Perchè ci sono così tante donne che si assoggettano a fare le donne-oggetto? Sono maggiorenni e vaccinate e persino donne che sembra abbiano anche un cervello (vedi la Parietti) non si sottraggono da questa gara a chi ce le ha più grosse (le labbra!)? Che cosa ci guadagnano? Fama? Soldi? Uomini? Potere? L'invidia delle altre donne?
L'uomo secondo me ha avuto paura dell'aumento della consapevolezza delle donne data anche dalla nostra capacità di creare, creare, partorire i figli, educarli, crescerli, e creare così la futura generazione.
Ma ci pensate, se fossimo veramente tutte unite e non rivali, cosa potremmo fare? Siamo di più della metà del mondo, perchè le decisioni le devono prendere sempre gli uomini? Pensate che ci sarebbero le guerre tra i popoli se nei governi ci fossero le donne, ma delle vere donne e non delle donne-uomo come le donne che sono oggi nei posti di potere (vedi Condolisa Rice o Angela Merkel)?
Non è che il problema è che, come il resto della società, siamo un po', ancora, disgregate? Non è che ognuna/o pensa ancora un po' troppo al proprio orticello ed allora, per esempio, nella gara ad "arrivare" in televisione, per avere soldi, fama, uomini e non so cos'altro, la donna, che ha dimenticato che essere donna non vuol dire avere soldi, uomini, fama, si assoggetta a mostrare il suo corpo, a venderlo?
Perché per me, quello che si può vedere in televisione, non è niente di diverso alla prostituzione, ma mentre sulla strada ormai si prostituiscono solo delle persone che sono state il più delle volte imbrogliate con la promessa di un lavoro dignitoso, le donne che si "prostituiscono" in tv sono donne coscienti di quello che stanno facendo..........
Allora va bene indignarsi, ed è eroica questa donna che ha realizzato questo documentario e questo libro, ma di chi è la colpa di questa situazione?
La colpa di tutti è comunque quella di non indignarsi più di niente, al massimo si dice: "Si, ma io la tv non la guardo", ma se non fosse così e fosse quello che era quando è nata, un semplice strumento di informazione e di intrattenimento, come lo può essere un giornale, un libro, un teatro, un cinema? Perchè questo mezzo, così potente, non può essere una cosa almeno decente?
Caterina Regazzi
Le donne in televisione non sono le donne della realtà, le donne della realtà sono quelle che erano ieri sera nella sala affollata (di donne, principalmente), quelle che mandano avanti le famiglie, ma meno bene che qualche decina di anni fa, che hanno avuto voglia - bisogno? di "emanciparsi", di lavorare fuori di casa per aumentare le "possibilità economiche" della famiglia e forse non sanno più bene quale può essere il loro ruolo nella società.
Perchè le donne in televisione devono per forza essere giovani, belle, formose, devono mettersi in mostra? E' questo, VERAMENTE, quello che vuole il mercato? E perchè negli altri paesi europei non è così? Non ci posso cerdere che sia Berlusconi l'artefice di tutto ciò!
Perchè tutte le reti televisive hanno un reality? E' perchè QUALCUNO ci vuole tutti anestetizzati e incapaci di vivere la propria vita, necessitando così di vivere la vita altrui, andando a sbirciare persino cosa fanno in camera da letto o al gabinetto? E chi è questo QUALCUNO?
Perchè ci sono così tante donne che si assoggettano a fare le donne-oggetto? Sono maggiorenni e vaccinate e persino donne che sembra abbiano anche un cervello (vedi la Parietti) non si sottraggono da questa gara a chi ce le ha più grosse (le labbra!)? Che cosa ci guadagnano? Fama? Soldi? Uomini? Potere? L'invidia delle altre donne?
L'uomo secondo me ha avuto paura dell'aumento della consapevolezza delle donne data anche dalla nostra capacità di creare, creare, partorire i figli, educarli, crescerli, e creare così la futura generazione.
