Questo Blog è un contenitore di lettere, notizie, proposte, argomenti di ecologia sociale e bioregionale e di spiritualità laica.
giovedì 30 giugno 2011
I Ching del momento presente: Esagramma 44 Kou – Dal 22 giugno al 22 luglio
Sotto vi è il trigramma Sun e sopra il trigramma Kien.
Kou significa “Il Farsi Incontro”, riceve il suo significato dalla linea oscura che sale dal basso. Nella serie è detto: “Con la risolutezza ci si imbatte certamente in qualche cosa, per questo viene il segno “il farsi incontro” che vuol dire “imbattersi”. Si allude ad un momento in cui il principio oscuro (femminile) inaspettatamente e segretamente si infiltra dal basso.
La sentenza.
Il farsi Incontro. La ragazza è potente.
Non bisogna sposare una ragazza simile.
Questo significa, in chiave patriarcale, che non si può vivere durevolmente con lei.
Commento alla decisione, in chiave matriarcale. Quando cielo e terra si incontrano, tutte le creature acquistano solide forme. Quando il solido incontra il mezzo ed il giusto, ogni cosa sotto il cielo progredisce con splendore. Grande invero è il senso del farsi incontro.
Nota. In Cina il matrimonio è un’istituzione che deve durare. Quando invece una ragazza (in questo caso una nata nel periodo indicato) si avvicina a cinque uomini vuol dire che la sua indole non è pura e non si può vivere durevolmente con lei, perciò non bisogna sposarla. Ma ciò che si deve evitare nella società umana (patriarcale) ha invece un significato nello svolgimento degli eventi naturali… (nel senso che, se la donna non avvicina l’uomo, nulla ne sorge…).
L’Immagine.
Sotto il cielo vi è il vento. L’immagine del farsi incontro. Così fa il principe quando emana i suoi ordini e li proclama ai quattro venti.
Commento sulla quinta linea. Qui si considera l’arrivo della prima linea (femminile) che sale dal basso come fosse un melone, che viene riposto a maturare fra le foglie di salice. Perciò non ha luogo alcun intervento violento ed il frutto che ci è dato in custodia, lasciando che pervenga alla sua naturale completezza (insomma si aspetta che spontaneamente il femminile si conceda). Ed ecco che matura da sé. Il frutto ci tocca in sorte, non è una cosa fatta ad arte, bensì un decreto del destino al quale ci si attiene…. (chiaro?).
Paolo D’Arpini - spirito.laico@libero.it
mercoledì 29 giugno 2011
Valsusa – Uranio e amianto… o linea merci veloce da 45 miliardi di euro, anticipati dalle banche, a spese dello stato…?
Tempo fa stavo andando in Francia in autostop. Mi diede un passaggio un geologo
che stava lavorando al progetto del tunnel della “TAV”. Mi disse che un’analisi
accurata era importante perché poteva esserci làssotto molto materiale
radioattivo.
Riflettendoci bene formulai l’ipotesi che l’obiettivo del progetto non era una linea TAV perché i conti non tornavano, ma piuttosto lo sfruttamento dei giacimenti di materiale radioattivo.
In questa lettera che vi inoltro si cita proprio la massiccia presenza di uranio.
Allora è a quello che stanno mirando. Si tratta ancora di BUGIE NUCLEARI forse?
Altrimenti non vedo altra spiegazione.
So che i problemi di cui non si sa niente sono tanti, ma se potete fate circolare per informare.
Francesco D’Ingiullo
Scrivo a tutti coloro che mi hanno conosciuto, e che hanno conosciuto l’associazione Materya, e il suo impegno per l’ambiente.
In Val di Susa c’è una guerra. E nessun telegiornale sta dicendo la verità.
Una popolazione locale sta tentando di opporre resistenza alla costruzione di un’opera voluta da lobbies finanziarie, sostanzialmente inutile, destinata al trasporto delle merci (non è alta velocità.. per chi ancora non lo sapesse!), dal costo pari a tre volte il ponte di messina. TRE VOLTE il costo del PONTE DI MESSINA.
Cito inchieste del Politecnico di Torino e Milano, e dati estratti dalla trasmissione Report (Rai tre) e da una bellissima trasmissione andata in onda
alcuni mesi fa su La 7.
Non mi dilungo sull’impatto ambientale, la collina di amianto (una stima di una ASL di Torino parla di 20.000 morti nei prossimi anni per la nube di fibre..) il tunnel di 54 km dentro una montagna già scavata dall’enel perchè ricca di Uranio.. ma vi informo di questo:
i soldi destinati alla costruzione li metteranno le banche, ad un tasso del 6,2 % (interessante eh.. ) ma la fidejussione a garanzia del prestito sapete chi l’ha messa?
Voi!! o se preferite lo Stato italiano! entro 9 anni dovremo restituire 45 miliardi di debito alle banche che hanno finanziato l’opera.
45 miliardi sono quello che dovremo sostenere come costo per ridurre un pochino il nostro debito con l’estero per stare in Europa e il povero Tremonti non sa dove reperirli.
Siete pronti a pagare altri 45 miliardi per far viaggiare più veloce l’acqua minerale di Lecce verso la Norvegia, e far arrivare prima i biscotti inglesi
sullo scaffale del vostro supermercato?
Approposito.. non passeranno dalla Val di Susa le merci.. Un noto docente del
Politecnico dice che il costo del transito per un camion da questo valico non
sarà competitivo con i costi degli altri tunnel che già esistono. Questa sarà
davvero una cattedrale nel deserto.
Volevo solo informare tante persone che ancora non sanno..
Grazie.. a chi di voi volesse aiutarci a fermare questo disastro.
Claudio Guerra
Per chi vuole saperne di più..
http://www.notav.eu
..........
Commento ricevuto da Antonio Pantano
“Caro Paolo D’Arpini, da mercoledì 22 a sabato 25 sono stato nella nostra Verona. Amici, parenti, visita al Cimitero Monumentale (mai saltata, ogni volta che sono nella mia città natale) ai parenti ed agli amici, tra i quali il Grande Umberto Boccioni. Poi anche un salto a Castel San Pietro, abbandonato, che forse diventerà … albergo (Verona è oggi raggiungibile in treno Alta Velocità in meno di tre ore!). Leggo – e sento in tv – delle manifestazioni in Val di Susa. Ennesime, da parte di masse rese cieche dal potere e strumentalizzate dalle fazioni. Non entro nel merito della TAV tra Lione e Torino. E’ però necessario che l’uomo si sposti con celerità a terra, abolendo l’uso delle vetture individuali, alimentate a carburanti nocivi e costosissimi (utili solo ai signori del denaro), e degli aerei nocivi anch’essi (limitandoli solo alle grandi distanze ed ai collegamenti continentali). Circa le varie TAV esiste SOLO una certezza: i loro costi gonfiatissimi, a lucroso vantaggio dei bankieri e dei partiti politici (TUTTI !) da quelli dipendenti.. L’amico dott. Ugo Cecconi fu, a furor di popolo, mandato a fare il deputato alla Camera nel 1994-95. Sentì il dovere di denunciare in aula, al ministro dei trasporti Publio Fiori, del suo stesso gruppo parlamentare, che l’alta velocità ferroviaria in via di realizzazione aveva costi di 170.000 miliardi di lire su progetto FiatEngineering-Lega Cooperative (grande capitalismo e partito comunista), mentre un gruppo straniero aveva proposto spesa assai minore di soli 38.000 miliardi di lire. Ovvio che la procura della repubblica mise poi in gattabuia il Necci direttore generale FFSS, e che alle elezioni successive il solertissimo deputato Cecconi (unico, di tutto il parlamento, mai mancato in aula e commissioni) non sia stato posto in lista nella successiva tornata elettorale dal boss del suo partito, lo stesso che, successivamente, svendette a suo cognato un immobile di Montecarlo ricevuto in eredità dal partito-ribattezzato (con leggittimazione della magistratura). In Val di Susa c’è poco da fare! Chi va in piazza perde tempo! Se volesse fare qualcosa di serio opererebbe a Roma, incidendo sui politicanti d’ogni risma, per RIATTRIBUIRE allo Stato la sovranità monetaria, obbligando l’intero sistema bancario ad emettere fatture per ogni operazione con i clienti, ed a pagare le tasse. su VERI bilanci Dopo di che NESSUN cittadino italiano sarebbe gravato da imposte e tasse di sorta"
che stava lavorando al progetto del tunnel della “TAV”. Mi disse che un’analisi
accurata era importante perché poteva esserci làssotto molto materiale
radioattivo.
Riflettendoci bene formulai l’ipotesi che l’obiettivo del progetto non era una linea TAV perché i conti non tornavano, ma piuttosto lo sfruttamento dei giacimenti di materiale radioattivo.
In questa lettera che vi inoltro si cita proprio la massiccia presenza di uranio.
Allora è a quello che stanno mirando. Si tratta ancora di BUGIE NUCLEARI forse?
Altrimenti non vedo altra spiegazione.
So che i problemi di cui non si sa niente sono tanti, ma se potete fate circolare per informare.
Francesco D’Ingiullo
Scrivo a tutti coloro che mi hanno conosciuto, e che hanno conosciuto l’associazione Materya, e il suo impegno per l’ambiente.
In Val di Susa c’è una guerra. E nessun telegiornale sta dicendo la verità.
Una popolazione locale sta tentando di opporre resistenza alla costruzione di un’opera voluta da lobbies finanziarie, sostanzialmente inutile, destinata al trasporto delle merci (non è alta velocità.. per chi ancora non lo sapesse!), dal costo pari a tre volte il ponte di messina. TRE VOLTE il costo del PONTE DI MESSINA.
Cito inchieste del Politecnico di Torino e Milano, e dati estratti dalla trasmissione Report (Rai tre) e da una bellissima trasmissione andata in onda
alcuni mesi fa su La 7.
Non mi dilungo sull’impatto ambientale, la collina di amianto (una stima di una ASL di Torino parla di 20.000 morti nei prossimi anni per la nube di fibre..) il tunnel di 54 km dentro una montagna già scavata dall’enel perchè ricca di Uranio.. ma vi informo di questo:
i soldi destinati alla costruzione li metteranno le banche, ad un tasso del 6,2 % (interessante eh.. ) ma la fidejussione a garanzia del prestito sapete chi l’ha messa?
Voi!! o se preferite lo Stato italiano! entro 9 anni dovremo restituire 45 miliardi di debito alle banche che hanno finanziato l’opera.
45 miliardi sono quello che dovremo sostenere come costo per ridurre un pochino il nostro debito con l’estero per stare in Europa e il povero Tremonti non sa dove reperirli.
Siete pronti a pagare altri 45 miliardi per far viaggiare più veloce l’acqua minerale di Lecce verso la Norvegia, e far arrivare prima i biscotti inglesi
sullo scaffale del vostro supermercato?
Approposito.. non passeranno dalla Val di Susa le merci.. Un noto docente del
Politecnico dice che il costo del transito per un camion da questo valico non
sarà competitivo con i costi degli altri tunnel che già esistono. Questa sarà
davvero una cattedrale nel deserto.
Volevo solo informare tante persone che ancora non sanno..
Grazie.. a chi di voi volesse aiutarci a fermare questo disastro.
Claudio Guerra
Per chi vuole saperne di più..
http://www.notav.eu
..........
