Ricordo che quando risiedei a Como, per fare il CAR al tempo della naja, riscontrai come il luogo fosse affine alla vicina Svizzera, in effetti questa proposta bioregionale non mi sembra peregrina... (Paolo D'Arpini)
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La notizia riportate recentemente dalla stampa in merito alla proposta del deputato elvetico Baetting dell'UDC di allargare i confini della Svizzera a nuovi territori ha sicuramente riscosso grande favore nelle popolazioni interessate, in particolare a Varese e Como.
Il movimento eco-nazionale Domà Nunch, da tempo assertore delle libertà insubri, comprende il desiderio espresso dai nostri vicini svizzeri e, nell'ottica di una riunificazione dell'Insubria dall'Adda alla Sesia e dal Po al Gottardo, non solo fa sua la proposta, ma esorta i rappresentanti del partito elvetico ad una più stretta collaborazione.
"Queste proposte dimostrano che oramai i tempi sono maturi per esperire le strade più moderne e democratiche per la creazione di nuovi soggetti statuali nell'ambito di un'Europa delle Patrie" dichiara Lorenzo Banfi, Presidente del noto sodalizio insubrista. "Da anni noi pensiamo al superamento dell'obsolescente frontiera che separa l'Insubria italiana (piemontese e lombarda) da quella svizzera. Gli amministratori del versante italiano prendano atto che queste non sono fantasie, ma un serio modello per il futuro: una Confederazione Elvetico-Insubre avrebbe dimensioni di tutto rispetto e potrebbe anzi diventare un gigante a livello economico".
I numeri, in effetti, lo dimostrano: un'ipotetica Confederazione fra Insubria e Svizzera sarebbe un colosso di quasi 16 milioni di abitanti, con una superficie di oltre 50.000 kmq e un PIL paragonabile a quello dei Paesi Bassi
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