Ma ci pensate, se fossimo veramente tutte unite e non rivali, cosa potremmo fare? Siamo di più della metà del mondo, perchè le decisioni le devono prendere sempre gli uomini? Pensate che ci sarebbero le guerre tra i popoli se nei governi ci fossero le donne, ma delle vere donne e non delle donne-uomo come le donne che sono oggi nei posti di potere (vedi Condolisa Rice o Angela Merkel)?
Non è che il problema è che, come il resto della società, siamo un po', ancora, disgregate? Non è che ognuna/o pensa ancora un po' troppo al proprio orticello ed allora, per esempio, nella gara ad "arrivare" in televisione, per avere soldi, fama, uomini e non so cos'altro, la donna, che ha dimenticato che essere donna non vuol dire avere soldi, uomini, fama, si assoggetta a mostrare il suo corpo, a venderlo?
Perché per me, quello che si può vedere in televisione, non è niente di diverso alla prostituzione, ma mentre sulla strada ormai si prostituiscono solo delle persone che sono state il più delle volte imbrogliate con la promessa di un lavoro dignitoso, le donne che si "prostituiscono" in tv sono donne coscienti di quello che stanno facendo..........
Allora va bene indignarsi, ed è eroica questa donna che ha realizzato questo documentario e questo libro, ma di chi è la colpa di questa situazione?
La colpa di tutti è comunque quella di non indignarsi più di niente, al massimo si dice: "Si, ma io la tv non la guardo", ma se non fosse così e fosse quello che era quando è nata, un semplice strumento di informazione e di intrattenimento, come lo può essere un giornale, un libro, un teatro, un cinema? Perchè questo mezzo, così potente, non può essere una cosa almeno decente?
Caterina Regazzi
sabato 5 giugno 2010
Rubrica d'ascolto scolastico: "Rinchiudersi in una grotta come estrema difesa dal mondo?" di Denise Severa
Ciao Paolo!
Ho scritto un nuovo articolo, un po' insolito e controverso, vorrei sapere cosa ne pensi.
Pochi giorni fa, ho letto una notizia particolarmente interessante che vorrei porre alla tua attenzione, Paolo e a quella dei lettori del tuo blog.
Pare che nei pressi di Rosales in Colombia, siano stati trovati cinque bambini, il più grande di 11 anni e il più piccolo di soli 8 mesi, all'interno di una caverna scavata dal loro stesso padre.
Nulla di sconvolgente o di diverso dai soliti crimini o delitti di cui leggiamo ogni giorno sul giornale e ai quali siamo ormai abituati, data la dilagante follia umana. Ma il fatto che rende a dir poco surreale la vicenda è che questi bambini sono letteralmente nati e cresciuti nella caverna ignorando l'esistenza del mondo esterno e dei suoi abitanti.
Fa pensare immediatamente a Platone e al suo mito della caverna. Il filosofo greco immagina che degli uomini con collo e gambe legate, si trovino all'interno di una caverna impossibilitati a vedere l'uscita luminosa della medesima caverna,alle loro spalle. Immagina poi che, appena fuori dalla caverna, vi sia un muricciolo ad altezza d´uomo e che dietro questo, (quindi interamente coperti dal muricciolo) si muovano degli uomini che portano sulle spalle statue lavorate in pietra e in legno, raffiguranti tutti i generi di cose.
Ora, dietro questi uomini arde un grande fuoco e in alto splende il sole. Infine essendoci una eco nella caverna, gli uomini che si dovessero trovare a passare al di là del muro parlando, farebbero rimbombare le loro voci.Ebbene, se così fosse, quei prigionieri non potrebbero vedere altro che le ombre delle statue che si proiettano sul fondo della caverna e udrebbero l´eco delle voci; ma essi crederebbero anche che le voci dell´eco, siano le voci prodotte da quelle ombre.
Ora, supponiamo che uno di questi prigionieri riesca a sciogliersi a fatica; ebbene, costui con fatica riuscirebbe ad abituarsi alla nuova visione che gli apparirebbe e, abituandosi, vedrebbe le statuette muoversi al di sopra del muro e capirebbe che quelle sono ben più vere di quelle cose che prima vedeva e che ora gli appaiono come ombre.