Commento ricevuto da Antonio Pantano
“Caro Paolo D’Arpini, da mercoledì 22 a sabato 25 sono stato nella nostra Verona. Amici, parenti, visita al Cimitero Monumentale (mai saltata, ogni volta che sono nella mia città natale) ai parenti ed agli amici, tra i quali il Grande Umberto Boccioni. Poi anche un salto a Castel San Pietro, abbandonato, che forse diventerà … albergo (Verona è oggi raggiungibile in treno Alta Velocità in meno di tre ore!). Leggo – e sento in tv – delle manifestazioni in Val di Susa. Ennesime, da parte di masse rese cieche dal potere e strumentalizzate dalle fazioni. Non entro nel merito della TAV tra Lione e Torino. E’ però necessario che l’uomo si sposti con celerità a terra, abolendo l’uso delle vetture individuali, alimentate a carburanti nocivi e costosissimi (utili solo ai signori del denaro), e degli aerei nocivi anch’essi (limitandoli solo alle grandi distanze ed ai collegamenti continentali). Circa le varie TAV esiste SOLO una certezza: i loro costi gonfiatissimi, a lucroso vantaggio dei bankieri e dei partiti politici (TUTTI !) da quelli dipendenti.. L’amico dott. Ugo Cecconi fu, a furor di popolo, mandato a fare il deputato alla Camera nel 1994-95. Sentì il dovere di denunciare in aula, al ministro dei trasporti Publio Fiori, del suo stesso gruppo parlamentare, che l’alta velocità ferroviaria in via di realizzazione aveva costi di 170.000 miliardi di lire su progetto FiatEngineering-Lega Cooperative (grande capitalismo e partito comunista), mentre un gruppo straniero aveva proposto spesa assai minore di soli 38.000 miliardi di lire. Ovvio che la procura della repubblica mise poi in gattabuia il Necci direttore generale FFSS, e che alle elezioni successive il solertissimo deputato Cecconi (unico, di tutto il parlamento, mai mancato in aula e commissioni) non sia stato posto in lista nella successiva tornata elettorale dal boss del suo partito, lo stesso che, successivamente, svendette a suo cognato un immobile di Montecarlo ricevuto in eredità dal partito-ribattezzato (con leggittimazione della magistratura). In Val di Susa c’è poco da fare! Chi va in piazza perde tempo! Se volesse fare qualcosa di serio opererebbe a Roma, incidendo sui politicanti d’ogni risma, per RIATTRIBUIRE allo Stato la sovranità monetaria, obbligando l’intero sistema bancario ad emettere fatture per ogni operazione con i clienti, ed a pagare le tasse. su VERI bilanci Dopo di che NESSUN cittadino italiano sarebbe gravato da imposte e tasse di sorta"
martedì 28 giugno 2011
30.06.2011 - Finire giugno a Modena… con picnic vegetariano e passeggiata notturna
Finire giugno a Modena… con picnic vegetariano e passeggiata notturna
Da alcuni anni trascorro almeno un paio di mesi in provincia di Modena, a Spilamberto, che dicono sia stata costruita dai modenesi 800 anni fa per contrastare l’avanzata di Bologna. Beh, Bologna la conosco abbastanza, avendola visitata sin dagli anni della rivoluzione culturale, facendo visita alle cantine dove cantava e beveva ininterrottamente Francesco Guccini, però Modena mi è pressocchè sconosciuta. In un passato remoto, quando abitavo a Verona e mi recavo in auto a Roma, la by passavo in periferia, per andare ad imboccare l’autostrada del Sole, ed ora provenendo dalle Marche conosco solo la sua stazione ferroviaria e la strada per andare a Spilamberto. Insomma ho sentito il bisogno di riempire una carenza culturale ed ho deciso, con il favore della mia compagna Caterina, di fare una gita al centro storico di Modena per apprendere qualcosa della sua storia ed osservare le sue viuzze, le piazze, i parchi ed i canali che la contraddistinguono….
Già da qualche mese avevo espresso il desiderio di compiere questa gita ma l’occasione propizia giunge solo ora… giovedì 30 giugno 2011, una modenese doc, Nelly, che spesso partecipa ai nostri incontri, ha deciso di farci da guida e ci aspetta verso il crepuscolo alla pietra “ringadora” di Piazza Grande.
Già il luogo dell’appuntamento mi sembra intrigante.. Cos’è questa pietra ringadora?
“Un grosso sasso sul quale gli oratori che volevano arringare la folla si ergevano per compiere la loro opera… è il luogo ideale per fissare gli appuntamenti a Modena, perché tutti la conoscono” Mi spiega Nelly.. Ma questo già mi sembra di buon auspicio poiché, si sa, anch’io sono un gran chiacchierone, pur che stavolta dovrò fare silenzio ed ascoltare la nostra guida raccontarci le vicende di Modena….
“Modena è una città di canali.. – preannuncia Nelly - un fitto intreccio di canali a cielo aperto con mulini e ponti di legno, la darsena d’imbarco “diretto” per l’Adriatico dal centro della città, le preziose fontane artistiche che adornano tante piazze e piazzette. Partendo da Piazza Roma il percorso segue le tracce ancora evidenti di una storia e di una presenza non lontana nel tempo della nostra città. Fatalità nella stessa piazza Roma, la sera del 30 giugno, alle h. 21, si esibisce il cantautore genovese Paolo Conte”
Pertanto invito gli altri amici vicini e lontani a partecipare a questa escursione modenese, l’appuntamento è verso le 18.30 in Piazza Grande, venire muniti di cibarie vegetariane per il picnic serale in un parco.
Paolo D’Arpini
circolo.vegetariano@libero.it
lunedì 27 giugno 2011
Lettera aperta di Sindaci e Amministratori delle liste civiche della Comunità montana Valsusa e Valsangone al Ministro degli interni Roberto Maroni
"Vogliamo vivere nei boschi e non ai bordi di una strada ferrata" (Saul Arpino - Notav)
Lettera aperta di Sindaci e Amministratori delle liste civiche della Comunità montana Valsusa e Valsangone al Ministro degli interni Roberto Maroni
Onorevole Ministro degli Interni Roberto Maroni, Le scriviamo in merito alla difficile situazione che da vent?anni a questa parte si è venuta a creare in Valle di Susa a causa del progetto ad alta velocità Torino- Lione meglio conosciuto come TAV.
Fin dagli inizi era parso subito chiaro a tutti la grande contrarietà della popolazione e degli amministratori locali, ma la politica nazionale noncurante di numerosissime pacifiche manifestazioni di piazza con decine di migliaia di partecipanti fin da subito di diversi schieramenti partitici, ha sempre confidato in un addomesticamento che prima o poi avrebbe aggiustato le cose.
Ma è difficile addomesticare un popolo abituato a pensare, avido di conoscere partecipando a centinaia di riunioni pubbliche con tecnici esperti; sensibile durante le veglie di preghiera, i momenti culturali, i concerti e gli spettacoli teatrali no tav; desideroso di partecipare in prima persona in una comunità viva e di autodeterminare il proprio futuro. Un popolo fatto di famiglie, pensionati, studenti, operai, imprenditori,disoccupati, contadini e anche giovani dei centri sociali.
Una sinistra troppo sicura di sé, convinta che il movimento NO TAV stesse comodamente sotto il suo cappello e una destra miope che ha puntualmente avvallato questa tesi hanno portato una valle intera a trovarsi praticamente, o forse per scelta, orfana di rappresentanza politica.
La nascita di molte liste civiche è stato il naturale evolversi di una necessità impellente di trovare uno spazio rappresentativo e di partecipazione più diretta.
In quasi vent'anni il movimento no tav è cresciuto nei numeri e nella consapevolezza di essere nel giusto, grazie alla formazione-partecipazione alla quale la cittadinanza è stata costantemente stimolata. Da parte dei vari governi si è tentato in ogni modo di ridurre il problema a mera questione di ordine pubblico , invocando la volontà di una maggioranza silenziosa nei confronti di qualche centinaio di facinorosi anarco-insurrezionalisti. Pacchi bomba, proiettili, incendi ai presidi e lettere anonime provenienti da quella fogna primordiale fatta di menti malate, deviate (e l'aggettivo non è casuale) o malavitose sono sempre giunti a destinazione con tempismo perfetto a supportare la tesi che vorrebbe il popolo no tav come un movimento eversivo.
Ma i fatti dimostrano che la minoranza di qualche centinaio diventa nei momenti importanti, spontaneamente, senza bisogno di nessuna organizzazione o ordine pre-organizzato, come se fosse la cosa più normale da fare , una massa di decine di migliaia di persone indignate in grado di prendere decisioni collettive e condivise.
Un meccanismo che a distanza di vent?anni stupisce ancora tutti noi.
Viceversa la famosa ?maggioranza silenziosa? invocata dai vertici dei principali partiti di centro- destra e centro-sinistra assieme a Confindustria e unione industriali non ha mai dimostrato ?nonostante la grande copertura mediatica - di riuscire a creare eventi dai numeri importanti a favore del tav. La manifestazione si tav tenutasi al Lingotto di Torino l? anno scorso non è neppure stata capace di accogliere sotto lo stesso tetto tutti i politici torinesi favorevoli all? opera. L? ultima manifestazione a favore dei cantieri e dei ?presunti? posti di lavoro tenutasi a Susa alcune settimane fa ha registrato circa 200 partecipanti di cui poche decine della val di Susa.
A difesa della maggioranza silenziosa si invoca anche la rappresentanza dovuta al mandato elettorale.
Gli ultimi esiti referendari , dimostrano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che spesso l? elettore è costretto a scegliere il ?meno peggio? e che dare il proprio voto non significa avvallare il programma elettorale in toto.
Il Governo, infatti era convinto che il programma nucleare fosse già stato metabolizzato e accettato al momento del voto, ma evidentemente non è stato così.
Chi aveva appoggiato questo governo quindi aveva digerito obtorto collo molte cose, che poi alla prima occasione tramite i quesiti referendari hanno riportato i nodi al pettine.
La stessa cosa è successa con governi diversi , nazionali, regionali o provinciali.
Il cittadino attivo è quindi costretto a partecipare in modo diretto per far sentire la propria voce a un parlamento che pare blindato e orientato al pensiero unico. In molti si chiedono quanto potrà ancora durare questo scollamento tra la base e i vertici. Ma è sufficientemente chiaro che una gran parte del popolo che si riconosce nel PD, PDL, UDC, Italia dei valori, Lega ecc. nutre dubbi sempre più ampi sulla reale utilità delle grandi opere, sui problemi ambientali e sanitari da essi creati e sulla loro copertura di spesa. Eppure i vertici istituzionali sono ( tranne rarissime eccezioni) favorevoli praticamente all? unanimità; ma come è possibile questo?
Dove sbagliano, Sig. Ministro, i valsusini, i piemontesi, gli italiani tutti a voler difendere la propria terra, i beni comuni e il denaro pubblico dall? assalto delle mafie che notoriamente vivono di movimento terra?
Abbiamo ragione oppure no a difendere ad ogni costo il diritto alla salute dopo che nel progetto della tratta internazionale troviamo scritte le parole testualmente riportate:
Pagina 187 del documento? Sintesi non tecnica? capitolo 11.3.11 in riferimento al particolato (PM10) si legge: Dall'esame della modellizzazione dei dati di concentrazione in fase di cantiere si evince inoltre un incremento.?..Tali incrementi giustificano ipotesi di impatto sulla salute pubblica di significativa rilevanza soprattutto per le fasce di popolazione ipersuscettibili a patologie cardiocircolatorie e respiratorie che indicano incrementi patologici dell? ordine del 10% rispetto ad incrementi della concentrazione di quanto qui ipotizzato?.
Le facciamo notare, che non è un dato allarmistico dei comitati no tav, ma una nota scritta nel progetto da chi il TAV lo sta progettando e quindi lo vuole!!! E dobbiamo comunque ringraziare i tecnici progettisti che hanno riempito il progetto di note di attenzione su centinaia di problemi ambientali, sanitari, idraulici ecc. ecc.
Quanto è vergognoso che in ogni documento favorevole all?opera viene citato ?l?accordo di PraCatinat? come alto esempio di concertazione con il territorio grazie alla mediazione dell? Architetto Virano, quando tutti ( in Val Susa) sanno che il termine accordo è assolutamente falso? Infatti tale documento non è mai stato firmato da nessun Sindaco né deliberato in nessun Consiglio Comunale o Giunta!
La popolazione è sempre più partecipe perché si tiene costantemente informata di questi gravi fatti.
In quanti hanno la percezione reale del costo della Torino-Lione in rapporto ai nuovi posti di lavoro creati ?
Nel progetto della tratta nazionale tale numero è stimato in circa 1200 unità. Negli ultimi 20 anni in valle e cintura si sono persi migliaia di posti di lavoro: la politica quanti euro ha speso per salvarli? Ora si vogliono spendere 20 miliardi di €. per creare 1200 posti di lavoro; ovvero oltre 16 milioni di € per ogni nuovo posto di lavoro creato!! Qualsiasi imprenditore medio della ricca padania sarebbe in grado con la stessa cifra di crearne a centinaia di posti di lavoro!
20 miliardi di €. investiti nell? edilizia residenziale pubblica di ultima generazione ad alto risparmio energetico corrispondono a circa 10 milioni di metri quadrati di appartamenti che sarebbero in grado di ospitare 400.000 persone.
Queste sono le cose a cui si rinuncia per pagare il tav che indebiterà le future generazioni per un? opera inutile.
In alternativa quante migliaia di piccole ? medie opere pubbliche si potrebbero aprire in tutta la valle, in tutto il Piemonte, in tutta l? Italia per mettere in sicurezza le sponde dei fiumi, le frane che incombono sui centri abitati , gli edifici pubblici a rischio amianto e terremoto. Tutto ciò fin da subito, creando posti di lavoro diffusi su tutta la nazione e governabili dagli enti locali al fine di evitare i sub-sub-sub appalti terra fertile per le infiltrazioni mafiose.
Perché si vuole relegare il concetto di Resistenza all? interno dei libri scolastici o peggio sotto le fondamenta di statici monumenti cittadini, quando è possibile farlo rivivere nel quotidiano e praticarlo ( senza più bisogno di armi , per fortuna) a difesa della propria terra, cultura, diritti fondamentali, risorse?
Il 19 dicembre 1943 , alcuni autorevoli esponenti della Resistenza antifascista piemontese firmavano in semi-clandestinità la ?Carta di Chivasso? dove si anticipavano di oltre cinquant?anni alcuni concetti molto cari a Lei ed a una buona parte del suo elettorato.