Supponiamo che qualcuno tragga il nostro prigioniero fuori della caverna e al di là del muro; ebbene, egli resterebbe abbagliato prima dalla gran luce e poi, abituandosi, vedrebbe le cose stesse e, da ultimo, prima riflessa e poi in se, vedrebbe la luce stessa del sole e capirebbe che queste e solo queste sono le realtà vere e che il sole è causa di tutte le altre cose visibili.
Ovviamente la spiegazione del mito ha diverse interpretazioni che riguardano la percezione che si ha della realtà e del mondo sensibile, che sicuramente non fanno riferimento al caso di cronaca da me citato, ma i cinque bimbi colombiani, ricordano indubbiamente gli uomini protagonisti del mito di Platone. In questo caso, a legare i piccoli simbolicamente, sarebbe stato il loro stesso padre.
Una violazione dei diritti umani certo, un'azione abominevole e indifendibile, ma se vedessimo la vicenda da un altro punto di vista?
Se il padre dei bambini avesse voluto impedire loro di conoscere gli aspetti più terribili di questo mondo? Guerre, odio, morte, reality show spazzatura e cosi via? Che colpa avrebbe? Quella di amare i propri figlia tal punto da costruire loro una bolla di sapone, una campana di vetro per proteggerli.
La conoscenza, il sapere, il progresso è ciò che ha reso l'uomo grande e che ha permesso lui di evolversi.
Sarebbe mostruoso impedire a un uomo di compiere ciò che è nella sua natura, ciò per cui è stato effettivamente creato, lo renderebbe un primitivo.
Ma dopo anni e anni di progressi, esistono ancora guerre (ancora più sanguinose grazie alla scoperta di nuove tecnologie ad opera dell'uomo), esitono ancora odio, cattiveria, ipocrisia ecc.
E se la soluzione fosse tornare alle origini? Cominciare da poco, per cancellare i mali del mondo?
Ai posteri l'ardua sentenza.
Un saluto, Denise Severa
.......
Mia rispostina:
"Mi piacciono le tematiche che affronti, cara Denise, la grotta é il simbolo della protezione totale, dello stare con se stessi senza altre influenze.. Forse per questo che é stata presa come esempio da Platone per indicare la "virtualizzazione" interiore del pensiero. Di questo argomento a dire il vero me n'ero occupato anch'io ma sono contento -e molto- che venga ripreso con una nuova ottica...
Paolo
Ho scritto un nuovo articolo, un po' insolito e controverso, vorrei sapere cosa ne pensi.
Pochi giorni fa, ho letto una notizia particolarmente interessante che vorrei porre alla tua attenzione, Paolo e a quella dei lettori del tuo blog.
Pare che nei pressi di Rosales in Colombia, siano stati trovati cinque bambini, il più grande di 11 anni e il più piccolo di soli 8 mesi, all'interno di una caverna scavata dal loro stesso padre.
Nulla di sconvolgente o di diverso dai soliti crimini o delitti di cui leggiamo ogni giorno sul giornale e ai quali siamo ormai abituati, data la dilagante follia umana. Ma il fatto che rende a dir poco surreale la vicenda è che questi bambini sono letteralmente nati e cresciuti nella caverna ignorando l'esistenza del mondo esterno e dei suoi abitanti.
Fa pensare immediatamente a Platone e al suo mito della caverna. Il filosofo greco immagina che degli uomini con collo e gambe legate, si trovino all'interno di una caverna impossibilitati a vedere l'uscita luminosa della medesima caverna,alle loro spalle. Immagina poi che, appena fuori dalla caverna, vi sia un muricciolo ad altezza d´uomo e che dietro questo, (quindi interamente coperti dal muricciolo) si muovano degli uomini che portano sulle spalle statue lavorate in pietra e in legno, raffiguranti tutti i generi di cose.
Ora, dietro questi uomini arde un grande fuoco e in alto splende il sole. Infine essendoci una eco nella caverna, gli uomini che si dovessero trovare a passare al di là del muro parlando, farebbero rimbombare le loro voci.Ebbene, se così fosse, quei prigionieri non potrebbero vedere altro che le ombre delle statue che si proiettano sul fondo della caverna e udrebbero l´eco delle voci; ma essi crederebbero anche che le voci dell´eco, siano le voci prodotte da quelle ombre.
Ora, supponiamo che uno di questi prigionieri riesca a sciogliersi a fatica; ebbene, costui con fatica riuscirebbe ad abituarsi alla nuova visione che gli apparirebbe e, abituandosi, vedrebbe le statuette muoversi al di sopra del muro e capirebbe che quelle sono ben più vere di quelle cose che prima vedeva e che ora gli appaiono come ombre.
Supponiamo che qualcuno tragga il nostro prigioniero fuori della caverna e al di là del muro; ebbene, egli resterebbe abbagliato prima dalla gran luce e poi, abituandosi, vedrebbe le cose stesse e, da ultimo, prima riflessa e poi in se, vedrebbe la luce stessa del sole e capirebbe che queste e solo queste sono le realtà vere e che il sole è causa di tutte le altre cose visibili.
Ovviamente la spiegazione del mito ha diverse interpretazioni che riguardano la percezione che si ha della realtà e del mondo sensibile, che sicuramente non fanno riferimento al caso di cronaca da me citato, ma i cinque bimbi colombiani, ricordano indubbiamente gli uomini protagonisti del mito di Platone. In questo caso, a legare i piccoli simbolicamente, sarebbe stato il loro stesso padre.
Una violazione dei diritti umani certo, un'azione abominevole e indifendibile, ma se vedessimo la vicenda da un altro punto di vista?
Se il padre dei bambini avesse voluto impedire loro di conoscere gli aspetti più terribili di questo mondo? Guerre, odio, morte, reality show spazzatura e cosi via? Che colpa avrebbe? Quella di amare i propri figlia tal punto da costruire loro una bolla di sapone, una campana di vetro per proteggerli.
La conoscenza, il sapere, il progresso è ciò che ha reso l'uomo grande e che ha permesso lui di evolversi.
Sarebbe mostruoso impedire a un uomo di compiere ciò che è nella sua natura, ciò per cui è stato effettivamente creato, lo renderebbe un primitivo.
Ma dopo anni e anni di progressi, esistono ancora guerre (ancora più sanguinose grazie alla scoperta di nuove tecnologie ad opera dell'uomo), esitono ancora odio, cattiveria, ipocrisia ecc.
E se la soluzione fosse tornare alle origini? Cominciare da poco, per cancellare i mali del mondo?
Ai posteri l'ardua sentenza.
Un saluto, Denise Severa
.......
Mia rispostina:
"Mi piacciono le tematiche che affronti, cara Denise, la grotta é il simbolo della protezione totale, dello stare con se stessi senza altre influenze.. Forse per questo che é stata presa come esempio da Platone per indicare la "virtualizzazione" interiore del pensiero. Di questo argomento a dire il vero me n'ero occupato anch'io ma sono contento -e molto- che venga ripreso con una nuova ottica...
Paolo
venerdì 4 giugno 2010
Lettera aperta ai web-dipendenti: “Informazioni, immagini, forme pensiero e leggende nella comunicazione in rete..”
Sovente ricevo comunicazioni melodrammatiche su fatti trascorsi da tempo e spacciati per nuovi, magari gli autori non sanno nemmeno più cos'altro scrivere, avendo esaurito la scorta di novità… Ma, non demordono. Infatti osservo che alcuni amici restano avvinghiati al computer come se -malati d’asma- fossero attaccati al tubo dell’ossigeno.
Soprattutto è su Facebook oppure sui siti di gossip che si perde tempo, per non parlare dei siti per la ricerca di anime gemelle, scambi di musiche, acquisti on line, etc..