Ora , sempre più spesso la si sente evocare a proprio uso e consumo a seconda delle necessità purché ?non si disturbi il manovratore?. Sarà un caso che le frasi : ? Resistere, resistere, resistere ? e ?padroni a casa nostra? pur nella loro profonda diversità hanno fatto la loro comparsa quasi contemporaneamente negli striscioni spontanei appesi alla Maddalena di Chiomonte? Ormai è un fatto conclamato che il movimento no tav si arricchisca nella diversità.
Terminiamo questa nostra lunga lettera chiedendole, Sig. Ministro, di non dare l? ordine di sgomberare con la forza gli uomini e le donne della Valle di Susa, del Piemonte e dell? Italia che quotidianamente e con orgoglio difendono i propri ideali e i beni comuni: la terra, la salute,l? acqua,l?aria e ? non ultimo- il denaro pubblico.
Distinti saluti
Valle di Susa, 25 giugno 2011
Sindaci e Amministratori delle liste civiche della Comunità Montana Val Susa e Val Sangone
domenica 26 giugno 2011
“Mongolfiere in cielo per impedire l’alzata dei caccia-bombardieri NATO”
Acquarello aereo di Lucia Castaldi
Guida pratica all’azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri.
Qui è riproposto il ragionamento, la sperimentazione e la proposta dell’azione diretta nonviolenta che nel 1999 per alcune ore bloccò i decolli dei bombardieri ad Aviano. Sottolineiamo ancora una volta che questa azione è stata l’unica concepita e realizzata in Italia nel periodo della guerra dei Balcani con lo scopo preciso di bloccare realmente con la forza della nonviolenza i decolli dei bombardieri, in una logica non simbolica o testimoniale ma concretamente operativa; l’esperienza condotta dimostra che la nonviolenza può fronteggiare efficacemente, e – se condotta da un numero adeguato di persone adeguatamente preparate – può mettere in scacco la più forte macchina bellica del mondo.
E’ un troppo grande dolore per noi non essere riusciti a persuadere di questo piu’ che poche persone; fossimo stati capaci di spostare il movimento pacifista sulle posizioni della nonviolenza, e si fosse stati capaci di passare all’azione diretta nonviolenta a livello di massa, molte vite umane sarebbero state salvate]
Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all’azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace
I. A un’iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza.
II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita’, con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.
III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di questa azione diretta nonviolenta delle “mongolfiere per la pace”, vale a dire:
a) fare un’azione nonviolenta concreta:
- per impedire il decollo dei bombardieri;
- opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al razzismo;
- chiedere il rispetto della legalita’ costituzionale e del diritto internazionale che proibiscono questa guerra;
b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante puo’ andare incontro (possibilita’ di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di sottrarsi.
IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:
- non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta nonviolenta e’ irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa);
- spiegare a tutti (amici, autorita’, interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l’azione diretta nonviolenta non e’ rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e’ fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita’);
- dire sempre e solo la verita’;
- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe’ a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta’ e disciplina;
- assumersi la responsabilita’ delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano;
- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all’eventuale violenza altrui.
Chi non accetta queste regole non puo’ partecipare all’azione diretta nonviolenta, poiche’ sarebbe di pericolo per se’, per gli altri e per la riuscita dell’iniziativa che e’ rigorosamente nonviolenta.
Possibili conseguenze penali per chi promuove e per chi partecipa all’azione diretta nonviolenta delle “mongolfiere per la pace”
- Chi promuove, propaganda, sostiene ed invita a realizzare l’azione diretta nonviolenta delle “mongolfiere per la pace” puo’ essere incriminato per Istigazione a delinquere, reato previsto e punito dall’art. 414 del Codice Penale.
La pena prevista e’ da uno a cinque anni di reclusione; l’arresto e’ facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo’ essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita’ e’ d’ufficio.
- Chi esegue o tenta di eseguire l’azione diretta nonviolenta delle “mongolfiere per la pace” puo’ essere incriminato per Attentato alla sicurezza dei trasporti, reato previsto e punito dall’art. 432 del Codice Penale.
Anche per questa fattispecie di reato la pena prevista e’ da uno a cinque anni di reclusione; l’arresto e’ facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo’ essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita’ e’ d’ufficio.
Peppe Sini
Nonviolenza in cammino del 26 giugno 2011
sabato 25 giugno 2011
L'Olanda si mobilità contro le macellazioni crudeli e religiose
(Capo d'asino che esce dalla prigione - Foto di Gustavo Piccinini)
"Almeno sul sistema della macellazione ebrei ed islamici sono uniti.. e la pensano allo stesso modo, cambia solo il nome: halal o kosher.." (Saul Arpino)
L’Olanda si mobilita contro la macellazione rituale. Infatti, secondo quanto riferito da fonti di stampa, una legge che vieta le tecniche di macellazione “halal” (islamica) o kosher (ebraica) sarà portata - non senza polemiche e divisioni – al voto del parlamento olandese. Per l’Enpa questo potrebbe rappresentare un importantissimo passo avanti nella difesa del benessere degli animali, anche di quelli destinati alla morte; un precedente al quale altri Paesi potrebbero e dovrebbero ispirarsi.
«Il problema non è soltanto olandese ma anche italiano», spiega Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa, che aggiunge: «nel nostro Paese la normativa stabilisce che, per limitare la sofferenza degli animali, questi vengano storditi o abbattuti all’istante prima di essere macellati. La stessa normativa, però, prevede una deroga per la macellazione rituale.» Secondo il rito islamico e ebraico, infatti, la carne di bovini e ovini può essere consumata soltanto se l’animale rimane cosciente durante tutta la procedura mentre con una lama affilata vengono recisi esofago, trachea e vasi sanguigni per far uscire completamente il sangue. La morte sopraggiunge a seguito di un’agonia lenta e atroce, come dimostrano recenti studi dei segnali elettroencefalografici dei vitelli (tra cui quello neozelandese Electroencephalographic responses of alothane-anaestheised calves to slaughter by ventral neck incision whitout prior stunning). «Naturalmente – prosegue Ferri – noi siamo favorevoli alla scelta vegetariana o vegana e ci battiamo contro l’uccisione di animali, indipendentemente dal fatto che questi siano destinati all’alimentazione umana.
Tuttavia, se la normativa vigente prevede lo stordimento per garantire il benessere animale, qualsiasi deroga a tale principio rappresenta una ingiustificata violazione dei presupposti giuridici che stanno alla base di queste norme. Non è accettabile che in uno stato laico e civile sia ancora ammessa la macellazione secondo riti che urtano la sensibilità della maggior parte degli italiani: l'integrazione con i popoli e il rispetto per le altre culture e tradizioni non possono giustificare la richiesta di derogare a leggi che tutti dovremmo essere chiamati a rispettare.»
Fonte: www.lastampa.it
venerdì 24 giugno 2011
Nirvana Saktam - Sei strofe sulla salvezza di Adi Shankaracharya
Adi Shankaracharya, l’incarnazione di Shiva, e le “Sei strofe sulla salvezza”
Adi Shankaracharya (788 – 820 d.C.) è quel grande sapiente, saggio e santo che ristabilì in India la dottrina Advaita (Non Duale) che per un periodo era stata negletta a causa della propagazione del buddismo, del jainismo e di altri culti. Adi significa “originario” Shankara è uno degli epiteti di Shiva ed Acharya sta per “maestro”. I suoi commentari originali sulle Upanishad, sulla Bhagavad Gita e sui Brahmasutra riportarono in luce le profonde implicazioni spirituali dell’Advaita che stava stagnando anche in seguito ad una pratica religiosa ortodossa e superficiale (in auge a quel tempo), sostenuta dalla casta sacerdotale brahmina. Egli, nella sua pur breve esistenza, reintegrò il vero significato del Vedanta rendendolo inoltre comprensibile alle masse e confutando le formali dottrine buddiste (mahayana, etc.) che pian piano uscirono dalla consuetudine religiosa dell’intera India. Egli fondò inoltre quei “maths” (istituti spirituali) posti alle cinque direzioni, di cui i capi spirituali portano il suo nome. Al nord a Badrinath, nel sud a Kanchi, nell’est a Puri, nell’ovest a Dwarka ed al centro a Sringeri. In ognuno di questi monasteri c’è un maestro che deriva la sua autorità da uno dei principali discepoli di Adi Shankaracharya.
Shankara, dicevamo, è uno degli appellativi di Shiva. Shiva dal punto di vista tradizionale viene considerato l’aspetto della Trinità preposto alla distruzione. Ma tale distruzione comprende anche l’ego, o l’ignoranza, ovvero quell’identità separata che impedisce all’uomo di riconoscersi Uno con l’Assoluto. Perciò Shankara sta a significare “favorevole, propizio” . Egli è l’Assoluto stesso, l’amore indicibile che sorge dal principio “Io” privo da ogni identificazione, la pura consapevolezza di Sé (in sanscrito Atman). Shiva viene anche definito: “Satyam-Shivam-Sundaram” cioè Vero, Auspicioso e Incantevole.
Molte le storie che potrei raccontare su Shiva e su Shankaracharya, ma non mi pare questo il momento e perciò mi limito alle poche immagini evocate e passo alla traduzione del canto che, secondo me, più rappresenta l’insegnamento del grande Acharya, esso si chiama Nirvanasatkam, ovvero:
Sei strofe sulla salvezza
Io non sono né la mente cosciente né quella inconscia,
non l’intelletto né l’ego,
né le orecchie o la lingua, né i sensi dell’olfatto, vista o tatto,
e nemmeno l’etere, l’aria, il fuoco, l’acqua o la terra.
Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva.
Io non sono il prana o le cinque arie vitali,
né i sette componenti del corpo, né le cinque guaine o corpi.
Non la parola, né le mani od i piedi, non l’ano né l’organo sessuale.
Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!
Neppure sono avversione od attaccamento, avarizia o illusione.
Non arroganza né il sentimento di gelosia, nulla di tutto ciò.
Né rettitudine, ricchezza o piacere sono miei.
Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!
Io non sono la virtù né il vizio, né godimento o dolore.
Non sono la preghiera né il luogo sacro, non sono le scritture né i sacrifici.
Io non sono il cibo, né chi lo mangia, né l’atto di mangiarlo.
Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva.
Non la morte, né il dubbio, né il senso di classe,
nemmeno il padre, la madre o questa nascita mi appartengono.
Io non sono fratello o amico, neppure maestro o discepolo, veramente.
Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva.
Io sono senza pensiero, senza forma, io sono onnipervadente,
sono ovunque, eppure sono oltre in tutti i sensi.
Io non sono né il distacco né la salvezza, nulla che possa misurarsi.
Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!
……..
Om Namah Shivaya. Possa Shiva illuminare la mente di chi legge!
Paolo D’Arpini
...................
Poesia dedicata alla Madre Universale
Mother, I wanted to betray you
and I looked for another.
But everywhere I looked around, You were there
You were anyone I would come close to.
How intense your seduction is
that I can’t find who you are not!
Paolo D'Arpini
giovedì 23 giugno 2011
Marche vegetariane: 25 giugno 2011 Picnic vegano a Tolentino - 7, 8, 9 Luglio 2011 Festa Equa a Jesi
Durante un piccolo incontro, insieme a Gianluca e ad Alessia, abbiamo pensato di organizzare un pic-nic vegan. Ci incontreremo al parco dell’Abadia di Fiastra a Tolentino sabato 25 giugno 2011 dalle ore 15 alle ore 20.
Si tratta di un’iniziativa aperta a tutti e a tutte! Contiamo sulla vostra partecipazione e sulla vostra collaborazione per diffondere l’invito. Fate girare e passate parola!!!
Nei giorni 7,8,9 luglio 2011 a Jesi, si terrà Equa la Festa.
Si tratta di un appuntamento che si ripete da diversi anni, una festa sulla decrescita l’ambiente e il commercio equo con diversi stand, concerti, dibattiti e laboratori.
Con Gianluca e Alessia abbiamo pensato che è davvero importante far sentire una presenza vegan in queste occasioni, e quindi abbiamo prenotato uno spazio (appoggiandoci all’associazione vegan Campagne per gli animali) per esporre materiale vegan e antispecista. Non si tratta di fare comizi o particolari azioni, solo di esserci.
Siete invitati a partecipare alla festa e a venirci a trovare.
Inoltre, avremmo bisogno, per due persone (Fabio e Lella Troglodita Tribe), di ospitalità per la notte. Se qualcuno che abita a Jesi o nei dintorni può aiutarci ci farebbe un grande piacere.
Come sempre contiamo sulle vostre idee, sulla vostra partecipazione e sul vostro desiderio di diffondere cultura e sensibilità vegan e antispecista.
Un caro abbraccio a tutti e a tutte
mercoledì 22 giugno 2011
Nisargadatta Maharaj… hints
You are accustomed to deal with things, physical and mental. I am not a thing, nor are you. We are neither matter nor energy, neither body nor mind. Once you have a glimpse of your own being, you will not find me difficult to understand. We believe in so many things on hearsay. We believe in distant lands and people, in heavens and hells, in gods and goddesses, because we were told. Similarly, we were told about ourselves, our parents, name, position, duties and so on. We never cared to verify. The way to truth lies through the destruction of the false. To destroy the false, you must question your most inveterate beliefs. Of these the idea that you are the body is the worst. With the body comes the world, with the world -God, who is supposed to have created the world and thus it starts -- fears, religions, prayers, sacrifices, all sorts of systems -- all to protect and support the child-man, frightened out of his wits by monsters of his own making. realise that what you are cannot be born nor die and with the fear gone all suffering ends. What the mind invents, the mind destroys. But the real is not invented and cannot be destroyed. Hold on to that over which the mind has no power. What I am telling you about is neither in the past nor in the future. Nor is it in the daily life as it flows in the now. It is timeless and the total timelessness of it is beyond the mind. My Guru and his words: 'You are myself' are timelessly with me. In the beginning I had to fix my mind on them, but now it has become natural and easy. The point when the mind accepts the words of the Guru as true and lives by them spontaneously and in every detail of daily life is the threshold of realisation. In a way it is salvation by faith, but the faith must be intense and lasting. However, you must not think that faith itself is enough. Faith expressed in action is a sure means to realisation. Of all the means it is the most effective. There are teachers who deny faith and trust reason only. Actually it is not faith they deny, but blind beliefs. Faith is not blind. It is the willingness to try.
…….
The self does not need to be put to rest. It is peace itself, not at peace. Only the mind is restless. All it knows is restlessness, with its many modes and grades. The pleasant are considered superior and the painful are discounted. What we call progress is merely a change over from the unpleasant to the pleasant. But changes by themselves cannot bring us to the changeless, for whatever has a beginning must have an end. The real does not begin; it only reveals itself as beginningless and endless, all-pervading, all-powerful, immovable prime mover, timelessly changeless.
…….
When more people come to know their real nature, their influence, however subtle, will prevail and the world's emotional atmosphere will sweeten up. People follow their leaders and when among the leaders appear some, great in heart and mind, and absolutely free from self-seeking, their impact will be enough to make the crudities and crimes of the present age impossible. A new golden age may come and last for a time and succumb to its own perfection. For, ebb begins when the tide is at its highest.
…………
Beyond the mind there is no such thing as experience. Experience is a dual state. You cannot talk of reality as an experience. Once this is understood, you will no longer look for being and becoming as separate and opposite. In reality they are one and inseparable, like roots and branches of the same tree. Both can exist only in the light of consciousness, which again, arises in the wake of the sense 'I am'. This is the primary fact. If you miss it, you miss all.
Sri Nisargadatta Maharaj
martedì 21 giugno 2011
Finanziamento del servizio idrico pubblico.. dopo il Referendum
Simona Savini del comitato '2 Sì per l'Acqua Bene Comune' ha risposto alle nostre domande sulle forme con cui finanziare il servizio idrico una volta esclusi i privati dalla gestione. È questo il primo di una serie di approfondimenti che dedicheremo alle conseguenze dei referendum sull'acqua.
Dopo i referendum, il comitato promotore propone nuove forme di
finanziamento del servizio idrico
La festa è finita. Ammainate le bandiere, svuotate le piazze, si spegne pian
piano l'ebbrezza per uno dei momenti più alti della nostra sgualcita
democrazia. E al pari delle piazze, si svuotano dei contenuti dei referendum
anche i notiziari e le pagine dei giornali, che travolti dall'entusiasmo
contagioso dei cittadini e dei referendari ne avevano cavalcato l'onda, ma d'ora
in avanti - c'è da giurarci - torneranno a ricondurre le tematiche dell'acqua
nell'alveo dei partiti e della politica tradizionale.
E chissà che i partiti, a loro volta, non provino a far loro questa
battaglia e proporre nuove leggi che snaturano quanto affermato dalla
cittadinanza. Noi invece, vogliamo continuare a dar voce a chi da anni
conduce le battaglie sull'acqua - non ai convertiti dell'ultimo minuto - per
capire come propongono di risolvere alcune annose criticità legate alla
gestione del servizio idrico.
In questo primo capitolo - dopo un'introduzione sul ruolo rivendicato dal
comitato nel nuovo percorso legislativo - abbiamo voluto parlare del
finanziamento, uno degli argomenti più dibattuti in campagna referendaria.
Il problema, detto in parole povere, è questo: dove trovare i soldi per
finanziare il rinnovamento delle reti idriche italiane, che perdono fino al
70 per cento della risorsa immessa e necessitano di circa 55 miliardi di
euro di investimenti?
Abbiamo visto come il sistema del full recovery cost (tutti gli investimenti
in bolletta) proposto dai fautori delle privatizzazioni abbia fallito
miseramente. Ci siamo rivolti a Simona Savini del comitato '2 Sì per l'Acqua
Bene Comune' per farci spiegare quali sono le soluzioni proposte dai
referendari.
Cosa si aspetta il comitato per il prossimo futuro e che ruolo rivendica nel
dibattito sul futuro dell'acqua?
Il messaggio che è arrivato da questi referendum è chiaro: l'acqua deve
essere tolta dal mercato e su di essa non si devono fare profitti. Ci
aspettiamo che qualsiasi decisione venga presa da qui in avanti sull'acqua
tenga conto di queste due direttive decise dalle cittadine e dai cittadini
italiani. Il comitato è intenzionato a mantenere alta la mobilitazione e l'attenzione
dell'opinione pubblica sulle tematiche dell'acqua e sul messaggio arrivato
dai referendum, di modo da non permettere che venga approvata una nuova
legge in materia che snatura il significato di questa battaglia e manipola
la volontà popolare.
Che ruolo può avere la legge di iniziativa popolare che fu proposta anni fa
da quello che allora si chiamava 'Forum italiano dei movimenti per l'acqua'?
Bisogna ripartire da lì, da quella legge di iniziativa popolare che fu
presentata nel 2008. Certo andrà aggiornata alla luce delle modifiche
normative che sono occorse in questi ultimi anni, ma il succo valoriale di
quella legge è ancora assolutamente attuale. Già lì, ben prima dell'inizio
del percorso referendario, si parlava di acqua come bene comune e di
gestione pubblica partecipata del servizio idrico.
Simona Savini del comitato '2 Sì per l'Acqua Bene Comune'
Parliamo dei finanziamenti. Ora che i privati sono stati esclusi dalla
gestione dell'acqua quali sono le ipotesi portate avanti dal comitato su
come finanziare il servizio idrico integrato?
In un convegno del 17 giugno il comitato ha esposto una proposta piuttosto
articolata delle modalità di possibile finanziamento del servizio. Del
convegno trovate vari resoconti online [il resoconto stilato dal comitato
promotore '2 Sì per l'Acqua Bene Comune' è scaricabile qui; a questo
indirizzo invece trovate una playlist con il filmato integrale della
conferenza]. Il succo comunque stava nell'annullare lo spazio per il
profitto sulla risorsa idrica e nel ricorso alla sola finanza pubblica per
il finanziamento. Questo vuol dire eliminare il potere delle banche e degli
enti di diritto privato.
E allora chi può finanziare il servizio?
Potranno accedere soltanto enti di finanziamento pubblico, il che significa
che neppure le s.p.a. al 100 per cento pubbliche saranno ammesse, visto che
una società per azioni è comunque un ente di diritto privato. C'è la Cassa
Depositi e Prestiti, ci sono i titoli statali come i bot e i cct. Insomma si
andrebbe a creare un fondo cassa pubblico finanziato dagli investimenti dei
cittadini. Poi ci sono altri strumenti validi come il prestito irredimibile.
Ad ogni modo è prevista una grande assemblea a fine giugno o inizio luglio,
aperta a tutti, in cui discuteremo nel dettaglio, tutti insieme come abbiamo
sempre fatto, gli strumenti più efficaci di finanziamento del nuovo servizio
idrico integrato.
Andrea Degl'Innocenti
Dopo i referendum, il comitato promotore propone nuove forme di
finanziamento del servizio idrico
La festa è finita. Ammainate le bandiere, svuotate le piazze, si spegne pian
piano l'ebbrezza per uno dei momenti più alti della nostra sgualcita
democrazia. E al pari delle piazze, si svuotano dei contenuti dei referendum
anche i notiziari e le pagine dei giornali, che travolti dall'entusiasmo
contagioso dei cittadini e dei referendari ne avevano cavalcato l'onda, ma d'ora
in avanti - c'è da giurarci - torneranno a ricondurre le tematiche dell'acqua
nell'alveo dei partiti e della politica tradizionale.
E chissà che i partiti, a loro volta, non provino a far loro questa
battaglia e proporre nuove leggi che snaturano quanto affermato dalla
cittadinanza. Noi invece, vogliamo continuare a dar voce a chi da anni
conduce le battaglie sull'acqua - non ai convertiti dell'ultimo minuto - per
capire come propongono di risolvere alcune annose criticità legate alla
gestione del servizio idrico.
In questo primo capitolo - dopo un'introduzione sul ruolo rivendicato dal
comitato nel nuovo percorso legislativo - abbiamo voluto parlare del
finanziamento, uno degli argomenti più dibattuti in campagna referendaria.
Il problema, detto in parole povere, è questo: dove trovare i soldi per
finanziare il rinnovamento delle reti idriche italiane, che perdono fino al
70 per cento della risorsa immessa e necessitano di circa 55 miliardi di
euro di investimenti?
Abbiamo visto come il sistema del full recovery cost (tutti gli investimenti
in bolletta) proposto dai fautori delle privatizzazioni abbia fallito
miseramente. Ci siamo rivolti a Simona Savini del comitato '2 Sì per l'Acqua
Bene Comune' per farci spiegare quali sono le soluzioni proposte dai
referendari.
Cosa si aspetta il comitato per il prossimo futuro e che ruolo rivendica nel
dibattito sul futuro dell'acqua?
Il messaggio che è arrivato da questi referendum è chiaro: l'acqua deve
essere tolta dal mercato e su di essa non si devono fare profitti. Ci
aspettiamo che qualsiasi decisione venga presa da qui in avanti sull'acqua
tenga conto di queste due direttive decise dalle cittadine e dai cittadini
italiani. Il comitato è intenzionato a mantenere alta la mobilitazione e l'attenzione
dell'opinione pubblica sulle tematiche dell'acqua e sul messaggio arrivato
dai referendum, di modo da non permettere che venga approvata una nuova
legge in materia che snatura il significato di questa battaglia e manipola
la volontà popolare.
Che ruolo può avere la legge di iniziativa popolare che fu proposta anni fa
da quello che allora si chiamava 'Forum italiano dei movimenti per l'acqua'?
Bisogna ripartire da lì, da quella legge di iniziativa popolare che fu
presentata nel 2008. Certo andrà aggiornata alla luce delle modifiche
normative che sono occorse in questi ultimi anni, ma il succo valoriale di
quella legge è ancora assolutamente attuale. Già lì, ben prima dell'inizio
del percorso referendario, si parlava di acqua come bene comune e di
gestione pubblica partecipata del servizio idrico.
Simona Savini del comitato '2 Sì per l'Acqua Bene Comune'
Parliamo dei finanziamenti. Ora che i privati sono stati esclusi dalla
gestione dell'acqua quali sono le ipotesi portate avanti dal comitato su
come finanziare il servizio idrico integrato?
In un convegno del 17 giugno il comitato ha esposto una proposta piuttosto
articolata delle modalità di possibile finanziamento del servizio. Del
convegno trovate vari resoconti online [il resoconto stilato dal comitato
promotore '2 Sì per l'Acqua Bene Comune' è scaricabile qui; a questo
indirizzo invece trovate una playlist con il filmato integrale della
conferenza]. Il succo comunque stava nell'annullare lo spazio per il
profitto sulla risorsa idrica e nel ricorso alla sola finanza pubblica per
il finanziamento. Questo vuol dire eliminare il potere delle banche e degli
enti di diritto privato.
E allora chi può finanziare il servizio?
Potranno accedere soltanto enti di finanziamento pubblico, il che significa
che neppure le s.p.a. al 100 per cento pubbliche saranno ammesse, visto che
una società per azioni è comunque un ente di diritto privato. C'è la Cassa
Depositi e Prestiti, ci sono i titoli statali come i bot e i cct. Insomma si
andrebbe a creare un fondo cassa pubblico finanziato dagli investimenti dei
cittadini. Poi ci sono altri strumenti validi come il prestito irredimibile.
Ad ogni modo è prevista una grande assemblea a fine giugno o inizio luglio,
aperta a tutti, in cui discuteremo nel dettaglio, tutti insieme come abbiamo
sempre fatto, gli strumenti più efficaci di finanziamento del nuovo servizio
idrico integrato.
Andrea Degl'Innocenti
lunedì 20 giugno 2011
"Il Dio soldo" di Franco Farina
Buongiorno! Uno scritto un po’ divertente su un soggetto a volte serio: I soldi
Titolo: “Il Dio soldo”
“Oserei dire che ci sono tanti dei.
Il rito del Dio Soldo è praticato in vari stati occidentali ma anche in vari stati africani ed orientali.