Ogni tanto “qualche amica”, che non nomino, mi ha confessato di stare sveglia tutta la notte appiccicata al computer, incapace di staccarsi dalle tentazioni del web… Il brutto è che lei crede addirittura che così facendo si svolge un’azione sociale e di utilità informativa… ed allo stesso tempo magari ha completamente smossa di scrivermi qualsiasi cosa di personale.. limitandosi alle comunicazioni di servizio collettivo.
Sono costernato… eppure anch’io sto qua a scrivere, lettere su lettere, articoli su articoli, pensando di svolgere un dovere, cercando di mantenere nel web un minimo di concretezza od almeno un ectoplasmica presenza umana… e lo faccio ogni giorno… e lo sto facendo pure adesso… e vi inviterò a leggere le mie elucubrazioni in tal modo rientrando nel mucchio dei web dipendenti, volente o nolente, e chiamando la mia azione: “comunicazione”!
Cari amici del web, vorrei porvi una domanda: è possibile la comunicazione su internet? Pensate realmente che essa possa influire sui costumi e sulla politica? Ritenete che questa marea di informazioni in continuo flusso che inviate e ricevete possa influenzare la vostra vita e quella delle persone alle quali vi rivolgete con il computer che avete davanti agli occhi?
Alcuni psicostorici ritengono che solo le forme pensiero che siano sostenute da immagini accompagnate da emozioni e sentimenti, oltre che da intelligenza, possano essere recepite nel subconscio e quindi entrare a far parte della cultura umana.
Infatti dal subconscio le forme pensiero vengono inizialmente rielaborate in sogni, immaginazioni, invenzioni e successivamente in credenze, filosofie, religioni, ideologie, etc.
Il processo quindi della trasmissione ed assimilazione delle notizie ricevute, nel contesto culturale umano, è alquanto complesso e può richiedere anni ed anni. In effetti le attuali forme pensiero, quelle consolidate nelle nostra società, sono il risultato di una lenta crescita all'interno della psiche collettiva, una crescita che è iniziata parecchie centinaia e migliaia di anni fa... Lo dimostra anche il fatto che le religioni -ad esempio- hanno durata millenaria e non parlo solo del Cristianesimo o Giudaismo o Islamismo che sono tutto sommato alquanto recenti, mi riferisco invece alle religioni matristiche ed animistiche che hanno avuto incubazioni di migliaia di anni.... e sono ancora presenti in vari modi nella nostra cultura attuale. Questo perché come avviene in natura e nel mondo della fisica "nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma". La trasformazione comunicativa, sempre in corso perenne, ha subito una forte accelerazione con internet, una accelerazione che è iniziata prima in forma passiva con la radio e la televisione ed ora è diventata interattiva con il web. Ma torniamo alla questione iniziale e vediamo se esiste una risposta, o più risposte alle domande, e qui inserisco alcune ipotesi.
“….le previsioni sono sempre difficili e qualsiasi previsione è ipotetica. Per quanto riguarda questo aspetto, dobbiamo riferirci alla documentazione storica. E la storia ci insegna che le grandi rivoluzioni sono in realtà trasformazione del sistema “comunicazionale”. Ad esempio come accadde con la invenzione della stampa oppure nel modo in cui avvengono le trasformazioni linguistiche (gli slang). In passato abbiamo visto che il potere della chiesa, così come il potere medico, è caduto in lenta e graduale decadenza con l'abbandono del latino e ciò non perché gli addetti ai lavori non capissero le conseguenze di tale scelta ma perché era inevitabile nel processo di modernizzazione… Con l'invenzione della stampa –ad esempio- il primo libro veicolato è stato la Bibbia, ma non quella controllata dalla Chiesa cattolica…. da qui la forza di Lutero e gli altri riformisti. Il controllo del mezzo di comunicazione significa il controllo di tutto il resto”. (Giorgio Vitali)
Ma vediamo bene, è forse possibile un controllo sui modi espressivi della comunicazione? In effetti anche l’ipotetico controllo deve tener conto delle mutazioni in cui l’informazione e la trasmissione del pensiero si muove.