Questi riti vengono praticati giornalmente all’apertura delle “chiese” anche chiamate Banche.
Per entrare devi schiacciare un bottone, e solo se sei puro puoi entrare, basta che hai parte del dio soldo depositato nei loro tabernacoli.
C’è anche il rito praticato internamente a questi “Templi”. E’ il rito di apri il tabernacolo, preleva, richiudi il tabernacolo; poi distribuisci un po’ di particole di questo dio, e poi richiudi il rimanente nel tabernacolo.
E’ un rito praticato dai sacerdoti del tempio incaricati di questo Dio.
Solo acuni eletti comprendono da dove viene il Dio soldo.
I poveri cittadini non lo sanno e per questo sono poveri ed hanno difficoltà nell’ottenere le particole.
La segretezza della sua provenienza fa sì di creare un alone di mistero intorno a questo Dio e quindi di posizionarlo sempre più in alto nei valori della borsa.
Anche qui come in ogni regno celeste ci sono vari Dei che gareggiano perché in effetti il Dio soldo è uno e trino o anche quatrino.
C’è il Dollaro, c’è l’Euro poi la Sterlina i Franchi lo Yen e via via altri Dei minori che in base alla borsa ed altre vicissitudini che solo Dio sa; prendono vari posti e valori in borsa.
Quindi in questo regno solo chi è più forte resiste e sta nelle prime posizioni.
Voi non ci credete che esiste il Dio soldo vero?
Non credete che neppure nell’antica Roma esistesse il Dio soldo vero?
Sembra un tempo passato dove regnava l’ignoranza solo perché non esistevano i computer ma probabilmente non è così.
Devo dirti che il Dio soldo esisteva fin dai tempi dei Romani.
In effetti la parola “Moneta” è un altro nome della dea Giunone, faccio notare che Giunone dà nome al mese di Giugno, non a caso è il mese del Grano.
Ad ogni modo fatto stà che la zecca dell’antica Roma dove era situata?
Nel tempio di Giunone anche chiamata “Moneta”.
Quindi il termine “Moneta” fu dato anche a ciò che usciva dal tempio cioè la “moneta” sonante d’oro e d’argento.
Quindi il Dio soldo ha una lunga storia…”
Franco Farina
www.francofarina.it
venerdì 17 giugno 2011
Stefano Panzarasa: "Verso l’Era Ecozoica… Bioregionalismo e scelta vegana"
"Muri patio" Immagine di Gustavo Piccinini
Caro Paolo D'Arpini, innanzitutto mi congratulo con te per l’impegno che hai profuso nel continuare l’esperienza della Rete Bioregionale Italiana e poi mi scuso, anche con tutte le persone presenti all’incontro, per non essere potuto intervenire, purtroppo questo è un periodo della mia vita in cui, nel bene e nel male, il destino vuole che io rimanga dalle mie parti, a casa mia, nel mio territorio e, se può essere un buon motivo per farlo, diciamo che va bene proprio dal punto di vista bioregionale…
Ecco il mio breve intervento sull’alimentazione.
Verso l’Era Ecozoica… Bioregionalismo e scelta vegana
Io sono ormai vegano (con qualche piccola trasgressione vegetariana ogni tanto), Mariagrazia, la mia compagna, è vegana ed è anche una brava cuoca (chi vuole può visitare il suo sito www.cucinaecozoica.it). Noi dunque non mangiamo ne carne, ne pesce, ovvero nulla che sia di derivazione animale, uova, latte, eccetera, e invece mangiamo in tantissimi modi diversi e a volte anche molto creativi ma sempre molto gustosi, frutta, ortaggi, cereali, legumi e i loro derivati come per esempio il seitan.
Siamo felici di questa scelta che quindi è un po’ vegana e un po’ crudista perché non causa sofferenza e dolore agli animali (nessuno li tiene imprigionati o gli ruba le uova per esempio), fa del bene al pianeta (si pensi alle foreste tagliate per far posto ad allevamenti intensivi e poi al deserto…) e infine fa anche molto bene a noi stessi perché gran parte dei problemi fisici umani (allergie, obesità, malattie cardio-vasco-circolatorie, tumori…) derivano proprio da una cattiva alimentazione o dal mangiare alimenti come la carne e il latte e i suoi derivati ai quali non siamo neanche geneticamente predisposti.
La verità è che per capire come andare avanti in questo mondo insano e confuso (definiamo la civiltà occidentale patriarcale e violenta) avremmo bisogno di semplicità e di una grande visione che ci dia speranza e energia per andare avanti… Ma verso dove?
Una possibile soluzione ce la offre, sempre rimanendo nel campo dell’alimentazione, la scelta vegana-crudista, fatta di prodotti locali, biologici e biodinamici magari provenienti da orti sinergici e/o di quartiere (non dimentico mai anche chi vive in città…), prodotti di stagione legati quindi ai cicli della vita e che dunque sottintendono una vera e propria consapevolezza ecologica.
L’”ecologista integrale” come diceva il compianto Thomas Berry (si veda sul blog della Rete Bioregionale il suo bel Manifesto per l’Era Ecozoica), finita l’era dei preti, dei guru e degli sciamani, figure magari un tempo pure valide ma al mondo odierno anche inadeguate, può veramente essere una persona capace di indicare un sentiero di consapevolezza ecologica verso quella che in modo originale Berry ha definito l’Era Ecozoica.
Ovviamente l’Era Ecozoica non esisterà chissà quando e chissà dove ma è un’era da cominciare a creare piano piano sin da oggi e con tutte le tecniche e le pratiche sostenibili possibili rispettose del pianeta, degli animali e ovviamente anche di noi umani. L’Era Ecozoica può quindi ben cominciare dalla pratica quotidiana del cucinare in modo ecologicamente corretto, dalla nostra tavola! Una rivoluzione silenziosa (niente più urla di dolore degli animali) e anche sana e gustosa e che ognuno può tranquillamente realizzare ogni giorno a casa proria, nel suo territorio, nella sua bioregione.
Uno dei principi dell’ecologia profonda è quello di rispettare i diritti degli animali, uno dei principi basilari del buddhismo è quello di non causare dolore non necessario… Nessuno di noi vive in posti estremi del pianeta come i deserti o le terre artiche, abbiamo quindi la possibilità e la fortuna di scegliere come alimentarci.
Anche se il pianeta ci da ultimamente tanti segnali per arrivare a cambiamenti radicali nel nostro stile di vita (buco dell’ozono, alluvioni, desertificazione) e tutto può sembrare molto urgente, io credo che ognuno di noi possa fare le sue riflessioni e le sue scelte con calma. Purtroppo veniamo da millenni di patriarcato e, tanto per rimanere nel tema, la violenza contro gli animali che mangiamo è persino considerata normale, ancora oggi, dalla maggior parte delle persone…
Questo fatto ovviamente non vuol dire che tale pratica non sia sbagliata, si pensi a quando era considerato normale tenere in schiavitù gli esseri umani…! Forse un giorno al supermercato troveremo scritto sui pacchi di carne (come sui pacchetti di sigarette dai tabaccai): “Nuoce gravemente alla salute”, “Mangiare carne fa venire il cancro” o addirittura “Prodotto nocivo, tenere fuori dalla portata dei bambini!”.
Detto ciò io sono sempre stato contento, specialmente quando ancora mangiavo la carne, di frequentare una persona come Paolo D’Arpini che nel suo semplice, bellissimo Circolo Vegetariano di Calcata, apriva la porta con gioia a chiunque mostrando un sentiero di vita giusto e sano unicamente a partire da una buona cucina. Se oggi a quasi sessanta anni mi sento così felice, illuminato, pieno di energia e speranza lo devo molto anche a Paolo…
Ma nel passato cosa è successo? Non abbiamo sempre mangiato carne?
No, tanti se lo chiedono quasi sempre per darsi una giustificazione che invece purtroppo non c’è… Girando in rete alla ricerca di qualche buona (o gustosa) idea per scrivere questo articolo, ho trovato questo intervento su un sito http://elisirdibuonavita.info/nl/, io penso le stesse cose ma un po’ per pigrizia e un po’ per piacere riporto integralmente quello che ho letto senza ulteriori integrazioni:
“In origine, i nostri antenati erano cacciatori-raccoglitori e non onnivori. Non mangiavano carne. Quando si osservano gli animali predatori e carnivori si può vedere che i loro denti sono progettati per squarciare e dilaniare, non per masticare. Gli animali erbivori hanno denti piatti che servono a masticare il cibo.
Gli esseri umani si sono evoluti da creature che erano vegetariane. I sistemi digestivi non sono stati progettati per mangiare e digerire la carne. Mangiare carne è uno sviluppo relativamente recente nella storia umana. Si crede che l’uomo abbia cominciato a mangiare carne, perché non riusciva a trovare i cibi naturali a cui era abituato.
Inizialmente, erano simili a creature che si sono evolute da animali come le scimmie erbivore. Queste scimmie erano simili all’uomo e camminavano in posizione eretta. Il loro cibo era costituito da radici, bacche, frutta e noci. Fino a quando è stato scoperto il fuoco, anche l’uomo mangiava principalmente ortaggi e frutta.”
Non ho altro da aggiungere, vi auguro un bell’incontro e vi mando un abbraccio veramente di cuore,
Stefano Panzarasa
Moricone 17 giugno 2011
Bioregionalismo d'assalto.. Chiudere le Regioni ed aprire i Comuni e le Province
Nico Valerio (e Paolo D’Arpini) – Ecco come risparmiare sulla gestione della cosa pubblica: “Ritornare in Comune ed in Provincia.. abbandonando la Regione..”
L’Italia è densa di Storia, d’arte e di bellezze naturali, certo, ma come estensione è un piccolo Stato. Con i suoi 301 mila chilometri quadrati è simile, anzi un poco più piccola, al New Mexico (capitale Santa Fe’, Usa). Ed ha una capitale che è situata al centro esatto del suo territorio, e perciò facilmente raggiungibile da tutti i punti della Penisola in poche ore con qualunque mezzo, dall’aereo alla carrozza a cavalli. Che bisogno c’era di spezzettarla in tanti sotto-Stati, le cosiddette “Regioni” che mai sono stati davvero nel cuore e nella Storia degli Italiani, che sono sempre stati più municipalisti che regionalisti? Senza contare che le nostre regioni non corrispondono neanche a precise realtà geografiche e neanche storiche.
Infatti non corrispondono mai ai vecchi Stati pre-unitari spazzati via, per fortuna, dal Risorgimento. E allora, perché? A che servono?
I liberali, ricordo benissimo, erano contrarissimi alle Regioni. L’Italia è piccolissima, dicevano, che bisogno c’è? E sarebbe assurdo, incalzavano, spezzettarla ancora di più in tanti quasi-Stati. Non possiamo fare la scimmiottatura degli “States” in un territorio che equivale ad un loro piccolo Stato. E avevano ragione da vendere. Conoscendo il carattere e la storia degli Italiani, campanilisti fin dal Medio Evo, si rischierebbe l’anarchia, e ognuna spenderebbe senza limiti come uno Stato sovrano. Infatti le tendenze naturali di un popolo anarchico vanno temperate, non favorite.
Ed è proprio attraverso la “statizzazione” delle Regioni che il federalismo prossimo venturo potrebbe fare gravi danni separando ancora di più gli Italiani tra loro e distruggendo l’Italia, già piccolissima di per sé, come Stato.
Senza contare che le scelte della piccola e poco rilevante Italia in politica o commercio internazionale potrebbero essere ancor più ridotte, o addirittura contraddette o vanificate dalle scelte particolari delle singole Regioni. Tutte cose che puntualmente si sono verificate, commenta Paolo D’Arpini.
Senza contare gli sprechi enormi (pensiamo solo ai definit regionali nella sanità e nell’ambiente, o alle assurde rappresentanze a Roma o addirittura all’estero).
Insomma, spese pazze, clientele, inefficienza per tutte le regioni italiane, e ancor più per quelle privilegiate come “Regioni a statuto speciale” (Sicilia, Val d’Aosta, Trentino-Alto Adige). E ormai il virus parassitario della Lega si è diffuso: le sciocchezze di quegli ignorantoni e paesani vengono ripetute e prese sul serio.
Ma così prosegue D’Arpini: “Dal punto di vista della comunità i cittadini si riconoscono più facilmente nella identità provinciale e raramente nell’ambito regionale. Il motivo è ovvio, la storia e la cultura in Italia hanno sempre privilegiato le comunità ristrette a partire dai Comuni sino all’ambito in cui un Comune solitamente si irradia ovvero la Provincia. Al contrario le Regioni sono state create a tavolino subito appresso l’unità d’Italia e molto spesso non rispecchiano gli ambiti di appartenenza culturale e geografica che questi territori ebbero in passato, ed il passato è presente… non è qualcosa che sparisce.