Succede così una evoluzione fatale nella conquista elettronica, come sta avvenendo proprio su internet, costruita inizialmente per motivi di supremazia militare e politica, che alla fine si è democratizzata per forza propria. La comunicazione interattiva, una volta avviata, ha preso il sopravvento ed il numero di messaggi partiti ed arrivati è inestinguibile! La rincorsa del potere che cerca di correre ai ripari è perlomeno altrettanto caotica che l’immissione stessa su internet di notizie incontrollabili.
Chi detiene ipotetici poteri di controllo cerca di controbilanciare quella messe di nuove idee come in passato fecero al Concilio di Trento… creando realtà paramassoniche, i gesuiti, i dottrinari, gli inquisitori mediatici ed altro ancora. E di fronte all'affievolirsi della fede nei dogmi ci provarono con l'Opus Dei, i cavalieri di Cristo, i Focolari, i Legionari di Cristo. Cercando cioè di rintuzzare la fantasia con altrettanta fantasia. Alla fine la diffusione del pensiero laico ed il recupero di dottrine esoteriche, tenute "occulte" per ragioni di sicurezza, hanno preso il sopravvento sul dogmatismo religioso. Su internet un nuovo processo informativo (e siamo solo agli inizi!) è ormai avviato e sarà difficilissimo bloccarlo… ed a poco serve l'utilizzo di altre indicazioni veicolate dai Media facenti parte del Sistema. Anzi, è proprio il gioco dell' evasione, dell’inosservanza, che consente ai “violatori” di trionfare su internet.
Ecco cosa ne pensa un altro internauta, Enrico Galoppini: “..internet è già sfuggito di mano agli apprendisti stregoni che lo hanno inventato. Per loro era necessario alla logica della globalizzazione, per spostare informazioni e miliardi (di dollari o di euro non importa) da un capo all'altro del mondo con un click. E' utile anche per intorpidire la mente dei gonzi con il sesso facile su internet. Ma non sospettavano il focolaio, in netta espansione, delle idee eterodosse. In Canada avrebbero trovato una soluzione di controllo: se tu navighi su certi siti (quelli dei padroni del vapore) hai tutto compreso nel pacchetto; se navighi al di fuori paghi per il tempo di connessione tariffe proibitive. I canadesi però si sono ribellati e la partita è aperta”.
Malgrado le varie visioni e strumentalizzazioni del nuovo metodo di comunicazione globale, abbiamo comunque visto che gli “argomenti” che più coinvolgono gli utenti sono in fondo sempre gli stessi: religione, sesso, costume e qui aggiungerei anche “mito”, il mito è infatti un elemento ricorrente in ogni modo comunicativo, è il ponte fra la realtà e la fantasia.
Su internet scorgiamo la presenza fantastica nelle cosiddette “leggende metropolitane” ovvero storie immesse nel web al limite della credibilità, storie che rappresentano quello che si vorrebbe credere vero e che magari viene anche ritenuto vero in uno spazio della mente. Insomma attraverso queste cronache si ricrea il meccanismo della narrazione primitiva della tribù attorno al fuoco e delle avventure raccontate che diedero origine alle immagini di draghi, chimere, fantasmi, dei, demoni ed eroi. Sono quelle “forme pensiero” in grado di assumere una consistenza abbastanza forte da poter essere ritrasmesse e divenire parte integrante della cultura.
Ed anche questa lunga lettera, ovviamente, rientra in questo processo formativo al limite del fantastico, in cui si dice e non si dice, si evoca ma si distingue, in cui la realtà del web viene comparata al sogno ed alla creazione onirica. Ecco, siamo in piena leggenda letteraria metropolitana!
Vi ringrazio dell’attenzione prestata e -se volete- scrivete la vostra opinione e commento e la pubblicherò (così restiamo un altro po’ connessi…). Grazie!
Paolo D’Arpini
europeanconsumers.tuscia@gmail.com
Soprattutto è su Facebook oppure sui siti di gossip che si perde tempo, per non parlare dei siti per la ricerca di anime gemelle, scambi di musiche, acquisti on line, etc..
Ogni tanto “qualche amica”, che non nomino, mi ha confessato di stare sveglia tutta la notte appiccicata al computer, incapace di staccarsi dalle tentazioni del web… Il brutto è che lei crede addirittura che così facendo si svolge un’azione sociale e di utilità informativa… ed allo stesso tempo magari ha completamente smossa di scrivermi qualsiasi cosa di personale.. limitandosi alle comunicazioni di servizio collettivo.
Sono costernato… eppure anch’io sto qua a scrivere, lettere su lettere, articoli su articoli, pensando di svolgere un dovere, cercando di mantenere nel web un minimo di concretezza od almeno un ectoplasmica presenza umana… e lo faccio ogni giorno… e lo sto facendo pure adesso… e vi inviterò a leggere le mie elucubrazioni in tal modo rientrando nel mucchio dei web dipendenti, volente o nolente, e chiamando la mia azione: “comunicazione”!
Cari amici del web, vorrei porvi una domanda: è possibile la comunicazione su internet? Pensate realmente che essa possa influire sui costumi e sulla politica? Ritenete che questa marea di informazioni in continuo flusso che inviate e ricevete possa influenzare la vostra vita e quella delle persone alle quali vi rivolgete con il computer che avete davanti agli occhi?
Alcuni psicostorici ritengono che solo le forme pensiero che siano sostenute da immagini accompagnate da emozioni e sentimenti, oltre che da intelligenza, possano essere recepite nel subconscio e quindi entrare a far parte della cultura umana.
Infatti dal subconscio le forme pensiero vengono inizialmente rielaborate in sogni, immaginazioni, invenzioni e successivamente in credenze, filosofie, religioni, ideologie, etc.
Il processo quindi della trasmissione ed assimilazione delle notizie ricevute, nel contesto culturale umano, è alquanto complesso e può richiedere anni ed anni. In effetti le attuali forme pensiero, quelle consolidate nelle nostra società, sono il risultato di una lenta crescita all'interno della psiche collettiva, una crescita che è iniziata parecchie centinaia e migliaia di anni fa... Lo dimostra anche il fatto che le religioni -ad esempio- hanno durata millenaria e non parlo solo del Cristianesimo o Giudaismo o Islamismo che sono tutto sommato alquanto recenti, mi riferisco invece alle religioni matristiche ed animistiche che hanno avuto incubazioni di migliaia di anni.... e sono ancora presenti in vari modi nella nostra cultura attuale. Questo perché come avviene in natura e nel mondo della fisica "nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma". La trasformazione comunicativa, sempre in corso perenne, ha subito una forte accelerazione con internet, una accelerazione che è iniziata prima in forma passiva con la radio e la televisione ed ora è diventata interattiva con il web. Ma torniamo alla questione iniziale e vediamo se esiste una risposta, o più risposte alle domande, e qui inserisco alcune ipotesi.
“….le previsioni sono sempre difficili e qualsiasi previsione è ipotetica. Per quanto riguarda questo aspetto, dobbiamo riferirci alla documentazione storica. E la storia ci insegna che le grandi rivoluzioni sono in realtà trasformazione del sistema “comunicazionale”. Ad esempio come accadde con la invenzione della stampa oppure nel modo in cui avvengono le trasformazioni linguistiche (gli slang). In passato abbiamo visto che il potere della chiesa, così come il potere medico, è caduto in lenta e graduale decadenza con l'abbandono del latino e ciò non perché gli addetti ai lavori non capissero le conseguenze di tale scelta ma perché era inevitabile nel processo di modernizzazione… Con l'invenzione della stampa –ad esempio- il primo libro veicolato è stato la Bibbia, ma non quella controllata dalla Chiesa cattolica…. da qui la forza di Lutero e gli altri riformisti. Il controllo del mezzo di comunicazione significa il controllo di tutto il resto”. (Giorgio Vitali)
Ma vediamo bene, è forse possibile un controllo sui modi espressivi della comunicazione? In effetti anche l’ipotetico controllo deve tener conto delle mutazioni in cui l’informazione e la trasmissione del pensiero si muove.