“Prendiamo l’esempio della Regione Lazio, riaggiustata durante il fascismo, togliendo all’Umbria (Rieti), togliendo alla Tuscia (alta Tuscia passata all’Umbria, Orvieto), togliendo al Regno delle Due Sicilie (Formia, etc.), riaggiustando il Frusinate ed altro ancora… Inoltre la Regione Lazio, come ogni altra Regione, nel suo governo è partigiana, ovvero cura gli interessi “democratici” degli abitanti della sola Roma, le scelte sono sempre a favore degli interessi della città. Ad esempio Roma raggruppa in sé i 4/5 degli abitanti del Lazio, il che significa che tutte le scelte amministrative regionali tendono a soddisfare gli interessi di Roma.
In conseguenza di ciò il territorio delle Province storiche del Lazio è negletto ed utilizzato esclusivamente per ubicarvi gli scomodi servizi della città, il territorio delle Province è come una colonia rispetto alla madrepatria. In tal modo la grande Roma non riuscirà mai ad adattarsi al territorio osmoticamente ma continuerà a gettarvi i suoi rifiuti, a creare strutture inquinanti, a mantenere sottosviluppate e mal collegate le componenti territoriali circostanti. Quanto detto per il Lazio vale, ovviamente anche per tutte le altre Regioni: Lombardia, Campania, etc. ove risiedono grandi agglomerati urbani.
“Visto che l’Europa sta diventando sempre più una realtà politica oltre che amministrativa è sicuramente più logico studiare degli ambiti territoriali che rispecchino un’identità “bioregionale” e questi ambiti possono essere rappresentati esclusivamente dalle Province (al massimo da agglomerati uniformi come ad esempio la Tuscia con Viterbo, Civitavecchia ed Orvieto). Quindi andrebbero ristrutturate in termini bioregionali le Province, come base aggregativa ed amministrativa del territorio ed eliminate invece le Regioni, carrozzoni inutili e fuorvianti dal punto di vista dell’integrità ecologica, geografica e storica”.
Nico Valerio
(Fonte: Salon Voltaire)
......
Nota Aggiunta:
La gran parte dell’articolo è una lunghissima citazione di Paolo D’Arpini. L’ho citata perché originale e perché colpisce nel segno. Se è vero – come giustamente ricordi – che le Province sono spesso realtà amministrative artificiali (il Fascismo le ingrandì o rimpicciolì a piacer suo), ammetterai che sono le Regioni a farci perdere più soldi e a fare i danni maggiori. Oggi hanno tutto in mano: dalla sanità all’ambiente. E infatti il marcio è lì, non nelle Province. Queste ultime sono “solo” inutili: ricordo che lo sentivo dire già da adolescente giovane liberale, prima ancora di andare dai radicali.
Insomma abbiamo di fronte 2 enti locali, il primo (la Regione) “utile” ma corrotto, anzi fonte di corruzione per l’intera vita politica e sociale. Il secondo (la Provincia, inutile, ma talmente inutile che “non” è fonte di corruzione, ma semmai uno spreco, un piccolo spreco. Piccolo rispetto all’enorme spreco della Regione. Che fare?
Siamo sicuri che in un Paese molto piccolo come l’Italia, lo Stato e i Comuni non basterebbero? O almeno lo Stato e i Consorzi di Comuni, ma a costo zero?
Non ne posso più delle Regioni. Sono il vero male dell’Italia. Voglio cacciare i consiglieri regionali. i loro portaborse e la pletorica e super-pagata burocrazia inutile in Sicilia, Alto Adige-Trentino, Sardegna, Val d’Aosta, Campania ecc.
Questo il primo obiettivo per moralizzare l’Italia a costo zero.
Bravo D’Arpini che mi ha dato l’idea.
(N.V.)
giovedì 16 giugno 2011
Influssi vedici e neoplatonici sul cristianesimo e personaggi storici inventati
"Costruzione in estensione temporale" - Mura
L’ingenuità è una forma di saggezza o di stoltezza?? Il problema è irresolubile, come buona parte dei problemi che assillano il comportamento umano. Ma il dubbio può essere risolto: tuttavia soltanto con la spada di Alessandro che taglia il nodo di Gordio
Da notare che l’incontro fra Alessandro ed il cinico Diogene è un falso, un falso ben congegnato per coprire fatti molto più importanti.. Come l’origine centro-asiatica della religiosità cristiana, o meglio degli aspetti più interessanti della religiosità cristiana, che hanno pervaso, proprio grazie ad Alessandro, la cultura ellenistica la quale, come sappiamo, è una sincresi tra visione del mondo indiana, pitagorismo, misteri Eleusini, platonismo e neo platonismo, e soprattutto NEOPLATONISMO, il quale a sua volta esprime la diffusione di due filosofie sapienziali: epicureismo e stoicismo, di cui il massimo esponente fu Seneca, del quale, non a caso, si ciancia una corrispondenza nientemeno che con Saulle, il cosiddetto mediatore fra romanità ed ebraismo, sulla reale esistenza del quale abbiamo ben poche prove. MORE SOLITO. Ma noi, invece, abbiamo le prove dell’incontro di Alessandro con Dandami. Quest’ultimo, alle profferte di Alessandro, risponde: ”Ho il cielo come tetto, tutta la Terra come letto. I fiumi mi versano da bere, la foresta mi fornisce il cibo. Non mi nutro delle viscere degli animali, come fanno i leoni, né le carni degli animali e degli uccelli imputridiscono racchiuse nel mio ventre, non sono un sepolcro di cadaveri, ma la natura provvidente mi porge tutti i suoi frutti come una madre offre il suo latte”.
Così diceva Dandami, in rappresentanza della cultura brahminica, già ufficialmente apprezzata da Tertulliano, Girolamo ed Origene (a smentire la tesi dell’isolamento del mondo antico.) Da notare che di queste frasi le parole messe in bocca a Gesù relative agli uccelli nel cielo ed ai gigli nel campo, su cui scrisse un bel saggio Soren Kierkegaard, sono una misera eco. Ma torniamo a noi.. Di quest’incontro ci lascia traccia uno scritto nientemeno di uno dei massimi inventori ( nel senso di sintetizzatori delle cultura ellenistico-indiana) del cristianesimo: Sant’ Ambrogio vissuto fra il 339 ed il 397 d.C. Questo scritto è stato pubblicato in italiano con il titolo: ”Il modo di vivere dei Brahmani”
La premessa serve per dire che Cristo è chiaramente una figura mitica, nella quale sono state inserite peculiarità ed attributi di “uomo perfetto” secondo la filosofia e la psicologia ellenistico-indiana e pertanto definito uomo-dio per la banale ragione che un uomo diventa dio solo se configura la propria vita prendendo ad esempio Gesù.
Quanto qui scritto non è frutto di una mentalità materialista, relativista e razionalista nonché ateista. Al contrario, si tratta di una religiosità naturale, neopagana se così la vogliamo chiamare, che si avvale delle conoscenze prima inesistenti, ottenute grazie al progresso scientifico e tecnologico, nonché alla diffusione della cultura e delle conoscenze. Pertanto, non riesco a capire cosa significa dire che Gesù era vegetariano. Se questa persona di cui si racconta esser vissuta in Palestina e proveniente da ceppo galileo, fosse realmente vissuta in tale luogo, la sua alimentazione sarebbe stata in prevalenza carnea. Come consuetudine di popolazioni provenienti dal deserto che a tutt’oggi si nutrono di capre. Tal quali gli abitanti della Tanzania, la popolazione degli Hadza, che ignorano l’agricoltura e si nutrono di cacciagione (cioè degli animali che riescono ad uccidere con le loro frecce). Questi primitivi sono attentamente studiati dagli antropologhi ( ghi! attento proto!) i quali sperano di conoscere attraverso loro la vita dei “nostri” antenati. Altra illusione scientista!
Infatti noi, popolazioni mediterranee, siamo intimamente legati alla Terra e come tali usufruitori dei frutti da tale ambiente prodotti, che non sono animali. Così come i Brahmani, che potendo nutrirsi vegetariano, grazie alla ricchezza della flora locale, lo fanno. Per concludere: ritengo una forma di infantilismo, della specie di quella utilizzata per inventare una figura mitica in possesso di TUTTE le virtù possibili ed immaginabili dalla cultura ellenistica, ed attribuirle a un Dio-Uomo di nome Gesù (ne conosciamo anche gli inventori che sono Clemente Alessandrino e Filone d’Alessandria.) E poiché costui è l’incarnazione di tutte le perfezioni, gli attribuiamo tutte le qualità man mano che ci vengono alla mente o introiettiamo nuove culture o maturiamo interiormente. Secondo questo criterio, invece di invitare gli artisti a tratteggiare con arte attualistica una figura umana di santone barbuto (ah! i brahmani!) la Chiesa dovrebbe far dipingere una figura umana con tanti francobolli appiccicati sul corpo, ciascuno recante un timbro di autentificazione di una teoria e di una virtù.
[Nota finale: qualcuno ha notato il nuovo Cristo new-age che sta diffondendosi con santini, immagini sacre, stampe e quant' altro? Infatti, l'incontro fra le due concezioni della Vita e del Mondo non è avvenuto con il cinico Diogene, ma con un esponente dei Brahmani, il quale, interrogato da Alessandro, risponde in modo adeguato.]
Giorgio Vitali
mercoledì 15 giugno 2011
Ospitaletto di Marano (Modena) - Incontro Bioregionale 18 e 19 giugno 2011 - Istruzioni per giungere a destinazione
Per arrivare al luogo dell'incontro della Rete Bioregionale Italiana, previsto il 18 e 19 giugno 2011 a Ospitaletto di Marano (Modena), ecco le indicazioni stradali pazientemente raccolte da Caterina Regazzi (ringraziatela quando arrivate).
Programma: http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/2011/06/07/programma_per_il_17_incontro_d.html
Per chi viene col camper, ma anche per gli altri, è bene fare una strada che porta ad un luogo ove poter parcheggiare comodamente.
Dall'uscita dell'autostrada Modena sud prendere direzione Spilamberto - Vignola. Arrivati a Spilamberto (sono circa 8 km, proseguire, tenendo sempre la strada principale per Vignola - Fanano. Si passano diverse rotonde. Dopo il cartello Città di Vignola, si arriva ad una rotonda e lì seguire l'indicazione Fanano (andando diritto si attiva in centro a Vignola). Dopo alcuni km si arriva a Marano sul Panaro, si fiancheggia l'abitato e si arriva ad un CONAD sulla destra e un distributore sulla sinistra (EGO). Lì invece di seguire la strada principale che fa una leggera curva a sinistra, si tira dritto (Serramazzoni - Ospitaletto), si continuano poi a seguire le indicazioni per Serramazzoni e Ospitaletto, facendo attenzione perchè ci sono sempre nei bivii, ma a volte non sono ben visibili. Dopo 9 km circa si arriva ad Ospitaletto, passando un borgo che si chiama Rodiano. Non ho visto un cartello con scritto Ospitaletto, ma, appena prima (pochi m.) di un piccolo bivio Serramazzoni (a sx) e Castelvetro (a dx) sulla sinistra della strada, parte una salita abbastanza ripida che finisce contro la chiesa di Ospitaletto. Lì ci sono dei piazzali dove si può parcheggiare auto o camper. Da lì prendere la strada a sinistra della chiesa (guardando la chiesa di fronte) e scendere poi a piedi alla prima a destra dove indica Casona. Dopo poco a sx c'è una scorciatoia in ghiaia (Cà Blu), prendere quella fino in fondo, lì c'è un gruppo di case, andare fino a quella più in basso e chiedere. Siete arrivati. Se vi siete persi chiamate al 333.6023090"
Ciao, Paolo
martedì 14 giugno 2011
Michele Bonatesta da Viterbo: "Valenze nazionali nello spaccato di una realtà provinciale.."
Dunque… il popolo per Silvio Berlusconi non conta assolutamente nulla.
Dunque… per Berlusconi quelli che contano sono solamente i numeri. Già: i numeri in Parlamento.
I numeri in Parlamento, indipendentemente dal fatto che si tratti o meno di numeri precostituiti da Berlusconi stesso con la ‘nomina‘ dei deputati e dei senatori.
I numeri in Parlamento, indipendentemente dal fatto che si tratti di numeri determinati dalle ben note ‘compravendite‘ ( tipo calciomercato ) da Berlusconi stesso effettuate.
I numeri in Parlamento, indipendentemente dal fatto che la maggioranza che oggi sostiene il Governo di Silvio Berlusconi sia tutt’altra cosa rispetto a quella determinata dai ‘ numeri ‘inseriti a suo tempo nelle urne dal solito… popolo (ritenuto) bue.
Già: Berlusconi ha già detto che, referendum o non referendum, lui andrà avanti ugualmente.
Già: Berlusconi ha già detto che, quorum o non quorum, il governo andrà avanti ugualmente.
In che modo non lo ha detto.
Facendo cosa non lo ha detto.
Per quanto tempo non lo ha detto.
Nossignori.
Berlusconi ha detto solamente quello che tutti noi già sapevamo, ha detto ciò che gli italiani già sapevano: ha detto che da lì… lui… Silvio Berlusconi, da lì lui, Silvio Berlusconi, di sua iniziativa non si schioderà mai e poi mai, sino al 2013.
Di sua iniziativa, ha detto.
E per fortuna che – per mandarlo a casa – oramai ci sono le solite note incognite che fortunatamente rischiano di diventare, di giorno in giorno, sempre più… cognite.
A cominciare dalla Lega.
A cominciare da Bossi.
Per continuare con Tremonti.
Per concludere con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Già: per nostra fortuna il prosieguo o meno di questa legislatura non dipenderà ‘ esclusivamente ‘ dalla volontà di Silvio Berlusconi.
Questa volta ciò che si determinerà nella politica italiana almeno in parte sarà dipeso dal popolo italiano.
Da quel popolo italiano che, attraverso l’istituzione dei referendum, ha inteso in qualche modo mandare un preciso segnale ai politici ed ai politicanti ‘ anche ‘ di casa nostra, vale a dire che vuole tornare ad essere protagonista delle scelte che lo riguardano, che vuole tornare ad essere parte determinante degli indirizzi che la politica intende dare sul territorio.
Ma non basta.
I numeri legati al quorum di tutti e quattro i quesiti referendari dimostrano, al di là delle più legittime aspettative, che è oramai al tramonto il mito di Silvio Berlusconi.
I numeri hanno detto che la faccia di Silvio Berlusconi non basta più a tranquillizzare il territorio.
I numeri hanno detto – insomma – che per le prossime consultazioni elettorali (come avevano d’altra parte già indicato le recentissime elezioni amministrative) i numeri hanno ribadito che – dicevamo – gli elettori tornano a guardare, finalmente, a chi potrebbe andare a finire il loro voto e quale uso ne farebbe quest’ultimo (o quest’ultima).
I numeri hanno spiegato che da questo momento in poi il voto del territorio non è più scontato sulla base del rapporto eventuale che il territorio ha con Roma.
Anzi.
Tutt’altro.
I numeri hanno, finalmente, sancito che il legame con il territorio, il triangolo tra politica territorio ed elettore non è più scontato ma va… guadagnato.
I numeri hanno detto, insomma, che potrebbe esserci a questo punto un effetto domino .
Un effetto domino sul territorio.
Un effetto domino su ogni territorio e – quindi – anche nel Viterbese.
Un effetto domino che potrebbe fare precipitare le già traballanti e critiche situazioni da tempo esistenti al Comune di Viterbo ed alla Provincia di Viterbo.
I numeri dei referendum di domenica e lunedì scorso, la percentuale dei quorum, potrebbero pesare in maniera determinante sulla tenuta delle coalizioni per le ripercussioni che i numeri stessi potrebbero avere nei rapporti tra singole componenti all’interno delle coalizioni.
E già: la parabola discendente di Silvio Berlusconi oramai è sotto gli occhi di tutti e si sa che – in politica – quando la nave affonda la tentazione di abbandonarla attraversa forte la schiena dei topi.
E che di topi nella Casta viterbese ce ne siamo a iosa… sì… anche questo è saputo e risaputo sin da sempre.
Ci sarà, dunque, questo effetto domino ?
Le percentuali più o meno bulgare risultate nei singoli quesiti referendari avranno qualche effetto sismico anche nella Tuscia?
Il pericolo che si torni a valutare il rapporto che i singoli politici hanno con il territorio spingerà qualcuno ad abbandonare le stanze dei bottoni per tornare a parlare con la gente dei problemi della gente risolvendo i problemi della gente ?
Cosa farà il sindaco di Viterbo, l’on. (nominato) Giulio Marini?
Cosa farà il presidente della Provincia, l’ecumenico uomo di legge Marcello Meroi ?
Cosa farà la senatora rosa Laura Allegrini ?
Cosa farà l’ex ministro Giuseppe Fioroni ?
Tornerà ad occuparsi anche dei problemi dei viterbesi ?
E l’on. Ugo Sposetti ?
E l’on. Donatella Ferranti ?
E l’assessora regionale Angela Birindelli ?
Ed i consiglieri regionali Rodolfo Gigli, Francesco Battistoni e Giuseppe Parroncini ?
Capiranno tutti questi politici viterbesi che i viterbesi, come il resto degli italiani, stanno finalmente tornando ad aprire gli occhi ?
E che avendo cominciato ad aprire gli occhi le cose, finalmente, stanno tornando a guardarle con… i propri occhi ?
Lo avranno raccolto, i politicanti di casa nostra, il messaggio che anche i viterbesi hanno voluto mandare loro attraverso i referendum di domenica e lunedì scorso ?
Avranno capito il grosso errore che hanno fatto nel non dichiarare pubblicamente cosa avrebbero fatto loro su ogni singolo referendum ?
Avranno capito che boomerang è stato non avere preso ufficialmente posizione contro il nucleare nonostante la grande probabilità che una delle centrali fosse localizzata proprio a Montalto di Castro?
Avranno capito che non dire nulla sul referendum relativo alla gestione del servizio idrico, nonostante i problemi che i viterbesi stanno avendo da tempo grazie all’acqua all’arsenico che viene loro erogata nelle case è stato un grossissimo errore?
Già: lo avranno capito… o no ?
Michele Bonatesta
Presidente del Movimento di Opinione
“ Insieme per il territorio
Dunque… per Berlusconi quelli che contano sono solamente i numeri. Già: i numeri in Parlamento.
I numeri in Parlamento, indipendentemente dal fatto che si tratti o meno di numeri precostituiti da Berlusconi stesso con la ‘nomina‘ dei deputati e dei senatori.
I numeri in Parlamento, indipendentemente dal fatto che si tratti di numeri determinati dalle ben note ‘compravendite‘ ( tipo calciomercato ) da Berlusconi stesso effettuate.
I numeri in Parlamento, indipendentemente dal fatto che la maggioranza che oggi sostiene il Governo di Silvio Berlusconi sia tutt’altra cosa rispetto a quella determinata dai ‘ numeri ‘inseriti a suo tempo nelle urne dal solito… popolo (ritenuto) bue.
Già: Berlusconi ha già detto che, referendum o non referendum, lui andrà avanti ugualmente.
Già: Berlusconi ha già detto che, quorum o non quorum, il governo andrà avanti ugualmente.
In che modo non lo ha detto.
Facendo cosa non lo ha detto.
Per quanto tempo non lo ha detto.
Nossignori.
Berlusconi ha detto solamente quello che tutti noi già sapevamo, ha detto ciò che gli italiani già sapevano: ha detto che da lì… lui… Silvio Berlusconi, da lì lui, Silvio Berlusconi, di sua iniziativa non si schioderà mai e poi mai, sino al 2013.
Di sua iniziativa, ha detto.
E per fortuna che – per mandarlo a casa – oramai ci sono le solite note incognite che fortunatamente rischiano di diventare, di giorno in giorno, sempre più… cognite.
A cominciare dalla Lega.
A cominciare da Bossi.
Per continuare con Tremonti.
Per concludere con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Già: per nostra fortuna il prosieguo o meno di questa legislatura non dipenderà ‘ esclusivamente ‘ dalla volontà di Silvio Berlusconi.
Questa volta ciò che si determinerà nella politica italiana almeno in parte sarà dipeso dal popolo italiano.
Da quel popolo italiano che, attraverso l’istituzione dei referendum, ha inteso in qualche modo mandare un preciso segnale ai politici ed ai politicanti ‘ anche ‘ di casa nostra, vale a dire che vuole tornare ad essere protagonista delle scelte che lo riguardano, che vuole tornare ad essere parte determinante degli indirizzi che la politica intende dare sul territorio.
Ma non basta.
I numeri legati al quorum di tutti e quattro i quesiti referendari dimostrano, al di là delle più legittime aspettative, che è oramai al tramonto il mito di Silvio Berlusconi.
I numeri hanno detto che la faccia di Silvio Berlusconi non basta più a tranquillizzare il territorio.
I numeri hanno detto – insomma – che per le prossime consultazioni elettorali (come avevano d’altra parte già indicato le recentissime elezioni amministrative) i numeri hanno ribadito che – dicevamo – gli elettori tornano a guardare, finalmente, a chi potrebbe andare a finire il loro voto e quale uso ne farebbe quest’ultimo (o quest’ultima).
I numeri hanno spiegato che da questo momento in poi il voto del territorio non è più scontato sulla base del rapporto eventuale che il territorio ha con Roma.
Anzi.
Tutt’altro.
I numeri hanno, finalmente, sancito che il legame con il territorio, il triangolo tra politica territorio ed elettore non è più scontato ma va… guadagnato.
I numeri hanno detto, insomma, che potrebbe esserci a questo punto un effetto domino .
Un effetto domino sul territorio.
Un effetto domino su ogni territorio e – quindi – anche nel Viterbese.
Un effetto domino che potrebbe fare precipitare le già traballanti e critiche situazioni da tempo esistenti al Comune di Viterbo ed alla Provincia di Viterbo.
I numeri dei referendum di domenica e lunedì scorso, la percentuale dei quorum, potrebbero pesare in maniera determinante sulla tenuta delle coalizioni per le ripercussioni che i numeri stessi potrebbero avere nei rapporti tra singole componenti all’interno delle coalizioni.
E già: la parabola discendente di Silvio Berlusconi oramai è sotto gli occhi di tutti e si sa che – in politica – quando la nave affonda la tentazione di abbandonarla attraversa forte la schiena dei topi.
E che di topi nella Casta viterbese ce ne siamo a iosa… sì… anche questo è saputo e risaputo sin da sempre.
Ci sarà, dunque, questo effetto domino ?
Le percentuali più o meno bulgare risultate nei singoli quesiti referendari avranno qualche effetto sismico anche nella Tuscia?
Il pericolo che si torni a valutare il rapporto che i singoli politici hanno con il territorio spingerà qualcuno ad abbandonare le stanze dei bottoni per tornare a parlare con la gente dei problemi della gente risolvendo i problemi della gente ?
Cosa farà il sindaco di Viterbo, l’on. (nominato) Giulio Marini?
Cosa farà il presidente della Provincia, l’ecumenico uomo di legge Marcello Meroi ?
Cosa farà la senatora rosa Laura Allegrini ?
Cosa farà l’ex ministro Giuseppe Fioroni ?
Tornerà ad occuparsi anche dei problemi dei viterbesi ?
E l’on. Ugo Sposetti ?
E l’on. Donatella Ferranti ?
E l’assessora regionale Angela Birindelli ?
Ed i consiglieri regionali Rodolfo Gigli, Francesco Battistoni e Giuseppe Parroncini ?
Capiranno tutti questi politici viterbesi che i viterbesi, come il resto degli italiani, stanno finalmente tornando ad aprire gli occhi ?
E che avendo cominciato ad aprire gli occhi le cose, finalmente, stanno tornando a guardarle con… i propri occhi ?
Lo avranno raccolto, i politicanti di casa nostra, il messaggio che anche i viterbesi hanno voluto mandare loro attraverso i referendum di domenica e lunedì scorso ?
Avranno capito il grosso errore che hanno fatto nel non dichiarare pubblicamente cosa avrebbero fatto loro su ogni singolo referendum ?
Avranno capito che boomerang è stato non avere preso ufficialmente posizione contro il nucleare nonostante la grande probabilità che una delle centrali fosse localizzata proprio a Montalto di Castro?
Avranno capito che non dire nulla sul referendum relativo alla gestione del servizio idrico, nonostante i problemi che i viterbesi stanno avendo da tempo grazie all’acqua all’arsenico che viene loro erogata nelle case è stato un grossissimo errore?
Già: lo avranno capito… o no ?
Michele Bonatesta
Presidente del Movimento di Opinione
“ Insieme per il territorio
lunedì 13 giugno 2011
Superbatteri e batterie spionistiche all’opera
Laboratori satanici al lavoro
Anche se la gara per dare la colpa ai vegetali è attualmente in corso in tutta l'UE, dove un ceppo di E. Coli super resistente sta facendo ammalare pazienti e riempendo gli ospedali in Germania, praticamente nessuno sta parlando di come l'E.coli è magicamente diventato resistente a otto diverse classi di farmaci antibiotici e poi, improvvisamente, è apparso nella catena alimentare.
Questa particolare variante dell'E.coli è un membro del ceppo O104, e i ceppi O104 non sono quasi mai (normalmente) resistenti agli antibiotici. Per acquisire tale resistenza, devono essere ripetutamente esposti agli antibiotici al fine di fornire la "pressione di mutazione" che li spinga verso l'immunità completa al farmaco.
Quindi, se siete curiosi di conoscere le origini di tale ceppo, potete in sostanza analizzare in dettaglio il codice genetico dell'E.coli e determinare con sufficiente precisione a quali antibiotici è stato esposto durante il suo sviluppo. Questo passo è stato fatto (vedi sotto), e quando si guarda la decodificazione genetica di questo ceppo O104 che ora minaccia i consumatori di prodotti alimentari in tutta l'UE, emerge un quadro affascinante di come è stato generato.
Mike Adams - Continua su: Naturalnews
…..