Succede così una evoluzione fatale nella conquista elettronica, come sta avvenendo proprio su internet, costruita inizialmente per motivi di supremazia militare e politica, che alla fine si è democratizzata per forza propria. La comunicazione interattiva, una volta avviata, ha preso il sopravvento ed il numero di messaggi partiti ed arrivati è inestinguibile! La rincorsa del potere che cerca di correre ai ripari è perlomeno altrettanto caotica che l’immissione stessa su internet di notizie incontrollabili.
Chi detiene ipotetici poteri di controllo cerca di controbilanciare quella messe di nuove idee come in passato fecero al Concilio di Trento… creando realtà paramassoniche, i gesuiti, i dottrinari, gli inquisitori mediatici ed altro ancora. E di fronte all'affievolirsi della fede nei dogmi ci provarono con l'Opus Dei, i cavalieri di Cristo, i Focolari, i Legionari di Cristo. Cercando cioè di rintuzzare la fantasia con altrettanta fantasia. Alla fine la diffusione del pensiero laico ed il recupero di dottrine esoteriche, tenute "occulte" per ragioni di sicurezza, hanno preso il sopravvento sul dogmatismo religioso. Su internet un nuovo processo informativo (e siamo solo agli inizi!) è ormai avviato e sarà difficilissimo bloccarlo… ed a poco serve l'utilizzo di altre indicazioni veicolate dai Media facenti parte del Sistema. Anzi, è proprio il gioco dell' evasione, dell’inosservanza, che consente ai “violatori” di trionfare su internet.
Ecco cosa ne pensa un altro internauta, Enrico Galoppini: “..internet è già sfuggito di mano agli apprendisti stregoni che lo hanno inventato. Per loro era necessario alla logica della globalizzazione, per spostare informazioni e miliardi (di dollari o di euro non importa) da un capo all'altro del mondo con un click. E' utile anche per intorpidire la mente dei gonzi con il sesso facile su internet. Ma non sospettavano il focolaio, in netta espansione, delle idee eterodosse. In Canada avrebbero trovato una soluzione di controllo: se tu navighi su certi siti (quelli dei padroni del vapore) hai tutto compreso nel pacchetto; se navighi al di fuori paghi per il tempo di connessione tariffe proibitive. I canadesi però si sono ribellati e la partita è aperta”.
Malgrado le varie visioni e strumentalizzazioni del nuovo metodo di comunicazione globale, abbiamo comunque visto che gli “argomenti” che più coinvolgono gli utenti sono in fondo sempre gli stessi: religione, sesso, costume e qui aggiungerei anche “mito”, il mito è infatti un elemento ricorrente in ogni modo comunicativo, è il ponte fra la realtà e la fantasia.
Su internet scorgiamo la presenza fantastica nelle cosiddette “leggende metropolitane” ovvero storie immesse nel web al limite della credibilità, storie che rappresentano quello che si vorrebbe credere vero e che magari viene anche ritenuto vero in uno spazio della mente. Insomma attraverso queste cronache si ricrea il meccanismo della narrazione primitiva della tribù attorno al fuoco e delle avventure raccontate che diedero origine alle immagini di draghi, chimere, fantasmi, dei, demoni ed eroi. Sono quelle “forme pensiero” in grado di assumere una consistenza abbastanza forte da poter essere ritrasmesse e divenire parte integrante della cultura.
Ed anche questa lunga lettera, ovviamente, rientra in questo processo formativo al limite del fantastico, in cui si dice e non si dice, si evoca ma si distingue, in cui la realtà del web viene comparata al sogno ed alla creazione onirica. Ecco, siamo in piena leggenda letteraria metropolitana!
Vi ringrazio dell’attenzione prestata e -se volete- scrivete la vostra opinione e commento e la pubblicherò (così restiamo un altro po’ connessi…). Grazie!
Paolo D’Arpini
europeanconsumers.tuscia@gmail.com