Commento ricevuto
Invece di stare a chiedersi come mai ci sono individui che producono superbatteri capaci di sterminare masse di popolazione, perché non ci chiediamo PERCHE’ ABBIAMO ATTIRATO questo modo di fare? I batteri sono organismi che, assieme ai virus, funghi e parassiti, assistono alle operazioni richieste dal sistema nervoso centrale per dare alla fisiologia quello che IL CERVELLO CHIEDE. Se il cervello dei popoli è arrivato ad un livello di indurimento estremo e non c’è più verso di farli muovere verso le leggi della creazione, LE LEGGI BIOLOGICHE CHE IL BUON DIO HA PROGETTATO NEL CORPO UMANO, LEGGASI LA COSCIENZA CORPOREA BIOLOGICA, fa scattare uno o più microrganismi che intervengano a modificare la sede (il corpo) di quei pensieri.
IL SUPERBATTERIO E’ STATO CHIAMATO DALLA SUPER-RESISTENZA DEI POPOLI a cambiare modo di pensare. Non vuoi cambiare? E allora te ne devi andare, perché qui sei di impaccio. In questo modo i popoli che non vogliono cambiare modo di pensare, si ATTIRANO superbatteri che li fanno fuori. Queste sono le LEGGI DELLA CREAZIONE e su questa terra non c’è nessun “dio” in grado di progettare né un corpo umano né un sistema solare né altro. Ma LA SUPERBIA E’ TANTA………..
Il significato psichico del superbatterio è: SUPERBIA. Che poi ci siano degli attuatori di questa pulizia, chiamati scienziati cattivi, beh… è ovvio, se non ci sono loro chi lo produce materialmente il superbatterio? E io vi dico che non sono loro i cattivi……. Sono i popoli che non comprendono più nulla, accecati dal potere, dal denaro, dal sesso, dall’abbondanza: non c’è più il senso della GRATITUDINE nei confronti del Creato e delle sue Leggi. Oggi chiunque ha tutto e non si accorge di quanto rompe le scatole lamentandosi di continuo e producendo pensieri inquinanti che DISTURBANO IL CREATO.
E IL CREATO INVIA GLI SCIENZIATI “CATTIVI”…
Giuseppe Guidi
sabato 11 giugno 2011
Entrare nell'area delle persone che amano e gioiscono....
Uscire nel caldo...
Dobbiano portare quei pochi che decidono per tutti, nell’area delle persone che amano gioire o spontaneamente e semplicemente amano e gioiscono.
Io che ho superato l’imbrunire della vita e lo percepisco nella sua meravigliosa interezza, sento, anche perché mi è stato concesso di sperimentarlo che la lotta non paga e ciò che paga è il costante lavoro di inclusione degli “altri” (per me l’altro è vicendevolmente una diversa collocazione di me stasso) nel proprio progetto di società, se in questo si crede e si ha la serenità di non escludere gli altri e di non escludersi sentendosi diversi o addirittura migliori, ma contemporaneamente impotenti.
Tiriamo fuori la nostra divinità, pensate, investiamo la nostra energia nello sforzo sovrumano di limitare ciò che è immateriale quindi infinito abbassandolo al livello della materia il cui limite è origine di ogni lotta di ogni desiderio di conquista. L’amore e la gioia sono illimitati, ma si comprano e si vendono come le patate o le banane e siamo così stupidi da far gestire ad altri quell’amore che possiamo dare e avere senza limiti, traendone e dandone gioia, perché altri hanno creato usi e costumi che noi osserviamo senza averne l’obbligo e senza renderci conto che sono questi i contenitori che limitano la nostra libertà.
E quando parlo della nostra libertà includo anche quegli “altri” che ormai per forza di inerzia, senza sapere più il perché, limitano gli altri “altri” limititando sé stessi negli angusti confini della solitudine interiore e di quella miseria immateriale che trova sbocchi solo in azioni violente e distruttive verso sé e verso gli altri. Scuotiti amore, riscuoti il tuo spazio illimitato, non cedere all’egoismo, supera questa barriera, troverai un mondo se non meraviglioso almeno migliore! Possiamo, noi, essere esempio e guida, noi, i tanti, quelli che se fossero uniti potrebbero governare questa barca in deriva.
Nell'immediato vota 3 sì e rifletti sul quarto, un giorno avremo la fortuna di avere il Presidente che tutti vorrebbero, che fa crescere l’Italia e gli Italiani e che fa una politica per fare ottenere pari opportunità non solo a tutte le persone del nostro Paese, ma pari opportunità per tutti i popoli del mondo: viene incriminato ingiustamente (se non ucciso) perché … rappresenta una minaccia per i poteri consolidati. Il caso Tortora è stato sempre il mio tormento.
Un abbraccio, Benito Castorina
venerdì 10 giugno 2011
La ballata del pensionato ribelle e dei suoi 25.332.487 sì al referendum...
"Brindisi augurale alla vittoria del Sì"
Tasse a rischio infarto: 125,53%. Pensionato romano si salva pensando di votare 4 Sì x 25.332.487 volte
––––––
Prende 2 suoi CUD (2010 e 2011); fa un po’ di conti; trasecola, sbianca e ........ lo salva quel “Basta, non ne posso più” che lo fa correre al seggio a votare SI una montagna di schede.
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Sostiene l'Istat che "A dicembre 2010 l'indice dei prezzi al consumo in Italia è cresciuto dello 0,4 per cento rispetto al mese di novembre e dell'1,9 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Di fatto, l'inflazione è raddoppiata visto che il tasso di inflazione medio annuo nel 2010 è stato pari all'1,5%, rispetto allo 0,8 del 2009." Come sanno tutti gli italiani, questi dati sono inferiori a quelli reali della singola persona in quanto sono riferiti ad un “paniere”.
Un pensionato, residente a ROMA – Regione Lazio; 35 anni di regolare lavoro dipendente nel settore privato e riscatto, ai fini previdenziali, dei precedenti periodi di studio e lavoro; con reddito lordo annuo nella fascia da 25.000 a 30.000 €.; appresa la notizia Istat prende il CUD 2011 ed il CUD 2010 e fa 4 operazioni.
1. dal REDDITO lordo al 31.12 2010 sottrae quello del 2009. Risultato: + 141,00 €
2. Rit. IRPEF al 31.12.2010 sottrae quella del 2009. Risultato: + 57,00 €
3. Rit. Add. Reg. al 31.12.2010 sottrae quella del 2009. Risultato: + 86,00 €
4. Rit. Acc. Add. Com. 2011 sottrae quella del 2010. Risultato: + 34,00 €
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TOTALE RITENUTE + 177,00 €
Trasecola. Pensa ai cravattari; alla rapina. Controlla. Rifà i conti. Sente nel cervello il martellante “Non mettiamo le mani nelle tasche dei cittadini” e, altri colpi “Abbiamo abbassato le tasse”. Fa la quinta operazione: la tassa è del 125,53 % . Sbianca; non riesce a respirare; si appanna la vista ...... i referendum; i 4 SI; non può non votare proprio lui che vota solo i referendum; questi refe-
rendum.
Deve votare i suoi 4 Sì eppure quelli dei 25.332.487 sparsi nel mondo. Sì, voterà. Voterà
Voterà. E’ SALVO. DOMENICA MATTINA PRESTO SARA’ LI', AL SUO SEGGIO. 4 Sì.
......
Tu puoi.
Tu puoi movimentarlo in rete senza stop.
Tu puoi stamparlo (formato A5 ovvero mezzo fg. A4)
e distribuirlo dove preferisci.
Se vuoi, puoi vincere.
Hai vinto
Vito De Russis
giovedì 9 giugno 2011
Triplice intesa o trinità spaiata? Resa dei conti fra Giulio Tremonti, Silvio Berlusconi ed Umberto Bossi.
"Salto della corda.. o quadratura del cerchio?" Disegno di Chiara Ferrara
Muoia Sansone con tutti i filistei....
Buon consiglio a Giulio Tremonti: "Meglio far saltare il banco e tappare la bocca alle banche chiedendo il restauro del signoraggio allo Stato"
(Paolo D'Arpini)
Vedi:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/06/03/giulio-tremonti-signoraggio-bancario-perdita-della-sovranita-debiti-imposti-aspen-goldman-sachs-silvio-berlusconi-ed-il-circolo-vegetariano-vv-tt/
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Ed ora passiamo ai pettegolezzi sugli ultimi sviluppi nel rapporto fra Tremonti, Berlusconi e Bossi
Siamo alla resa dei conti. Quasi alla rissa. Difficile immaginare come Berlusconi e Tremonti possano recuperare il loro rapporto. Soprattutto dopo quello che si sono detti negli ultimi tre giorni. Tutto comincia ad Arcore, lunedì, quando Giulio Tremonti arriva prima di Umberto Bossi nel vertice stabilito da giorni.
Lo ha chiesto il Cavaliere. Aveva chiesto di vedersi a quattr'occhi. Le diversità di vedute sulla politica economica sono ormai evidenti e riassumibili per semplicità in due linee contrapposte. Il premier vuole che il ministro allarghi i cordoni della borsa e consenta di procedere con la riduzione della tasse; l'altro intende mantenere l'assoluta politica del rigore e anzi procedere a nuovi pesanti tagli. A far salire la tensione ci si mettono le voci.
Al Cavaliere è stato riferito che il ministro da giorni sta lavorando ai fianchi Bossi, gli sta chiedendo di chiedere a Silvio di fare un passo indietro e formare un nuovo governo con ovviamente lui stesso, Tremonti, al comando. Non conta ormai ciò che è vero e ciò che è falso. Conta che tra i due è venuto meno il rapporto di fiducia.
Quando si trovano faccia a faccia Berlusconi sbotta, Tremonti per la prima volta risponde, alza la voce, si ribella. Silvio non ci sta, se le dicono di tutti i colori. «Te la farò pagare», si sente urlare. Di sicuro Giulio è scosso. Racconterà ad alcuni deputati amici: «Mi accusa di cose incredibili. Mi ha detto che l'ho fatto pedinare».
Dopo arriva Bossi e prova a mediare. Ma dura poco. Il martedì va peggio, le schermaglie tra i due continuano. Nuovo vertice della notte tra martedì e mercoledì. Tremonti arriva scortato da Bossi e Calderoli. Si ragiona di politica stavolta. Ma le linee restano due. Il titolare dell'Economia insiste perché si proceda subito a una manovra pesante, da 40 miliardi.
Il premier non ci pensa proprio: «Il Paese è affamato, non possiamo chiedere altri sacrifici». Giulio risponde secco che lo impone l'Europa, che non si può aspettare. Silvio vuole un rinvio: «Non possiamo dare ancora una mazzata agli italiani, se poi si va a votare nel 2012 non rivinceremo mai».
Il titolare del dicastero di via XX settembre insiste, altrimenti si fa la fine della Grecia. Le agenzie di rating ci hanno già avvertito. Ricorda gli impegni presi con l'Europa e il pareggio di bilancio nel 2014, obiettivo ribadito a Van Rompuy appena qualche giorno fa. Il Cav non ne vuole sapere: «Lo farà il nuovo governo nel 2013, dopo le elezioni».
Bossi media, condivide la linea del Cavaliere, spinge - ma in maniera soft - perché si arrivi a una riduzione delle tasse. Berlusconi lancia l'affondo: «Giulio, la manovra prima dell'estate sarà leggera. Se non vuoi farla così, non ti preoccupare: vuol dire che se ne occuperà qualcun'altro».
Tremonti, a differenza del passato, non minaccia le sue dimissioni perché sa che il quadro è cambiato: stavolta potrebbero essere accettate. La Lega non provocherebbe la crisi. Ormai i berlusconiani sono convinti che il loro ministro più importante abbia stretto un patto di ferro anche con pezzi dell'opposizione. Che lavora per mandare il Cavaliere via da Palazzo Chigi.
Vuole andarci lui con l'appoggio di D'Alema e Bersani in accordo con De Benedetti. Da settimane notano come Repubblica tratti sempre con i guanti bianchi il buon Giulio. Non sono solo due linee ma sembrano essere due progetti divergenti.
Quel che è certo è che il leader vede i vertici del Pdl a pranzo. Prima incontra Antonio Martino, liberal spinto, che gli ricorda come si possa fare il taglio delle tasse anche subito e senza aggravi per le casse dello Stato.
Perché le riduzioni del Fisco, in tutti i Paesi dell'Occidente, hanno sempre portato un maggior gettito. E offre la sua soluzione: se Giulio non si muove, facciamo una azione parlamentare presentando una legge che preveda la riduzione dell'Irpef a due sole aliquote.
Il capo del governo non vuole perdere altro tempo. Parlando ai suoi, ammonisce: «O si capisce che tutti siamo sulla stessa barca e si lavora nella stessa direzione o è tanto meglio andarcene tutti a casa».
In serata, la situazione precipita. Tremonti sale al Quirinale e spiega la situazione allarmante dei conti. Napolitano, si sa, condivide in pieno.
Fabrizio Dell'Orefice